Ti piace vincere facile?

fata-turchina-di-pinocchio

di Andrea Torquato Giovanoli

L’altra sera i miei figli hanno voluto rivedere il cartone di Pinocchio e così ho avuto modo di riascoltare la fatina ammonire il burattino dicendogli che ci sono due tipi di bugie: quelle che hanno le gambe corte e quelle che hanno il naso lungo.
Sorridendo ho annuito ed il più grande me ne ha chiesto la ragione, così gli ho spiegato che la menzogna davvero è di due tipi: c’è quella eclatante, che come un naso troppo lungo prende dentro da tutte le parti facendosi subito riconoscere, e poi c’è quella più subdola, più difficile da smascherare, ma che, avendo le gambe corte non può andare molto lontano, e che inevitabilmente, col tempo, si rivela per quello che è: il falso.


Il pargolo, evidentemente soddisfatto, si è presto rimesso a vedere il suo cartone animato, io, d’altronde, mi sono invece ritrovato a riflettere su come realmente la Verità trionfi sempre.
Perché la Verità ha forza in se stessa ed anche quando non viene difesa nel tempo comunque s’impone sulla menzogna, la quale, non avendo attinenza con la realtà, giocoforza ha vita breve.
La Verità è essenziale, non ha bisogno di tante parole, invece la menzogna sì, deve riempirne l’aria fino a renderla satura, perché chi vi si trova dentro, a questa nebbia caustica, ne rimanga stordito e cedendo nella vigilanza diventi più vulnerabile.
Ma col tempo la falsità satura l’aere e perde efficacia, poiché quando le menzogne sono la normalità sbiadiscono all’orizzonte ed allora solo la Verità, che a quel punto è l’unica vera alternativa, spicca in mezzo al piattume del vacuo, tornando a brillare come un faro, contro la cui attrazione il falso non può nulla.
Poiché una sedia è una sedia: tu puoi chiamarla, descriverla e ricamarci sopra come e quanto vuoi tentando di spacciarla per una qualsiasi altra cosa, ma lei alla fine sempre sedia rimane.
Il vero, avendo immediato riscontro nel reale, è semplice, è facile. È la falsificazione che abbisogna di un elaborato piano preventivo, di una coalizione di forze operose, un costante lavorìo nel tempo, con continui camuffamenti e distorsioni, ma che in realtà portano tutti inevitabilmente a contraddizione, perché davvero la bugia ha le gambe corte: si muove faticosamente e comunque non fa molta strada.
La menzogna è una coperta piena di buchi, che va costantemente rattoppata fino a quando non si disfa, macerata dall’ineluttabile confronto con la realtà, la quale, richiamandosi al Vero, rimane nel tempo fedele a se stessa.
Ecco perché chi sta dalla parte del reale, anche in tempi, come quelli in cui viviamo nei quali la falsificazione sembra imperare incontrastata, non ha da temere nulla, ma gli basta solamente rimanere fedele alla Verità, attendendo, resiliente, l’inevitabile momento in cui la menzogna si sfalderà da sola, crollando come un castello di carte al primo soffio dello Spirito del Vero.
Ché in fondo diciamocelo: a chi sta con la Verità, gli piace vincere facile.
Ponci-ponci-ponci-po…

73 pensieri su “Ti piace vincere facile?

  1. fra' Centanni

    Naturalmente hai perfettamente ragione, caro Andrea. La verità è saldamente ancorata nella realtà e, alla lunga, trionfa sempre. Però è meglio se non ci stanchiamo di testimoniare sempre la verità e di combattere per la verità, perché la falsità (ad esempio l’ideologia di genere, l’animalismo, la decrescita felice, ma anche il modernismo, il pauperismo, la teologia della liberazione e via discorrendo) ruba tempo, energie, denaro, vita.

    La falsità uccide le persone.

    1. Meister Eckhart

      Se mi rifaccio alla definizione dell’Enciclopedia Treccani, come segue:

      animalismo s. m. [der. di animale2]. – Atteggiamento e comportamento di chi, per amore verso gli animali, interviene attivamente in loro difesa contro maltrattamenti e in genere comportamenti che procurino loro sofferenze e ne limitino la libertà (per es., la caccia, la vivisezione, l’uccisione per ricavarne la pelliccia, l’impiego nei circhi, ecc.).

      non vedo proprio cosa ci sia di sbagliato nell’animalismo.

      Che poi girino fanatici e ottenebrati che si richiamano all’animalismo in maniera arbitraria e considerano un assassinio l’uccisione di un animale a scopo alimentare mentre sono entusiasticamente favorevoli all’aborto, è certamente vero.

      1. fra' Centanni

        Intanto ci andrei piano con il parlare di “amore per gli animali”, dato che non sono persone. E’ lecito ed anche naturale avere dei sentimenti verso di loro, ma non sarebbe giusto, ad esempio, rischiare la propria vita per loro, oppure limitare significativamente, per sé e per la propria famiglia, la disponibilità economica in favore del benessere di un animale domestico. Poi è bene mettere subito in chiaro, quando si parla di animali, che essi non hanno alcun diritto e che noi persone possiamo disporne come vogliamo a patto, naturalmente, di evitare inutili sofferenze. Tuttavia nobili tradizioni come la corrida, il palio di Siena, la caccia e altre, sono perfettamente lecite perché raccontano del coraggio e dell’ardimento, dell’abilità, della tradizione e della storia dell’umanità. Come anche è perfettamente lecito l’allevamento a scopo alimentare o per la produzione di pelli e pellicce.

        Noi, a casa, abbiamo due cani, un gatto (fino a poco tempo fa) ed una tartaruga. Ai miei figli ho sempre insegnato, fin da piccoli, a rispettare gli animali ed a godere della loro compagnia, ma ho sempre insegnato anche che noi siamo persone, loro no! Di conseguenza loro non hanno alcun diritto né possono essere messi sul nostro stesso piano. Ad ognuno il suo posto: noi siamo figli di Dio, loro sono nostri graditi amici, ma sempre animali sono, non persone. Cerchiamo di ricordarcelo senza farci abbindolare dalle sciocchezze degli animalisti.

        1. Temo che abbiamo un’opinione ben diversa su cosa sia perfettamente lecito nei confronti degli animali. La corrida e la caccia (sportiva), per esempio, non sono affatto “nobili tradizioni”, bensì barbare usanze reminiscenti di un tempo lontano in cui era effettivamente necessario all’essere umano imporsi sulla natura per sopravvivere. Vorrei sapere quali sarebbero, se non queste, le “inutili sofferenze” da evitare. Al netto della demagogia, tali attività testimoniano esclusivamente il mai sopito desiderio umano, tanto naturale quanto degradante, di disporre della vita altrui. Gli animali non sono certamente persone, che comunque è termine prettamente giuridico/filosofico e necessita di accurata definizione per dargli un senso, né sono “figli di Dio”, titolo di cui suppongo lei sia molto fiero pur non avendo fatto nulla per meritarselo, ma, per quanto mi riguarda, sono senza alcun dubbio “creature di Dio” come noi, anche se non allo stesso modo di noi.

          CCC 2416 Gli animali sono creature di Dio. Egli li circonda della sua provvida cura. Con la loro semplice esistenza lo benedicono e gli rendono gloria. Anche gli uomini devono essere benevoli verso di loro. Ci si ricorderà con quale delicatezza i santi, come san Francesco d’Assisi o san Filippo Neri, trattassero gli animali.

          Altro ci sarebbe da aggiungere. Mi limiterò a farle notare che ai diritti si accompagnano necessariamente dei doveri, altrimenti stiamo parlando semplicemente di dare libero sfogo al proprio delirio di onnipotenza. Proprio dalla superiorità umana rispetto a qualunque animale, in senso morale e intellettuale, deriva il dovere di custodire la natura, cioè il Creato, come meglio possiamo, anziché “disporne come vogliamo”. Non mi pare né utile né costruttivo contrastare una forma sbagliata di estremismo, cioè l’animalismo che nega l’ordine morale e razionale delle cose, con una forza uguale e contraria, come in fisica, sostenendo sbrigativamente che, siccome noi siamo persone e loro no, chissenefrega delle condizioni di vita e del frequente stato di sofferenza (quasi sempre inutile e crudele) di tanti, troppi animali.

          1. Luigi

            E meno male che eravamo al netto della demagogia…

            Non è comunque mia intenzione cercare di mutare opinioni.
            Osservo solamente che “caccia sportiva” è una contraddizione in termini, come “cerchio quadrato” o “cattolicesimo liberale”.
            O è sport, o è caccia.

            Per ulteriori approfondimenti: Costanza Miriano, “Sposala e muori per lei” 🙂

            Buona domenica.
            Luigi

          2. fra' Centanni

            Egregio socrates183, che la corrida e la caccia (sportiva o meno), ma anche il palio di Siena, dato che sono senese, e molte altre tradizioni siano nobili e belle è una mia opinione e, naturalmente, lei è libero di avere un’opinione opposta; la cosa non mi disturba. L’importante è che nessuno pretenda di vietare queste nobili tradizioni con il pretesto di tutelare i “diritti degli animali”: gli animali non hanno diritti e l’uomo può disporne come vuole, per mangiare, per ricavarne manufatti, per aiutare la ricerca (medica) o, semplicemente, per divertimento. L’unica cosa inaccettabile sono le sofferenze inutili o che possono essere evitate. Ma questo, cioè le sofferenze inutili o evitabili, è inaccettabile perchè indegno dell’uomo, non perché gli animali abbiano una dignità e siano quindi inviolabili. Noi, invece, siamo inviolabili proprio perché abbiamo la dignità (cioè un valore infinito) propria delle persone, cioè di esseri simili a Dio. Oltre a tutto questo (come se non bastasse) siamo anche figli di Dio. L’abisso che ci separa dagli animali non potrebbe essere più immenso. Ci mancherebbe pure che ci fosse qualcuno che non fosse fiero di essere figlio di Dio, dato che questo “titolo” è stato attribuito, tra tutte le numerosissime creature di Dio, solo all’uomo. Neanche i più nobili angeli del cielo possono fregiarsi di questo titolo, immagini lei.

            Su tutto il resto, cioè quasi niente, siamo perfettamente d’accordo.

              1. fra' Centanni

                Non è un’opinione, è una fede. Io so per fede di essere figlio di Dio.

    1. Ecco, a me fa imbestialire. Mio marito ha giurato di essermi fedele per sempre, in pubblico, davanti a Dio e agli uomini. Perchè un uomo che non ha avuto le palle di fare questo (ma neanche di fare due firmette davanti a un funzionario comunale!!!) deve avere gli stessi (esigui) diritti di mio marito?

      1. @Cacciatrice scusa ma sai benissimo che qui non è questione né di “palle”, né di giuramenti…

        Gli sposi si sambiano un promessa, promessa di accoglienza e certamente anche di fedeltà, ma questa promessa è fondata per il credente, solo e solamente nella Fedeltà di Dio, in Cristo e anche nell’aiuto della Chiesa (Comunità).

        Poi certamente si può e deve discutere su diritti, pochi tanti, paritetici o meno.

        1. Bariom, non sto parlando di questo, quello che si discute è a prescindere dal Matrimonio cattolico e il Patto che ivi si stringe, ciò che mi imbestialisce è che si sia dimentichi del fatto che i diritti civili nel matrimonio vengono fuori dai doveri civili del matrimonio. Se mio marito si assume dei doveri nei miei confronti, di fronte allo stato, è giusto che lo stato gli conceda dei diritti. Se non lo fa, non ha nessun diritto. Punto.
          E mentre hai ragione sulla promessa nel Matrimonio cattolico, che sono la prima a dire che sia una promessa che nessuno di noi può mantenere, senza l’Aiuto dall’Alto, e senza la Fede non è neanche lontanamente concepibile, la firmetta in comune, gratuita a meno di una marca da bollo, oltretutto reversibile, è solo esclusivamente questione di palle. E c’è chi proprio non ce le ha, fa niente se la compagna con cui sta da dieci anni, con la quale ha già un figlio, e che ha appena partorito il secondo si deve alzare dal letto per andare con lui a fare il riconoscimento del figlio appena nato. A queste persone io non voglio dare nessun diritto proprio. Che si facciano il 730 separato (orrore!).

    1. Anonimo69

      Scusatemi, ma non resisto: quando sento parlare di uomini che giurano a delle donne di essere loro fedeli per sempre, mi viene sempre in mente una battuta di O. Wilde: “Quando gli uomini sulla settantina, giurano amore eterno, si può credergli”. A69

      1. Thelonious

        Qualcuno (uomini e donne) ancora promette fedeltà per tutta la vita anche ad età molto inferiori e, per grazia di Dio, magari ci riesce. Fattene una ragione: anche questo fa parte della realtà

        1. Anonimo69

          Me ne fo una ragione, non ti preoccupare. Solo che la battuta di Wilde mette in evidenza che il giuramento di fedeltà dei settantenni è di più sicuro (per ragioni obiettive) di quello dei soggetti più giovani. A69

          1. saras

            La battuta di Wilde è anche molto cinica. E triste. Non c’è dunque mai una possibilità di volare un po’ alto? Dobbiamo sempre segarci le gambe da soli e ripeterci che “sarebbe bello ma tanto è impossibile”? Non è impossibile, è difficile. Ed è possibile. E le cose difficili e possibili sono anche le più gustose.

            1. Thelonious

              @saras: d’accordo al 100% con te. Smettiamola di volare basso o sbatteremo continuamente contro le nostre e altrui miserie. Duc in altum e bando al cinismo !

          2. Il “giuramento” dopo i 70 è ingannevolmente più sicuro e di fatto non è una delle battute più intelligenti di Wilde.

            Dopo i 70 né a livello fisico, né a livello mentale, per moltissimi uomini cambia molto.
            A livello spirituale poi se si è credenti, vale sempre il discorso di Cristo su cosa si ha nel cuore guardando una donna (direi anche viceversa se donne si è…)

            1. Anonimo69

              @ Bariom

              il giuramento dei 70enni è OBIETTIVAMENTE più sicuro perchè sono parecchio diminuite le possibilità di porre in essere un tradimento.

              Se poi si guarda anche al desiderio ossia al c.d. “tradimento psicologico” (e ci sono donne oggi che guardano anche a quello), allora non c’è più scampo: l’unica condizione desiderabile non è nè l’eterosessualità nè l’omosessualità, ma l’A-SESSUALITA’ (e nessuno mi toglie dalla testa che sia una condizione molto comoda). A69

              1. Io rimango della mia idea… non è una questione di statistica.

                Quanto alla a-sessualità, essendo questa più utopica della questione post-70 (vale anche per i consacrati), l’unica condizione desiderabile è quella di una sessualità vissuta “come Dio comanda” 😉 dove l’Uomo non è succube dei suoi istinti (seppur primordiali), ma è “sovrano” della sua vita.
                Dove la supremazia è dello Spirito, non per essere “disincarnati”, ma invece appieno Uomini e Donne “virili”, che sanno gestire e portare a frutto ogni ambito del loro vivere.

                1. Anonimo69

                  @ Bariom

                  veramente l’a-sessualità NON è una mia invenzione, ma una realtà studiata dalla psicologia e dalla sessuologia, perbacco! ( http://it.wikipedia.org/wiki/Asessualit%C3%A0 ).

                  Non deve essere confusa con l’astinenza (quando c’è realmente) dei consacrati.

                  Che sia una posizione COMODA, lo si constata “in re ipsa”: niente desiderio= meno spese e meno possibili delusioni.

                  E stai tranquillo che anche il consacrato che deve reprimere i propri desideri (se lo fa per davvero) un po’ d’invidia per quella condizione comoda e tranquilla, LA SENTE.

                  Non è forse più facile dominare i propri istinti primordiali, quando NON si hanno? A69

                  1. Ho detto “utopica”, non che sia una tua invenzione…
                    E anche la fonte che citi parla dell’ 1% della popolazione.
                    Quindi se vogliamo prendere il tutto a mo’ di battuta ok, se il discorso vuol farsi realistico, allora andiamo per paradossi (mica tanto) ed “estreme conseguenze”.

                    Credi meglio una vita a-sessuata? Credi sia situazione invidiabile? Certo anch’io quando entro nel combattimento (e non lo nascondo) per difendere la mia fedeltà verso mia moglie, penso “ah che bello sen non avessi nessuna *pulsione*”, ma va da sè, non ne avrei neppure verso mia moglie.

                    Poi credi sarebbe tutto risolto… che si potrebbe “vincere facile” (tanto per ritornare al titolo)? Bene allora direi sia ancor più desiderabile la anafettività.
                    Sai quanta fatica combattere l’affettività (che a ha volte risvolti deleteri) quando ci fa soffrire nei rapporti con moglie o marito, con i figli (!) – si lo so, mi pare tu non ne abbia esperienza diretta – e via discorrendo…?

                    Quindi perché non aspirare ad una bella vita …vegetale!
                    Speriando qualcuno si ricordi di annaffiarti, ogni tanto! 😀

                    La vita, caro A69. è un combattimento 😉

                    1. Anonimo69

                      @ Bariom

                      non dirlo a me, caro Bariom, che la vita è un combattimento: LO SO BENE! Purtroppo, infatti, E’ un combattimento (anche per questo non ho fatto figli, perchè non sapevo A PRIORI se avrebbero voluto “arruolarsi”…..).

                      Rimango della mia idea che l’a-sessualità, unita ad una moderata affettività, sarebbe condizione invidiabile (un fronte di combattimento in meno).

                      Rimangono altre cose oltre il sesso, per riempire una vita: le arti, il buon cibo, la conversazione (che è quella che stiamo facendo, peraltro).

                      Comunque mi rendo conto che, anche eliminando il sesso, la vita rimane sempre un combattimento, solo che, in quel caso, verrebbe ad esserci un grosso motivo di gioie ed ansie, in MENO. A69.

                    2. Che é per l’appunto il modo cinico e sulla difensiva che hanno molti di vivere (vivere o lasciarsi vivere?).

                      Non mi espongo, no rischio, così se inciampo non mi faccio troppo male… E così per no patir dolori mi frego le gioie…
                      Personalmente non è mai stata la mia filosofia, né da credente, né da non-credente. Ognuno si sceglie la propria.
                      Il cristiano poi non dovrebbe fare simili calcoli… Il suo vivere é compiere la Volontà del Padre.

                      La sessualità poi, e qui concludo, é solo un porzione del nostro vivere… Neppure la più importante.

          3. Wilde di battute ne ha scritte tante ed è facilissimo pescare quella che si addice a dimostrare qualsiasi cosa. Molto utile per abbagliare le allodole in questo senso è astenersi dal ricordare che in genere si tratta di battute estrapolate da testi di commedie brillanti. Certo, citare Wilde dà tutto un altro tono rispetto a citare gli spettacoli del Bagaglino.

            Probabilmente se Anonimo69 pescasse dal De Profundis invece che da “L’importanza di essere Onesto” o da “Un marito ideale”, verrebbe fuori qualcosa di meno spumeggiante ma forse più sentito

            «Sono entrato in prigione con il cuore di pietra; non pensavo che al mio piacere… Ora il mio cuore si è aperto alla pietà. Ho capito che la pietà è il sentimento più profondo, più bello che esista. Ed ecco perché non serbo rancore verso chi mi ha condannato, né per nessuno dei miei detrattori: è merito loro se ho imparato cos’è la pietà» (Oscar WIlde ad André Gide…)

            1. Anonimo69

              @ senm_webmrs

              l’uomo, mia cara amica (non si offende se la chiamo così?) e soprattutto l’uomo che ha una ricca vita interiore, è sostanzialmente un “mutante”, ossia un essere che muta continuamente in rapporto alle esperienze vissute.
              Lo Wilde delle commedie, in un certo senso, è un’altra persona rispetto a quello del De Profundis (dopo la triste esperienza del carcere).
              Però, non assolutizziamo l’esperienza del nostro Oscar: non sempre si esce dal carcere migliorati, anzi, spesso si ha notizia di gente che ne esce PEGGIORATA e di molto! A69

              1. Mio caro amico (certo che non mi offendo, anzi come vede ricambio), è stato lei a introdurre Wilde e la sua risposta, come si diceva un tempo dalle mie parti, mi pare un non sequitur. Buon riposo domenicale 🙂

    1. L’accessorio “must” per la primavera/estate televisiva 2015? L’aggettivo “cattolicissima” (indispensabile da premettere al sostantivo “Irlanda”, rigirandoselo ghiottamente tra labbra e palato come un bonbon ripieno alla crema di limoncello).

  2. vale

    “anche in tempi, come quelli in cui viviamo nei quali la falsificazione sembra imperare incontrastata, non ha da temere nulla, ma gli basta solamente rimanere fedele alla Verità, attendendo, resiliente, l’inevitabile momento in cui la menzogna si sfalderà da sola, crollando come un castello di carte al primo soffio dello Spirito del Vero.”

    vero. però dipende dai luoghi e dai tempi. da noi, forse, è vincere facile ( con gli inevitabili “danni collaterali” che però tali non sono per chi li prova sula propria pelle- vedere, per es. l’intervista a stephanie raeymaekers su “tempi” pag.18 ” noi prodotti comprati al mercato” ( è una delle prime persone concepite con lo sperma di un donatore anonimo negli anni settanta) o per quelli che la stanno sperimentando in iraq dove han perso tutto -se sono ancora vivi e non sono stati resi schiavi-o in cina se non fanno parte della chiesa patriottica, tanto per dire.

    e:
    http://www.tempi.it/morte-dove-tua-vittoria-cristiani-sconfitti#.VXFTh9LtlHw

    di giovanna jacob

    Contemplando la nostra sconfitta, noi cristiani siamo messi a dura prova. Davanti a noi si parano ben tre diverse tentazioni.

    La prima è di “saltare sul carro del vincitore” ossia di perdere la fede. “Siccome la maggior parte della gente nel mondo non crede, allora la fede non è vera”. E secondo tutti i recenti sondaggi, la percentuale su base annua dei cattolici che abbandonano la fede è in costante crescita in tutti i paesi occidentali.

    La seconda tentazione è di conformarci alla mentalità di “questo mondo”. Ieri la maggior parte dei cattolici si conformavano al marxismo, oggi si conformano alla religione del piacere immediato,

    La terza tentazione è abbandonare il mondo ossia l’Occidente a sé stesso, sperando che qualcosa o qualcuno lo distrugga. “Così finalmente potremo ripartire da zero, fondando una vera civiltà cristiana”.

    Nessuno smette di essere figlio di suo padre: neppure se impreca contro di lui, se ne allontana e ne dilapida l’eredità. L’Occidente non smette di essere figlio del cristianesimo nemmeno quando il suo popolo sceglie, nell’ordine, il comunismo, il nazismo, e infine l’edonismo.

    In Fede, verità e tolleranza (Cantagalli, 2003), Benedetto XVI sottolinea che il destino del cristianesimo sarà legato fino alla fine dei tempi al destino dell’Europa (ma anche degli Usa, figli dell’Europa). Perché Pietro ha posto la sede della Chiesa proprio a Roma….

    Per quanto pochi, i cristiani occidentali saranno sempre il sale del mondo. Ma non dobbiamo avere paura se restiamo in pochi, se siamo sconfitti. Lungo la storia il popolo cristiano ha subito tantissime sconfitte ma tutte queste sconfitte messe insieme non sono riuscite ad estinguerlo, anzi lo hanno reso sempre più forte. Il cristianesimo stesso nasce da una grande sconfitta: Cristo messo in croce. Quella sconfitta è diventata vittoria infinita contro la morte.

    1. fra' Centanni

      Giusto Vale, condivido al 100%. Io credo che a noi sia toccato in sorte di vivere il momento più buio (fino ad oggi) della storia della chiesa, ma la Verità è con noi e la realtà ci darà ragione.

      1. Thelonious

        bah, anche a cavallo tra il secolo IX e X non è che la Chiesa stesse così bene…

      2. Brutto momento senz’altro. Il più brutto non saprei. Storicamente parlando me ne vengono in mente parecchi altri altrettanto sgradevoli, solo che non ce li ricordiamo più. Sursum corda 🙂

          1. fra' Centanni

            Nessuno oscuro presagio, bariom, ho detto che la Verità è con noi (cattolici) e che l’evidenza della realtà spazzerà via i nostri nemici. Siamo messi male, ma ne usciremo più forti di prima.

            A meno che… siamo davvero arrivati ai tempi della fine. Ma io non credo a questa ipotesi, anche se sarebbe ingiustificato scartarla completamente.

            1. Si hai ragione, ho usato il termine sbagliato…

              Non presagio, ma constatazione: “Io credo che a noi sia toccato in sorte di vivere il momento più buio (fino ad oggi) della storia della (C)hiesa…”

              Comunque presagi (oscuri) ne hai più volte espressi… da lì il mio lapsus 😉

        1. vale

          è un po’ di depressione post bat ye’or. rileggo il suo “declino della cristianità sotto l’islam” ( questo giusto per ricordarmi l’imbecillità di chi si ostina in un multiculturalismo impossibile. neppure nella sicilia dell’XI sec.) ed il nuovo appena uscito per lindau ” comprendere eurabia. l’inarrestabile islamizzazione dell’europa”.

          mala tempora currunt.

  3. Cavaliere di San Michele

    “Quale verità? La verità è elastica.”

    Verissimo.

    Per quanto la tiri, finirà per tornare al punto di partenza.

    Se la tiri troppo si spezza. E se l’elastico ti finisce in faccia, fa più male di una frustata.

  4. ….era più “vero” che il sole girasse intorno o la terra al sole o chissà cosa ancora di più “moderno”?
    E’ più vero che il mondo sia stato creato da Dio, o che sia venuto per caso?
    Quale è la verità? Chi è bugiardo?

    1. Alvise applica la tua intelligenza in modo lucido e possibilmente cercando di sfrondarla di ogni preconcetto… come puoi pensare che la Terra, l’intero Universo lo stesso Uomo nella loro incredibile complessità, ma perfetta logica “costruzione”, possano venire dal CASO, o dal mitico se non mitologico “BIG BANG”… ? O da che?
      Poi non lo chiamerai dio, non il Dio di Gesù Cristo, ma puoi propendere per il “caso”?

  5. Veramente Andrea Torquato Giovanoli ha tenuto fede al tema assegnato: ha voluto vincere facile!
    Ha girato e rigirato attorno a questa idea delle bugie che si contrappongono alla verità, al vero, che dopo un paio di altri giri si scopre essere diventato un Vero, e quindi una Verità.
    E ci voleva tanto? Bastava dire semplicemente che Cristo è risorto e che queste e quest’altre sono le prove e le testimonianze. Poi avrebbe potuto, per completezza dell’informazione, prendere in esame per esempio la teoria dell’evoluzione di Darwin ed elencare tutte le prove della sua falsità e la storia della macchinazione che l’ha fatta nascere e propagarsi.
    Così sarebbe stato più facile vedere da che parte sta la verità e da che parte sta la menzogna.

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