Perché è stato ucciso Bernard Maris?

di Antonio Gurrado  per Tempi

Perché è stato ucciso Bernard Maris? Gli assalitori di Charlie Hebdo non erano terroristi che sparavano a caso e hanno scelto con estrema cura le persone su cui concentrarsi. Maris, economista e collaboratore occasionale del settimanale satirico, era forse la vittima che meno c’entrava con la diatriba sulla raffigurazione di Maometto e sulla satira anti-islamica in generale. Estimatore e attento lettore di Houellebecq, Maris nel 2014 gli aveva dedicato un breve saggio – Houellebecq economista, appena tradotto per Bompiani – in cui riprendeva la sortita del romanziere francese sulle origini poco dignitose dell’Islam e sulla sua stupidità citando testualmente da Piattaforma. Quest’ultimo però è un romanzo del 2001 e già all’epoca era montata una sovrabbondante polemica intorno alla frase incriminata: possibile che un uomo possa essere ucciso per questo quattordici anni dopo? per una citazione? per parole altrui?

Mi sono accostato con qualche scetticismo al volumetto di Maris, subodorando l’operazione di cassetta, e vi ho invece riscontrato una profondità di lettura e una vastità di conoscenze riguardo a Houellebecq tali da farmi rimpiangere che in Italia libri di gran lettori non vengano pubblicati più spesso. Non solo. Leggendo Maris – che interpreta lacerti dell’opera di Houellebecq dimostrando che certe frasi apparentemente lisce sono frutto del rimuginare l’opera di Marx, Fourier, Keynes e altri economisti – si comprende perché i terroristi islamici abbiano mirato proprio a lui.

Maris individua il nucleo della teoria economica di Houellebecq nel tentativo di smontare definitivamente l’idea di “felicità quantificabile” sulla quale si regge l’economia globale, il cui principale interesse è convincere gli individui a comportarsi nel modo in cui si comporterebbero se fossero completamente razionali: scopo dell’economia è infatti che gli uomini facciano ciò che gli economisti ritengono che debbano fare, e che si sentano felici quando corrispondono a determinati parametri. L’economia è una scienza che profetizza la propria realizzazione. Gli uomini invece sono al contempo ripetitivi e irrazionali, altruisti e cattivi, onnivori e insoddisfatti, terrorizzati dall’amore e bramosi di morte o viceversa. Non c’è scienza che possa capirne i comportamenti, figuriamoci prevederli; l’economia, che ogni giorno è costretta a rifare i suoi calcoli perché le cavie non riescono a comportarsi da cavie rispettando rigidamente l’equazione fra tempo e denaro, fallisce nel tentativo di comprendere dove porta il taglio sghembo nel cuore umano.

L’economia deve dunque segnare il passo, scrive Maris, di fronte all’arte e alla religione. Non per niente nella loro mania ordinatrice gli economisti vorrebbero trasformare l’arte in mercato delle opere e la religione in culto privato interscambiabile con gli altri credo che lo circondano. Sotto questo aspetto, l’economia è il principale fattore di disgregazione dell’Occidente poiché per rendere calcolabile l’uomo pretende di privarlo di cultura e identità profonde, in maniera tale che l’uomo diventi creatura reversibile, sottoposta alle stesse proprietà delle operazioni numeriche: associativa e commutativa. Maris è invece un economista critico, che conosce molto bene la storia oltre alla letteratura, e trova in Houellebecq la voce più forte che al giorno d’oggi parli “di economia contro gli economisti, che non riescono a concepire una degradazione o un’irreversibilità qualsiasi”. Houellebecq è agli occhi di Maris il difensore dell’imperscrutabilità dell’uomo e, con essa, della cultura (arte) e dell’identità (religione).

Temevo che questo breve saggio fosse dettato dal desiderio di vantarsi della propria erudizione o di far piacere a un sodale ma ci ho trovato solo l’urgenza di comunicare una scoperta: la scienza cui affidiamo la massima parte dell’interpretazione del destino dell’Occidente è la stessa che lo disumanizza rendendolo un sacchetto vuoto sbattuto dal vento. A quelli che vogliono invadere e convertire l’Occidente può solo star bene che esso tenti di svuotarsi da sé; per questo, quando hanno visto Maris, hanno premuto il grilletto.

fonte: Tempi

17 pensieri su “Perché è stato ucciso Bernard Maris?

  1. Giusi

    Infatti. Ho sempre pensato che ci siamo già sconfitti da soli. Raccoglieranno le spoglie.

  2. L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energia in relazionee ha commentato:
    Davvero interessante questo libro… “scopo dell’economia è infatti che gli uomini facciano ciò che gli economisti ritengono che debbano fare, e che si sentano felici quando corrispondono a determinati parametri. L’economia è una scienza che profetizza la propria realizzazione. Gli uomini invece sono al contempo ripetitivi e irrazionali, altruisti e cattivi, onnivori e insoddisfatti, terrorizzati dall’amore e bramosi di morte o viceversa. Non c’è scienza che possa capirne i comportamenti, figuriamoci prevederli; l’economia, che ogni giorno è costretta a rifare i suoi calcoli perché le cavie non riescono a comportarsi da cavie rispettando rigidamente l’equazione fra tempo e denaro, fallisce nel tentativo di comprendere dove porta il taglio sghembo nel cuore umano.”

    1. L’economia deviata e insana…

      CON USURA
      la lana non giunge al mercato
      e le pecore non rendono
      peggio della peste è l’usura, spunta
      l’ago in mano alle fanciulle
      e confonde chi fila. Pietro Lombardo
      non si fe’ con usura
      Duccio non si fe’ con usura
      nè Piero della Francesca o Zuan Bellini
      nè fu “La Calunnia” dipinta con usura.
      L’Angelico non si fe’ con usura, nè Ambrogio de Praedis,
      nessuna chiesa di pietra viva firmata : “Adamo me fecit”.
      Con usura non sorsero
      Saint Trophime e Saint Hilaire,
      usura arrugginisce il cesello
      arrugginisce arte ed artigiano
      tarla la tela nel telaio, nessuno
      apprende l’arte d’intessere oro nell’ordito;
      l’azzurro s’incancrena con usura; non si ricama
      in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
      usura soffoca il figlio nel ventre
      arresta il giovane amante
      cede il letto a vecchi decrepiti,
      si frappone tra giovani sposi

  3. vale

    chi scrive la storia non è il politico, ma il filosofo. il politico scrive sotto dettatura e non se ne accorge nemmeno

  4. rosa

    posso fare una domanda che non c’entra niente?
    Qualcuno mi consiglia un testo su Pio IX?
    Grazie soprattutto a Guido che spero sia buono come al solito

  5. …e non solo, ma nel libriccino di Houellebecq si parla dei neo-musulmani al potere in Francia, come intenzionati a applicare la teoria del distributivismo.(Chesterton-Belloc)

    “Una sintesi del distributismo si trova nel postulato di Chesterton «Troppo capitalismo non significa troppi capitalisti, ma troppo pochi capitalisti»

    E quindi neo-musulmani e Chestertoniani si tengono per mano a favore di famiglie ricche e feconde!
    E il gioco (di Antonio Gurrado) è fatto!

  6. A.

    Più che quelli dell’ISIS ad aver fastidio di Maris, credo che siano proprio le lobby occidentali o più circonstanziando quelle europee. Maris non ha parlato anche di uscire dall’euro per salvarci? Credo desse fastidio più a chi tira i fili in Europa, che a quelli dell’ISIS, un po’come successe anche per le due torri in America, possibile che gente organizzata ed armata possa fare i suoi comodi e butatr giù torri e ammazzare giornalisti ed economisti, con tutti gli 007 di cui disponiamo, sicuri che non fossero volute e pertanto permesse (se non pianificate)tutte queste cose? E anche l’Ucraina non è una pedina in mano a qualcuno, che non centra nulla con il popolo ucraino? Boh! a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si prende..Sta di fatto che siamo tutti controllati, ma stranamente i terroristi riescono a fare i loro comodi indisturbati. Chi ci vuol credere ci creda, io ci credo poco e se arriveranno a Roma quelli del’isis è perchè li lasciano venire, non certo perchè sono più furbi e più forti.

  7. vale

    beh,certo,è ovvio che uno che era professore associato di economia all’istituto di scienze politiche di tolosa, parigi VIII ed alla università dell’Iowa, nonché giornalista( a “le monde” anche,giornale notoriamente “anti sistema”( è satira per chi non lo capisse) ed era stato membro del consiglio generale della Banca di Francia,ripeto, è ovvio che sia contro le lobby e che quest’ultime lo vogliano far fuori.
    facce ride ancora,eh….

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