di Benedetta Scotti
Nella biblioteca di una nota scuola di business un giovane universitario compila nervosamente il suo Curriculum Vitae. Appena sotto il proprio nome ha aggiunto: “celibe”. Incuriosito, un amico gli domanda il perché di quell’informazione specifica. Il giovane, come sorpreso dall’ingenuità della domanda, replica che spera, in tale modo, di aumentare le chances di essere assunto: “Se non hai famiglia, l’azienda sa che sei più flessibile in termini di orari e di spostamenti. Così hai più possibilità di essere selezionato”. Risposta emblema di quella mutazione socio-economica che potremmo riassumere così: dal “tengo famiglia” al “non tengo famiglia”. Da principio e fine dell’agire economico a deprecabile fardello e impedimento.
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il consumatore ha il “difetto” di essere umano e prima o poi morire…
dal punto di vista puramente economico chi produce probabili consumatori se non la famiglia?
non mi risulta che si possano fabbricare in un’altro modo!
Non credo che sia esattamente questa la mutazione avvenuta…: essendo donna, so che da sempre non tenere famiglia è stato considerato un elemento positivo nel mondo del lavoro, in quanto garantisce flessibilità, disponibilità, ecc.; anche solo un progetto matrimoniale viene da sempre guardato ‘con sospetto’, non sia mai arrivassero subito dei pargoli…: e bisogna sostituire la puerpera, ridurre il suo orario di lavoro per l’allattamento, e poi le malattie del bimbo, ecc. ecc. ecc.; assumere una donna è sempre stato considerato un rischio.
Ringraziamo le femministe se oggi la presenza femminile nel mondo del lavoro è decisamente aumentata, ma… ora che ci troviamo in un’epoca che definirei post-femminista, credo di poter dire che non si è trattato di una sacrosanta rivendicazione di diritti – doveva esserlo, una rivendicazione di peculiari diritti della donna in quanto donna e, quindi, possibile madre! – no, si è trattato, invece, di una guerra ai maschi: se io pulisco casa, devi farlo anche tu; se cucino, devi farlo anche tu; se cambio il pannolino al pupo, devi farlo anche tu; se mi alzo la notte perché piange, devi farlo anche tu, in rigorosissimi turni: non importa se domattina in ufficio dormirai!
E i maschi si sono adattati, non hanno fatto troppa resistenza, non hanno dato una mano nel cercare di individuare il vero problema: era la famiglia che doveva essere difesa, era la maternità che doveva essere valorizzata, che ancora oggi non deve essere lasciata sola, abbandonata; quella che ancora deve cambiare è una mentalità collettiva secondo la quale la famiglia – e non solo i figli, mettiamoci anche i genitori anziani – è un impiccio – e, se te lo sei scelto, ti arrangi! – innanzitutto nel mondo del lavoro, ma anche perché non lascia il tempo di dedicare tempo a se stessi (che sia la palestra, il cinema, ecc., com’era un tempo per i soli uomini il bar, il biliardo, ecc.), di promuovere una ‘qualità’ della vita, …che già solo come locuzione rivela tutto il suo contenuto paradossale: ho scelto la famiglia, la maternità? peggio per me! gli altri, sì che si godono la vita!
Questa è la vera mutazione avvenuta: oggi come oggi il mercato del lavoro stritola donne e uomini, le donne soprattutto (sono più rischiose… e comunque la maggior parte del lavoro fuori dell’ufficio continua a gravare su di loro), ma anche gli uomini, tanto che un giovanotto si premura di aggiungere ‘celibe’ al suo curriculum! Veramente paradossale…
Quello che rivendico per me è che il mondo del lavoro e la società tutta la smettano di farmi subire questa pressione, per cui ‘devo’ scegliere: famiglia? maternità? hai voluto la bicicletta? …e adesso pedala!
Faccio già i salti mortali da mattina a sera per cercare di incastrare tutto, non aggiungiamo per favore quello sguardo di commiserazione o, peggio, quel giudizio, come se fossi una persona su cui non si può contare, perché tengo famiglia!
Biologia: la cellula e’ la minima parte del corpo umano che lo costituisce e mantiene….la famiglia e’ la cellula sociale e dei popoli che li mantiene: distruggi la famiglia e hai distrutto l’entita’ di un popolo e la sua patria…tutto il resto dello scrivere solo spazzatura. Paul (candiago.p@bmts.com)