di Raffaella Frullone – La nuova Bussola Quotidiana
Appena saputo della morte di Adelaide Roncalli, mi è balzato alla mente il titolo dell’ultimo libro di Costanza Miriano, Obbedire è meglio, solo che con una piccolissima postilla: il punto interrogativo. Ma obbedire è davvero meglio? Se anche tra molti cattolici il nome di Adelaide Roncalli è sconosciuto, è perché questa donna, ha vissuto così come è morta: nell’obbedienza più totale alla Chiesa, e saldamente ancorata alla verità che quella stessa Chiesa ancora oggi non riconosce. Com’è stato possibile?
Quarta di otto figli, Adelaide viveva con la famiglia in località Torchio a Ghiaie di Bonate, a 10 chilometri da Bergamo. Una quotidianità umile, modesta, niente fuori dall’ordinario per quella provincia bergamasca dove quello che contava era lavorare per portare a casa il pane per la famiglia. Era il 13 maggio del 1944 e mentre l’Europa tremava sotto le bombe del secondo conflitto mondiale, Adelaide, una bimba di soli sette anni, andava per campi a raccogliere fiori di sambuco quando un incontro stravolse la sua vita, quella degli abitanti di Ghiaie di Bonate e di molti altri nel corso dei successivi 70 anni. Pur avvertendo la straordinarietà di quell’incontro, con genuinità di bambina, Adelaide racconterà di aver chiaramente visto una signora: «bella e maestosa, indossava un vestito bianco e un manto azzurro […] Al primo momento ebbi paura e feci per scappare, ma la Signora mi chiamò con voce delicata dicendomi: “Non scappare ché sono la Madonna!”. Allora mi fermai fissa a guardarla, ma con senso di paura. La Madonna mi guardò, poi aggiunse: “Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera: prega bene e ritorna in questo luogo per nove sere sempre a quest’ora”».
A questo primo episodio ne seguiranno altre 12, la Vergine apparirà infatti alla piccola ogni sera dal 13 al 21 maggio e poi dal 28 al 31, presentandosi come “Regina della Famiglia”. Nella visione la donna si mostra con una veste purpurea e un manto verde, tra le mani tiene due colombi, simbolo dell’unione dei coniugi e su un braccio la corona del Rosario. Durante le apparizioni sollecita a pregare molto e a offrire sacrifici, chiede penitenze e digiuni, promette protezione e guarigioni.
La voce delle apparizione si diffonde in men che non si dica in quel fazzoletto di terra che è Ghiaie di Bonate e, nonostante la guerra e i mezzi allora disponibili, un fiume di pellegrini comincia ad arrivare, prima cento persone, poi settecento, poi tremila, trentamila, fino a trecentomila persone: tutti vogliono vedere la bambina e chiedono insistentemente all’Adelaide notizie sulla guerra. «Se gli uomini faranno penitenza la guerra finirà fra due mesi, altrimenti poco meno di due anni», le dirà la Madonna, annunciando la fine esatta delle ostilità. Per chi conosce quelle strade e quei paesi, impressiona vedere i filmati dell’epoca: fiumi di ammalati trasportati in barella, pellegrini che si riversano alla stazione di Ponte San Pietro, distante pochi chilometri e che mai più verrà invasa così da una folla devota e a dire il vero da nessun altro tipo di folla.
Il filmato del fotografo Vittorio Villa, realizzato con una rudimentale cinepresa, documenta anche i luoghi e le persone della quotidianità della piccola Adelaide: i sentieri di campagna, la vita contadina, le bambole, quotidianità che verrà stravolta non solo dalle apparizioni, ma dall’incontro con don Luigi Cortesi. Giovane e brillante professore del seminario di Bergamo, subito intuì la portata straordinaria dell’evento e si propose come figura di fiducia per la famiglia che non sapeva più come gestire la folla che si accalcava fuori casa e nemmeno cosa fare con la bambina. Con affabilità e malizia, senza il mandato ufficiale del vescovo, don Cortesi strappa la bambina dalla sua famiglia e, con il pretesto di indagare, nei mesi successivi sottopone Adelaide a fortissime pressioni psicologiche e minacce, analisi e indagini del tutto arbitrarie e invasive, nonché soprusi che lo stesso sacerdote riporterà nei suoi scritti, al fine di convincerla a ritrattare. Un’operazione non facile perché la bambina ribadiva di non avere mentito, si piega solo con la minaccia dell’inferno, ovvero quando il sacerdote le dice: «Fai peccato ad affermare di aver visto la Madonna». Era il 1945. Dopo le crescenti proteste di molte persone che ne avevano visto l’operato, il vescovo impedisce al Cortesi di avvicinarsi di nuovo alla bambina, ma era troppo tardi: l’abiura peserà come un macigno nel processo di riconoscimento delle apparizioni stesse.
L’anno successivo, finalmente liberata dall’oppressione di don Cortesi, la veggente dichiara che la ritrattazione era falsa e gli era stata estorta con pesantissime pressioni psicologiche e in totale isolamento. Il 18 aprile del 1948 la Chiesa di Bergamo si pronuncia con un decreto firmato dall’allora vescovo Adriano Bernareggi con un giudizio sospensivo «non consta della soprannaturalità», un giudizio che non nega le apparizioni, ma che per anni rappresenterà il punto di non ritorno per gran parte della clero bergamasco. «L’espressione “non consta della realtà”», spiegava Padre Angelo Maria Tentori, mariologo morto nel novembre scorso, «non ha un valore negativo, bensì un valore sospensivo e significa che in quel momento non c’erano elementi probativi sufficienti; il decreto quindi non chiude definitivamente il caso, altrimenti sarebbe stata utilizzata, la formula “consta che non”. Purtroppo dobbiamo registrare un forte equivoco, perché molti, anche nel campo ecclesiale, quindi anche da parte di sacerdoti, ritengono che quel giudizio sia da considerarsi negativo, ossia che significhi che le apparizioni non sono mai avvenute, e purtroppo questo equivoco porta molte persone che vanno a pregare alla Cappella a sentirsi in stato di disobbedienza. Non è così. La formula usata si limita a dire che l’autorità ecclesiastica non riconobbe sufficiente valore probativo agli argomenti portati a favore delle apparizioni. Il giudizio definitivo rimane in sospeso, in attesa di maggiore studio e valutazione dei fatti».
Oggi sono in molti ad auspicare e richiedere una riapertura del caso: da quel maggio del 1944 il flusso di pellegrini al santuario dedicato alla Madonna della Famiglia non si è mai fermato, notte e giorno, sole o pioggia, c’è sempre qualcuno in preghiera. Molti invece ancora oggi non credono alle apparizioni e si dicono convinti che la devozione sia nata su una mistificazione. Nel corso degli anni la distanza fra queste due posizioni si è fatta contrapposizione a tratti: da un lato chi accusa senza mezzi termini la chiesa di Bergamo di aver colpevolmente negato la verità delle apparizioni e vergognosamente negato l’operato meschino di don Cortesi, dall’altro chi difende in modo indefesso la stessa chiesa, giustificando con zelo e insistenza l’operato di tutti i sacerdoti che, con diverso grado e responsabilità, si sono occupati della vicenda.
E Adelaide? A 15 anni decide di consacrarsi con le suore Sacramentine di Bergamo, ma gli strascichi delle apparizioni le sono ancora di ostacolo tanto che è costretta a rinunciare. Così qualche anno dopo si sposa e decide di trasferirsi a Milano dove per una vita intera si dedica alla cura degli ammalati lavorando come infermiera. Per anni, mentre i pellegrini si riversavano a Ghiaie ottenendo guarigioni miracolose e grazie, mentre l’eco delle apparizioni esce dai confini della provincia e dell’Italia, pur nella sofferenza di non vedere confermate le sue parole, Adelaide vive in obbedienza alla Chiesa. Mai una rivendicazione, mai una presa di posizione contro, mai una parola fuori posto, un’accusa. Non solo: Adelaide non si concede a nessuna delle numerose richieste di intervista, per lei non ci sono apparizioni televisive, si sottrae ai riflettori e alle chiacchiere, non alle lusinghe di chi, col pretesto di farle raccontare le ingiustizie subite, voleva farne uno strumento contro la Chiesa, mai un moto di ribellione o anche solo di vanità.
Ma obbedienza non significa totale remissione, non è la rinuncia cieca alla verità che Adelaide coraggiosamente continua ad affermare e a cui rimane sempre fedele. Mai più ha vacillato una volta liberata dall’ombra di don Cortesi, mai, nonostante il pronunciamento della Chiesa, ha ceduto di un centimetro. Non rinnega quelle parole nemmeno quando percepisce chiaramente di avere gran parte del clero cittadino ostile, o comunque non amico: resta saldamente ancorata alla verità. Era il febbraio del 1989 quando davanti ad un notaio scriveva: «Io sottoscritta Roncalli Adelaide nata a Ghiaie di Bonate Sopra (Bg) il 23 aprile 1937, nel quarantacinquesimo anniversario torno a dichiarare, come già più volte ho fatto in occasioni precedenti, che sono assolutamente convinta di aver avuto le apparizioni della Madonna a Ghiaie di Bonate dal 13 al 31 Maggio 1944 quando avevo sette anni. Le vicende da me dolorosamente vissute da allora, le offro a Dio e alla legittima autorità della Chiesa, alla quale sola appartiene di riconoscere o no quanto in tranquilla coscienza e in sicuro possesso delle mie facoltà mentali ritengo essere verità».
Ma è davvero possibile stare in obbedienza alla Chiesa e nello stesso tempo difendere una verità che la Chiesa stessa non conferma, su una questione così rilevante? La vita di Adelaide ci dimostra di sì, i suoi 70 trascorsi da quel maggio delle apparizioni svelano il significato più autentico per un cristiano, dell’obbedienza alla Chiesa: l’affidamento è totale, anche quando il sacrificio è grande, anche quando sembra andare contro ragione, ma è vissuto nella libertà di figli per questo non può esserci timore nell’affermare il vero. «E chi non crede?», aveva chiesto la piccola alla Madonna che le risposte così: «Verranno anche quelli, molti si convertiranno ed io sarò riconosciuta dalla Chiesa». Poi ha aggiunto: «Medita queste parole ogni giorno della tua vita, fatti coraggio in tutte le pene. Mi rivedrai nell’ora della tua morte, ti terrò sotto il mio manto e ti porterò in cielo».
fonte: La nuova Bussola Quotidiana
L’ha ribloggato su Beppe Bortoloso.
C’è quest’insofferenza, da parte della maggioranza della chiesa, dei sacerdoti e dei vescovi, quest’insofferenza verso lo straordinario, verso il miracolo, verso la manifestazione eclatante di Dio e della Madonna. C’è questa difficoltà a credere, questo dubbio, questa chiusura preconcetta, questa sostanziale indisponibilità, questa non libertà di aprirsi alla fede. Si, di un rifiuto della fede si tratta. Rifiuto che diventa sprezzante verso testimoni credibili e preziosi come Adelaide. Ma rifiuto comunque sempre presente, sia pure sotto traccia, anche quando si tratta di fede in Gesù Cristo, nelle Sue parole, nella sua morte e resurrezione, nella tradizione, nella scrittura, nel magistero.
Oggi la chiesa, a tutti i livelli, vive una crisi spaventosa e devastante della fede. Si accetta volentieri il cosiddetto “messaggio” del vangelo, il comandamento dell’amore:
“Gli rispose: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt.22,37-39).
E subito tanti corrono, con la memoria, alle parole di s. Paolo nella prima lettera ai corinzi, capitolo 13:
“Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, … E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
…Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!”.
Pochi però, quando riflettono su fede e carità, ricordano che Gesù, ribadendo il primato dell’amore, ha posto una gerarchia d’amore: prima amare Dio, poi amare anche i fratelli. Ancora meno poi sono quelli che riflettono su cosa vuol dire amare Dio. A Dio non si può fare la carità, non sa che farsene della nostra generosità. L’unica cosa che Dio desidera da noi è che noi crediamo alla Sua parola, che abbiamo fede in lui. Ecco, dunque, cosa significa amare Dio; significa credere in lui, avere fede, pregare, adorare. Questo è amare Dio.
Il primato della carità, oggi sbandierato quasi sempre a sproposito, consiste, in realtà, in un perfezionamento ed in una autenticazione della fede, che sarebbe morta se non riuscisse ad amare Dio sopra ogni cosa ed i fratelli come se stessi.
La relazione con Dio nasce nella fede e si perfeziona nell’amore a Dio ed ai fratelli. Senza la fede non esiste l’amore, né per Dio né per i fratelli; tanto meno esiste una relazione con Dio, senza la fede. Questo è il dramma della chiesa e del mondo intero oggi: illudersi di poter amare prescindendo dalla fede in Cristo Gesù e di poterci salvare con le opere di carità. Senza fede non c’è salvezza.
“C’è quest’insofferenza, da parte della maggioranza della chiesa, dei sacerdoti e dei vescovi, quest’insofferenza verso lo straordinario, verso il miracolo, verso la manifestazione eclatante di Dio e della Madonna. C’è questa difficoltà a credere, questo dubbio, questa chiusura preconcetta, questa sostanziale indisponibilità, questa non libertà di aprirsi alla fede. Si, di un rifiuto della fede si tratta. Rifiuto che diventa sprezzante verso testimoni credibili e preziosi come Adelaide. Ma rifiuto comunque sempre presente, sia pure sotto traccia, anche quando si tratta di fede in Gesù Cristo, nelle Sue parole, nella sua morte e resurrezione, nella tradizione, nella scrittura, nel magistero.”
Eccoli qui un bel giudizio tranciante e categorico da uno dei paladini difensori della fede, certamente fulgido esempio della stessa…
“…da parte della maggioranza della chiesa…ecc, ecc.” statistiche alla mano ovviamente 😦
Ah Giancà, fatti una bella doccia gelata e raffredda i “bollenti spiriti” (della cui origine temo…)
Dovresti metterti un po’ alla sequela della buona Adelaide (che certamente Dio ha in gloria) per la quale sembri tanto infervorarti, mentre è solo un pretesto.
Certo Bariom, è vero, ho espresso un severo giudizio sulla chiesa in relazione ai fatti di Ghiaie delle Bonate. E allora? Dov’è il problema? Non sai che è lecito, a volte doveroso, giudicare fatti, comportamenti e scelte da chiunque compiuti? Pare che questo don Cortesi si sia comportato in maniera vergognosa nei confronti di questa bambina e della sua famiglia, riuscendo a condizionare lo stesso giudizio del vescovo e di tutta la chiesa di Bergamo. Naturalmente su di lui è il giudizio di Dio, ma sui suoi comportamenti posso certamente giudicare anch’io e tutti quelli che, di questa vicenda, avrebbero desiderato un altro destino. Su Ghiaie di Bonate la chiesa ha pesantemente sbagliato ed io ho la libertà di esprimere con chiarezza questo giudizio che, naturalmente, è un giudizio personale e che potrebbe essere sbagliato. Ma è un giudizio sull’istituzione chiesa e sui comportamenti degli ecclesiastici che ebbero la responsabilità di gestire l’intera vicenda, non certo sulle persone.
La cosa buffa, Bariom, è che tu rimproveri a me di aver espresso “un bel giudizio tranciante e categorico”, ma il mio giudizio è perfettamente lecito perché giudica i fatti, i comportamenti e la chiesa nel suo essere istituzione, mai ho espresso giudizi sulle persone. Però, nello stesso momento in cui ti lamenti del mio giudizio (perfettamente lecito!), non tralasci di elargire un bel GIUDIZIO SULLA MIA PERSONA (assolutamente indebito!), come al solito del resto. Infatti dici:
– “…raffredda i “bollenti spiriti” (della cui origine temo…)”
Che significa? Che origine avrebbero i miei (supposti) bollenti spiriti? Non solo! Non mi fai mancare neppure la lezioncina morale finale:
– “Ah Giancà, fatti una bella doccia gelata… Dovresti metterti un po’ alla sequela della buona Adelaide (che certamente Dio ha in gloria) per la quale sembri tanto infervorarti, mentre è solo un pretesto.”
Sono sconcertato e dispiaciuto.
Si hai ragione Giancarlo le mie parole sono “forti” e dirette, forse troppo… esprimo un giudizio sulla persona o quanto meno sulla persona che non conosco ma che esprime giudizi ben più pesanti (te ne rendi conto almento?) su Santa Madre Chiesa, ritenendo anche un proprio lecito diritto…
Quindi in base a tale diritto io rivendico questo mio, anche se mi rendo conto non è la strada giusta, ma in certi casi “mi salta la mosca al naso” e al di là di frasi e termini che ti possano dispiacere, il noccilo del discorso e del mio giudizio sul tuo atteggiamento, non cambia.
Non puoi nel tuoi eccessi di “sacro zelo”, sempre fare di tutta l’erba un fascio e convolgere SEMPRE la Chiesa TUTTA come fai:
“…da parte della maggioranza della chiesa, dei sacerdoti e dei vescovi,” per arrivare a “… rifiuto comunque sempre presente, sia pure sotto traccia, anche quando si tratta di fede in Gesù Cristo, nelle Sue parole, nella sua morte e resurrezione, nella tradizione, nella scrittura, nel magistero”
Ma almeno ti rendi conto di ciò che scrivi!!
Visto che lo chiedi, secondo te da che tipo di “spirito” dovrebbero venire certo tipo di affermazioni? (Ah già da quello di cristiano libero e adulto… Dio ci scampi dai “cristiani liberi e adulti” allora) 😐
Mi è dispiaciuto apprendere della morte di Adelaide e ringrazio Raffaella Frullone e il blog. Io abito poco distante e credo ai fatti delle Ghiaie. Penso che la curia di Bergamo abbia gravi responsabilità per le quali, ad oggi, non ha chiesto perdono (Lo voglio leggere nero su bianco). E’ impegnata assai assai, notte e dì, in tutt’altre faccende e la per Madonna non resta molto tempo.
Spero che venga presto resa giustizia, d’altra parte basta vedere in quali condizioni versi la famiglia oggi per capire che, “consti quel che consti”, Adelaide ha detto il vero e la Madonna ci aveva avvisati. Ma la cricca ha pensato bene di occuparsi di esami vaginali anzichè ascoltare le parole del Cielo.
Scusate l’amarezza.
Sarebbe bello vedere la stessa obbedienza in altri protagonisti di recenti apparizioni…
@unafides: cioè?
Cioé: Adelaide Roncalli ha vissuto una vita di obbedienza verso la Santa Chiesa, pur senza rinnegare quella che sentiva essere la verità. In altri casi di presunte apparizioni, ben più note e celebrate, alcuni dei protagonisti sono incorsi in serie sanzioni da parte della Chiesa. Fino alla scomunica di alcuni frati nella provincia francescana dell’Erzegovina
La Chiesa non si è ancora pronunciata su Medjugorie, e non lo può fare ufficialmente almeno fino a che le apparizioni non saranno terminate. Non sono un medjugoriano convinto, e non sono neppure mai stato a Medjugorie, ma argomentazioni come queste, che raccontano solo una parte dei fatti, mi paiono più basate su un preconcetto negativo (“..in altri casi di presunte apparizioni, ben più note e celebrate”) che su una serena disamina dei fatti. Non credo che il tifo pro o contro a Medjugorie serva a qualcosa.
Io non mi sono pronunciato su nessuna apparizione, se sono presunte non lo decido certo io, ma la Santa Chiesa che come dici non si e’ ancora pronunciata sui fatti, sospendendo di fatto il giudizio. Per quanto riguarda la posizione di alcuni frati della zona, anche in questo caso basta controllare i documenti in possesso della Diocesi di Mostar e della Congragazione per l’evangelizzazione dei popoli. Da quei documenti si possono trarre le conclusioni sull’obbedienza di alcuni protagonisti della vicenda. Comunque cio’ non toglie o aggiunge niente al fenomeno delle presunte apparizioni
…!
Fenomeno è già apparizione, di suo, non può avere senso dire “il fenomeno delle presunte apparizioni “!
“quando davanti ad un notaio scriveva:” (SIC!!!)
http://www.parrocchiasanmichele.eu/download/category/154-apparizioni-di-ghiaie-di-bonate-1944.html
http://www.madonnadelleghiaie.it/
. Che valore legale potrebbe avere, nella prassi, l’autocertificazione in cara bollata autenticata da un “notaio”?
Si può andare dal notaio e farsi autocertificare ogni cosa immaginabile?
http://www.ghiaie.net/
Alvise tu non conosci questa storia: è una storia terribile. Questa bambina fu sequestrata, sottoposta a torture fisiche e psicologiche, subì persino un’ incredibike visita ginecologica, alla fine fu costretta a ritrattare. Questo la spinse, una volta rientrata in possesso di se stessa, ad andare davanti a un notaio per affernare che tutto quello che aveva vissuto era vero. Non parlare a vanvera come al solito. Se ti va informati sui link che ho postato se no stai muto.
Non sto muto per nulla. Mi dà dispiacere e tristezza e avvilimento tutta questa storia, in tutte le sue parti, e in tutti i suoi risvolti notarili e mariani!
Vabbè allora parlaci del valore legale delle dichiarazioni di Adelaide!
Carta straccia!
Argomentone!
Matteo:
….perché? Secondo te è, questo di cui, un argomento da argomentarci sopra? O da fare solo pena, in tutti sensi?
Quanto al valore legale della autocertificazione di constatata apparizione….
@filosofiazzero: se questo argomento ti fa pena e lo ritieni indegno di argomentarvi, perché mai intervieni ad argomentare?
Thelonius (monk):
Per immettervi sulla retta via! Perseverare diabolicum (anche per voi)!
Questo è il compito che si è dato Alvise da sempre… non è ammirevole?
Alvise SMACK 😉
….non vi siete dati anche voi il vostro compito (dopo la conversione, o meglio, sulla infinita e perigliosa, fino alla morte, via della conversione)?
A ciascuno il suo (compito) sia nel lavoro che nel dopo lavoro che sempre!
Ti di rò Alvise… io non mi sono dato alcun particolare compito (salvo quello di metter mano seriamente alla mia conversione per quanto consta alla mia volontà e al mio libero arbitrio).
Certo se sento, comprendo, che Dio mi chiama a “mettere mano” ad un “compito”, oltre a quello di essere un marito ed un padre secondo la Sua Volontà, prendo la cosa in seria considerazione… 😉
Certo che per Voi le cose sono parecchio semplificate: basta consultare il LIBRONE del catechismo e attenervici in maniera pedissequa (con ardore, ovviamente!)
Sai Alcise il “librone” del CCC è come il “codice della strada”… poi come guidi, a che velocità, con che prudenza o imprudenza, se rispetti o meno i segnali, se cambi o meno strada, se fai la tangenziale o le viuzze interne, dipende spesso da te (a volte no…)
Semplice, non semplice… dipende. 😉
La vita è semplice? Certo te la puoi complicare e di molto!
Scusa.. ti ho cambiato nome 😐
….ma allora cosa voleva intendere la Miriano col dire, a suo tempo, che voi ci avete il manuale delle istruzioni?
Il Vangelo, forse, i Santi Padri, le Encicliche, le Bolle, i Concili?
Non ci avete voi il compito, oltre a quello suddetto della famiglia cristiana, di portare la buona novella eccetra anche agli altri viventi comuni non ancora irraggiati?
Non è quello che state goffamente cercando di fare anche su questo blog denunciando inoltre anche tutte le perversioni e cattiverie possibili di questo mondo (anche quello web, Adinolfi e Giusi lancia in resta, sempre)!
Vedi Alvise, è che tu continui a fare domande al plurale e io ti rispondo al singolare, cioè per la mia persona. Come faccio io a risponderti per gli altri?
Come faccio io a risponderti al posto di Costanza nel dirti come e perché (come è perché in realtà se non ricordo male lo ha raccontato) è nato questo suo blog e come lei e suo marito (che ne è altrettanto coinvolto) “vedono” il perdurare, evolversi dello stesso?
Se lo sentono come un compito, ecc. ecc.?
Poi se parliamo in senso generale, alla domanda “non avete voi il compito di annunciare la lieta Novella?” CERTO… ma come forse sai (o non sai) vi sono mille modi per portare avanti questo compito… il modo, il come è un’altra di quelle domande da porre al Nostro Datore di Lavoro ;-)…
Magari io vorrei farlo con un megafono nelle piazze, ma è meglio per me ed è più fruttuoso che lo faccia senza tanti megafoni, nella mia famiglia, nel mio lavoro, facendo cristianamente tutti i giorni le stesse cose (chissà…)
Il “manuale di istruzioni” poi mi sembra si riferisse ad un argomento ben specifico…
“Certo che per Voi le cose sono parecchio semplificate: basta consultare il LIBRONE del catechismo e attenervici in maniera pedissequa (con ardore, ovviamente!)”
Bene, prova anche tu a seguire il “LIBRONE” (sic!) e poi vediamo se affermerai ancora che per chi lo segue “le cose sono parecchio semplificate”!
sia, ma da te certe banalità non sono attese…
…TUTTO è banalità, mi dispiace (forse io ancora peggio)!
Avremmo tutti molto da imparare dall’atteggiamento di Adelaide…
Non ritratta ciò che per lei e una realtà di cui è stata testimone, ma rimanda alla Chiesa il giudizio ultimo sulla valenza di questa realtà quando questa travalica i confini della personale esperienza.
D’altro canto cos’altro poteva fare? La fede in Ghiaie comunque è andata avanti confermata anche da un’apparizione a un veggente brasiliano (riconosciuto dal suo vescovo)
http://www.mariadinazareth.it/www2009/Apparizioni/Apparizione%20Itapiranga2.htm
@Giusi, non è “cos’altro poteva fare”… poteva sbraitare, lanciare accuse, farsi la “sua” chiesa, ecc. ecc.
La sua è stata una libera scelta, per questo maggiormente meritoria, anche al di là del riconoscimento o meno di queste apparizioni.
Scelta certamente dettata anche dall’umiltà della persona in sé (guarda caso chi sceglie per lo più Maria per manifestarsi….?), ma anche dall’aver scelto, come Raffaella mette ben in evidenza nel suo articolo, la via dell’ubbedienza, dell’umiltà, del Mite Agnello… la scelta di Cristo (tanto per uscire dalle metafore).
Per questo dicevo, TUTTI (me compreso) avremmo molto da imparare 😉
Io ho sentito parlare per la prima volta della apparizioni di Ghiaie da un professore sacerdote (mi dispiace molto non ricordarne il nome…), che tiene abitualmente lezioni a Radio Maria. Avendolo seguito da lungo tempo sull’argomento mariano e riconoscendo il lui una grande sapienza, unita a amore per Maria, Fede e fedeltà alla Madre Chiesa, rimasi molto colpito nell’ascoltare i resoconti di quegli avvenimenti, come non ho potuto fare a meno di prendere in grande considerazione la suo personale giudizio positivo e la sua speranza che vi sia una possibilità che su Ghiaie venga fatta “piena luce” e vi sia un approvazione ufficiale della Chiesa (per altro era anche molto ben informato sugli ultimi accadimenti che facevano ben sperare…).
Non ho potuto anche fare a meno di notare come, pur indicando storture, impedimenti, vere e proprie persecuzioni (quali apparizioni Mariane non sono passate attraverso questo crogiolo?), MAI ha puntato il dito verso alcuno, né tanto meno verso la “Chiesa istituzione”, Mai ha alzato i toni di una polemica sterile e settaria (che ha il solo risultato di insinuare dubbi e divisioni – frutto del demonio).
Non possiamo non ricordare che su questi delicatissimi temi e avvenimenti, l’ultima parola spetta SEMPRE e SOLO alla Chiesa ai cui pronunciamenti siamo chiamati ad attenerci (oppure liberi di farsi un’altra strada…).
L’iter in questi casi è stabilito in modo piuttosto preciso e precisamente normato, questo NON per spirito di contrapposizione, di protervia o per presunzione, ma per preservare la retta Fede di NOI TUTTI da inganni e errori.
Per preservare in primo luogo la fede dei piccoli, dei semplici e anche di coloro che, di fronte ad eventi straordinari, corrono a frotte, cercando conferme (che di eventi straordinari non necessiterebbero) o miracoli.
Non possiamo riandare a quanto accadeva allo stesso Gesù Cristo quando percorreva le strade di Galilea… addirittura si doveva Egli stesso “sottrarre alla folle”… che ne fu di tutti costoro, quando pendeva dal legno della Croce?
Il punto nodale sta poi nel fatto che le apparizioni potrebbero anche essere di carattere soprannaturale, ma apparizioni di CHI? Non possiamo dimenticare che Lucifero (portatore di luce…) ama subdoli travestimenti ed essendo furbo e subdolo non si presenta certo nelle sue reali sembianze, né apparendo inizia a inviare messaggi palesemente contrari agli insegnamenti della Chiesa e della Dottrina di Cristo. Sappiamo anche che persino a dei Santi e Sante si è presentato sotto mentite spoglie e a volte solo una particolare illuminazione o la parola ispirata e prudente di un confessore piuttosto che di un direttore spirituale (guarda caso) a disvelato il Mentitore.
Che accadrebbe se una delle tante apparizioni ancora “al vaglio” (per quelle in corso ben sappiamo la regola) si rivelasse di origine se non diabolica, quanto meno “isterica”… anche vicino alla città dove risiedo attualmente, anni fa si era rapidissimamente diffusa la voce di apparizioni che attirarono centinaia se non più persone… il tutto si risolse ben miseramente, ma quante persone “fermamente convinte ho incontrato”.
Con questo non voglio mostrare un personale e generico scetticismo su qual si voglia apparizione o presunta tale (men che meno su quelle riconosciute!), ma ho voluto ricordare come sia saggio e prudente, al di là del farsi una personale opinione che nulla vieta, rimettere il giudizio finale (che coinvolge anche la personale opinione precedentemente formatasi) alla Santa Prudenza, alla Sapienza, al Discernimento della Chiesa, senza alzare barricate, lanciare crociate o insinuare chissà quali cospirazioni.
Che poi alcuni uomini anche “di Chiesa” (singoli non “La” Chiesa!), abbiano commesso errori, generato vere e proprie persecuzioni, che il Signore probabilmente permette anche per provare la Fede degli stessi “veggenti”, o altro questo è spesso nei fatti… per loro solo tremo al pensiero del Giudizio Divino se (dico se…) realmente si sono opposti al Disegno della Divina Misericordia e “peggio del peggio” se lo hanno fatto in modo consapevole.
Bariom:
….ma quello che scrivi qui sopra non ti sembra una sequela di baggianate travestite da considerazioni “serie”?
No, non mi sembra…
ti dirò baggianate mi capita di scriverne come di dirne, ma perlomeno evito che siano così articolate ed estese, se non per rispetto del tempo altrui, di quello mio.
Poi se a te sembrano tali, non ne farò un dramma, vista la frequenza con cui trovi siano baggianate cose che reputo tutt’altro e visto quante cose scrivi e dici tu, che io reputo alla stessa stregua 😉
Bsriom:
….ma io non mi sognerei mai di scrivere, essendo sano di mente (emmettendo che lo fossi) “il punto nodale sta poi nel fatto che le apparizioni potrebbero anche essere di carattere soprannaturale, ma apparizioni di CHI? Non possiamo dimenticare che Lucifero (portatore di luce…) ama subdoli travestimenti ed essendo furbo e subdolo non si presenta certo nelle sue reali sembianze, né apparendo inizia a inviare messaggi palesemente contrari agli insegnamenti della Chiesa e della Dottrina di Cristo. Sappiamo anche che persino a dei Santi e Sante si è presentato sotto mentite spoglie e a volte solo una particolare illuminazione o la parola ispirata e prudente di un confessore piuttosto che di un direttore spirituale (guarda caso) a disvelato il Mentitore.” (SIC!!!)
Non ne ho il minimo dubbio. Infatti tu non potresti mai neppure sognare di scrivere simili cose!
Ognuno ha propri limiti, è giusto e ti fa onore il saperlo riconoscere 😀 😀 SMACK
(però mai dire mai…)
…meglio i limiti che dare di fori!
E’ sempre questioni di punti di vista…
ciao ciao
Certo, dovremmo davvero imparare dalla piccola Adelaide ad essere obbedienti alla chiesa, ma anche a non piegare la testa all’ingiustizia praticata da uomini di chiesa.
Ecco.. da “uomini di Chiesa”, già è meglio 😉
Intendevo dire Bariom che la Chiesa quando sbaglia (sbagliano uomini certo: chi se no?) ti può anche distruggere. Succede anche adesso. Ad Adelaide interessava ribadire la verità di quanto occorsele poi si è ritirata: non so se sia stata obbedienza o giusta tutela di se stessa dopo quello che le era accaduto.
@Giusi, hai ragione…
però a costo di essere pedante “quando sono uomini di Chiesa a sbagliare, la cosa può distruggerti…” vero.
Se poi in maniera più sbrigativa vogliamo dire “la Chiesa”, se la memoria non mi tradisce, San Pio diceva: “Se è la Chiesa che mi dà uno schiaffo, io lo prendo. Perché è mia madre…” (e lui di schiaffi ne a presi…)
Forse, più precisamente, vorresti dire che VOI CATTOLICI avreste molto da imparare da Adelaide (che Iddio l’abbia in gloria)?
… ma non solo 😉
Allarga gli orizzonti Alvise…
…ma insomma resta il dubbio se la Signora era della Lazio (bianca e azzurra) o della Ternana (rossa & verde).
Looking for fresh woods and pastures new?
dice a me? guardi che io non capisco il barbaro…
(e se lo capissi mi piacerebbe vedere l’aggettivo prima del nome anche nelle ricorrenze pari)
Direi che a Milton possiamo concederla una licenza poetica……..
La classe … 😀
webmrs:
….ma Lei (e non solo Lei) come il solito, non risponde alla domanda di ricco&spietato: Lazio o Ternana?
Perchè è una domanda stupida e posta in modo irrispettoso. Quando e se la Chisa riconoscerà le apparizoni spiegherà anche il significato teologico dell’abbigliamento che non è mai casuale.
…confuso da tanto dispiegamento, ma continuo a. Ah, e a…
….teologia della moda?
Grazie per aver raccontato questa bellissima storia di santità. Quando penso a San Pio da Petrelcina, ad esempio, mi commuove sempre la sua straordinaria obbedienza alla Chiesa anche nei momenti di persecuzione più terribili. Una bellissima storia, purtroppo ho letto qualche commento, soprattutto le boiate sarcastiche scritte qui verso la fine e mi è venuto il mal di stomaco. Ma anche questa è una prova di santità (di Adelaide, ovvio) quando c’è chi sbeffeggia e non sopporta e deve sputare per forza veleno.