di Sara Nevoso
Succede oggi, in realtà è successo domenica quattro maggio a Genova, che il Cardinale Bagnasco abbia convocato le famiglie della diocesi per stare insieme e “celebrarsi”.
Io c’ero, con marito e due bimbi su tre (quello di mezzo, febbricitante, è rimasto a casa con mia suocera), con i miei genitori, mia sorella e suo marito, amici e volti noti.
Mi sono sentita fortunata, molto fortunata, e felice.
Una sorta di “family pride” serpeggiava tra le novemila persone che gremivano il Palasport della città.
Ho visto mani di sposi che si stringevano, testoline di bimbi annoiati riempite di baci. Ho ascoltato testimonianze semplici, decise, commoventi, e poi musica e poesie.
Ho ammirato un nutrito numero di sacerdoti che confessavano e concelebravano la messa come tante nuvole bianche in movimento.
Il Cardinal Bagnasco ci ha ringraziato, ha chiamato i nostri figli “miracoli”, ci ha chiesto di avere fiducia, di unirci, di non demandare completamente alla scuola l’educazione dei nostri bimbi e ragazzi.
Il clima era festoso, era come se le persone presenti si sentissero sulla strada giusta, tutte incolonnate per seguire la Guida più sicura e luminosa che ci sia.
“Testimoni gioiosi di quello che siamo”, secondo me in questa giornata ce l’abbiamo fatta, anche perché l’unione fa la forza.
Camminare insieme è importante, non solo perché in caso di scivolone puoi sempre trovare qualcuno che ti aiuti a tirarti su, ma anche perché condividere, essere Chiesa, è semplicemente più bello.
Vi ricordate del nostro amico Gigi De Palo? Eccolo ieri a Le Iene. Bravo Gigi!
c’eravamo anche noi …bellissimo
Ho provato a dire la mia su un blog che trattava del libro della Mazzucco e sono stato riempito di insulti ma, sono uno “de coccio”, e oggi ho postato ancora scrivendo del “vergognoso” trattamento riservato a Miriana alla LUISS.
Come al solito doppio binario, doppia verita’ e doppia liberta’! Alvaro.
P.S. Mi aspetto altri “insulti” e offese anche sul piano personale ma, detto alla romana: me ne po’ frega’ de meno.
Ma scusa Alvaro non vorrai mica competere con queste menti eccelse?
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Qualcuno c’era e ha impressioni da raccontare? Sara.
Dall’omelia (splendida) del cardinal Bagnasco:
“I tempi registrano difficoltà culturali e sociali non piccole, tanto che la tenuta della realtà familiare, della sua unità e armonia, appare alquanto problematica con gravi conseguenze sui figli.
Ma, cari Amici, non dobbiamo fare come i discepoli sulla via di Emmaus: essi discutevano come uomini tristi e delusi. Non possiamo fare così! Come accadde a loro, anche noi non vedremmo il Signore che ci è accanto e che cammina con noi. Non vogliamo lamentarci dei tempi, ma abbracciare il nostro tempo: amarlo con le sue luci e ombre. Vogliamo conoscerlo sempre meglio per servirlo nella verità e nell’amore, su strade antiche e nuove…
la comunità ecclesiale ha la responsabilità di offrire sostegni, stimoli, luoghi e alimento spirituale che fortifichi la coesione familiare, soprattutto nelle prove e nei momenti difficili. Nessuno deve sentirsi escluso o guardato con severità arcigna: la Chiesa è casa per tutti nella verità oggettiva delle diverse situazioni. E vuole stare vicina a tutti, sostenere e incoraggiare tutti con la sua missione di maestra e di madre.
Quante coppie, nella fatica di accettarsi sempre di nuovo ogni giorno, vivendo il loro “sì” iniziale, si sono ritrovate in un amore più forte e gioioso!
Ricordino i genitori che nessuna autorità può sottrarre a loro il diritto-dovere di educare i propri figli, e che devono reagire con fermezza di fronte a tentativi anche recenti di esautorarli. La scuola non è un campo di rieducazione! Soprattutto in certi ambiti delicati – come l’affettività – i genitori non devono solo essere informati, ma si deve chiedere la loro esplicita autorizzazione.
Il bambino ha bisogno di sicurezze per non diventare insicuro, pieno di timori e paure verso se stesso, gli altri, la vita. Ma se l’uomo di oggi è insicuro circa il futuro, è possibile inviare qualcuno verso questo futuro incerto? La domanda è legata ad un quesito ancor più radicale: è cosa buona essere uomo? essere al mondo? Di fatto, è possibile trasmettere la vita solo se si è in grado di trasmettere qualcosa di più che la vita biologica, e cioè un senso che regga anche nelle crisi del futuro, e una speranza che sia più forte delle nuvole che oscurano il domani. Se non impariamo nuovamente i fondamenti della vita, se non riscopriamo la certezza della fede, sarà difficile affidare ad altri il dono della vita e il compito di un futuro sconosciuto.
Il bambino ha bisogno di vedere che è possibile un amore “per sempre”, non a tempo, non finché dura. Ne siamo convinti? Se il figlio percepisce che la coppia di papà e mamma non è una somma, ma un intreccio per la vita, allora non avrà paura di stabilire un giorno dei legami definitivi, e per questo sarà disposto a lottare con tutte le forze e con l’aiuto certo della grazia. Anche chi vive separato, ma fedele al proprio impegno matrimoniale, dà testimonianza del per sempre.”
http://www.genova.chiesacattolica.it/pls/genova/v3_s2ew_consultazione.redir_allegati_doc?p_id_pagina=363855&p_id_allegato=3254&rifi=&rifp=&p_url_rimando=%2Fgenova%2Fallegati%2F363855%2FomeliaCardinale.docx
Davvero una gran bella omelia! Meriterebbe un post tutto per sé.
deve essere stata un’esperienza bellissima!!
Che bell’incontro dev’essere stato!
Io però ogni tanto, quando leggo di questi incontri che la Chiesa fa con le famiglie, mi assilla un pensiero che non é molto positivo nei confronti della Chiesa ( anche se sono convinta sia il Maligno che me le fa pensare!!)
Se la Chiesa è dalla parte delle famiglie perché non le aiuta anche praticamente nei casi in cui è necessario un intervento concreto? Mi spiego, tempo fa due giorni di fila mi é capitato di leggere di famiglie italiane che per lo sfratto hanno dovuto dormire in macchina e una di questi aveva addirittura un neonato. Perché allora il clero non da un aiuto concreto in queste situazioni? Ogni diocesi ha a disposizione delle case che affittano ma i prezzi sono alti, io mi ero informata per la mia famiglia, siamo in sei per cui ci serviva una casa grande. Grazie a Dio abbiamo avuto un occasione con una casa adeguata e un affitto non stra esagerato come lo sono le case di oggi. Invece la Curia aveva case più piccole e poi più care! Una volta sono andata alla Caritas per dare dei vestiti e avevo chiesto se potevo avere, anche pagando, dei vestiti usati perché purtroppo abbiamo diverse spese onerose( affitto appunto, nido, rata macchina etc) e due stipendi di cui uno part time che non bastano mai. La risposta è stata scortese e negativa! Aiuti solo a chi è senza lavoro, extracomunitari, senza casa! Non mi sono mai sentita così umiliata! Volevo scrivere anche una lettera al Vescovo ma poi ho lasciato perdere! Nel mio caso personale la Chiesa per me non ha fatto nulla di concreto. Non arrivo di certo a farmi una religione personale, la Chiesa c’è l’ha donata Cristo e io devo, anzi voglio farne parte perché la considero come una Madre. Vado a confessarmi in Chiesa, vado a Messa in Chiesa, io stessa ne faccio parte. Però a volte mi prende lo sconforto nel constatare che non sempre vengo trattata da figlia. È un pensiero sbagliato lo so, magari qualcuno può darmi un consiglio per scacciarlo via dalla testa😊
Io credo che non dobbiamo mai dimenticare che la Chiesa è fatta di persone. Le persone sbagliano, a volte sono scortesi, altre volte non sanno valutare correttamente situazioni difficili. Francamente conosco preti che aiutano senza sosta e concretamente coloro che hanno l’umiltà e la volontà di bussare alla loro porta. Per non parlare di suore e laici che fanno del loro meglio ogni giorno (e anche di più). Il bene è sempre più nascosto, il negativo invece galleggia sempre di più!! Un saluto. Sara.
Il bambino ha bisogno di vedere che è possibile un amore “per sempre”, non a tempo, non finché dura. Ne siamo convinti? Se il figlio percepisce che la coppia di papà e mamma non è una somma, ma un intreccio per la vita..
a quanto pare Kasper la pensa un po’ diversamente:
E’ stato chiesto al cardinale qual è la sua posizione sui divorziati-risposati, e la risposta, twittata da Gallicho, è stata: “Papa Benedetto ha detto che possono essere in comunione spirituale con Cristo, e allora perché non l’ecucarestia?”. E ancora: “Uno non può essere in uno stato di comunione spirituale con Cristo se è in peccato grave, perché questo non si può applicare alla ricezione dell’eucarestia?”. La logica del ragionamento ci pare sia questa: se papa Benedetto ha detto che sono in comunione spirituale, allora vuol dire che non sono in stato di peccato grave e quindi possono fare la comunione.
http://lastampa.it/2014/05/08/blogs/san-pietro-e-dintorni/usa-kasper-scatenato-R1q97IeWaNycQrYDSiq4JJ/pagina.html
insomma, anche se non per sempre o per la vita….
Kasper ha risposto ad alcune delle obiezioni dei suoi critici con una lunga intervista sulla rivista americana «Commonweal».
«Nel Credo – ha aggiunto il porporato – diciamo di credere nel perdono dei peccati. Se ci fosse questa mancanza, e ci si è pentiti, l’assoluzione non è possibile? La mia domanda passa attraverso il sacramento della penitenza, attraverso il quale abbiamo accesso alla santa comunione. Ma la penitenza è la cosa più importante: il pentimento per ciò che è andato storto, e un nuovo orientamento di vita. La nuova quasi-famiglia o la nuova partnership devono essere solidi, e bisogna vivere in modo cristiano. Un tempo di nuovo orientamento – metanoia – sarebbe necessario. Non per punire le persone, ma per un nuovo orientamento di vita, perché il divorzio è sempre una tragedia».
Kasper si è quindi chiesto: «La mia domanda – non è una soluzione, ma un quesito – è questa: l’assoluzione non è possibile in questo caso? E se c’è l’assoluzione ci può essere poi anche la santa comunione? Ci sono molti argomenti della nostra tradizione cattolica che potrebbe consentire a questo modo di procedere».
…
Il cardinale ha quindi risposto a una domanda sull’insegnamento della Chiesa, che prescrive, ai divorziati risposati che vogliano ottenere l’assoluzione e la comunione, di astenersi dall’avere rapporti sessuali, vivendo dunque come «fratello e sorella». «Vivere insieme come fratello e sorella? Naturalmente ho grande rispetto per coloro che stanno facendo questo – ha detto Kasper – Ma è un atto eroico, e l’eroismo non è per il cristiano medio. E potrebbe anche creare nuove tensioni
…
Vorrei dire – spiega ancora il porporato tedesco – che le persone devono fare ciò che è possibile nella loro situazione. Non siamo in grado, come esseri umani, di raggiungere sempre l’ideale, la cosa migliore. Dobbiamo fare il meglio possibile in una determinata situazione. Una posizione, questa, che sta tra il rigorismo e il lassismo. Il lassismo non è possibile, naturalmente, perché sarebbe contrario alla chiamata alla santità di Gesù. Ma anche il rigorismo non appartiene alla tradizione della Chiesa».
…
«Alfonso Maria de’ Liguori – spiega Kasper – era un rigorista all’inizio. Poi ha lavorato con la gente semplice a Napoli e ha scoperto che non è possibile essere rigoristi. Era un confessore». Il cardinale fa quindi un riferimento al cosiddetto «equiprobabilismo», tesi sorta sul terreno della casistica gesuitica e fatto proprio dal santo napoletano e dalla sua congregazione. Il principio fondamentale consiste nell’affermazione che una regola morale è realmente incerta – e dunque non vincolante – soltanto nel caso in cui le opinioni a essa favorevoli e quelle a essa contrarie siano egualmente fornite di un pari grado di probabilità
http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/kasper-33955/
io tutta la faccenda me la ricordavo un po’ più semplice: ( altro che equiprobabilismo)
(matteo 19, 3-12 bibbia cei 2008)
È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». 4Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina 5e disse: Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne? 6Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 7Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». 8Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. 9Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio».
si rischia di non capirci più nulla….
Insomma mi par di capire che il cardinale Kasper non conosce la differenza tra comunione spirituale e comunione sacramentale? Perché in tal proposito sant’Alfonso de’ Liguori invece è chiarissimo
https://www.facebook.com/permalink.php?id=141549819223873&story_fbid=556556571056527
l’anelito che muove a ricevere la comunione spirituale è quello dell’unione a Cristo. Quindi una comunione spirituale che sia ricevuta da chi è in peccato grave e non scada a frigida pratica routinaria non può che infiammare il peccatore del desiderio urgente di unirsi a Cristo nel modo più intimo che gli è possibile, quello di riceverLo tutto quanto nell’Eucaristia,e perciò di cessare dalla condizione di peccato grave che gli interdice di accostarsi alla comunione eucaristica.
Una comunione spirituale che non ravvivi energicamente questo desiderio è povera di frutti spirituali, e c’è da temere realisticamente che si accompagni a una sorta di nefasta assuefazione al peccato (“io la comunione la faccio, poco importa se è spirituale o eucaristica, quindi sto a posto con la mia coscienza e con Dio”).
meno male che ci siamo noi, che spieghiamo al cardinal Kasper le cose. Peccato che i commentatori di questo blog non siano stati chiamati loro al Sinodo. Toh, che strano: là c’è Kasper!
Scusami, sai, senm_webmrs, non ce l’ho con te, è che davvero è avvilente vedere come qui non si perde occasione per criticare qualcuno: Kasper, il Papa…
E dai, ragazzi!! Non trovo UN SOLO post degli ultimi dove non ci siano critiche, e al Papa devono tagliare i fili del telefono, e il Papa è un gonzo, e Kasper non sa il catechismo… e che palle! Se volevano noi, come Papa, ci ci facevano, come si dice a Roma (spero di evitarmi il predicozzo solito sul fatto che ogni cristiano è chiamato a correggere anche il Papa, e Santa Caterina da Siena, e via catechizzando. Lo so: è vero, è sacrosanto, le Messe “hippy” fanno male anche al mio cuore e sono d’accordo che bisogna correggere se ce n’è motivo (vero però!). Verissimo: ma c’è modo e modo! E ci sono le sedi adatte, cosa che questo blog, secondo il mio modesto parere, non è – a che serve? Figo, 100.000 persone leggono che al papa vanno tagliati i fili e che è un gonzo. E poi? Si precipitano in chiesa a ringraziare Dio del papa gonzo, chiaccherone e malaccorto?).
ora, che la situazione sia gravissima non ci piove, e lo posso pure capire che stiamo tutti preoccupati. Ma meglio fare come Bagnasco, dare testimonianze gioiose, e non di lagna criticosa. Non dico che alcuno vada censurato – però sforziamoci un pochetto…
Dai, cito da Guareschi, va, per buttarla in caciara, mi ha fatto ridere questo pezzo, certe volte pure io sono così 🙂 :
“Don Camillo, quando vedeva comparire in chiesa o in canonica il vecchio Rocchi borbottava fra sé: “Ecco il commissario politico!”. Perché il vecchio Rocchi era il capo di quella squadra di sorveglianza che non manca in nessuna parrocchia e che ha il compito di vigilare sul contegno del prete in chiesa e fuori, e di scrivere lettere di protesta al vescovo quando, secondo i viglianti, il prete sgarra o addirittura dà scandalo. Il Rocchi non mancava naturalmente a nessuna funzione, e siccome aveva il banco di famiglia in prima fila, poteva seguire don Camillo dall’a alla zeta e così, ogni tanto, durante la Messa si voltava verso la moglie e le diceva con un sorrisetto “Ha tagliato”. Oppure: “Chi sa dove oggi ha la testa”. Oppure: “Non è più il don Camillo di una volta”. […] Il Rocchi, infatti, era severissimo nelle questioni di forma: “L’arciprete di Treville, quando si soffia il naso durante la Messa, non te ne accorgi; questo qui, invece, pare una tromba del Giudizio Universale” aveva osservato più di una volta”:
(da “Legnate matrimoniali”: ovviamente il benpensante Rocchi riempie la figlia di botte perché la credeva incinta prima del matrimonio)
(adesso potete anche serenamente, cristianamente e caritatevolmente prendervela con me. Pazienza: con questo mio sfogo me lo sono meritato (quoto la frase preferita di Giancarlo: MA SONO SOLO UN PECCATORE…!!) 🙂 )
Un sorriso, dai! Ciao.
cara sweety ti vorrei solo far notare che sul blog c’è di tutto, le critiche e le critiche ai critici, botta e risposta di ogni tipo come ad esempio (solo negli ultimi giorni), quello tra pietro77 (che ha “sgridato” il Papa domenica) e le risposte durissime di Andreas e Bariom.
Ti invito quindi a non generalizzare.
non spiego niente a nessuno.
oltretutto su post precedenti ci sono fior di citazioni di altri cardinali e teologi che contestano sia nella sostanza che per le citazioni addotte, primo fra tutti il cardinale Muller, quel che dice Kasper.
non è una questione di teologia dogmatica. è solo vedere l’inconciliabilità delle posizioni tra cardinali varii e teologi.
chiunque prevalga, perché una linea al sinodo,alla fine ,prevarrà, spaccherà ancora di più la chiesa.
a parer mio.
e prego non accada.
@vale, non credo necessariamente “spaccherà”… potrebbe esserci un “vaglio”. Il vaglio che sempre si ripropone e si è riproposto nei secoli con cui Dio purifica la sua Chiesa. Un vaglio che sempre tutto riguarda, comprese le nostre singole vite. Qualcosa viene tenuto, qualcosa vine lasciato, se necessario… a volte alcune cose vengono letteralmente trasformate… e a volte anche, qualcuno (noi per primi) ci si “converte”, termine che come ben sai prevede un vera e propria “inversione di marcia” e di direzione. 😉
@ sweety, lo so che non ce l’hai con me. Neanch’io ce l’ho con quelli che scrivono “c’hai ragione” o “perchè” o “credo che sarebbe meglio che tu facevi”. Però capita, qualche volta, che io faccia loro notare che quelle cose andrebbero scritte in un altro modo. Se riuscissi a farlo per amor delle persone invece che per amor dell’ortografia e della grammatica sarebbe perfino un’opera di misericordia spirituale. Cerchiamo di uscire da questo loop per cui se ti critico vuol dire per forza che ti odio e sono cattivissimo me.
p.s. il “ti” nell’ultima frase è impersonale e magari ci sta bene qualche visino festoso 🙂 🙂 😀
Hai ragione su perchè. E’ la prima è che viene per quell’altra bisogna un po’ impegnarsi: é. Mannaggia all’accidia!
🙂 http://solomonsmusic.net/Bosch_Sloth%20.jpg
Uno dei miei romanzi preferiti è sempre stato Oblomov……
Dice bene il cardinal Bagnasco: “la Chiesa è casa per tutti nella verità oggettiva delle diverse situazioni”.
Verità oggettiva.
Non è vero che chi convive more uxorio con una persona che non è quella con cui ha contratto matrimonio canonico non è in peccato grave. E quindi non è vero che possa ricevere la comunione eucaristica. Non c’è misericordia nel “concedergliela”, perché la misericordia ama la verità, non la elude. Diciamoci la verità sulla misericordia, per favore.
“L’eroismo non è per il cristiano medio”. Che idea sbilenca! Come se Cristo desiderasse qualcosa di meno della nostra santità, fosse morto e risorto per farci “cristiani medi”, tiepidini, un po’ insipidi, quasi-cristiani che vivono in “quasi-famiglie” (altra infelice espressione di Kasper), abbastanza peccatori da non essere santi e non abbastanza per essere dannati. Come se la grazia di Dio non rendesse possibile a tutti, ma proprio a tutti, l’eroismo, quando necessario, come dice il cardinal De Paolis:
“Di fronte a queste riflessioni, non ha senso e non può avere senso la possibilità di autorizzare l’accesso all’Eucaristia neppure alla persona che non è stata in nessun modo causa del fallimento matrimoniale e poi è passata a convivere con un altra persona perché si è sentita oggetto di ingiustizia, bisognosa di essere aiutata nell’educazione dei figli e bisognosa di affetto stabilendo una situazione irreversibile. Di fatto neppure l’ingiustizia può giustificare la violazione della legge di Dio. Né si può addurre la debolezza umana o la mancanza della vocazione alla continenza perfetta. La legge del Signore a volte può chiedere anche azioni eroiche.
Se il Signore ci trova in questa condizione non farà mancare la grazia.”
Verità oggettiva.
E’ vero che il divorziato risposato non è escluso dalla Chiesa, che nessuno (nessuno) rende gloria a Dio trattandolo come escluso. E’ vero quello che dice il Catechismo (1651): “Nei confronti dei cristiani che vivono in questa situazione e che spesso conservano la fede e desiderano educare cristianamente i loro figli, i sacerdoti e tutta la comunità devono dare prova di una attenta sollecitudine affinché essi non si considerino come separati dalla Chiesa, alla vita della quale possono e devono partecipare in quanto battezzati: “Siano esortati ad ascoltare la Parola di Dio, a frequentare il Sacrificio della Messa, a perseverare nella preghiera, a dare incremento alle opere di carità e alle iniziative della comunità in favore della giustizia, a educare i figli nella fede cristiana, a coltivare lo spirito e le opere di penitenza, per implorare così, di giorno in giorno, la grazia di Dio” (Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 84: AAS 74 (1982) 185)”.
Una pastorale per questi fratelli e queste sorelle ha il compito di far cogliere a loro, come a tutti, la pungente discrepanza tra la condizione presente e la santità che Cristo desidera con amore imparagonabile. Ci separa da Cristo, ci tiene discosti dalla santità, ci assuefà al peccato una pastorale che non porti ad ardere del desiderio di essere santi perché Cristo per la nostra santità – e per niente di meno – arde d’amore. Ma una pastorale siffatta nuoce a tutti, divorziati o no, e cessa di essere autentica pastorale.
I santi ci precedono e ci insegnano che chi è chi è veramente avviato sul cammino della santità si sente corroborato dall’amore di Dio, e più se ne sente corroborato più avverte come pungente e poi urticante e poi insostenibile la distanza tra la santità e la propria miseria di peccatore, fino a trovare dolce e appagante quella parola che dice: “Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te” (Mt 5, 29s). Eroismo necessario per la santità, e quindi dolce sacrificio, giogo soave, del quale una vera pastorale cristiana deve accendere e rinfocolare il desiderio.
Altrimenti è una pastorale senza verità. E senza misericordia, quindi. A disdoro delle apparenze.
@Alessandro, credo tu abbia colto in vari miei interventi quanto io ami insistere sul concetto di Santità e di quanto il Cristiano non possa – diciamo così – accontentarsi di nulla di meno, ma anche assumendomi il rischio di volere fare una nota su quanto affermato dal Cardinal Kasper e da te ripreso riguardo l’eroismo e il “cristiano medio…
Certo Dio non ci vuole cristiani “tiepidi” (la Scrittura è molto chiara), delle mezze-figure o “sepolcri imbiancati”, ma è anche da considerare la Parabola del Seminatore dove la “terra buona”, il cuore del convertito a Dio, da frutto chi il 30, chi il 60, chi il 100…
E ancor di più che l’eroismo nella fede e speciale Dono, come anche speciale Virtù, tanto da essere uno di motivi per cui la chiesa riconosce lo stato di “beato”.
Bisogna quindi ben identificare cosa si intende per “eroismo” nella Fede, così come sappiamo il Martirio non essere “cosa” da tutti.
Cristo non ha dato la Sua Vita per fare di tutti noi degli “eroi” e ad essere stringenti, neppure per fare di ognuno di noi dei Santi… non credo sia il caso qui e parlando poi a te, fare l’elenco di cosa ci ha meritato il Sacrificio di Cristo (diciamo semmai che la Santità può derivarne per conseguenza…). Soprattutto ci ha donato la Salvezza (il “buon ladrone” è salito al Cielo con Cristo e non credo si possa dire lo abbia fatto propriamente in “odore di Santità”).
L’errore forse sta nel fatto (e anche nell’affermazione di Kasper) di considerare “eroismo”, il semplice attenersi agli insegnamenti della Chiesa ad esempio riguardo l’indissolubilità del Matrimonio (per stare in tema), riguardo ciò che è peccato, riguardo le norme che presiedono alla possibilità o meno di accostarsi alla Comunione e via discorrendo. Potremmo quasi arrivare a parlare di “ABC” più che di altro.
Neppure la strenua battaglia contro il peccato, il NOSTRO peccato, può di fatto essere configurato come atto “eroico”… che eroismo c’è nel vincere una debolezza? Nel rifiutare ciò che ci avvelena? Nel rifuggire la morte?
Si potrebbe parlare di eroismo, in chi resiste al male, alla persecuzione, chi pur di non rinunciare a Dio mette a rischio ciò che ha di più caro, la propria stessa vita.
Chi resiste ai seri attacchi del maligno… (che non si preoccupa di tentarti quando sei ancora schiavo della concupiscenza, quando cadi già da solo – per capirci…).
E su tutto questo sempre e comunque, brilla la Potenza e la Fedeltà di Dio che ci chiede di accettare la Sua Alleanza, di mettere in campo tutte le nostre misere forze, ma è poi Lui il Forte, l’Eroe, il prode Potente in battaglia, il Vincitore.
@Bariom
nel mio commento (l’hai inteso) non mi interessava chiarire per filo e per segno, col massimo rigore teologico (ammesso che io ne sia capace), quale atto possa in senso stretto qualificarsi come eroico. Mi interessava evidenziare il dissenso da Kasper che afferma:
“Vivere insieme come fratello e sorella? Naturalmente ho grande rispetto per coloro che stanno facendo questo – ha detto Kasper – Ma è un atto eroico, e l’eroismo non è per il cristiano medio”.
E invece son convinto (e non sono il solo) che Cristo non faccia mai mancare al cosiddetto “cristiano medio” (e neanche al cristiano… infimo) la Grazia necessaria per desistere dal peccare gravemente, cioè nel caso di recedere dal vivere more uxorio con chi non è suo coniuge davanti a Dio (il che non toglie che lo stesso Cristo lasci liberi di aderirvi o meno). E su questo siamo d’accordo, mi pare, visto che scrivi:
“L’errore forse sta nel fatto (e anche nell’affermazione di Kasper) di considerare “eroismo”, il semplice attenersi agli insegnamenti della Chiesa ad esempio riguardo l’indissolubilità del Matrimonio (per stare in tema), riguardo ciò che è peccato, riguardo le norme che presiedono alla possibilità o meno di accostarsi alla Comunione e via discorrendo. Potremmo quasi arrivare a parlare di “ABC” più che di altro.
Neppure la strenua battaglia contro il peccato, il NOSTRO peccato, può di fatto essere configurato come atto “eroico”… che eroismo c’è nel vincere una debolezza? Nel rifiutare ciò che ci avvelena? Nel rifuggire la morte?”
Quanto alla santità, è fuor di dubbio che solo la Redenzione operata da Cristo renda possibile all’uomo essere santo, ed è parimenti fuor di dubbio che Cristo chiami tutti, proprio tutti, a niente di meno che la santità, e con amore infinito operi perfettamente perché ciascuno diventi santo e niente di meno (poi – ribadisco – sta alla libertà personale aderire o rifiutare…). Nel dire “santo” intendo colui che vive e muore in modo tale che è giudicato da Cristo degno di essere accolto nella beatitudine del Paradiso. Anche su questo siamo d’accordo, se non erro.
Certo, la Parabola del Seminatore ci insegna che “la “terra buona”, il cuore del convertito a Dio, dà frutto chi il 30, chi il 60, chi il 100″… non mi avventuro nell’esegesi della parabola, ma a me pare che ci avvisi (pure) che i santi (nel senso esplicitato) non sono fatti con lo stampino, santi seriali, ma sono inconfondibili, ciascuno singolare e irripetibile, tutti capolavori mirabili ma ciascuno un “pezzo unico”: così è in terra e così è in Cielo.
Il buon ladrone: che meraviglioso santo! Certo, non era in “odore di santità”, ma l’iniziativa di Cristo per farci tutti santi non si arresta di fronte a intolleranze olfattive 😉 ed ecco che un uomo crocifisso che sta per morire, umiliato davanti a tutti, straziato fisicamente in modo indicibile, dal quale sarebbe lecito quindi (a viste umane) attendersi solo odio e disprezzo contro tutti, si riconosce colpevole, ammette che è giusto essere punito per la colpa commessa, riconosce in Cristo l’innocentissimo ingiustamente condannato e, con un perfetto atto di pentimento, gli si affida totalmente, supplicandolo di non scordarsi di lui!
Più in generale, ciò che mi preme è che il mio intervento precedente sia preso per quello che è, ossia non un atto d’accusa contro i divorziati risposati (non sto sostenedo che tu l’abbia inteso così, Barion, beninteso), ma l’asupicio che la pastorale ci aiuti tutti a non peccare gravemente, ci aiuti a non assuefarci al nostro (al MIO) peccato, MI aiuti a “sentire la pungente discrepanza tra la MIA condizione presente e la santità che Cristo desidera con amore imparagonabile PER ME”.
Insomma, non sto puntando il ditino contro qualcuno con la presunzione di essere il puro, l’irreprensibile; imploro dai Pastori la misericordia di dirci la verità su quanto è grande il nostro peccato e a un tempo su come Dio sia sempre pronto a infonderci la forza necessaria per districarci dal peccato e volgerci sul cammino della santità.
Ho scritto Barion anziché Bariom, scusa!
Come direi ormai sempre capita, non posso che trovarmi completamente d’accordo con te Alessandro anche dopo essere entrati più nel dettaglio di una serie di pensieri/affermazioni… 😉
Sul “buon ladrone” a parziale rettifica anche di ciò che può sembrare volessi affermare, riporto un’osservazione portatami da un fratello (in Cristo) solo due sere fa…
Riportava se non ricordo male un visione della Valtorta sul buon ladrone appunto (non mi interessa qui discettare sulla fonte e le varie posizioni che su questa si possono avere…), dove si evince come costui, già prima di essere condannato per “giusta” condanna, era stato colpito dalla figura di Gesù e un “tarlo” (come l’ha definito questo mio fratello) aveva iniziato a lavorare nella sua mente e nel suo cuore… Un “santo tarlo”, che appunto lo aveva aperto alla Grazia e alla possibilità di riconoscere in quell’ultimo tragico istante della sua vita, Cristo come Figlio di Dio e comprendere che da Lui solo poteva venire la salvezza e il perdono. Interesante visione….
Vero, Cristo non si ferma difronte ad alcuna “intolleranza olfattiva”… neppure difronte al puzzo dei nosti peccati (e così dovremmo fare noi).
Vero, per scegliere di vivere come “fratello e sorella”, per una unione spirituale che non lascia spazio alla concupiscenza è necessaria un virtù “eroica”, che Dio non mancherà di concedere a chi sinceramente la desidera e implora (altrettanto vero!)
😉
Bravo, Alessandro (8 maggio 2014 alle 16:20)!
E’ molto semplice, Vale, ne abbiamo già parlato parecchio su questo blog. La realtà è che Il cardinale Kasper e, Dio non voglia, una grandissima parte della chiesa cattolica temo, è dispostissimo a calpestare i cuori spezzati degli innocenti per soccorrere l’egoismo di quelli che sfasciano la propria famiglia.
Quanti di noi si ostinano ad immaginare nuove soluzioni per riammettere i divorziati risposati alla comunione, dimenticano che, per fare questo, si dovrebbe dimenticare la sofferenza dei più piccoli. Proprio sabato scorso ero a pranzo da mio fratello (divorziato risposato), il quale non si è lasciato sfuggire l’occasione di chiedermi cosa penso della rivoluzione portata da papa Francesco nella chiesa, anche a proposito di divorziati risposati. Ho semplicemente risposto, nei limiti di quello che mi è stato consentito, che non c’è né ci sarà alcuna rivoluzione, per il semplice motivo che sarebbe necessario cambiare la dottrina. Ma questa cosa, che non è possibile cambiare la dottrina, NON PASSA. E’ passata invece, ed è PASSATA ALLA GRANDE l’idea che papa Francesco sta rivoluzionando la chiesa e che solo i vecchi tromboni come il sottoscritto non se ne sono ancora accorti. Anche mia sorella, presente anche lei, cattolica praticante, si è schierata dalla parte di mio fratello dicendo che è ora che la chiesa mostri un po’ di… (provate ad indovinare cosa?): misericordia!
Insomma, riprendo un mio cavallo di battaglia, la chiesa è profondamente segnata dalla divisione su queste cose. Mi domando come potrà uscirne. E’ forse immaginabile che tanti cattolici “volemose bbene” rinunceranno all’idea di non dover più rispondere dei propri peccati? Non credo. La stragrande maggioranza dei cattolici in Italia (figuriamoci altrove) NON SI CONFESSA PIU’, né tornerà a farlo credo. Se fossero disponibili a tornare a confessarsi, non si porrebbe il problema della comunione ai divorziati risposati: anche loro, prima di fare la comunione, dovrebbero semplicemente confessarsi come tutti glia altri. Il vero problema è che NESSUNO SI CONFESSA PIU’, ecco perché diventa così pressante la richiesta di ammettere alla comunione anche i divorziati risposati: tutti si auto-assolvono, perché solo quelli che lasciano il proprio coniuge e si risposano con un altro non dovrebbero fare la comunione?
figurati, so bene che se ne è ampiamente parlato anche in questo blog.
la curiosità mia era data da due,almeno a me ed alle mie poche capacità di discernimento, tesi che mi paiono contrapposte di due principi della chiesa.
idem sulla confessione. non credo che vi siano tutte queste confessioni- nel senso valido del termine per la chiesa- che si vocifera in giro. mi pare più una “bolla” mediatica.
poi mi vado a leggere, in attesa del riepilogo che farà il vaticano del sondaggio mondiale, i dati forniti dalla pew americana di un loro sondaggio in 40, mi pare, paesi proprio su queste cose e mi vien da pensare che siamo-in occidente- alla frutta:
http://www.corrispondenzaromana.it/notizie-dalla-rete/su-omosessualita-e-aborto-la-voce-del-terzo-mondo/
http://www.pewglobal.org/2014/04/15/global-morality/
http://www.pewglobal.org/2014/04/15/global-morality/table/divorce/
in Italia, per esempio( e peggio in quasi tutto il resto d’europa,soprattutto nel nord europa) il divorzio è considerato accettabile dal 48%, inaccettabile solo dal 18%. per l’aborto le parti si invertono quasi: 25% accettabile, 48 % inaccettabile. in compenso il sesso prematrimoniale lo accetta il 42% contro l’11% ( va be’,poi ci si confessa od autoassolve…),l’uso dei contraccettivi 49 accettabile, 6% inaccettabile,l’omosessualità è considerata moralmente accettabile dal 42%, non accettabile dal 12% ed il 31% non lo considera un problema morale.
qualora tali dati fossero in linea con quelli che verranno proposti al sinodo, son curioso di vedere cosa ne uscirà….
@senweb
che ti devo dire? parmi che tutte queste continue interviste pro o contro creeranno un bel po’ di problemi al momento dell’apertura del sinodo.
certo è che incomincio a farmi venire dei dubbi sulle citazioni di kasper. già era stato ampiamente smentito sulle “pezze d’appoggio” dei padri della chiesa addotte come giustificazioni al suo pensiero nella oramai famigerata relazione introduttiva. ora pare interpretare in senso del tutto personale il de’liguori.
spero sia solo cattiva memoria…
Che ipocrisia!
http://www.tempi.it/il-passo-sulla-fellatio-di-sei-come-sei-non-puo-essere-letto-dai-senatori-maggiorenni-ma-solo-dagli-studenti-minorenni#.U2uxIKJdBPc
L’ipocrisia sta poi nel fatto di voler spacciare un testo, con diversi passaggi che non ho alcun problema a definire semplice pornografia, come testo che veicolerebbe e aiuterebbe i ragazzi ad entrare nell’ottica di accettare l’ “altro” per quello che è o “così come è” – “Sei come” sei il titolo – indipendentemente dal suo orientamento, in questo caso, sessuale.
Ora se l’intento “buono” – per capirci – è rispettabilissimo e rimandando al rispetto delle persone in quanto tali, certo non divergente da un insegnamento anche evangelico, non si capisce come questa “apertura mentale”, possa essere veicolata o accresciuta dalla lettura (in un classe poi) di passaggi come quella della fellatio in questione, ricchi di particolari che vi risparmio.
Forse sarà bene ricordare che certe “scene” anche descritte usando la parola scritta, sono evocative quanto e a volte più di immmagini fotografiche o fimiche e che la fellatio in sè, anche fosse “etero”, non risulta essere pratica da chiunque gradita o praticata e dovrebbe restare in un ambito di scelte del tutto personali, sia nella pratica che nella sua evocazione o proposizione (non sto qui a dare giusìdizi di merito…).
Non vedo quindi con che razio possa essere stata inserita in un qualunque percorso “formativo” di giovani (maggiorenni o minorenni che siano) e trovo questa scelta sia stata una vera a propia violenza rispetto chi l’ha dovuta subire, perché magari “piovuta dall’alto”.
Ribadisco: una vera e prorpia violenza oltre che di contenuto assolutamente volgare, giudizio questo che al giorno d’oggi è ormai come si sa, del tutto risibile. 🙁
E su questo si apre il dibattito-scontro “ad intra”:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-libro-porno-gay-nelle-scuoleper-avvenire-non-e-osceno-9199.htm
Prima di unirsi alle grida di accusa, magari fermandosi al titolo (da giornalismo alla “strilloni” di un tempo…), vale la pena andare a leggere il commento che lanuobabq attacca duramente:
http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/dibattito-non-denuncie-il-caso-giulio-cesare.aspx
Giusto per farsi una propria idea.
Limite del commento di D’agostino a mio vedere, è il perdere di vista che in una visione ampia e “plurare” dei temi che vengono affrontati in una scuola pubblica all’attenzione degli alunni, è anche ammissibile si possano anche affrontare tematiche “spinose” o “difficili”, ma non si comprende perché bisognerebbe accettare questo venga fatto con “dovizia di particolari” (pornografici in questo caso).
Come se per parlare di sessualità in generale, sia obbligatorio o ammissibile vedere filmati di “particolari anatomici” in azione, o per parlare chessò di mafia, sia necessario mostrare vittime “incaprettare” o sciolte nell’acido (la pornografia non è solo legata agli aspetti sessuali).
Io no so se il libro della Mazzucco sia definibile come opera pornografica tout court (non mi prenderò la briga di leggerlo per saperlo…), ma i passaggi che si possono trovare e leggere qua e là (a me ne è bastato uno…), a mio giudizio lo sono.
Un momento. Ovviamente il rispetto alle persone, comunque esse siano o mostrino di essere, deve sempre e comunque essere insegnato ai ragazzi, d’accordo. Questa storia del rispetto però nasconde un pericolo che appare evidente se ci si sofferma a riflettere sul titolo del testo in questione: “Sei come sei”. Quale idea sottende a questo titolo? Ovvio: che l’omosessualità va bene, è una cosa positiva. Io dico NO! L’omosessualità non va bene per niente e voglio poterlo dire liberamente ovunque senza che nessuno si senta autorizzato a darmi dell’omofobo (qualunque cosa voglia dire questa cagata di parola). Il rispetto delle persone, che deve sempre essere insegnato e praticato, non ha niente a che vedere con la realtà oggettiva delle cose. L’omosessualità causa gravi problemi, prima di tutto agli omosessuali, poi a tutta la società: dirlo non è mancare di rispetto.
Il testo in questione non è soltanto volgare pornografia, è anche falsità, spacciata a ragazzi minorenni per verità. Occorre reagire con forza.
Giancarlo ovviamente ribadisci l’ovvio… (tu dirai non si ribadisce mai abbastanza… va bene).
Il mio intervento era teso a sottolineare non l’ovvio – che è poi ovvio giusto quando si parla “inter-nos” – ma quelle forzature che dovrebbero o potrebbero essere riconosciute anche da chi parte da posizioni che non siano esattamente quelle innestate in una morale di fede, ma che possono ritrovare una intesa su ciò che è razionalmente condivisibile in un’ottica di rispetto e bene comune.
(Fuor di metafora, a quale genitore credente o non credente può far piacere si spacci della pornografia per altra cosa, hai propri figli?)
Questo anche perché credo che tra le migliaia di lettori di questo blog non si ritrovano solo cattolici convinti e rettamente formati e l’esperienza mi insegna che non è difficile (in quel “famoso” dialogo nel corretto senso inteso) trovare dei punti ragionevolmente comuni su cui eventualmente poi innestare un discorso che si va approfondendo e chiarificando per arrivare al “nocciolo” che è in buona sintesi anche quello che qui hai ribadito affermi (tu come anch’io).
Poi a te potrà sembrare un sforzo vano o non condivisibile, ma ognuno è figlio della propria esperienza… a me poi che non sono certo un santo a volte infastidisce sentirmi ribadire l’ovvio appunto, quasi come qui ogni intervento fosse il primo di chi lo fa e perciò costui debba mostrare di essere edotto appieno sugli insegnamenti della Chiesa.
Altra cosa sono le correzioni di concetti (o anche informazioni) che sono palesemente errate per mancanza o per svista, correzioni che sempre personalmente gradisco perché non si confonda una mia idea con ciò che la chiesa insegna e possa io invece emendarmi.
Noi c’eravamo tutti e 6: Mamma, Papà e 4 figli… e anche 2 nonni. Della bella giornata ci piace segnalare le testimonianze fatte da persone normali. In un mondo dove ovunque ti giri si parla di divorziati risposati, coppie di fatto, unioni gay, fecondazione artificiale, uteri in affitto ecc (naturalmente tutte persone ferite e discriminate…), in un mondo così sentire la testimonianza di famiglie che pregano, di mamme che hanno deciso di rinunciare al lavoro e quindi ad uno stipendio per prendersi cura dei figli e della famiglia, di sposi che hanno rifiutato di fare l’amniocentesi e si prendono cura della figlia disabile che considerano un dono, il concetto ripetuto che i figli sono un dono non un diritto, persone che hanno deciso di rimanere fedeli al Sacramento nonostante la separazione dal coniuge, mogli che hanno perdonato il tradimento del marito e salvato il matrimonio, nonni che ritengono loro dovere educare i nipoti alla fede ecc. : ma allora le persone normali esistono !!! E poi l’omelia del Cardinale Bagnasco: un vero capolavoro, dall’inizio alla fine.
Famiglia Maragliano Paolo Maura Anna Marta Giovanni e Benedetta
http://www.tempi.it/giovanna-darco-di-nuovo-processata-e-condannata-in-francia-non-per-eresia-ma-per-omofobia#.U2vKEKJdBPd
http://www.dimitrilioi.it/?p=701
Papa Francesco vicino ai partecipanti alla Marcia per la Vita svoltasi oggi 8 maggio a Ottawa:
“inviolabile diritto di ciascuno alla vita dal concepimento alla morte naturale, sostegno agli sforzi di chi opera per far sì che questo fondamentale diritto umano riceva adeguata protezione legale”.
http://www.ilsismografo.blogspot.it/2014/05/canada-pope-francis-message-of-support.html