E se avessi un figlio gay?

New York Awaits Vote On Same Sex Marriage

di Andrea Piccolo

Quando si parla di omosessualità, anche in contesti informali, posto che non si sia già tutti della stessa opinione in partenza, prima o poi salta fuori la domanda “ma se fossi tu ad avere un figlio omosessuale?” Su internet poi, tra social network, blog e riviste online dove il “navigante” di passaggio può facilmente esprimere il suo punto di vista, è immancabile il visitatore che ribatte commentando “se avessi un figlio gay…”. Il fenomeno si è intensificato di recente col dibattito sulla proposta di legge detta anti omofobia, che online ha trovato tanto spazio e visto tanti interventi.

Ma tu che fai questa domanda come se fosse la parola definitiva capace di chiudere il dibattito e fare tacere tutte le bocche, chi sei? Non spieghi mai se sei un omosessuale che un giorno ha preso in disparte il padre o la madre per raccontare quello che fino a quel momento era un segreto inconfessabile e si è sentito rispondere, dopo una pausa imbarazzata, “l’importante è che tu sia felice”. Forse non sei omosessuale, magari nemmeno hai figli e sei un pio buonista che ha fatto del politicamente corretto la sua religione. Se avessi un figlio gay. Cosa significa questa domanda che a volte pare provocazione, a volte quasi minaccia? Vuole evocare l’inquieta apprensione di un genitore per la possibilità che il figlio faccia la scelta sbagliata, che si schieri lì dove non conviene? E questa idea dovrebbe farmi riconsiderare il mio giudizio sulla legge anti omofobia?

O stolto proclamatore di slogan, possibile che sia così difficile distinguere l’omosessualità coi giudizi su di essa dalla legge che, usando maldestramente il pretesto omofobia, ha il palese obbiettivo di limitare la libertà di opinione? Quanto ai figli, sono un padre che ogni giorno vive il logorante tormento del dubbio: sapranno scegliere la strada giusta e tenersi lontano dall’errore? Sapranno condursi in modo degno di un uomo e di una donna?

Si chiama adolescenza. E’ quel periodo dello sviluppo in cui una persona decide se prendere il timone della sua vita o se lasciarla andare alla deriva. Ed è un mare in tempesta. E’ quel tempo in cui tutto diventa un problema: le aspirazioni, i progetti, la volontà; non va bene quello che si fa e neppure quello che non si fa, così che noia esistenziale e frenetica brama di vita si alternano senza preavviso con esasperata intensità. Io, padre di adolescenti, quotidianamente mi confronto con la necessità e il dovere di vigilare, di discernere tra il momento in cui fare finta di niente e il momento in cui essere inamovibile, perché non avvenga che io non sia presente quando hanno bisogno di me, e tu mi chiedi se avessi un figlio gay? Ma sai di che cosa stiamo parlando?

I miei figli, come penso tutti gli adolescenti nel mondo occidentale, sono alle prese con frequentazioni decisamente poco raccomandabili, e si trovano ad aver a che fare con tossicodipendenti, ladri, spacciatori, violenti, senza avere ancora la capacità piena di distinguere, tant’è che a scuola e nella compagnia chiamano tutti indistintamente amici, e tu pensi che l’idea che possano essere omosessuali dovrebbe farmi sobbalzare inorridito come un vecchio bigotto che ha udito una parola sconcia?

Parliamo di omosessualità, e discutiamo del perché non può essere la norma. Parliamo di omofobia, e discutiamo del fatto che la legge in questione non ha nulla a che fare con le ingiuste discriminazioni o la violenza. Ma se parliamo di figli, dagli interventi che fai ho idea che io parlo e tu ascolti.

138 pensieri su “E se avessi un figlio gay?

  1. Ancora una volta per informare le persone sulle pulsioni omosessuali … (non esiste il figlio che nasce gay) … voglio questa volta farlo presentando il blog di un ragazzo veramente in gamba del quale condivido ogni pensiero, Raffaele, con un passato di adolescente con pulsioni omosessuali, che dopo un periodo di tempo nel quale ha creduto alla menzogna dell’essere gay, attraverso l’introspezione di tutte le dinamiche … ha capito cosa si celava dietro la “sua omosessualità” ed ora ha cambiato l’orientamento sessuale. https://www.facebook.com/pages/Ritrovarsi-Oltre-lomosessualit%C3%A0/336455059822549

  2. Se avessi un filho gay gli ricorderei il Catechismo e che ognuno di noi ha una o piu croci. L’omossessualita é una croce, come tante altre. Ce ne sono peggiori e più pesanti. Siamo uomini non animali, siamo chiamati alla perfezione, come perfetto è il Padre che é nei cieli. Eppoi ance il figlio normale vive nella tentazione. O adesso la legge è cambiata e si può fare sesso senza essere sposati? La cosa è semplice… Basta educare i figli. Come li educhiamo per non rubare, li educhiamo ad essere santi.

    1. Non so se debbo considerarlo un apprezzamento o un monito… 🙂 😐

      Cmq ho messo il mio “mi piace” e appena possibile farò un commento (non che la cosa debba mettere tutti in spasmodica attesa 😀 :-D)

      1. Sai Bariom, quel che dici è vero ma fino a un certo punto. Negli anni Settanta mio padre osservava che i figli dei liberali diventavano comunisti ma i figli dei comunisti non diventavano liberali. In effetti conosco una cittadina adriatica saldamente in mano al PCI (e suoi avatar) da più di sessant’anni dove in certe famiglie il comunismo è ormai arrivato alla terza generazione.

        1. Certo senm… si trasmette come si suol dire per “osmosi” 😉

          Si può sperare che lo stesso avvenga in certa misura nelle famiglie cristiane, con la differenza che vi è sempre obbligatoriamente la fase in cui il tuo rapporto con Dio deve passare da “il Dio di mio padre” (e/o mia madre s’intende…)a (tu sei) “il mio Dio”

          🙂

    1. angelina

      Secondo me “Se nasce omosessuale l’ammazzo” te la sei inventata per il tuo solito modo di contribuire con profonde ed acute riflessioni al pubblico dibattito. Ovviamente. Si sentiva dire abbastanza spesso…..ma dai!

  3. Alessandro Pomponi

    Senza offesa ma non ci ho capito niente. Alda suggerisce che il gay è un malato che può guarire ed è questo che mi pare di capire direbbe a suo figlio. E’ una risposta. Giulia suggerisce che spiegherebbe a suo figlio che l’omosessualità è una croce. E’ una risposta. Ma la risposta della Miriano non l’ho capita…

    1. admin

      non è che non l’hai capita è che non l’hai letta perché la risposta della Miriano non c’è, ma se ti aspetti una risposta vuol dire che quello che non hai capito è il senso dell’articolo

  4. vale

    leggo che alla camera è passata la legge sull’omofobia con l’emendamento che esenta dalle aggravanti : “le organizzazioni che svolgono attività di natura politica,sindacale, culturale,sanitaria, di istruzione ovvero di religione o culto”. in pratica tutti quelli che non hanno un tesserino in tasca- ovvero la maggior parte delle persone- sarà colpibile…
    altro che figlio gay.
    come volevasi dimostrare arriva il grande fratello.
    Perché il miglior modo di soffocare la contestazione e il dissenso è di prevenirli imponendo alla totalità degli uomini questa “nuova etica” affidata a convenzioni aventi forza di leggi. Per sua stessa natura la nuova etica sarà pertanto intollerante, altrimenti non potrebbe garantire né uniformità sociale né unidimensionalità degli individui, e dunque dovrà avvalersi di un’Inquisizione civile».

    1. …ma, non è anche il matrimonio una delle “convenzioni aventi forza di legge”?
      O non ha, il matrimonio cattolico, da voi praticato, valore civile (di negozio, cosiddetto, giuridico)?

      1. vale

        il matrimonio, per la chiesa, lo celebrano i nubendi. la chiesa è solo un teste qualificato( nella persona del sacerdote che “amministra” il sacramento). che poi, per il concordato, il sacerdote medesimo possa fare anche le funzioni di ufficiale civile, rendendo così anche legalmente valido il matrimonio, è altro paio di maniche.
        per la chiesa, questa seconda funzione “supplita” non è necessaria.

          1. No, Da cattolico, mi sono sposato in Chiesa per vocazione. Come cittadino, ho ritenuto di dare alla mia unione anche una connotazione legali che comporta obblighi (diversi) e vantaggi (pochi). E’ tuttavia possibile, e diventerà frequente se la legge italiana omologherò una qualsiasi convivenza al legame matrimoniale, sposarsi esclusivamente in Chiesa. 🙂

    2. E la storia ci insegna che le inquisizioni “civili” (vedi Comitato di salute pubblica e altre amenità sovietiche, maoiste e sessantottine) tendono a trattare assai poco civilmente gli inquisiti.

  5. Paolo da Genova

    Secondo me, il mondo è sempre meno reale e sempre più ideologico. La domanda “e se avessi tu un figlio gay?” andrebbe semplicemente ribaltata. Tanta gente che, a parole, difende l’ideologia gay a spada tratta, se vivesse l’esperienza in prima persona penso sarebbe molto meno entusiasta. Io, se avessi un figlio gay, sarei dispiaciuto, pur volendo sempre bene a mio figlio, ma almeno io lo dico chiaro, non cambiio idea. Oggi si ragiona come se il mondo finisse domani, non si pensa alle conseguenze. Si parla di adozioni-gay come se i figli adottati restassero bambini per sempre. Cosa succederà quando questi bambini avranno raggiunto l’età della ragione e capiranno di essere stati “ordinati” in una clinica o a una “madre in affitto”? A me, al posto loro, girerebbero un tantino. A loro dite di no?

  6. E se avessi un figlio/a gay?

    La domanda così posta presuppone già uno status che a sua volta potrebbe vedere varie e diverse situazioni concrete del vivere…

    Ma come padre di tre figli in età interessata di fatto alla scoperta di una simile situazione, la domanda che mi pongo è appunto: “…e se “scoprissi” di avere un figlio/a gay?”
    La mia risposta, se di risposta si può parlare, non può prescindere dal mio essere cristiano cattolico, osservante della Dottrina della Chiesa e convinto che da questa venga la Verità e la via maestra per affrontare il rapporto tra noi e il combattimento contro il peccato. Perché di questo in ultima analisi si tratta, per sgombrare il campo da dubbi su interpretazioni psico-socio-antropologiche di altro genere.

    A questa domanda quindi, ne seguirebbero altre dipendenti anche dal come è avvenuta questa “scoperta”.
    Me ne ha parlato apertamente e certamente con difficoltà, mio figlio/a?
    Ciò significherebbe che abbiamo quanto meno un rapporto con un dialogo aperto… Qual’è la sua posizione difronte a questa sua situazione? Come la vive? Sta cercando il mio aiuto? Delle risposte? Ha un discernimento?
    Ciò che ha ricevuto, come educazione alla Fede, sugli aspetti che riguardano la sessualità, la Teologia del Corpo, sulla realtà del peccato, trovano ora nel concreto un senso o viene rifiutato perché è più forte ciò che “sente”, ciò che prova, ciò che “desidera”, rispetto ciò che ha ricevuto come “buono”.
    Accetta su di sé questo, che è e rimane un doloroso combattimento, ancor più doloroso perché sta dentro e non fuori di lui/lei.

    Mi domanderei anche, perché lo scopro solo ora dalle sue parole (o dalla scoperta di un fatto) e non ho mai colto dei segnali prima? Quei segnali che possono precedere questa come altri tipi di devianze, che divengono poi schiavitù, come l’alcool, la droga, ma anche una sessualità vissuta fuori di ogni regola fosse anche di “tipo” etero… E, tanto per capirci, pongo sullo stesso piano un figlio/a sposati, che mi venissero a dire: “mi sono innamorato di un altro/a… lascio mio marito/moglie”. Perché di adulterio si parla e di un peccato che porta l’anima a rischiare seriamente la Vita Eterna. Seppure nei figli sposati, adulti, certamente il “peso” della mia genitorialità cambierebbe.

    Bene, se la “scoperta” implica un coinvolgimento, un tempo anche doloroso di combattimento, combatterei, combatterie a fianco di mio figlio/a, con l’assiduità ai Sacramenti, ritornando, ripetendo e riacquisendo, assieme a lui/lei, ciò che le Scritture e la Chiesa insegnano, riscoprendo il profondo senso umano, logico e misericordioso che è insito in questi insegnamenti, per ritrovare anche il motivo profondo del perché questo “non può essere buono”. Di quale sia il significato di ciò che chiamiamo peccato (“mancare il bersaglio”, “mancare di comprensione”, “sbagliare la via”).
    Veglierei, per quanto mi fosse possibile, e lo/a inviterei a TAGLIARE con il peccato (se la tua mano ti scandalizza, tagliala. E’ meglio per te… ecc) e con tutte le occasioni, le circostanze, i luoghi, le “amicizie” che al peccato spianano la strada .
    Con lui/lei mi “attaccherei” alla preghiera, arma potente contro il Maligno. La preghiera che invoca il nome di Maria che schiaccerà la testa del Serpente.
    Certo che se si accetta il combattimento, avendo come alleato Cristo Nostro Signore, colui che ha sconfitto la morte, annientato il peccato che ci teneva schiavi, non potrà che esserci la vittoria. La Signoria è Sua e attraverso di Lui, Dio ci infonde la Forza dello Spirito Santo che ci fa RE della nostra vita, non sudditi o peggio schiavi.

    Se poi mio figlio/a mi mettesse davanti al “fatto compiuto”, alla scelta, che dovesse apparire come irreversibile dalle sue parole, mi farò molte delle domande che mi sono posto all’inizio… poi chiederò a Dio di avere di me misericordia, di infondere in me, che ho la tendenza ad essere un “giustiziere”, tutto l’amore possibile per questo mio figlio/a, sapendo che amarlo sarà anche non dare in alcun modo un avvallo a questa scelta di vita, né potrà avere la mia benedizione.
    A me resterà invocare per lui Misericordia, offrire la sofferenza, i sacrifici spirituali, le mie preghiere e tutto ciò che Dio vorrà mostrarmi perché mio figlio/a possa ravvedersi, tornare sui suoi passi, sapendo che, dice il Signore: “Forse che io ho piacere della morte del malvagio – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?

      1. Cacciatrice di stelle

        “Ma se parliamo di figli, dagli interventi che fai (dal tono dei quali si deduce che di figli forse non ne hai neppure, come si evince dal resto del testo) ho idea che io parlo e tu ascolti.” Cioè ho io l’esperienza di vita, con tanto di lezioni imparate, da condividere con te, e non viceversa.
        Io l’ho intesa così. Ci ho messo un po’, neh, neanch’io lo trovavo granché chiaro 🙂

          1. …bisognerebbe chiederlo all’autore (cosiddetto).
            A perte che l’autore potrebbe sempre dire (in ipotesi) che va bene così come è scritto nel post e nel senso che qualcuno intende e noi non sapremo mai se è vero o non è vero.E anche se dicesse che non va bene sarebbe uguale.
            [mentre invece, nel mio caso (a proposito del fatto che ho potuto sentire dire: “io, se mi nasce un figliolo così, l’ammazzo”) (sono tante le cose che si dicono) è sicuro che è falso].

  7. OT. A Lalla, Giusi, Angela, Roberto, Sara e a tutti coloro di cui non conosco il nome e che hanno ricordato mia sorella nelle loro preghiere. E ad Alvise che ha aggiunto i suoi auguri. Controllo fatto, allarme rientrato, tutto bene. Le vostre preghiere e i vostri auguri vi siano rose e fiori in paradiso. 😀

  8. 61Angeloextralarge

    Se avessi un figlio gay? Uno dei motivi per i quali ringrazio il Signore quotidianamente e che non sono madre fisicamente… sarei stata una pessima madre. Non per buttarmi giù… So che tante donne non hanno figli e li desiderano e desideravano: non voglio mancare loro di rispetto. Semplicemente avrei potuto tranquillamente partire di testa anche per “cose” meno rilevanti dell’averne uno gay.
    Ottimo post. Grazie. 😀

  9. Saverio Maratti

    Io un figlio gay non ce l’ho, ma in compenso sono stato io, figlio gay e posso dirvi cosa mi sarebbe piaciuto i miei genitori avessero o non avessero fatto.
    Mi sarebbe piaciuto non sentire alcun giudizio su una condizione che non ho scelto (e poco importa se è genetica o non lo è, nessuno è stato in grado di dimostrare alcunchè, fatto sta che questo sono, sono gay).
    Mi sarebbe piaciuto se mio padre avesse evitato appellativi offensivi ogni volta che il tema “omosessualità” viene citato nelle conversazioni o in televisione. Mi sarebbe decisamente piaciuto che nessuno dei miei genitori utilizzasse la parola “pederasta” in riferimento ad una condizioen che nulla ha a che vedere con l’abuso sui minori (o almeno ha tanto a che vedere con gli abusi sui minori quanto l’eterosessualità).
    Mi sarebbe piaciuto se i miei genitori avessero evitato faccine tristi e dispiaciute in merito ad una condizione che io vivo con assoluta serenità e senza sentirmi “diverso”, ne’ tanto meno “perverso” , “malato”, “immorale” o “deviato”. Non ho bisogno della compassione di nessuno anche perchè non vedo nulla da compatire nella mia vita.
    Mi sarebbe piaciuto se i miei genitori avessero trattato i miei compagni, e particolarmente il mio attuale compagno (col quale condivido la mia vita da quasi 8 anni) con la stessa familiarità e naturalezza con cui trattano i miei cognati e le mie cognate.
    Questo mi sarebbe piaciuto.

    Quando qualcuno chiede “e se tuo figlio fosse gay?” caro signor Piccolo, le sta semplicemente cercando di far presente che gli omosessuali non sono questa comunità astratta di strani individui che vivono su un altro pianeta, ma potrebbero benissimo trovarsi a casa sua, tra i suoi affetti più cari. Crede che il suo giudizio sarebbe altrettanto severo in questo caso ? Crede che forse spenderebbe qualche parola in meno per osteggiare una legge che cerca, semplicemente, di evitare che una minoranza di persone venga offesa quando non fatta ogetto di violenze ? Nel suo articolo lei si domanda quale sia il significato della domanda, ““ma se fossi tu ad avere un figlio omosessuale?” , quali persone ci siano dietro questa domanda, ma di fatto non risponde…quindi io glielo chiedo di nuovo, a lei ed a tutti gli altri che intervengono presso questo forum. E se fosse vostro figlio ad essere omosessuale ?

    1. Antome

      Condivido, non c’è niente di male ad essere gay. Certo l’adolescenza è un periodo delicato in cui ci può essere confusione e conformismo e quindi non si è trovata la propria identità, quello è un altro discorso.

  10. Lucia

    Ops, com’è che nessuno risponde a Saverio? E questa non è forse una testimonianza di vita vissuta? Non è forse la testimonianza di un dolore? E adesso beccatevi il mio, di dolore. Anche io figli non ne ho, forse sono troppo giovane, forse no, forse non ne avrò mai perché forse non riuscirò mai ad innamorarmi di un uomo. E’ da quando nutro delle pulsioni sessuali, direi quasi dieci anni, che ci provo, senza riuscirci. Ogni notte, ogni santissima notte per lunghissimi anni, sono andata a letto ed ho fatto la stessa identica preghiera a Gesù Cristo, esattamente lo stesso che amate nominare voi in tutte le salse: “Signore, fammi incontrare un uomo buono, che mi voglia bene, Fammi questa Grazia ed io ti ripagherò con tanti figli, così che almeno uno te lo possa prendere per il seminario.” Il mio disagio però cresceva. Non solo non c’era nessuno che si innamorasse di me, ma non esisteva neanche un ragazzo che mi corteggiasse, o che almeno mi considerasse in una determinata maniera. Io mi sentivo diversa, strana, non all’altezza, come tutte le mie amiche che piano piano iniziavano a scoprire il mondo degli uomini con spontaneità, naturalezza. Cercavo comunque di impegnarmi, se così si può dire. Ogni volta che ne avevo l’occasione cercavo di presentarmi al meglio in presenza di eventuali ragazzi, sperando che finalmente questa mia disponibilità potesse dare qualche frutto. Ma era sempre la stessa forzatura, la stessa frustrazione…io non ero spontanea, dovevo pensare cinque volte a cosa dire, a come muovermi, e poi mi annoiavo, mi annoiavo terribilmente. Possibile che io conoscessi solo maschi poco o nulla coinvolgenti? Le mie lacrime venivano asciugate dalla preghiera e dal Sacramento della Confessione. Eh sì, perché io sono nata cattolica, cresciuta cattolica, e con questo intendo: parrocchia, campi scuola, GMG, amici sacerdoti, e infine COMUNIONE E LIBERAZIONE, incontro paradossale, il perché lo capirete a breve, una volta entrata all’università. Specialmente la vicinanza al movimento diede alla mie fede un fascino ed una vitalità nuovi. Tutti quei ragazzi apparentemente entusiasti di vivere mi avevano convinto che senz’altro il Signore, presto o tardi, si sarebbe occupato anche di me. “Se Dio non ti dà ciò che domandi due sono i casi” mi dicevano “o hai già tutto, o ti sta preparando qualcosa di ben più grande”. E’ stata proprio una ragazza ciellina la prima che ho baciato. A dir la verità mi ha baciata lei, io ho ricambiato in preda al panico e alla confusione più profondi, ma con dentro la netta sensazione che quello che stava accadendo non era accaduto prima semplicemente perché tutte le ragazze che avevo avuto voglia di abbracciare, di baciare, o semplicemente tutte quelle donne per le quali avevo vissuto delle ossessioni dalla intensità variabile, erano chiaramente eterosessuali e non avevano mai potuto neanche lontanamente pensare che potevano piacermi. Ve la faccio breve e mi scuso per queste righe scritte di getto e in maniera confusionaria. Da quel bacio la mia esistenza è cambiata radicalmente. Sono stata costretta ad intraprendere un percorso serio di ricerca dentro me stessa, anche con l’aiuto di un sacerdote, ma parlare con lui non è certo facile, e di uno psicologo. Cerco di tracciare un filo logico e cronologico che colleghi mia madre a me, e me a tutte le donne della mia vita, molte quelle che mi hanno fatto battere il cuore davvero, e me a tutti gli uomini, pochi e dai tratti raramente affascinanti.
    Non lo so se sono lesbica, non lo so ancora, non so se lo saprò mai. So per certo che, fino ad adesso, non ho provato per un uomo niente di ciò che ho provato per una donna. So per certo che, se c’è una cosa che la mia religione mi ha lasciato (infatti non riesco più a pregare) è il bisogno inestinguibile di rispondere alla domanda di Pilato: ” Che cos’è la verità?” Io voglio una vita vera. E se la mia impossibilità di avere un marito corrisponderà a verità, allora dovrò avere il coraggio di guardarla in faccia; e se il mio cuore riprenderà a battere per una ragazza, dovrò avere il coraggio di dirlo, sicuramente a me stessa, poi forse a lei e anche alle persone che mi vogliono bene. Non lo so che scherzo assurdo mi sta tirando quel Gesù al quale avevo semplicemente chiesto una famiglia, ma quando smetto di sentirmi all’Inferno (sì, me lo immagino proprio come lo ha descritto Dante il mio girone) mi piace pensare che Gesù mi vuole bene lo stesso, me ne ha sempre voluto, e che quando arriverò da Lui mi sorriderà dicendomi: “Ti perdono, come perdono tutte le persone che ti hanno umiliata sulla Terra e che non hanno capito che, se fosse stato per te, non avresti certo vissuto come hai fatto. Ma hai amato sopratutto, nell’unica maniera che conoscevi. Perciò siediti accanto a me”.

    P.S. I miei genitori, se sapessero, morirebbero. Perché negli anni Sessanta un omosessuale era una sorta di demone a piede libero, che rendeva putrido tutto ciò che toccava. Spero e credo che i miei fratelli e le mie sorelle possano eventualmente capire, perché sono cresciuti con Giovanni Paolo II. Mi auguto vivamente che i miei nipoti, per quella volta che capiranno, abbiano dimenticato cos’è lo scandalo, e sappiano a memoria l’alfabeto della comprensione e del rispetto.

    1. Cara Lucia (e caro Saverio), la mia risposta l’ho data (credo) anche se è stata inserita prima dell’intervento di Saverio…
      Poi può piacer o non piacere, come posso capire che non piaccia a chi ha fato la scelta di una omosessualità vissuta in tutte le sue conseguenze, ma tant’è.

      A Saverio sarebbe piaciuto che i suoi genitori avessero un atteggiamento diverso, come ai suoi genitori sarebbe piaciuta una scelta diversa del figlio… che dire? Alla fine “pretendiamo” sempre gli altri comprendano – e accettino – le nostre ragioni. Anche volendo astrarsi per un momento dall’ “oggetto” del contendere, per cui si potrebbe pendere a priori per l’una posizione o l’altra, mi pare la non-accettazione stia da ambo le parti… è comunque un triste risultato.

      Ciò non significa, da parte mia, che ogni “ragione” porti in sé lo stesso valore morale, ma ogni persona, questo si, porta in sé lo stesso valore in quanto creatura di Dio.

        1. Si Alvise. Intendo TUTTI…
          Magari non TUTTI saranno d’accordo con me, ma sta nella PRETESA l’errore… è come se PRETENDESSI che sia chi sia, si converta.

          Penso tu mi comprenda (non “pretendo” che tu lo faccia :-))

          Ho iniziato a “seguire” Gesù Cristo, perché ho sentito che non pretendeva nulla da me, anche se è vero che Dio è un dio esigente 😉

    2. Giancarlo

      Cari Saverio e Lucia, non occorre essere omosessuali per avere un sacco di problemi nella vita. Anch’io ho sempre fatto e faccio tuttora fatica a vivere, anche se non mi va di raccontare. Quello che non accetto, da voi, è la vostra aria da “vittime dell’omofobia”. Quello che mi da fastidio è l’arroganza con cui vorreste far passare l’idea secondo la quale il problema non è la vostra omosessualità, ma la nostra omofobia. Non ci sto. Qualunque cosa significhi la parola omofobia, non accetto giudizi morali a causa delle mie idee che, tra l’altro, si fondano sulla realtà e sulla ragione, non certo sul pregiudizio o su ignoranza o intolleranza. Quello che non mi va è la vostra pretesa di sostenere che una relazione omosessuale equivale ad una relazione eterosessuale; non equivale invece, né per la persona, né per la comunità.

      Dire la verità, a volte, è difficile. Guardarla in faccia fa paura. Ma mentire a se stessi è sicuramente la scelta peggiore. Se provate delle invincibili pulsioni omosessuali, nessuno vi condanna per questo. Ma non provate a dire che l’omosessualità non è un problema; non provate a dire che il vero problema è l’omofobia.

      1. Saverio Maratti

        Penso che ognuno debba sentirsi libero di esprimere le proprie opinioni. Ma un conto è dire “io dissento”, o “questo secondo me è giusto, questo è sbagliato” ed un conto è chiamare una persona “immonda”, “schifosa”, “satanica” “perversa” etc, o, ancora peggio, picchiarla per il suo orientamento sessuale.

        >> non accetto giudizi morali a causa delle mie idee

        Scusa Giancarlo ma se non li accetti tu, vuoi spiegarmi perchè allora dovrei accettare io quando tu scrivi “non provate a dire che l’omosessualità non è un problema”

        Perchè dovrei dire che l’omosessualità è “un problema”, se io sono sereno nella mia condizione ? e se tu vuoi essere libero di dire quello che pensi perchè vuoi impedire a me di descrivere la mia condizione come sento ? Mi sembra evidente che l’omosessualità è un problema..per te !

        1. Giancarlo

          Naturalmente nessuno può essere insultato o, addirittura’ picchiato perché omosessuale. Non mi pare che qualcuno abbia sostenuto questa tesi, dunque perché lo ribadisci? Se tuo padre ha fatto questo, ha sbagliato. Io non insulterei, né picchierei i miei figli per nessun motivo.

          Non a caso ho detto che non accetto giudizi morali a causa delle mie idee:

          “L’omofobia è la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (LGBT), basata sul pregiudizio. L’Unione Europea la considera analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo[1]. Con il termine “omofobia” quindi si indica generalmente un insieme di sentimenti, pensieri e comportamenti avversi all’omosessualità o alle persone omosessuali.” Questa la definizione di omofobia su wikipedia.

          Non ho alcuna paura, né avversione nei confronti di persone LGBT, tantomeno basata sul pregiudizio. Neanche pongo in essere sentimenti, pensieri e comportamenti avversi alle persone omosessuali. Ritengo invece l’omosessualità un grave problema, capace di rovinare l’esistenza di una persona, ma fondo la mia opinione sui fatti e sulla ragione; quindi non accetto di essere equiparato ad un razzista. Ritengo la mia opinione, che cioè l’omosessualità sia un grave problema, perfettamente legittima e non censurabile. Quindi tu devi accettare il mio giudizio, che non è di natura morale, né riguarda la tua persona. Mentre è del tutto illegittimo, da parte tua, chiamarmi omofobo, parola che esprime un giudizio morale sulla mia persona.

          1. Saverio Maratti

            Giancarlo, mi ci vorrebbe una pagina intera per risponderti e non voglio tediare te e i lettori del forum di Costanza con quello che inevitabilmente sfocierebbe in un acceso dibattito sul tema. Mi limito a farti presente che TU dici di considerarel’omosessualità un problema in base a ‘fatti’ .
            Questi sono i fatti. Io sono omosessuale. Vivo la mia condizione (e la mia relazione) in assoluta serenità. Sono un cittadino che paga le tasse, che rispetta le leggi. Nella mia città, nel mio contesto sociale e lavorativo (sono un professionista) nessuno sembra avere alcun problema ne’ con la mia condizione ne’ col mio compagno. Non arreco nessun danno a nessun individuo intorno a me, mentre la mia relazione omosessuale porta grandi benefici a me ed al mio compagno. Dove sta il “problema” ? quale esistenza è rovinata ? La mia ? No. Quella delle persone intorno a me ? Nemmeno. Se vuoi dirmi che “alcuni” omosessuali sono un problema, ti rispondo che sono d’accordo….e che lo sono anche “alcuni” eterosessuali. Se vuoi dirmi che la mia condizione non è accettabile per il tuo credo religioso, amen. Ma questo è allora un discorso di credo religioso. Non di “ragione”. Se tu pensi di essere legittimato a dirmi che la mia vita è “un problema” , allora, secondo lo stesso criterio, io devo risponderti che mi sento legittimato a dirti che tu sei “omofobo”. Ti auguro comunque ogni bene.

            1. Giancarlo

              Saverio, nella chiesa cattolica tutti, compresi gli omosessuali, sono tranquillamente accettati ed amati. Né io ho problemi ad accettare omosessuali nella chiesa cattolica. Peraltro non mi dà fastidio nemmeno la presenza di ladri, assassini, farabutti della peggior risma, pedofili, mafiosi, drogati, politici, Berlusconi, Vendola, Vladimiro Guadagno… e chi più ne ha ne metta. Vedi Saverio, è Gesù stesso che ha detto di essere venuto per i malati, non per i sani. Ora, la tua eventuale presenza nella chiesa cattolica, non devo certo essere io a gradirla o meno; sei tu che devi capire se sei “malato” (spiritualmente) o sano. Se pensi di essere malato, allora fai benissimo a venire in chiesa per cercare la guarigione; se invece pensi di essere sano (spiritualmente), allora la chiesa cattolica non è posto per te. Tutto qua. Io vado in chiesa perché so di essere gravemente ammalato. Tu fai quello che vuoi, io non mi sono mai sognato di venire a sindacare se tu puoi o non puoi essere accettato nella mia chiesa.

              Il mio ragionamento sull’omosessualità, invece, è basato proprio sulla ragione e sui fatti, non sulla religione a cui non ho mai fatto riferimento. Per il resto, non mi sono mai sognato di dirti che la tua vita è un problema. Sono fatti tuoi. Dico semplicemente che l’omosessualità è una condizione che nega la propria natura, maschile o femminile che sia. Impedisce di godere di una relazione d’amore feconda. Interrompe il naturale perpetuarsi delle generazioni, negando la gioia dei nipotini ai genitori degli omosessuali. Tutto questo è o non è un problema? Secondo me si, un grande problema; prima di tutto per le persone omosessuali; poi per l’intera società. Tuttavia, sono pienamente consapevole che questa è solo la mia opinione (che però penso di poter argomentare abbastanza bene). Non ti chiedo di condividerla per forza. Pretendo però di poterla esprimere liberamente, dato che non è un giudizio, tantomeno morale, sulla tua persona; e chiedo di poterla esprimere senza che tu ti senta autorizzato a darmi dell’omofobo (qualunque cosa voglia dire) che, invece, esprime un giudizio morale sulla mia persona.

              E’ CHIARO ADESSO?

              1. Onestamente anch’io Saverio (giacché gradivi il mio interloquire… ;-)) non vedo nulla di “omofobo” o di offensivo diretto alla tua persona, in quanto espresso da Giancarlo…

              2. Saverio Maratti

                Giancarlo e Bariom,

                no, non c’è nulla di offensivo ed omofobo in QUESTO messaggio di Giancarlo (anche se non ho particolarmente apprezzato essere messo nella stessa categoria di “di ladri, assassini, farabutti della peggior risma”, ma comunque….).

                Giancarlo, se, come dici, il tuo ragionamento è basato sulla “ragione e sui fatti” e non sulla religione, veniamo allora alla ragione ed ai fatti.

                >>non mi sono mai sognato di dirti che la tua vita è un problema.

                Bhe, sei tu che nel messaggio del 21 settembre hai scritto “Ma non provate a dire che l’omosessualità non è un problema”.

                >>l’omosessualità è una condizione che nega la propria natura, maschile o femminile che sia.

                Io non nego la mia natura di maschio. Non voglio essere donna. Sono contento di essere quello che sono. Un uomo omosessuale. La natura di “maschio” di un uomo non si sostanzia esclusivamente nella sua attività riproduttiva. Io resto maschio, per una questione genetica, con o senza figli. Cosa diresti altrimenti di tutti quei maschi che, per scelta o per sterilità (propria o della moglie) non si riproducono ? Non restano pur sempre maschi ?

                Visto che, come dici, affrontiamo il discorso da un punto di vista dei “fatti” e non della religione, vorrei aggiungere.
                Io potrei potenzialmente riprodurmi quando voglio e senza alcun bisogno di alcuna assistenza medica. Ti diro’ di più, mi è capitato, in un paio di occasioni, che donne con le quali ho uno stretto legame di amicizia mi abbiano chiesto di fare un figlio con me e di crescerlo insieme. Da un punto di vista dei “fatti” non c’era alcun impedimento a che ciò avvenisse (potremmo fare un discorso di “giusto o sbagliato” secondo la mia o la tua morale, ma capisci bene che questo è un altro tipo di discorso, qui stiamo parlando semplicemente dei “fatti” e della “natura”). Concepire la riproduzione all’interno di una coppia unita anche sentimentalmente (cosa, in se, a mio avviso assolutamente giusta) non ha nulla a che vedere con la natura, in se, bensi’ con i costumi, la societa’, la religione. Tutto questo per mettere in chiaro che, se di semplice riproduzione stiamo parlando, essere omosessuali non significa vivere un impedimento alla riproduzione.

                Resta il fatto che una persona che non si riproduce (vuoi per scelta o per altri motivi) non è necessariamente “un problema”, o non vive necessariamente questo fatto come “un problema” . Io non mi sono riprodotto. Non vivo questa cosa come un problema, o come una privazione. E’ stata una mia scelta. Da millenni alcuni esseri umani si riproducono ed altri no. Non credo che la razza umana si estinguerà perchè alcuni non si riproducono. Il numero degli abitanti del pianeta terra continua a crescere. Con o senza omosessuali, con o senza figli.

                >>Secondo me si, un grande problema

                Appunto……………..secondo te !

                >>per l’intera società.

                Perchè è un problema per la società ? Ribadisco, la popolazione mondiale continua a crescere. La denatalità in Italia è ammortizzata dalla immigrazione e comunque non è certo causata dagli omosessuali (è causata dal costo della vita, dalla difficoltà nel trovare un lavoro ben remunerato e dalla pressocchè assenza dello stato nell’aiutare le famiglie con figli). Io, in quanto non padre, pago più tasse (giustamente), qui dove vivo, proprio per aiutare le famiglie con figli. Dove sta il danno per la società?

                >>Pretendo però di potere esprimere la mia opinione liberamente, dato che non è un giudizio

                Certo che la devi esprimere ! Ma sei stato tu a volermi chiudere la bocca scrivendo “non provate a dire che l’omosessualità non è un problema” !!!
                Grazie.

          2. Antome

            Sono finiti anche loro nei campi di sterminio, quindi è analogo, l’avversione di un essere umano pari ad un altro, non può avere la precedenza sul rispetto che a questo si deve.

            1. Giancarlo

              Io non ho alcuna avversione nei confronti di Saverio, non ho avversione nei confronti degli omosessuali. Penso però che l’omosessualità sia un grave problema per tutti, a cominciare dalle persone omosessuali. Voglio poter esprimere questa mia opinione liberamente senza che nessuno si senta autorizzato a darmi dell’omofobo.

              E’ assurdo come sia diventato difficile, persino in un blog cattolico, far passare questa semplice opinione: l’omosessualità è un male. E abbasta mo!

  11. Però, pensandoci bene, potrebbe anche darsi che noi non fossimo né maschi né femmine, ma, essenzialmente (SIC!!!), esseri umani. Poco importa quello che ci avessimo tra le gambe o dentro le trippe (che come tanti ci insegnano, può anche venir controllato). Esseri (o non esseri) umani! Non stalloni o giumente o tori o vacche o montoni o pecore eccetra…

    1. Se mio nonno avesse avuto le ruote, sarei stato una cariola… non fa una grinza (sic!)

      Sta di fatto che Dio creò l’Uomo (essere umano), maschio e femmina LO creò, come ebbe a dire Giovanni Paolo II (che rende molto bene l’idea)

      Perché poi caro, Alvise tra essere umani asessuati e “stalloni”, “giumente” e compagnia cantante, c’è un gran bella “via di mezzo” 😉

      1. Quando sento parlare dell’Uomo, creato maschio e femmina, mi vien sempre in mente quel cronista del Duecento che a proposito di un gran terremoto scriveva «perierunt multi homines utriusque sexus».

  12. angelina

    Il pezzo mi è molto piaciuto. Simpatico, efficace, non ho altro da aggiungere ai vostri commenti.
    Mi pare che comunque l’attualità si aggiorni a ritmi inesorabili, non sarà che ormai la domanda del momento è: se avessi un padre gay? (O madre, o genitore, o quel che l’è.. 😉 )

  13. Lucia

    “…come posso capire che non piaccia a chi ha fato la scelta di una omosessualità vissuta in tutte le sue conseguenze, ma tant’è”…. Da questa frase, Bariom, desumo 1) il fatto che capisci veramente meno di quanto sarebbe necessario, sicuramente meno di quanto non lascino intendere le tue parole; 2) che, ancora una volta, le persone come te sono convinte che essere omosessuali corrisponda ad una scelta come un’altra: mi iscrivo a Lettere o a Giurisprudenza; mi metto i pantaloni o la gonna; mangio lo yogurt o il gelato. L’omosessuale sceglie solamente come reagire al proprio orientamento: può nasconderlo o esternarlo; può viverlo serenamente se ci riesce o continuare a fustigarsi ad ogni risveglio; può stare da solo e solo morire, o accettare il bene e sì l’amore, perché è anche quello un tipo di amore, di una persona vicina. Il secondo tipo di scelta è certamente più corrispondente alla persona umana rispetto al primo. Nessuno è fatto per stare solo.

    1. @Lucia, mi dispiace… anche perché desumi male sia su 1) che su 2) 😐 ma tant’è (scusa la ripetizione…)

      E’ molto facile essere fraintesi in questi contesti.

    2. Aris

      cara Lucia il tu credi che il tuo problema sia la mancata accettazione da parte degli altri della tua condizione, in realtà sei tu che non accetti il disegno che Dio ha per te, accettare di intraprendere quel cammino durissimo ma che ti porta alla santità. E’ una tua scelta puoi farla o no, è esattamente questa la libertà di Dio ma sappi che la croce da portare ce l’abbiamo tutti e, ti sembrerà strano, qualcuno anche molto più pesante della tua.

      1. Antome

        Nel presunto non accettare il disegno di Dio, tra l’altro per cause estranee alla propria volontà, non si manca di rispetto a nessuno, di quelli che lo seguono, non si può quindi rigirare il problema sulla persona a cui viene fatto mancare il rispetto. Il problema è di chi non rispetta chi non gli ha fatto nessun torto.

    3. @Cara Lucia mi dispiace che tu abbia dedotto dalle mie parole cose che non corrispondono al mio pensiero…
      Di fatto avevo in animo di rispondere al tuo intervento (che ho molto apprezzato) in modo più diffuso (mi spiace per chi vorrà prendersi la briga di leggere…) e “meditato”, ma questo richiede tempo che a volte poi sfugge e magari non sene fa nulla.
      Mi dispiace anche (spesso lo ricordo) quel “le persone come te…”, perché io (cerco) di non rivolgermi ad altri “massificando” e avrei risposto a te come “persona” e non come “le persone come te”.
      Di fatto di me non sai nulla, delle mie croci, dei miei, combattimenti, delle mie “lotte con Dio” e di questo avrei voluto parlarti, giacché non posso parlarti della mia omosessualità (non farmene una colpa 😉

      Visto che sei stata così concreta nel riportare la tua esperienza e che sembri cercare ancora una risposta, mi permetto “in punta di piedi” ma basandomi sulla mia esperienza concreta di tornare su alcuni dei punti che hai esposto.

      Dici che ogni notte, ogni santissima notte hai pregato dicendo: “Signore, fammi incontrare un uomo buono, che mi voglia bene, Fammi questa Grazia ed io ti ripagherò con tanti figli, così che almeno uno te lo possa prendere per il seminario.”
      Non voglio assolutamente disprezzare la tua preghiera, ma mi fa riflettere una richiesta in cui tu hai (o avevi) deciso già il tuo futuro, compreso l’aver tanti figli (anche se per “ripagare il Signore) e uno in seminario.
      Per quel che ho imparato (sulla mia pelle, la preghiera non è un “do ut des” e la “vocazione” seppure sia una spinta interiore e anche (e soprattutto) un “chiamata”, quindi io sento una spinta a questa o quella (anche ottima santissima) realizzazione di me, ma tu Signore, cosa vuoi da me?
      Noi riempiamo la nostra preghiera spesso di parole e di richieste (ma non sappiamo neppure cosa è buono per noi, ricorda la scrittura…) ma questa dovrebbe essere soprattutto porsi in ascolto.
      Ne deriva che spesso le nostre preghiere risultino (concretamente o apparentemente) inascoltate.
      Che dire delle mie preghiere notturne quando pregavo Dio perché facesse salva la vita – terrena – della madre dei miei figli, perché la guarisse dal tumore che se la divorava? Inascoltate, giacché è salita al Cielo. Questo lo scrivo non per pormi ad esempio, ma per dirti che so di che stiamo parlando…
      E così ora ti ritrovi incazz nera con quel Cristo (che noi amiamo nominare in tutte le salse…) che ti ha deluso, tradito, ignorato. Mai pensato che invece Lui ti volesse tutta per sé? (E’ solo un’ipotesi…)
      Lui il più bello degli sposi, quello per cui nessuna delle suore che ho conosciuto veramente innamorate di Lui, mai cambierebbe con nulla e nessuno…

      Bene, vennero anni di turbamento, di domande, di delusioni e di… ossessioni. Hai usato tu questo termine. A caso, non credo. Un’ossessione pur di cosa “lecita”, può essere una cosa buona per lo spirito?
      Le difficoltà che riporti da adolescente o più in là, nel rapporto con l’altro sesso si potrebbero ricondurre a quelle di migliaia di altri giovani (maschi e femmine), che in questo “campo” si sentono dei veri e propri “nerds” (uso il termine tanto per sdrammatizzare). Poi ci sono quelli che come me sono talmente pieni si sé che pensano che i propri insuccessi siano sempre colpa degli altri…. e così anch’io ho aspettato oltre diedi anni per “convolare a giuste nozze” 😉

      Che dire della mia attuale moglie… (dopo la vedovanza, grazie a Dio – e non per modo di dire). A atteso 43 anni – vabbè scaliamone un po’ per gioventù – per incontrare me, vedovo e con tre figli. E quanto lo ha chiesto a Dio un marito. Certo dopo tanta attesa poteva pretendere qualcosa in più piuttosto che avere il sottoscritto, ma è un fatto che quando ci siamo incontrati ha sentito che ero l’uomo che Dio le metteva davanti.

      Così arriviamo al tuo “fatidico” incontro… sei stata baciata e da una donna. Non ti ha fatto un gran servizio quella ragazza, soprattutto considerando che sia tu che lei (ambedue nella Chiesa e in un’esperienza dove non penso leggiate “topolino”…) sapevate bene cosa si intende per peccato, cosa comporta spiritualmente parlando la condotta (non la pulsione) omosessuale.
      Una caduta, uno sbandamento, in cui il tuo desiderio di amare e essere amata da “qualcuno”, qualcuno che riempisse quella tremenda solitudine interiore, qualcuno che desse un senso al mio esistere, perché non si può vivere e morire soli (verissimo), un “attimo sconvolgente”, che alla fine si è tramutato in cosa? In un rapporto che è continuato in un peccato in cui il Demonio ti ha gabbato (uso questi termini non per essere duro, ma perché per la tua storia so che li comprendi…), perché Lucifero – portatore di luce – difficilmente ti presenta il peccato (qualunque peccato) per quello che realmente è!
      E cosi ora, oggi, la tua vita spirituale al lumicino (infatti non riesci più a pregare).
      E qui permettimi una notazione personale, rimasto solo, dopo la morte della mia sposa, ho avuto un bel daffare fortemente aggrappato a Cristo e alla mia Croce, per mantenermi nella castità, per non cercare consolazioni in braccia che non potevano condividere con me la possibilità di un altro matrimonio in Cristo… ma sarebbe stato così più semplice cercare altre strade.
      Giustamente qualcuno qui ti ha già fatto osservare che il problema sta tutto lì… nell’accettare la Croce, nel chiedere a Dio di darci la forza per portarla, perché chi scende dalla sua Croce, trova un leone ruggente alla sua base, pronto a divorarlo (non sono parole mie…)

      Lucia cara, quando parlo di scelte, che so non essere come mangiare un gelato o bersi una coca è di questa che parlo…
      Tu stai tenendo ancora la porta aperta a Dio, lo si capisce, e ha ragione a non dubitare comunque del suo perdono, ma come tu dici, stai sperimentando l’inferno (qui e ora), quindi scegli nuovamente Dio, buttati in Cristo, allontana da te quella voce omicida e menzognera che ti ripete in continuazione: “Vedi, Dio non ti ama! Altro che Padre è un mostro, guarda in che situazione ti ha messo… ti ha abbandonato”.
      Riprendi la preghiera, i Sacramenti, torna alla confessione cento volte e cento ancora se necessario…
      L’Uomo non è fatto per stare solo… verissimo, ma il suo bene ultimo, il suo vero riposo, il suo vero conforto, il suo vero Amore, è stare con Dio.. e non parlo del “dopo la morte” e in Dio si aprono strade di condivisione e di fecondità che neppure possiamo immaginare

      Le mie (apparentemente inutili) preghiere notturne, mi hanno insegnato una cosa, che esaurita la voce e la forza per chiedere a Dio la sola cosa che volevo, si è fatta strada una voce, che non era la mia e che diceva “… ma sia fatta la tua, non la mia volontà” e – ascoltando – anche la paura della morte, mi ha lasciato.

      Chiedo perdono a tutti, forse ho abusato di questo spazio, me se ci fosse stato una altro modo per rispondere a Lucia, avrei fatto diversamente…

  14. Alessandro

    Saverio

    “Crede che forse spenderebbe qualche parola in meno per osteggiare una legge che cerca, semplicemente, di evitare che una minoranza di persone venga offesa quando non fatta oggetto di violenze ?”

    Evidentemente lei non sa di cosa sta parlando, quando parla del ddl Scalfarotto.

    1) come dovrebbe essere noto, non solo il codice penale tutela già le persone omosessuali contro offese e violenze, ma a chi si macchiasse di questi reati è applicabile la circostanza aggravante comune dell’ “aver agito per motivi abietti o futili” (art. 61 comma 1).

    2) il ddl Scalfarotto come approvato alla Camera (passerà ora all’esame del Senato), è gravemente iniquo perché applica ai reati contro la persona omosessuale le stesse aggravanti (previste dalla legge Mancino) che si applicano a reati di stampo razzista e xenofobo. Accade così che, in modo manifestamente ingiusto, le persone omosessuali godano di una maggior tutela giuridica rispetto all’anziano o al disabile. Perché l’omosessuale dovrebbe avere maggior dignità giuridica dell’anziano, del disabile o di appartenente ad altra categoria sociale particolarmente debole, e dunque meritevole di maggiore protezione?
    Si tratta evidentemente di una misura ideologica che, lungi dal garantire all’omosessuale una tutela giuridica finora insufficiente, mira a favorire l’introduzione nel nostro ordinamento del riconoscimento delle unioni omosessuali (come si potrà negarlo, se la categoria “omosessuali” assume una dignità giuridica superiore a quella del disabile e dell’anziano)?

    Si pensi inoltre a come sia minacciata la libertà d’espressione dal fatto che l’inquadramento della tutela antiomofobia all’interno della legge Mancino comporti che ogni presunto reato (inclusa la diffamazione) contro l’omosessuale sarà procedibile d’ufficio; cioè, in soldoni, il ddl Scalfarotto approvato alla Camera prevede che non sia necessario l’intervento preventivo di denuncia o querela perché il procedimento penale abbia inizio.

    Il ddl Scalfarotto ha anche altre palesi storture, legate alla indeterminatezza del presupposto della fattispecie penale (l’indefinito concetto di “omofobia”); indeterminatezza che i tentativi di precisazioni introdotti non hanno certo sanato, e che dunque non scongiura il rischio che nell’applicazione di una legge che fosse approvata così come è stata licenziata dalla Camera si vada a ledere diritti costituzionalmente riconosciuti e garantiti quali quello alla libertà d’espressione ed alla libertà religiosa.

    Aggiungo che un marcato inasprimento penale a tutela di alcune categorie dovrebbe essere giustificato come minimo sulla base di una conclamata e verificabile emergenza. Ma in Italia non esiste alcuna emergenza-omofobia (per così dire):

    http://giulianoguzzo.wordpress.com/2013/07/24/omofobia-lallarme-che-non-ce/

    1. Alessandro

      Se qualcuno fosse convinto che il c.d. sub-emendamento Gitti introdotto nel ddl Scalfarotto metta al sicuro la libertà religiosa, legga che ne dice Scalfarotto:

      “Il sub-emendamento Gitti in realtà è molto meno preoccupante di come sia stato descritto. Basta leggerlo. Vi si dice che non costituiscono atti di discriminazione le condotte delle organizzazioni di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto a queste condizioni:
      a. se sono conformi al diritto vigente
      b. se sono assunte all’interno (non all’esterno) dell’organizzazione
      c. se si riferiscono all’attuazione di principi e di valori di rilevanza costituzionale
      Tutto questo solo “ai fini della presente legge”. Questo vuol dire che se vi è un’altra norma che stabilisce un divieto di discriminazione (per esempio: norme sul divieto di discriminazione sul lavoro), queste non vengono sanate da questo emendamento. Si tratta solo di una scriminante ai fini della legge penale, non di una scusante di carattere generale.”

      La domanda è: quindi se leggo in parrocchia le parole di San Paolo sull’omosessualità non compio atto di discriminazione omofobica e non incito alla discriminazione omofobica, e pertanto non sono punibile dal ddl Scalfarotto; ma se le leggo all’ESTERNO della parrocchia, sono punibile dal ddl approvato alla Camera?

      No, dirà qualcuno, non sono punibile, perché mi protegge l’altro emendamento approvato, che dice: “Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente”.

      Ma la domanda è: se leggo le parole di San Paolo (mi riferisco soprattutto a Rm 1, 26-7), sto esercitando “libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee”, e quindi non sono punibile, o sto istigando all’odio “omofobico”, e quindi sono punibile?

      Oltre all’intrinseca iniquità del ddl approvato, di cui dicevo nel commento precedente, anche gli elementi di criticità che ho evidenziato in questo commento meritano, credo, qualche riflessione…

      1. …ma chi glielo ha fatto fare a S.Paolo di scrivere quelle “invasazioni” e chi glielo farà fare all’eventuale proclamatore in pubblico delle stesse di proclamarle?

      2. Alessandro

        A proposito di quanto ho scritto sul ddl Scalfarotto approvato alla Camera, si può leggere quanto dichiarato dall’on. Pagano:

        “La clausola di salvaguardia si propone anche di proteggere «le organizzazioni di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione, ovvero di sanità o di culto». All’interno di questi ambiti si potrà esprimere il proprio credo, ma nelle piazze, a scuola, nei convegni pubblici, in famiglia?
        «Non solo è discutibile un compromesso che tutela solo la libertà di espressione di qualcuno e non di ogni cittadino, e valido in certi ambiti ma non in tutti, il problema è anche che in un impianto normativo del genere è facile che questa clausola sia messa in discussione e che anche queste organizzazioni perdano la tutela». Perché? «“Omofobia” e “transfobia” sono reati indefiniti e quindi saranno decisi tramite sentenze che potranno stabilire, come succede all’estero, che è reato dire che il matrimonio è solo fra uomo e donna o che l’adozione da parte delle coppie omosessuali è sbagliata. Se questi diventeranno reati come potranno essere tollerate delle zone franche? In una giurisprudenza come la nostra, dove il diritto scritto viene messo in secondo piano rispetto alle interpretazioni dei giudici, sarà facile che i magistrati sollevino dubbi su una clausola di salvaguardia ambigua che contrasta con tutto l’impianto della legge».

        «Alla Camera il dibattito è stato strozzato. In commissione non volevano permettermi di presentare emendamenti né di discutere. Le sedute sono state notturne e i tempi che il Pdl aveva per parlare erano ridotti rispetto a quelli degli altri partiti. Per questo, mentre mi opponevo, c’era chi diceva che stavo sprecando tempo, che orami la deriva era interna a ogni partito, e che tutto sarebbe finito 628 voti a favore del ddl e 2 contro. Io e Roccella siamo partiti soli, abbiamo chiesto tempo, presentato numerosi emendamenti, abbiamo cercato di informare i cittadini e il Parlamento dei contenuti liberticidi del ddl. In molti hanno compreso e così siamo arrivati a 110 voti in due mesi.
        Al Senato, visti in numeri, si può fare ancora di più. L’importante è non puntare al ribasso».

        http://www.tempi.it/omofobia-pagano-emendamento-salvavescovi-gitti-scalfarotto

  15. Lucia

    Rieccomi Bariom, grazie per la tua risposta, forse stiamo facendo spam o forse qualcuno avrà piacere di leggere…come dici tu abbiamo iniziato a parlare qui e qui continuiamo, sempre se agli altri non pesa.

    Quando accenni all’ipotesi che Lui possa volermi tutta per sé ti riferisci ad una strada ben precisa come una consacrazione laica o religiosa che sia? Se è così, ti dico che ci sono stati dei momenti in cui ci ho pensato, ma sono stati degli attimi di esaltazione in cui ho creduto che sarei stata felice così, che sarei stata forse anche più brava o coraggiosa di altri se avessi intrapreso una determinata strada…era una cosa appiccicata a me più da suggestioni esterne che da un percorso interiore sincero. Se ripenso a mente fredda a quei momenti in cui mi dicevo “ma non è che devo farmi Memor Domini?” sorrido in maniera un po’ affettuosa, se vogliamo, perché ad oggi interpreto quello stato come un annebbiamento causato da un’immersione totale in CL, movimento dal quale ho in seguito avuto modo di prendere le distanze (e quella ragazza in questo non c’entra niente).

    Hai poi ripreso l’argomento delle mie difficoltà adolescenziali nell’approccio all’altro sesso. Ti garantisco che sono tutto, ma proprio tutto, meno che una nerd. Se c’è una cosa che mi riesce bene nella vita è socializzare, stare con gli altri, conoscere le persone di ogni tipo e genere, adoro parlare, esporre le mie opninioni ed ascoltare quelle altrui. Sono così da sempre, in questo sicuramente ha giocato un ruolo la mia numerosa famiglia.
    Per quanto riguarda il mio eventuale ego gigantesco, ti confermo senza problemi che è veramente molto gigantesco, esattamente come quello di un sacco di altre persone…qui non stiamo parlando di carattere, stiamo parlando di orientamento…è un fatto che non sono attratta, interessata, coinvolta, dai ragazzi, mentre lo sono dalle ragazze. Devo dire che è anche un fatto che i ragazzi non sono attratti, interessati, coinvolti da me, come se intuissero che su di me non riescono a fare breccia.

    Infine torniamo a bomba sul concetto di Croce. Ho sempre creduto molto alle parole di Padre Turoldo quando diceva che Dio non manda mai dolori o maledizioni. Gesù nel Vangelo guarisce, ogni volta che può farlo allevia le pene, consola, accarezza. Un dramma come quello della malattia non lo invia Dio dall’alto come una sorta di Deus est machina dal gusto sadico; semplicemente anche gli elementi naturali, e quindi i geni e le molecole, sono dotati del libero arbitrio e agiscono nella piena autonomia intenzionale. Un uomo malato o peggio ancora, il marito di una donna malata, può poi scegliere di passare attraverso questa esperienza da cristiano, pregando, chiedendo aiuto, essendo coraggioso e ringraziando infine Gesù della forza donata, qualunque sia stato l’esito raggiunto; oppure no.

    Devo essere sincera: l’ipotesi di un’omosessualità vissuta come la croce vitalizia mi deprime integralmente. A me non era stato promesso questo, mi era stato promesso il centuplo quaggiù. Giussani diceva sempre che il Fatto cristiano è conveniente, perché Cristo per noi ha già vinto!

    Ultimamente si sta facendo spazio in me quest’idea: il problema principale consta nella pretesa di interpretare tutto il pensiero di Dio, quasi mettendosi al Suo posto e non lasciando spazio alla sua azione…io mi arrovello giorno e notte per cercare di capire perché e se sono così, ma la verità è che non lo so, e se anche lo sapessi non cambierebbe, probabilmente, niente, non l’ho scelto, fosse per me non sarei così, ma se alla fine sono così devo anche sentirmi in colpa?! Devo -veramente- fuggire il mio istinto, la mia fisicità, che io -non mi sono data-? Il rischio concreto, temo, sarebbe quello di cadere in una vera e propria schizofrenia.

    Mi sono molto lasciata andare, chiedo scusa a tutti.

    1. Sara

      Cara Lucia, quel tuo “mi arrovello giorno e notte” mi ha fatto venire in mente questa bella preghiera che voglio lasciare qui per te, per Saverio (che ripete “mi sarebbe piaciuto”: anche a me sarebbero piaciute tante cose, ma non si può pretendere di essere sempre centro del mondo e misura di tutto, e poi preferisco la Sua volontà) e per tutti gli altri, perché è di una potenza incredibile e tutti ne abbiamo o ne avremo bisogno. Un abbraccio e buon cammino!

      GESU’ PENSACI TU
      (ATTO DI ABBANDONO contro le ansie e le afflizioni. Don Dolindo Ruotalo, Sacerdote napoletano vissuto e morto in concetto di santità, ha scritto questo insegnamento sull’abbandono in Dio ispiratogli da Gesù stesso)

      Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a Me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico, in verità che ogni atto di vero, cieco completo abbandono in me produce l’effetto che desiderate e risolve le situazioni più spinose. Abbandonarsi a Me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a Me una preghiera agitata perché Io segua voi e cambiare così l’agitazione in preghiera.
      Abbandonarsi, significa chiudere placidamente gli occhi dell’anima, stornare il pensiero della tribolazione e rimettersi a Me, perché lo solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, all’altra riva.
      Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo e il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge. Quante cose Io opero quando l’anima, nelle sue necessità spirituali e in quelle materiali, si volge a Me, mi guarda e, dicendomi “PENSACI TU” chiude gli occhi e riposa!
      Avete poche Grazie quando vi assillate per produrle; ne avete moltissime quando in preghiera è un affidamento pieno a Me. Voi nel dolore pregate perché lo tolga, ma perché lo tolga come voi credete… Vi rivolgete a Me, ma volete che Io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma che gliela suggeriscono.
      Non fate così ma come vi ho insegnato nel Pater: “SIA SANTIFICATO IL TUO NOME”, cioè sii glorificato in questa mia necessità: “VENGA IL TUO REGNO”, ossia, tutto concorra al tuo Regno in noi e nel mondo, “SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ”, PENSACI TU.
      Io intervengo con tutta la mia onnipotenza e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: “SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ, “PENSACI TU”. Ti dico che Io ci penso, che intervengo come medico e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l’infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e dì: “PENSACI TU”. Ti dico che Io ci penso.
      È contro l’abbandono, la preoccupazione, l’agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto. È come la confusione dei fanciulli, quando pretendono che la mamma pensi alle loro necessità e vogliono pensarci loro, intralciando con le loro idee e i loro capricci infantili il suo lavoro.
      Chiudete gli occhi e lasciatevi portare dalla corrente della mia Grazia; chiudete gli occhi e lasciatemi lavorare; chiudete gli occhi e non pensate al momento presente; stornate il pensiero dal futuro come da una tentazione. Riposate in Me credendo alla mia bontà e vi giuro, per il mio Amore che, dicendomi con queste disposizioni: “PENSACI TU”, Io ci penso in pieno, vi consolo, vi libero, vi conduco.
      E quando debbo portarvi in una via diversa da quella che vedete voi. Io vi addestro, vi porto nelle mie braccia, poiché non c’è medicina più potente di un mio intervento di Amore. Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare e vi abbandonate cosi alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come Io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi e come mi accoro nel vedervi agitati!
      Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda alle iniziative umane. Confidate perciò in Me solo, riposate in Me, abbandonatevi a Me in tutto.
      Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in Me e del nessun affidamento in voi: Io spargo tesori di Grazie quando voi siete nella piena povertà!
      Se avete vostre risorse, anche in poco, o se le cercate, siete nel campo naturale, seguite quindi il percorso naturale delle cose che è spesso intralciato da satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi. Opera divinamente chi si abbandona a Dio.
      Quando vedi che le cose si complicano, dì con gli occhi dell’anima chiusi: “GESÙ PENSACI TU”. E distraiti, perché la tua mente è acuta… per te è difficile vedere il male. Confida in Me spesso, distraendoti da te stesso. Fa’ così per tutte le tue necessità. Fate così tutti e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio Amore.
      Io ci penserò, ve lo assicuro.
      Pregate sempre con questa disposizione di abbandono, ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando Io vi faccio la Grazia dell’immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza. Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e dì con tutta l’anima: “GESÙ PENSACI TU”. Non temere, ci penso Io e tu benedirai il tuo nome umiliando te stesso. Le tue preghiere non valgono un patto di fiducioso abbandono; ricordalo bene. Non c’è novena più efficace di questa:
      “O GESÙ, MI ABBANDONO IN TE, PENSACI TU”.
      “ABBANDONATI AL MIO CUORE…E VEDRAI”.
      Voglio che tu creda nella mia Onnipotenza e non nella tua azione: che tu cerchi di mettere in azione Me, non te negli altri.
      Tu cerca la mia intimità, esaudisci il mio desiderio di averti, di arricchirti, di amarti come voglio. Lasciati andare, lasciami riposare in te, lasciami sfogare su di te continuamente la mia Onnipotenza. Se tu rimarrai vicino a Me non ti preoccuperai di fare per conto tuo, di correre per uscire, per dire di aver fatto; mi dimostrerai che credi nella mia Onnipotenza e Io lavorerò intensamente con te quando parlerai, andrai, starai in preghiera o dormirai, perché “ai miei diletti do il necessario anche nel sonno ” (Salmo 126). Se starai con Me senza voler correre ne preoccuparti di cosa alcuna per te ma la rimetterai con totale fiducia a Me, Io ti darò tutto quello che ti necessita secondo il mio disegno eterno.
      Ti darò i sentimenti che voglio da te, ti darò una grande compassione verso il tuo prossimo e ti farò dire e fare quello che Io vorrò.
      Allora la tua azione verrà dal mio Amore. Io solo, non tu con tutta la tua attività, potrò fare dei figli nuovi, che nascono da Me. Io ne farò tanti di più quanto più tu vorrai essere un vero figlio quanto l’Unigenito, perché lo sai che: “Se farai la mia Volontà, mi sarai fratello, sorella e madre ” per generarmi negli altri, perché Io produrrò nuovi figli, servendomi di veri figli. Quello che tu farai per riuscire, è tutto fumo in confronto a quello che faccio Io nel segreto dei cuori per quelli che amano.
      “Rimanete nel mio Amore… se rimanete in Me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà dato ” (Gv 15,7).

    2. @Lucia, telegraficamente:

      – Sono assolutamente d’accordo con Don Giussani! 😉
      – Abbiamo appurato che non sei una “nerd” – non dicevo lo fossi ma a volte in determinate situazioni tutti (credo) ci troviamo ad esserlo 😉
      – Sul discorso Dio – croce – malattia, ho un’idea un tantino diversa, già espressa anche in questo blog, ma non è il caso di tornarci ora 😉
      – Se è vero (come è vero) che Cristo sana, guarisce e che Dio è un dio potente, allora l’ipotesi dell’omosessualità = croce vitalizia non regge 😉
      – Fisicità, istinto, che non ti sei data, non sono un assoluto del nostro vivere (e se la tua fisicità fosse ridotta a quella di un vegetale, un corpo paralitico? scusa la brutalità…) La supremazia è dello Spirito! O vivremmo di istinti come gli animali.
      – Non è detto che la “pazza idea” di buttare la propia vita totalmente, perché la si sente un un momento o contesto particolarmente coinvolgente sia un’abbaglio… non si sceglie in qiell’attimo per tutta la vita, c’è tempo per fare discernimento (in fondo per anche i primi momenti dell’innamoramento non sono connotati da una certa dose di “pazzia”?)
      – Alcune tue affermazioni aprirebbero altre considerazioni/domande…

      – Dulcis in fundo, mi sai di simpatica (non che pensassi che “quelli come te” sono tutti antipatici… battutona :-D)

      Stiamo facendo spam? Non lo so.. stiamo facendo spam? Certo non possimo andare avanti ad oltranza… cmq chi cerca trova e se hai piacere e cerchi… trovi 😉

      1. Lucia

        Grazie Bariom, lo prendo come un bellissimo complimento che posso ricambiare 🙂 Se hai piacere possiamo sentirci qualche volta per quelle affermazioni che aprino considerazioni/domande…o per altro…io non ho -FB- quindi non saprei come trovarti…

        1. “Se è vero (come è vero) che Cristo sana, guarisce e che Dio è un dio potente,”
          …ma allora che sani e guarisca, quando c’è da sanare! (o è invece il solito discorso che a noi non è noto in che modo Egli intenda (se intenda) guarirci e il succo del discorso è che occorre abbandonarsi al Suo amore (per dire) e alla Sua volontà, come anche, credo, era il senso dell’ATTO DI ABBANDONO di don Dolindo Ruotalo, in odore di santità, o come anche Dante “E ‘n la sua volontade è nostra pace/Ell’è quel mare al qual tutto si move/Ciò ch’ella cria e che natura face”)
          (Come nel buddismo, in pratica, creazione a parte)

  16. Saverio Maratti

    @Bariom…per cominciare grazie per la bella e profonda risposta. Io non “pretendevo” che i miei genitori mi comprendessero. Mi sarei però aspettato che, da persone cristiane, avessero mostrato un po’ più di rispetto (e non soltanto verso di me ma verso tutta la categoria). Certo poi sarebbe anche stato bello se mi avessero compreso…ma questa è un’altra storia. Io penso invece di averli compresi, con tutte le loro inadempienze e nonostante il fatto che, per certi aspetti, li avrei voluti diversi. Non gli ho rinfacciato quotidianamente quello che, da genitori, non hanno fatto o come li avrei voluti. Insomma….se forse è vero che TUTTI pretendiamo che gli altri comprendano le nostre ragioni non TUTTI pretendiamo che gli altri siano come vorremmo noi. In altre parole….un conto è pretendere che le persone vivano la loro vita come vogliamo noi. Un conto è aspettarsi del rispetto/affetto in relazione a condizioni personali, individuali, che nemmeno abbiamo scelto.
    @Lucia…concordo con il 100% di tutto quello che hai scritto nel tuo bellissimo e sincero messaggio. Anche io penso che Dio non manda mai dolori o maledizioni e che l’importante, davanti agli ostacoli (ma anche ai doni) della vita sia viverli da cristiano. Lo so che il resto dei lettori saranno scandalizzati e probabilmente non mi crederanno. Io penso, sinceramente, che la mia relazione omosessuale sia un dono di Dio e che il vero peccato, sarebbe stato allontanarla da me. Questa relazione mi ha aperto il cuore, mi ha permesso di amare, ha reso me (e lui) due persone migliori. Non passa un solo giorno in cui non ringrazio Dio per avere incontrato questa persona meravigliosa con la quale condivido la mia vita oltre 7 anni. Non mi sento sfigato, malato, sbagliato. Mi sento amato da Dio. A volte mi sento quasi in colpa, perchè vedo così tanta sofferenza intorno a me e mi domando “che ho fatto io per meritare così tanto ?”, ho quasi paura di quello che verrà. Ripenso ad un periodo (ormai molto lontano) in cui mi arrovellavo sui miei sentimenti omosessuali, mi rifiutavo, mi torturavo e penso, profondamente, che nel momento in cui ho accettato chi ero, ed ho aperto il mio cuore, sono diventato una persona migliore. Grazie.

    1. Vedi Saverio il problema sta nel fatto che noi, noi tutti, difronte a sentimenti che sentiamo profondissimi, totalizzanti, fomdamentali, finiamo per dare a queti un valore assoluto…

      Io non ho dubbi che tu provi dei sentimenti di questo tipo e che siano in esso stessi sinceri, non ho dubbi che tu sia una persona con una sua sensibilità, ma vedi il tuo dire: “la mia relazione omosessuale è un dono di Dio” è un convincere te stesso che ciò che vivi e talmente buono che viene da Dio stesso…
      Come può Dio contraddirsi in questo modo, quando sappiamo bene entrambi, qual è il giudizio di Dio sulla pratica della sodomia. A meno che non parliamo di un dio diverso da quello della Rivelazione, della Scrittura e della Tradizione della Chiesa e che l’invito a fare del proprio corpo Tempio dello Spirito Santo ( e vale per TUTTI) sia una favoletta…
      Per il medesimo Dio infatti anche l’adulterio è un peccato di morte e seguendo il tuo ragionamento, io che sono sposato, se mai incontrassi chi per mille e più motivi e circostanze, mi portasse a lasciare mia moglie a rinnegare il Sacramento a cui solo la morte può porre fine, potrei alla fine porre tutto sotto la giustificante frase: “incontrare questa donna è stato un dono di dio”, discorsi che ahimè ho sentito fare anche da chi si dichiara fortemente credente, ma credente in cosa?
      Se siamo noi a stabilire cosa e buono e giusto, tutto e buono e giusto e tutto ci è permesso.

      Ora comprendo quanto quello che scrivo possa risultarti duro, ma personalmente non posso dirti nulla di diverso, né per feristi, né per pormi su di un piedistallo.
      Cerca anche di comprendere come dei genitori come i tuoi, e io potrei essere uno di questi, non tanto per frasi infelici o poco caritatevoli (le pronunciamo tutti continuamente verso chiunque) non possano trattare non tanto te, ma il tuo “compagno” come potrebbero trattare una nuora o un genero.
      Io rinnegheri ciò in cui credo e ciò che ho insegnato ai mie figli se accettassi come cosa di nessun peso il fatto che un mio figlio/a omosessuale portasse in casa mia, il compagno/a, come un altro di loro portasse il marito, la moglie, il fidanzato/a.

      E’ mancanza di carità, di misericordia…? Non lo so, bisogna anche vedere cosa si intende per carità e misericordia ed facile a dirsi senza considerare la sofferenza e il combattimento che anche in me la situazione produrrebbe.

      Comunque Saverio accetta queste mie ulteriori considerazioni come un ulteriore scambio di idee.. io non mi sono scandalizzato di ciò che hai detto, tu non avertene a male 😉

      1. Saverio Maratti

        Bariom, accetto certamente le tue considerazioni e non le considero affatto mancanza di carità, anzi ritengo siano un esempio di come si possa discutere su questi temi nel rispetto di opinioni divergenti senza offendere gli altri (e qui sta la differenza tra le offese/violenze omofobe ed il semplice dissentire su certi temi). Capisco che il nostro confronto si ferma dove tu dici “questo mi dice la mia religione”. Perchè, ovviamente io devo accettare il tuo credo e tu devi accettare che io, pur considerandomi di fede cattolica, non seguo questo percorso (riconosco il primato spirituale e morale della Chiesa Cattolica ma non penso che TUTTO ciò che la Chiesa dice sia parola di Dio). Sappiamo però entrambi che “la Chiesa Cattolica” condanna le relazioni omosessuali, ma non possiamo dire “Dio” condanna le relazioni omosessuali. La Chiesa Cattolica non è Dio ! E’ una istituzione che molti (me incluso) considerano vicina a Dio, con una grande autorevolezza morale ma non è Dio.

        Un altro approccio al tema può essere uno in cui si guarda l’intrinseco valore morale delle nostre azioni (che in fondo coincide il 90% delle volte con quello che ci dice la Chiesa Cattolica). Secondo questo approccio (che tu ovviamente puoi condividere o meno) ti chiedo..qual’è il rapporto tra la mia relazione e quella ipotetica che tu mi porti ad esempio, nello scenario in cui lasci tua moglie ? Il tuo ipotetico adulterio fa soffrire una persona (tua moglie) nel venire meno ad una promessa di fedeltà ed amore da te fattale….La mia relazione regala fedeltà ed amore ad un altro individuo, non toglie niente a nessuno, non rompe nessuna promessa, anzi regala qualcosa ad un altro essere umano (ed a me).

        Mi concederai anche che mi riesce difficile accettare che io “stia convincendo me stesso che ciò che vivo è talmente buono che viene da Dio stesso “.Ci sono così tanti pezzi di questa relazione che hanno cambiato la mia vita in meglio che se anche finisse domani (ed ovviamente non me lo auguro) non potrei che trovarmi a dire che è stato un meraviglioso viaggio Davvero pensi che potrei illudermi così ciecamente per 7 anni e passa (e non è che non ci siano stati momenti difficili, come in tutte le relazioni) ? Vedo i frutti della mia relazione….due persone che si vogliono bene, che si preoccupano del bene reciproco, che hanno intorno una comunità di amici e familiari, che, nel loro piccolo, come coppia, aiutano le persone che hanno intorno…dove sta il male? Grazie ancora per la tua risposta, apprezzo particolarmente questo nostro dialogo.

        1. @Saverio, leggo solo ora questo tuo ulteriore commento, che apre a nuove domande e eventualmente ulteriori risposte…

          I temi che poni peraltro, richiedono che eventuali risposte/commenti siano adeguatamente “meditate” e che non si appoggino solo sui “secondo me”…
          Rimando quindi a quando avrò un attimo di tempo (a Dio piacendo… ;-))

        2. Rieccomi Saverio, nella speranza di essere ancora “connessi” entrambi… 😉

          Credo che prima di tutto sia necessario chiarire un punto, che è in sostanza il punto nodale ritengo. Mancando un accordo e una chiarezza su su questo, ognuno può sviluppare ragionamenti e considerazioni che, senza considerare (per il momento) “verità assolute”, potrebbero valere quanto vale qualunque ragionamento puramente soggettivo.

          Tu scrivi >em>”…pur considerandomi di fede cattolica, non seguo questo percorso (riconosco il primato spirituale e morale della Chiesa Cattolica ma non penso che TUTTO ciò che la Chiesa dice sia parola di Dio). Sappiamo però entrambi che “la Chiesa Cattolica” condanna le relazioni omosessuali, ma non possiamo dire “Dio” condanna le relazioni omosessuali. La Chiesa Cattolica non è Dio ! E’ una istituzione che molti (me incluso) considerano vicina a Dio, con una grande autorevolezza morale ma non è Dio.>/em>

          Come puoi con onesta intellettuale dirti “cattolico” quando la definizione che la Chiesa (non io) da di sé come “Una, Santa, Cattolica” definisce nello specifico riguardo a cattolica:

          Che cosa vuol dire «cattolica»?

          830 La parola « cattolica » significa « universale » nel senso di « secondo la totalità » o « secondo l’integralità ». La Chiesa è cattolica in un duplice senso.

          È cattolica perché in essa è presente Cristo. « Là dove è Cristo Gesù, ivi è la Chiesa cattolica».310 In essa sussiste la pienezza del corpo di Cristo unito al suo Capo, 311 e questo implica che essa riceve da lui « in forma piena e totale i mezzi di salvezza » 312 che egli ha voluto: confessione di fede retta e completa, vita sacramentale integrale e ministero ordinato nella successione apostolica. La Chiesa, in questo senso fondamentale, era cattolica il giorno di pentecoste 313 e lo sarà sempre fino al giorno della Parusia.
          Chi appartiene alla Chiesa cattolica?

          836 « Tutti gli uomini sono chiamati a questa cattolica unità del popolo di Dio […], alla quale in vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli cattolici, sia gli altri credenti in Cristo, sia, infine, tutti gli uomini, che dalla grazia di Dio sono chiamati alla salvezza».324

          837 « Sono pienamente incorporati nella società della Chiesa quelli che, avendo lo Spirito di Cristo, accettano integra la sua struttura e tutti i mezzi di salvezza in essa istituiti, e nel suo organismo visibile sono uniti con Cristo – che la dirige mediante il Sommo Pontefice e i Vescovi – dai vincoli della professione di fede, dei sacramenti, del governo ecclesiastico e della comunione. Non si salva, però, anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non perseverando nella carità, rimane, sì, in seno alla Chiesa col “corpo” ma non col “cuore”».325

          Ora è evidente che le tue affermazioni sopra, contraddicono in più di un punto ciò che la Chiesa afferma di sé (non che stabilisco io o tu o chichessia…), quindi sta ha coloro che vogliono e desiderano partecipare a questa Ecclesialità, uniformarsi (parola che a taluni può non piacere , ma è il medesimo concetto dell’uniformarsi a Cristo…) a ciò che la Chiesa è sin dalla Sua nascita, per volere di Cristo e per il Deposito della Tradizione.
          Tu puoi anche affermare che la Chiesa non è Dio, ma allora non parliamo (io e te) dello stesso dio e del Dio di Gesù Cristo.
          Se parli quindi di una chiesa che non rappresenta Dio, non stai parlando della Chiesa Cattolica e se non parli di Essa, come puoi dirti “cattolico” (e già sarebbe sufficiente la difformità e al rifiuto oggettivo sugli insegnamenti in ordine alla morale di
          ogni aspetto della vita a cui è chiamato ogni credente)?
          Questo comprenderai bene non perché voglia dare io a te o ad altri il “bollino blu o rosso”, ma perché né io né altri possiamo definirci “cattolici” quando noi stessi ci poniamo al di fuori, per dichiarazioni o comportamenti, della definizione stessa di cattolicità.
          E credimi, chi scrive ha dovuto passare per questa “conversione” di pensiero e (mi auguro per me stesso) di vita, dato che provengo da un’esperienza sostanzialmente atea.

          Tu dici di riconoscere alla Chiesa (istituzione vicina a Dio… ? punto di domanda perché non né definisce l’esatto valore e le sue implicazioni) una grande autorevolezza morale, ma questo viene riconosciuto da tanti, singoli, stati, altre istituzioni… peccato poi che questa autorevolezza diventi assolutamente evanescente o nulla, quando ognuno dei soggetti succitati, costruisca la propria “morale” come vuole e quando vuole… perdonami, io questa la considero una ipocrisia e difatto, svuotare di qualunque significato la parole “grande autorevolezza morale”…

          Superato (si fa per dire…) l’argomento “chiesa”, si potrebbe passare ad altro da “fiumi di inchiostro” o da “domanda delle cento pistole” (che non ho mai capito bene cosa significhi?)… Cioè, chi è allora questo dio per te? Come si manifesta? Se la sua manifestazione in questa Chiesa è fallace e anzi le due cose proprio non stanno insieme (… ma non è Dio! parole tue) Come discerni il suo volere, il suo agire, la sua benedizione… i suoi doni (giacche di dono alla tua vita hai parlato)? Non pretendo e non ti chiedo di rispondermi, sono anche queste per certi versi domande “funzionali” al ragionamento che cerco di sviluppare, lo avrai compreso 😉
          E’ il dio delle Scritture (uso il minuscolo non a caso…)?
          Come ti poni difronte a questa Parola di Dio:
          Romani 1

          24 Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, 25 poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.
          26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. 27 Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. 28 E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno,
          1Corinzi 6

          9 O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, 10 né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
          11 E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!
          12 «Tutto mi è lecito!». Ma non tutto giova. «Tutto mi è lecito!». Ma io non mi lascerò dominare da nulla. 13 «I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi!». Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. 14 Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza.
          15 Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò dunque le membra di Cristo e ne farò membra di una prostituta? Non sia mai! 16 O non sapete voi che chi si unisce alla prostituta forma con essa un corpo solo? I due saranno, è detto, un corpo solo. 17 Ma chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. 18 Fuggite la fornicazione! Qualsiasi peccato l’uomo commetta, è fuori del suo corpo; ma chi si dà alla fornicazione, pecca contro il proprio corpo. 19 O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? 20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
          Giacomo 1
          13 Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male. 14 Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce; 15 poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand’è consumato, produce la morte.

          Riporto la Parola di Dio, sempre in funzione del fatto che tu ai parlato della tua cattolicità…. certo lo potrei fare anche con chi si dichiarasse ateo, ma questo presupporrebbe anche una certa “catechesi” e prima ancora delle parole di condanna, l’Annuncio della Salvezza, ma nel tuo caso do per scontate queste cose e non mi soffermo neppure a farne un’esegesi.
          Ma in me rimane il dubbio…questa parola – che peraltro richiama TUTTI a conversione – a vegliare e rivedere e radicalmente modificare i propri comportamenti laddove fosse necessario (ognuno sa di sé…), come si concretizza nella tua vita? Il rischio è che anche qui, come rispetto la guida morale della Chiesa”, la si “ritagli” (e voglio parlare al plurale…), la si “adatti”, la si “relativizzi, la si metta in dubbio, ecc, ecc.
          O, dato che la corretta interpretazione è (nuovamente) quella che la Chiesa ci propone a meditare e fare nostra nella Sua autorità – relativa, di nuovo tutto diventa opinabile.

          Arriviamo “all’intrinseco valore morale”.
          Ancora una volta il punto nodale è: chi stabilisce l’ “intrinseco valore morale”? Si potrebbe rispondere semplicemente “io”, ma immagino tu non liquidassi la cosa così banalmente, anche perché per il pensiero del singolo, anche l’omicidio potrebbe avere un “valore morale”…
          Cosa ha un “intrinseco” valore, quale azione non sottoposta al vaglio di un “valore più alto” e non mutevole, come il pensiero umano, le società, i “tempi”?
          Tu dici, il mio agire, non fa del male… anzi, e il mio paragone con l’adulterio non regge. Al di là del fatto che il mio tirare in ballo l’adulterio, si riferiva a come la spinta di forti sentimenti e pulsioni possano portare a giustificare come buono ciò che buono non è, potremmo oggettivamente dire che la tua scelta del male lo ha procurato, ad esempio ai tuoi genitori, ma non sono qui a puntare il dito (quante male ho fatto io sovente alle persone che dico di amare…)

          Se però torniamo al concetto di “cattolicità” (come vedi non a caso ho esordito dicendo è il punto nodale quanto meno nello svolgersi di questo mio pensiero) in questo ambito, tu hai scelto di vivere in uno stato di peccato e di peccato di materia grave (la Parola di Dio e la Chiesa così lo considerano). Ora, questa scelta produce una grave ferita nell’animo umano – e parlo di TUTTI i peccati in materia grave (come ad esempio l’adulterio vedi sopra) – che genera una morte dello spirito o come si usa dire “ontologica”. Morte che molto spesso non è neppure percepita, per non conoscenza del peccato (e su questa si stende ampiamente la Misericordia di Dio) o per “offuscamento” della coscienza o, nel peggiore dei casi, per il rifiuto della Verità rivelata e ahimé da alcuni perfettamente conosciuta, per cui diventano tremendamente vere (sempre lo sono) le parole di Cristo: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».
          Seppure “buone azioni” si possono compiere, queste possono essere gradite agli altri e dagli altri ricambiate, possono darci la sensazione di operare “per il bene”, il rischio di scavare un solco troppo profondo perché questo venga colmato dalle nostre “elemosine” (che coprono una moltitudine di peccati e che non di solo denaro sono fatte) esiste e d è concreto. Come se da una parte scavassimo con una ruspa e dall’altra ogni giorno gettassimo dei sassolini a cercare di ripianare la voragine…
          Esiste poi la valenza “ecclesiale” del peccato che porta ad una ferita al “Corpo Mistico” di Cristo che è la Chiesa, la Comunità dei credenti con cui siamo in stretta relazione, ragione per cui se un membro soffre o è preda di una malattia (peccato), tutto il corpo ne soffre.
          Ragione per cui OGNI peccato, anche il più segreto, il più nascosto nel profondo del cuore, resta tale difronte a Dio e ha delle conseguenze nella vita sociale e spirituale della Comunità Ecllesiale ed umana.
          Certo si passa forse ad una grado di “sentire” decisamente “più elevato”, ma questo è quanto (e altro ci sarebbe…) e non lo può ignorare chi nella Chiesa vive e di Cristo si nutre (materialmente e spiritualmente).

          Ti invito a riflettere su questo, che certo potrebbe essere bellamente risolto con un “non credo sia un peccato” (ma vedi sopra…) o, “se questo comporta l’essere e il dichiararsi cattolico, me ne esco da questa Chiesa”, ed ecco risolto il problema delle “incongruenze”. Se però hai un profondità di spirito che non ti nego affatto, riflettici, perché si sta parlando di giocarsi la Vita Eterna per… un piatto di lenticchie.
          Per di più abbiamo sempre pochissimo tempo per modificare una nostra errata scelta di vita, per uscire dal peccato.. il tempo che abbiamo è… ORA, perché né tu né possiamo aggiungere neppure un minuto alla nostra vita.
          Se anche solo un minimo di verità trovassi in questi ragionamenti (che non baso sul mio “secondo me”…), ricorda che le tue scelte e il tuo vivere, coinvolgono anche il bene dell’altro e in questo caso intendo del tuo “compagno”… se stai mettendo a rischio la tua Vita Eterna, stai mettendo a rischio anche la sua.

          Ne vale la supposta impossibilità di essersi auto-convinto “che ciò che vivo è talmente buono che viene da Dio stesso”. Temo di doverti smentire basandomi sulla mia esperienza “pastorale” (mi si passi il termine)… Ho visto molte, molte persone auto-convincersi delle più assurde cose, scambiando il male per il bene per anni e anni, in alcuni casi per la maggior parte della loro vita, a volte in perfetta buona fede a volte decisamente meno.
          E’ purtroppo insito nell’animo umano, non illuminato totalmente dalla Grazia (non sempre per cattiva volontà) o peggio sobillato dal Demonio, dare un senso il più possibile positivo alle cose che vive e credere ciecamente che quella sia l’unica verità e l’unica via.

          Ma Via, Verità e Vita sono unicamente e in pienezza SOLO in Gesù Cristo e Cristo lo si incontra nella sua pienezza nella Chiesa Apostolica Romana: Una, Santa e Cattolica. E’ il vivere di Cristo, con Cristo e per Cristo che ci dà l’unica vera Felicità, l’unica vera Libertà, la Santità e la Vita Eterna (sperimentabile già qui su questa terra…) 😉

          Ti saluto caramente.

          1. Antome

            Riassumendo, il rispetto deve essere reciproco, però una vittima di omofobia ne ha passato davvero molte.

          2. Saverio Maratti

            Bariom, hai scritto tantissimo ed io non posso stare ore al computer ma ti rispondero’ piu’ tardi. Grazie ancora comunque per quello che mi hai scritto, continuo ad apprezzare la nostra comunicazione e ringrazio il blog di Costanza per avercela permessa. Ti saluto affettuosamente.

          3. Saverio Maratti

            Bariom
            >>né io né altri possiamo definirci “cattolici” quando noi stessi ci poniamo al di fuori, per dichiarazioni >>o comportamenti, della definizione stessa di cattolicità.

            Hai assolutamente ragione. Io non posso considerarmi (e non mi considero) cattolico. Avrei dovuto dire che sono di “cultura cattolica” nel senso che riconosco e rispetto i valori della relgione cattolica, ma non abbraccio tutto il suo messaggio, quindi sono fuori dalla sua comunità. Resta il fatto che, come scrivevo, la Chiesa non è “Dio”. E’ una istituzione piena di tante cose belle, ed importanti, un punto di riferimento fondamentale per milioni di individui……….ma anche una istituzione imperfetta, che spesso si è macchiata ( e si macchia) di gravi peccati. Non si spiecherebbero altrimenti le guerre, l’inquisizione, i papi corrotti, tutto il recente scandalo dello IOR…ma sto andando fuori tema.

            >>peccato poi che questa autorevolezza diventi assolutamente evanescente o nulla, quando ognuno >>dei soggetti succitati, costruisca la propria “morale” come vuole e quando vuole…

            Non si tratta di ipocrisia. Io posso riconoscere l’autorevolezza ed il valore (ad esempio) di un grande uomo di fede. Ma questo non significa che pensi che tutto quello che esce dalla sua bocca sia oro colato. Ci sono tantissime cose della Chiesa Cattolica che apprezzo e condivido. Ma tante altre che non condivido. Questo mi pone al di fuori della Chiesa ? Si, hai ragione tu. Ma non fa di me un ipocrita.
            Non entro nel merito delle scritture di Paolo da te citate. Io potrei citarti surreali passo del Levitico in cui si proibisce di mangiare questo o quello, si legittima la schiavitù o si incita a lapidare le persone, e faremo notte…..

            >>chi stabilisce l’ “intrinseco valore morale”?

            Esiste, a mio avviso, un senso del bene comune, che trascende il messaggio di singole religioni o singole comunità. Se io non faccio del male a nessuno, non esercito violenza (fisica o psichica) su nessuno, ma anzi, amo una persona, la assisto, le sono vicina, dove sta il male ?
            Il tuo paragone con l’adulterio non ha senso. Io non ho tradito nessuno. Io non sto vivendo una avventura di passione con un individuo. Io ho costruito una relazione ! qui non si tratta, come scrivi tu, di “passioni e pulsioni” (certo, ci sono anche quelle, ma non sono queste a guidare tutte le mie decisioni).

            E’ per questo che mi sale il sangue in testa ogni volta che leggo le testimonianze dei vari Luca Di Tolve, Eliseo del Deserto & company. Individui che hanno vissuto la loro omosessualità esclusivamente in funzione del soddisfacimento dei loro capricci sessuali. E che adesso raccontano che “questa” è l’omosessualità. Questa non è l’omosessualità. Questo è quello che LORO hanno fatto con la loro omosessualità, ed anzicchè gettare discredito su tutta una categoria di esseri umani dovrebbero semplicemente accollarsi le responsabilità delle loro azioni. Perchè io, e tanti altri come me, queste cose non le abbiamo mai fatte.

            >>potremmo oggettivamente dire che la tua scelta del male lo ha procurato, ad esempio ai tuoi genitori

            Questo è un esempio poco onesto, e non ti fa onore ! Il mio dovere, come figlio, è di amare, assistere, e rispettare i miei genitori. E questo, ovviamente con le mie pecche, o fatto. Qui comincia e finisce la mia responsabilità verso la felicità dei miei genitori. Per il resto, come tutti gli individui sani, ho smesso a 18 anni di fare quello che dicono “mamma e papà”, per vivere la mia vita. Se i miei genitori sono infelici per la mia relazione omosessuale, la responsabilità della loro infelicità è tutta nelle loro mani. Non è certamente mia.
            Ti saluto con stima (e con una occhiata di rimprovero per quello che hai scritto sui miei genitori..;)

            1. Giancarlo

              @ Saverio.
              Tu ti ostini a ritenere che l’omosessualità sia una normale espressione della sessualità umana. Legittima opinione, naturalmente. E’ un po’ come se io sostenessi che gli uomini hanno i piedi non necessariamente per camminare, ma anche, volendo, per tirare calci ai muri. E’ certamente vero che chiunque di noi può passare una mezzoretta tutti i giorni tirando calci ai muri, ma questo non significa che la sua attività abbia un senso alla luce della ragione.

              La sessualità, carissimo Saverio, come tutte le cose, ha un significato, svolge una funzione (tra l’altro insostituibile) ed aiuta le persone nella realizzazione delle loro più profonde aspirazioni, quali fondare una famiglia, assicurare il naturale perpetuarsi delle generazioni, contribuire personalmente alla grandiosità ed alla bellezza della storia dell’umanità. Tutto questo è radicalmente negato dall’omosessualità, la cui unica funzione è quella di assecondare un gusto sessuale. Nessun’altra funzione, nessun altro significato. Mi spiace.

            2. Ciao Saverio.

              Due ultime precisazioni, non sui temi, perché ae ne sono sollevati altri (Chiesa peccatrice, interpretazione delle scritture, ecc…) dove come dici “si farebbe notte”, ma perché dovute.
              Ho parlato di ipocresia, intanto riferendomi ad un atteggiamento di tutta una serie di soggetti. Trovo – l’atteggiemento – ipocrita, non ti ho dato dell’ipocrita (che presuporrebbe una malafede che non sono in grado di giudicare).

              Anche sul tuo rapporto con i tuoi genitori, lungi da me dire se ti comporti come un buon figlio (cosa che coinvolge molti aspetti del vivere). Il mio appunto si riferiva al discorso più generale del “questo mio agire, non fa male ad alcuno…” ed era solo per sottolineare come a volte guardando le cose da un solo punto di vista non vediamo più in là.

              Questa volta sono stato breve e direi si possa concludere questo scambio, ma permettimi di farlo augurandoti (dal mio punto di vista ;-)) un serio, profondo e “sconvolgente” incontro con Cristo, quel Cristo che tutto illumina, compresa la Chiesa, Santa e meretrice. Meretrice in quanto alla sua sola umanità, ma Santa in quanto Sposa di Cristo.

  17. “Don Dolindo Ruotalo, Sacerdote napoletano vissuto e morto in concetto di santità, ha scritto questo insegnamento sull’abbandono in Dio ispiratogli da Gesù stesso” (sic!)

    …anche la mia mamma era napoletana e questo me lo rende caro!

  18. …”Se siamo noi a stabilire cosa e buono e giusto, tutto e buono e giusto e tutto ci è permesso”

    …invece, anche se siamo noi, non tutto ci è permesso e non tutto ci permettiano (ma questo sarebbe un discorso infinito).

  19. Valery

    Scusatemi se mi intrometto…però non ho potuto fare a meno di restare indifferente. Innanzitutto sono d’accordo con Lucia quando dice che bisogna essere veri e senza infingimenti, tuttavia allo stesso tempo Gesù dice: Io sono la via, verità, e la vita”. Queste parole indicano tutto. Chi cammina per la via di Gesù, trova la verità, e finalmente vive. Con Gesù cadono tutte le maschere, finzioni, illusioni. Per questo NON bisogna MAI tralasciare l’orazione. La preghiera NON è una fuga ma piuttosto ti “costringe” a vedere chi realmente sei. Non bisogna confondere la preghiera con l’attivismo (gmg, movimenti, ecc) ma è un vero e proprio colloquio con Dio, faccia a faccia rimanendo nudi. E soprattutto il Signore ci invita a portare la nostra croce (qualsiasi che sia) senza SE e MA. Perchè per paradosso è proprio la Croce che ci porta alla salvezza, che noi spesso la rifiutiamo e quindi ci perdiamo…E non solo. Come dice Giovanni nel 14, 15: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.”. Quindi senza compromessi bisogna seguire quello che ci dice la Sacra Scrittura e la Chiesa. La Chiesa Cattolica stessa è un dono del Signore. Pur con tutte le sue miserie, tradimenti, ma anche Santa. Santa e Meretrice allo stesso tempo. Gesù stesso ha scelto i suoi 12 apostoli e tutti avevano difetti…e non ha respinto mai Giuda pur sapendo che lo avrebbe tradito. Pertanto pensare che la Chiesa segua le correnti del mondo è da respingere. Bisogna sì accogliere tutte le persone che soffrono, perchè Gesù non è insensibile anzi, ma ci invita anche alla rinnegazione di sè: orgoglio, vanità. egoismo, e così via. E come dice Bariom l’insegnamento non è solo per le persone omosessuali ma per tutti, senza sconti. E io critico anche l’ipocrisia di noi etero: si tradisce facilmente il consorte, si guarda con simpatia i film poco edificanti, leggere o guardare youporn e dicendo che male c’è? Il male è come un veleno: esso è sottile e poco a poco ti assuefa tanto da dire che il veleno è buono…E si deve ricordare che la stessa Chiesa Cattolica non ha mai respinto le persone omosessuali (a dispetto di certi “attivisti” che seminano la zizzania ovunque) come attesta questo sito: http://www.courageitalia.it/ e riporta molte indicazioni interessanti anche per i genitori che hanno figli gay. E per Lucia invito a vedere il sito: http://omosessualitaeidentita.blogspot.it/ ci sono tante donne che si sentono proprio come te: identità confusa e tanta voglia di amare una persona, il bisogno di condividere…Si deve ricordare però che ognuno di noi deve scoprire qual’è il progetto di Dio che ha per noi. Non è detto che sia per forza il matrimonio, per esempio anche rimanere single può essere un dono sta a noi scegliere come amare il nostro prossimo. Spesso chi è single può aiutare chi è solo, lontano, ecc. Insomma come dice Gesù: chi si fa eunuco per il Regno dei Cieli capirà. A proposito di single invito qualcuno di voi ad aprire un blog per parlare di single cattolici in cammino…Scusatemi se mi sono permessa di esprimere, e vi ringrazio. Pace e bene a tutti voi!

      1. .Giancarlo:
        ..macché ottimo e ottimo!!! Piuttosto smettila di fare finta di non capire quello che vuole dire Saverio!
        Nessuno vi vuole criticare perché siete cattolici eterosessuali riproduttivi, potete continuare a essere tranquillamente (bombe a parte, ma quelle esplodono dappertutto e contro tutti i cosiddetti occidentali, come altre bombe vengono lanciate contro i cosiddetti musulmani) come siete, basta non rompere le palle agli altri! La famiglia, quella vera, che dite voi, continuerà a esserci nei secoli, i figlioli anche, abbiamo passato in tromba i settemiliardi… No, invece sempre pontificare, profetizzare sciagure, cospargersi il capo di cenere e, che è peggio, anbche quello degli altri. Saverio ha spiegato benissimo e con intelligenza e rispetto per tutti i suo stato d’animo e la sua serenità e anche (ovviamente) il fastidio di sentirsi dire, per esempio, “potremmo oggettivamente dire che la tua scelta del male lo ha procurato, ad esempio ai tuoi genitori”, ma che razza di discorsi sono questi!!!

        1. admin

          filosofiazzero pubblico questo tuo commento (l’ultimo) solo per dimostrare la tua malafede: all’inizio metti il nome di Giancarlo perché è a lui che devi rispondere e dopo due righe passi alla seconda persona plurale lanciando invettive a tutti. Nel successivo commento (che non pubblico) ti rivolgevi a Giancarlo con un “miserabile”, ecco non c’è d’aggiungere altro.Questo modo di fare non è più accettabile sono due anni e mezzo che fai così ora basta.

        2. Giancarlo

          Sono discorsi ragionevoli, carissimo. E’ molto semplice: l’omosessualità è un male, per la persona che adotta un simile comportamento e per l’umanità intera. Questa è la nostra opinione. Che da’ fastidio, lo so. Ma che non riuscirete a silenziare.

          1. Saverio Maratti

            Bhe, devo dire che il tono di Giancarlo non è esattamente quanto di più rispettoso, conciliante, o semplicemente aperto al dialogo. Mi sembra che la conversazione tra me e Bariom (per quel che mi riguarda piacevolissima) abbia dimostrato come ci si possa civilmente confrontare sul tema con rispetto delle proprie differenze, senza offendere o ingiungere all’altro di dire questo o non dire quello, o semplicemente ripetergli “la tua condizione è il male”.

            Giancarlo, io non so a chi giovi continuare a ripetere che “l’omosessualità è un male, per la persona che adotta un simile comportamento e per l’umanità intera.” Ti ho spiegato quanto io sia tranquillo e sereno nella mia condizione e quanti benefici porti a me ed al mio compagno la mia relazione. E se il tuo intero argomento sul “male” che apporterebbe l’omosessualità alla società è incentrato sul discorso riproduzione (argomento peraltro non necessariamente pertinente, visto che molti omosessuali, come scrivevo, si riproducono) allora dovremmo concludere che sono “un male” per se stessi e per la società anche tutti quegli eterosessuali che non hanno figli (circa il 20%, delle coppie etero italiane).

            Detto questo, ringrazio ancora Bariom per il piacevole scambio, Alvise e Lucia per il supporto (chiunque sia interessato mi scriva pure a saveriomaratti@yahoo.com ) ed auguro a Giancarlo ogni mondo di bene. Io, al contrario di lui, non penso che lui sia un male ne’ per se stesso ne’ per la società.

            Grazie.

            1. Giancarlo

              Caro Saverio, non mi interessa il tono conciliante e neanche il dialogo fine a se stesso. Preferisco la polemica aperta e sincera, volta alla ricerca della verità. Perché esiste una verità, da scoprire e da conoscere, caro amico. Una verità che riguarda la tua natura di essere umano, dotato di una identità sessuale certa e non eludibile. Sei un maschio, è scritto in ognuna delle cento miliardi di cellule che compongono il tuo corpo. Maschio, quindi volto ad incontrare una femmina, è il tuo corpo. Come anche maschile è, certamente, la tua psicologia; forse ferita, forse non pienamente e correttamente sviluppata, ma certamente maschile. Sono dati certi questi, Saverio, che ci parlano della tua identità di essere umano. Dati che hanno un significato, che non possono essere manipolati a nostro piacimento, o ignorati.

              Non si può scegliere se essere maschi o femmine, né può comportarsi da femmina un maschio, o viceversa. Se hai pulsioni omosessuali invincibili, io questo lo capisco e lo accetto. Io non ho mai detto che tu sei un male. Ho detto che la tua omosessualità è un male, prima di tutto per te stesso. E non pretendo di convincerti, ho già detto che sono fatti tuoi. E’ certo però che il comportamento omosessuale contrasta con la tua identità, ostacola la realizzazione delle tue più profonde aspirazioni, proprie di ogni essere umano, e ti impedisce di partecipare al più creativo e gratificante atto che un essere umano può compiere: procreare.

              Ora, se vuoi, puoi anche ridere delle mie parole, puoi girarti ed andartene scuotendo la testa, ma non dire che ti ho offeso. Ti ho parlato col cuore e con tutta la sincerità e profondità di cui sono capace. Sono sicuro di averti detto la verità su di te ma, soprattutto, sono certo di aver parlato in buonafede.

              Esigo rispetto. Ciao.

              1. Perdonami Giancarlo, ma fermi i punti ribaditi e che direi condividiamo, la domanda è: perché no al “volemose bene”?

                Immagino tu l’abbia “buttata un po’ lì” come può capitare nel dialogo “spiccio”, ma presa alla lettera, non ti fa onore e smentisce ciò che siamo chiamati a fare in odio al peccato (prima di ogni altro il nostro) e misericordia per il peccatore.
                Per me la misericordia di Dio nei miei confronti, che sono stato un grande peccatore (e continuerei ad esserlo se…), è stata il primo segno tangibile della verità dell’Amore di Dio per me.
                Chiaro che nel “voler bene” passa il dire la verità all’altro cosa che nella prassi mi risulta sempre molto difficile, perché se lo scrivere mi induce a riflettere e usare toni pacati, di persona mia moglie mi ricorda sempre che se anche (ogni tanto) dico cose giuste, uso sempre un tono che mette l’altro nelle condizioni di NON ascoltarle 😐

                Poi permettimi di aggiungere, perché dici “non mi interessa il tono conciliante e neanche il dialogo fine a se stesso”(?), o meglio credo si capire esattamente cosa tu intenda e posso condividere, ma visto che la polemica sembra ora incentrarsi (+ o – velatamente) su commento Bariom vs commento Giancarlo, polemica sulla quale credimi non mi interessa affatto esca un “vincitore”, essendo parte in causa vorrei puntualizzare:

                – Toni concilianti possono essere quelli che aiutano le persone a dialogare, non necessariamente si “concilia” sull’oggetto del confronto (personalmente non mi pare averlo fatto né di “aver fatto sconti”)
                – Il dialogo fine a sé stesso non interesse neppure me, ma perché diventi “fine a sé stesso”, bisogna intraprenderlo… alla fine del “dialogo” tra Saverio e me posso dire di aver intravisto il rischio di un “fine a sé stesso”, perché è piuttosto evidente un mantenimento delle proprie posizioni. Ma non ho mai creduto che un profondo cambiamento di pensiero, né tanto meno un “conversione” arrivi da uno scambio di opinioni su un blog, ma il dialogo se “aperto”, aiuta comunque a riflettere e apre a strade che possiamo non conoscere, strade spesso precluse da pre-concetti che fanno restare fermi al “voi siete tutti così – e voialtri tutti cosà”…

                La conversione passa, come ben sai, da un profondo incontro con Cristo, ma a meno di incontri “mistici”, a Cristo è piaciuto spesso, incontrare gli altri attraverso le nostre misere persone.

                1. Giancarlo

                  Non intendevo polemizzare con te, Bariom. Credo semplicemente che abbiamo un diverso modo di esprimerci. Io, poi, sono molto impulsivo, sanguigno direi. A volte eccedo.

                  “Volemose bbene” secondo me è il contrario di amare: significa sacrificare la verità per quieto vivere, rinunciare alla buona battaglia. Io voglio certamente “conciliare” con Saverio, ma voglio anche che sia chiaro, da subito, che possiamo conciliare solo se lui è disponibile ad abbandonare le sue posizioni ideologiche ed a seguirmi sul piano della realtà. Diversamente ognuno resti sulle proprie posizioni, ma nel reciproco rispetto, senza offendere le persone e senza esprimere giudizi morali come “omofobo”.

                  Non credo che ci siano motivi di polemica tra te e me. Ciao.

                  1. Sara

                    Giancarlo, i tuoi due ultimi commenti (25 settembre, ore 9:00 e 10:25) sono assolutamente perfetti!

        3. La frase finale che citi Alvise è mia, ma tu te la prendi con Giancarlo, perché ha te non interessa il dialogo con le persone…
          Peraltro Saverio, al quale la frase era riferita, se l’è presa molto meno di te e spero di aver chiarito il senso con cui l’ho pronunciata (scritta) e credo spero, Saverio lo comprenderà.

          Ma a te queste cose non interessano perché ammesso che qui si “pontifichi”, tu stai qui solo a censurare, fustigare, moralizzare gli altrui – come li definiresti? – bigotti pensieri. Scendi sul personale solo per offendere, mai ti metti in gioco, mai esponi nulla del tuo reale vivere, se non per dire che ti devi occupare dei tuoi “muricciuoli”… insomma fai l’unica cosa di cui accusi tutti qui rompi le palle !!!

          A te non interessa nulla della singola persona, né di chi scrive per “pontificare”, né in realta di Saverio o chi per lui, i cui pensieri i commenti usi solo per avvallare o ribadire la tua nulla filosofia essendo la quale uguale a ZERO, in base a cosa stai qui a discettare sulla “filosofia” altrui o peggio ancora sull’altrui credo.

          Ti irrita quel che trovi qui proposto, hai un abbonamento? Sei pagato per partecipare? Allora sei proprio un imbecille a restar qui a leggere e intervenire.
          O il tuo ego è talemte smisurato che credi di poter cambiare le cose? Per di più ti è stato concesso di sparare cazzate a dismisura e essere oltremodo offensivo in più di un’occasione.
          Quindi Alvise, un consiglio spassionato, torna al tuo bolg, al tuo Chianti e ai tuoi muriccioli perché non caverai un ragno dal buco qui (avrei solo sprecato un sacco di tempo – il poco che ti rimane…)credo.

          Ti irrita quel che trovi qui proposto, hai un abbonamento? Sei pagato per partecipare? Allora sei proprio un imbecille a restar qui a leggere e intervenire.
          O il tuo ego è talemte smisurato che credi di poter cambiare le cose? Per di più ti è stato concesso di sparare cazzate a dismisura e essere oltremodo offensivo in più di un’occasione.
          Quindi Alvise, un consiglio spassionato, torna al tuo bolg, al tuo Chianti e ai tuoi muriccioli perché non caverai un ragno dal buco qui (avrei solo sprecato un sacco di tempo – il poco che ti rimane…)

  20. Anonimo

    Se avessi un figlio gay (o una figlia lesbica)?
    Credo/spero non ne rimarrei sconvolto. Ma sono abbastanza certo che la questione per me non si porrà, viste le infime possibilità di avere un figlio… Per fortuna (del figlio stesso, intendo).

    Detto questo, un ringraziamento a chi è riuscito a scriverne in modo pacato, esponendo chiaramente punti di vista differenti tra loro, evitando (come invece altri, qui e altrove, hanno fatto) di scivolare nella mancanza di rispetto, nell’offesa e nell’insulto.

  21. Valery

    Scusatemi se ci torno ma una riflessione vorrei darla…come mai personaggi come Filosofiazero, Augias, Scalfari, Odifreddi spendono il loro tempo a discutere di temi religiosi di cui non si interessano? Anzi spesso lanciano solo giudizi al vetriolo e nessun interesse di confronto…come mai? Non è ricerca sincera di dialogo anzi se pensiamo a Nicodemo che andò di notte ad interrogare il Signore. Ci andò per cercare le risposte nel suo animo. Bisogna distinguere i non credenti: esistono quelli con l’animo sincero di conoscere il Signore e quelli che invece che speculano usando le sofferenze umane di tutti i tipi. E se Filosofiazero andasse a scrivere su un blog islamico vedrebbe una bella “primavera”…Troppo comodo sparare a zero su blog o siti cattolici…Mentre non toccano mai quelli di altre religioni in primis su quello islamico che farebbe subito zac, nessuna possibilità di dialogo anzi siamo noi gli “infedeli”, ma guarda un pò! E dicono che i cattolici sono intolleranti…ma và…A proposito di intolleranza anche nelle comunità gay dovrebbero stare attenti a non passare da vittime a carnefici: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-la-dittatura-gaycominciada-casale-monferrato-7362.htm attenzione così questo non aiuta nessuno! Io ho amici gay che rispettano me e io loro anche se la pensiamo diversamente. Bisogna guardarsi dalle ideologie che non hanno attinenza con la realtà. Appunto come dice bene Papa Francesco che sono le lobby che vogliono pretendere che ci abbassiamo alle loro “idee”, e non critica le persone omosessuali che cercano sinceramente Dio ma ha anche menzionato il Catechismo riguardante quel passo (i giornalisti di cattiva fede fanno finta di nulla) che magari può dare “fastidio” ma siate sinceri: volete i (falsi) cattolici buonisti che dicono va tutto bene oppure i (veri) cattolici che cercano di non nascondere e non ignorano i problemi delle persone omosessuali ma si sentono chiamati a dire le cose per il loro nome. Perchè comunque la vita omosessuale non è facile per niente. Non per via dell’omofobia, ma per tante varie cose. Non si può cancellare di colpo la differenza sessuale maschio e femmina. Non possiamo fare finta di niente. Vi ricordate il compianto Lucio Dalla? A parte la sua inclinazione era determinato a cercare Dio e ammirava Papa Ratzinger. Non sbandierò mai la sua condizione, come tanti altri Zeffirelli,ecc. E lo stesso Rupert Everett è stato “escluso” dalla comunità gay perchè era contrario che i gay avessero figli o che si sposassero. Quindi attenzione alla PERSONA. A proposito circa sul fastidio nel leggere Luca Di Tolve o Eliseo e vari vorrei ricordare che questi spesso rischiano la vita, e Di Tolve gira sotto scorta e Eliseo nelle sue frasi rivela una personalità dolcissima non un vero e proprio maniaco del sesso da strada, hanno solo raccontato la loro storia anche loro ne hanno il diritto. Bisogna sentire tutte le campane: quindi non solo le storie d’amore gay riuscite ma anche di quelle dolorose e soffertissime. Bisogna quindi garantire la libertà d’espressione e guardate che io avendo una disabilità ho sentito commenti molto offensivi su di noi disabili (mongoloide, spastico maledetto ecc ecc) e nonostante la legge Mancino non cambiano molto anzi i ns diritti tranquillamente ignorati…Pace e bene a tutti!

    1. Saverio Maratti

      Valery, così mi tiri di nuovo dentro per i capelli !!! 😉

      >> Luca Di Tolve o Eliseo …..hanno solo raccontato la loro storia

      Io non ho nulla in contrario al fatto che Luca ed “Eliseo” raccontino la loro storia, ne’ tantomeno, al fatto che Luca abbia deciso di diventare eterosessuale… ne’ al fatto che Eliseo abbia deciso di reprimere la sua omosessualità. Auguro a tutti e due ogni bene e penso che ognuno abbia il sacrosanto diritto di cercare la propria felicità e serenità nel modo a noi più congeniale.

      Resta però il fatto che quando si parla in pubblico della propria esperienza bisogna essere onesti, e raccontare la verità. Soprattutto, nel caso di questi due, sottolineare che i racconti di degrado, umano e spirituale, che entrambi riportano nei loro blog e nelle loro conferenze, sono “esperienze personali”, sicuramente anche condivise da tanti altri, ma NON un resoconto di quello che implica l’omosessualità, tout court.

      Ho ascoltato praticamente tutte le testimonianze di Luca Di Tolve registrate su You Tube. Luca racconta 20 anni della sua vita passati tra saune gay, discoteche, dark room, continui scambi di partners,etc, e dice SEMPRE “questa è l’omosessualità”. Sarò felice di fornirti link ad ogni discorso ed al minuto secondo in cui fa queste affermazioni. Bisogna parlare con onestà. Io mi sono rotto di essere dipinto così dauna persona che aveva, evidentemente, dei problemi di dipendenza dal sesso. Questa non è l’omosessualità. Io queste cose non le ho mai fatte. Questa è la vita che, da omosessuale, ha scelto di fare Luca. Andare in giro a dire “questa è l’omosessualità” è una operazione disonesta. Questa è stata LA SUA omosessualità. Sarebbe come se io me ne andassi in giro a raccontare l’esperienza dell’eterosessualità come una continua frequentazione di prostitute (9 milioni di clienti etero in Italia) e per dire “vedete quanto è meglio l’omosessualità?”. Ti sembrerebbe una operazione onesta ?

      Lo stesso vale per “Eliseo”….dice che l’amore omosessuale è “impossibile”, ne ha fatto esperienza…e poi posta sul suo blog i suoi racconti di vita vissuta (che adesso, dopo che gli si è fatta notare la sua ipocrisia, ha tolto i racconti dal blog…). Racconti in cui parla degli ultimi 15 anni di esperienze omosessuali….passati girando la notte per le periferie romane per raccattare sesso svelto e facile. E come al solito poi dice “ecco, vedete, questo sono gli omosessuali”. Bhe, io mi sono rotto. Questi non sono gli omosessuali. Questi sono degli sporcacioni, che non sono riusciti a vivere una sessualità sana, serena, monogama, a costruire relazioni durature, mature, e che hanno trovato nella conversione una espiazione dei loro peccati ed un mezzo per gettare quintali di immondizia sulla categoria degli omosessuali come se loro non avessero nessuna responsabilità rispetto alle scelte fatte. Possiamo dissentire su quello che vuoi. Ma questo semplicemente non è onesto ! Io, e tanti come me, siamo omosessuali e non facciamo questo. Dire che questa e’ l’omosessualita’ e’ una bugia, ed e’ offensivo per tantissima gente che vive dei rapporti sereni, monogami, e non ossessionati dal sesso.

      1. Valery

        Caro Saverio, a dire il vero io non vedo la “sporcizia” nel suo blog (io stessa vidi i suoi racconti) anzi la vera sporcizia è quando uno o una si compiace delle prodezze sessuali quasi con orgoglio proprio come gli etero che per vantarsi raccontano senza pudore le loro “avventure”. Ecco in questo vedo la differenza. Ma forse non hai letto attentamente i miei post precedenti: ho già denunciato l’ipocrisia degli eterosessuali che violano “sottilmente” in mille modi la castità. Ed inoltre sono d’accordo sulla onestà ma al tempo stesso non si può pretendere che la Chiesa Cattolica non capisca i problemi e che ignori l’amore gay anzi è stata anche molto tollerante rispetto ad altre religioni. In quella musulmana sappiamo come finisce. A me ha fatto piacere sentire la tua storia e quella di Lucia perchè siete usciti allo scoperto e raccontare la vostra ma nel mio post NON MAI HO DETTO che tutti omosessuali sono così. Ho detto che sono persone che cercano Dio il che rende molto diverso. Non solo loro due ma anche tanti altri per esempio questo ragazzo: http://fermenticattolicivivi.wordpress.com/2013/07/19/philippe-arino-ho-abbracciato-la-via-della-continenza-che-la-chiesa-chiede-alle-persone-omosessuali/ ha maturato una sua scelta e senza costrizione…sarebbe un represso questo? No, semplicemente uno che ha scelto e basta. Perchè seguire Gesù Cristo non è per niente comodo. Anzi indica la via stretta. Mi rendo conto che dal punto di vista spirituale può essere ostico e perchè veramente ci sono passi non proprio “teneri” come quelli indicati da Bariom. Gesù stesso ha detto: non sono venuto per abolire il Vecchio Testamento ma per portare a compimento. Guarda che anche a noi etero la castità prima del matrimonio e varie cose e purtroppo in questi tempi odierni siamo bombardati dei messaggi contrari e che rende tutto difficoltoso. Questo volevo dire se si vuole essere cattolici bisogna fidarsi di Gesù e di tutto il resto. Altrimenti si rimane infecondi spiritualmente. Persona che sia omosessuale o no importa che scelga l’ottima parte come fece Maria la sorella di Marta con Gesù. A proposito sul Levitico sulle cose da non fare o no bisogna guardare il contesto storico: per esempio in deserto il rischio di contaminazione era più alto rispetto ai luoghi riparati. E per quanto riguarda l'”omofobo” San Paolo prima di indignarsi in quelle frasi bisogna riflettere sul perchè ha detto questo. A proposito di offese, io ne ho viste diverse: passeggiando in città ed in piazza davano una festa per l’ordinazione di un nuovo sacerdote e vidi che una coppia lesbica e subito d’intesa maliziosa sono andate a baciarsi proprio dove si svolgeva questa festa. Questo cos’è? Non è una offesa? E cosa dire di Gay Pride? Non sono “sporcaccioni”? Che senso ha di sfilare in costume e vari orpelli? Non basta solo la persona? Eppure questa sfilata è appoggiata da quasi tutte le associazioni. E fare bruttissimi attacchi gratuiti e facili alla Chiesa. Appunto persone come voi dovreste indignarvi con loro proprio perchè loro dipingono una immagine del gay tutto divertimento e go go. Addirittura una volta lessi che in Sicilia che i gay erano equiparati ai disabili che hanno bisogno d’aiuto! Scusa ma la vera indignazione la devi riservare per chi organizza queste cose. Sinceramente non capisco sul bisogno di dimostrare a tutti i costi. Molti disabili rimangono nel silenzio e hanno anche il timore di disturbare. Questo volevo sottolineare. E Saverio non credere che i cattolici che scelgano (con maturità) la via stretta siano tristi e disturbati anzi come diceva Don Bosco: un triste cristiano è cattivo cristiano. Perchè i frutti del cammino autentico sono la pace, serenità, mitezza, carità, fermezza. Io ho visto anche preti omosessualisti finiti “malino” come Don Domenico Pezzini che predicava amore omosessuale…Insomma come ha detto Gesù molti sono chiamati ma pochi gli eletti. Insomma spero di aver chiarito che non possiamo cambiare una virgola su ciò che è stato detto predicato per secoli. La Bibbia non è una invenzione umana anzi predica cose scomode. Nessun uomo sarebbe capace di scrivere così. Neanche un pazzo. E’ d’ispirazione divina lo si capisce SOLO SE SI VIVE e PRATICA. Gesù non vuole la repressione ma disciplina. Sono due cose diverse. Gesù vuole la sincerità odia la doppiezza del cuore ma vuole che noi osserviamo i suoi comandamenti. Perchè? Per essere PIENAMENTE felici. Sembra strano perchè tutti vorremmo essere liberi di fare come vogliamo, in realtà non sempre quello che vogliamo ci porta alla gioia. E concludo con un aforisma a me caro:

        “Se io non fossi cattolico e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo. Infatti, se oggi nel mondo Cristo è in qualche Chiesa, Egli dev’essere tuttora odiato come quando viveva sulla terra. Se dunque oggi vuoi trovare Cristo, trova la Chiesa che non va d’accordo con il mondo… cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio come crocifissero Cristo. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo”. Venerato mons. Fulton Sheen

        PS: perdonatemi per la lunghezza. Pace e bene a tutti.

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