di Paolo Pugni
Chissà perché l’estate parla di amicizie. Sarà che c’è più tempo per lasciarsi andare alla nostalgia dei ricordi, mentre il tempo –libero- batte con più insistenza il dito su quella parte della clessidra che va vuotandosi e sollecita a rincorrere gli amici come appigli sicuri, quando non approdi, in un mare tempestoso.
Sarà che le notti calde più facilmente generano buchi nel tempo e risucchiano a quegli anni in cui senza la compagnia ti sentivi perso, tanto sulle spiagge assolate quanto nella città dove innamorarsi è strano o pazzia, foss’anche tra Duomo e Galleria.
Sarà tutto questo ma mi tornavano alla mente certe canzoni che oggi in giro non senti più, quelle che ricordano che si può andare a piedi certamente a Bologna, che oggi quando c’è Skype sarà forse più fesso, ma quanto spessore in più c’è.
E così ne ho scelte un po’, nei cui testi è bello naufragare perché alla fine in canto veritas, in questo però, quello sanguigno, che non confonde l’amicizia con la complicità, che è uno dei due difetti che questa virtù con se trascina, questo per eccesso, l’inimicizia per difetto.
Vi sparo allora nell’ordine:
Herbert Pagani, itolafrancese un po’ naif, un po’ hippy –come Tippy il coniglietto- un po’ sessantottino, ma capace di promuovere sentimenti razionali, sinceri, profondi. Anche lui canta l’amicizia e forse è cronologicamente il primo della lista.
http://www.youtube.com/watch?v=tnXDmNUk_sQ ß-pagani
Poi si va sul classico con Dario Baldan Bembo, che l’amico è qualcosa che più ce n’è e meglio è. Ma va?
http://www.youtube.com/watch?v=Tm_gv-PdcZc
Un po’ di trasgressione con Renatino e il suo amico che speriamo non sia altro, ma le parole ricordo bene che all’epoca, quella delle immense compagnie (e vai con gli 883 tanto per citare), erano oggetto di grandi riflessioni e furiose discussioni, e quindi il suo ruolo questa canzone l’ha assolto: uscire dal torpore per attivare il cervello.
http://www.youtube.com/watch?v=j4hK74GjurA ß- zero
E infine una bella camminata dopo una scazzottata con Riccardino Cocciante e il suo amico in più.
http://www.youtube.com/watch?v=_2ac7Y8-U88 ß- cocciante
Ma che cosa è realmente l’amicizia e perché conta tanto? Me lo chiedevo anche di recente riflettendo sulle terrazze estive, forma di aggregazione per uomini soli –no, qui i Pooh non centrano- ormai insaccate in quel di luglio (col bene che ti voglio, lo sai non finirà…. Non ho resistito, abbiate pazienza). E ci leggevo questa voglia di condividere, di trovare sponda, di arrabbiarsi anche, perché l’amicizia non è approvazione cieca, è grillo parlante non lucignolo, che costringe a rimettersi in cammino. E se l’amore, coniugale, tra tutti i rapporti umani è forse il più vicino a quello divino, beh l’amicizia è solo un’incollatura sotto, molto meno della distanza che Bolt rifila al secondo.
E se se ne riesce a discettare solo grazie a grandi pensatori –come non ricordare i quattro amori di quell’animale da amicizia che era C.S.Lewis uno dei fondatori degli Inklings (e chi senza google mi tira fuori gli altri una birra all’Eagles and Child non gliela leva nessuno)- molto meglio vederla vissuta ad esempio ne Il Signore degli Anelli forse il più bel romanzo che canti l’amicizia.
Ma qui spalanco a voi la strada: canzoni, storie, saggi, racconti per chiarire che cosa sia l’amicizia e a che cosa serva.
p.s. per non perdere neanche una occasione di provocare mi sun di quei …. che parlen no… No, questo non c’entra, ma di quei che non credono affatto all’amicizia tra donne e uomini: l’amicizia vera, profonda, quella c’è virtù, implica e impone una intimità che può darsi solo con una persona del medesimo sesso o con il coniuge. So che questo dispiacerà ad alcuni, per fortuna è oggetto opinabile e il mio punto di vista ha pari dignità del suo opposto.
Caro Paolo,
ben ritrovato! Chissà perché il tuo post non è stato quotato da nessuno, ancora…
Che l’amicizia, non trovi seguaci né ideologici? Non credo, penso piuttosto agli effetti collaterali del dopo ferie… Vedrai tra non molto altri lasceranno qui il suo commento.
Ecco brevissimo il mio: Anch’io ho sempre creduto che non potesse esistere l’amicizia tra uomo e donna senza che questa nascondesse (almeno da parte di uno dei due) un altro sentimento…
Oggi, che l’ho sperimentato e con un’intensità e profondità uniche, lo posso nuovamente confermare ma con una variante: se i due vivono un saldo rapporto affettivo o una sincera vocazione, l’amicizia spirituale tra uomo e donna può esistere e resistere a tutti gli “effetti collaterali” che la nostra natura comunque suscita. E credimi è davvero un’esperienza unica e segno della tenerezza di Dio.
Rinnovo l’invito a leggere il bel volumetto di padre Ermes Ronchi “I baci non dati” Edizioni Paoline per liberarci da tutti quei condizionamenti e legacciuoli che tanto moralismo e perbenismo hanno generato ed attanagliano il nostro cuore.
Un caro saluto!
Mario G.
Spero di non essere irrispettosa, ma secondo me uno dei più begli inni all’amicizia è proprio il Vangelo.
“Io non vi chiamo servi, ma amici”.
Un concetto rivoluzionario. Un gruppo di uomini (e donne), legati, certo, da una fede comune, ma anche da un’amicizia molto umana, senza eroismo forzato, anzi…le debolezze vengono fuori proprio tutte, dalle vigliaccheria alla vanità.
Il punto è che proprio l’amicizia li aiuta a superarle, queste debolezze, a fare insieme qualcosa di grande.
Sull’amicizia tra uomini e donne, la penso proprio come Paolo.
Gesù aveva anche amicizie femminili, ma, appunto, era Gesù….
😉
c’entra un tubo con l’argomento. ma segnalo articolo sul libro della sciùra Costanza.su Tempi di oggi.
Sull’amicizia..un giorno mia madre se ne uscì dicendo “Chi trova un amico, trova un tesoro. E quanti tesori ti è capitato di trovato nella vita? Non è cosa facile da incontrare, l’amicizia vera..”
Solo lei poteva ridare significato ad un detto così sfruttato.
Grazie per le tue riflessioni, Paolo.
Ciao Paolo e popolo del blog, è la prima volta che scrivo perché questo argomento mi sta molto a cuore in questo periodo: mi sono resa conto che l’amicizia è ciò che mi manca di più. Passati gli anni dell’università in cui era relativamente semplice fare amicizia anche per una persona extratimida come me.. le persone alle quali ero più legata si sono tutte trasferite altrove e mi ritrovo completamente sola (anche se sono felicemente sposata, per fortuna!) Ma sento il bisogno di una presenza amica intorno a me, per vivere meglio e anche per non scaricare tutto addosso al marito… 🙂
Mi viene una considerazione sui “rapporti a distanza”: io non li amo molto, nel senso che io sento il bisogno di una frequentazione piu’ o meno assidua, altrimenti secondo me i rapporti degenerano verso il formalismo… (“Come va? Tutto bene? Le vacanze?”) e se NON va tutto bene, io non riesco a dirlo all’amico “lontano”, perché mi sembra di disturbare… e rimango con i miei problemi, anzi, con quella sensazione di delusione che non passa…C’è chi supplisce con le telefonate, ma io ho proprio bisogno della “presenza fisica” per riuscire a costruire o mantenere un rapporto!
Con questo problema (per me) insolubile vi saluto… e per gli anglofoni lascio un link di un articolo che ho letto qualche tempo fa:
http://www.nytimes.com/2012/07/15/fashion/the-challenge-of-making-friends-as-an-adult.html?pagewanted=all
Ele:
hai scritto delle cose di una umanità e di una delicatezza non comuni. L’amicizia è una delle cose. credo, più belle che che ci possano essere nella vita degli uomini (che vuol dire uomini e donne, ovviamente) A volte ne diveniamo pienamente consapevoli quando gli anni sono passati, gli amici andati via, le occasioni di nuove amicizie si fanno più rare e non abbiamo più quella freschezza di spirito e quell’istinto a buttarsi che c’è solo nella gioventù (pigrizia fisica e mentale direi insorgono) senza parlare delle famiglie che spesso diventano anche il sepolcro delle amicizie più intense e assolute e profonde (come ben descritto nel commento di Orazio) I sentimenti che provi te, Ele, credo che li proviamo un po’ tutti e purtroppo credo che non ci sia soluzione a questo problema che è forse sopratutto un problema dovuto agli anni che passano e alla nostra maniera (di merda ) di vivere. Allora c’è anche chi cerca rifugio in Cristo, nella cultura, nel lavoro, nella carriera, nelle gozzoviglie, nel gioco, nei viaggi, e in mille altre cose che però non potranno mai sostituire un’amicizia vera come quelle che di cui si legge nei romanzi di Hesse (per esempio).
Così è la vita. Le cose non ritornano. Ma può anche succedre che altre arrivino (anche amicizie?). Mai dire mai. Ma, e qui voi lo sapete meglio di me il vangelo, tenersi pronti, disponibili, svegli!!!
…e poi, anche, mi permetto di aggiungere, l’amico ritrovato non è mai più lo stesso (vero Orazio?)
“Del resto, quelli che chiamiamo abitualmente amici e amicizie, sono soltanto dimestichezze e familiarità annodate per qualche circostanza e vantaggio, per mezzo di cui le nostre anime si tengono unite. Nell’amicizia di cui parlo, esse si mescolano e si confondono l’una con l’altra con un connubio così totale da cancellare e non ritrovar più la connessura che le ha unite. Se mi si chiede di dire perché l’amavo, sento che questo non si può esprimere se non rispondendo: ‘Perché era lui; perché ero io’. C’è, al di là di tutto il mio discorso, e di tutto ciò che posso dirne in particolare, non so qual forza inesplicabile e fatale, mediatrice di questa unione. Ci cercavamo prima di esserci visti e per quel che sentivamo dire l’uno dell’altro, il che produceva sulla nostra sensibilità un effetto maggiore di quel che produca secondo ragione quello che si sente dire, credo per qualche volontà celeste: ci abbracciavamo attraverso i nostri nomi. E al nostro primo incontro, che avvenne per caso, in occasione di una grande festa e riunione cittadina, ci trovammo tanto uniti, conosciuti e legati l’uno all’altro, che da allora niente fu a noi tanto vicino quanto l’uno all’altro.”
E con questa dotta citazione, per oggi mi congedo da voi, amici e gentili signore 😉
OT per Costanza: un articolo molto interessante da leggere. Anche sull’altra sponda dell’Atlantico qualcuno si interroga:
http://www.firstthings.com/onthesquare/2012/08/the-sad-secular-monks
Molto interessante e tra l’altro nemmeno troppo OT… “A life that has no room for serious romantic partners can’t have much space for deep friendships either.”
.Ele:
…in inglese sembra anche più vero, e forse lo è, o non lo è, non si sa mai, nessuno lo sa mai, nulla!
“E se l’amore, coniugale, tra tutti i rapporti umani è forse il più vicino a quello divino”
dissento 🙂
tutti tutti gli amori umani (se sono veri amori) sono immagine dell’amore divino.
Fare graduatorie non è rendere giustizia alla fantasia e all’immensità di Dio
Per il resto grazie, Pugni, per aver parlato del mio tema preferito, ma per ora non posso commentare.
Mi permetto però di aggiungere di renatino un’altra canzone che a me fa molto pensare all’amicizia (in particolare a quella con Gesù)
Se riesco più tardi mi riservo di litigare con te sull’amicizia tra donne e uomini 🙂 come ben sai non sono affatto d’accordo con te ma è tema opinabile, come giustamente affermi, e il disaccordo su questo non ci farà certo essere meno amici 😉
Bye, a più tardi, spero! Se non riesco a passare baci a tutti!
Il mio pensiero è piccolo, come lo schermo del mio telefonino durante l’attesa del dentista.
Rileggo le ultime righe di Costanza Miriano e ci vedo gli abissi e le tempeste della vita mia e del mio prossimo più prossimo.
Ora rileggero’ di nuovo questo testo, con la speranza di un sollievo e di veder il placarsi di onde che non avrei voluto mai navigare alla mia età.
Per la miseria son già quasi finite le ferie! Se penso a cosa mi aspetta tra poco… meglio che non ci pensi o potrei accarezzare l’ipotesi di convertirmi un attimino a una qualche religione che contempli il suicidio…
Oh Pugni! Bentrovato: ti ho visto con piacere sbucare presso la cuccia del Mastino! Buongustaio, ecco quei bei cattolici ringhiosi che mi piacciono tanto. Peccato non averne sottocasa uno con cui fare amicizia.
Saluti a tutti quanti, Costanza e Admin per primi 🙂
Fefral, su questo tema non potevi non esserci, eh?
Premesso che non sono sposato, stavolta darò un colpo al cerchio e uno alla botte: è vero certo che tutti gli amori umani, se sono davvero un voler bene, sono un riflesso di quelli divini. E’ pur vero però che ciascun amore manifesta in un modo differente tale amore, e non è quindi impossibile fare una “classifica” oggettiva. L’amore sponsale, che nasce dalla libera volontà di Dio di dividere il genere umano, fatto a Sua immagine e somiglianza, in due sessi distinti, parla veramente dell’amore tra Cristo e la Sua Chiesa. Si sa che quel che scrive San Paolo (e che ormai grazie a Costanza sappiamo a memoria!) non è una semplice metafora, ma un passaggio impregnato di autentica teologia: perché Dio ritiene una cosa buona, per manifestare meglio uno degli infiniti aspetti del Suo amore, dividerci tra uomo e donna? E San Paolo risponde in un modo che sarebbe stato impossibile senza aver contemplato il Mistero della Croce.
Ma, ma. Certo, resta sempre una questione di Carità. Perciò se una differenza oggettiva può venire espressa, quel che poi conta è la Carità, l’amore per Dio. Mi viene in mente un racconto che non so più dove ho sentito, di un qualche Santo che chiedeva a Dio chi in una determinata città e in un certo periodo Lo aveva amato di più, e gli veniva risposto qualcosa del tipo… un garzone, o qualcosa di simile…
Nonostante ci fossero stati in quella città uomini che si erano inflitti le più dure penitenze e digiuni e pratiche ascetiche e preghiere che non finivano più – e Dio spiegava come tutto questo fosse giusto e Lui l’avesse apprezzato – pur trattandosi di cose più ammirabili e, oggettivamente, superiori rispetto allo svolgimento delle umili mansioni di un garzone (o quel che era), la Carità che ci metteva quello era stata la più grande. In fondo, se non sbaglio è una delle chiavi di volta della spiritualità dell’Opus Dei, no? [non ne so molto, prego correggermi se ho detto castronerie!]
Ritengo perciò che la tua obiezione, Fefral, si possa parare dicendo che tu e Pugni vi riferite a due piani diversi 😉
Così come poi, l’amore umano privato del respiro soprannaturale, è sempre monco di qualcosa, di quella capacità di voler davvero il Bene dell’altro, che è Dio. Rischia di potersi corrompere in un’idolatria nella quale una creatura ne sceglie un’altra da amare dell’amore a cui solo Dio ha diritto.
Dopo questo noiosio excursus teologico, dirò brevemente la mia sull’amicizia tra uomo e donna. Non la ritenevo possibile. Poi per alcuni anni ebbi un rapporto di amicizia di tal genere, soprattutto espistolare (mail, ovviamente), punteggiato da occasionali incontri “vis-a-vis” che dovrebbero farmi ritenere il contrario, essendo stato un legame senz’altro forte.
Nonostante questo, non saprei dire. Se non altro, questo: è MOLTO differente. E non si tratta qua di voler alludere a strascichi sentimentali&sessuali o sciocchezze del genere, come vorrebbe l’epoca nella quale viviamo, che vede sesso dappertutto (dicono che siamo noi fissati col sesso ma oh, a me pare proprio il contrario… ). No, è diverso: richiede l’applicazione di “regole” diverse.
Un’altra cosa che ho notato, e che non so se ha un valore “universale” o “particolare” legato a quella persona (e a me): le donne sono molto più “impudiche” nell’amicizia (ancora una volta, niente allusioni, please) rispetto a noi uomini. Prego di voler capire quello che ho scritto senza bisogno di mettermi a spiegarlo, perché non ne ho voglia!
domanda: avevo scritto un commento che è sparito. Ho fatto casino io o è andato in spam?
da queste parti non s’è visto….
Pazienza! Non ce la faccio a riscriverlo
vabbè comunque poco importa. Piuttosto: parliamo di amicizia. Pugni chiede cos’è l’amicizia e a cosa serve. Mi viene difficile dare una definizione di amicizia. Una volta mia figlia mi ha chiesto a cosa servono gli amici. E le ho risposto, di getto “gli amici non servono a niente”. Una delle caratteristiche che rendono un legame “amicizia” e non qualcos’altro è la totale gratuità. L’amicizia non serve a niente. Non che non ci siano benefici derivanti dall’amicizia. Ma questi benefici svaniscono d’incanto nel momento stesso in cui si vive un rapporto di amicizia con l’idea di trovarne. L’amicizia non ha un obiettivo, anche se due amici spesso raggiungono insieme un obiettivo comune. So di ripetermi, ma uno degli esempi di amicizia (siamo in un blog cattolico e una volta tanto faccio anche io la cattolica 🙂 ) più belli che mi vengono in mente è quella dei discepoli di Emmaus. Lo so, il vangelo non ci dice esplicitamente che erano amici. Ma il loro comportamento è quello tipico degli amici. Due persone che fanno la loro strada e si raccontano le loro cose, condividendo (in questo caso) un dispiacere grosso, una delusione. Gesù è morto e i loro sogni, i loro ideali, sono infranti. Ecco, due amici fanno così, camminano insieme e condividono qualcosa che sta loro a cuore. Per parlare tra loro di queste cose si fidavano l’uno dell’altro. E questa fiducia probabilmente nasceva da una frequentazione precedente: entrambi sapevano che l’altro aveva creduto in Gesù, si era entusiasmato alle sue parole. Magari in passato avevano commentato insieme i discorsi di Gesù, avevano condiviso l’amicizia con i suoi discepoli, mangiando insieme, godendo insieme della sua compagnia. Poi il disastro: Gesù è morto e loro sono confusi e tristi. Questo però non impedisce loro di accogliere nella loro conversazione un terzo. Uno che all’apparenza non è dei loro. Un forestiero che non sa nulla dei loro discorsi, che non piange come loro per la morte di Gesù. Ecco, due amici non sono gelosi della loro amicizia. Lewis scriveva nel libro citato da Paolo che il numero dell’amicizia non è il due ma almeno il tre. E così il forestiero viene accolto e ascoltato e si risponde alle sue domande, gli si raccontano i fatti accaduti, si condivide anche con lui la delusione e il dolore degli ultimi giorni. L’amicizia oltre a essere gratuita è pure aperta agli altri.
E nel racconto di Emmaus ci sono anche altri gesti che mi sembra parlino di amicizia: i due stanno bene col nuovo arrivato, e gli propongono di cenare con loro. Condivisione quindi non solo di temi esistenziali, ma anche di quotidianità, normalità. Poi sapete come continua, ma quella è un’altra storia. Intanto a me il rapporto fra quei due fa pensare alle miei amicizie più belle.
Ma ora vado a letto, però volevo solo dire ad Erika che è vero che Gesù era Gesù. Ma noi siamo invitati ad imitarlo, ad amare come Lui ha amato.
E’ vero, Fefral, e io non intendo dire che l’amicizia uomo- donna non possa esistere.
Solo che forse ha “codici” diversi, che io trovo difficoltà ad applicare.
Come dice anche Roberto, noi donne, a volte, siamo più “impudiche” nell’amicizia.
Tra i miei amici più intimi (5 in tutto), ci sono due uomini, ma non riesco ad avere con loro la stessa intimità che ho con le mie amiche.
So di dire una banalità, ma credo davvero che alla base di un buon matrimonio ci sia un rapporto di profonda amicizia, per me almeno e’ così. Forse e’ per questo che con gli amici maschi mi “freno” un po’ .
Mi sembrerebbe di “tradire” in qualche modo mio marito, ma magari sono solo scemenze…
Vabbe’, buonanotte a tutti.
Rapidamente e con scuse per il ritardo (sono a Sorrento per lavoro e vacanzina con una splendida collega, così bella e brava che l’ho sposata 27 anni fa….) fornisco le mie idee
1) difficile capire quale tra più ditali è il più paragonabile all’oceano, e non avendo le giuste misure per verificarlo. Dico che l’amicizia coniugale (come fa ad esistere un amore se non è basato sull’amicizia?) è un gradino in più delle altre perché… c’è anche una intimità specifica che unisce ancora di più le due persone in modo così forte che, per dirla con un teologo, il loro amore dopo nove mesi diventa persona. Tra l’altro nel bellissimo saggio amore e responsabilità è l’allora vescovo di Cracovia Karlo Wojtyla a descrivere quello coniugale come l’amore più vicino a quello divino…
2) se non ricordo male C.S.Lewis dice proprio che l’amicizia è aperte a tutti e che il numero degli amici è infinito, ma fatto da tanti rapporti di amicizia uno-a-uno Lo ribadisce Nedoncelle spiegando che viviamo in relazione: aut duo aut nemo
il resto dopo, adesso la moglie mi reclama…
Paolo: ieri non ce l’ho fatta ma il post mi piace, come gli altri tuoi del resto. L’amicizia è un argomento molto ampio e molto profondo (se è amicizia vera). Questo tuo commento è concreto. Grazie.
Mi piace anche come parli di tua moglie dopo 27 anni di matrimonio: complimenti a voi! Smack! 😀
grazie 61AngelXXL…. smack!
proseguo
3) l’amicizia non ha come scopo… il nulla! Ciò non toglie che sia disinteressata e gratuita, come l’amore peraltro. ha come scopo l’aiuto reciproco il miglioramento reciproco. Questo la differenzia dalla complicità che ha come scopo un male gratuito e condiviso. Altrimenti non si capirebbe la differenza tra Samvise e Lucignolo. per questo l’amico c’è. Sempre. E mi piace davvero molto la descrizione di Emmaus che fa Fefral. Che trovo pregnante per spiegare come si vogliono bene due amici e come gratuitamente… ci sono l’uno per l’altro. C’è di più nascosto in quelle righe: il bene per entrambi.
4) mi rendo conto che non ci sia una verità e che tantomeno sia scritta sulla pietra. Il mio punto di vista è che una amicizia così, che è ad un passo dall’amore dal quale si distingue solo per l’unione coniugale, non può generarsi tra due persone di sesso diverso. Tale è lo scambio di intimità che sarebbe davvero pericoloso. Questo vuol dire che non ho amiche? Assolutamente no. Ma che il grado di amicizia che ho con loro è diverso e meno intimo e profondo di quello che ho con uomini, con l’amico del cuore. Anche al tempo del liceo, degli amori che sembrano tanto senza fondo quanto pieni di dolore avevo amiche con le quali mi confidavo, ed era forse più facile forse più difficile. Ma l’amico del cuore era un ragazzo. Oggi a maggior ragione avrei difficoltà estreme, forse anche per quegli scombussolamenti ormonali che si intingono nelle tentazioni e che prudenza dice sia meglio evitare. Ma non mi ci vedo dire a mia moglie: “ho dei problemi da discutere, esco a cena con Lucrezia (nda: non conosco nessuna Lucrezia ovviamente) da soli per parlarne” mentre non ho nessuna difficoltà a dirle “ho dei problemi da discutere, esco a cena con Armando per parlarne”. Ripeto, questo è e resta il mio punto di vista personale, senza pretesa di verità.
Paolo: grazie per i 3 e 4 che approvo e condivido. Arismack! 😀
“Tale è lo scambio di intimità che sarebbe davvero pericoloso”: 1000% di ragione. 😉
Paolo, lewis racconta della sua amicizia a tre con Tolkien e Williams … E spiega che il rapporto a tre si nutre e arricchisce delle tre relazioni a due fra di loro.
C’è un brano del suo libro che tu citi che io ho sempre trovato illuminante a proposito del fatto che l’amicizia è un rapporto aperto, e ne ho fatto esperienza più e più volte, e lo riporto di seguito
“Lamb [Charles, autore vittoriano] dice, non ricordo con precisione a che proposito, che se di tre amici, A, B e C, A dovesse morire, allora B perderebbe non soltanto A, ma anche la parte di A in C, mentre C perderebbe non soltanto A, ma anche la la parte di A in B. In ciascuno dei miei amici c’è qualcosa che solo un altro amico sa mettere pienamente in luce. Da solo non ho la grandezza sufficiente per stimolarlo ad agire al meglio delle sue possibilità. Ho bisogno di altre luci, a sostegno della mia, per illuminare tutte le sue sfaccettature. Ora che Charles [Williams] è morto, non vedrò più le reazioni di Ronald [Tolkien] a una tipica battuta di Charles. Non è affatto vero che ora che Charles se ne è andato, Ronald è più mio, in quanto è tutto per me. La verità semmai è che ora ho anche meno di Ronald”
Mi è capitato recentemente di riuscire a incontrare insieme per la prima volta due dei miei più cari amici che a loro volta sono molto amici tra loro. Noi tre ci siamo conosciuti e frequentati singolarmente per anni (due uomini giusto per precisare 🙂 ). Loro si conoscono da sempre, io ho conosciuto per vie diverse prima uno e poi l’altro sviluppando con ognuno dei due un’amicizia profonda e autentica. Ognuno dei due legami per me ha delle caratteristiche molto particolari (non c’è mai un’amicizia che sia uguale ad un’altra), con ognuno dei due ho condiviso “tesori” e “panorami” diversi, perché ci siamo incontrati in momenti diversi della vita e perché i miei due amici sono diversi tra loro. E loro due hanno esperienze comuni di cui io invece non sono parte. Per la prima volta siamo riusciti a coincidere nella stessa città nello stesso giorno e ci siamo incontrati tutti e tre. È stato bellissimo conoscerci e ri-conoscerci tutti e tre in un modo nuovo. Perché oltre a vedere tizio ho potuto per la prima volta vedere tizio con gli occhi di caio. E oltre a vedere caio ho potuto vedere caio con gli occhi di tizio.
Caro paolo, ho scoperto solo da poco che tu hai tradotto la biografia di Tolkien per l’ARES, che io ho letto un bel po’ di anni fa. In quella biografia ricordo che si parla della stessa amicizia di cui racconta Lewis nei “quattro amori” dal punto di vista di Tolkien. E si fa cenno al fatto che per J.R.R. non era però così semplice questo rapporto a tre. Perché l’amicizia è il meno geloso degli affetti, ma in realtà in ogni legame umano la gelosia fa capolino spesso, e non è semplicissimo scansarla. Queste dinamiche di gelosia e attaccamento, per quella che è la mia esperienza, possono verificarsi sempre, ma sono molto più frequenti nei rapporti di amicizia femminile. Questo è uno dei motivi che rendono a me (e sottolineo a me) più semplici le amicizie con uomini rispetto a quelle con donne. Ma si tratta di qualcosa che so che vale per me. Io mi sento molto più pronta ad affrontare e gestire il rischio di un eventuale innamoramento di un amico che quello dell’eventuale attaccamento morboso e geloso di un’amica. E negli anni questo mi ha portata a contare tra i miei veri amici un numero di uomini maggiore a quello delle donne con cui mi relaziono abitualmente. Per questo dico che l’amicizia tra uomo e donna è non solo possibile ma in certi casi (e ribadisco, non per tutti e non sempre) più semplice e bella dell’amicizia tra due donne. Le complicazioni in un rapporto di amicizia sono tantissime e riguardano ogni amicizia perché riguardano la vita umana, e dipendono dal fatto che siamo imperfetti e perfettibili. Io preferisco affrontare le complicazioni delle amicizie con persone dell’altro sesso che quelle con persone dello stesso sesso. Mi logorano di meno i rapporti con gli uomini che quelli con le donne. Questo è il motivo che pur avendo amato molto, da ragazza, il libro di Lewis, lo trovo un po’ limitato soprattutto quando parla dell’amicizia tra uomo e donna. Perché la mia esperienza è andata oltre. L’intimità che ho con alcuni amici maschi supera di gran lunga quella che ho con tutte le amiche donne che ho e ho avuto. Ma è un’intimità completamente diversa da quella coniugale. Per certi versi è più profonda (e ce l’ho anche con mio marito, perché sono anche amica di mio marito) ma è completamente un’altra cosa. So che non è facile da capire se non la si sperimenta, ma è così. L’unione, chiamiamola “spirituale” ma non in senso religioso, che si può creare tra due amici è un tipo di intimità che non c’entra nulla con l’amore coniugale (che ha anche una componente spirituale molto forte ma è diverso dall’amicizia). E l’intimità fisica che pure ci può essere tra due amici è qualcosa di completamente (questo è forse più semplice da capire) dell’intimità fisica tra due sposi. Si tratta di cose diverse, perché un abbraccio tra due amici è diverso dall’abbraccio tra due sposi.
Per questo non amo le classifiche in questo campo, se non a livello di predilezione personale per un tipo di affetto o un altro. Nel commento che era sparito paragonavo i vari amori umani ai colori dell’arcobaleno. Tutti insieme formano il bianco (l’amore divino che tutti li include senza mortificarne nessuno). Se a me piace più il blu e tu preferisci il rosso (la scelta non è casuale: ho sempre considerato il blu come il colore che meglio rappresenta l’amicizia) non significa che uno sia superiore all’altro. Nè che uno escluda l’altro.
Mentre scrivevo ho letto l’ultimo commento di Paolo e aggiungo: lo scopo dell’amicizia è l’amicizia stessa. Il miglioramento reciproco è conseguenza della vera amicizia. Se un’amicizia è autentica renderà migliori i due amici.
Sam non segue Frodo per rendere migliore Frodo. Sam segue Frodo perché gli vuol bene. E questo rapporto rende migliori entrambi.
Si tratta della stessa cosa che forse intendi dire tu, ma sai che per me è importante puntualizzare 😉
apprezzo due cose di questo tuo ultimo commento:
a) bene la puntualizzazione, vediamo da due angolature diverse la stessa cosa e questo non sottrae aggiunge
b) mi rendo conto che la questione dell’amicizia donna-uomo sia vista in modo molto diverso da uomini e da donne. Proprio perché siamo diversi. Scrivi, e questo per me è stato illuminante, “….Questo è uno dei motivi che rendono a me (e sottolineo a me) più semplici le amicizie con uomini rispetto a quelle con donne”. Ecco: l’amicizia tra due uomini è la cosa più semplice del mondo: niente rivalità, niente gelosie. Capisco che qui ci sia una grande differenza…
grazie ancora
Paolo
io d’altra parte ho apprezzato che tu abbia sottolineato a proposito dell’amicizia tra uomo e donna “mi rendo conto che non ci sia una verità e che tantomeno sia scritta sulla pietra”, e hai evidenziato il “tuo” punto di vista e la “tua” esperienza. Che, aggiungo, è sicuramente l’esperienza dei più. Ma tu, te ne rendo merito, diversamente da altri non hai escluso a priori la possibilità che per qualcun altro possa essere diverso. Allo stesso modo io, anche per esperienza personale, so che non si tratta di un tema semplice e banalizzarlo dicendo “è possibile” o “non è possibile” è davvero riduttivo
avevo 10 anni o forse 9, passai un’intera estate a infilare “la 200 lire” in un juke-box di un baretto sulla spiaggia per sentire “l’estate sta finendo”…e i biliardini e i pacman e il sedile rovente della macchina di mio padre al ritorno dal mare….e tanti altri ricordi…
AngeloXL, perdonami per questo OT personale. Ti leggo da un po’, e mi sono fatta di te l’idea che tu sia una persona molto buona e dolce. A volte però ho l’impressione che tu svolazzi per il blog seminando smack alla ricerca di commenti che ti rassicurino della bontà delle tue idee, ma che non eserciti mai un po’ di capacità critica che pure sono certa tu abbia. Boh, non so… magari è una stronzata e non tenerne conto. Ma mi sembra che tu tenda un po’ a sottoutilizzare la tua testa
Fefral: tranquilla! Uso anche la mia di testa. Ma se concordo con quello che leggo, cosa devo aggiungere? Sai, a volte mi capita che prima di scrivere un commento penso: “Mi sa che prima o poi qualcuno, se non lo sta già pensando, crederà che lascio commenti “tanto per”. Questo soprattutto ultimamente che ho poco tempo per stare dietro “ai” blog. Dico “ai” perché mi piace visitare anche Karin-Andreas. don Fabio (che tra un po’ chiude), e altri blog consigliati da tutti loro. Trovo tanto materiale interessante, che a volte copio per la mia rubrica e divulgo ai miei contatti. Vuol dire che mi piace “così com’è”. ma questo non significa non avere una propria testa da usare. Anzi, ti garantisco, che dovrei usarla un po’ di meno, così mi “riposerei”, invece di farmi definire (da chi mi conosce bene) “la donna in eterno movimento”: una ne penso e dieci ne faccio! Fa un po’ il conto?
Ho già fatto una scelta decidendo di “frequentare” determinati blog e non altri: se non mi trovavo in sintonia con i post, era da mo’ che ero sparita! E se avessi voglia di fare polemiche o di dire il mio pensiero “contrario”, andrei su altri blog e farei il troll. Ma a che mi servirebbe? A nulla. Romperei solo le scatole, cosa che a me non piace proprio fare, anche se purtroppo mi riesce bene. 😉
Allora Costanza cosa dovrebbe pensare? E Paolo? E gli altri? Si beccano i miei complimenti ed i miei smack! Spero che non gli venga la nausea! Oh! Ditemelo prima, così smetto. 😀
N.B.: non sono né buona né dolce… 😉
OT: ma dai! Sono andato in ferie a Sorrento per la prima volta in vita mia quest’anno, 13-24 agosto. XD Ma guarda te…