La scorso sabato, 26 maggio, è stata la festa di san Filippo Neri.
Padre Maurizio, come promesso, ha reso disponibili online le registrazioni audio delle catechesi dei Cinque Passi al Mistero. Sono scaricabili QUI
Per capire cosa è la festa di san Filippo Neri vi lascio al bellissimo post di Maria Elena.
di Maria Elena Rosati
L’intenzione era buona. C’era l’inizio giusto, l’attacco vincente, e avevo già cominciato a scrivere, ieri notte. Era tutto qui nella testa, bastava solo metterlo su carta o, meglio, trovare il tempo per farlo. Poi è arrivata la festa di San Filippo, ed è cambiato tutto.
Il tempo si è improvvisamente ristretto, e così mi ritrovo a scrivere nel tempo, record per me, di un’ora. Avrei voluto descrivere con attenzione la festa, con le immagini meravigliose che porto nel cuore tutto l’anno e che vengono fuori sempre di questi tempi, e farvi venire voglia, l’anno prossimo, di venire tutti a Roma a festeggiare Pippo Buono con noi. Perché il giorno di San Filippo, per una che vive a Roma, e ha la grazia di essere cresciuta in una parrocchia come la Chiesa Nuova, non è un giorno come tanti altri.
E’ il giorno in cui si preparano caffè in quantità industriali, per il pranzo di tutta la comunità, e si prende a prestito dai Padri la mitica caffettiera da 12, un gigante, sogno dei moka dipendenti. E’ il giorno in cui normalmente (oggi no) ti accorgi che fa davvero caldo, ti metti i sandali e la camicia a maniche corte, e godi il tepore dell’estate che si avvicina. E’ il giorno in cui ritrovi i visi di tante persone che non vedi mai fuori da questa occasione, perché la voce del santo richiama alla casa anche chi si è allontanato.
Ma soprattutto è il giorno in cui, per un momento, puoi ritornare piccolo, nelle emozioni che sono legate a questa festa: lo stupore di vedere la chiesa trasformata dagli addobbi, quasi per magia, che la fanno diventare, ancora di più, un gioiello che risplende di rosso e di oro, alle luce del sole di maggio che allunga le giornate. La gioia di quando inizia la novena, avviso che la festa è vicina, e senti risuonare il canto “O Filippo, amabil santo”: per carità, non sarà un capolavoro, ma nasconde la tenerezza di una musica che hai sempre sentito, che risuona nel cuore con dolcezza, e ti fa sentire orgoglioso di saperla cantare a memoria ora, dopo che per anni l’hai rifiutata e hai fatto finta di non conoscerla. Il senso di vacanza, di giorno di festa straordinario: per San Filippo i bambini della parrocchia, se possibile, non vanno a scuola, perché la prima messa della mattina, alle 9, è per loro, a seguire c’è la colazione offerta da Comune (san Filippo è compatrono di Roma), capite che è una giustificazione più che valida per stare un giorno a casa. Ecco perché ,anche oggi che sei grande, fai di tutto per ritagliarti un momento, per “passare a salutare”, per entrare nel giardino degli aranci, afferrare un caffè, o ancora, cosa più ardua superati i 10 anni, carpire un sacchetto di caramelle. L’emozione di entrare nelle stanze di San Filippo, scrigni di tesori e reliquie: le conosci a memoria, ma ogni volta che ci metti piedi, vieni avvolto dal silenzio e dalla solennità del luogo, e ti ricordi di quando aprivano una volta l’anno.
Torni piccolo nello stare davanti a San Filippo, oggi che l’urna che conserva il corpo in chiesa è circondata dalle rose rosse, il cancelletto è aperto, la grata è abbassata. Ti viene voglia di abbracciarlo, di fare due chiacchiere con lui, di salutarlo con affetto, anche se lo vedi tutti i giorni , di affidargli, oggi ancora di più, tutti i desideri del cuore, lui che di cuore se ne intende.
E poi vedi loro, i Padri Oratoriani, distinti nel loro abito, così rassicuranti, e oggi anche così stanchi e provati: li guardi, e ora che sei adulto capisci il dono che ti è stato dato nella loro vocazione, e, davanti al corpo di San Filippo, preghi per loro e ringrazi il Signore perché sono stati messi sul tuo cammino.
In questo mare di emozioni e ricordi, mentre le festa, come ora, sta per finire, ti viene in mente quella vecchia poesia in romanesco, sul quel libro mezzo dimenticato, che racconta la vita davanti al piazzale della chiesa, e fotografa così bene l’immagine del bambino che, al momento della chiusura, si intrufola per “smiccià”(sbirciare) la cappella di San Filippo; un inchino, un segno di croce, e quelle parole “Bon sonno, San Filì, bona nottata!”, così cariche di affetto; e come nella poesia ti sembra quasi di sentire la risposta del Santo, che “da drento all’urna pare che je dica:<<Chi ner monno fa bbene, bbene trova , creature mie, che Dio ve benedica!>>.
Questo post capita molto a proposito, visto che siamo in tempo di terremoti. San Filippo Neri è anche ‘protector in terraemotibus’, quindi una preghiera speciale in questi giorni ci starebbe bene.
A Santa Maria in Vallicella c’è un vivace quadro del marchigiano Pierleone Ghezzi che raffigura l’episodio all’origine di questa devozione: la salvezza del cardinale arcivescovo di Benevento, Vincenzo Maria Orsini (più tardi papa Benedetto XIII), che nel 1688 usci illeso dal crollo del suo palazzo attribuendo la propria salvezza alla protezione di san Filippo di cui era molto devoto http://www.benedetto13.it/visitaGravina/filiiponeri.htm
Un esempio per TUTTI!!!!(pur se parecchio sdolcinato)
Alvise Maria: ma tu i coperchi li fai… o ce li hai già??? 😉
oggi è il sesto compleanno di Filippo, quello per il quale molti lettori di questo blog pregano. La sua data presunta di nascita sarebbe stata il 26 maggio, festa di san Filippo. La devozione familiare a san Filippo penso sia stata legata, per le mie figlie ragazzine, allo sceneggiato televisivo con Johnny Dorelli, dal quale Alvise ha postato il Branduardi di “vanità di vanità” che veniva cantato a tutto spiano dalle bambine. C’erano molte cose belle in quel filmato, tra cui le brevi entrate di sant’Ignazio…
Solo dopo molto tempo ho scoperto che San Filippo non era solo quello dei bambini, e quanto, per esempio, sia stato importante l’Oratorio a livello di *pensatoio* teologico.
La Chiesa Nuova per me è quella dove c’è la splendida visitazione del Barocci, a casa nostra conosciuta come la “visitazione dell’asino”. Per un lungo periodo io e mio marito abbiamo litigato su se San Giuseppe potesse aver davvero accompagnato Maria da Elisabetta, cosa non scritta nel Vangelo, ma rappresentata molte volte nella pittura. Dopo lunghe visite nelle chiese di tutta Italia (e anche fuori d’Italia) abbiamo scoperto che la tradizione della visitazione con l’asino ha un’esplosione proprio a Roma in epoca post-conciliare (concilio di Trento, ovviamente), ed è per questo che mio marito, romano, pensava che fosse normale avere San Giuseppe al seguito di Maria, mentre io, importata a Roma, avevo in mente solo la rappresentazione tradizionale (evangelica) e gridavo all’eresia. Si dice che San Filippo andasse in estasi davanti alla tela della Visitazione, “e quindi” “ovviamente”, l’asino c’era davvero!
Cara Maria Elena, che bella la festa che descrivi, come vorrei esserci anch’io, almeno un anno, se san Filippo continua a starci vicino…
Auguroni a Filippo, di tutto cuore!
Miaccodo! Auguri a Filippo… a tutti i Filippo, compresi i FRATI. 😉
Carissima Matrigna, ho sempre pregato per Filippo (e fatto pregare) ma proprio in questi giorni l’ho pensato spesso. Ieri avevo deciso di chiedere come sta, ma poi m’è saltato il collegamento. Stamattina trovare questo tuo commento è stata una carezza al cuore. Un abbraccio!
grazie, Angela! Approfitto di qusto spazio per ringraziare tutti, a partire da Alessandro, e per chiedere di *continuare*, perché la strada è lunga e piena di buche, speriamo non di precipizi… Un bacio
Coraggio! Siamo in tanti con vo!
http://fioricesare.blogspot.it/2011/01/un-marchigiano-speciale-federico.html
In che senso data presunta di nascita?
S. Filippo Neri è un autentico gigante di santità! Indegnamente ne porto il nome e lo prego come mio patrono… auguri di cuore al piccolo Filippo (matrigna di cenerentola noi Filippi ce la caviamo sempre, in modo o nell’altro!); anche da parte mia la preghiera assicurata… e grazie a Maria Elena per il post.
San Filippo, prega per noi!
Grazie per aver condiviso questo bellisimo post!
Ve lo ha detto pure il Papa,
basta stare a smargiassare,
tutti insieme affratellati
per il bene generale
con i laici e tutti gli altri
che si abbia a lavorare.
Ma io no, io non mi considero laico, né religioso, né nulla, io sono un anacoreta (che vuol dire fuori dal coro, ritirarsi fuori dal coro)però il discorso di non essere smargiassi, di non considerarsi il sale della terra quando non sa più di nulla neanche il sale io lo condivido.
a proposito di “bene generale”, il Papa ha detto “le sue [dello Stato] leggi debbono trovare giustificazione e forza nella legge naturale, che è fondamento di un ordine adeguato alla dignità della persona umana, superando una concezione meramente positivista dalla quale non possono derivare indicazioni che siano, in qualche modo, di carattere etico.
Lo Stato è a servizio e a tutela della persona e del suo “ben essere” nei suoi molteplici aspetti, a cominciare dal diritto alla vita, di cui non può mai essere consentita la deliberata soppressione. Ognuno può allora vedere come la legislazione e l’opera delle istituzioni statuali debbano essere in particolare a servizio della famiglia. Lo Stato è chiamato a riconoscere l’identità propria della famiglia, fondata sul matrimonio e aperta alla vita, e altresì il diritto primario dei genitori alla libera educazione e formazione dei figli, secondo il progetto educativo da loro giudicato valido e pertinente. Non si rende giustizia alla famiglia, se lo Stato non sostiene la libertà di educazione per il bene comune dell’intera società.”
Medjugorje 2 giugno 2012, alla veggente Mirjana:
“Cari figli, sono continuamente in mezzo a voi perché, col mio infinito amore, desidero mostrarvi la porta del Paradiso. Desidero dirvi come si apre: per mezzo della bontà, della misericordia, dell’amore e della pace, per mezzo di mio Figlio. Perciò, figli miei, non perdete tempo in vanità. Solo la conoscenza dell’Amore di mio Figlio può salvarvi. Per mezzo di questo Amore salvifico e dello Spirito Santo, Egli mi ha scelto ed io, insieme a Lui, scelgo voi perché siate apostoli del Suo Amore e della Sua Volontà. Figli miei, su di voi c’è una grande responsabilità. Desidero che voi, col vostro esempio, aiutiate i peccatori a tornare a vedere, che arricchiate le loro povere anime e li riportiate tra le mie braccia. Perciò pregate, pregate, digiunate e confessatevi regolarmente. Se mangiare mio Figlio è il centro della vostra vita, allora non abbiate paura: potete tutto. Io sono con voi. Prego ogni giorno per i pastori e mi aspetto lo stesso da voi. Perché, figli miei, senza la loro guida ed il rafforzamento che vi viene per mezzo della benedizione non potete andare avanti. Vi ringrazio”,
Alvise Maria… per favore! 😉
Ditemi che è solo uno scherzo!!!
Perché? Non c’è da noi la libertà di educazione?