In questa settimana di discussioni sull’aborto, morti violente, assalti a centri commerciali mi è tornato in mente un racconto che Danicor un giorno di luglio ci ha voluto regalare. Lo sono andato a cercare per riproporlo, oggi.
di Danicor
In macchina, ripensando al post, mi è venuto in mente com’era fuori moda mia nonna. Nata molto povera in Brasile all’inizio del ‘900, era veramente fuori dal nostro mondo. Pensate che il telefono fisso l’ha avuto da adulta e non chiamava mai perché non era capace. Riceveva le chiamate solamente.
In compenso aveva un gallina del pollaio che rispondeva per nome, essendo nata zoppa è stata cresciuta come un animale da compagnia (è proprio vero che il suo handicap l’ha portata ad avere una vita da cane)…
Mia nonna era 15 anni più giovane di mio nonno, data in matrimonio a lui dai suoi genitori per sfuggire alla fame. Non che mio nonno fosse ricco, ma aveva un lavoro, era carpentiere, e loro avevano almeno sempre da mangiare. Lei raccontava che, da bambina, tante volte andavano avanti ad arance con pangrattato (io quando ci penso allo spreco che c’è a casa mia sto male, al marito e al figlio che guardano schifati la minestra, mangiandola con i conati di vomito simulati li butterei dalla finestra!).
Mi nonna ha avuto 11 figli, dei quali solo 3 sopravissero. Nascevano con qualche problema non identificato che li portava a morire appena dopo lo svezzamento dal latte materno, praticamente non riuscivano a mangiare altro… Non si sa cosa avessero, in quei tempi, in Brasile, una famiglia povera, figuriamoci!
Dopo aver perso 5 figli che tirava con il suo latte fino a circa 2 anni per poi morire, rimase ancora incinta. Presa dalla disperazione abortì. Erano gemelli.
Dopo i gemelli nacque mio zio. Un dottore riuscì a formulare una dieta per svezzarlo e sopravvisse. E poi mia zia, la stessa dieta e anche lei ci riesce. Dopo quasi dieci anni ecco mia mamma, che all’inizio viene presa per un fibroma, e come fibroma viene trattato salvo poi accorgersi essere un bambino (ancora oggi la prendiamo in giro chiedendo se siamo proprio sicuri che non fosse il fibroma!)… E’ l’unica che non ha avuto problemi alimentari.
Mia nonna Isolina era una tosta, mai ammalata, faceva tutto lei a casa. A 85 anni si dimenticò una pentola sul fuoco e dopo l’accaduto disse “mi sa che sto diventando vecchia, dimenticarmi una cosa così!).
Un giorno si ammalò, a quel punto è stata veramente male. Era in ospedale e il quadro clinico era brutto. Una mattina mia madre arriva in camera e la trova con lo sguardo perso. Attende lì finché la nonna non dice qualcosa. Infatti, ruppe il silenzio con una frase “ho parlato con tuo nonno” (morto 20 anni prima), “ah”, disse mia madre, “l’ho visto insieme ai tuoi fratelli, sono in un posto bellissimo, lui mi è venuto incontro con gli otto bambini, sei di loro con la vestina bianca, due erano nudi, stanno bene e mi hanno perdonata!”. Mia madre avrà fatto una faccia preoccupatissima perché mia nonna continua così “non ti preoccupare, io non morirò adesso, devo soffrire ancora per un pò per poterli raggiungere, mi rimanderanno a casa e lì starò male, e poi tornerò in ospedale, fra circa 7 mesi, e allora sì non uscirò più, sarò pronta!”.
Così è stato.
C’è chi si preoccupa di morire “puliti fuori”, mi nonna era così retrograda da voler essere “pulita dentro”.
Com’eri out, povera mia amata vovózinha.
Lacrime come pioggia. Un abbraccio.
Vite di altri tempi. Anche mia nonna e mio nonno hanno vissuto una realtà molto vicina ai tuoi.
Cmq toccante la possibilità che Dio da a tutti di redimersi in terra per evitare il più possibile il purgatorio…
bella testimonianza
Più che commentare, commosso rilancio.
Grazie Danicor, ho conosciuto tante donne così in Brasile e non solo, mi hai risvegliato dei ricordi molto belli
Il fatto che mi impressiona sempre: i nostri nonni sapevano, “sentivano” quando stava per giungere la loro ora, a volte con precisione quasi matematica come la nonna di Danicor. E non so darmi altra spiegazione: sapevano “perché” vivevano e avevano una familiarità con la morte “addomesticata” dalla fede cristiana a noi sconosciuta. La morte non era, come per noi, un fulmine a ciel sereno capace di causare un black-out improvviso e inaspettato, ma un passaggio. Magari doloroso, ma non disperato.
ormai mi limito a leggere il 10% dei commenti e solamente in parte 😀
cmq… con le orazioni di santa Brigida viene promessa la conoscenza della propria morte 1 settimana prima e/o 1 mese prima
Grazie Danicor! “C’è chi si preoccupa di morire “puliti fuori”, mi nonna era così retrograda da voler essere “pulita dentro”.: magari fossimo così retrogradi oggi! La morte è vissuta come una tragedia. Quanta fede c’è in noi nell’aldilà? Quanta speranza abbiamo nella Misericordia di Dio? Ma, soprattutto, quanto attaccamento abbiamo alla vita, alle cose di questo mondo, etc?
“ho parlato con tuo nonno… l’ho visto insieme ai tuoi fratelli, sono in un posto bellissimo, lui mi è venuto incontro con gli otto bambini, sei di loro con la vestina bianca, due erano nudi, stanno bene e mi hanno perdonata!”: mi fa pensare molto la nudità dei due fratellini abortiti! Erano nudi perché non avevano fatto in tempo a vestirsi del’abito della vita?
Gira che ti gira ci si ricollega ai post precedenti e agli annessi commenti. Questo è il bello di questo blog: il discorso non è mai concluso con il terminare del post giornaliero, ma continua, si allarga e si approfondisce.
o forse non avevano la veste bianca del battesimo…
Io l’ho sempre interpretato così, che fossero le vesti del battesimo. Il fatto che lei dica “mi hanno perdonati” e che lei fosse contenta che loro fossero tutti insieme…
So che la veste bianca rappresenta il Battesimo, ma quando ho letto il post ho pensato alla nudità di questi due bimbi, che non hanno fatto in tempo ad indossare la veste della vita.
Il tuo commento, invece, mi riporta alla mente che I nostri nonni, molto saggiamente, quando moriva un bambino senza essere battezzato, lo battezzavano nello spirito.
Se non sbaglio (correggetemi!), esiste il Battesimo del Sangue ed è quello che ricevono i bambini non nati e abortiti.
A Medjugorje, quando una delle veggenti ha chiesto alla Madonna che fine fanno i bambini abortiti, la risposta che ha avuto è stata: “Sono qui sotto il mio manto”: A volte penso che tra aborti spontanei e non ho una decina di nipoti sotto il manto della Madonna: allora chiedo loro di assistere e proteggere tutti noi, in particolare i genitori, i fratelli e le sorelle e, perché no? Anche le zie. Chiedo loro di “tirare fortemente” il manto della Madonna, ogni volta che una mamma abortisce!
Bellissima storia di vita e di morte. Dio e le anime semplici si sentono e si amano in modo speciale. Quanta naturalezza, serenità, Fede nella Provvidenza. Saper accogliere dolori come la perdita dei bambini è frutto di una grazia che proviene da Dio. Come saremmo in grado di reagire noi oggi? E il finale con la visione del nonno con i bambini nella premessa della gioia eterna nella quale lei dolcemente cullata dall’Amore di Dio è stata accompagnata. Questo è un manifesto per i nostri figli. Questa è una grande eredità. Questo è il vero cristianesimo. Grazie Dani.
Credo che il dolore non sia diverso, ieri come oggi.
Al pensiero di perdere un figlio mi sento dilaniata, a volte penso a come facevano le donne di un tempo, solo un paio di generazioni fa era una cosa “normale”, i bambini morivano da piccoli, sempre, in ogni famiglia. Mi dico che forse era meno doloroso perché faceva parte della vita, oggi si negano la morte e la sofferenza, si finge che non debbano capitare a noi, ma solo ad altri. Ma cerco di pensarlo solo per darmi una giustificazione al fatto che se dovesse succedere non saprei rialzarmi. In verità non credo che fosse meno doloroso solo perché era più frequente.
Forse le mamme di allora erano solo più forti di quelle di oggi (di me sicuramente), di certo avevano più fede.
Danicor, ho pianto la prima volta, a luglio, ho pianto stamattina, se lo postassi altre cento volte, cento volte piangerei.
Grazie.
Genny
Sono d’accordissimo Genny. Anch’io non saprei come affrontare un dolore simile. Non ci voglio pensare. Chiedo solo a Dio di aiutarmi.
Sono commossa da questo articolo! Forse aveva ragione Qoelet quando diceva che tutto è vanità, il problema è che a furia di sentirsi dire che solo i soldi e il benessere contano, si perde di vista il vero tesoro: la vita stessa, l’amore familiare, gli affetti. Grazie per questo pensiero mattutino!E.
No, non è vero, i nostri nonni, come anche gli animali e popoli
primitivi sentivano (sentono)la morte perchè la sentivano e basta senza nessun bisogno di cristianesimo. Non c’entra nulla la familiarità con la fede cristiana. Poi io sarei bastiancontrario.
Per forza che lo sono di fronte a affermazioni come questa sopra di Andreas Hofer.
E’ vero, un po’ quello che succede anche oggi in Africa. Il cristianesimo da un significato ultraterreno alla morte. Gesù è risorto. Per quanto riguarda il dolore mi viene sempre in mente l’episodio di Lazzaro. Il dolore c’è, è grande.
i nostri nonni come gli animali e popoli primitivi…
certo che un bel colpo di spugna su 1900 anni di storia dell’umanità, così, in un commento di sabato mattina, tra il caffè e ‘vediamo cosa faccio per pranzo’…… Tuo nonno è nato e cresciuto in antartide?
Alvise, ma andiamo…!!!!
Mio nonno (quello da parte del mio babbo)faceva il contrabbandiere
di tabacco sull’altopiano di Asiago tra l’Austria e l’Italia.
Spiegami per bene cosa avrei detto di così astruso che non dovevo.
Ho detto solo che credo alle stesse cose (premonizione della morte da parte di alcune persone e anche animali, che è lo stesso) che dice Danicor, Ma senza scomodare il cristianesimo.
Guarda Alvise, mi fa un po’ sorridere questo tuo continuo intervenire per minimizzare l’influenza de cristianesimo nella nostra storia, mentalità, cultura. Hai forse paura che ci sia qualcosa di vero? 😉
Detto questo, chiaramente, parlando di “morte addomesticata” evocavo gli studi di Ariès.
Naturalmente sono d’accordo: nelle società “tradizionali” ci si rassegnava senza troppa fatica all’idea che siamo tutti mortali, ma non perché, banalmente, “era così e basta”. In questo come in altri casi certamente il cristianesimo ha in parte accolto e in parte mutato il tradizionale atteggiamento umano nei confronti della morte (la grazia perfeziona la natura ma non la abolisce). Avrei dovuto specificare meglio ma, perdonami, ne ho anche le scatole piene di dover articolare con la massima precisione argomentativa e finanche corredare di apparato bibliografico ogni mio commento quando invece perfino i recensori disinformati e ignoranti del libro di Costanza trovano sempre qualche zelante difensore d’ufficio. Se io mi permettessi di intervenire, che so, sul blog di Odifreddi per criticarlo aspramente premettendo di non aver letto nulla di suo mi piglierei delle sonore e meritate pernacchie. Ecco, mi piacerebbe che ogni tanto i “liberi pensatori” dimostrassero di esserlo sul serio e applicassero il loro minuzioso filtro anche alle incursioni di qualche loro “collega”. Sarà il mio solito complesso dell'”ex”: ero assolutamente allergico a queste forme di “solidarietà”. Mi ricordavano troppo la caricatura di una chiesa, così come reputavo patetici surrogati di una fede religiosa le credenze atee in una “sopravvivenza” dell’io dopo la morte (“ritorno in circolo” nel ciclo morte-vita, mistica della natura, ecc). Troppo comodo fare il bastian contrario a senso unico.
Dove sono finiti i pollici? Io qui volevo cliccare su quello all’insù!
bella figura di donna questa nonna, austera nella sua semplicità, che raccontava che, da bambina, tante volte andavano avanti ad arance con pangrattato. E anche io, quando penso allo spreco che c’è a casa mia, sto male.
Buon giorno a tutti,
in primo luogo volevo dire a Costanza che certe cose non si fanno! Mi dovevi preparare psicologicamente! Ieri, di ritorno da una cena a casa di amici, sempre in macchina, dal telefonino guardo i messaggi che mi erano arrivate i mi prende un colpo!!!! Ho una certa età e non sono andata di recente a farmi fare un elettrocardiogramma!
Passato lo shock, ti ringrazio di cuore per portare alla vista di tutti la storia di mia nonna, in questo periodo di ricordo dei prossimi che prima di noi sono andati a incontrare il Padre.
A tutti quelli che hanno ringraziato, il ringraziamento va a mia nonna e a mia madre che hanno condiviso con me questa storia. Allora vi chiedo, come ringraziamento, un Requien per mia nonna Isolina. Mi farete immensamente felice.
@Alvise,
hai ragione, i nostri nonni la sentivano la morte e non era una cosa CRISTIANA, ma UMANA. Come mai non la sentiamo più? E’ perché ci stiamo staccando dalla REALTA’ stessa delle cose, dell’uomo, della nostra essenza più profonda (che, se mi consenti, coincide con il Cristianesimo). Non sapiamo più chi siamo, cosa siamo venuti a fare e non ci poniamo più la domanda sul dove andiamo. Il cristiano crede che l’uomo è fatto a immagine di Dio. Ora, Dio ha seminato il mondo ed il nostro essere più profondo di messaggi di come è fatto. L’uomo da sempre lo sente, lo cerca e piano piano si avvicina a Lui. Siccome siamo miopi, lui stesso si è rivelato (la sai la storia). L’impressione che ho è che, se è vero che oggi vediamo come uno specchio, in alcuni momenti storici lo specchio è più pulito che in altri. Il nostro oggi è immondo, il nostro compito è quello di scrostare il nostro pezzettino…
Alcune “evoluzioni” e “conquiste” della modernità sono veri e propri balzi in dietro nella consapevolezza della VERITA’. Si, i nostri nonni vedevano più chiaro di noi e capivano meglio il mondo utilizzando i sensi e la ragione, che allora non erano intorpiditi dal fast food dei piaceri che abbiamo attualmente. E non avevano paura di ammettere che il soprannaturale potesse irrompere nella propria vita.
Ieri, a cena appunto, eravamo a casa di amici. Lei, Loredana, lavora in un CAV. Gli argomenti infatti erano quelli dell’aborto, del come negli studi e nei media non si collegano mai i dati dell’aumento delle situazioni di disaggio giovanile con il degrado delle famiglie.
Lei raccontava di casi di ragazze andate ad abortire, consigliate dalle operatrici di certe ASL nella scuola stessa, nel momento dell’ecografia, con le compagne coetanee, ridevano come delle pazze a domande del tipo “ma si muove?”, “lo senti”, e giù di risatine… Scusate, ma se questo non è perdere la connessione con la REALTA’ delle cose, allora che cos’è?
Queste ragazze tanto vedono, hanno tante informazioni e mezzi, ma non sanno nulla della vita. Mi nonna, nella sua ignoranza e isolamento del mondo, la sapeva molto più lunga.
Daniela, sei una persona deliziosa e forte e solida e tenerissima e ..degna nipote di tua nonna!
“degna nipote di tua nonna”
grazie! Io mi devo riprendere da tante belle parole che mi avete detto!
Off topic. Ventidue anni fa, esattamente oggi, mi sono per così dire fidanzato con mia moglie. Fidanzato non mi piace, mi da l’idea di una cosa ufficiale. Diciamo semplicemente che ci siamo dati un bacio e ci siamo considerati morosi. Come ho detto altre volte lei all’epoca non condivideva la mia fede, era piuttosto riluttante se non apertamente contraria. Poi tutte le mie traversie, preghiere a sua insaputa per non disturbarla fino al sogno rilevatore che il cielo mi ha concesso. Ebbene nei giorni scorsi ho trovato il santino del mio padrino della Cresima (un grande santo che nessuno conosce che ho avuto il dono di vegliare durante il suo viaggio in paradiso) e ho scoperto che la sua data di nascita è proprio il 29 ottobre. Ho quindi collegato i fatti ed ora sono convinto che lui in qualche modo abbia benedetto la nostra unione. Scusatemi ma ci tenevo a condividere con voi questa cosa.
Che bello! Grazie per condividere con noi questa storia!
DANICOR:
“della nostra essenza più profonda (che, se mi consenti, coincide con il Cristianesimo)”
sì, te lo consento, ma a te, non a me, abbi pazienza, te dici: io credo a una cosa (il cristianesimo)perchè questa cosa è la nostra essenza più profonda, invece che dire: io credo che il cristianesimo sia la nostra essenza più profonda, cosa che io non credo.
E’ come se te dichiarassi di credere a una cosa perché quella cosa è così, allora non sarebbe più credere, (oppure tutto è credere anche che io ora piglio l’automobile e vo a…etc) non ci sarebbe più bisogno di credere nulla. Prima uno crede e poi può dire che quello che crede coincide per es.con l’essenza etc. non l’incontrario….
Alvise, se io credo che il Cristianesimo coincide con l’essenza di OGNI UOMO, per me coincide anche con la TUA essenza. Di lì il mio ” nostra essenza più profonda”.
Se tu non credi nella realtà delle cose come le vedo io, questo non cambia che io creda che questa sia la realtà delle cose (che ingarbugliamento!!!)
Tu non credi, ok, ma io le cose le vedo così… e ti voglio bene lo setsso!
Adesso esco a pranzo dai parenti.
Un abbraccio a tutti!
Anche io ti voglio bene, OVVIAMENTE!!!!
Grazie Daniela per il tuo commovente e tenero post.
Mi ha assalito la nostalgia ed il ricordo dei miei genitori, e ho anche ripensato a questo “Mattutino” di mons. Ravasi che vi segnalo: http://www.avvenire.it/Rubriche/Pagine/Il%20mattutino/La%20nostalgia_20111027.aspx?Rubrica=Il%20mattutino
Infine, non ci crederai ma a me Alvise o lacorsianumerosei, piace: sei un buon controcanto, per una sinfonia più ricca. Grazie di esserci….
Mi accodo a danicor… anch’io, anche se me le fai girare spesso (scusa il francesismo), ormai provo affetto per lacorsianumerosei
Spero e prego affinchè anche lui approdi alla Verità
Il giorno stesso in cui ho partorito il mio primo figlio, una amica di mia sorella è venuta a trovarmi in lacrime perché anche lei attendeva un bambino, ma sapeva già che non sarebbe mai venuto al mondo. E’ stata convinta ad abortire con la scusa che era giovane e che alla prossima gravidanza avrebbe amato ancora di più il suo bambino!!!!!!! E tutte queste corbellerie le sono state dette non da un assistente ASL ma dalla madre! E dopo l’aborto quella persona era devastata, non riusciva nemmeno a guardare un bimbo in carne ed ossa senza scoppiare in lacrime….le hanno fatto credere che dentro di lei non c’era il suo futuro ma solo un intruso indesiderato ed ora il futuro di questa ragazza è nero come la pece, senza luce, senza speranza. Ora io mi chiedo: se una mamma è capace di sopprimere una vita con tanta disinvoltura, dove andremo a finire?Se la vita non è considerata nulla, cosa insegneremo ai nostri figli? E.
voglio sapere il NOME di chi mette i poliici versi ad Alvise!
non ha certo bisogno che lo difenda io, ma mi infastidisce che se dice un semplice “ti voglio bene” qualcuno metta “non mi piace” in modo anonimo! Alvise è il nostro raccomandato speciale, è un uomo sincero alla ricerca della verità! anche io a volte penso “ammazza quanto è duro di comprendonio!”, ma se devo muovergli una critica o una domanda lo faccio in modo aperto, non piazzando un pollice in giù e poi via!
e sottoscrivo Mario nel suo commento delle 15,09!
hai ragione è meglio levarli ‘sti pollici!
grazie Hal. A buon rendere!
raccomandata 😀
Giuly, ma tu cosa fai agli uomini? Quando ho chiesto io di levarli mi sono preso dei pollici versi e tu? Altro che sottomesse siete, avete in mano il destino del mondo.
Mia sorella, quando era in attesa del terzo figlio, si trovava in una situazione economica disastrosa e in più il marito aveva iniziato a bere. Risultato? Mia madre, nonostante abbia messo al mondo 7 figli, l’ha martellata tantissimo convincendola ad abortire. Mia sorella, tuttora si sente chiamare “mamma”: non so se è frutto della sua fantasia-sofferenza-rimorso o se il Signore permetta questa cosa per un suo misterioso fine. So che ho sempre pensato che mia madre l’avesse convinta perché lei ha fatto una grande fatica a tirar su 7 figli, con mio padre che alzava il gomito e picchiava duro e senza motivo. Qualche mese fa, invece, ho saputo da una zia che lei e mia madre hanno abortito più volte: nel paese, ai loro tempi, c’era la “mammana”. Quindi mia madre ha trasmesso a mia sorella quella che secondo lei era “normale”: ci sono problemi? Niente nuovi figli!
Mia zia mi ha raccontato che lei e mia madre erano state molto male e hanno veramente rischiato la vita. Sono rimasta allibita! Rischiare la vita per non dare la vita!
Non riesco a giudicare mia madre, ma quando la guardo mi sembra una pianta grinzosa e secca, nodosa. Soffre di depressione, ma a noi figli non ha mai raccontato nulla di sé stessa. Molte cose le vengo a sapere, solo ora, da questa anziana zia che ricorda i tempi della sua giovinezza: non ho ilcoraggio di dirle che mia madre non ne parla. Credo, da ignorante, che la speranza sia morta in mia madre assieme ai figli non nati. Mia madre ha sembra una grande rabbia con tutto e tutti. Non lo ammetterà mai ma in realtà è arrabbiata con sé stessa. E’ sempre immusonita e se mi giro all’improvviso a guardarla senza che lei se ne accorga, vedo il suo sguardo cupo su di me. Non è mai contenta di niente né di nessuno. Vede negli altri solo nemici e condanna Dio per averle dato solo “croci”. Beh, mia madre ha 78 anni e ha abortito attorno ai 25: più di mezzo secolo di dolore-rimorso-depressione… Un bel risultato, non c’è che dire.
Ma anche povera mamma, dopo tutto quello che ha passato, avere una figlia che pensa così di lei.
Angela cara!
Che difficile è vedere persone che amiamo quando si fanno del male da sole e non aprono neanche una piccola finestra della prigione che si sono costruiti intorno. E’ dura. Stare vicino a loro e pregare, non possiamo fare altro.
Grazie del tuo racconto e spero che tua madre possa capire la grandezza del perdono. Peccatori lo siamo tutti, è solo la misericordia di Dio che può trasformare le cosa, se solo ci apriamo ad essa.
Un saluto ed un’ave Maria per tua madre.
Grazie di cuore!
Non si può e non si deve giudicare la donna che ha abortito, e neanche coloro che l’hanno consigliata a farlo. Il Cristianesimo insegna ad avere sempre pietà del peccatore, per quanto grave sia il suo peccato. Nessuno di noi sa cosa passa nella mente e nel cuore di un’altra persona. Sono convinto che Angela, quando dice “Non riesco a giudicare mia madre, ma quando la guardo mi sembra una pianta grinzosa e secca, nodosa” lo dice con tanto dolore e con tanto affetto. E la nonna di Danicor è sicuramente una bella persona, nonostante abbia compiuto un atto terribile…
Al tempo stesso, guai ad estendere al peccato la misericordia dovuta al peccatore.
Le persone che vanno nelle piazze ad urlare che ci hanno rubato il futuro non si rendono conto che è stato proprio l’aborto, con la sua falsa prospettiva che mostra l’essere umano come un problema anziché una risorsa, a fornire il “retroterra culturale” per la crisi di fiducia nell’uomo che oggi porta le aziende a vedere i propri dipendenti come un costo prima che una risorsa, e a cercare in tutti i modi di ridurre questo costo.
L’aborto è probabilmente il male più grave che colpisce la nostra società.
E’ la più grande menzogna.
E’ un cancro dell’anima, che distrugge la speranza delle persone e dei popoli.
Una persona che ha abortito può risollevarsi, con tantissima sofferenza. Ma un popolo che continua pervicacemente e placidamente a praticare l’aborto, senza neanche rendersi conto di quello che sta facendo (Danicor ha parlato di distacco dalla REALTA’ – quanto ha ragione!) è destinato ad un declino rapido e molto triste prima ancora che molto doloroso.
Perché uccidere il più piccolo ed il più innocente di noi è un delitto che grida vendetta davanti a Dio…
“Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Gen 4,10).
Forse abbiamo bisogno di un Giona che venga in mezzo a noi a proclamare “Ancora 40 giorni e Ninive sarà distrutta” (Gion 3, 4)?
Bè, almeno stando ai Sinotttici, adesso, dopo terremoti e inondazioni, mancherebbe solo l’oscuramento della luna e del sole per vedere il Signore tornare dalle nubi!!!!!!!!!!!!!
Bellissima la tua storia Dani. Oggi dopo tanto ripasso da qui solo per mandare un saluto a te e alla nonna Isolina. Comunque io che vivo costantemente con la morte ( e la cosa a volte mi pesa parecchio dopo 30 anni) credo che anche in un luogo disumano e già ultraterreno come il posto dove lavoro spesso le persone hanno la premonizione di andarsene. Anche se i segni clinici non sono diversi dal giorno prima c’è qualcosa che cambia in loro che non è facilnmente spiegabile.Come pure ci sono i combattenti , come la nonna Isolina, che rimandano assolutamente il D day a dispetto di tutto perchè proprio non è la loro ora. Forse perchè c’hanno ancora qualcosa in sospeso.
Cara Francesca!
grazie del saluto! Immagino la difficoltà nel affrontare la morte quotidianamente. A me è capitato di frequentare gli ospedali sporadicamente, in particolare negli ultimi anni… mi sono fatta un’impressione: che tutto quello che uno ha costruito (o distrutto) venga fuori lì. Una persona muore come ha vissuto.
Andreas Hofer.
mi sta sulle palle anche a me Odifreddi, non mi piace il suo modo di fare presupponente e canzonatorio. Quanto alla morte (va benissimo Ariés)è stata sempre vissuta da tutti i popoli (ora esosrcizzata)anche a prescindere dallla fede cristiana che d’altra parte esiste solo da 2000 anni e non dappertutto poca cosa in confronto alla storia e preistoria dell’umanità.
La mia provocazione – e il motivo per cui ricorrevo all’esempio di Odifreddi – era un’altra, comunque mi fa piacere che su di lui concordiamo.
Che la fede cristiana sia “poca cosa” rispetto alla storia dell’umanità è un’opinione rispettabilissima, per carità. Anche se a dire il vero mi piacerebbe sapere cosa diresti se il dentista non disponesse di anestetici, tanto per dirne una…
No la fede cristiana poca cosa, ma la durata del tempo con la fede cristiana dentro poco rispetto al tanto tempo degli omini precedenti (di fronte per es.alla morte)
Quanto agli anestetici: sono i miei preferiti!!!
Per lacorsianumerosei… “Ma anche povera mamma, dopo tutto quello che ha passato, avere una figlia che pensa così di lei”: io non penso male di mia madre e non la giudico. “Non riesco a giudicare mia madre, ma quando la guardo mi sembra una pianta grinzosa e secca, nodosa”: dovretsti vederla! Non interpretare quello che ho scritto sulla via della condanna a mia madre. E’ quello che vedo e tocco con mano ogni giorno. Non si riesce a stimolarla in nessuna maniera. D’altra parte sono l’unica che le sta vicina, perché gli altri figli (6), proprio per la depressione ed il comportamento deprimente di mia madre, se ne stanno alla larga, salvo qualche visita sporadica. “Tutto quello che ha passato” mia madre lo abbiamo passato anche noi figli, anzi, noi eravamo piccoli e prendevamo le botte, mia madre, adulta, si difendeva molto meglio di noi. Non è che i figli si divertano a crescere in un clima familiare non serene, anzi!
Il mio “Un bel risultato, non c’è che dire” era ed è semplicemente una triste constatazione della realtà, e ti garantisco che non mi diverto, né mi diverto quando non riesco a scalfire il muro che lei stessa mette tra il suo mondo e quello degli altri, tra lei e Dio.
Sì, hai ragione, deve essere stato tremendo, io le ho viste queste cose, mio zio beveva, la famiglia doveva subire, e tutti in casa sua ne hanno sofferto, a bestia.
Ma perchè mettere l’aborto in primo piano e non la situazione familiare nel suo insieme? Io non ti giudico male e nemmeno credo che tu giudichi male la tua mamma, ma perché prendere le cose dal punto di vista della colpevolezza o del sentire la colpevolezza degli aborti? Non è qui mi sembra l’avere abortito la cosa più rilevante. O almeno non giusto che la tua mamma ne senta il rimorso, io vorrei che non lo sentisse. Ma chi sono io per dire queste cose?
L’importante è che tu riesca a stare bene te, nonostante tutto!!!
Grazie, grazie a Danicor e anche a tutti quelli che hanno il coraggio di condividere le loro esperienze. Mi sorprendo a pensare : quando si parla di aborto abbiamo sempre in mente due protagonisti, mamma e bambino, al centro di un abisso di male e sofferenza. Ma davvero quante altre persone vengono ferite a morte da un atto così! I fratelli di quel bambino, i nonni, ecc. Non se ne parla mai. Davvero è una tragedia, e se si fa una banale moltiplicazione si può capire quanto male produce nella società. (per lacorsianumerosei: avere ucciso il proprio figlio, questo per una donna è molto più tragico di un marito violento e di una vita infame. Non averlo ucciso può dare la forza di sfidare marito violento e vita infame, e questo senza voler giudicare nessuno) Anch’io ho una zio o una zia uccisi, in una situazione ugualmente drammatica. Anch’io provo pietà per chi ha compiuto quell’atto, persona che d’altronde ha già pagato amaramente con la depressione e si è risollevata – guarendo definitivamente- con la confessione e la conversione. Però da quando l’ho saputo sono molto turbata. Penso anche, per esempio, che avrei potuto avere dei cugini; oppure che se questa “scelta” fosse stata eseguita su mia madre, neppure io ci sarei. Ma queste sono solo le considerazioni più superficiali.
Ho come un rovello: forse per la vicinanza di parentela, sento in qualche modo il peso di quel delitto, mi chiedo se mi sia chiesto in qualche misura il mio contributo per riscattarlo. Non so se si capisce, anche per me è solo una intuizione, e piuttosto vaga. Ma se qualcuno ha qualcosa da dirmi in proposito ne sarei tanto grata!
Admin! Dove sei? L’appuntamento di napoli che fine ha fatto? Ieri all’improvviso si è iniziato a parlare di Palermo (passi) ma di Roma? Scherziamo?
Confermato Napoli 11/11/11
sarete ampiamente informati sull’ora e il luogo.
..alle 11:11?
Guardate cosa c’è in giro! Ma si può…
.. in ogni angolo del pianeta si sta diffondendo una febbrile corsa all’organizzazione di eventi ed incontri di meditazione per celebrare l’11/11/11 alle ore 11:11, momento noto come “codice del risveglio”.
Quindi, se state progettando di celebrare tale ricorrenza, sappiate che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Se poi state addirittura pensando all’11/11/11 come al giorno del vostro indimenticabile matrimonio, ad Akumal, una località turistica situata in Messico nella regione di Quintana Roo, sappiate che verrà celebrato il matrimonio maya, alla presenza di un vero sciamano.
La cerimonia verrà celebrata in lingua maya. La coppia sarà festeggiata nei quattro punti cardinali e, in seguito, verrà unita spiritualmente con l’energia femminile della Madre Terra e quella maschile del Cosmo
Mah!
Per lacorsianumerosei: i problemi tra mia madre e mio padre sono nati dopo gli aborti. Mia madre ha iniziato a trattare male mio padre e a respingerlo in ogni cosa. Prima sono nate le liti sempre più forti, poi mio padre ha iniziato a bere. Invece il marito di mia sorella ha iniziato a bere per altri motivi, e l’aborto è venuto anche a causa di questo.
La differenza tra mia sorella e mia madre sta nel fatto che mia sorella ha esternato il suo rimorso, poi si è confessata dal penitenziere e ha battezzato il figlio non nato. Il suo rapporto con il marito è tuttora incrinato, perché i problemi sono anche altri. Non si sono ancora separati perché mia sorella ha avuto un grande esempio: mia madre, che nonostante tutto, per amore dei figli NATI (5 più 2 in età adulta) non ha mai lasciato mio padre, anzi, non le è mai nemmeno passato per la testa! Ma ha tenuto tutto dentro: piano piano il peso è cresciuto, inoltre ha rifiutato e rifiuta tuttora Dio.
“L’importante è che tu riesca a stare bene te, nonostante tutto!!!”: ti ringrazio per queste parole e ti rispondo che vivo serenamente tutto questo e anche altro: ovviamente le ferite ci sono e a volte fanno male. Ma questa serenità di base è solo frutto dell’incontro con Gesù, avvenuto a 33 anni, quando, pur avendo di tutto e di più, non credendo in nulla ma solo nelle mie forze ribelli, caparbie e tignose, sono entrata in crisi. O meglio la crisi che già c’era, perché se non ci sono valori la crisi c’è, è venuta alla luce. Una notte, non riuscendo a dormire ho gridato ad un Dio nel quale non credevo: “Se è vero che ci sei fatti incontrare!”. Poco alla volta, con la sua delicatezza misericordiosa, mi ha preso alla lettera e si è fatto incontrare. E’ Lui che ha guarito le ferite della mia vita, me le ha fatte vedere con una luce nuova: senza le mie ferite, senza il mio vissuto, non sarei “Angela”.
Poi, mi ha insegnato a guardare agli altri, a come “cercare” di comportarsi con chi è accanto a noi, nel bene e nel male. Mi ha donato la pazienza, per me grande sconosciuta. Non sono impassibile alle cose esterne: sono umana e non un robot! Quindi, tuttora a volte la perdo, ma me ne rendo conto e questo è già tanto. E chiedo scusa, che è ancora di più!
Gesù mi ha insegnato ad essere “devota” a questo versetto: “CHI È SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA”, dove l’adultera non viene lapidata perché se ne vanno tutti A PARTIRE DA QUELLI PIÙ ANZIANI. Ho un po’ riadattato il versetto (ne approfitto perché Gesù non è permaloso!): “CHI È SENZA FERITA DIA LA PRIMA COLTELLATA”. Considerato che nessuno non ha ricevuto ferite “dalla vita”, LA COLTELLATA non posso darla ad altri, proprio perché so quanto fa male! Ed essendo tra gli anziani nel patire, cerco di buttare il coltello per prima.
Sarebbe bello che usassimo le esperienze subite per aiutare gli altri e non infierire a nostra volta.
n.b.: Mi sembrava di aver capito che sei ateo, ma “UCCI, UCCI, SENTO ODOR DI CRISTIANUCCI!”… Scherzi a parte, occhio che se continui così, prima o poi il Signore ti “cattura” e vedrai che capolavoro di cristiano farà di te! La conosci la storia di Sant’Agostino d’Ippona? È il mio mito, dopo la Maddalena (non l’isola). Se c’è riuscito con loro (e con me)… a maggior ragione ci riuscirà con te?!? Hai mai provato a dirgli: “Se è vero che ci sei, fatti incontrare…” ? PROVARE PER CREDERE! Sei pronto a rischiare?
Grazie Angela per la tua testimonianza.
Mi accodo alla tua nota per Alvise (alias lacorsianumerosei) riportando e dedicandogli queste bellissime parole del Premio Nobel, Pär Fabian Lagerkvist:
“Uno sconosciuto è il mio amico,
uno che io non conosco.
Uno sconosciuto lontano lontano.
Per lui il mio cuore è pieno di nostalgia.
Perché egli non è presso di me.
Perché egli forse non esiste affatto?
Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza?
Che colmi tutta la terra della tua assenza?” (Poesie, Guaraldi/Nuova Compagnia Editrice 1991 p.111).
questo post e tutti i commenti mi hanno sommerso di emozioni e nostalgia…
ho ripensato a mia madre, che il giorno prima di tornare alla casa del Padre mi disse, turbata “stanotte ho visto tuo padre, che mi salutava sorridente dicendomi -domani ci vediamo!-…ma che significa, che domani devo morire?” e ricordo come abbia minimizzato la cosa, seppur con il sangue gelato nelle vene…”ma no, che vuoi che sia, sono solo sogni…”
ho ripensato a mia nonna, che dopo mia madre aveva avuto più di un aborto spontaneo per colpa di un fibroma non diagnosticato, ma ho pensato anche a mia suocera, che nei primissimi anni di matrimonio, emigrata in Inghilterra, aveva abortito volontariamente (non so quante volte, almeno una sicuramente) per non perdere il lavoro in fabbrica… motivazioni diverse, situazioni diverse, ma anche reazioni diverse, mia nonna profondamente addolorata (e anche mia madre, rimasta figlia unica a vita), mia suocera rassegnata, come chi pensa “pazienza, non si poteva fare altrimenti”
non mi permetto di condannare mia suocera, tanto più che sono sicura che lei avesse agito senza rendersi conto di che cosa è in realtà un aborto, ma nel mio intimo, io che non ho potuto avere figli miei, non posso fare a meno di addolorarmi per quel bambino non voluto…
grazie a Dani (avevo già letto la storia di tua nonna, mi ha commosso anche stavolta), e grazie a tutti…
Ad Angela, a Minerva e a Lilith,
le tragedie ed il dolore ci sono e ci saranno fino alla fine del mondo. Grazie anche a voi per aver condiviso le storie sofferte delle proprie antenate. In ognuna di queste si percepisce il dolore e la ferita di quest’atto che è l’aborto. Chi si è portato dentro con un pentimento profondo, che ha cercato aiuto e perdono ma che, in fondo, fino alla fine aveva paura e sincero pentimento. Chi ha negato la gravità della colpa è si è chiuso alla possibilità di perdono (grazie a Dio la Sua misericordia è immensa, continuiamo a pregare per queste persone), chi non ne è consapevole fino in fondo… noi di sicuro non possiamo sapere come sono quei cuori, possiamo amare e pregare per loro.
Nell’aborto si muore, come minimo, in due: chi lo subisce e chi lo attua. Meno male che Cristo può fare risorgere entrambi!
Lilith, io capisco il tuo turbamento. Io sono profondamente turbata quando percepisco che le persone che amo, quelle vicine a me commettono delle colpe gravissime. Spesso sono mortificata, ma so che un atteggiamento di rimprovero farebbe solo male. Allora io amo, accolgo e prego, sperando nella loro conversione!
Per quanto riguarda le colpe di quelli già andati: preghiere e pratiche di indulgenze.
2 NOVEMBRE [Indulgenza applicabile solo per i defunti] Dal mezzogiorno del giorno 1 (Festa di tutti i Santi),
fino alla mezzanotte del giorno due.
Opera prescritta: Visita alla chiesa parrocchiale, recitando Il Padre Nostro e il Credo; oppure si può lucrare
come scritto qui sotto, dall’ 1-8 Novembre facendo visita in cimitero.
Applicate le condizioni richieste: Confessione – Comunione – Preghiera per il Papa –
Distacco dal peccato anche veniale.
1 – 8 NOVEMBRE FACENDO VISITA AL CIMITERO [Indulgenza applicabile solo ai defunti!].
Applicate le condizioni richieste: Confessione – Comunione – Preghiera per il Papa –
Distacco dal peccato anche veniale.
“I fedeli che fanno visitano il cimitero e pregano, anche solo mentalmente per i defunti, possono lucrare,
una volta al giorno, l’indulgenza plenaria”.