di Costanza Miriano
Qualche giorno fa sono passata, mentre correvo al biscotto di Caracalla, davanti alla chiesetta sconsacrata dove si celebrano matrimoni con rito civile (se qualche amico che si è sposato lì ha nelle foto un’anziana signora sudata che corre sullo sfondo con un abbigliamento improprio a un matrimonio e improprio anche alla corsa, probabilmente sono io).
Nonostante le cuffiette con Eric Clapton a manetta, sentivo una musica fortissima venire da dentro la ex chiesetta, ho buttato uno sguardo, ho visto palloncini e coriandoli, e un sacco di gente vestita da sera nonostante fosse mattina. Una festa anche un po’ esagerata. Mi è venuto da pensare che fosse quasi per farsi coraggio… E mi è venuto un moto di stima verso gli sposi; purtroppo non li ho visti, non so se fossero giovani o vecchi, magari al terzo matrimonio oppure due impavidi ragazzi. In ogni caso penso che promettersi di amarsi per sempre sia una cosa grandissima, enorme, e adesso che – da un bel pezzo – si può convivere senza che la cosa turbi minimamente nessuno, ci vuole coraggio, entusiasmo, generosità per prendere un impegno così definitivo, e così non necessario. Mi è venuto da chiedermi perché. E soprattutto come.
Come è possibile pensare di amare per sempre una sola persona con le sole forze umane? Se uno minimamente conosce il proprio cuore, può essere davvero sicuro di farcela? Io più vado avanti negli anni, più vedo la mia povertà, la mia impresentabilità. Quando padre Emidio – lo ascoltavo da giovane – diceva che siamo tutti dei poveracci, solo che alcuni si nascondono meglio, io in qualche modo inconscio e inconfessabile pensavo “beh, certo, qualche eccezione c’è. Io sono una nobile fanciulla dal cuore d’oro, ovviamente incompresa dal mondo”. Adesso so che aveva ragione, e sarà la prima cosa che gli dirò quando lo incontrerò in cielo, se ci arrivo.
Quello che sto capendo in modo sempre più evidente è che se riusciamo a volere veramente bene, seriamente, in modo stabile, senza ascoltare le paturnie e gli egoismi dell’uomo di carne, è perché facciamo un po’ di spazio a Dio. E’ questa l’unica possibilità: Gesù lo dice chiaramente nel Vangelo. Solo Dio è buono. Solo Lui è capace di amore, e non aspetta altro che glielo chiediamo. Ce lo darà in abbondanza, perché siamo a nostra volta capaci di amare davvero, cioè di volere davvero il bene, di quelli che abbiamo vicino, prima di tutto del marito, della moglie, dei figli (anche se amare i figli sembra forse il più istintivo degli amori, almeno per me; ma amare davvero volendo il loro vero bene nella libertà è sempre un regalo che Dio ci fa).
Mi piacerebbe tantissimo che tutte le persone che stanno insieme, che siano prossime o meno a sposarsi, ascoltino quello che il Signore ha da dire loro su questo. Poi magari uno risponde “no, grazie, ce la faccio da solo”. Però vorrei gridare al mondo che l’avventura dell’amore vissuto in Dio non ha niente a che vedere con la gabbia sessuofobica e chiusa che il mondo racconta (i giornali se ne sono ritornati fuori con questa cantilena qualche tempo fa quando il Papa ha più che ovviamente ribadito la necessità della castità fuori dal matrimonio). L’amore tra un uomo e una donna in Dio è un’altra pasta di amore, e soprattutto è l’unico fondato sulla roccia. E’ proprio un’altra cosa.
La Chiesa lo annuncia con sapienza, e io le sono davvero grata, perché le cose più importanti e vere della mia vita le ho ricevute da lei. Cioè dai suoi figli, i sacerdoti (non proprio tutti, ma diversi). Questo mi ha fatto venire in mente che a Roma – che diciamo offre parecchia roba buona in merito – riprendono diversi corsi per coppie. Mentre al ricchissimo corso Fidanzàti o fidànzati di Assisi alcuni decidono di sposarsi, altri si lasciano, altri ancora arrivano singoli e poi si sposano, (https://fratisog.it/corsi-frati-assisi/corso-fidanzati/), quelli tenuti a Roma a Chiesa Nuova da Padre Maurizio Botta sono anche un corso di preparazione al matrimonio, oltre che un’occasione di discernimento per coloro che stanno valutando l’idea di sposarsi: non è necessario avere già deciso. Sono di sabato, gratuiti, solo che bisogna prenotarsi; iniziano a gennaio. Qui tutte le indicazioni: https://cinquepassi.org/2022/08/corso-di-preparazione-al-sacramento-del-matrimonio-2016/
Io avrei in mente almeno sei o settecento persone da mandarci, ma siccome non azzecco mai le coppie mi limito a segnalare, e a pregare per alcuni di questi, che si incontrino e si decidano.
Abbiamo festeggiato ieri il 50mo anniversario di matrimonio di David e Giusi di Arezzo., i miei fantastici suoceri. Fantastici per mille ragioni, ma soprattutto perché insieme al Padre Onnipotente hanno creato mia moglie Francesca: un capolavoro! A far da corona i figli, i nipoti e i pronipoti.Viva l’Amore, viva la vita, viva il Signore che è fedele, viva il matrimonio, viva la famiglia, viva Giusi e David!
Mi fai morire !!!
Da quando ho letto la prima volta il titolo di “Sposati e sii sottomessa “ al Meeting (credo circa 12 anni fa ) poi me lo sono bevuta tutto ridendo come mai da tempo e l’ho regalato ad un sacco di amiche .
Concordo con te : come fanno senza lo Spirito Santo ???
Continuo a seguirti come posso … da poveraccia , ma volevo ringraziarti x tutto quello che fai e soprattutto x la testimonianza che dai
Tieni duro
Un abbraccio nella comunione che Cristo ci da ( e nn è poco !)
Claudia
Ho sempre pensato che se Dio ha voluto un Sacramento per il matrimonio è perché con ogni evidenza da soli non ce la facciamo. E a volte purtroppo, visto che i Sacramenti non sono delle magie, non ce la facciamo neanche con l’aiuto della grazia del Sacramento, soprattutto se l’abbiamo solo celebrato e non coltivato pazientemente e umilmente ogni giorno lasciandoci plasmare dalla Sua forza.
Cosa ovviamente non facile ma necessaria.
Anni fa lessi un commento al libro di Tobia che trovo in sintonia con questo articolo.
Pare in ebraico (mi sembra l’antico ebraico) la parola amore sia composta dalla radice di tre parole: uomo, donna e Dio (una delle locuzioni con cui si indica Dio perché non esiste la parola Dio in ebraico).
Se si toglie Dio e si lanciano le sole radici di uomo e donna si ottiene un’altra parola: fuoco.
Ogni commento è superfluo.
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Che il Sacramento del Matrimonio sia un bellezza, una ricchezza tutta da scoprire è certamente un fatto.
Che una volta scoperto l’amore di Dio per noi come singole persone, si veda tutto il limite tra il Suo Amore Divino e Misericordioso e di conseguenza il limite del nostro umano, è un altro fatto.
Ma il nocciolo della questione sta proprio qui…
Fermo restando che la nostra conversione per grazia di Dio, può avvenire in qualunque momento della nostra vita (da conviventi, da dopo sposati civilmente, ma anche da sposati in Cristo), senza la consapevolezza di cui sopra, non si può comprendere umanamente la differenza non solo dell’Unione ma del nostro vivere. Oggi come oggi difficile vedere sempre come una colpa questa mancanza di percezione.
Abbiamo poi come Chiesa delle armi spuntate: mancanza di una vera formazione cristiana per adulti, mancata educazione cristiana al Fidanzamento e al Matrimonio (tranne i purtroppo rari incontri “alla Padre Botta”) e le tristi statistiche di fallimento di Matrimoni celebrati come Sacramento, che dicono al mondo che non c’è nessunissima differenza rispetto altri tipi di “unioni”.
Infine è bene tenere a mente che pur con tutti i limiti che può avere l’amore umano, questo quando è sincero, disposto al sacrificio e desideroso del bene dell’Altro/a (e non di tipo omoerotico), ha sempre e comunque una sua origine in Dio essendo Vocazione originaria.
Ciò a dire che laddove vi è ignoranza di Cristo non colpevole, Dio nella Sua infinita Misericordia, non cessa di dispensare i suoi Doni (figli compresi) agli Uomini e alle Donne “di buona volontà”.