Excusatio non petita di Avvenire sulla 194

di Costanza Miriano

Ci siamo detti che era fondamentale – per chi poteva – essere presenti alla Manifestazione per la vita, al di là dei distinguo e delle sottolineature. Insomma, prima riaffermiamo l’ovvio, restiamo uniti almeno sui fondamentali, poi ci meniamo a parte, dopo, quando sarà il momento di evidenziare le diverse sensibilità. Certo non mi aspettavo che il primo a cominciare a mettere i puntini sulle i sarebbe stato, e proprio il giorno dopo, addirittura Avvenire, il giornale dei vescovi, che nonostante le ferme parole di condanna dell’aborto da parte del Papa ha sentito il bisogno di affiancare all’articolo sulla manifestazione – diciamo non grondante entusiasmo – un boxino di spalla, come si dice in gergo, per sostenere che “il vero spirito della legge 194” era tutto sommato buono, e che l’aborto è un diritto, anche se concede che “prima di tutto è una scelta drammatica ed estrema”, bontà sua.

Io mi chiedo: PERCHE’? Perché questo bisogno di inseguire il mondo, di sottolineare che per carità noi cattolici siamo “buoni”, noi non siamo “quelli di destra”, per carità, noi siamo al passo coi tempi, e non ci sogniamo di mettere in discussione questa conquista? Di cosa abbiamo paura? Perché sempre questo modo politico di ragionare? La legge 194 in Italia non è in discussione, e aggiungo purtroppo: non so se seguiremo con qualche decennio di ritardo – come abbiamo sempre fatto – l’onda americana, e il discorso si potrà riaprire anche da noi, ma per il momento non se ne parla. Che bisogno c’era di sottolineare che la 194 sarebbe una buona legge? Sembra che una parte della Chiesa soffra di una sorta di complesso di inferiorità verso il mondo o, ancora più paradossale, verso qualche giornale.

Se lo spirito della legge fosse buono, non ci sarebbe stato bisogno di bugie per farla accettare culturalmente. Invece in tutto il mondo le leggi sull’aborto sono state approvate a suon di falsità: la storia della sentenza Roe-Wade era una bugia, non c’era nessuno stupro dietro l’aborto, la storia raccontata per commuovere l’America sulle sorti di una povera ragazza violentata era falsa, un enorme raggiro. Le attiviste italiane, quelle che facevano aborti in casa con le pompe di bicicletta, hanno gonfiato in modo surreale i dati sugli aborti clandestini, parlando di un numero di donne morte che non si avvicinava neanche alla realtà (e poi è uno strano modo di preoccuparsi dei morti, quello di procurare altre vittime: grazie alla 194 sono morti dal ’78 sei milioni di bambini). L’altra balla è stata quella della diossina di Seveso (anche qui strano modo di preoccuparsi dei bambini malformati, uccidendoli): le donne sono state indotte ad abortire con l’idea che sarebbero nati bambini deformi, in pieno ossequio alla “cultura dello scarto”.

Lo spirito della legge è pessimo, prevede che la vita del bambino sia a discrezione della madre, lo dice l’articolo 4, formulato in modo volutamente vago: basta che una donna affermi che la nascita del bambino turberebbe il suo equilibrio, e può abortire, anzi, non c’è bisogno che affermi proprio nulla. Esercita un suo diritto. Per non parlare delle pillole abortive, più facili di un antinfiammatorio da ottenere.

Affermare che ci siano due diritti sullo stesso piano, come fa il solerte boxino di spalla è esattamente la posizione di un non credente, che crede che la vita siamo noi a darla. Come sappiamo bene noi non diamo proprio nulla, né a noi stessi né ai nostri eventuali figli, la vita è un bene indisponibile sempre.

I casi in cui è davvero a tema la tutela della vita della madre sono un’eccezione rarissima: ci sarà qualche caso, ma io conosco solo Gianna Beretta Molla e Chiara Corbella Petrillo che sono state messe davanti alla “scelta drammatica ed estrema”, come la chiama Avvenire. La Chiesa non pretende da tutte le donne il loro stesso eroismo (soprattutto quando ci sono bambini già nati da custodire), anche se lo sottolinea come è giusto che sia. In tutti gli altri casi, la vita del bambino non può essere mai neppure in discussione.

So bene che gli stessi che affermano che la scelta è un diritto hanno molto aiutato per esempio i Centri di Aiuto alla Vita che, con tante altre persone di buona volontà, hanno salvato tantissimi bambini. So bene che dire no alla 194 non basta, e a volte è un’inutile sottolineatura che crea solo divisioni e non risolve niente.

Ma, torno alla domanda iniziale, c’era bisogno di affrettarsi a ribadire questa cosa, subito, il giorno dopo la Marcia, quando nessuno, purtroppo, la sta mettendo in discussione? Di che abbiamo paura? Non abbiamo ancora capito che quando noi cerchiamo di piacere al mondo, ossequiandolo, non serviamo più a niente, non annunciamo più nulla, non siamo più incisivi sulla realtà? O come direbbe un mio caro amico frate, arriviamo sempre a saldi finiti?

64 pensieri su “Excusatio non petita di Avvenire sulla 194

  1. Cristina Fascetti Fiorini

    Hai ragione, Costanza. Arriviamo sempre a saldi finiti. Che pena.
    Non smettere di gridarlo ai quattro venti, costi quel che costi. GRAZIE
    Cri Fiorini

  2. Davide

    Mi chiedo sempre che cosa non ci sia di chiaro, per un Cristiano, nella frase “nel mondo ma non del mondo”…

  3. Letizia

    Sono d’accordissimo con te cara Costanza,
    trovo drammatico che i ns Pastori che dovrebbero guidarci sul giusto cammino, siano così timidi e mi chiedo, forse il popolo di Dio dovrebbe pregare o pregare molto di più per i suoi Vescovi, affinché tornino a condurlo con forza ed a difendere la Verità!
    Grazie

    1. Antonio

      La maggior parte dei vescovi ritiene non esistano valori non negoziabili e, in ogni caso, sono talmente poco “virili” che non si sognerebbero mai di lottare per essi, confermati, nella loro viltà da alti funzionari di un apparato burocratico come un altro, da un lato da un vertice che ha improntato il proprio pontificato su altri temi e, dall’altro, da uno stuolo di sottane svolazzanti desiderose, nella maggior parte dei casi, di far carriera almeno al pari del vescovo e di esibirsi a favore di telecamera con qualche gingillo arcobaleno. Cara Costanza la verità, nella gran parte dei casi nel nostro Paese, è questa. Sta a te avere il coraggio di denunciarla con l’efficacia che ti contraddistingue senza nascondersi dietro false domande, perplessità, timidezza obbedienze non dovute. Per il resto….grazie. Antonio

      1. Cecilia Pozzesi

        Non capisco cosa vuol dire ‘diritto all’aborto’ probabilmente il problema deve essere mio. Maternità responsabile è un’altra cosa.

    1. Gianluca

      …vero!…e non hanno la faccia per dirlo…o meglio vogliono “portare” a affermarlo. Ma mi chiedo: perché? Fino a dove siamo deragliati? …perché i criteri per affermare che uccidere è un delitto sono gli stessi per affermare anche altre cose…
      Sempre grazie Costanza!!!
      Gianluca

  4. Maria Cardarelli

    Avevo scritto il mio commento poco fa, ma non so se sono riuscita a spedirlo correttamente, sono anziana e non troppo esperta di cose tecnologiche, maa ci tengo ad esprimere il mio totale apprezzamento per tutto ciò che scrive Costanza..dà voce a tanti che la pensano alla stessa maniera, ma oltre il piccolo cerchio del proprio ambiente non riescono a testimoniarlo! sembra che il mondo voglia dare rispetto a liberta presunte tali e assolutamente false..l’Unico, secondo costoro, a non aver rispetto per le vere libertà è Dio! sia io, che i miei familiari, figli e nipoti, siamo con te…!

  5. Enrico Donà

    La chiesa (con la c minuscola) di Avvenire é esattamente quella voluta e promossa dai vari card. Zuppi, Semeraro etc, Allora io chiedo invece: PERCHÈ li si continua ad invitare a tenere catechesi e celebrare Messe agli incontri del monastero WiFi ?!

    Ricordo ancora una volta -per i pochi che ancora non lo sapessero- che *il card. Zuppi non ha mai preso alcuna posizione* in merito agli screening eugenetici gratuiti per tutte le mamme introdotti nella sua regione (Emilia Romagna)

  6. Carlo Principe

    Avvenire è purtroppo questo. Cara Costanza hai ragione nell’affermare che nessuno mette in discussione la 194, neppure i prolife. La manifestazione della vita, bellissimo evento, neppure lo ha fatto direttamente. Sulla scia del prossimo pronunciamento della corte suprema, ti prego pensaci tu a sollevare il problema di cancellare una legge di morte (così titolava avvenire l’indomani della sconfitta referendaria). Sono 44 anni! Ciao Carlo Principe

  7. Maria

    Salve Costanza, non so se riesco a cogliere esattamente il punto ma le mie considerazioni sembrano attraversare quelle che all’apparenza appaiono due posizioni distanti. Credo che scegliere, difendere la vita (di un bambino) sia interpretato in questo caso un po’ come scegliere Cristo e credo che Avvenire abbia fatto questa scelta per ribadire la libertà che abbiamo nello sceglierLo e la radicalità del cambiamento che tale scelta comporta. E proprio per questo secondo me non si tratta di fare politica o adepti, ma di libertà che porta a un cammino e a una presa di coscienza personale per ogni donna. La chiesa condanna l’aborto ma non può non tenere in considerazione l’anima di una donna che lo pratica. La vita di entrambi è un dono e non si può escludere il fatto che una madre riesca a capirlo praticando un aborto, non si può escludere che il perdono e l’immensa misericorda di Dio lei la possa venire a sperimentare solo in questo modo. Le strade attraverso cui Dio arriva al nostro cuore sono infinite e spesso non sono le nostre strade.

    1. Luca Del Pozzo

      Cioè, lei sta dicendo che per capire che la vita è un dono ci può stare che uno ammazzi una persona (perché di questo si sta parlando) potendo scegliere diversamente? No, dico ma si rende conto ??

    2. Simonetta

      La misericordia è infinita per il peccatore, ma il peccato va condannato senza se e senza ma, proprio per mostrare chiaramente che è meglio evitare questa sofferenza per l’anima. Altrimenti rischiamo di lasciar correre tutto, di non distinguere più il bene dal male perché tanto Dio perdona tutto. A tuo figlio spieghi che il fuoco brucia, non è che gli metti la mano sul fuoco per insegnarglielo.

      1. Roberto

        Il nocciolo del contendere è la libertà di scelta .La donna è libera di abortire, benissimo, Ma non può far parte della comunità cristiana cattolica. Anche la Pelosi ha scelto ma non può fare la santa comunione

        1. Roberto di Francia

          No caro, omonimo. Benissimo un corno. Qui non si tratta di aver la tessera del country club o no. Un aborto è un assassinio, particolarmente odioso e crudele. Anzi, molto peggio: perché il povero bambino muore senza nemmeno essere battezzato. E l’assassinio di MILIONI di innocenti DEVE essere fermato, con tutti i mezzi leciti possibili. E perché ci sia un assassinio deve esserci un ASSASSINO: ossia una persona che, se non si pente sinceramente del male fatto, è destinata alla dannazione eterna.

    3. Simona

      La Misericordia di Dio per i peccatori non si discute, ma l’aborto è un omicidio (o meglio un infanticidio) , punto e basta, chiamiamo le cose con il loro nome. È una follia anche solo pensare che sia un modo per esercitare la libertà o addirittura un modo per arrivare a scoprire la Misericordia di Dio come mi sembra di capire dal suo post. Scusi ma la sua affermazione è aberrante.

  8. Rino

    Ricevevo gratuitamente il mercoledì una copia di Avvenire ( mai richiesta e forse “retaggio” di un incontro fra giovani di mio figlio) e ogni mercoledì mi chiedevo quale fosse la “missione” di un giornale così palesemente anticattolico…ho dovuto chiedere di sospenderne l’invio per evitare attacchi continui di bile…

    1. giovi

      A me Avvenire è arrivato gratis per almeno un paio d’anni, immagino per gonfiare i numeri della diffusione da ci conseguono finanziamenti vari, anche dopo che avevo disdetto il mio abbonamento storico: ho dovuto sudare parecchio anche per evitare l’arrivo delle copie gratuite. Mi era dispiaciuto per poche firme, per esempio quella di Assuntina Morresi, ma deve esserci un morbo che si attacca lì: anche lei senza solide basi morali , rivelandosi accanita vaccinista covid( tra l’altro, anche senza basi scientifiche, con carenze scientifiche impressionanti) un’ enorme delusione, ma nello stesso tempo, un sollievo rispetto alla non lettura di Avvenire!

  9. Lucia Frigerio

    Carissima Costanza, Avvenire già da tempo, e su diverse tematiche, ha assunto posizioni diciamo “sconcertanti”. E lo stesso papa Francesco, nonostante i ripetuti tentativi di difesa verso la sua persona, non mi sembra un esempio cristallino di chiarezza, a differenza dei papi che l’hanno preceduto.

  10. Rino

    In merito al commento di Maria..mi viene da pensare che il Signore ci lascia liberi anche di farci la guerra ..forse questa è l’occasione per molti di una presa di coscienza e di conversione..bisognerebbe suggerirlo ad Avvenire..
    Non per niente madre Teresa collegava l’aborto alle guerre che insanguinano il pianeta.

  11. Piera

    Perfettamente d’accordo con te Costanza.
    Eravamo a Roma alla Marcia dalla diocesi di xxmiglia Sanremo in 25, aiutati e sostenuti dal nostro vescovo Mons. Antonio Suetta.
    Eravamo al Regina caeli del Papa ma certo che non si sono viste molte bandiere oltre quelle dei nostri ragazzi.
    Sicuramente molti erano già partiti e ognuno ha i suoi problemi, però è molto triste non vedere unità dei credenti per un tema fondamentale come il rispetto della vita

  12. Alessandro

    Essere contro l’aborto è questione che riguarda la ragione, non la fede. Dire che l’aborto è un diritto è contro il principio di identità e QUINDI contro la fede. Quando la fede non diventa cultura, e quando la ragione è negata proprio dal giornale della conferenza episcopale, li è dove si capisce che la fede non c’entra con la ragione. Che non c’entra con la vita. Di questo passo arriveremo al paradosso che la fede (e quindi la ragione) è un ostacolo all’amore; e in particolare all’amore per il prossimo.
    I veri laici (cioè i cristiani) devono riprendersi ciò che è loro e salvare la Chiesa da questo neoclericalismo che ha investito i laici e che è figlio del Concilio Vaticano II.

  13. Giulia

    Avvenire è da molti anni senza avvenire…
    Se il sale perde il sapore, serve solo ad essere gettato.

  14. Enrico Donà

    Avvenire deve smetterla di prenderci per i fondelli!

    “1. La 194…riconosce, sì, il diritto ad abortire, ma …subordinandolo a procedure rigide.”

    Visto che le procedure sono cosí rigide allora il giornale dei “vescovi” ci dica quante donne che ne fanno richiesta alla fine non ottengono l’autorizzazione ad abortire perché mancano i presupposti previsti dalla legge!

    E giá che ci sono avrei piacere se i “vescovi” ci spiegassero anche perché la “rigida procedura” prevede che il limite delle 12 settimane venga esteso a 22-24 settimane in caso per es. di sindrome di Down.

  15. Certo Avvenire non lo leggo più ambiguo e in mala fede nessuno tocchi Caino e tanto meno Abele . L’aborto un omicidio disumano a spese di un essere indifeso come i bambini Ucraini Siriani Afghani Yemeniti la vita non negoziabile si difende dal concepimento o siamo complici della guerra della pedofilia della omofilia della prostituzione del male e noi non vogliamo impieghiamo tante energie per vivere nella luce con la Gioia piena di Cristo. Anche ai tempi del Referendum una parte della Chiesa era tiepida e ora ne paghiamo le conseguenze. Assassini e complici Avvenire che Avvenire è cosi’?

  16. Giorgia

    Grazie di cuore, Costanza! Condivido ogni tua parola, come sempre.

    Mi ha molto colpita (e un po’ sconvolta) il commento di Maria… e lo vedo in grande assonanza con una mentalità che mi pare molto diffusa anche tra i cattolici: quella del male minore, diciamo così, e della convinzione che ci siano persone di cui si può coscientemente pianificare il sacrificio per l’ipotetico vantaggio/bene di altre. Una mentalità talmente penetrata nella nostra coscienza da farci pensare che la morte di una persona (perché tale è il bambino nel grembo della madre) possa essere mezzo in vista di non si sa quale fine. Certamente Dio scrive sulle nostre righe (e vite) storte; e ci viene a prendere anche dentro il peggiore dei nostri abissi, non ci abbandona nemmeno lì, così che la nostra conversione può davvero arrivare anche dopo che abbiamo toccato il fondo nel modo più esecrabile. Ma questo riguarda il rapporto tra l’anima e Dio e la sua insondabile misericordia (tra l’altro non mi pare che il post di Costanza mettesse sotto giudizio l’anima di chicchessia). Il tema qui è un altro: l’aborto – senza giudicare chi si trova a farlo e i motivi che la spingono, ribadisco, qui non si vogliono giudicare le persone – è un male assoluto, è la soppressione di un innocente indifeso. “Il vostro parlare sia sì, sì, no, no”, diceva “Quello là”. Il resto è pula che il vento disperde. Grazie Costanza per la tua franchezza e per il tuo coraggio. Dio ti benedica.

    1. Domenico Carlucci

      Che Avvenire di cattolico abbia poco ( pur senza fare di ogni erba un fascio) è noto. Ma certe sparate, con GPII o BXVI, sarebbero uscite su quel giornale? Quindi….

    2. Maria

      Salve Giorgia, non esiste sacrificio o male minore a cui conformarsi. Esiste il male da combattere e questo facciamo con la giornata della vita. Ma il male esiste perché il bene prevalga anche quando si tratta di una sola pecorella smarrita che ritrova la strada (una mamma che pratica l’aborto). Costanza non mette sotto giudizio l’anima di nessuno ma valuta le intenzioni di Avvenire il giorno dopo una manifestazione così importante, che, secondo il mio parere di profana, vogliono dare maggiore respiro ed enfasi a una scelta (quella di Cristo come della vita di un bambino, Gesù è Via, Verità e Vita) che come miliardi nella vita, ha bisogno del libero arbitrio per capirne l’importanza. Una donna che condanna a morte un bambino sta condannando anche se stessa. Ci sembra disumano perché si tratta della vita di un bambino, ma è un essere umano che non ha avuto ancora modo di conoscere Dio quella che compie un atto così atroce. E noi cristiani non preghiamo anche per loro? O preghiamo solo per coloro che fanno il bene o sono malati? Il male non l’ho inventato io. Chi uccide non va perdonato?

      1. Giorgia

        Gentilissima Maria, mi pare di aver scritto a chiare lettere che qui nessuno giudica nessuno e che la misericordia di Dio è per tutti: non mi metta in bocca – a me o a Costanza – cose che non ho detto. Il fatto di condannare l’atto, come insegna il catechismo, non comporta di condannare chi lo commette…tutto il contrario!! Anzi, invita a pregare per quella persona.
        Ma il tema in questione è un altro. E il male va chiamato col suo nome.
        PS tra parentesi, non è vero che “il male non esiste perché il bene prevalga”… il male non lo ha creato Dio per alcuno scopo, e nemmeno coesiste da sempre con Dio…queste sono posizioni delle filosofie orientali. Il male esiste come frutto di una libera scelta da parte delle creature di Dio, angeli e uomini. Dio ama il peccatore ed odia il peccato.
        Ma ribadisco, qui il tema – come mi pare evidente dalla lettura dell’articolo della Miriano – è palesemente un altro.

        1. Giorgia

          Pardon: non è vero che “il male esiste perché il bene prevalga”: nel riportare la sua affermazione mi è scappato un “non” di troppo

  17. Lucia Frigerio

    Concordo in pieno con il sig. Domenico Carlucci. Avvenire non sarebbe così sicuro in certe sue affermazioni ed idee se non sostenuto dall’apice della gerarchia ecclesiastica. E lo dico con moltissimo dolore

  18. Formen

    Cara Costanza,
    ho letto il boxino più volte e non ho visto l’assioma che ne deduci e cioè, “il vero spirito della legge 194” era tutto sommato buono. Il virgolettato è corretto la seconda parte, correttamente non virgolettato, è una tua deduzione. Poi le tue domande le faccio mie e, forse anche il senso di opportunità. Però dai commenti che leggo, in cui non voglio entrare, mi pare che “mantenerci uniti e menarci dopo” sia improponibile senza ascoltarci prima e provare a comprenderci. Maria ha provato ad ascoltare e a comprendere per rimanere uniti, ma è stata immediatamente menata e questo è un fatto che non potrà mai essere accettato da un cristiano.

    1. Valeria Maria Monica

      @Formen, mio Dio, che vittimismo per conto terzi… “Maria è stata immediatamente menata”… Ma di che Maria parli? Della “Maria” che ha fatto la seguente affermazione:
      “La vita di entrambi è un dono e non si può escludere il fatto che una madre riesca a capirlo praticando un aborto, non si può escludere che il perdono e l’immensa misericorda di Dio lei la possa venire a sperimentare solo in questo modo”. ?
      Se parli di lei, qualcuno le ha fatto notare che era una affermazione incompatibile con un quadro valoriale anche solo blandamente evangelico, e senza offenderla, mi pare. Questo si chiama discutere, non menare. Personalmente sarei stata assai più colorita.
      Mi sarei preoccupata se in questo spazio commenti nessuno avesse reagito. Invece per fortuna no, siamo ancora vivi. Per quanto la marea fangosa della apostasia ci circondi da ogni parte e salga ogni giorno.

      1. Formen

        Era per me interessante verificare quanta voglia abbiamo di restare uniti “sui fondamentali”, “sul riaffermare l’ovvio”, prima di menarci quando “sarà il momento di evidenziare le diverse sensibilità”. Per questo motivo del discorso di Maria, quella che ha fatto quella affermazione che citi, il contenuto era, per me, in secondo piano. L’ultima tua frase sull’apostasia, segna un bel confine su quanto e come possiamo essere uniti, almeno sui fondamentali e sul riaffermare l’ovvio. Grazie e Dio ti benedica.

        1. Valeria Maria Monica

          @Formen, ma ci fai o ci sei?
          Lascia stare le benedizioni, sempre gradite per carità, ma qui stiamo discutendo, e in questo contesto gradirei di più una onesta dialettica che la tua magnanima benevolenza clericaleggiante (oddio… non sei mica un prete, vero?)
          Dunque: la tua idea che tutti i cattolici debbano avere come priorità assoluta quella di “restare uniti” sui “fondamentali” e “sul riaffermare l’ovvio” diventa ovviamente un suggerimento inutile (e ambiguo) quando due cattolici danno definizioni opposte di ciò che è “ovvio” e “fondamentale”.
          In questo cado ti ricordo che Maria ha affermato che “non si può escludere che l’aborto possa essere per la madre l’unico modo di sperimentare l’amore di Dio”.
          Per me, e per altri, è OVVIO E FONDAMENTALE ribadire che questa frase NON E’ CRISTIANA.
          E sia chiaro che non sto dicendo che questa signora Maria non sia cristiana. Molto probabilmente lo è, e migliore di me e mi passerà davanti nel Regno dei Cieli, anche se in questi caso si è espressa male, o ha le idee confuse.
          Ma tu, che pretendi che in nome dell'”unità”, si prescinda dal “contenuto”, che razza di idee hai?
          Hai realmente ponderato la affermazione di Maria e la trovi teologicamente compatibile con la Scrittura e il magistero della Chiesa?
          Oppure non hai neppure soppesato attentamente la sua affermazione, perché sei uno di quelli che pensano che una idea vale l’altra, e una religione vale l’altra? Insomma che non esista la Verità?

          1. Formen

            Non vorrei essere frainteso e pur spiacendomi di risponderti di nuovo direttamente, sono costretto a farlo. Io ho letto il post di Costanza e su quello ho inserito il mio pensiero, tra l’altro, rivolgendomi direttamente a lei. Non credo tu abbia presente ciò che ha scritto Costanza, altrimenti non spacceresti come mie “(razza di) idee”, il pensiero alla base del suo post. Grazie per la tua attenzione e spero anche del tuo ascolto. Mi scuso ancora con tutti gli altri.

            1. Valeria Maria Monica

              @Formen, spero sempre di più che tu non sia un prete. Mai incontrata una simile ambiguità in una discussione on line. Nessun gusto. Come cercare di stringere in pugno l’acqua.
              Beh, il web è grande.
              Troverai interlocutori più simpatici di me.

    2. Marina Umbra

      Il bambino abortito non ha conosciuto Dio???Ma che dici Maria!!!! Si vede che non mediti il Rosario. Guardati il Secondo Mistero della gioia. Lo conoscono meglio di te e di me. Quanto alla Misericordia ella si stende no sui peccatori ma sui penitenti. Leggi il Vangelo e non i teologi alla moda.

  19. Fabio

    “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.”

    Questo è diventato il giornale della Cei da molti anni ormai. E la cosa triste, è che non se ne rendono neanche conto.
    Grazie Costanza per continuare ad evidenziare tutto questo.

  20. Pingback: Excusatio non petita di Avvenire sulla 194 – l'ovvio e l'evidente

  21. Roberto

    Se il papa dice una cosa e l’ Avvenire dice l’opposto cosa dovrebbe fare il papa? far richiamare il direttore di Avvenire. Ma non lo fa ,è successo altre volte. Chi tace acconsente.

  22. Giuseppe

    Perché papa Francesco accetta i finanziamenti alla Scholas Occurrentes di Bono degli U2, quando questi, con gli altri membri del gruppo, aveva dichiarato di votare a favore dell’aborto nel referendum che nel 2018 lo ha reso legale in Irlanda? Si sono incontrati anche alcuni giorni fa.

  23. Luca Del Pozzo

    Carissima Costanza, 
    purtroppo sappiamo bene che non è stato un caso che il quotidiano della Cei abbia pubblicato quel box sulla legge 194/78 nella stessa pagina e a fianco del pezzo sulla manifestazione per la vita di sabato scorso (pezzo per altro relegato a p. 13 e senza il benché minimo richiamo in prima). Come d’altra parte non è stato certo casuale l’assordante silenzio, con qualche lodevole eccezione, con cui in ambito cattolico è stata accolta la morte del filosofo e teologo Michel Schooyans, avvenuta il 3 maggio scorso giusto all’indomani (neanche questo un caso, solo che stavolta si è trattato di un segno celeste) della notizia di un possibile annullamento della storica sentenza Roe vs Wade che segnò il via libera all’aborto e che spianò la strada all’introduzione anche in altri paesi di legislazioni abortiste, tra cui l’Italia. Entrambi gli avvenimenti (insieme a tantissimi altri) non hanno fatto altro che confermare la crescente mondanizzazione di una Chiesa, come quella attuale, troppo spesso appiattita sull’agenda onusiana rispetto ad una Chiesa che sapeva e voleva essere segno di contraddizione rispetto ad un mondo dove non era (non è) certo difficile scorgere l’azione di forze anti-cristiche e in quanto tali radicalmente ostili all’antropologia cristiana (per capirci, una Chiesa fatta da arcivescovi come quello di San Francisco, Salvatore Cordileone, che l’altro giorno ha proibito la comunione alla speaker della Camera Nancy Pelosi proprio per le sue posizioni abortiste). Narra il Midrash che quando il profeta Isaia andò a trovare il re Ezechia, gravemente malato, per cercare di prepararlo al fatto che stava per morire, alla domanda del re su quale colpa avesse commesso per meritare simile destino, Isaia rispose: “Perchè non hai compiuto la mizvà,il precetto, della procreazione”. Al che Ezechia disse che per mezzo dello Spirito Santo aveva visto che avrebbe avuto bambini non perfetti. Ma il profetalo rimproverò dicendo: “Cosa c’entri tu con i segreti del Misericordioso? Tu dovevi agire compiendo la mizvà della procreazione e ormai quello che è giusto ai suoi occhi sarà fatto…”. In realtà sappiamo che Dio ebbe compassione di Ezechia concedendogli altri quindici anni di vita. Ciò nondimeno il racconto è assai istruttivo e rivelatore di come già nell’antica sapienza d’Israele fosse radicatala coscienza della gravità dell’aborto, al punto da giustificare la morte del reo. Anche per questo il solo pensare che a causa delle legislazioni abortiste oltre 50 milioni di esseri umani vengono uccisi ogni anno perchè l’aborto nel frattempo è stato addirittura legalizzato, ed oggi a tutti gli effetti viene rivendicato come un diritto, solo questo pensiero dà la misura della distanza siderale che separa il nostro mondo sedicente civile dai presunti secoli bui del passato. La storia di questi ultimi decenni sta lì a dimostrare tutto l’orrore di legislazioni che, opportunamente propagandate con linguaggi e narrazioni dal volto suadente, oltre che infarcite di numeri manipolati ad arte, sono inficiate da una ideologia ultimamente superomista, e perciò stesso nichilista e an-nichilente, che è poi la cifra culturale di buona parte della modernità. A partire dal principio cardine di ogni legislazione abortista, ossia la negazione dello status di essere umano e la contestuale riduzione a “grumo di materia inerte” del feto.  Fu proprio Schooyans – in particolare nel saggio “Aborto e politica” che documentando il nesso tra i vari programmi internazionali di controllo demografico e la promozione di politiche abortiste, non poco influsso ebbe sull’allora pontefice Karol Wojtyla al punto da spingerlo a decidersi per un intervento ufficiale della Chiesa come poi avvenne con l’Evangelium Vitae – a denunciare come siano le stesse leggi che liberalizzano l’aborto a dichiarare il “carattere umano del soggetto che esse tuttavia autorizzano ad uccidere in certi casi” (si fa notare en passant che anche la legge 194/78 non fa eccezione asserendo all’art.1 che lo Stato tutela la vita umana “fin dal suo inizio”). Non solo: “E’ proprio perchè  – nota Schooyans – il bambino concepito è un essere umano che non si vuole che nasca. Si sa bene che l’essere che si annuncia sarà quanto prima un fanciullo e in seguito un adolescente e un adulto. Ed è perchè egli è destinato ad essere un fanciullo, un adolescente, un adulto che lo si sopprime”. Altro che “grumo di materia inerte”: si è voluta, si pretende la libertà di sopprimere il feto sapendo perfettamente, ed anzi a motivo del fatto che quel feto è un essere umano a tutti gli effetti. Ciò che emerge con forza è l’impronta marcatamente ideologica della dottrina abortista, che oltre alle decine di milioni di morti procurate ogni anno ha rappresentato senza ombra di dubbio un regresso e un imbarbarimento della società – altro che “conquista di civiltà” –  nella misura in cui misconosce il diritto alla vita e sancisce il diritto del più forte sul più debole.  Bisogna dirlo forte e chiaro: è assolutamente auspicabile e opportuno l’annullamento della sentenza Roe vs Wade, anche per l’effetto domino che potrebbe innescare. Oltre alla constatazione che la liberalizzazione dell’aborto ha innescato più problemi di quelli che pretendeva di risolvere (non ultimo, spalancando la strada all’eutanasia), il punto fermo da cui (ri)partire è che a nessuno può essere concesso il diritto di uccidere. L’aborto non può essere un diritto. Punto. E questo perché c’è un diritto, il diritto alla vita del bambino, che supera di gran lunga ogni possibile diritto che la donna ha o pretenda di avere. Sia chiaro, qui non è questione di guerre di religione né tanto meno, come ripete stancamente la litania laicista, di voler imporre a tutta la società una visione della vita che è propria solo di una parte di essa, ossia quella cattolica (ammesso che esista ancora una visione cattolica della vita, il che è tutto da dimostrare). E’ ancora Schooyans a ricordare che “il rispetto di ogni vita umana è un precetto di morale universale proclamato in tutte le grandi civiltà e costituisce il tessuto di ogni società democratica”. Il punto allora è capire che esistono alternative più che valide all’aborto, e che è urgente fermarsi e rimettere mano a tutta la materia. 

    1. ola

      Ok l’ “urticanza”, ma perche’sacrificare quasi meta’dell’articolo per un regolamento di conti con i Neocatecumenali (che, da persona che nella sua vita ha avuto pochissimo tendente al niente a che fare con loro, sinceramente non comprendo benissimo, dato che dalle mie informazioni almeno sul tema in oggetto non mi sembra proprio che ci sia da criticarli)? Poi anche sul “fanno la cosa giusta ma per un motivo sbagliato quindi ciccia” non lo so, mi lascia un po’di retrogusto amaro. Chiaro su questioni di opportunita’e’difficile giudicare da fuori e il giudizio personale rimane insindacabile, ma non si poteva semplicemente ribadire la propria posizione partecipando?

      1. ola

        Pero’i temi sollevati sono assolutamente rilevanti e centrali, niente da eccepire. Ha ragione su tutto.

  24. tuc9182

    Ringrazio Costanza per aver segnalato la “fake news” di Avvenire.

    Questa “scelta drammatica ed estrema” è “il vero spirito della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, che traspare da tutto il suo testo…”: è falso perché basta leggere il testo e la legge 194 è estremamente pacata: autorizza l’aborto sempre e comunque sulla base della sola richiesta e non sono mai indicati criteri oggettivi e verificabili di necessità o convenienza. Inoltre l’affermazione che la legge richiede “ogni volta il tentativo di rimuovere le cause per cui esso viene chiesto e subordinandolo a procedure rigide” è una balla completa: le motivazioni della donna non vengono raccolte e nemmeno registrate ai fini statistici. La legge è interamente fondata sul diritto gratuito e immotivato della sola donna. En passant si parla anche di “padre del concepito”: ma questo significa che il concepito è “figlio di suo padre” ossia è una persona umana.
    Evitiamo di disperderci e stiamo sul punto: il concepito è una persona e viene soppresso senza richiedere motivo.

  25. Costanza Miriano

    E invece io penso che i tempi siano maturi per rivedere la 194. Non è un sacro totem intoccabile. Le circostanze sono cambiate, lo slogan “l’utero è mio e lo gestisco io” può essere realizzato in altri modi, la contraccezione è diffusissima e alla portata di tutte, le conoscenze sono aumentate enormemente rispetto a quasi cinquanta anni fa, le donne sono libere di gestirsi come vogliono, da un punto di vista medico e anche di costume hanno tutte le libertà che hanno voluto, e ci mancherebbe.
    Non dico di criminalizzare, ma non si può neanche più permettere che un cuore che batte – oggi ci sono le ecografie – venga fermato solo perché “adesso non è il momento”. Non è un motivo sufficiente.
    Almeno parliamone.
    Ci sono molti altri modi di “pianificare la genitorialità”, slogan azzeccatissimo della più ricca fabbrica di aborti del mondo, Planned parenthood: peccato che loro propongano solo quella come soluzione. Si può affidare il bambino a una famiglia che se la senta, per esempio.
    Parlare di diritto della donna tout court, come fanno tutti (e come fa anche qualche voce in ambito cattolico, purtroppo, pur ribadendo che c’è anche il diritto del bambino) non è più corretto.
    Le donne adesso sono forti, libere ed emancipate. Adesso, con le nuove conoscenze e le nuove possibilità tecniche, è tempo di pensare a qualcosa di diverso, che tuteli anche i bambini. Come sta succedendo in America (o la seguiamo solo quando ci porta in guerra?).

  26. Francesco Paolo Vatti

    Ad Avvenire vorrei ricordare che parlare di diritto all’aborto in Italia è prima di tutto sbagliato giuridicamente: la 194, per stessa affermazione della Corte Costituzionale, depenalizza un reato, non stabilisce un diritto. La legge è intrinsecamente cattiva e non si limita a considerare i casi estremi, ma crea di fatto, pur negandolo nella lettera, un nuovo (per quanto in realtà antichissimo) tipo di contraccezione. Non capisco come Avvenire possa fare la pagina è vita e non attaccare l’aborto… mi pare quasi schizofrenia….. Che tristezza!

  27. Luthien

    Le considerazioni in punto di diritto sulla 194 sono giuste ed opportune, ma ciò che conta è come la legge, pessima, sia stata interpretata ed applicata.
    Non ci dovremo meravigliare del commento di Avvenire, ci saremo
    dovuti stupire del contrario.
    Si dice che la Chiesa ortodossa, segnatamente quella russa, fiancheggi il potere politico, ma esistono modi più sottili e raffinati di sostenere la cultura dominante. Larga parte della Chiesa sembra nutrire sentimenti di profonda inferiorità ed essere dominata dal desiderio di farsi istrumentum regni di istituzioni opache. Sembra che la Chiesa cattolica voglia seguire l’esempio di quella, di stato, anglicana.
    I cattolici debbono essere uniti nei fondamentali ma quale è questo nucleo essenziale su cui , al di là del divergenze, dovremo essere d’accordo?
    A me sembra che nessuno se se preoccupi e che Gesù sia quasi pleonastico, tanto è misericordioso!
    Costanza dice che ,poiche le donne adesso sono forti ed indipendenti, o così, quando conviene, amano atteggiarsi( quando poi il gioco si fa pesante, siano gli uomini a combattere per difendere donne e bambini), bisognerebbe pensare a qualcosa di meglio dell’aborto, ma è Il bambino nel grembo della donna il grande dimenticato! Perché impegnarsi in percorsi più complessi se il bimbo non esiste , o non è , comunque, persona?
    Molte donne, poi non intendono rinunciare al potere: dare la vita, ma anche quello di dare la morte.

    1. FEDERICA

      Ciao cara Costanza,
      io mi chiedo sempre più spesso perchè la Chiesa, con tutta la sua bellezza che è la bellezza della Verità che annuncia, non riesce a farsi sentire, non riesce ad emergere mentre invece molte altre voci sembrano avere molta più risonanza… E sai che risposta mi sono data? che il nostro problema è quello di voler essere sempre “corretti” con tutti, non urtare nessuno … essere, diciamo così, “politicamente corretti”… Io credo che questo sia uno dei nostri problemi attualmente… non abbiamo coraggio!!! … ma di Gesù certo possiamo dire tante cose ma non che fosse uno pilticamente correttto… !!! Tu che ne pensi?

    2. Kosmo

      “Larga parte della Chiesa sembra nutrire sentimenti di profonda inferiorità ed essere dominata dal desiderio di farsi istrumentum regni di istituzioni opache. Sembra che la Chiesa cattolica voglia seguire l’esempio di quella, di stato, anglicana.”
      Ti correggo su un punto: (…)sembra nutrire sentimenti di profonda inferiorità ed essere dominata dal desiderio di farsi istrumentum regni di POLITICHE “LIBERAL”, “de’ sinistra”.
      Non c’è mai stato un momento, neanche quando governava la destra, ad assecondare politiche affini alle ideologie al potere, anzi piu’ e piu’ volte è successo che si alleasse con la sinistra, anche quella comunista, per intralciare i piani della destra. Non parliamo poi di assecondare, secondo un “universalismo” mal compreso e peggio applicato, tutti i desiderata di Bruxelles.

      1. Luthien

        Kosmo, hai ragione, lo sottointendevo. Davo per scontato che si comprendesse che la cultura dominante in cui siamo immersi
        fosse quella progressista, ‘liberal,’ genericamente di sinistra.
        È vero, da parte della “destra” ( tra virgolette, qualunque cosa , destra e sinistra vogliano dire), ci sono stati tentativi, non adeguatamente sostenuti, di proporre una visione diversa. Però a me sembra che anche la destra, in maggioranza,con meno fanatismo della sinistra,questa cultura abbia fatto propria.
        Anche chi non la condivide, non può o non vuole contrastarla e , sopratutto, sottovaluta la reazione a cui va incontro. Quando il fuoco di sbarramento di media ed opinionisti alla moda si verifica, si ritira!

        1. Kosmo

          “Però a me sembra che anche la destra, in maggioranza,con meno fanatismo della sinistra,questa cultura abbia fatto propria.”.
          Sottoscrivo.
          Infatti, anche la “destra” (qualsiasi cosa vogliano significare queste etichette ormai svuotate di significato) soffre del “complesso di inferiorità” che soffre il Cattolicesimo, anzi per meglio dire, un CERTO cattolicesimo che ha sempre guardato a “sinistra”.
          Sia perchè soffre ancora di un accostamento (il piu delle volte strumentalizzato) con regimi del passato, sia perchè l’occupazione sinistrorsa è ormai totale a tutti i livelli, sia perchè, diciamocelo, alcune idee hanno fatto breccia anche presso di essa (basta ricordare Fini e i suoi accoliti, e poi Prestigiacomo, Carfagna, ecc). Infine ricordiamo anche la penosa fine di un movimento che si è sempre presentato come anticomunista che ormai è indistinguibile dal PD (basta leggere le dichiarazioni di certi ministri d’area). Penosi.

  28. Prov

    Articolo coraggioso, si. Come qualcuno ha detto. Spero non ci saranno conseguenze, a forza di percorrere questa ed altre strade pericolose.

    Certo, tacere talvolta è impossibile e l’amore per la Verità, tutta intera, è un dovere ma in questi tempi la quadratura del cerchio è diventata la vera sfida del cattolico: non criticare la Chiesa, starci dentro fino alla fine, e allo stesso tempo non tacere sulle sue miserie.

    Difficile… In passato (quello remoto) ci sono riusciti solo grandissimi santi. Solo loro sono stati capaci di misurarsi con le gerarchie e – con l’aiuto determinante dello Spirito Santo – uscirne vittoriosi o almeno indenni.

    Oggi, noi, non abbiamo speranza. E restiamo qui ad arrovellarci su come sia possibile cadere così miseramente.

    Eppure… c’è davvero qualcosa di profondamente sbagliato nel criticare la Chiesa, anche quando senza ombra di dubbio sbaglia gravemente (e pure su materia grave). Lo si capisce dal retrogusto amaro che si sente, dalla sofferenza che rimane, dalla gioia che non potrà mai esserci.

    Resta solo pregare. Saltare a piè pari le gerarchie e rivolgersi direttamente allo Spirito Santo, che è nella Chiesa e la rende ancora viva.

    Non possiamo sapere cosa ha in mente Lui per la sua Chiesa. Di certo ha in mente per me che non ricorra all’aborto.

    Quando si presentò l’occasione – una specie di tempesta perfetta, senza apparente speranza e violentissima – la madre, che voleva abortire a tutti i costi perché a suo dire non c’erano le premesse per tenerlo – diceva convintamente, con le lacrime agli occhi e con una voce carica d’amore materno e compassione, che “amava così tanto il nostro bambino che non poteva permettere che soffrisse: per questo volergli il massimo bene, date le premesse, era abortirlo”….

    A parole si può giustificare qualsiasi cosa. E anche crederci.

    ___
    P.S. Poi non ha abortito. Era una femmina. Oggi è la consolazione della sua vita.

    1. ola

      “Eppure… c’è davvero qualcosa di profondamente sbagliato nel criticare la Chiesa, anche quando senza ombra di dubbio sbaglia gravemente (e pure su materia grave).”

      Bisogna precisare l’espressione “criticare la Chiesa”: mandare a quel paese un consacrato non e’evidentemente la stessa cosa che esprimere dubbi sull’operato di una redazione.

  29. Francesco Paolo Vatti

    Ho, finalmente, trovato il tempo di leggermi il suddetto trafiletto e devo dire che sono rimasto ancora peggio… Mi ero anche messo a pensare che, forse, l’intento fosse quello di cercare di far aumentare il ricorso alle parti della legge che dovrebbero rendere più difficile l’aborto. Delusione massima: si parla di diritto ad abortire in due punti, dandolo come un acquis e non come -ciò che è realmente- un abuso; con un’ingenuità che non si può che definire colpevole, afferma che lo spirito sarebbe quello di bilanciare due diritti, quando è evidente che il diritto del nascituro quasi non esiste e, anche quando esiste, può generalmente venire calpestato in molti casi; infine, con la stessa ingenuità colpevole, parla di procedure rigide per accedere all’aborto…. Mi fa venire in mente quello che dicono i fautori dell’eutanasia sulle procedure rigide per ottenerla… C’è poco da sperare….

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