Intervento fogliante sul celibato dei sacerdoti

Ieri sul Foglio carrellata di pareri sul celibato sacerdotale. Tra Camillo Langone, la Scaraffia, Gurrado, Valli, Crippa, Borghesi e Marzano ci sono anche io

di Costanza Miriano

Così come il digiuno a pane e acqua non è rinunciare alla bistecca, ma fare spazio alla fame di Dio, il celibato non è negarsi il sesso, ma una apertura maggiore alla fecondità. Alcuni sono chiamati a un rapporto sponsale esclusivo con il Signore, e a quelli di loro che vivono fedelmente la chiamata è dato di diventare davvero capaci di generare vita in un modo inimmaginabile e illimitato, negato a chi ha una famiglia. La fecondità di un sacerdote che abbia risolto la sua affettività nel rapporto con il Signore – di solito punto di arrivo di un lungo cammino – è inesauribile, ed è molto più che una questione di tempo, forze e risorse. E’ una questione di consegna totale di sé a Cristo.

Sulla possibilità prospettata dal Sinodo, non vorrei fare come quando do pareri a caso sul calcio, e vengo regolarmente sloggiata dal divano di casa. Credo sia una questione da canonisti e da teologi, e che non succederà niente di tragico su questo, qualunque cosa accada, perché già ci sono casi di uomini sposati che celebrano in piccole aree, tipo in Calabria, e la Chiesa saprà decidere saggiamente. Quello che invece mi preoccupa, e molto, è che anche nelle nostre chiese apparentemente in regola ci sono sacerdoti che non credono che quello che consacrano sia il vero corpo e il vero sangue di Cristo, non credono al peccato originale, non pensano che l’uomo senza Cristo è cattivo, e ritengono la risurrezione non un fatto vero, storicamente avvenuto, ma semplicemente un simbolo del fatto che gli insegnamenti di Gesù sono validi sempre.

Ecco, non vorrei che la decisione di aprire il sacerdozio agli sposati venisse da questa parte davvero enorme della Chiesa che pensa di non avere bisogno di redenzione: d’altra parte se non si tratta di avere a che fare con il corpo e il sangue di Dio fatto uomo, se si tratta solo di dispensare consigli di buona condotta, allora tutte le persone per bene lo possono fare. Il sacerdote è un accesso al mistero, colui che apre le porte della vita eterna: se questo fosse chiaro, le questioni di diritto canonico mi appassionerebbero di meno. Troppi sacerdoti hanno perso la fede in Cristo crocifisso per i nostri peccati e risorto, e allora, anche se rispettano il celibato, non servono a nulla.

 

 

52 pensieri su “Intervento fogliante sul celibato dei sacerdoti

  1. Ma prima di parlare di abolizione dell’obbligo del celibato, non presente in altre religioni o correnti cristiane, bisognerebbe domandarsi sulla solidità del suo fondamento, ossia, da dove deriva?

    1. Valeria Maria Monica

      No, Costanza, non ti ci mettere anche tu a dire che “non è poi così grave”!!!
      A parte che è ovvio, che le picconate (alla Tradizione, ma anche ai dogmi, fino ad arrivare al kerigma) arrivano tutte dalla stessa parte, il celibato sacerdotale è un segno e un dono il cui valore  enorme è stato progressivamente compreso dalla Chiesa nel suo cammino  secolare guidato dallo Spirito Santo.

      “… il celibato sacerdotale non è da considerarsi come semplice norma giuridica, né come una condizione del tutto esteriore per essere ammessi all’ordinazione, bensì come un valore profondamente connesso con l’ordinazione sacra, che configura a Gesù Cristo buon Pastore e Sposo della Chiesa, e quindi come la scelta di un amore più grande e senza divisioni per Cristo e per la sua Chiesa nella disponibilità piena e gioiosa del cuore per il ministero pastorale. Il celibato è da considerare come una grazia speciale, come un dono: « Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso ». Certamente una grazia che non dispensa, ma esige con singolare forza la risposta cosciente e libera da parte di chi la riceve. Questo carisma dello Spirito racchiude anche la grazia perché colui che lo riceve rimanga fedele per tutta la vita e compia con generosità e con gioia gli impegni che vi sono connessi. Nella formazione al celibato sacerdotale dovrà essere assicurata la coscienza del « prezioso dono di Dio », che condurrà alla preghiera e alla vigilanza perché il dono sia custodito da tutto ciò che lo può minacciare.”
      ” La volontà della Chiesa trova la sua ultima motivazio­ne nel legame che il celibato ha con l’Ordinazione sacra, che configura il sacerdote e Gesù Cristo Capo e Sposo della Chiesa. La Chiesa, come Sposa di Gesù Cristo, vuole essere ama­ta dal sacerdote nel modo totale ed esclusivo con cui Gesù Cristo Capo e Sposo l’ha amata ”.
      (Giovanni Paolo II, esortazione post sinodale Pastores dabo vobis)

      1. Francesco Paolo Vatti

        Beh, però è vero che nei primi secoli del cristianesimo non c’era e che alcuni preti cattolici sono sposati (in Calabria, come giustamente detto, ma penso anche ai pastori anglicani che chiesero di poter diventare preti cattolici). Sono sicuramente convinto dell’importanza del celibato sacerdotale e spero che le voci non trovino risonanza. Ma credo anche che non sia la fine del mondo….

        1. ola

          Mia opinione personale: le possibilita’ attualmente previste di dispensa dall’obbligo del celibato per i sacerdoti sono 1:1 l’equivalente delle possibilita’attualmente previste di dispensa dall’obbligo di interruzione della coabitazione per i divorziati risposati.
          Ovvero: si puo’derogare solamente per evitare un male peggiore – e per inciso che questo sia il caso nelle regioni amazzoniche mi sembra ancora tutto da dimostrare.

          1. Thelonious

            @ola
            scusate ma state sbagliando assunto: non è in questione l’abolizione dell’obbligo del celibato per i sacerdoti, ma – semmai – la possibilità di conferire l’ordine sacro a uomini sposati.
            E comunque il Papa si è mostrato contrario anche a questa ipotesi.

            Se si sbaglia il punto di partenza si sbagliano anche le conclusioni.

              1. Valeria Maria Monica

                @Bariom e @Thelonius:
                Esatto, il problema è l’argomento grimaldello, cioè la mala fede di chi apre ipocritamente “processi” e “cammini” , facendo finta di parlare di “cosucce” ma sapendo perfettamente dove vuole andare a parare.

      2. Antonio Antenucci

        Se Cristo è sposo di TUTTA LA CHIESA…così il Sacerdote non sposa una donna…ma è sposo di TUTTA LA CHIESA…e con ESSA…è PADRE DI INNUMEREVOLI FIGLI. Questa è stata la mia vocazione e così mi sento di viverla.

    2. Con tutto il rispetto x le donne se il sacerdote sposato deve sostenere una specie di esame probatur la moglie come dovrebbe interagire ne fate una questione solo al maschile è un errore xche una moglie o in bene o un male puo condizionare guardate le chiese che sono occupate militarmente da sante donne che comandano piu del prete

    3. Edda

      Cara Costanza ha colto in breve ma ricco di contenuto quel che un sacerdote dovrebbe essere se fosse innamorato di nostro Signore Gesù Con l introduzione del matrimonio dei sacerdoti non avrebbe più senso ricorrere a loro perché
      tutto si ridurrebbe ad una chiesa domestica

      1. Thelonious

        @Edda:

        ripeto ancora una volta: non si sta parlando di conferire il matrimonio ai sacerdoti ma (SEMMAI) di poter conferire il secondo grado dell’ordine sacro (per il primo grado, il diaconato, è già possibile) ad uomini sposati.
        Non è una questione di lana caprina, c’è una differenza sostanziale.
        Se si continua a porre la questione in termini errati, si traggono conclusioni errate.

  2. Olimpia

    È la grande presenza, il sapere che Lui il Signore c’è, a riempire tutto il resto perfino l’umana solitudine ed ogni forma di rinuncia….tutto trova senso e forma e sostanza in Lui .

    1. Eleonora

      Cara costanza sei sempre illuminante. Grazie. Io non ho ancora un’idea precisa a riguardo. Ho vissuto negli Stati Uniti dove ho conosciuto sacerdoti sposati credibili e appassionati ma se guardo al Vangelo non posso non chiedermi se ciò sia davvero conforme al volere di Cristo . Detto questo condivido ulteriormente con te che ci sono questioni a monte ben più urgenti su cui interrogarci seriamente e le conversioni del cuore come le chiamo io credo siano fra queste.

      1. Fra

        Dal basso della mia ignoranza in materia, penso che la cosa migliore da fare sia pregare e chiedere la luce allo Spirito Santo che illumini soprattutto il Papa e mandi avanti la chiesa intera. E poi, nonostante tutto, lo dice Gesù, é con noi fino alla fine del mondo. La Chiesa la porta avanti Lui, insieme al popolo santo di Dio. Quindi quello che mi dico é: “prega francé”.

  3. anna astolfi

    Sì, il celibato è la condizione per esercitare una carità davvero senza confini. Purché il sacerdote possieda tesori ( spirituali ) da dispensare.

  4. Caterina baltieri

    Sono d’accordo con te, cara Costanza..in fondo la questione veramente grave e’ la realtà di molti sacerdoti che hanno perso la fede, che sono tiepidi, che non sono innamorati di Cristo trasmettono poco o nulla… che sono aridi nelle loro omelie scritte da copione… ci sono dei laici pieni di entusiasmo e fervore che possono aiutare i sacerdoti e dare molto…spesso pero’ sono tenuti a distanza. Io e mio marito e molti ns amici ci consideriamo cristiani erranti…alla ricerca di omelie “sentite ” e ci si sposta dalle proprie localita’… a parte venire a Roma x essere aspiranti monache wifi)…😊
    E comunque la sapienza del Papa va oltre la mia totale incapacita’ di giudizio..
    Saprà lui cosa fare..preghiamo per il ns Omino Bianco….😍
    Caterina

  5. un problema che non dovrebbe sussistere . il sacerdote che ama veramente Gesù e la Chiesa non dovrebbe sentire il bisogno di altri amori …, se accade non deve essere sacerdote … amare gli uomini più di Gesù non è da cristiani !!

    1. Thelonious

      @bigetto.

      Le Chiese a diritto orientale conferiscono il sacramento dell’Ordine sacro fino al presbiterato e sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica.
      Il celibato sacerdotale, benché scelta di consolidata tradizione per la Chiesa a diritto latino, non è un dogma, né una necessità assoluta.

      In ogni caso papa Francesco ha ribadito la sua volontà di NON cambiare la norma del celibato

      Per cui abbi pazienza, ma le affermazioni di cui sopra “. il sacerdote che ama veramente Gesù e la Chiesa non dovrebbe sentire il bisogno di altri amori …, se accade non deve essere sacerdote … amare gli uomini più di Gesù non è da cristiani ” sono tue estrapolazioni ed opinioni personali.
      .

      1. beh logico ! quello che io scrivo è sempre ciò che penso e non credo di essere infallibile! per me è così! tutti sono liberi di pensare altrimenti. n’est-ce pas ?

        1. Thelonious

          @bigetto
          ma certo, la libertà è giustissima.
          Quello che intendevo è che la Chiesa, nel regolare le norme di diritto canonico, deve basarsi su qualcosa di più solido delle impressioni personali, siano mie o tue o di chiunque.
          Ci sono oggettività sacramentali e opportunità storiche, nonché tradizioni di Chiese locali (ma sempre in comunione con la Chiesa Universale) che vanno armonizzate. Tutti qui.

  6. Francesco Paolo Vatti

    Ho un amico nato in Calabria, che viene da un paese dove c’è il rito greco-albanese (si parla in albanese, non in calabrese in quel paese) e i sacerdoti sono sposati. Il mio amico non è particolarmente praticante, tuttavia mi disse una volta una cosa che trovo illuminante: “Ma se il prete si sposa, fare il prete diventa un mestiere come un altro!”. Ecco, penso che userò sempre questo argomento con chi mi propaganda il matrimonio dei preti!

    1. Velenia

      Nel rito greco-bizantino,quello praticato nelle comunità Albanesi di Sicilia e Calabria ,i preti non possono sposarsi, sono gli uomini sposati che possono diventare preti,(mai Vescovi) ,è diverso.
      Per chi non lo sapesse,in tutti i riti orientali cattolici la Messa può essere celebrata solo la domenica e il prete che abbia una moglie deve astenersi dai rapporti coniugali alcuni giorni prima e dopo la celebrazione Eucaristica,infatti per l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati è necessario il permesso della moglie,che può negarlo

        1. Thelonious

          Invece cambia COMPLETAMENTE la sostanza.

          Singifica che un conto è la vocazione alla verginità, un’altro il sacramento sacerdotale.
          Poi, per scelta della Chiesa (a diritto latino), è stato deciso di assegnare il sacramento sacerdotale ai soli consacrati ala verginità.
          Nel diritto orientale questa scelta non è stata fatta.

    2. Sottoscrivo questo commento…

      Fermo restando che possono esserci otttimi sacerdoti sposati come pessimi sacerdoti celibi, ma qui non si tratta di parlare di singoli casi o di statistiche, qualcuno mi dovrebbe aiutare a capire come un peste sposato e magari con figli, possa trovare il tempo e la necessaria disposizione d’animo (e d’anima) e risorse di Fede, per curare pastoralmente – e come Dio comanda – tutta una serie di anime di cui è padre e che sono la sua fecondità, senza che l’una o l’altra situazione subisca contraccolpi…

      E lo dico da marito e da padre di tre figli, che cerca di vivere questa vocazione e responsabilità nella Fede, con tutti i propri umani limiti.

      Se Cristo ha scelto di non essere sposato – e poteva farlo, come ha scelto di avere una Madre e un Padre (putativo) quando poteva “nascere in altro modo” – ci sarà un motivo.
      Credo poi che tutti quanti sappiamo quanto di Cristo dovrebbe esserci in qualunque Cristiano, ma in modo particolarissimo in un sacerdote.

      Si badi poi bene che anche nella Chiesa Ortodossa non è ammesso il matrimonio dopo l’ordinazione, nemmeno se un chierico sposato prima dell’ordinazione rimanesse vedovo; né è ammessa l’ordinazione sacra di un uomo sposato più di una volta (ricordiamo la diversa prassi di divorzio) o che abbia sposato una vedova o una divorziata.

      Per non parlare del fatto che un prete ortodosso sposato non può accedere al titolo di Archimandrita.

      Ci sarà un senso in tutto questo…

  7. Maria

    Grazie come sempre cara Costanza. Ci illumini. Come dice Caterina Baltieri, oggi molti sacerdoti sono tiepidi. Gira, gira, ho trovato una messa mattutina a Roma e finalmente un sacerdote che fa un’omelia illuminante,vera, insomma; dice in modo chiaro come stanno “le cose” secondo il Catechismo della Chiesa cattolica. Niente di nuovo, ma le dice. Grazie don Luca.
    Perchè oggi il 95% dei cristiani che conosco e che frequentano il catechismo e oratorio, si preparanno a festeggiare il Halloween stasera.Mio figlio unico in classe non ci va; no, c’è un altro amico. Unione fa la forza, ragazzi, tenete duro. Il vice parroco del catechismo non lo dice ai genitori, anzi rimprovera me che sembro quella strana e devo accettare tutti; Halloween ok, andare a Family day no, per carità; sei contro le persone, dobbiamo rispettarle, divorziati, risposati, conviventi fanno comunione, ma va bene, non è poi cosi’ grave, dai. Abbiamo fatto un pellegrinaggio e non si poteva dire una parola sul santo al quale è dedicata la città; qualcuno si potrebbe offendere. Davvero? In parecchi eravamo confusi e ci chiedevamo se avessimo sbagliato pullman. Organizza solo pizze, cene con porchette ecc. Vanno bene anche quelle, ma a un certo punto ci vuole anche un po’ di verità; no quella non si può dire. Poi non vengono più. Certo, ci mancherebbe che qualcuno sia allontanto, ma vogliamo portare persone, inclusa me sulla strada giusta o tutto va bene cosi, come viene? Abbiamo bisogno di sacerdoti forti, innamorati di Dio, che trasmettono questo amore, questo insegnamento anche a noi. A volte, mi sento come una pecora smarrita… E ringrazio ancora tutti quei pastori, ringrazio Costanza che ci aiuta in questo grande cammino. Il direttore spirituale mi ha detto che devo leggere un libro; leggo già Costanza…Però vari hanno cercato di farmi capire che sono troppo entusiasta, attivista… Ma io la leggo e stimo molto..Veramente, mi ci trovo in ogni tua parola, sottoscrivo tutto. Grazie ancora che esisti cara Costanza e buona Festa di tutti i Santi.

  8. Giacomo

    “Così come il digiuno a pane e acqua non è rinunciare alla bistecca” …perché ? La Fame di Dio è una necessità, il fidente , colui che crede, ne è pervaso fino all’ora estrema, solo allora sarà saziato. La fame di bistecche deriva da una privazione meritoria in espiazione per ciò che combino e per ciò che combina il mio prossimo…. se passa il concetto per cui digiunare è un “atteggiamento” che può essere anche evitato…tanto non è sostanziale, il far bene è qualcosa d’altro, siamo lontanucci da molte cose, che ritengo superfluo enumerare, credo le conosciate tutti. E’ proprio “cntro” lo spirito del mondo che è bene stare…. non giustificare sempre, cosa che – con mia sorpresa – l’articolo della Dott.ssa Miriano pare fare.

  9. roberto

    Pensate ad una canonica: un prete con moglie e tre figli, chi seguirà prima le necessità dei fedeli o quella dei figli e della moglie?Scuole ,vaccini,le crisi dei figli ,la crisi della moglie,le tasse ,la parte amministrativa ecc.Il prete diventa schiavo delle necessità umane.Il divino :La Messa,gli esercizi spirituali ,i sacramenti,la catechesi e la chiesa come immobile ecc.Senza pensare,come sta succedendo tra i luterani che il pastore lascia la moglie e scappa con una giovine .Il prete omosessuale che vive in parrocchia col compagno ed adotta figli con l’utero in affitto.Siamo ormai ingabbiati dal luteranesimo.Dobbiamo diventare combattenti a difesa della Santa Chiesa Cattolica,contro il luteranesimo .

  10. Luthien

    Come scrive Costanza, il Problema è la fede : la fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo unico Salvatore del mondo si sta oscurando, nei cuori e nelle menti di tanti ,troppi contemporanei cristiani e cattolici e ,temo , anche nelle menti e nei cuori di molti uomini di Chiesa, soprattutto di cultura e formazione europea . Non abbiamo bisogno di andare nel deserto, in un deserto spirituale che minaccia di inghiottirci, viviamo già.
    Invece di affrontare questa drammatica crisi e un mondo profondamente anticriistico , ci si concentra su altre questioni. Vorrei sapere quanti si accosterebbero o ritornerebbero alla fede , dopo l’ordinazione di uomini sposati, L’ esperienza della chiese riformate che hanno ceduto sulla dottrina o sulla morale non è incoraggiante , né sembra che In Amazzonia ci sia tutto questo bisogno di sacerdoti. Per quanti missionari , il Battesimo non è affatto necessario?
    Inoltre , il matrimonio , inteso sia come legame naturale che come sacramento, non se la passa affatto bene in Italia, in Europa, , nel cosiddetto Occidente e, temo, in tutto il mondo. Nessuno vuole sposarsi, si notava , anche in recenti post di questo blog, come spesso , la famiglia da norma, sia quasi diventata eccezione . Sul piano umano come due debolezze possano generare una forza, per me è un mistero.
    C’ è un altro e più importante aspetto però che non è stato sottolineato: Il sacerdote cattolico , quando dà l’assoluzione o consacra l’ostia è persona Christi : è Cristo che mi assolve , e Gesù non era sposato !

  11. Mi permetto di dire che questi tentativi di “normalizzare” una scelta rivoluzionaria portando ad esempio i casi dei preti uniati (i quali non possono sposarsi dopo essere stati ordinati, nonché devono attenersi alla continenza perfetta come i diaconi) sia alla pari di chi cita l’aberrante situazione dei preti “ortodossi” per giustificarla. Eppure, nessuno ricorda più l’ammonimento evangelico, o come Pietro ripudiò la moglie (o comunque non si risposò) per mettersi alla sequela di Nostro Signore; o ancora di come Cristo stesso non prese mai moglie all’infuori della Chiesa stessa. Io credo che, se proprio ci sono situazioni permesse in contrasto con ciò nella Cattolica, esse debbano essere sanate e non incoraggiate; al contempo, si ricordi che il prete è l’Alter Christus, e come tale ha il dovere di agire. Il dovere della Chiesa è uniformarsi sempre più a Cristo, non tentare di aggirare tradizioni e comandamenti millenari perché a dei poveretti questi stanno stretti!

    1. Francesco Paolo Vatti

      Non mi risulta che San Pietro avesse ripudiato la moglie. Da dove risulta?

      1. Dal fatto che quando San Pietro si diresse a Roma non era accompagnato dalla moglie, la quale doveva quindi giocoforza o essere stata ripudiata o essere morta; tertium non satura. Allo stesso modo, ricordo che è anatema, sancito dal Concilio di Trento, chi ritiene che la vita matrimoniale sia superiore al celibato sacerdotale.

        1. Thelonious

          @Antonio il medievale.
          A parte il fatto che si dice “tertium non datur”, il fatto che la moglie di Pietro sia stata ripudiata, quasi che Gesù stesso avesse comandato il ripudio, è una tua illazione senza alcun fondamento, anche se la condisci di pseudo-latino.
          Cerchiamo di non confondere Cristo e la Chiesa con le nostre agitazioni mentali, please…

  12. Chiara bellani

    Non si creda che le pressioni per il superamento del sacerdozio celibatario siano dettate dal fervore spirituale eucaristico in favore di indigeni sperduti nel folto delle foreste , chi lo propone sono gli stessi che si fanno vanto di non aver battezzato un indios in 50 anni di missione e che si propongono di non farlo per l’avvenire, per rispetto della spiritualità indigena.
    Per conto mio è già grave che anche solo se ne parli in casa cattolica, è uno dei tesori che dovremmo custodire e difendere con le unghie e coi denti, anche solo aver sollevato l’ipotesi in questo sciagurato sinodo di fatto ha già gettato un’ombra sul sacerdozio cattolico….quanti giovani seminaristi si staranno già domandando se poi vale proprio la pena impegnare nella castità la loro giovinezza….
    La posizione della Chiesa ortodossa sul tema non mi sembra molto brillante: un po’ sì ma anche no, non c’è un’idea chiara del perché prima sì e dopo no, come per il matrimonio: un divorzio vada, ma due no eh!e perché poi?
    Comunque durante le persecuzioni dei regimi comunisti i sacerdoti cattolici non avendo famiglia si sono dimostrati più liberi di giocarsi in prima persona con fedeltà spesso sino al martirio, quelli ortodossi “che tenevano famiglia”in genere sono stati più tentati dal compromesso o dal silenzio

  13. Gironi Monica

    Proprio ieri sera con alcune amiche parlavamo proprio del sacerdozio aperto agli sposati. Una di queste sosteneva che così facendo si rischia che chiunque possa fare il sacerdote, anche se con poca fede e solo in cerca del posto fisso. Ovviamente su questo ho i miei dubbi, spero vivamente che ci sia sempre un percorso di discernimento per valutare la vera fede di queste persone. Però come dici tu anche oggi alcuni sacerdoti non credono veramente a quello che fanno o comunque a quello che rappresentano, tradendo spesso le aspettative dei fedeli.
    Alla fine dei conti penso che sia meglio avere pochi preti ma che amano e credono veramente nella forza della loro vocazione.
    Una delle cose che trovo più bella in assoluto e trovare il mio parroco in Chiesa a pregare da solo.

  14. roberto

    Fate una riflessione:Quanti preti imboscati nei vari uffici delle diocesi?Questi potrebbero essere sostituiti da laici preparati ed affidabili.Ecco risolta la mancanza di preti.

    1. Giacomo

      @Roberto…proprio qualche giorno fa me ne parlava il viceparroco del paesello in cui abito… 60 anni, un prete serio, fino all’età di 50 anni ,- quindi per ben 25 anni – è stato in ufficio a Roma… insieme ad altri centinaia di preti e suore… mi dice : ” altro che penuria di preti, non dico che ve ne sarebbero come negli anni 50, ma certamente le parrocchie sarebbero presidiate, se tutti quelli che sono seduti a Roma e dintorni, si alzassero dalle scrivanie e chiedessero una Parrocchia…” ; un altro Sacerdote, responsabile degli appalti in una Diocesi del Nord, caro amico mi dice : ” la smettessero con questo falso problema, la realtà è che noi preti siamo ridotti ad impiegati , per una mole di lavoro amministrativo che non riusciamo a smaltire, non avendone le competenze, se a me facessero dire più Messe, e guardare meno cantieri, sarebbe meglio per tutti”….lascio a voi le considerazioni….

  15. Christian

    Credo che questi siano argomenti neanche da parlarne.senza giri di parole un sacerdote non può e non potrà mai sposarsi .

    1. Thelonious

      @Christian: lo ripeto per l’ennesima volta, sperando che si smetta di commentare senza sapere: NESSUNO sta parlando di consentire ai sacerdoti di sposarsi.
      QUALCUNO sta portando al vaglio la possibilità, in alcuni casi, di conferire il sacerdozio ad alcuni sposati.
      Ma c’è qualcosa non è chiaro?

      1. Vanni

        Tutto chiaro, ma forse ALCUNI (perché maiuscolo? boh, mi adeguo) temono l’applicazione del comma 1 di cui parla A.M. Valli nel suo ultimo romanzo distopico.

        1. Thelonious

          @Vanni
          non mi sembra affatto che tutto sia chiaro, nemmeno ad alcuni utenti di questo blog, visto che molti lettori continuano a dire cose sbagliate.
          Prima di pensare a finali distopici, la prima cosa è capire la realtà che abbiamo davanti, evitando di seguire i propri fantasmi mentali.
          La Chiesa è cosa troppo seria per essere distorta da fantasie, che hanno per metro di giudizio il proprio ombelico.

          1. Vanni

            Bè, il romanzo distopico è proprio un espediente letterario per interpretare il presente proiettandone ed esasperandone alcune tendenze giudicate pericolose in un futuro lontano (?) dove esse siano divenute realtà.
            Ne sono maestri Orwell, Bradbury, Huxley, McCarthy, Houellebecq, per restare agli autori più popolari.
            Anche Papa Francesco racconta di essere rimasto colpito dalla lettura del “Padrone del mondo” scritto dal prete cattolico inglese Benson più di cento anni fa e ne consiglia la lettura (anch’io, si parva licet…).

            Dunque, mi aspetterei un giudizio meno tagliente sul tentativo distopico di Aldo Maria Valli, il cui amore per la Chiesa non può essere messo in discussione.

            “La Chiesa è cosa troppo seria per essere distorta da fantasie, che hanno per metro di giudizio il proprio ombelico”

            E su questo sono d’accordo.

            1. Thelonious

              @Vanni, sono d’accordo, e il mio “giudizio tagliente” non era rivolto a Valli.
              Però mi pare che, tra i tanti problemi in cui naviga la Chiesa attuale, uno dei principali è la grande confusione.
              Perciò, da parte di tutti (anche di noi, semplici fedeli) è importante fare chiarezza sull’oggetto della nostra osservazione.
              Siccome alcuni tra i lettori (non certo tu, ovviamente) hanno messo sul tavolo argomenti sbagliati, sia nella forma sia nel contenuto, mi pare che questo non aiuti affatto a fare chiarezza, al di là delle buone intenzioni del singolo.
              Mescolare il vero e il falso, le proprie idee e la realtà, rileggere la storia della Chiesa secondo le proprie idee e non secondo la realtà storica è un servizio alla menzogna, non alla Verità.
              Tutto qui.
              Mi scuso per i toni “accesi”, ma credo che la Verità sia più importante della cortesia.
              Anche tra noi.

  16. Christian

    Qui con tutte queste aperture, più che aprire le porte del paradiso le stiamo chiudendo.

    1. cinzia

      @Christian concordo in pieno!

      Ma davvero qualcuno pensa che con l’abolizione del celibato sacerdotale risolviamo tutti i problemi? I protestanti si sposano…. guardate come sono messi!
      Il vero problema è la mancanza della fede. Una chiesa che si vuole aggiornare, che si apre al mondo…. si autodistrugge!
      Ormai è una fatica trovare una messa come si deve. Alcune omelie sono semplicemente inascoltabili (per non dire peggio).
      E’ già stato detto da altri come con la possibilità del matrimonio il sacerdozio diventerebbe un mestiere come un altro. E se ho bisogno di un sacerdote per una urgenza, per un moribondo… e il sacerdote è in sala parto con sua moglie o al capezzale di suo figlio che si fa? Lo so, sto portando esempi estremi, ma già ora non è facile trovare un sacerdote per una estrema unzione….
      Il vero problema è la mancanza di fede. Se la Chiesa ritrovasse il suo ruolo, se nei seminari questi giovani venissero formati davvero (con con la psicologia e con Rahner, ma con il latino e San Tommaso), se la Chiesa smettesse di offrirci la brutta copia di quello che ci dà il mondo, e ricominciasse a insegnarci il Catechismo, le verità di fede, i Novissimi e tutto il resto, le cose si risolverebbero da sole, e tutto andrebbe molto meglio. Se i sacerdoti pregassero di più e facessero meno politica ci sarebbero più vocazioni (e purtroppo alcune vocazioni vengono distrutte dai sacerdoti stessi…. di storie tristi in questo senso ne ho sentite diverse).

      Smettiamola di aprire processi. Ha ragione Valeria Maria Monica “la mala fede di chi apre ipocritamente “processi” e “cammini” , facendo finta di parlare di “cosucce” ma sapendo perfettamente dove vuole andare a parare.”

  17. Valeria

    Si pensa all’Amazzonia, ma si guardi in casa nostra. A Bologna e dintorni un solo sacerdote deve coprire tre parrocchie per cui in una parrocchia viene celebrata una sola messa domenicale. E se cerchi il sacerdote per la confessione, per amministrare l’Unzione degli Infermi o per un funerale…stai fresco. Se si apre all’ordinazione degli uomini sposati per quelle remote zone, sicuramente si arriverà a consentirla anche qui, vista la situazione disastrosa che ho descritto prima.

  18. Maria Cristina

    Mi chiedo se i fautori dei preti sposati abbiano pensato anche agli aspetti “ pratici” della faccenda. Un prete con moglie e figli a carico ha notevoli spese , specie oggi nei paesi occidentali. In Amazzonia magari il vir probatus puo’ cavarsela con poco, ma in Italia o in Germania il prete sposato dovra’ per forza di cose ricevere un congruo stipendio che lo renda capace di provvedere alle numerose spese ( vestiti, scarpe, libri di scuola, ecc) dei figli. E la figura della “ moglie del prete” come sara’ regolamentata? Potra’ lavorare autonomamente magari a tempo pieno? E qualora vi fossero possibilita’ di carriera dovrebbe seguirle anche se cio’ venisse in contrasto con le esigenze del marito prete? E reciprocamente se al marito prete fosse offerto un avanzamento di carriera , che so diventare cardinale a Roma, la moglie dovrebbe sacrificarsi per la carriera del marito?
    Ho l’ impressione che molti, ingenuamente, pensino che la possibilita’ di fare il prete pur avendo una famiglia sia piu’ attraente che l’ idea di dover vivere single.
    Secondo me e’ il contrario: caricare sulle spalle di un solo uomo sia la responsabilita’ e il peso della cura d’ anime, che quella di padre di famiglia ( per cio’ stesso circondato da figure quali i suoceri del prete, i cognati del prete , le nuore e generi del prete ecc) sia un voler infierire su un Povero uomo. Sara’ per questo che anche fra i protestanti, dove il celibato dei pastori e’abolito da secoli, non fioccano le vocazioni?
    Inutile dire che nel remoto passato , il matrimonio non era come oggi. La moglie non lavorava e si occupava dei figli. Un prete sposato , oggi, sarebbe sottoposto a tutti gli stress esistenziali che una famiglia moderna provoca: moglie in carriera, figli sbattuti in asili nido e baby-sitter, suppongo tasse da pagare.
    Mi chiedo ma chi vuole i preti sposati ha davvero pensato al lato pratico quotidiano della questione?

    1. Luigi

      E visto come vanno le cose di questi tempi, ai preti sposati e divorziati e magari risposati, non ci pensiamo? Che bell’esempio sarebbe per le famiglie ancora cattoliche…

  19. Luigi

    Esatto Costanza.
    Primo: manca la Fede in diversi uomini di Chiesa (tempo fa ho discusso con un sacerdote che confessa nel Duomo di Milano il quale nega l’esistenza dell’inferno)
    Secondo: se fosse stato San Pio da Pietrelcina a proporre i viri probati o le diaconesse forse avremmo dovuto pensarci su. Ma siccome non è così, questa proposta puzza di zolfo…

  20. Giacomo

    San Pio non avrebbe potuto 🙂 …. perché non poteva errare, in lui albergava lo Spirito Santo, evidentemente in molti altri no.

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