Le conseguenze della contraccezione

Lo psicologo canadese Jordan  Peterson, professore di psicologia presso l’ Università di Toronto, parla dell’incredibile, tecnologico trionfo degli anticoncezionali, come  trasformazione su larga scala delle interazioni umane, una trasformazione che non ha precedenti sul pianeta (sottotitoli in italiano).

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5 pensieri su “Le conseguenze della contraccezione

  1. Forum Coscienza Maschile

    Grazie per la segnalazione di questo importante video che diffondo sul mio forum. L’uso degli anticoncezionali dipende da una mentalità fortemente radicata anche tra chi è sposato, per la quale i contraccettivi non avrebbero effetto sulla qualità e stabilità del rapporto di coppia.
    E’ necessario cominciare a cambiare.questo atteggiamento perché – non è esagerato affermarlo – da esso dipende la stessa esistenza delle generazioni future.

    1. Ivana M.

      Grazie, molto chiaro, interessante e diretto. Apre la mente ad un “nuovo modo” di approcciarsi all’argomento così attuale. Spero di trovare almeno un sequel per approfondire.

  2. Nunzia

    Ciò che appare inquietante è lo strapotere della “tecnica” nei confronti dell’uomo, nonostante sia il frutto del suo ingegno.
    In questo caso la biochimica e quindi la contraccezione, ha sciolto in un giorno i solidi nessi e le stabili strutture su cui l’intera storia dell’uomo aveva fino a quel momento organizzato e interpretato se stessa.
    La contraccezione ha prodotto una radicale rivoluzione antropologica – forse l’unica – che l’umanità ha vissuto. Un cambiamento così profondo nel modo di essere uomini, che nessuna filosofia, nessuna religione, nessuna calamità, avevano mai così radicalmente determinato.
    E’ stato sciolto l’atavico nesso che lega il piacere sessuale alla riproduzione e ha stravolto lo schema della relazione maschio-femmina, trasformandolo radicalmente. Il maschio, che conosceva solo il proprio corpo come corpo libero dalla catena della riproduzione, si è trovato di fronte un altro corpo liberato (biochimicamente liberato), e il suo schema di vita ha subito un contraccolpo che l’ha obbligato a una ri-visualizzazione di sé cui nessuna trasformazione culturale o epocale l’aveva costretto in termini così radicali.
    La pillola ha procrastinato il desiderio di un figlio ai limiti estremi dell’età fisiologica, ha liberato la sessualità rendendola meno poetica e più pratica, ha spostato i limiti del comune senso del pudore, costringendo le morali a fare delle contorsioni su se stesse per rendere tollerabile quel che un tempo era deprecabile.
    Un progredire incalzante su tutti i fronti quello della tecnica, che ha modificato radicalmente in molti settori il nostro modo di vivere e continua a farlo incurante dei paletti culturali ed etici.
    E tuttavia in tutto questo c’è un aspetto inquietante come pochi. Quando qualche anno fa, ci furono i primissimi esperimenti condotti sugli embrioni con la tecnica CRISPR dell’editing genetico, furono consultati alcuni tra i maggiori esperti del settore, ricercatori, bioeticisti e imprenditori sull’eventuale potenziale e i rischi della nuova tecnica. La risposta di molti di loro fu lapidaria e chiarissima: «The question is when, not if».
    La domanda non è se, ma quando! E il perché dipende dalla nostra specie che non si fermerà davanti a niente per eliminare il rischio di malattie o di tratti percepiti come negativi nella propria discendenza e sarà quasi impossibile riuscire in modo efficace a regolare o a controllare l’uso di tecnologie di editing genetico nella riproduzione umana e del progredire della tecnica in generale.

  3. Roby

    Mi sembra coerente quello che dice, ma non stimmatizza la contraccezione, dice semplicemente che ha portato a un cambiamento sociale importante, ma che – a prescindere dal fatto di poter avere rapporti sessuali senza concepire – occorrerebbe recuperare il valore del rapporto fisico all’interno di una relazione intima e affettiva, non col primo che capita. Praticamente quello che mi diceva mia mamma a 18 anni – non è laureata e nemmeno diplomata ma ha buon senso.

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