di Costanza Miriano Il Foglio 18 dicembre 2013
Non che corra il rischio, per carità, ma sono ben contenta di non essere Papa (sono già rappresentante di classe). Mi troverei subito a dover affrontare la questione delle donne nella Chiesa, e non saprei davvero da che parte cominciare. Perché si può costruire un albero, si può tessere la stoffa per la vela e montarla, ma non si può programmare il vento. L’uomo nella vita della Chiesa è la struttura, è l’albero. A volte è così forte che è anche il motore, ma il vento sono le donne. Nella dinamica trinitaria di cui l’uomo, maschio e femmina, è immagine e somiglianza, se l’uomo è Gesù Cristo, è la donna che come lo Spirito Santo dà la vita. Ma lo Spirito, il vento, come possono essere scritti in un organigramma? Come si può dare un posto al vento?
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Cinque anni dopo, si potrebbe dire la stessa cosa?😕
Grazie.
La donna ha un cuore che combatte sempre.
Riguardo al sacerdozio negato alle donne da parte della Chiesa cattolica, la prima ragione è che Gesù Cristo non ha chiamato alcuna donna a far parte dei dodici. Ragione fasulla, perché Gesù non avrebbe potuto in quel periodo storico e in quella società, inviare delle donne “come pecore in mezzo ai lupi” (Mt 10,16). Sono trascorsi duemila anni, e la società è cambiata. Risulta che Gesù fosse maschio, ragione per cui Il sacerdote deve essere maschio. Il fatto che il sacerdote compia azioni “come se fosse Cristo” non significa che avviene la transustanziazione del sacerdote, ma che l’effetto di quelle azioni è come se le avesse compiute Cristo, effetto che non cambia neppure se il sacerdote si dichiara ateo o non in stato di grazia. Per quale motivo l’effetto dovrebbe cambiare se quelle azioni fossero compiute da un sacerdote donna? Solo perché ha la cosina anziché il cosino?
Altre donne che non si sono accorte di occupare posti maschili?
Articolo saggio e intelligente, che dà pace e rende felici ed orgogliose di essere donne! Grazie!
Lara