Sposati e sii sottomessa, edizione USA

sposati int

E’ uscito nei giorni scorsi negli Stati Uniti Sposati e sii sottomessa in lingua inglese (tradotto da Ronnie Convery), edito da TANbooks.

Marry Him and Be Submissive è disponibile sul sito della TANbooks e su Amazon anche in versione kindle.

Il 7 settembre ci sarà una presentazione a New York nel West Village,  organizzata da teleMATER presso la Chiesa

Our Lady of Pompei 

238 Bleeker Street, New York, NY

il 7 settembre alle ore 19.00

Nei prossimi giorni verranno pubblicati dei post in lingua inglese per la promozione del libro.

fb-MARRY HIM

14 pensieri su “Sposati e sii sottomessa, edizione USA

  1. Io sono normalmente gelosissimo della “mia” America!!!! Faccio eccezione con te, perch? siamo amici veri da sempre, perch? ti voglio bene come te lo vuole tutta la mia famiglia! Siamo sempre pi? fieri di te!! Ed il 7 saremo , almeno con il pensiero, con te al West Village!!Ti abbraccio. Gabriele

    Inviato da iPhone

  2. Roberto

    Che bella notizia, in bocca al lupo! Sono proprio curioso di vedere le reazioni.

    Ma… e il titolo? Marry him, cioè sposalo. Non ho idea in che modo si può rendere la raccomandazione “sposati” (marry yourself mi pare brutto), ma ricordo che la differenza tra sposaTi (e sii sottomesssa) e sposaLa (e muori per lei) era voluta.

    Si potrà vedere la presentazione?
    Di nuovo tantissimi auguri, Costanza!

  3. Marco

    Credo che le parole di GIOVANNI PAOLO II, dette all’UDIENZA GENERALE di mercoledì 11 agosto 1982, potranno aiutare a non cadere in errate interpretazioni del brano di Efesinii:
    “L’espressione che apre il nostro brano di Efesini 5, 21-33, al quale ci siamo avvicinati grazie all’analisi del contesto remoto e immediato, ha un’eloquenza tutta particolare. L’Autore parla della mutua sottomissione dei coniugi, marito e moglie, e in tal modo fa anche capire come bisogna intendere le parole che scriverà in seguito sulla sottomissione della moglie al marito. Infatti leggiamo: “Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore” (Ef 5, 22). Esprimendosi così, l’Autore non intende dire che il marito è “padrone” della moglie e che il patto inter-personale proprio del matrimonio è un patto di dominio del marito sulla moglie. Esprime, invece, un altro concetto: cioè che la moglie, nel suo rapporto con Cristo – il quale è per ambedue i coniugi unico Signore – può e deve trovare la motivazione di quel rapporto con il marito, che scaturisce dall’essenza stessa del matrimonio e della famiglia. Tale rapporto, tuttavia, non è sottomissione unilaterale. Il matrimonio, secondo la dottrina della lettera agli Efesini, esclude quella componente del patto che gravava e, a volte, non cessa di gravare su questa istituzione. Il marito e la moglie sono infatti “sottomessi gli uni agli altri”, sono vicendevolmente subordinati. La fonte di questa reciproca sottomissione sta nella “pietas” cristiana, e la sua espressione è l’amore.”

    1. Pierangelo

      Grazie Marco, per averci ricordato la splendida interpretazione del brano di Ef 5 , 21-33 donataci da papa GPII.
      Quando due sposi entrano in questa dinamica “divina” posso immaginare le feste in cielo.

    2. Beatrice

      @Marco
      Le parole di Giovanni Paolo II da te riportate esprimono perfettamente il modo in cui ho sempre interpretato dentro di me quel passo delle Scritture: la sottomissione deve essere reciproca e deve essere una sottomissione d’amore, sia la moglie che il marito devono porsi l’uno al servizio dell’altro, devono mettere il bene altrui al di sopra del proprio sopportando con l’aiuto della grazia tutti i sacrifici che comporta la vita matrimoniale, dai piccoli litigi ai momenti di nervosismo passando anche per le situazioni particolarmente gravose come un lutto o una malattia. Il punto non è mettersi a fare stupide rivendicazioni su chi porta a casa più soldi o su chi prepara la cena, il punto è pensare sempre alla felicità dell’altro prima che alla propria, cercando di donare ogni giorno il meglio di sé in maniera disinteressata senza pretendere di ricevere in cambio esattamente quanto abbiamo dato, perdonando quando c’è da perdonare e chiedendo scusa quando c’è da chiedere scusa.
      Queste belle parole di Giovanni Paolo II mi confermano la buona opinione che ho di lui e del suo pontificato tanto che mi dispiace non averlo vissuto in prima persona.

  4. Pierangelo

    @ Beatrice
    Le tue osservazioni sono esatte ma temo che presuppongano una percorso di fede che non è di tutti .
    Molti sposi hanno vissuto e, purtroppo abbracciato, le devastanti ideologie del XX° secolo ( totalitarismi politici di tutti i generi, maschilismo , femminismo e consumismo di massa), Tutto questo ha prodotto un oscuramento delle coscienze
    ( la cosiddetta società liquida di Bauman) con perdita di molti punti di riferimento sociali ed esasperazione del concetto di individuo. L’incontro col Cristo (unica roccia per l’umanità) rimane l’ultima speranza di salvezza.

I commenti sono chiusi.