Per fortuna c’è l’impero del male!

putin

di Fulvio Scaglione per Famiglia Cristiana

Noi occidentali siamo proprio fortunati! Sappiamo che la Russia è l’impero del male e che, quindi, nulla dalla Russia può venire che non sia menzogna. Pensate che disastro, se non fosse così.

Se non fosse così, dovremmo pensare che la Turchia, un Paese a cui l’Unione Europea, per mano della signora Mogherini (appunto Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, dicesi sicurezza!) vorrebbe consegnare 3 miliardi per controllare i confini e impedire che i profughi siriani si riversino verso l’Europa, usa uno dei suoi confini, quello con la Siria, per fare affari con i jihadisti che mettono a ferro e fuoco la Siria, producendo appunto quei profughi.

Un bellissimo sistema, quello turco, per guadagnare tre volte su un’unica tragedia: comprando petrolio e opere d’arte dall’Isis; vendendo all’Isis armi e altre attrezzature e facendo passare i foreign fighters che vanno a rinforzare le sue file; infine, obbligandoci a versare milioni se non vogliamo veder arrivare i profughi.

Certo, l’impero del male ha prodotto foto e testimonianze. E anche chi scrive, visitando il Kurdistan iracheno, non ha mancato di notare le centinaia e centinaia di autobotti che ogni giorno partono per la Turchia, cariche di petrolio “clandestino”, quello che il Kurdistan dovrebbe vendere attraverso il ministero del Petrolio di Baghdad e invece vende per conto proprio. Qualche tempo fa, inoltre, Hisham al-Brifkani, iracheno e presidente della commissione Energia della provincia di Ninive, aveva pubblicamente detto che le forniture di petrolio contrabbandato dall’Isis in Turchia avevano raggiunto un massimo di 10 mila barili al giorno, per assestarsi poi sui 2 mila barili, anche se molti altri esperti parlavano di un potenziale da 250 mila barili al giorno.

Ma non importa, per fortuna l’ha detto l’impero del male e noi sappiamo che son tutte frottole. Il che ci tranquillizza a cascata. Perchè se la Turchia è amica dell’Isis, che cosa sono gli amici della Turchia? Barack Obama, per esempio. Il superdemocratico Nobel per la Pace che, quando la Turchia abbatte un aereo russo dice “la Turchia ha diritto a difendere i suoi confini” come se la Turchia fosse stata attaccata, e quando i russi mostrano le foto dei traffici al confine ribatte “la Turchia non c’entra”? Se non sapessimo che l’impero del male mente sempre, potremmo persino pensare che è Obama a mentire. E’ Obama che spalleggia gli amici dei terroristi. E’ Obama che finge di combattere l’Isis, lasciandogli invece aperte tutte le porte di rifornimento: quelle della Turchia, certo, ma anche quelle del Golfo Persico, le cui monarchie continuano imperterrite a distribuire quattrini e armi ai jihadisti.

Dovremmo persino pensare (ma qui siamo proprio al colmo) che i satelliti del Pentagono hanno qualche disfunzione. Se un aereo russo esplode sul Sinai, dopo un paio d’ora sanno dirti per filo e per segno che cos’è successo. Ma se lunghissime colonne di autobotti attraversano il deserto (o una non meno lunga colonna di mezzi e blindati carichi di miliziani solca per ore il deserto per raggiungere Palmira) non vedono nulla. Misteri della tecnologia.

Non è dunque una gran fortuna sapere che l’impero del male mente sempre? E che sospiro di sollievo sapere che in ogni caso, a tenerlo a bada, c’è la NATO. L’Alleanza militare che per due anni ha taciuto sui maneggi della Turchia, e sul transito di armi e foreign fighters verso la Siria,ma si è tanto tanto preoccupata dei bombardamenti russi sui ribelli. E che adesso, di fronte al generale smandrappamento dei suoi amici, e al “liberi tutti” nell’intervento anti-Isis in Siria (Germania, Francia e Gran Bretagna perché l’opinione pubblica non sopporta più le ciance, la Cina in nome di vecchi alleanze), non sa far altro che organizzare qualche provocazione a base di aerei abbattuti, Governi ucraini all’attacco e inviti al Montenegro.

Quindi che gran fortuna che l’impero del male menta sempre. Se no, sai quanto ci dovremmo preoccupare?

fonte: Famiglia Cristiana

50 pensieri su “Per fortuna c’è l’impero del male!

  1. Giusi

    Non so cosa stia succedendo: son d’accordo con Famiglia Cristiana! Un sacerdote ha fatto una battuta: non è che hanno parlato bene della Russia perché pensano che ci sia ancora il comunismo? 😀

    1. Luigi

      …già non capita spesso (per non dire mai) che si legga qualcosa di sensato! “Chapeau” direbbe M. Hollande

    2. giulia

      MITICA la frase del sacerdote!!!
      Anche a me fa un effetto strano esser d’accordo con Famiglia Cristiana!

  2. vale

    @giusi
    Quello dato nella trasmissione “terra”,? qualche giorno fa?
    Quanto alla Turchia è da un pezzo ke fa il doppio gioco.
    Nessuno parla mai della scandalosa invasione di Cipro est (com’è che lì la nato Nn è intervenuta?) ai danni della grecia e di cipro dove,tra l’altro,ls presenza cristiana e’ stata pressoche’ cancellata.anche chiese mi!!enarie convetite in ristoranti e magazzini.

  3. Fabrizio Giudici

    Io mi sento più tranquillo nei confronti di Famiglia Cristiana. Se è vero che non scrive cose false, ci sono un paio di questioni che omette, e che faremmo meglio a ricordare perché sono fondamentali.

    La prima: il petrolio prodotto dall’ISIS viene comprato anche dai siriani, sia quelli governativi sia i ribelli anti-governativi e anti-ISIS:

    http://www.ilpost.it/2015/11/19/isis-petrolio/

    La spiegazione è semplice, e la dà un ribelle: «È una situazione che ti fa ridere e piangere allo stesso tempo. Ma non abbiamo altra scelta, siamo degli uomini poveri della rivoluzione. C’è qualcun altro che si offre di darci il carburante?»

    In altre parole, no oil no party, e non si può neanche combattere. Quindi la questione del petrolio, se è rilevante per dimostrare l’inaffidabilità della Turchia, lo è anche per l’inaffidabilità degli altri. Questo spiega sufficientemente perché né Assad né gli USA abbiano intrapreso un’azione risolutiva contro il mercato petrolifero dell’ISIS: ne hanno bisogno pure loro. Rifornire un esercito con i necessari quantitativi di carburante è un’operazione logistica estremamente complessa (vedansi le operazioni della IIGM per sostenere l’avanzata degli Alleati in nord Africa contro Rommel e quella per sostenere l’esercito sovietico assediato dai tedeschi in URSS: richiede strateghi cazzuti che oggi non ci sono).

    La seconda: siccome non è coinvolto un presidente americano repubblicano, noi delle azioni di guerra in concreto sappiamo poco. Tuttavia, secondo certi resoconti la Russia si starebbe concentrando più sull’opposizione anti Assad che sull’ISIS in sé. Sono cose da verificare, e certo in quell’opposizione anti Assad che non è ISIS non sono tutti “buoni”. Però è un dato di fatto che l’aereo abbattuto dai turchi (episodio nel quale il 90% dei torti è turco) andava a bombardare i turcomanni, che con l’ISIS poco hanno a che fare.

    In sintesi: se gli USA in questo momento sono inaffidabili (e la NATO pure, perché senza USA la NATO non è niente), e lo sono un po’ per idiozia del presidente e della sua squadra, un po’ perché hanno scelto una strategia, quella del doppio contenimento, che in questo contesto è disastrosa, questo non vuol dire che un terzo attore (Putin) faccia necessariamente le cose per bene. Meno male che esiste, e siamo d’accordo, perché è un’opzione in più. Ma sulla base di cosa dovrei dedurre che è _necessariamente_ l’opzione giusta? Io vedo solo caos, e se leggo che Erdogan ha mandato più di mille truppe di fanteria in territorio iracheno me ne convinco sempre di più. Il caos si può eliminare solo con una leadership chiara che riunisca tutte le bandiere sotto una strategia ed evitare che ognuno vada per conto proprio. Gli USA non ce l’hanno, ma non ce la può avere neppure Putin per evidenti motivi.

    1. Una unica forte leadership funzionerebbe con un minimo non tanto di strategia ma di obbiettivi comuni…
      Tu Fabrizio li vedi? A parte quelli ufficialmente dichiarati…

    2. PaulBratter

      davvero sorprendente che in medio oriente si facciano guerre per il petrolio, una novità assoluta.

    3. @fabriziogiudici
      gli USA son inaffidabili non per idiozia ma perchè hanno interessi diversi,cui l’instabilità nordafricana e mediorientale evidentemente giova
      E che anche alla cara vecchia Europa non dava troppo fastidio finchè il dazio non è diventato politico (chè delle vittime in sè state certi non gliene cale granchè)
      Cherchez l’argent (si scrive così?)

    4. kelila

      Impero del male, difensori del bene, arbitri super-partes…Seguo Russia Today, il media russo di lingua inglese, quasi quotidianamente: il loro modo di fare giornalismo è evidentemente migliore di tutti gli altri. E’ oggettivamente più obiettivo, colpisce nei punti sensibili i media occidentali, evidenziandone sia i controsensi che le false informazioni che sommnistrano. Fanno reportage di alto livello, uno degli ultimi era ISIS Vs. Christ. Ma, se la Russia non è, come non è, l’impero del male… non è neanche il difensore del bene e ancor meno può esser definita super-partes.
      Dal punto di vista comportamentale, al confronto degli altri: sono monumentali, nella loro rigorosità. Europei ed americani, mediorientali coinvolti: sono dei nanetti rispetto a loro.
      Conscio o meno, però, Putin sta svolgendo un lavoro “necessario” : l’innesco della terza guerra mondiale, secondo il progetto massonico/luciferino. La parte più evidente e sanguinosa, della terza guerra mondiale: perchè in realtà è già iniziata da tempo. Contro Cristo.
      Ho letto in un commento che l’aereo russo abbattuto, “una pugnalata alla schiena” la prima reazione di Putin, era coinvolto nel bombardamento di una zona controllata dai Turcomanni, lungo il confine turco. Come qualcun’altro ha scritto qui, in una guerra la logistica ed il reperimento di risorse è basilare in qualsiasi strategia militare: da lì passono le merci di scambio che l’ISIS offre ai turchi e, probabilmente ad altre forze occidentali. Se i russi vogliono spazzare l’ISIS, devono spezzare questi canali di approvvigionamento: è palese! Che poi i turcomanni vogliano combattere i lealisti di Assad e/o i curdi: che differenza fa, nell’economia strategica? Nessuna: essi si pongono come nemici, – o, almeno, come facilitatori del nemico russo/siriano – e come tali sono combattuti.
      I turchi hanno abbattuto, secondo fonti russe, il Sukov russo nello spazio aereo Siriano: dove i Turcomanni hanno poi sparato ai due aviatori mentre si paracadutavano, sempre in territorio Siriano, comportandosi da assassini. Il copilota salvato, per il quale ha perso la vita un marine russo impegnato nel soccorso, (con quell’elicottero poi distrutto da un nuovissimo lanciarazzi americano dagli stessi turcomanni che si sono pure fatti il videoclip), ha dichiarato che nessun avviso è arrivato dall’aviazione militare turca ma solo un missile sparato da dietro. Io non c’ero, voi neanche: quale sarà la verità? Sicuramente curioso però che l’abbattimento dell’aereo sia stato filmato con un sincronismo encomiabile…Per la sfacciata fortuna dell’operatore che ha fatto la ripresa, questo episodio vale almeno quanto il fulmine immortalato su San Pietro l’11/02. Non certo come significato, però.

      Perchè, per conto mio: quel fulmine è esattamente il via agli avvenimenti che vediamo svilupparsi con velocità progressivamente in esponenziale incremento. Dio è morto, direbbe Guccini.
      Io no: ma certamente Dio è stato accantonato, dimenticato e sfregiato dai governanti del mondo; forse tranne proprio da Putin che però si trova solo e certo confuso: da che parte sta Dio, coi Cristiani o con i Musulmani? E inaugura la più grande moschea dell’occidente, dimostrando anche lui una solida e non rinnegata appartenenza al mondo… Tempio più grande di quella dell’orgoglio musulmano assoluto, quella di Roma!
      Non esiste altra soluzione che la catarsi.
      E il fatto che l’Islam abbia ora, dal 23/9 c.a., il proprio simbolo più grande d’Europa a Mosca… non è affatto un bel segno, visto che a Nostra Signora è stata negata la consacrazione proprio della Russia al proprio Cuore Immacolato. Non lo è per niente.
      Sta accadendo tutto e mi duole vedere che si continui a credere che le cose possano esser cambiate con la sola forza dell’uomo. dovremmo fermare questo mondo impazzito con la preghiera, con il Vangelo vissuto e annunciato (con tutte le Parole, non una parte), con la capacità di donare sè stessi e condividere quanto di troppo con chi non ha. Il giubileo non è proprio questo, nel suo significato integrale?

    1. Anonimo 69

      Bah! io so soltanto che a Palazzo Livadija in quel di Yalta, fu costruito un mondo basato sull’equilibrio e con una logica, con un senso, in cui in conflitti scoppiavano ma , dopo un certo tempo, venivano risolti dalla diplomazia internazionale (tranne quello arabo-israeliano-palestinese, che è insolubile);mentre ora abbiamo il caos, le alleanze che si fanno e disfanno (e si “intersecano”) continuamente.
      Inoltre non c’è diplomazia internazionale che li risolva, ma anzi, coll’andare del tempo si compiicano e si allargano sempre di più. .
      E questo lo dobbiamo alla classe politica che ha “sgomitolato”, il “gomitolo” che era stato creato a Yalta, senza meditare, senza valutare a fondo e in prospettiva i “pro” e i “contro” di quello che stava facendo.
      Che ignobile marmaglia di falsi e miopi “statisti”! “Maledetta estinta ancor!” (da “Norma” opera tragica di Felice Romani, musica di V. BELLINI: finale ultimo).
      Non dico certo che l’equilibrio di Yalta dovesse durare in eterno, ma si poteva farlo continuare ancora un “bel po'”, se non altro per avere il tempo di prefigurare con calma un altro ordine mondiale, sufficientemente affidabile (del resto la guerra dei 100 anni fra Francia e Inghilterra non durò forse più di secolo?!). A69

  4. Fabrizio Giudici

    “Una unica forte leadership funzionerebbe con un minimo non tanto di strategia ma di obbiettivi comuni…
    Tu Fabrizio li vedi? ”

    No, vedo solo obiettivi di parte, ogni attore con i propri. Infatti, rifrasandoti, la forte leadership è quella che sa individuare una scala di obiettivi, sceglie quelli prioritari e sa proporre / imporre (con le buone e/o le cattive) la propria visione strategia agli altri. È quello che sostanzialmente gli USA hanno fatto per circa un secolo, a volte per obiettivi nobili, a volte meno, ma in modo comunque efficace. Ritiratisi loro, è rimasto il caos. Ragionando in continuità con il passato, solo gli USA sono tecnicamente in grado di riprendere quel ruolo, se gli ritorna la voglia (o finalmente ne vedono la necessità). Per un anno non se ne parla, ma è tutto da vedere se il prossimo presidente sarà in grado di farlo. Certo non la Clinton, anzi; ma per ora non vedo grandi personalità neanche in campo repubblicano. Ci vuole un vero e proprio miracolo.

    1. “Miracolo” che non è detto il Padreterno voglia concederci.
      C’è un Parola di Dio anche in questi avvenimenti, il più é saperla leggere…

      Torniamo quindi ad un spirito profetico e ad una capacità di annuncio, non sempre facile da ritrovare.

  5. …dunque anche spadroneggiate nella discettazione socio-politico-logistico-militare (oltreché filosofico-ermeneutico-sacerdotal-massonico-papista) a quello che sembra!

  6. Pierre

    Putin è l’unico baluardo politico contro Isis-Fratelli musulmani da un lato e Gender-Obama dall’altro. L’unico statista che contrasta il neomalthusianesimo incentivando le nascite e promuovendo il contributo del cristianesimo nello spazio pubblico. L’unico che non combatte il fondamentalismo islamico ad intermittenza perché ha da sempre sostenuto gli Stati laici, in ultimo Al Sisi quando Ue e Usa lo isolarono. D’altronde bisogna ricordare ai neocons di casa nostra che il fondamentalismo islamico è stato foraggiato dagli Stati Uniti per accerchiare i russi e impedirgli di espandere la loro influenza in Asia. A parte la guerra afghana e il conflitto arabo-israeliano possiamo dire che gli Usa non hanno mai sconfessato questa strategia pro-islam e anti-Mosca. Purtroppo alcuni settori del mondo cattolico, pur ineccepibili nella difesa del cattolicesimo da derive moderniste, attraverso la lettura di alcuni autori americani hanno abbracciato un inconcepibile e incondizionato americanismo in politica estera che nulla a che spartire con la politica estera della Santa Sede né con gli interessi delle comunità cristiane orientali (devastate dalla rimozione manu militari dei regimi laici).

    1. Fabrizio Giudici

      “L’unico che non combatte il fondamentalismo islamico ad intermittenza perché ha da sempre sostenuto gli Stati laici, in ultimo Al Sisi quando Ue e Usa lo isolarono.”

      Ma l’Iran, Assad, Hezbollah, tutti alleati di Putin in questo momento, cosa sarebbero secondo te? Non sono mica un po’ fondamentalisti anche loro, no, eh?

      Su un sito cattolico poco tempo fa andò in onda l’ennesimo panegirico di Putin, che avrebbe respinto le avances emirosaudite per la costruzione di una grande moschea in Russia. Avrebbe evocato il criterio di reciprocità. Tutto molto bello. Peccato che il sito si dimenticò di dire (ma qualche commentatore lo fece presente) che una grande moschea è stata inaugurata a Mosca lo scorso settembre, presenti Putin e grandi nomi islamici. Però non è pervenuto il nome della cappella ortodossa edificata in territorio saudita, come reciprocità.

      Evidentemente va di moda baloccarsi in mondi irreali oggigiorno.

      PS Il foraggiamento degli islamisti faceva parte della strategia del contenimento e ne ho commentato qui qualche giorno fa. Per la cronaca, i neocons hanno impostato tutta la loro proposta di politica estera proprio in critica alla strategia del contenimento. Per cui, prima di criticare, sarebbe meglio informarsi un po’ di più.

      1. Pierre

        Fabrizio non ci siamo. Mi sembra di sentire l’elefantino. Il regime di Assad è laico e sostenuto dai cristiani. Mi parli di Iran, ma chi credi che abbia sostenuto Khomeini in funzione antisovietica e anti-Tudeh quando cadde lo Shah? Forse gli stessi che hanno sostenuto gli islamisti in Afghanistan contro i russi, e poi ancora ceceni, bosniaci, cossovari? E chi spinge da decenni per l’ingresso della Turchia in Europa? O chi ha fornito la tecnologia nucleare al Pakistan? La risposta è nota.
        I tuoi beniamini hanno tolto di mezzo i vari Saddam, Gheddafi, Ben Ali, Mubarak, quasi sono riusciti con Assad e al Sisi se non fosse per Putin e i risultati? I cristiani da che erano persino ministri sono finiti espulsi e perseguitati. Mi parli di una moschea a Mosca, e quindi? Non certo appaltata ai Fratelli musulmani. Quante ce ne sono ad Amsterdam o a Washington?
        Putin non piace perché è d’intralcio all’unipolarismo americano, e qualche cattolico purtroppo si è convinto che l’America protestante sia tanto meglio dell’Europa giacobina, non capendo che in America la “religione”, sganciata dalla ragione, è solo un orpello. Vorrebbero un fantoccio al posto di Putin, uno che aprirebbe finalmente a gender, nozze omosessuali, e altre “colonizzazioni ideologiche” di stampo solitamente americano…

        1. Paola

          Caro Pierre,
          I tuoi interventi in genere mi piaccciono moltissimo, alcuni avrei voluto saperli scrivere io.
          Tutto ciò che hai detto su Putin e l’America è vero, ma io quando vedo Putin penso anche all’Ucraina (dove ho vari amici, e di cui si parla troppo poco, o per nulla) e ai giornalisti che fanno il loro mestiere con onestà, cercando e scoprendo la veritá, ed alla fine che hanno fatto e ancora fanno. Quello che accade ora in Russia mi è stato descritto da un giornalista indipendente di Mosca (son rimaste mi pare solo tre testate, una di proprietà straniera che verrà chiusa tra breve) come ‘Zombie revival’.
          Con stima
          Paola

          1. Pierre

            Un attimo Paola. Capiamoci. Io non nego che Kiev possa legittimamente rivendicare una indipendenza nei confronti di Mosca e che sia anche compito dell’Europa farsene garante. Né nego che il sistema amministrativo-poliziesco russo possa risentire ancora del passato sovietico, nonostante le riforme di Putin il cui pensatore di riferimento tra l’altro era Solzhenicyn di “Arcipelago gulag”. Ti faccio notare però che sono anni ormai che alcuni esponenti della finanza e della politica occidentali sostengono movimenti antirussi nei paesi dell’area ex Urss al solo scopo di creare problemi alla Russia. Non è sconosciuto il ruolo di George Soros ma anche di John McCain dietro Optor, Jushenko, Saakashvili e altri.

            Bisogna smetterla con questa politica antirussa dettata solo dagli interessi degli oligarchi e di alcuni colossi occidentali messi all’angolo da Putin dopo la successione a Boris Yeltsin.

  7. Fabrizio Giudici

    “Il regime di Assad è laico e sostenuto dai cristiani. Mi parli di Iran, ma chi credi che abbia sostenuto Khomeini in funzione antisovietica e anti-Tudeh quando cadde lo Shah?”

    Pierre, il regime di Assad è religioso perché è alawita (ed è l’unica via per la sopravvivenza degli alawiti in quel paese). I regimi “laici” in medio oriente non sono mai esistiti: sono un’invenzione dei media. Assad, figlio e prima il padre, assieme all’Iran sono i responsabili della trasformazione del Libano dalla “Svizzera del Medio Oriente” in uno stato da guerra civile semi-permanente, nel cui contesto un certo numero di cristiani, compresi leader politici, sono stati uccisi. I cristiani in Siria certamente preferiscono oggi Assad come il male minore, ma pagano la poca saggezza dei tempi passati: oggi leggo di patriarchi del luogo dire pane al pane, invocare interventi militari di fanteria e esprimere il loro scetticismo nei confronti della pacifica convivenza dell’Islam… ma fino a pochi anni fa dicevano altro.

    Su Khomeini stai prendendo una cantonata pazzesca: lo Shah era il più solido alleato americano dell’area, tanto che aveva forniture militari di livello tale che a quell’epoca pochi alleati si sognavano. E la prima cosa che fece fu sequestrare il personale dell’ambasciata americana (semmai gioverebbe ricordare dov’era “esule” Khomeini, in Francia). L’URSS fu proprio tra i fomentatori della rivolta, attraverso un personaggio oggi dimenticato, Banisadr, ma all’epoca piuttosto importante. Figlio di ayatollah, ma marxista, era parimenti esule a Parigi e lì programmò insieme a Khomeini la rivolta, con l’appoggio dell’URSS. Per un paio di anni si prese pure una fetta del potere, ma alla prima occasione fu eliminato dai religiosi (ritornò esule a Parigi). L’URSS, comunque, rientrò qualche anno dopo in partita, all’epoca di Gorbaciov, quando divenne il primo partner militare dell’Iran. La presa del potere dei khomeinisti, dovuta al fallimento del sostegno del regime dello Shah, fu quindi lo smacco più grande della politica estera americana in medio-oriente dell’epoca; proprio il contrario di come tu hai messo le cose.

    “Mi parli di una moschea a Mosca, e quindi? Non certo appaltata ai Fratelli musulmani. Quante ce ne sono ad Amsterdam o a Washington?”

    Il contesto era smentire una bufala raccontata a proposito di Putin, che sarebbe stato l’unico leader a implementare il concetto di reciprocità. Come vedi, è falso e chi l’ha raccontato è autore di una menzogna, diretta o omissiva. Gli altri leader occidentali, purtroppo, non hanno mai posto il problema della reciprocità, per cui non ha senso attendersi l’implementazione di una politica che non c’è. Per il resto, la Moschea di Mosca è la più grande d’Europa, la cupola sarebbe più grande di quella di San Pietro, e sappiamo bene quale significato abbiano queste cose per gli islamici. All’inaugurazione c’era Erdogan, che è stato uno dei grandi sponsor finanziari del progetto. Questo è uno stralcio del discorso inaugurale di Putin (il testo integrale è qui: http://en.kremlin.ru/events/president/news/50351):

    “E’ stata ricostruita con un nuovo, moderno, aspetto, degno della capitale del nostro paese, unito, multi-etnico e multi-confessionale. Questa nuova moschea è degna della Russia paese in cui, lo sottolineo, l’Islam, secondo la legge dello stato, è una delle confessioni religiose “tradizionali della Russia”, con milioni dei nostri concittadini che si annoverano fra i suoi seguaci.

    Il Corano ci prescrive di tentare di collaborare tutti assieme nel compiere il bene. Sin dalla sua origine, la Russia è sempre stata uno stato multi etnico e multi confessionale. Questo arricchimento reciproco di diverse culture, tradizioni e religioni ha costituito il tratto caratteristico e la forza del nostro paese. Ad esempio la comunità musulmana di Mosca si è formata ai tempi del medioevo, e questo si riflette nelle radici tatare di molti dei nomi delle strade della capitale.

    Oggi l’Islam tradizionale è parte integrante della vita spirituale della Russia. I valori umanistici dell’Islam, così come quelli delle altre nostre religioni tradizionali, insegnano alla gente la compassione, la giustizia e l’amore per le persone che ci sono vicine. Per noi queste cose sono le più importanti.”

    Come puoi leggere nell’originale, non c’è nessun riferimento alle “radici cristiane” della Russia, che invece è presentata come “multi-religiosa” sin dall’inizio. Il discorso di Putin sulla multi-confessionalità è identico a quello che si sente in bocca ad un qualsiasi leader occidentale. La cosa è curiosa, perché nel discorso di Valdai (http://en.kremlin.ru/events/president/news/46860) Putin espresse parimenti lo stesso concetto di Russia multi-culturale e multi-religiosa sin dalla nascita, però affiancandolo ad un esplicito riferimento ai fondamentali valori cristiani russi. A parte che io ci vedo una grande contraddizione (o un paese è cristiano o è multi-culti, d’altronde è quello che ripetiamo sempre qui in Occidente), quei “valori cristiani” si sono misteriosamente eclissati dinnanzi alla platea islamica. D’altronde il termine “bizantinismo” qualcosa vuol pur dire, e Putin è nato e cresciuto in seno al KGB… mica è uno sprovveduto.

    Io ovviamente non sto dicendo che Putin vuole svendere la Russia agli islamici. Visto che ce li ha in casa pure lui, sta tentando di russificarli, a suo modo, proponendo un piatto di “valori russi” in constrasto a quelli decadenti occidentali. Visto che in questa politica c’è comunque una bella dose di ambiguità, che non è propria di chi crede veramente ai valori cristiani, ma di chi li usa per i propri giochi di potere, la sostanza non mi pare molto diversa da quell’illusione multi-culti occidentale: la tigre è la stessa e cavalcarla è comunque pericoloso. Putin ha solo tre vantaggi oggettivi, che c’entrano poco con i “valori”: è un leader unico, a differenza dell’Unione Europa che è un casino, può esercitare il potere assoluto a differenza di Obama, senza tanti giri di parole e confronti con l’opposizione, e certamente è un uomo intelligente, a differenza di Obama.

    @Bri “cui l’instabilità nordafricana e mediorientale evidentemente giova”

    Questa è esattamente la strategia del doppio contenimento a cui facevo riferimento: Obama ritiene di avere due avversari in Siria, Assad e l’ISIS, per cui mantiene una situazione di stallo in modo che i due contendenti si indeboliscano a vicenda. La strategia del doppio contenimento fu messa in pratica all’epoca della guerra Iraq-Iran: scoppiata indipendentemente, e con Saddam storico alleato dell’URSS, gli USA iniziarono a sostenerlo in chiave anti-iraniana, anche con forniture e consiglieri militari. Però, allo stesso tempo, la CIA faceva trapelare informazioni agli iraniani, per evitare che una delle due parti prevalesse sull’altra. L’idea era che in questo modo il regime iraniano, troppo impegnato in una guerra domestica, avrebbe fatto pochi danni fuori; contemporaneamente, Saddam non avrebbe comunque espanso la propria area di influenza. Probabilmente all’epoca funzionò: infatti la guerra si concluse in pareggio. Oggi però è diverso, perché in un mondo globalizzato e con i seguaci dell’ISIS che possono fare danni in modo “artigianale”, l’instabilità arriva ovunque; e come dimostrano i fatti di San Bernardino, arriva pure negli USA. Per questo dico che è un’idiozia (in aggiunta all’idiozia dell’uomo e del suo staff). Alla fine, è il solito tarlo isolazionista in cui cade il partito democratico che, ricordo, anche negli anni ’40 era contrario ad immischiarsi nella guerra europea, nella convinzione di poter contare sulla protezione degli oceani. Sappiamo come andò a finire.

    Scusate la prolissità, ma mi sono stufato di leggere opinioni (per non parlare poi degli articoli di giornale, come quello di Famiglia Cristiana) in cui i buoni stanno da una parte e i cattivi stanno dall’altra. Mi sembra di leggere Topolino. Io non ho beniamini, che mi pare invece abbiano gli altri, che si affidano ad una lettura molto superficiale delle cose. Gli equilibri internazionali sono stati, sono e sempre saranno una cosa molto complessa e se si vogliono capire correttamente è necessario attingere a molte fonti, senza ignorarne alcuna. Ovviamente in questo mio commento non ho alcuna pretesa di completezza, ma almeno c’è un livello di informazione aggiuntivo.

    1. Pierre

      Il regime di Assad è “laico”, essendo il partito del regime fondato da un cristiano, insieme con sunniti, alawiti, etc. In ogni caso, è un regime che non permette ai musulmani fondamentalisti di scacciare la popolazione cristiana. Stesso discorso vale per i precedenti regimi in Iraq, Libia, etc. Io ho molti amici arabi cristiani, anche sacerdoti, non parlo per cose lette sul web.

      Putin almeno ci prova a favorire demografia e cristianesimo, se dovessimo fare un paragone con qualsiasi attuale capo di Stato o di governo occidentale non ci sarebbe partita. Poi certo non dico che non sia criticabile per mille altre ragioni. Ma resta comunque uno che ha interesse a fermare lo jihadismo e la globalizzazione del gender e del neomalthusianesimo, direi che è sufficiente per non farne una icona del male come purtroppo un certo ambiente cattolico è tentato di fare a causa dell’abbraccio di paradigmi sbagliati che ci vorrebbero convincere che gli Stati Uniti, soprattutto se guidati da un repubblicano, sono gli alfieri della cristianità. Falsissimo. I cattolici americani si trovano proprio tra i due fuochi del protestantesimo conservatore guerrafondaio e anticattolico e del liberalismo abortista e anticlericale. E non da Francesco in poi, ma già con Benedetto e prima ancora… Gli americani non conoscono la nostra fede ragionevole ma un teismo etico-moralista, sulla libertà stessa conoscono Locke non san Tommaso, e intellettuali come Novak sono molto “discussi” in ambito cattolico per le loro dottrine, che subordinano la dottrina sociale alla religione del verbo liberista.

      Tornando agli esteri Washington sostiene o/e combatte il fondamentalismo islamico a seconda degli interessi in gioco, per Mosca invece il fondamentalismo islamico significa instabilità e disgregazione del suo stesso territorio.

    2. @fabrizio giudici
      Concordo su tutto tranne che sull’idiozia che a me lascia la sensazione di voler le stesse cose (noi è gli usa) e che loro idioti cercano di ottenere nel modo sbagliato. Loro hanno interessi diversi che perseguono in barba ai nostri.
      Temo che nei loro calcoli, quei “danni collaterali”, come gli episodi che ricordi, siano accettabilissimi se paragonati al tornaconto (economico) che l’instabilità provocata e permanente e i flussi migratori in Europa gli guadagnano
      Il MIO limite è non saperti dire dove sta esattamente quel tornaconto.

  8. vale

    2 o 3 cose:
    Ai tempi si diceva: è un figlio di p… Ma e il mio figlio di p.
    La russia è multietnica ma ,tendenzialmente, non multireligiosa.vedasi lo stretto rapporto tra Putin e la chiesa ortodossa. Sa ke fuori dal principio di nazionalità collegato a quello tradizionale religioso ,per la Russia ,non c’e’futuro.
    Assad appartiene a una minoranza considerata eretica nell’Islam.
    Pertanto da trattare come gli infedeli.i cristiani dell’area cercano solo di sopravvive appoggiandosi al dominus. Di turno.
    I fratelli musulmani sono,di fatto, i salafiti, e quindi, i wahabiti.
    Ki li finanzia,non è un mistero.
    I turchi sono sunniti. Mi pare superfluo disquisire sullo scontro con gli sciiti ke cercano il dominio di quell’area fino al mediterraneo.(Hezbollah in Libano dice niente?)
    Lasciat perdere obama,un’imbecille cosi’ non si vede dai tempi di carter.
    Per quel che interessa la fine della presenza cristiana in oriente,e’scritta nei fatti.
    Un occidente ateo e pagano non interverra’ a salvarli.

    1. Pierre

      “Un occidente ateo e pagano non interverrà a salvarli.” Proprio questo è il punto. Interverrà solo per i suoi interessi, eliminando solo chi li minaccia, fomentando conflitti e disgregazione e, ultimamente, aggravando solo la situazione. Per questo, Papa Francesco ha tremendamente ragione, e con lui l’avevano i suoi predecessori che si opposero alle guerre americane. Per questo, quelli che immaginano una Casa bianca trasformata in braccio secolare della cristianità, sono utili illusi. La Chiesa cattolica non ha alcun interesse, e paradossalmente è più in sintonia coi russi che preferiscono stabilità politica e eliminazione del fondamentalismo islamico in Medio oriente.

      “Sì, voglio dire che alcune potenze occidentali si sono macchiate, direttamente o indirettamente, di un crimine contro l’umanità”.
      (Robert Sarah, “Dio o niente”, Cantagalli p.179, riferito allo svuotamento del Medio oriente dai cristiani dopo “la violenta aggressione militare americana”)

  9. Giusi

    Posto che i santi stanno in Paradiso e finché vivevano sulla terra qualcosina l’hanno combinata pure loro, se devo scegliere tra Obama e Putin o tra Assad e un futuro dittatore islamico scelgo Putin e Assad. La democrazia, ammesso che sia una cosa buona (a proposito che fine ha fatto da noi?), se proprio un popolo la vuole se la conquista di certo non si esporta. In Egitto sotto Mubarak ci sarò stata almeno otto volte: si stava bene, tutti lavoravano, prendevano mance , erano contenti, stressavano i turisti che facevano passa e spassa dalle Piramidi, dal Cairo e dal Mar Rosso. In Siria per un imprevisto non sono andata prima dell’Isis ma dei miei cari amici si. Tornarono entusiasti ed ebbero la possibiità di andare pure a messa. Sotto il famigerato Gheddafi il turismo in Libia era in continua espansione e anche lì fame non se ne vedeva. Di certo stavano molto meglio di adesso, Le ingerenze americane ed europee hanno fatto solo danno.

  10. vale

    @giusi
    Vedi, saltando di palo in frasca,il problema è ke anche su la bussola quotidiana,a proposito dell’ultimo libro di messori sulla Madonna, appellano come “,teologo” uno come bianchi…

  11. Fabrizio Giudici

    “se proprio un popolo la vuole se la conquista di certo non si esporta. ”

    Noi non ci siamo conquistati proprio niente. Neanche i tedeschi, né i giapponesi. A livello globale, neanche tutta l’Europa, che senza intervento degli americani sarebbe stata sotto una dittatura nazista o comunista (certo, alcuni paesi alla democrazia c’erano arrivati da soli, ma non sarebbero stati in grado di mantenerla). Noi italiani non avremmo neanche uno stato nazionale se non fosse stato per le ingerenze di francesi o inglesi.

    Penso che porterò la provocazione anche oltre… trovo curioso che in ambito cattolico si sia così restii al concetto di esportare valori, tenendo conto che il Cristianesimo stesso si esporta o nisba; e anzi, abbiamo proprio il dovere di “esportarlo” (senza costrizioni, ovviamente). Da questo punto di vista, mi chiedo se il fatto che la Chiesa si sia accontentata di mantenere quelle piccole comunità sotto il tallone di dittature locali, sottostando ad ogni angheria, rinunciando a fare pertanto attività missionaria alla luce del sole non sia come quel servo stolto del Vangelo che, dopo aver ricevuto un talento, invece di farlo fruttare l’ha sotterrato; e al quale il padrone, al ritorno, per punizione ha tolto anche quello che aveva.

    1. Pierre

      Il cristianesimo non è un valore. E’ un avvenimento, quindi si testimonia, non si “esporta”. E chiama tutti alla conversione, anche gli stessi “cristiani”. Il paragone con l’esportazione manu militari della ‘democrazia’ fa rabbrividire. E fa capire quanto sia reale il rischio di riduzioni ideologiche, su tutti i fronti.

  12. Fabrizio Giudici

    Posto che a LaNBQ non sono perfetti, non mi pare che abbiano appellato per niente Bianchi come teologo. Hanno riportato un brano di Messori, il quale a sua volta ha riportato un brano di un prete pazzo (Cardonnel), il quale riteneva Bianchi “un grande teologo”.

    1. Giusi

      E secondo te l’America esporta valori? Finanziando ora questo ora quel gruppo terroristico a seconda dei suoi interessi? Non si può paragonare la nostra mentalità con quella dei popoli musulmani. Noi forse non ce l’avremmo fatta da soli, l’aiuto è servito a realizzare qualcosa che volevamo non ce l’hanno imposto dall’alto. Ma poi che democrazia hanno mai portato gli americani che ogni vota che intervengono fanno peggio? Vogliono governi loro amici in affari non governi democratici. Infatti l’Arabia Saudita gli sta benissimo addirittura adesso è garante dei diritti umani! Per il cristianesimo è diverso si tratta di evangelizzare. l’ha detto Gesù.

      1. Anonimo 69

        Sarà vero,però mentre in Italia, In Germania e in Giappone si è riusciti ad esportare la democrazia, nei paesi islamici NON ci si è riusciti.

        E le ragioni sono tante, la prima è l’Italia e la Germania l’avevano conosciuta la democrazia prima delle dittature fascista e nazista, la seconda è che l’occidente, grazie alla sequenza illuminismo-Rivoluz.francese-Napoleone-risorgimenti, conoscevano la separazione fra stato e chiesa, e, l’idea di sovranità popolare, che sono importanti preludi per la democrazia, quindi c’era un terreno fertile perchè le istituzioni democratiche potessero attecchire dopo la sconfitta delle predette dittature.

        Per il Giappone vale un discorso diverso: il popolo giapponese ha un senso del dovere che definirei ossessivo, per cui, quando gli si è fatto intendere che era utile ed opportuno rendersi democratici, soprattutto dopo l’immane sconfitta subita, (e quando lo stesso imperatore gli ha detto di farlo) ha accettato di buon grado il nuovo sistema.

        Tutto ciò non c’era nel mondo islamico: la religione musulmana non concepisce nemmeno l’idea della politica svincolata dalla religione, e la democrazia non era stata, in precedenza, conosciuta.

        Una preventiva e seria analisi storica, sociale, culturale, religiosa di quei paesi, avrebbe fatto intendere ad un governo ragionevole che, in QUESTO PERIODO STORICO, NON ERA (e non è) POSSIBILE esportare la democrazia.

        Le tesi dei neocons (da Leo Strauss allo pseudo.crsitiano M. Novak) erano assurde perchè presupponevano che gli USA avessero la forza per intervenire in tutto il mondo, continuamente e per decenni e decenni. A loro mancava, e manca, una sana dose di pessimismo sulla natura umana e sulle sue potenzialità. A69

  13. Pierre

    Vi inserisco una parte di un vecchio articolo di don Lorenzo Albacete sulla visita di Benedetto XVI negli Usa. Raramente ho trovato altrettanta lucidità in una disanima sui limiti del ‘religioso’ e della democrazia ‘teista’ degli Usa, che invece per i neo-teo-cons, soprattutto nostrani, sarebbero la prova provata che ‘tout court’ l’America va identificata e ha raccolto il testimone della ‘res publica christiana’ (sic).

    «(…) Tutti i sondaggi attestano che gli americani continuano ad essere un popolo molto religioso. Molti americani credono in Dio e lo pregano in tutti i momenti importanti della loro vita, privata e pubblica. La società americana sembrerebbe la prova che l’incontro tra religione e modernità possa non essere necessariamente dannoso alla fede religiosa. Benedetto XVI ha menzionato la forza della religiosità americana come un fattore che distingue gli Stati Uniti dagli altri paesi occidentali. In America, la modernità non sembra aver portato alla eliminazione secolarista di Dio dalla vita pubblica. Tuttavia, il quadro cambia se si considera questo problema dalla prospettiva della relazione tra fede e ragione. Negli Stati Uniti, a causa dell’influenza dominante del protestantesimo, la fede sembra distaccata dalla ragione, come in molte culture secolarizzate. Il programma della CNN appena menzionato si chiama “Compassion Forum” e le domande ai candidati mostrano come “fede” in America significhi “morale”.

    La fede consiste nell’obbligo di lavorare per il bene di altri, ma non ha nulla a che fare con la capacità umana di conoscere la verità su Dio e di come questa riveli la verità sul significato di essere uomini. I senatori Obama e Clinton, pur insistendo sulla “dimensione religiosa” del problema dell’aborto, hanno detto di non sapere quando la vita umana abbia inizio e quando abbia fine. L’aborto e l’eutanasia, quindi, non hanno a che fare con la verità, ma con il diritto di scelta dell’individuo, diritto che deve essere protetto dallo Stato. Alla fine, con tutta la forza della sua religiosità, il Dio della società americana non è un fattore costitutivo nei processi di decisione politica, legislativa, economica o nella sua moralità. Gli Americani possono anche non essere secolaristi ideologici; ma Dio è stato escluso da tutto ciò che la società ha scelto come fondamento legittimo per la formazione del giudizio in questi settori.

    Consideriamo, per esempio, la devozione americana per la libertà. Ciò che libertà significa per gli americani non è tutto ciò che il pensiero cattolico intende per libertà: in America essa ha assunto il significato di assenza di impedimenti nella scelta tra varie opzioni. Uno degli effetti della fede sulla ragione, l’“allargamento della ragione” cui fa continuamente riferimento Benedetto XVI, è appunto il cambiamento di questa visione della libertà, mostrando come l’origine della libertà stessa risieda nel desiderio naturale, strutturale, costitutivo di amare Dio, comune a tutti gli essere umani. Libertà nel pensiero cattolico è ciò che il teologo americano David Schindler ha definito “un atto di amore nella ricerca di Dio”. Tutti i diritti umani hanno la loro origine in questo “desiderio naturale”.

    Nella sua conversazione con gli intellettuali europei, Papa Ratzinger ha insistito sulla necessità per il pensiero occidentale di trovare un comune fondamento per il dialogo e le decisioni riguardanti i valori che definiscono la civiltà occidentale, evitando così di abbandonare la nostra concezione dei diritti umani alla potente “dittatura del relativismo”, così come è stata definita dal Papa. L’attuale riduzione della ragione alle metodologie attuali della ricerca scientifica rende impossibile il riconoscimento di un comune fondamento basato sull’esperienza dei bisogni umani. Il contributo della fede alla ragione, come affermava il Papa nel suo discorso in occasione della mancata visita all’Università La Sapienza, è di aiutare l’umanità a superare la sua rassegnazione a non poter arrivare a conoscere la verità.(…)»

    Fonte: http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2008/4/16/LAmerica-in-un-momento-cruciale-della-sua-storia-attende-Benedetto-XVI/1486/

    Consiglio anche il libro di David Schindler, “L’ordine dell’amore. Le società occidentali e la memoria di Dio” edito Lindau, dove viene confutata anche la lettura cattolib del magistero operata da Novak.

    1. Fabrizio Giudici

      “Il cristianesimo non è un valore. E’ un avvenimento, quindi si testimonia, non si “esporta”.”

      La testimonianza dell’avvenimento si esporta eccome, secondo il senso letterale del termine: è presente in un posto, e non è presente in un altro. Per arrivare nell’altro deve fisicamente muoversi dal primo al secondo sulle gambe delle persone. Questo sin dall’inizio, quando Gesù manda i discepoli due a due, quando poi il Cristianesimo viene esportato da Israele a Roma, poi da Roma nelle province dell’impero, poi nel Nord Europa, nelle Russie e secoli dopo in America ed Africa. Non mi risulta che i missionari cristiani siano mai nati spontaneamente in terre non cristiane senza un preventivo movimento a partire dalle terre cristiane. La tua osservazione fa capire quanto senso pratico è andato perso tra di noi.

      Questo per rimanere proprio nel cuore del messaggio evangelico. Inoltre questo movimento di esportazione ha bisogno di due cose: prima di tutto di una cultura veicolante, che sinora è stata occidentale, piaccia o no, con tutti i suoi secoli di storia. I tentativi di tenere in piedi una forma di evangelizzazione in culture non occidentali, come quello gesuita in Cina, senza far riferimento a questo supporto sono falliti miseramente. In secondo luogo, in termini più politici, è necessario che ci sia un supporto “logistico” e non ci siano opposizioni a questo movimento. Nessuno avrebbe evangelizzato le Americhe, per esempio, se non ci fossero stati interessi puramente egoistici delle potenze europee. Ovviamente questa inculturazione occidentale e l’intreccio di interessi hanno anche degli aspetti negativi, che tutti abbiamo ben presenti, ma in definitiva l’evangelizzazione la fanno gli uomini e non gli angeli.

      1. Pierre

        Allora mettiamola più chiaramente. Il cristianesimo è una verità universalmente valida, la democrazia è un tipo di forma di governo insieme ad altre ed essa stessa al suo interno si differenzia in modo anche non ininfluente. Poi io posso essere persuaso che la democrazia sia la forma di governo peggiore ad eccezione delle altre come diceva Churchill, e difenderla strenuamente, ma da qui ad imporla manu militari senza condizioni e precondizioni, in qualsiasi tempo e luogo, ce ne passa. Anche la democrazia può essere il vessillo di un’ideologia, per questo l’accostamento al cristianesimo fa rabbrividire. La forza anti-ideologica e anti-totalitaria del cristianesimo e della Chiesa risiede proprio nell’aver de-assolutizzato la politica ed il potere politico.

        1. ola

          “Il cristianesimo è una verità universalmente valida, la democrazia è un tipo di forma di governo insieme ad altre [ … ]. Anche la democrazia può essere il vessillo di un’ideologia, per questo l’accostamento al cristianesimo fa rabbrividire.”

          Questo passo andrebbe appeso nelle scuole.

  14. Fabrizio Giudici

    “In ogni caso, è un regime che non permette ai musulmani fondamentalisti di scacciare la popolazione cristiana. Stesso discorso vale per i precedenti regimi in Iraq, Libia, etc. Io ho molti amici arabi cristiani, anche sacerdoti, non parlo per cose lette sul web.”

    Vedo che hai usato “laico” tra virgolette, ma non permettere ai fondamentalisti di scacciare i cristiani non è sufficiente ad essere laico secondo nessuna definizione ragionevole del termine. Peraltro il Corano in certe sure dice che i cristiani possono essere tollerati se in stato di sottomissione e questo è proprio quello che avviene/avveniva in quei regimi. È vero che la costituzione siriana affida al partito Ba’th il ruolo di guida e il partito nacque multi-religioso. Ma una cosa è la carta (per di il partito fu fondato negli anni ’30 e molta acqua è passata sotto i ponti), una cosa la pratica. Nei regimi comunisti, sulla carta erano garantite un sacco di cose, in pratica no.

    “Gli americani non conoscono la nostra fede ragionevole ma un teismo etico-moralista, sulla libertà stessa conoscono Locke non san Tommaso, e intellettuali come Novak sono molto “discussi” in ambito cattolico per le loro dottrine, che subordinano la dottrina sociale alla religione del verbo liberista.”

    La Costituzione USA ha una clausola di protezione ben chiara a proposito delle religioni; è vero che sono lì a farla saltare nei fatti, ma questo è uno snaturamento. Comunque, se parliamo di stato che tenta di sottomettere le religioni, stiamo dicendo una cosa lapalissiana: perché, i duemila anni di contrasto tra Chiesa e Impero in Europa a proposito di cos’erano? Quanti martiri europei conta il cristianesimo, che si opposero alle angherie di un re e della sua corte, anche ben prima delle scissioni protestanti? A legger certe analisi pare che gli USA siano affetti da una sorta di “peccato originale” incancellabile che pende come una maledizione. Ma la maggior parte dei governi occidentali di duemila anni sono nati con una grave tara: Roma era pagana fino al midollo, così come i barbari che dominarono dopo la sua caduta. Eppure…

    “Tornando agli esteri Washington sostiene o/e combatte il fondamentalismo islamico a seconda degli interessi in gioco, per Mosca invece il fondamentalismo islamico significa instabilità e disgregazione del suo stesso territorio.”

    Il punto, e qui ti do’ ragione, è che Mosca lo capisce, e va dato atto che lo ha sempre capito, mentre Washington in questo momento no.

    “E le ragioni sono tante, la prima è l’Italia e la Germania l’avevano conosciuta la democrazia prima delle dittature fascista e nazista, …”

    In Italia e Germania direi che erano due fuochi di paglia, spentisi da soli senza interventi esterni. In Giappone c’era una Costituzione dalla fine dell’800, ma mi risulta che l’imperatore faceva quello che voleva (d’altronde era letteralmente un “dio in terra”, altro che separazione tra stato e chiesa). Io direi che la democrazia moderna in questi tre stati è arrivata solo dopo la IIGM. Negli altri paesi europei andava meglio certamente, ma alla prova dei fatti non erano sufficientemente robuste tanto da difendersi da aggressioni esterne. Una democrazia che non sa difendersi è una magra soddisfazione.

    L’osservazione sulla separazione tra stato e chiesa, che non c’è nell’Islam, è invece pertinentissima. D’accordo anche sull’eccesso di ottimismo dei neocon. Tuttavia, è parimenti eccesso di ottimismo pensare che tutto, nel mondo globalizzato, avrebbe potuto continuare così com’era vent’anni fa.

    “Conscio o meno, però, Putin sta svolgendo un lavoro “necessario” : l’innesco della terza guerra mondiale, secondo il progetto massonico/luciferino. ”

    Eh, io non lo volevo dire, ma temo che se l’innesco ci sarà, arriverà proprio da quella parte. Ma non è che c’è da esserne contenti.

    “Io non c’ero, voi neanche: quale sarà la verità?”

    Anche prendendo per buona la ricostruzione turca, l’episodio denota un eccesso di reazione da parte turca. Sconfinamenti ed avvicinamenti inopportuni si sono verificati a centinaia tra NATO e URSS durante la guerra fredda e sono sempre (almeno per quanto ne sappiamo, ma gli eventuali episodi occultati non possono essere che pochissimi) stati gestiti con protocolli incruenti: intercettazione ed invito a sloggiare. L’abbattimento, e la seguente condotta di Erdogan, sono stati un tentativo di escalation, probabilmente per tentare la Russia ad una reazione e successivamente invocare la clausola NATO di mutua difesa. Per questa volta ce la siamo cavata… pare. La prossima non so.

  15. Pierre

    Fabrizio, anche Mubarak allora era un fondamentalista, se lo è Assad. Ma né l’uno né l’altro hanno mai rivendicato la guida spirituale dei musulmani, come un Khamenei o un Saud o un mullah Omar. Tra l’altro Assad ha sostenuto Hezbollah non per affinità ideologiche o confessionali ma per danneggiare Israele che occupa il Golan, territorio rivendicato da Damasco. La popolazione siriana è in maggioranza sunnita quindi parlare di regime alawita anziché laico solo perché questa è la confessione del clan al potere mi pare abbastanza fantasioso. Riguardo l’America mi sembra irricevibile l’accostamento all’Impero romano, quest’ultimo pur sempre costituito secondo la legge naturale da pagani virtuosi (“naturalmente cristiani”: in attesa di essere compiuti dal cristianesimo), mentre l’America è il frutto del protestantesimo ugonotto e puritano che originariamente vede in Roma l’anticristo; certamente nella sua costituzione ci sono intuizioni positive ma anche contraddizioni profonde e radicate che attendono di essere risolte. Per questo i vari teoconservatori che sulla scorta di Russel Kirk identificano già ora America e res publica christiana sono svianti.

  16. Fabrizio Giudici

    “La forza anti-ideologica e anti-totalitaria del cristianesimo e della Chiesa risiede proprio nell’aver de-assolutizzato la politica ed il potere politico.”

    Sul tuo commento sono d’accordo (tutto il paragrafo, non solo la frase citata). Sulla democrazia sono anche più pessimista, perché alla fine, oggi come oggi, prima di dare un giudizio di merito mi pongo semmai il problema se sia in grado di sostenersi anche da noi. A vedere come si è evoluta la società occidentale negli ultimi anni, direi che “la stiamo perdendo” e pure a velocità insospettabile. Ne abbiamo abusato, perché abbiamo puntato tutto sulla libertà trascurando la verità. Come ho scritto ieri, ora ci vuole un miracolo.

    “Fabrizio, anche Mubarak allora era un fondamentalista, se lo è Assad. ”
    Mubarak era certamente un dittatore e, come tale, ha compiuto gravi torti contro qualcuno, perché i dittatori si mantengono al potere con la violenza. Ma è uno dei pochissimi leader arabi medio-orientali (direi solo due: l’altro è il Re di Giordania) che, durante il suo governo, non ha mai iniziato una guerra, né ha bregato per destabilizzare un paese terzo, come ha fatto Assad. Anzi, è stato garante della continuità degli accordi di Camp David, mantenendo quel poco di stabilità nella regione di cui è responsabile. Quindi, a parte la convenienza occidentale a sostenerlo, penso che abbia qualche merito personale di cui bisogna tener conto. Diciamo che se l’idea di sostenere dittatori è problematica, con personaggi come Mubarak lo è decisamente di meno.

    Ma Mubarak è diversissimo da Assad. Il Golan fu conquistato da Israele durante la guerra dei Sei Giorni, nella quale prese anche tutto il Sinai. Ma il Sinai è tornato pacificamente all’Egitto in seguito ai citati accordi, a dimostrare che Israele è disponibile a risolvere le questioni in modo pacifico se ha un partner affidabile. Se il Golan è ancora israeliano è proprio perché la Siria non ha mai cercato un accordo, anzi.

    1. admin @CostanzaMBlog

      grazie Alberto!!!
      per quanto riguarda Maurizio Blondet è piuttosto conosciuto dai nostri lettori e il suo blog è diventato uno dei più letti nel panorama della controinformazione.

  17. Fabrizio Giudici

    Dal Corriere di oggi:

    “Discutendo dell’operazione militare in Siria con il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu, il leader del Cremlino ha dichiarato: i missili Calibre e i razzi da crociera A-101 «possono essere armati sia con testate convenzionali sia con testate speciali, cioè quelle nucleari. Certamente nulla di questo è necessario nella lotta ai terroristi, e spero che non sarà mai necessario».”

    È piuttosto inquietante questa frase, perché veramente non si capisce quale sia la necessità di armi nucleari contro i terroristi, visto che dal punto di vista degli armamenti c’è una decisa sproporzione a favore di tutti gli altri eserciti coinvolti. Allora perché evocare la possibilità, in una dichiarazione ufficiale? Potrebbe essere un messaggio obliquo diretto ad altri? È inquietante specialmente se si tiene conto di uno dei presunti messaggi della Madonna di Civitavecchia che parla di uno scontro nucleare tra oriente ed occidente. In generale, non sarebbe una mia grande preoccupazione visto che i Russi sono sempre stati caratterizzati da un atteggiamento razionale, anche sotto Stalin (e semmai la mia preoccupazione è proiettata sui prossimi anni e sul comportamento dei loro alleati, come l’Iran). Ma questa frase… Ricollegandomi a un commento di Bri (mi devo essere perso qualche email), anch’io non so stabilire l’esatto confine tra malvagità ed idiozia nell’operato del governo Obama; ma il mio pensiero è che è particolarmente pericoloso il mix tra idioti e malvagi, perché un numero molto piccolo dei secondi può manipolare i primi e rendere vana la componente che non è né idiota né malvagia. Ecco, la cosa vale per tutti, ovviamente: anche per i russi.

    PS Nonostante questa escalation, la Santa Sede pare aver perso di vista il conflitto siriano. Si dedicano invece al cinema.

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