“Perché nel rapporto tra l’uomo e la donna c’è qualcosa di misterioso che assegna alla donna un potere enorme di cambiare l’altro. Qualcuno magari non sarà d’accordo, ma dopo averlo scoperto nella Divina Commedia, l’ho verificato infinite volte nella vita, nella mia e in quella di tutte le persone che conosco. Mi spiego con un’immagine un po’ paradossale, ma credo che renda l’idea.
Quando mi chiamano a parlare ai corsi fidanzati esordisco così: «Sentite, per quel che mi riguarda gli uomini possono andare tutti al bar a giocare a biliardo, perché se le cose che dirò stasera le capiranno le vostre future spose, siete salvi; ma se non le capiscono le vostre donne ci sarà poco da fare». Perché la donna – non so perché – ha questo potere misterioso di cambiare un uomo in un modo molto più decisiva.”
cit Franco Nembrini
vero,verissimo.Ma perche’ allora ci si sente dire in tutte le lingue che il piu’grande errore che facciamo è quello di voler cambiare l’uomo accanto a noi?Dove sbagliamo se davvero c’é bisogno di un cambiamento?
Ciao Lucia, per una donna il fine non deve essere quello di cambiare l’uomo che ha accanto, ma di capire qual è l’approccio migliore alla vita di coppia. L’attenzione alle differenze. La via che porta, insieme, alla salvezza. A quel punto anche l’uomo sarà in grado di capire, e di cambiare. Potrebbe essere questo il senso del testo, provocatorio ma bellissimo, di Nembrini.
L’errore è nel volerlo cambiare, secondo la nostra misura. Noi siamo creature limitate, peccatrici, esattamente come i nostri mariti, tuttavia abbiamo il potere direi quasi soprannaturale di trascinarli al bene con l’esempio (l’ho visto accadere spessissimo!!). Quindi il nostro impegno deve essere messo nel cambiare noi stesse, non lui. L’errore sta nel voler cambiare lui invece che noi stesse.
Complimenti Cacciatrice… 😉
E non lo dico solo perché uomo, giacché il “lavoro su noi stessi” non è questione di sesso.
Complimenti un par di ciuffoli! Ci riuscissi, almeno, a far quel che dico… 😉
sfuggito errore
Per restare a Dante, fin da studentessa mi ha sempre colpito la ricchezza di “materie prime” della Commedia: passare dal fango puzzolente alla luce…poi l’aria, i suoni…. ecco, io credo che gli uomini e le donne possano realmente trasformare l’altro solo lavorando sulla materia prima, che deve necessariamente avere caratteristiche adatte. Poi c’è Dio, che nel miracolo del matrimonio crea dal nulla. Buona e santa domenica a tutti
Generalizzazioni…..
non necessariamente si cambia il marito con il tritatutto! 😉
“Quando mi chiamano a parlare ai corsi fidanzati”
Ma per favore!!!
Non c’entra nulla….ma ieri ho visto The giver…cercate la recensione su Tempi o Tracce online. Bellissimo , profetico, attuale….da non xdere!
Io the giver l’ho visto, un po’ mi è piaciuto, anche se molto rapido negli sviluppi. E a dire il vero, non è nuovo il messaggio sulla vita dell’uomo che è bella così com’è, con le sue gioie, i suoi problemi e tutta la sua carnale sofferenza, è perfetta, e non potrebbe essere migliore. Oltretutto, qui e là scade nel sentimentalismo.
Riguardo al post, si è sempre detto che “è la donna che fa l’uomo”, e il senso comune non sbaglia mai. Inoltre anche la Scrittura si muove in questo senso, parlando sempre all’uomo, perché scelga bene la donna e non viceversa, vertice di ogni sua aspirazione e bene primario senza il quale è niente, un randagio, un uomo che non è degno nemmeno di rispetto. Paradigmatico Sir 36, 21-27:
“Una donna accetterà qualsiasi marito, ma una giovane è migliore di un’altra.
La bellezza di una donna allieta il volto; e sorpassa ogni desiderio dell’uomo;
se vi è poi sulla sua lingua bontà e dolcezza, suo marito non è più uno dei comuni mortali.
Chi si procura una sposa, possiede il primo dei beni, un aiuto adatto a lui e una colonna d’appoggio.
Dove non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata, dove non c’è moglie, l’uomo geme randagio.
Chi si fida di un ladro armato che corre di città in città?
Così dell’uomo che non ha un nido e che si corica là dove lo coglie la notte”.
E che dire di Siracide 26 😉 :
Beato il marito di una donna virtuosa;
il numero dei suoi giorni sarà doppio.
Una brava moglie è la gioia del marito,
questi trascorrerà gli anni in pace.
Una donna virtuosa è una buona sorte,
viene assegnata a chi teme il Signore.
Ricco o povero il cuore di lui ne gioisce,
in ogni tempo il suo volto appare sereno.
….ovviamente!