Succede oggi che al parco manchino i sorrisi, la voglia di giocare, il coraggio di fare una scivolata o un’arrampicata, la forza di non guardare l’orologio ogni quarto d’ora.
Molti genitori arrivano ai giochi con aria rassegnata, hanno già presente quello che accadrà: i loro piccoli giocheranno, forse si sbucceranno le ginocchia e tutto il vicinato se ne accorgerà dai pianti, si sporcheranno costringendo a far slittare la cena, perché avranno bisogno di un lungo bagno, strepiteranno per non farlo ma punteranno i piedi quando gli si dirà che “basta è ora di uscire dalla vasca!”.
I bimbi fortunatamente non hanno ancora raggiunto queste preveggenza e questa razionale consequenzialità, loro vanno al parco e ogni volta ignorano cosa li aspetti, ogni volta è come se non ci andassero da tempo immemore e lo stesso scivolo rosso è sempre così attraente perché l’ultima volta era una piattaforma dei pompieri, ma oggi è una nave dei pirati e chissà che cosa diventerà domani!
Dovremmo provare ad essere pronti a giocare, dovremmo pensare che la panchina verde mezza al sole e mezza all’ombra dove amiamo chiacchierare o parlare al telefono potrebbe essere oggi un trono e domani una scialuppa di salvataggio.
Forse i nostri bimbi ci saliranno sorridenti anche quando ci riporterà tutti a casa.
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immagine> Mary Cassatt (American artist, 1844-1926) Woman and Child Seated in a Garden
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ieri sera alla recita del Rosario il nostro parroco, citando Peguy, ha detto che la preghiera più bella è quella di un bambino, perchè semplice, sincera, ed è bella anche quando il bambino sbaglia nel recitarla o magari non se la ricorda perfettamente. La sua preghiera viene accolta e così fanno la mamma o il papà quando il bimbo chiede loro qualcosa, non importa in che modo viene fatta la richiesta. Noi abbiamo perso questa “saggezza infantile”, a volte non siamo capaci di giocare con i nostri figli, perchè abbiamo perso la capacità di vedere nella zucca la carrozza di Cenerentola. Troppe cose, a volte anche inutili per la nostra esistenza, ci distraggono. E’ un peccato perchè soltanto avanti negli anni ci accorgeremo di quanti momenti belli ci sono passati davanti senza che ce ne accorgessimo ……
Sara:
“(la laurea in filsofia era rimasta nel cassetto)”
(insieme agli altri milioni di lauree in filosofia, lettere, architettura, archeologia, psicologia, sociologia antropologia etc. etc.) (e speriamo che ci restino, nei cassetti, e che ognuno faccia la sua vita “da semplice essere umano normale senza nessuna laurea di nessun genere” ma invece, speriamo, sapendo FARE qualcosa, anche la mamma se è il caso, o il babbo,ma quando si può sapere se uno è capace di fare la mamma o il babbo, a-posteriori, forse?)
A posteriori se ne accorgeranno i nostri bimbi! Noi però possiamo costruire per loro e con loro una scala di gradini felici, divertenti, a volte un po’ seri e “morali”, e salire, tenendogli la mano fino dove servirà. Puntiamo sul presente e preghiamo per il futuro! Un saluto, Sara.
p.s L’infanzia non torna più!
non c’e’ bisogno, ce l’abbiamo sempre con noi.
Basta cercare.
Se non diventerete come bambini…..
Questa Parola è venuta in mente anche a me, mentre leggevo il post.
http://www.classicitaliani.it/pascoli/pascoli_fanciullino.htm