Chi sono IO?

punto-interrogativo

 di Andrea Damiani

A fine giornata prima di andare a dormire (ci si prova… con due bimbi piccoli hai il terrore di poggiare la testa sul cuscino, sicuro che appena lo farai la dovrai rialzare) ho la buona abitudine di fare l’esame di coscienza (chiuso in bagno che, contrariamente a quanto si pensa, è un luogo meraviglioso per pregare anche perché sei sicuro che almeno lì non ti disturberà nessuno) cinque minuti davanti al Signore, Lui ed io per vedere insieme il cammino percorso.

Tempo fa, sin dal mattino e per tutto il giorno, una tentazione evidentemente latente è venuta a farmi visita e, travestita da bene, ha interrogato il mio cuore e la mia testa con una domanda: “Chi sono IO?”.

Diciamo la verità: alzi la mano chi non si è mai rivolto una domanda di questo tipo? Chi non ha mai dato questo tipo di risposta: sono un valido professionista, una moglie tuttofare, un grande sportivo etc. etc. Avere un ruolo, essere qualcuno, essere presentabile: questa è la nostra più grande ambizione e la nostra più sottile tortura. Su queste premesse e con questa istanza nel cuore, la mia giornata non aveva segreti, avanzavo sicuro e baldanzoso verso la più pericolosa delle trappole che il maligno ogni giorno prepara per noi, nella quale possiamo cadere tutti, specialmente nel campo spirituale: Stare bene, sentirsi pieni, essere soddisfatti, essere qualcuno con la pretesa che tutto debba tornare, tutto per me.

E allora via verso il supermercato del piacere annusando nell’aria ciò che può essere utile, esercitando l’orecchio ad ascoltare solo suoni gradevoli guardando tutto e tutti con occhi rapaci che mirano al possesso.

Senza rischiare niente, avanzavo leggero nei sentieri di una giornata che si prospettava meravigliosa, piena di soddisfazioni, piena di ruoli e di ruoli da protagonista. Il successo è bello. Mi piace. Essere un marito meraviglioso, un padre eccezionale, un amico saggio, le gratificazioni al lavoro, le pacche sulle spalle, sentirsi pieno, i comfort. Tutto il giorno ho mangiato di questo cibo.

Poi improvvisamente, in questa giornata “idilliaca”, tutto è crollato miseramente per una critica lavorativa ad uno dei miei progetti, tutto è crollato. Le certezze su me stesso, sul mio valore, sulla mia identità. Tutto è crollato per una semplice critica. Ed io che pensavo di essere un uomo libero, improvvisamente incatenato, improvvisamente mendicante della stima altrui, servo di cose più piccole di me. Colpito, mi sento frustrato, freddo, in ricerca ansiosa di compensazioni che possano riempire quel vuoto che sembra una voragine.

E allora la giornata diventa una montagna da scalare, tutto una fatica, tutti dei nemici dai quali difendersi. Torno a casa, sconfitto, sgonfio. Mi trascino fino alla sera, intontito da un po’ di comfort che non propone mai soluzioni ma solo palliativi.

Questo sono Io? Questa la mia natura? Questa la natura di tanti di noi?

La verità? Siamo ingannati su noi stessi, innamorati pazzi dei nostri pensieri, incatenati ai nostri progetti (ma com’è che non vanno mai in porto?), mendicanti per un po’ di amore da quattro soldi. Giriamo su una spirale che porta sempre e solo a noi stessi. Siamo innamorati di una realtà che spesso esiste solo nella nostra testa. Il problema è che noi pensiamo di valere in base a quello che sappiamo fare o dire e su questo ci pesiamo, valutiamo, ci diamo un ruolo.

Come possiamo smettere di torturarci? Chi spezzerà le nostre catene? Chi scioglierà i nostri nodi? Chi ci restituirà a noi stessi?

In collera con me stesso e senza alcuna voglia mi sforzo di presentarmi davanti al Signore per il mio consueto esame di coscienza. Sono stanco, deluso, senza soluzioni. Pur avendo tutto, non sono più sicuro di niente, lontano da me stesso con accanto una domanda ancora senza risposta che per tutto il giorno mi ha prima esaltato e poi torturato. Così mi presento davanti a LUI. Ed ecco che arriva il cibo vero, quello che non perisce, quello che dura per la vita eterna.

Dio, che è Sapienza e Amore, sa cosa alberga nel cuore di ognuno di noi e sa che è proprio dentro ognuno di noi che è nascosta la sorgente della Verità.

Così, improvvisamente, lo Spirito Santo mi riaccende la memoria e mi ricorda che DIO già aveva risposto alla mia domanda. Tutto diventa chiaro e mi ritrovo in ginocchio con le lacrime agli occhi e riecheggiano nelle mie orecchie, ora pronte all’ascolto, le parole che la nostra amata Chiesa Cattolica attraverso alcuni dei suoi illuminati ministri mi aveva regalato mesi prima: Nel primo articolo del credo apostolico “IO CREDO IN DIO PADRE ONNIPOTENTE CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA” c’è una parola che più delle altre scalda, se accolta pienamente, il nostro cuore.

A prima vista verrebbe da considerare primarie le parole Onnipotente e Creatore ma ad una lettura più attenta è la parola “ PADRE” quella che ci lancia verso la piena felicità: perché che DIO sia creatore ed onnipotente ci sta, lo dicono tutte le religioni, ma che sia PADRE è sorprendentemente meraviglioso. Perché se DIO è mio padre, io chi sono? semplice, sono il figlio. Questo è il mio ruolo. Questa è la mia salvezza. Questa è la salvezza per tutti noi.

Con questa consapevolezza, allegramente fieri del nostro ruolo, possiamo ricominciare ogni giorno nella nostra avventura di cristiani a cercare di seguirlo, sicuri che i nostri atti, partendo dalla Sua potenza e per la Sua Gloria, saranno finalmente autentici ed efficaci.

La giornata è finita e pieno dell’Amore e della misericordia di Dio vado a dormire e indovinate che succede appena poggio la testa sul cuscino?

14 pensieri su “Chi sono IO?

  1. “La verità? Siamo ingannati su noi stessi, innamorati pazzi dei nostri pensieri, incatenati ai nostri progetti (ma com’è che non vanno mai in porto?), mendicanti per un po’ di amore da quattro soldi. Giriamo su una spirale che porta sempre e solo a noi stessi. Siamo innamorati di una realtà che spesso esiste solo nella nostra testa. Il problema è che noi pensiamo di valere in base a quello che sappiamo fare o dire e su questo ci pesiamo, valutiamo, ci diamo un ruolo.”

    Te ti senti così? Io no!

    1. Giancarlo

      A dire il vero, neanch’io mi sento così. Ho una considerazione troppo scarsa del sottoscritto per innamorarmi del mio ruolo. L’unica cosa che mi salva è sapere che sono amato da Dio. Questo è l’unico ruolo di cui vado fiero: AMATO DA DIO.

  2. Sandra

    Grazie, grazie grazie per avermelo ricordato. Purtroppo spessissimo almeno io me lo dimentico!

  3. Maria elena

    Per noi mamma eneanche il bagno….ti basti Dio…me lo dico spesso, amore tenerezza misericordia, quello di cui ho veramente bisogno!

    1. sabina

      grazie Admin per i link!e grazie per questo articolo così rasserenante.Perche’,come dice Chiara Corbella nella sua perfetta sintesi,siamo nati solo per amare e per essere amati.

  4. Michelangelo

    Eh sì, non lo dici esplicitamente nell’articolo, ma lo si legge tra le righe: il tipo del piano di sotto, colui che divide, alimenta i nostri pensieri in modo da dimenticare di Chi siamo figli e che, rimanendo fra le Sue braccia, non abbiamo nulla da temere. E’ da tempo che rifletto sul fatto che siamo immersi in una realtà in cui i “nemici” ci assalgono di continuo e da ogni parte (come dice san Paolo, la nostra battaglia non è contro carne e sangue, ma contro i troni, i principati e le dominazioni). A volte penso che anche nei grandi problemi sociali ed economici ci sia sempre lo zampino di forze spirituali avverse. E’ per questo che spesso non capiamo nulla di ciò che accade. Detto questo, grazie per questo promemoria.

  5. Roberto

    Bellissimo, l’articolo di Andrea. Credo sia proprio in ogni essere vivente l’istinto di sopravvivenza, che si è evoluto nell’uomo moderno in una serie di impegni, obiettivi, esigenza di apparire per giustificare la propria esistenza. Nell’uomo la condanna della sua ragione lo porta a trovare una risposta a ogni cosa. A concepire la realtà solo come fisicamente tale. La risposta che trova Andrea nasce da l’esigenza della ragione e trascende nel cuore. Qualsiasi sia la propria opinione, fede, pensiero, questa è una testimonianza semplice, diretta, e per molti esaustiva. Lo è per chi crede e anche per chi no. Questo è il senso. Puoi decidere o meno di essere figlio, il padre non smetterà di amarti…

  6. stefano

    Credo che l’articolo di Andrea ci evidenzia che il mondo di oggi vive di egolatria, e che solo chi ha valori forti dentro riesce a fuggire dall’esaltazione dei propri bisogni/voleri

  7. Grazie! Troppo spesso diamo e ci diamo delle etichette che poco rispecchiano quello che siamo in realtà. Semplici figli di Dio che si lasciano guidare dal Suo amore lungo il percorso di vita che Lui ha creato per noi. E spesso, troppo spesso, ce ne dimentichiamo. Bellissimo articolo e fonte di riflessione. Grazie!

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