Dalla prolusione del cardinal Angelo Bagnasco al Consiglio Episcopale Permanente del 24 marzo 2014
“[…] Colpisce che la famiglia sia non di rado rappresentata come un capro espiatorio, quasi l’origine dei mali del nostro tempo, anziché il presidio universale di un’umanità migliore e la garanzia di continuità sociale. Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza – esse sono necessarie – ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta.
In questa logica distorta e ideologica, si innesta la recente iniziativa – variamente attribuita – di tre volumetti dal titolo “Educare alla diversità a scuola”, che sono approdati nelle scuole italiane, destinati alle scuole primarie e alle secondarie di primo e secondo grado.
In teoria le tre guide hanno lo scopo di sconfiggere bullismo e discriminazione – cosa giusta –, in realtà mirano a “istillare” (è questo il termine usato) nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre… parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte.
È la lettura ideologica del “genere” – una vera dittatura – che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni. Viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei “campi di rieducazione”, di “indottrinamento”.
Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l’esplicita autorizzazione? I figli non sono materiale da esperimento in mano di nessuno, neppure di tecnici o di cosiddetti esperti.
I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c’è autorità che tenga.”
fonte: Avvenire
L’ha ribloggato su Luca Zacchi, energie rinnovate e rinnovabilie ha commentato:
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Fatevi un giro in rete e guardate cosa sta succedendo in Germania: i genitori vengono arrestati, A R R E S T A T I se si rifiutano di far seguire ai figli le ore di sessualità nelle scuole dell’obbligo. Non possono fare homeschooling, studio da privatista, pratica desiderata da famiglie con una religiosità forte. I figli vengono semplicemente prelevati da casa e messi in casa famiglia. Ai genitori viene tolta la patria potestà. Che Dio non permetta che questo continui e non voglia che succeda anche da noi.
http://www.tempi.it/germania-carcere-53-genitori-contrari-ai-corsi-di-educazione-sessuale#.UzB_Pfl5PnM
L’ha ribloggato su Il blog di Laura Corsaro.
Il figlio di amici, II scientifico, venerdì scorso è tornato a casa raccontando che risulta “omofobo” al test somministrato in classe nell’ambito della campagna contro il bullismo. Pare che tra gli “indicatori” del grado di omofobia ci sia la pratica religiosa.
Proprio ieri, un professore di mia figlia (seconda media), mio amico, mi ha informato che, prossimamente, sarà invitata a scuola, durante l’orario delle lezioni, una rappresentanza dell’arcigay di Pisa per “educare” i ragazzi contro l’omofobia. Per adesso non ho ricevuto alcuna comunicazione dalla scuola. Nel caso in cui la scuola mi dia comunicazione e mi chieda l’autorizzazione, io negherò, naturalmente, l’autorizzazione ad “educare” mia figlia contro l’omofobia; tuttavia penso che pretenderò che mia figlia sia ugualmente accolta dalla scuola ed impegnata in altre attività, come avviene per i ragazzi che rinunciano alla frequenza dell’ora di religione.
Sottoscrivo e penso che autorizzazione richiesta o non richiesta, questa sia la linea da seguire almeno a livello personale.
Mi permetto di dare un consiglio, dato che questa subdola inculturazione viene fatta passare come “educazione contro l’omofobia” (SIC!), per cui di conseguenza se neghi l’autorizzazione sei di fatto “omofobo” (ri-SIC!), sarà bene nel non approvare e non partecipare, sottolineare che gli argomenti trattati – in particolare da chi innegabilmente ha precise idee in merito – appartengono alla sfera dell’ ETICA (e dell’etica della sessualità) che NON POSSONO essere sottratti alla famiglia e ell’etica (morale e/o religiosa) che ogni singola famiglia si è data e vive, né è ammissibile che terzi presentino tesi etiche che sono in contrapposizione con quelle scelte dalla famiglia in oggetto (questo concetto di fatto sta alla base anche della possibilità data alla non partecipazione alle ore di religione).
Finchè non accadrà come in Germania:
http://www.radicicristiane.it/notizia.php/id/272/RELATIVISMO:-in-Germania-condannati-35-genitori-perch%C3%A8-contrari-all%27educazione-sessuale
Eh si Giusi… ma, se Dio ci dà (non conto sul mio “coraggio”), anche questo si dovrà eventualmente affrontare.
Quando di martirio parlo (raramente ma lo faccio) o certamente di persecuzioni, anche a questo penso, non tanto all’arena e ai leoni ( che poi non è detto non ci si potrebbe ritrovare, ma immagino insorgerebbero gli animalisti a difendere… i leoni! 😉 )
beh, tutte le battaglie che hanno portato all’ottenimento dell’obiezione di coscienza (penso a quelle svolte per l’ambito militare) sono sempre partite prendendosi grandi responsabilità civili, forzando la mano al legislatore con il sacrificio dei singoli (leggi: galera).
Non credo che ci siano autorizzazioni da richiedere/rilasciare.
Penso che però ci sia il diritto di pretendere che questi incontri siano tenuti da persone qualificate – non dal primo che passa, autodefinitosi “adatto” – e con un programma chiaro, definito e possibilmente condiviso.
Entro questo perimetro credo si possa fare tutta la resistenza -attiva e passiva- possibile.
Qualificate a cosa? !!
A insegnare l’etica (quella sessuale poi) ai miei figli? No, mi spiace… decido io che è “qualificato”
La dittatura tecnocratica dell’ “esperto”. Lui è qualificato, tu no, perciò devi “oggettivamente” piegarti e se non lo fai sei un povero ignorante oscurantista. Però hai il diritto che lo Stato possa certificare chi è “qualificato”, eh! Siamo in piena statolatria, nulla di strano. E ovviamente ci vuole il “programma condiviso”: che significa nient’altro che il compromesso in una qualche forma con il male. Seguendo la stessa logica, si deve cedere in qualche punto all’omosessualismo in tema di diritto di famiglia perché altrimenti non si è capaci di fare “politica”, che si sa secondo alcuni si sintetizza nel negoziare ogni cosa, anche ciò che negoziabile non è.
Bene… resterò nel mio ignorante oscurantismo (o oscurante ignorantismo…)! 😉
Che ti piaccia o no, la scuola funziona così.
Ci sono dei programmi e degli insegnanti.
Insegnare ciò che dicono le leggi è normale.
Esattamente come insegnare a criticare le leggi.
Se vuoi che la morale cattolica diventi la morale di riferimento, battiti in questo senso.
(ed adesso che hai capito cosa vuol dire essere minoranza, spero che tu comprenda anche il valore del dialogo e del “programma condiviso”)
La Chiesa (ed i cristiani) non è chiamata al dialogo per annacquare i propri principi.
E’ chiamata al dialogo perché non è l’unica portatrice di principi. Ed in un paese democratico le regole si scrivono partendo dai valori condivisi.
E’ per questo che si dialoga: per trovare un campo comune in prima battuta. Quindi, dei compromessi.
Che non sono da demonizzare per forza, i compromessi: sono a tutela della maggior parte delle persone.
Anche perché, a chi veramente conviene il “muro contro muro”? Domanda che dovrebbe portarne(almeno) un’altra: siamo sicuri di essere maggioranza? E da minoranza, siamo sicuri di voler essere intransigenti? Da intransigenti, tuteleremo anche i più deboli?
Ricordiamoci sempre che la cornice all’interno della quale ci muoviamo (quando parliamo di leggi) è lo stato italiano.
dipende dalla natura degli incontri: se l’obiettivo è “educazione contro l’omofobia” (SIC!) pretendo che gli insegnanti siano qualificati.
Come si riconoscono?
Non lo so. So che non va bene chiunque, visto che devono educare…
Quindi parliamo di personale formato ad hoc, giusto?
Corsi ministeriali, disciplina di accreditamento eccetera.
Quando questo personale sarà pronto, ne riparleremo, no?
(forse adesso è più chiaro il mio intento ironico)
🙂
E’ ironico, ma fornisce un altro interessantissimo spunto di critica nonche di “contrasto”…
Quale sarebbe infatti la supposta qualifica riconosciuta da Stato/Regione/Ente/quelchevi(gli)pare secondo la quale io potrei/dovrei affidare o subordinare l’educazione dei miei figli sul suddetto (o comunque specifico) argomento? (!)
In parole povere, l’essere aderenti aderibili adesi all’arcigay di Pisa o di Vattelapesca, “qualifica” in qualche modo costoro a “educare” qualcuno? Io penso proprio di no…
Come d’altra parte io non sarei in questo senso “qualificato” in alcun modo, ad insegnare religione e/o altra visone “etica” e morale, in una scuola pubblica sull’argomento specifico… o sbaglio?
Esatto!
Penso che un primo impedimento possa essere questo: chi è titolato a tenere queste “lezioni”?
Un buon rappresentante dei genitori, su questo aspetto, potrebbe impuntarsi…
“Per quanto riguarda la Chiesa cattolica, l’interesse principale dei suoi interventi nella vita pubblica si centra sulla protezione e sulla promozione della dignità della persona e per questo presta particolare attenzione ai principi che NON sono NEGOZIABILI.
Tra questi, oggi emergono chiaramente i seguenti:
– protezione della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del suo concepimento fino alla morte naturale;
– riconoscimento e promozione della struttura naturale della famiglia, come unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio, e la sua difesa di fronte ai tentativi di far sì che sia giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che in realtà la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo ruolo sociale insostituibile;
– la protezione del DIRITTO dei genitori ad EDUCARE i loro figli.”
(Benedetto XVI, 30 marzo 2006)
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/march/documents/hf_ben-xvi_spe_20060330_eu-parliamentarians_it.html
Quindi, il diritto dei genitori ad educare i propri figli non è negoziabile. E questo vale non solo per chi aderisce alla fede cattolica, in quanto
“questi principi non sono verità di fede, anche se ricevono ulteriore luce e conferma dalla fede.
Essi sono iscritti nella natura umana stessa e quindi sono comuni a tutta l’umanità.
L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Al contrario, tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia stessa.”
Era già stato postato ma forse è il caso di riproporlo…
Manuale di autodifesa per genitori preoccupati
Prima dell’iscrizione, per la scuola da scegliere:
– chiedere informazioni sul POF (Piano dell’Offerta Formativa), cioè la “carta di identità” con cui oggi le scuole si presentano, per verificare la presenza di programmi di formazione su argomenti come genitorialità, famiglie, discriminazioni, bullismo, stereotipi di genere;
– nel caso, chiedere informazioni specifiche sui contenuti (compresi materiali utilizzati: testi, film, documentari) e sugli obiettivi che ci si prefissa, per chiarire bene di cosa si vuole parlare e con quali finalità;
– possibilmente insieme a daltri genitori che condividono le stesse preoccupazioni, chiedere un colloquio con il preside o dirigente scolastico per presentare le proprie richieste educative, specificando che servono per scegliere la scuola;
dopo l’iscrizione:
– nella scelta dei rappresentanti dei genitori nei vari consessi porre la vigilanza su queste tematiche come uno dei punti caratterizzanti l’attività dei rappresentanti stessi; attivare quindi i rappresentanti dei genitori nei consessi scolastici per fare presente le proprie richieste e preoccupazioni;
– nel caso in cui siano state offerte lezioni o corsi su argomenti come quelli di cui sopra, con contenuti che non si ritengono condivisibili, possibilmente insieme ad altri genitori, chiedere un colloquio con il preside o dirigente scolastico per esprimere le proprie richieste di chiarimenti, innanzitutto verificando che quanto proposto fosse effettivamente contenuto nel POF;
– segnalare pubblicamente le proprie rimostranze al preside/provveditore
– segnalare il caso alle associazioni locali che seguono la famiglia (per es. forum delle famiglie) o che possono consigliare iniziative (es. giuristi per la vita)
– segnalare comunque alla politica: le mail dei parlamentari sono tutte on-line nei siti della Camera e del Senato.
http://www.culturacattolica.it/?id=17&id_n=34871
ma il personaggio sopra che parla di personale qualificato-e non oso immaginare in cosa- non era quello che irrideva-in senso buono,s’intende- quando noialtri si paventava arresti e ingiustizie varie ai tempi del rapporto lunacek e successivi, della manif, del d.l.scalfarotto?
e adesso che,invece, gli arresti per una maglietta con disegnato su babbo e mamma in francia,e arresti e condanne in germania perché dei genitori non vogliono assogettarsi al minculpop( e mai tale definizione si adattò sì bene al doppio senso che promana) del politicamente corretto e delle magnifiche sorti e progressive ci torna ancora a fare la lezioncina?
.nessuno degli insegnanti nelle scuole italiane è qualificato a nulla. E questo è un fatto. In Germania i genitori che non vogliono mandare i figlioli a scuola vengono condannati. Che fare?
Vivo in Germania e la mia prima figlia di quattro sta per entrare nella scuola pubblica. Ora, l’articolo è di tre anni fa e sarebbe interessante sapere invece com’è adesso la situazione. Forse presto potrei fare io da corrispondente, da dietro le sbarre, e farvi sapere come vanno le cose. Se poi sono solo 43 giorni di carcere, me la prenderei come vacanza e come conveniente accorcio di Purgatorio. Magari affidano i miei figli a una coppia gay, per contrappasso. E allora mi farò pure quattro risate a pensare che forse a questa bella gente amorevole, dopo cotale esperienza, possa passare la voglia di affittare uteri o prole altrui. Vediamo un po’ che accadrà.
vedi sopra, caro
Nel caso poi t’arrestino, non temere: casomai non ci catturassero assieme, verrò a portarti arance e crostata di mele con lima per sbarre.
Alvise, ricordi cosa succedeva negli anni ’50 a chi si professava obbiettore di coscienza alla leva militare?
Temo (temo) dovremmo fare quella cosa lì.
Prima, magari cerchiamo di usare proficuamente gli altri strumenti di democrazia che ci mette a disposizione il sistema democratico (li ha riassunti, a occhio, tutti Alessandro)
il problema temo a volere tenere i figlioli a casa e educarli in famiglia è che o non si è in grado di educarli nemmeno in famiglia (ma almeno non saranno nelle mani degli altri) o non si è in grado proprio di stargli dietro nel tempo che invece passerebbero a scuola.
Per quanto riguarda l’obiezione di coscienza contro l’educazione sessuale, se l’educazione, cosiddetta, sessuale venisse impartita (per dire) in delle ore dedicate (per dire) si potrebbe forse fare come nelle ore di religione (con tutte le complicazioni connesse)… Se venisse impartita (per dire) nelle ore di Scienze (cosiddette) o che altro, allora sarebbe più complicato…
(ad ogni modo in famiglia sarebbe una buona occasione per discuterne insieme di queste cose impartite (per dire) a scuola, avendoci il tempo e la voglia di distuterne e se le creature non fossero digià state contaminate dal pensiero dominante assoluto progressista diffuso eccetra)
Ciao a tutti, visto il tema scottante vorrei proporvi alcune domande.
Noi genitori cattolici siamo molto preoccupati ma anche confusi sul da farsi.
Ok il vademecum x genitori, ma credo che nella pratica lo “scontro” (passatemi il termine)
sia con il buon senso degli stessi insegnanti.
Le mie domande sono 2:
– dovrei affrontare a viso aperto l’insegnante dei miei figli, col rischio di creare polemiche (visto il carattere fumantino di molti maestri), e col rischio che il tutto si ripercuota sul bambino, destabilizzando la sua vita scolastica e personale?
(x vita personale intendo l’essere additato come quello con i genitori matti, e la perdita delle amicizie in cui si dovesse optare x il cambio della scuola)
– non credete che chi abbraccia quest’ideologia non si limiterà alla semplice “ora di educazione gender”
ma infilerà l’argomento in ogni materia, in modo più o meno velato e/o subdolo?
Quindi vi chiedo, concretamente, con dei figli alle elementari, cosa fareste?
So che, almeno in teoria, la situazione sembra gestibile: basta seguire il vademecum,
ma vi assicuro che nella pratica non è così: è una situazione che il 90% dei genitori ignora, e che non è interessata a conoscere (anche amici cattolici mi hanno preso x matta quando gliene ho parlato!!).
Io sono una semplice mamma, proteggerò i miei figli come una leonessa, questo è ovvio,
ma credetemi, non è semplice lottare da soli contro un gigante, soprattutto se chi rischia di farne le spese sono i propri figli e la loro serenità!
Mi rivolgo a voi x avere dei consigli, visto che vi seguo sempre e trovo le vostre discussioni davvero edificanti, oltre che intelligentissime! (questo è un complimento x tutto il blog!)
Grazie, Rita
Se riascolti ciò che dici ti sei rifugiata nel relativismo, minor male direi. Se sei una leonessa non credo che avrai problemi ad affrontare le “innocue” maestre: consiglio a riguardo qualche documentario tra leoni e serpenti, per chi la vince. Io non avrei paura a spostare i miei figli in altre scuole maggiormente protette, e l’arma dello spostare è molto influente nelle scelte dei Dirigenti scolastici e delle altre famiglie. Non aver timore continua a divulgare cosa insegneranno ai poveri figli, e vedrai che la fiammellina prenderà fuoco improvvisamente. Meglio un figlio che pone interrogativi, che uno “sereno” come sembrava in questo video.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=r5kLG1d3BmI
Sempre per te LIRReverendo
Naturalmente questi psicologi non vengono perseguiti. Chi invece si azzarda, su richiesta, a mettere in atto terapie riparative rischia la radiazione!
Cara Rita… come ti capisco!
Cerco di risponderti pensando alla mia esperienza di bambina, che mi aiuta a riflettere su quella di genitore con bambini che si affacciano or ora alla vita pubblica.
Innanzitutto dobbiamo essere consapevoli che siamo noi genitori a dare le coordinate esistenziali più forti e determinanti per il resto della vita ai nostri figli. Ciò che li forma davvero e tornerà sempre come criterio di azione sarà ciò che noi viviamo e come lo viviamo. L’esperienza di bene che fanno in famiglia non sarà forte come nessuna ideologia.
Ma noi NON SIAMO SOLI. Siamo famiglia dentro un sacramento, e coi nostri figli siamo battezzati, quindi abbiamo le spalle forti della presenza del Signore. Nostro compito è anche cercare altre famiglie e genitori e persino insegnanti che sono in sintonia con noi, non per forza cattolici, ma che abbiano a cuore davvero il bene per sè e per i nostri ragazzi. Cercarli e fare fronte comune, per essere incoraggiati, confermati, sostenuti continuamente nella battaglia, dentro un rapporto che può diventare di vera amicizia. Mandare i figli in una scuola cattolica, come qualcuno suggerisce, può essere uno strumento utile ma valutando i due rischi presenti:
a. non sta scritto da nessuna parte che le scuole cattoliche garantiscano una formazione così esente dallo “spirito del mondo”, bisogna vigilare anche lì con spirito critico.
b. per un genitore è facile così delegare ad altri il compito che è suo e solo suo, gravoso sì, ma anche avvincente.
Inoltre mica tutti hanno la possibilità di mandare i figli alle private, in Italia.
Per noi figli fu così. Alle statali e via. Certo, magari a malincuore, coi miei che si sono fatti un fegato così, ma questa era la realtà della nostra famiglia. Già un miracolo averci fatto studiare tutti e quattro. Magari eccedendo in rigorismo e altri errori (“io coi tuoi prof non vado a parlarci, altrimenti ci litigherei”), però ci hanno sempre mandati accompagnandoci nella nostra fatica di essere cristiani in ambienti ostili, sempre giudicando ciò che accadeva, a volte lasciando perdere, a volte prendendo posizione. Certo, non è stato facile nemmeno per noi. Non è stato facile essere l’unica della scuola su 1200 studenti a saltare l’ educazione sessuale, per fare un esempio: ai tempi non toglievano i figli ai genitori disobbedienti, ma ti assicuro che c’era un prezzo molto alto da pagare in termini di rispettabilità e reputazione. Però questo ci ha formato e ci ha dato una libertà grandissima per cui per noi è molto più facile di altri chiederci: ma cosa è davvero importante? e agire di conseguenza, a qualsiasi prezzo (quindi ci hanno donato il senso della vera libertà, se sai ciò che vale sei non-omologabile,perchè te ne freghi del resto e sei pronto a dare tutto per quel che vale).
Certamente un genitore ha a cuore la serenità dei figli, quindi valuterà di volta in volta se l’adesione a un principio anche giusto rischia di diventare controproducente e non educativa, ma un peso eccessivo per il figlio, in ultima analisi un’altra ideologia tra le tante che lo aliena. Questo non è relativismo come dice qualcuno qui, ma semplice buon senso e carità per l’altro. Secondo me, bisogna chiarire quali sono i pilastri imprescindibili, e su tutto il resto libertà totale di movimento. I pilastri in questo modo non irrigidiscono la realtà in una forma, ma sono criteri coi quali giudicarla e… rischiare!
Cara Sara, sottoscrivo ogni tua parola.
Carissima Sara, ti ringrazio di cuore per queste tue parole!!!
Era proprio quel che cercavo: un confronto con chi ha vissuto esperienze del genere,
un parere di chi ha combattuto sul campo, di chi ci è passato!
Avevo proprio bisogno di uno sguardo pratico e concreto sulla vicenda, e non solo di belle parole e discorsi teorici.
Grazie x questa tua testimonianza, mi conforta moltissimo!
Personalmente, non abbiamo assolutamente la possibilità di mandare i figli ad una scuola privata, e neanche ad una pubblica lontana da casa: per ora la nostra unica possibilità è la pubblica di fronte casa!
E proprio in questo mi vengono in aiuto le tue parole:
“L’esperienza di bene che fanno in famiglia non sarà forte come nessuna ideologia”.
Sapere che qualcuno ci è passato e, grazie alla famiglia, ne sia uscito vincitore
mi fa tirare un grosso sospiro di sollievo!
Anche noi ci muoveremo su questa linea, come è successo nella tua famiglia,
e speriamo che, come dici tu, grazie al Sacramento, riusciremo a forgiare nei ns figli una personalità cristiana, libera e forte!
Che Dio ci aiuti!
Grazie ancora, Rita
sapessi quanto conforta me, quando mi guardo attorno desolata e sembrano tutti più forti e vincenti e mi sembra di dare i miei figli in pasto ai lupi… e invece mio marito mi fa guardare con oggettività al bene che piano piano stiamo costruendo per i nostri figli e mi ripete: loro sono armati. Hanno 6,4, 3 anni, ma sono armati, e la loro arma è l’esperienza di ciò che vedono e vivono tutti i giorni Davvero noi dobbiamo fidarci del cuore dell’altro e della realtà, così… reale, appunto! A un certo punto è come un muro, cavolo, puoi anche far finta di niente ma prima o poi se ci sbatti contro ti devi fermare, ed è stato così per ogni ideologia, a cominciare dal sussurro del serpente, per finire coi bambini fabbricati in provetta e uccisi tra gli applausi dei nostri contemporanei. Infatti, che dire a chi chiede provocatoriamente:” E che cosa pensi di dire loro quando vedranno due uomini baciarsi?”? A me è già successo. Sono stata presa in contropiede, ma non ho chiuso la partita. Abbiamo ripreso il “discorso” a tavola con il papà, che per prima cosa ha chiesto alla piccola:” e tu cosa hai pensato? come ti sembra questa cosa?”, e di fronte alle sue reazioni assolutamente omofobe e disgustate, ha dato il suo giudizio che poi non era altro che ratificare ciò che l’esperienza nella sua semplicità mostrava in modo così lampante alla seienne. Infatti vorrei dire che quella domanda di cui sopra trova risposta non tanto nelle nostre parole, che possono essere anche impacciate e confuse, ma nella realtà della famiglia. Perché mai un bambino trova strano due uomini che si baciano? Lui cosa vede, da quando è nato? Che ha un papà e una mamma, che si amano, e che ogni tanto si baciano pure perché no?, che fanno dei figli, anzi c’è pure una pancia che cresce ogni giorno, una data da attendere, una storia fatta anche di cellule che si incontrano e misteriosamente danno vita a un nuovo fratellino, e che tutto ciò è bello, bellissimo, a tratti divertente… ecco la vera educazione sessuale. Allora io dico: se sono armati, che vadano in campo. Saremo sempre tremebondi, perché li amiamo (tanti anche preti parlano “della gioventù” come uno sport retorico, ma per noi questi bambini sono carne della nostra carne!) , e saremo sempre lì a chiederci se avranno le risorse, se non chiediamo troppo, se non li mandiamo al macello. Quale sarebbe l’alternativa? Chiuderli nel nostro abbraccio li farebbe morire. Invece il mondo è tanto duro quanto bello, vale la pena lottare, esattamente come facciamo noi. Ovviamente ciò non significa mandarli allo sbaraglio, fregandocene della loro sorte e del loro equipaggiamento! (Per questo c’è sempre una valutazione quotidiana da fare, uno sguardo attento da avere, la unica vera grande fatica di un genitore.) . Aggiungo anche che l’esperienza di tutti i giorni mi mostra crudelmente che se da una parte la mia vita è radiografata e ciucciata fino all’ultimo respiro da questi piccoli, e quindi è di vitale importanza la mia testimonianza, dall’altro è evidente la mia pochezza. E’ evidente che non bastiamo io e il papà a fare di questi degli uomini. Prima non te l’ho scritto, ma al liceo mi hanno salvato sì le mie forti radici, ma anche persone adulte e coetanee che vivevano la loro fede dove ero io e mi accompagnavano, dando nuova linfa a quelle stesse radici. Non so altrimenti come sarei ora. Io chiedo a Dio di dare ai miei figli dei compagni di cammino nella loro giovinezza, e di dare a me il discernimento e la bontà di saperli riconoscere come validi e sapere incoraggiare queste amicizie fondamentali. E già ora che sono piccoli è bellissimo che possano godere della compagnia di altre famiglie nostre amiche. Vedere che non siamo noi gli unici folli, vedere che con queste persone ci si vuole bene e cresce una storia negli anni persino nella lontananza, che ci accompagniamo nella preghiera gli uni per gli altri, vedere insomma una comunità viva. Così che nel loro cuore ci sia il desiderio: anch’io voglio essere così. Se uno ha il cuore pieno di questa bellezza, difficilmente troverà spazio per altre menate. Quando ero messa di fronte all’argomento (non solo verbalmente) delle canne, o del sesso tra adolescenti, sinceramente dopo tanti discorsi e ragionamenti che facevo anche io, alla fin della fiera mi veniva da dire: ma io non ne ho bisogno! Lo dicevo con la superbia che si ha a 15 anni, ora lo dico col cuore grato: non ho bisogno di drogarmi per essere contenta coi miei amici, e non mi sento da meno se non vado a letto col compagno di banco.
Che Dio ci aiuti, sì. E non permetta che i nostri figli vengano corrotti. (Già perché dopo tutto ciò che ho detto, rimane il fatto che al pensiero che qualcuno me li insozzi e rovini con perversioni legalizzate mi fa andare il fuoco al cervello… immagino che tu mi capisca, tra leonesse ci s’intende:))
Ciao Rita,
anche io sono molto preoccupata e dalla mia non ho nemmeno una buona dialettica, per portare avanti serenamente i miei pensieri con chi mi trovo di fronte (di persona).
Con i genitori dei compagni di classe di mio figlio non ho ancora toccato l’argomento (e il sapere che qualcuno la pensa in maniera opposta a me e che usa volentieri la parola omofobo mi spaventa…), però ho preso coraggio e ho affrontato l’argomento con le due insegnanti durante il colloquio del secondo quadrimestre.
A parte il fatto che loro non sapevano nemmeno dell’esistenza dei libretti dell’Unar, mi hanno detto che secondo loro sono argomenti talmente delicati che non vogliono introdurli nella scuola elementare (almeno nella loro classe), e che addirittura quando era stata proposta in precedenza l’educazione sessuale per le classi quinte, l’insegnante di italiano non è stata d’accordo.
L’insegnate di scienze e matematica, invece, ci ha confermato che lo studio del corpo umano viene affrontato dando rilievo a determinati apparati e quello riproduttivo viene visto molto in generale, e quando i bambini fanno domande più specifiche, questa maestra li invita a porre le domande ai propri genitori.
Questo mi ha leggermente rasserenata, anche se so che bisogna mantenere alta la guardia.
Per quanto riguarda il cambio scuola, io sarei favorevole, se proprio il rischio di indottrinamento ideologico fosse inevitabile, ma mio marito si pone tanti problemi sul fatto che poi i bambini farebbero fatica ad inserirsi in una nuova realtà (non ha tutti i torti, dato il loro carattere, ma a mali estremi…), per cui non mi sento appoggiata, ma spero anche che non dovremo arrivare a tanto.
Anche io mi sento sola di fronte ad un gigante, allora cerco di affidarmi alla preghiera e cerco la compagnia di chi, so, la pensa come me, in modo da sollevarmi un po’ da questo peso e scoprire che non sono sola.
Tanti auguri,
Carissime Sara S. e Chiara, il vostro è un contributo prezioso, grazie.
Sara: è vero, i nostri figli sono armati, come dice tuo marito, è un’espressione bellissima che mi aiuta nella lotta!
Mi ha fatto pensare a quando S.Paolo dice “Rivestitevi dell’armatura di Dio per resistere alle insidie del diavolo”… credo che sia questo il nostro compito verso i nostri figli in questo tempo: donare loro un’armatura, che si costruisce con l’esempio e la fede in famiglia.
è verissimo quando dici che chiudere i figli nel nostro abbraccio li farebbe morire…mamma mia quanto è vero, e Dio solo sa di quanto discernimento avremo bisogno! ed è giustissimo, come dici tu, avere delle amicizie composte da famiglie “matte” come noi, e anche pregare xchè Dio conceda loro delle amicizie vere e cristiane.
Chiara: anche il tuo discorso mi ha tanto colpito, secondo me sei stata molto coraggiosa a parlare direttamente con le maestre, è quello che tanto prima o poi ci troveremo a dover fare tutti!
Sai, non ti nascondo che questa lotta a viso aperto la eviterei volentieri, un po’ per carattere, un po’ per le mie paure, e un po’ xchè, come ho già detto, non voglio che si ripercuota sui bambini, però sapere che “siamo tutti sulla stessa barca” e che i semi che gettiamo porteranno frutto (come è successo nella famiglia di Sara s.) oggi mi ha dato tanta speranza!!!
E poi, come è successo a te, speriamo che le maestre abbiano ancora un po’ di buon senso!
Cmq grazie di nuovo, mi avete dato tantissimi spunti e consigli davvero utili!
Sono felice di aver cercato un aiuto in questo blog, non sono uscita a mani vuote!
Spero che in futuro si possa tornare sull’argomento, e dare a questo tema un taglio pratico e concreto.
E spero che noi genitori possiamo continuare, in questo utilissimo spazio, a scambiarci le nostre esperienze in modo da aiutarci gli uni con gli altri in questa battaglia x i nostri figli e x tutti gli innocenti!!!
Cara Rita, dimmi tu una cosa: a me sembra che i bambini (asilo ed elementari) vivano serenamente la loro “identità sessuale”, o mi sbaglio?
Sarei molto più preoccupato con dei figli (pre)adoloscenti: per definizione è l’età della confusione… aggiungerne altra mi sembra inutile!
Cosa prevedono questi “corsi” alle elementari? boh?
Ma cosa si può / si deve dire ad un bambino? Non lo so.
Cosa prevedono gli analoghi incontri contro il razzismo ed il bullismo? suppongo (spero) un “siamo tutti uguali,volemose bene”. Fintanto che ci muoviamo su questa direttrice, poco male, direi
Ecco, mettiamola così: fintanto che la scuola diventa un luogo in cui i problemi si smorzano (invece che sottolineare), mi preoccupo meno.
Non so Rita, tu come pensavi di risolvere la questione coi tuoi figli?
Cosa pensavi di dirgli per prepararli al momento in cui avrebbero visto due adulti (omosessuali) baciarsi?
Girare lo sguardo come se fossero due eterosessuali, direi.
LIRReverendo
@fortebreccio
Pensi davvero che questi corsi contro l’omofobia abbiano come fine quello di educare le persone al rispetto delle persone? Povero illuso. In realtà il fine è, evidentemente, quello di far passare l’omosessualità come un comportamento normale e di instillare nei ragazzi sentimenti di sospetto e di ostilità nei confronti della famiglia naturale, della chiesa, dei genitori naturali e nei confronti di tutte quelle figure o istituzioni che, per loro natura, smntiscono con i fatti le falsità dell’ideologia gender. Il loro fine è quello di creare ostilità verso tutti coloro che non sono disposti a genuflettersi a quest’infame ideologia. Altro che educare al rispetto.
No Giancarlo, non m’illudo per niente.
Nel momento in cui lo stato italiano decide di far decadere il pregiudizio nei confronti dell’omosessualità (ideologia gender), trovo perfettamente coerente -sempre per lo stato- procedere alla rimozione dell’accezione “anormale” legata a questo comportamento.
E’ lo stesso discorso che abbiamo visto negli ultimi decenni con il razzismo (negro/nero, meridionale/terone eccetera).
Poi francamente non capisco l’automatismo tra:
a – far passare l’omosessualità come un comportamento normale
b – instillare nei ragazzi sentimenti di sospetto e di ostilità nei confronti della famiglia naturale, della chiesa [eccetera]
Non ne vedo l’automatismo.
Poi cosa vuol dire “[smentire] con i fatti le falsità dell’ideologia gender”? Posso capire le falsità, ma i fatti? Qui si parla di opinioni…
E prima che ti arrabbi, ti rammento che non siamo in piazza San Pietro, ma in vicolo XX Settembre: le verità rivelate sono opinioni, valgono 1 come le altre ideologie.
Comunque.
Credo che il tema del rispetto non sia in discussione (non foss’altro come estensione della Carità), altro discorso è quello dell’ostilità, che sarebbe meglio non si manifestasse da nessuna parte.
Questa nuova ideologia ci pone una sfida educativa seria, che deve essere affrontata con attenzione.
Sfida che a parer mio si vince solo giocando in anticipo: insegnando prima degli altri ad essere tolleranti, insegnando prima di tutto ad essere saldi in Cristo (e per inciso, non sono termini in conflitto tra loro).
Eh già, erano belli i tempi in cui, quando per i ragazzi dovevamo preoccuparci solo del bullismo e delle droghe: adesso ci tocca pure l’ideologia gender: dove finiremo madama la marchesa?
Essere cattolici (e per di più genitori) è difficile? Vabbé.
Prendi la tua croce e seguimi
Si, si… ho capito: l’omosessualità è normale. Bravo, bravo… sei cattolico, vero?
Poi, quando parlo di scisma, o comunque di grande travaglio imminente per la chiesa cattolica, qualcuno si straccia le vesti. Quanti saranno i cattolici come fortebraccio, nelle chiesa? La chiesa è allo sbando, altro che storie.
Fortebraccio, se sei convinto che essere omosessuali sia normale, non abbiamo niente di cui discutere, le nostre posizioni sono antitetiche. Anzi, dovresti prendere atto che le tue posizioni sono antitetiche a quelle della chiesa e dovresti trarre le necessarie conseguenze; ma tanto, oggi chiunque può dire qualunque cosa e mai, nessuno, sarà chiamato a rispondere. Mi resta l’amarezza di vedere come sempre più persone che si dicono cattoliche decidano di zittire la ragione per dare ascolto all’ideologia più arrogante. In fondo basterebbe ragionare sulle cose, sul loro significato, sul senso che promana dalla sessualità umana e che si fa carne viva, diventa persona. Non opinioni dunque, caro fortebraccio, ma persone, bambini generati dall’unione eterosessuale sono la prova vivente del senso e del significato della sessualità umana.
Questa unicità dell’unione eterosessuale deve essere salvata da noi cattolici, che siamo rimasti gli unici ormai, nel nostro mondo occidentale, a difendere l’uomo con la ragione. In fondo è per questo che ci attaccano: perché difendiamo l’uomo. Ci accusano di non rispettare gli omosessuali, ma questo è falso. Noi rispettiamo tutte le persone, comprese quelle che hanno comportamenti omosessuali. Del resto, noi sappiamo di essere simili a Dio proprio perché siamo persone e ci distinguiamo dagli animali sempre in quanto persone. Dunque, per noi, il rispetto alla persona è sacro. Anzi, diciamo pure che siamo stati noi cristiani ad insegnare il rispetto verso tutte le persone, donne, bambini, schiavi; ed oggi anche verso gli omosessuali chiediamo rispetto.
Certo, rispetto verso le persone omosessuali, che significa non aggredire, fisicamente o moralmente, non discriminare, non condannare neanche moralmente la persona omosessuale. Ma non significa rimuovere il pregiudizio, perché noi cattolici non abbiamo alcun pregiudizio sulle persone omosessuali e neanche sull’omosessualità. Il pregiudizio è nei fatti, nella realtà dell’unione omosessuale che non è equivalente all’unione eterosessuale.
Non è colpa di nessuno, neanche della chiesa o del papa: l’unione omosessuale non ha alcun significato, nessuna conseguenza sul piano biologico (a parte un’alta predisposizione a contrarre malattie). Occorre prenderne atto, senza svolazzi ideologici; senza tollerare ciò che non è tollerabile.
Hai ragione, è difficile essere genitori cattolici; anzi, direi che è difficile essere genitori, a prescindere dall’essere cattolici, perché essere genitori significa farsi carico della responsabilità di educare e l’educazione è strettamente connessa con la verità, con la realtà, con il senso delle cose. Educare è faticoso perché obbliga a chinarsi sulle cose ed a comprenderne il significato.
Molto più semplice volare con la fantasia, inventare, straparlare di libertà e di rispetto negando, di passaggio, la difesa, l’incoraggiamento, l’aiuto ed il sostegno alle giovani coppie di uomini e donne chiamati, da sempre, a dare nuove persone alla storia dell’umanità. Ma la chiesa, noi cattolici, saremo sempre dalla loro parte.
In difesa della verità e della ragione. In difesa dell’uomo.
Vediamo se riesco a spiegarmi meglio (perdonami, per mio limite andrò per punti).
1 – A prescindere dalla mia posizione (del tutto irrilevante) la società in cui siamo immersi già considera normale l’omosessualità. Ed allora cosa deve fare un cattolico? Ignorare la realtà? Negarla? Oppure provare un dialogo, cercare una mediazione? Siamo d’accordo sul fatto che ognuno debba essere in prima persona strumento e modello di evangelizzazione quotidiana. Ma nel frattempo i giorni passano, ecco… E siamo minoranza ormai. Penso che sia nostro dovere cercare di “limitare i danni” creando il più possibile un campo di valori condivisibili da una maggioranza. Non necessariamente saranno i valori cattolici nella loro interezza, ma tra poco e nulla, meglio poco.
2 – Dobbiamo capirci su un punto: ma cosa cavolo contiene l’espressione “ideologia gender”? Mi sembra di tutto, di più. Già faccio fatica ad individuare un interlocutore attendibile di cotanto pensiero (?), figuriamoci l’estensione del pensiero stesso (??). Francamente credo che l’utilizzo di questa espressione porti solo confusione. Parliamo di casi concreti, anche perché sennò rischiamo anche noi di essere confusionari, alimentando incomprensioni che possono solo danneggiarci.
3 – l’unione omosessuale è diversa da quella etero: sicuramente in almeno uno dei suoi effetti (lampante); nei suoi presupposti? La risposta sta nei requisiti per contrarre matrimonio civile.
4 – Cerchiamo di capire quali battaglie possono essere vinte, quali devono essere di trincea e quali devono essere combattute solo per ragioni tattiche (per fiaccare l’avversario, anche se ciò che non ammazza, rafforza). Personalmente temo che la battaglia sulle unioni omosessuali sia ormai persa: si faranno, questione di tempo (serve un governo “amico”, non di coalizione, e basta). Non sto calando le braghe, cerco di essere realista soppesando le forze in campo.
5 – Realismo si diceva. Un ottimo esempio credo che sia stata la Manif francese. Sicuramente perdente se avesse scelto di giocare la partita dell’identità/del fondamento religioso della famiglia. Invece ha saputo coalizzare attorno a sé persone che condividevano lo stesso valore anche se lo fondavano su credi/ideologie diverse. Ed hanno vinto, rimandando sine die la discussione della legge in questione. Qui da noi invece, è stata gestita in maniera identitaria, di bandiera e solo chi già la conosceva s’è accorto di qualcosa…
6 – (la predisposizione a contrarre malattie nel mondo omosessuale è limitata ai gay. Ma non perché siano omosessuali, perché sono uomini. Tant’è che la “salute” delle coppie lesbo è mediamente migliore di quelle etero. [Non ricordo esattamente la fonte, la notizia mi aveva colpito – la cercherò se lo ritieni necessario])
7 – Purtroppo mi pare che, perlomeno negli ultimi 30 anni, di famiglia, soprattutto i politici di supposta area cattolica, si siano riempiti la bocca e sciacquate le mani. Case per i giovani, asili, servizi sociali… quant’è lunga la lista delle cose non fatte!
In difesa del buonsenso e della convivenza pacifica.
ma la passi la battuta, si? 🙂
“Penso che sia nostro dovere cercare di “limitare i danni” creando il più possibile un campo di valori condivisibili da una maggioranza. Non necessariamente saranno i valori cattolici nella loro interezza, ma tra poco e nulla, meglio poco.”
Mah! …non mi pare di ravvisare un granché dell’insegnamento di Cristo… della missione lasciata ai Dodici (che strano erano un ben risibile minoranza…)
Eh, ma i tempi cambiano, i capelli imbiancano, le esigenze premono, le alleanze esigono (l’unica Alleanza che mi interessa è quella con Dio), le concertazioni urgono… e le minoranze muoiono!
Certo… quelle che non hanno nulla a che fare con il Cristo Risorto 😉
@fortebraccio
A me, invece, interessa ed anche molto la tua posizione sul tema dell’omosessualità, perché da quello che pensi sull’omosessualità posso capire se possiamo parlare o se è inutile. Mi pare di aver capito che consideri l’omosessualità una normale espressione della sessualità umana. Se è così, dovresti sapere che sei su posizioni contrarie rispetto a quello che pensa ed insegna la chiesa e dovresti trarre le logiche conseguenze. Se invece sono io che ho interpretato male le tue parole e pensi che l’omosessualità sia un grave problema per la persona e per la società, allora ben venga il confronto tra noi per individuare strategie comuni e battaglie da combattere insieme.
E’ probabilmente vero che la maggior parte delle persone considera normale l’omosessualità, ma io sospetto che questo sia dovuto più alla paura di essere tacciato di omofobia, più che ad una vera e profonda convinzione. D’altronde la realtà è sotto gli occhi di tutti e neanche la più becera ed aggressiva ideologia può arrivare al punto di nascondere ciò che è evidente: la relazione eterosessuale è densa di significato, la relazione omosessuale non ha alcun significato.
Cosa dovremmo fare noi cattolici? Tutto, tranne che provare a dialogare (ancora questo maledetto dialogo) e cercare una mediazione. Hai indicato, nella Manif francese, un ottimo esempio di realismo: concordo. Però ti faccio notare che nessuno, da quelle parti, si è sognato di trovare una mediazione: è scontro campale, con gente che si è fatta arrestare, altro che dialogo. E d’altronde cosa c’è da dialogare con chi vorrebbe indottrinare i nostri figli a scuola contro le nostre più profonde convinzioni? Dico, ma hai letto qualcosa delle follie contenute sui tre manuali intitolati “Educare alla diversità a scuola”, pubblicati dall’unar e destinati alle scuole italiane elementari medie e superiori? Se vuoi capire cos’è l’ideologia gender, basta che ti legga questa robaccia. Puoi farti un’idea andando a leggere quest’articolo: http://www.lanuovabq.it/it/articoli-ecco-come-vogliono-rieducare-i-nostri-figli-8404.htm . Dovremmo forse dialogare con gente di questa risma? Un qualunque compromesso, una mediazione sarebbe tradire i nostri figli. No grazie, i figli me li educo io. Sulla natura umana non si può dialogare, c’è una verità da difendere che fa parte di quei famosi “valori non negoziabili” indicati con chiarezza da B XVI. Insomma, sulla natura umana non c’è spazio per il dialogo, né per la mediazione. E non mi interessa la convivenza pacifica se deve essere raggiunta a costo di rinnegare la propria coscienza. Preferisco la guerra. Guerra culturale, naturalmente; combattuta con le armi della verità e della ragione. Ma guerra.
Sulla predisposizione a contrarre le malattie: gli omosessuali maschi non si ammalano perché sono maschi (anch’io sono maschio, ma non credo che mi ammalerò di aids), si ammalano perché adottano comportamenti omosessuali.
Non mi interessa il falso buonsenso, né una convivenza pacifica che opprimerebbe la mia coscienza. L’unica pace possibile è quella che si fonda sulla verità.
@giancarlo
Come ti ho accennato prima, credo che ci siano delle battaglie perse ed altre a venire, più cruente.
Quella sui bambini è irrinunciabile, e come tale – sono pronto a scommettere – la considerano tante altre persone al di là della propria professione di fede – esattamente come in Francia. Neanch’io sono disposto a dialogare su questo punto.
Che gli adulti facciano come meglio credono (anche li, con dei limiti, mica tana-liberi-tutti), coi bambini è discorso diverso.
(a proposito, ho capito male o al gazzettino hanno annunciato il ritiro dei suddetti manuali da parte del nuovo governo?)
Dialogo.
Il dialogo -vedi sopra- è una buona pratica, non è un dogma.
Se ti sparano addosso non dialoghi, scappi e/o ti difendi.
Per quanto mi riguarda, tento di essere un cristiano fedele alla Chiesa.
Ammetto che l’esperienza di una persona cara (sulla cui onestà non ho dubbi) mi sta mettendo parecchio alla prova.
@fortebraccio
Purtroppo continui a non rispondermi su una domanda fondamentale; cosa pensi dell’omosessualità? Perchè, vedi, da come si risponde a questa domanda seguono poi, di conseguenza, anche tutte le altre risposte. La battaglia sui bambini, dici, è irrinunciabile. Concordo, naturalmente. Tuttavia, occorre essere onesti fino in fondo. Se prima riconosco agli omosessuali la possibilità di sposarsi, sulla base di cosa, dopo, posso negare loro la possibilità di avere un figlio? O si riconosce che quella che si fonda su un matrimonio tra omosessuali è una famiglia, e allora bisogna riconoscere anche la possibilità di adottare, oppure si nega che l’unione tra omosessuali sia una famiglia, ma allora si deve negare il matrimonio. Alla fine, la domanda diventa: qual è il criterio che stabilisce cosa è famiglia? C’è una sola relazione umana, tra tutte le possibili, che si distingue dalle altre per il ruolo fondamentale che svolge e per il significato che assume, sia a livello sociale che a livello personale: è la relazione eterosessuale. Questa relazione costituisce, con o senza matrimonio, una famiglia. E la famiglia merita di essere tutelata con il matrimonio. Le altre relazioni umane, di qualunque natura siano, devono essere tenute distinte e non assimilate alla famiglia.
Ma infine, si dice, che colpa hanno, gli omosessuali, della loro condizione? Se una natura infame nega, alla loro unione, la possibilità di avere un figlio, perché non dovremmo intervenire noi, con le nostre leggi, a cercare di rimediare? Ecco. Siamo al punto da cui sono partito: cos’è l’omosessualità? Perché, vedi, le possibilità sono due:
1) O l’omosessualità è una sfortunata e problematica condizione imposta dalla natura, verso la quale è giusto porre in essere tutti gli interventi possibili, ivi compresa la possibilità di adozione, volti a superare i problemi che da questa condizione scaturiscono.
2) Oppure l’omosessualità è un comportamento della persona, più o meno libero, più o meno consapevolmente scelto, del quale la persona deve assumersi ogni responsabilità, ivi compreso anche l’impossibilità di avere figli per via naturale. Impossibilità determinata non dalla natura, ma, semplicemente, dal proprio comportamento.
Sul dialogo. Naturalmente anch’io penso che il dialogo sia una buona e doverosa pratica. Ma solo quando è possibile la mediazione. Sulla natura dell’uomo non si può cedere, neanche di un millimetro; non ci può essere dialogo.
Buongiorno Giancarlo.
Ora metto un po’ più a fuoco l’incomprensione tra noi.
Dici: “Se prima riconosco agli omosessuali la possibilità di sposarsi” poi…
Gli omosessuali non chiedono alla Chiesa il diritto di sposarsi (magari anche quello, ma non distraiamoci), lo chiedono allo Stato.
Benché usino la stessa parola “matrimonio”, Chiesa e Stato intendono cose diverse, ed ognuno è titolare di attribuire il senso che vuole all’interno del proprio ordinamento.
Solo che la Chiesa non lo cambierà, lo Stato pone a revisione periodica i suoi principi, le sue “definizioni”.
La discussione, tutta interna allo Stato, è riassumibile all’incirca così:
<>
Solo che nell’ambito dello Stato le risposte possono essere molte più articolate di un semplice si/no.
Quindi si può tranquillamente dire: ” l’omosessualità è una sfortunata e problematica condizione imposta dalla natura, verso la quale è giusto porre in essere alcuni interventi possibili, volti a superare delimitati problemi che da questa condizione scaturiscono”
Siete naturalmente sterili? Amen, non avrete figli.
Del resto, con la L.40 (ed il problema della sterilità di coppia), non abbiamo fatto esattamente la stessa cosa? non è già adesso proibito l’utero in affitto e l’eterologa?
E prima ancora con il divorzio, l’obiezione di coscienza eccetera, non abbiamo cercato compromessi che ci permettessero di mantenere la nostra integrità?
Per quanto riguarda i minori la cosa è ancora più complicata: i diritti dei bambini sono (qui, ora) superiori a quelli degli adulti: la paternità/maternità è un diritto, sì, ma non illimitato (rif. L.40).
Senza contare che non tutto ciò che è tecnicamente possibile è moralmente accettabile (anche questo è un principio dello Stato).
La mediazione non è sulla natura dell’uomo per un cattolico, bensì sulle possibili forme di convivenza per lo Stato, di come debbano essere riconosciute, fino a che punto, con quale differenziazioni (eventuali).
Giancarlo:
…fiato sprecato!
…naturalmente il commento “fiato sprecato” era rivolto a fortebraccio!
Naturalmente mica tanto visto che eri partito con: Giancarlo… 😉 😐
Bariom:
…va bene, ho sbagliato, due volte, o tre, o sempre!
Ma sbagliando s’impara… dicono 😉
Errare è umano, perseverare…
…come è vero!
Caro amico, ci mancherebbe che gli omosessuali chiedessero alla chiesa il matrimonio gay. Certo che lo chiedono allo stato. Ma noi cattolici siamo anche cittadini italiani, mi pare; e come cittadini italiani, noi cattolici, dobbiamo rispondere UN GIGANTESCO, GRANITICO, INAPPELLABILE E DEFINITIVO NO! Un no che deve essere fondato su motivi puramente razionali e laici, ovviamente; motivi che ho già cercato di sintetizzare nei precedenti commenti e che sono riassumibili nel fatto che una relazione omosessuale non equivale ad una relazione eterosessuale e quindi non deve essere equiparata. Anche e soprattutto perché l’omosessualità non è affatto una sfortunata e problematica condizione imposta dalla natura, ma deriva semplicemente da una scelta, più o meno libera e consapevole, della persona: Scelta delle cui conseguenze la persona deve farsi carico, com’è giusto, ivi compresa l’impossibilità ad avere figli per via naturale. Impossibilità che non deriva affatto da limiti posti dalla natura, ma, ancora una volta, dalla propria scelta di adottare un comportamento sessuale.
Giancarlo, mi ero ripromesso di mordermi la lingua, e così ho fatto e in linea di principio ho intenzione di fare. Pertanto ti dirò solo una cosa: sei proprio figlio di questo tempo.
Intendevi, Giancarlo o fortebraccio?
Benedetto XVI, 27/03/2007:
http://www.europaoggi.it/content/view/252/170/
“Se il compromesso può costituire un legittimo bilanciamento di interessi particolari diversi, si trasforma in male comune ogniqualvolta comporti accordi lesivi della natura dell’uomo.
Una comunità che si costruisce senza rispettare l’autentica dignità dell’essere umano, dimenticando che ogni persona è creata ad immagine di Dio, finisce per non fare il bene di nessuno.
Ecco perché appare sempre più indispensabile che l’Europa si guardi da quell’atteggiamento pragmatico, oggi largamente diffuso, che giustifica sistematicamente il compromesso sui valori umani essenziali, come se fosse l’inevitabile accettazione di un presunto male minore. Tale pragmatismo, presentato come equilibrato e realista, in fondo tale non è, proprio perché nega quella dimensione valoriale ed ideale, che è inerente alla natura umana.
Quando, poi, su un tale pragmatismo si innestano tendenze e correnti laicistiche e relativistiche, si finisce per negare ai cristiani il diritto stesso d’intervenire come tali nel dibattito pubblico o, per lo meno, se ne squalifica il contributo con l’accusa di voler tutelare ingiustificati privilegi.”
Non credo ci sia altro da aggiungere. Non esiste nessun compromesso con il male (la legge 40 non è una legge cattolica). Il cattolico non cerca compromessi sui principi non negoziabili; al più, limita i danni. Ma i danni vengono limitati solo e soltanto quando una legge è passata nonostante l’opposizione senza sconti. Non si approva in alcun modo la legge sull’aborto (esempio), non la si ratifica, non la si avalla ad alcun livello, non si cerca alcuna mediazione. Una volta passata, se ne restringe il più possibile la portata. MA questo non è “compromesso”; è l’azione che limita la portata del comportamento malvagio.
Il matrimonio non ha “due definizioni”, una per la Chiesa e una per lo Stato. Il matrimonio è un istituto di diritto naturale e come tale va riconosciuto; se lo Stato non lo fa, si fa fonte di corruzione e disconoscendo il diritto naturale si rende indistinguibile “da una banda di briganti”.
Quei cattolici, democratici critiani in primis ma non solo, che pensano diversamente e agiscono di conseguenza, sono semplicemente dei disobbedienti al Magistero che peccano gravemente e ne risponderanno se non se ne pentono. Dei corrotti, insomma; e come tali, anche corruttori.
@Roberto sottoscrivo e come hai detto… c’è poco da aggiungere (e ci sarebbe molto da dire…) 😉
Grazie Roberto.
“Non necessariamente saranno i valori cattolici nella loro interezza, ma tra poco e nulla, meglio poco.”
“Il vostro parlare sia sì sì, no no. Il di più viene dal maligno.
Chi non è con me è contro di me”.
Giancarlo (26 marzo 2014 alle 09:29): standing ovation per te!
E anche per Bagnasco!
Bello il monumento alla famiglia in foto!
Sara, non sono abituato ai complimenti. Mi confondi.
Grazie a te.
ma no. è che a loro andrebbe bene questo tipo di scuola:
http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2014/3/25/J-ACCUSE-I-talebani-della-tolleranza-vogliono-eliminare-il-cattolicesimo-dalle-scuole/485148/
…legge dello stato del quebec ordina alle scuole cattoliche di insegnare che le religioni sono tutte uguali.tutte,eh!
e,naturalmente,sarebbero anche d’accordo se un domani, chi non fa andare il figlio a scuola come in francia alla lezione di educazione sessuale, finisca in galera ed il pargolo a rieducazione.
è la loro idea di tolleranza…..
@vale: sì, è la loro idea di tolleranza. Ricordo che il mio professore di religione, uomo illuminatissimo, ci aveva acutamente spiegato, a proposito dell’integrazione, che Francia e Inghilterra sono due buoni modelli per capire come si può interpretare la parola: a proposito delle religioni, in Inghilterra si ha rispetto per tutte e si cerca di modellare le leggi in modo che ledano il meno possibile alla fede dei credenti; in Francia il discorso è completamente diverso: lì non esiste che sei musulmano o cristiano o buddhista, nel momento in cui tu sei francese o in territorio di Francia tu devi seguire i dettami della legge francese. Ecco per esempio il perchè del bando di tutti i simboli religiosi in luogo pubblico – perchè proprio per loro non sei cattolico francese, sei francese cattolico. Se la legge dice che l’istruzione è obbligatoria e che l’educazione sessuale è parte dell’istruzione del pargolo, allora non ci sono né santi né madonne che tengano. Gli ebrei riposano il sabato? La Francia riposa di domenica ergo anche loro riposeranno di domenica. Vuoi diventare imam musulmano? No problem, c’è la scuola adatta alle dipendenze dello Stato.
(considerate che poi il Quebec è stato storicamente colonia francese)
Per quanto riguarda l’Italia, diceva il professore, abbiamo invece un atteggiamento ambiguo, vogliamo essere “sia zuppa che panbagnato”.
In Inghilterra si applica la sharia……
http://www.tempi.it/la-legge-islamica-in-inghilterra-e-di-casa-e-gli-avvocati-pubblicano-una-guida-per-il-testamento-sharia-friendly?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-legge-islamica-in-inghilterra-e-di-casa-e-gli-avvocati-pubblicano-una-guida-per-il-testamento-sharia-friendly#.UzHxJ86a_WU
Certo, capire la differenza tra Common Law e Diritto (nel senso latino) aiuterebbe a capire il perché da noi certe cose non potrebbero -quasi- succedere.
Quasi (diciamo limitatamente alla contrattualistica privata).
ma è prprio quì il punto: la stucchevole banalità delle posizioni assunte da alcuni sul fatto che in italia non accadrebbe. a parte che se fossero così bravi profeti non sarebbero smentiti il giorno dopoVedere “il Foglio” di oggi articolo ” è il minculpop-toh.la medesima espressione da me usata ieri,mi pare-lgbt,bellezza” dove la deputata pd michela marzano ha chiesto che siano diffusi i famigerati opuscoletti dell’unar( lo stesso unar autore delle linee guida per un’informazione rispettosa delle persone lgbt) e chese li è visti commissionare dal uff. nazionale antidiscriminazione che dipende dalla presidenza del consiglio, intitolati “educare alla diversità” in tutte le scuole primarie medie e superiori. quelli che Bagnasco ha definito “una vera dittatura che vuole appiattire le diversità ed omologare tutto…. e che mirano ad istillare nei bambini preconcetti contro la famiglia, genitorialità,fede religiosa,ecc..”
tanto più subdolo, il tentativo, perché ammantato della solita buona-o buonista,aggiungo io- intenzione anti omofoba.”
a loro interessa che: ” lo stato si erga ad ente di educazione morale. come nella germania est(“il foglio” di oggi “la scuola del totalitarismo relativista” ed, aggiungo io,come nei varii comunismi,fascismi,nazismi. tutto nello stato.dove lo stato si identifica con il partito. il loro partito,alla scalfarotto, naturalmente.
more solito qui senz’accento…
Inquietante: cominciano le schedature!
http://www.formiche.net/2014/02/18/sei-destra-credente-il-governo-sarai-omofobo/
Sono io: presente!
beh,ma dopo questo:
la notizia della mancata abilitazione di un professore associato per motivi politici: la Commissione ha ritenuto che il docente fosse “troppo di destra”. E’ la disavventura capitata a Simonetta Bartolini, Da una decina d’anni ricercatrice all’Unint, Università internazionale di Roma, dove insegna Letteratura italiana contemporanea e Letterature comparate. Segretaria di redazione alla «Rassegna della letteratura italiana» dal ’95 al ’98, ha in seguito ricoperto incarichi in istituzioni culturali ed ora dirige la rivista on line «Totalità».
Un curriculum “inquinato”, secondo i componenti della Commissione, dalla sua appartenenze politica e dall’attività giornalistica svolta anche su giornali come Libero…
http://www.qelsi.it/2014/simonetta-bartolini-docente-di-destra-senza-abilitazione-ma-erano-di-sinistra-i-commissari/
cosa ti aspetti?( è il futuro sognato dagli alcuni sopra…)
…vale:
…hai pefettamente ragione a lamentarti per il fatto che nell’Università vanno avanti i peggio purché di Micromega (per esempio) e non solo. Una cosa: leggo nell’articolo da te citato: “Leggiamo dalla relazione in cui si motiva la Sua “bocciatura” che Lei commetterebbe il peccato mortale di rivalutare autori come Soffici, Barna Occhini, Papini e persino Guareschi!” Ma noi, però, leggiamo solo che altri hanno leggiuto…
in Italia invece: (e noi lo siamo):
Per effetto del combinato disposto della L. n. 1859 del 1962, art. 8 e dell’art.731 c.p.,
chiunque, investito di autorità o di potere di vigilanza sopra un minore, omette di
impartirgli o di fargli impartire la istruzione sino al conseguimento della licenza di scuola
secondaria di primo grado, ovvero sino al compimento del quindicesimo anno quando il
minore abbia osservato per almeno otto anni l’obbligo scolastico, è punito con l’ammenda
fino a trenta Euro.
Un contributo alla riflessione:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-dittatura-omo-luxuria-occupa-la-raibagnasco-scuola-ridotta-a-campi-di-rieducazione–8773.htm
A buon intenditore poche parole: la religione dovrebbe allargare gli orizzonti, altrimenti è solo stupidità umana o, peggio, fanatismo.
Che orrore!
http://www.blogdln.it/2014/02/12/coppia-lesbica-incoraggia-il-figlio-11enne-a-cambiare-sesso-a-forza-di-ormoni/#
La maggioranza delle famiglie pensa ai propri interessi e all’interno c’è molta competizione. ……. Perché ci hai fatto questo? fu chiesto dai genitori a Gesù e Gesù rispose: “Perché vi preoccupate non sapete che mi devo interessare delle cose del Padre mio…” Un messaggio chiaro dell’indipendenza dei figli dai genitori. La famiglia patriarcale gerarchica vedeva i figli come risorsa, oggi la famiglia li vede come spesa o soddisfazione del proprio io, non so cosa sia migliore. In futuro, tutto, spero cambi e i figli siano una gioia come persone e che la gioia sia, per ognuno, negli altri a cominciare dal prossimo, figli fratelli cugini padri colleghi vicini che siano.
Riprendo, della prolusione di Bagnasco, un’esortazione che mi pare di gran conseguenza:
“I genitori non si facciano intimidire, hanno il diritto di reagire con determinazione e chiarezza: non c’è autorità che tenga”.
Beh, è abbastanza chiaro, abbastanza forte, abbastanza incontrovertibile, no? Ci si lamenta del buonismo, della compromissione col mondo che a volte caratterizza persino certi vescovi e cardinali. Ora non si può dire altrettanto. Ora TOCCA A NOI!
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2Non sono le buone leggi che garantiscono la buona convivenza – esse sono necessarie – ma è la famiglia, vivaio naturale di buona umanità e di società giusta.”
…ma non tutte le famiglie la pensano uguale a come voi la pensate e a ogni modo mi sembra che nessuno voglia impedire a nessuno di essere maschio e femmina e di generare bambini. Chi vuole generare può generare quanto gli pare, come anche in Francia e in Germania eccetra (Cina esclusa)!
Di essere maschio e femmina contemporaneamente o essere maschio o femmina definitamente, o indefinitamente, o intercambiabilmente, o approssimativamente, o inopinatamente, o solo… occasionalmente? 😉
…copio e incollo (senza commentarlo, ci penserà qualcun altro) dalla rete un commento al discorso di Bagnasco sui tre libriccini per le scuole: “La scuola pubblica (dice Bagnasco) sta diventando un immenso campo di rieducazione.
Dovrebbe essere contento. Cosí si omologherá a quella cattolica, che in quanto ad indottrinamento é maestra insuperabile.”
ah ah ah… indottrinamento in quanto ha una sua dottrina (e manco male…)?
Cmq caro Alvise, tu potrai essere di idea contraria, ma a me nessuno mi ha “indottrinato” (non lo dico per presunzione) …o almeno non più di quanto siano indottrinati quelli che fanno afferamzioni simili alle tue 😉
Ed essendo io, seguendo questa logica, stato “indottrinato” di (o da) entrambe le “dottrine”, preferisco di gran lunga (MA DI GRAAAN LUNGA) quella attuale che (pensa che controsenso) mi ha dato la vera Libertà.
…io, in questo caso, non ho fatto nessuna affermazione. Ho solo creduto, riportando un commento tra quelli che ho letto, di mostrare quale sia l’opinione che tanti hanno (come tanti ce l’hanno contararia).
Per quanto riguarda l’indottrinamento hai ragione: tutti lo sono “indottrinati” in un modo o in un altro e tutti (di solito) preferiscono (non so se di GRAAAN LUNGA anche loro) la dottrina nella quale sono stati indottrinati.
Magari! Almeno insegnerebbe la retta dottrina: quella di Cristo!
eh,per la dottrina basterebbe documentarsi un po’: che so un bel catechismo,anche solo il compendio-non oso dire quello di S.Pio X, un denzinger, oppure un bel:
http://www.documentacatholicaomnia.eu/_index.html
così,quando se ne parla, magari si riesce a citare pure la fonte
vale.
…te cerca intanto di citare la fonte dell’articolo sulla bocciatura della povera professoressa trombata all’abilitazione….
te te la vai a cercare, la fonte, se ti va. se no ti colleghi al link e te lo leggi lì,qual’è la fonte.e se no, ciccia.
…sì, però nel link (cosiddetto) non c’è il verbale della bocciatura,
….sì, va be’, d’accordo, per te è così, ma…quella di Cristo quale?
Rileggiti il Credo….
Che due cabasisi….
dico a filosofiazero
…che palle, volevi dire?
Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore Gesù Cristo unigenito figlio di Dio nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, dalla stessa sostanza del Padre. Per mezzo di Lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto e il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture ed è salito al Cielo e siede alle destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti ed il suo Regno non avrà fine.
Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.
Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati e aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen
Propongo due secondi di silenzio. Filosofiazzero ha fatto la sua professione di Fede.
Bentornato alla casa del Padre, da morto a vivo.
Ancora oggi il Signore Gesù opera miracoli, e a scapito del nichilismo.
Ma cosa sente il mio avatar, ma io non ho avatar…ma è quello che si è portato a casa dall’india, forse nella serata tradizionale della dea kalì, ha assistito alle maman con balli sventricoli, e la divinità è entrata in lui.
Sentiamo cosa ha da dire l’avatar di alvise:
Sarà Thustra
O non sarà Thustra
Questo è il dilemma
Dell’umana ragione
Renzi banthù
Renzi banthù
Di stò alvise
Non se ne po’ più
Manda la Merkel
Siam nella Merkel
Il Filo riprende
La Sofia attende
Senti che brahma
Muor l’intelletto
Rimango uno ZZero, visione arcana
E vò al….a far…
Qui la visione si è interrotta, scusate farò un po’ di metanoia, giusto per non annoiarmi.
LIRReverendo per essi, s’intende.
…quanto talento sprecato!!!
Se andiamo a Zelig facciamo fortuna
RReverendozzero, un omaggio a Renato