Non è per sparlare, eh…

pettegolezzo

di Costanza Miriano

Le volte più pericolose sono quando si comincia con “non è per sparlare, eh…”, o anche con il micidiale “non vorrei giudicare ma…”. Allora sì che il rischio è grave.

Come ha detto Papa Francesco, si comincia parlando magari benevolmente di qualcuno, si finisce regolarmente per spellarlo.

Che poi lei non voleva, non voleva proprio far notare che quella persona che l’ha criticata ha quei due o tre chiletti di troppo, e forse guardando bene sono anche dieci… “Magari è bella dentro”.

C’è la pericolosa gara di mamme (“non ho investito tanto sui miei figli per vedere assegnata a un mio virgulto la parte della pecora alla recita di Natale, noi ci meritiamo dall’angelo in su!”), la gara dei bravi cristiani (“eh, quello viene a Messa, ma detto fra noi…”), la gara al lavoro e in tutti gli altri ambiti in cui dobbiamo vivere accanto ai fratelli. Perché essere figli di Dio ci piace un sacco, ma essere fratelli è così fastidioso…

Poiché il nostro cuore è pericoloso (Gesù sapeva cosa era nel cuore dell’uomo, e non si fidava), e poiché neanche noi stessi possiamo controllarlo, c’è un’unica, fondamentale, decisiva cosa che è in nostro potere fare. Vigilare sulla lingua. Sbarrarle le porte con un cancello, una serratura chiusa a tripla mandata.

Neanche noi sappiamo cosa finiremo per dire quando cominceremo a parlare. E allora è meglio non parlare per nulla. Chiedersi piuttosto cosa direbbe Gesù in quel momento. Se le persone sono assenti, non parlarne per niente, neanche per condividere uno stato d’animo con un amico. Il fatto è che anche se partiamo con le migliori intenzioni, la lingua può sempre scivolare. La regola d’oro è parlare di un assente solo se la cosa serve direttamente a lui.

Piano piano – mi assicura un amico che questa pratica l’ha adottata come stile di vita – sforzandosi di parlare come Gesù si impara anche a pensare come lui, e poi piano piano magari anche ad agire come lui, quindi ad amare, che poi se non sbaglio è la cosa più importante, ben più della correzione fraterna che tante volte ci fa da alibi.

Se invece proprio non resistete, va be’, per una volta, dai, sfoghiamoci… Parliamone un po’, non lo dico a nessuno. Il mio numero è 33xxxxxxxx…

fonte: Credere del 26 maggio 2013

30 pensieri su “Non è per sparlare, eh…

  1. Tentare di comportorarsi come Gesù, sarebbe già di per se una gran cosa.
    su questo argomento si potrebbero dire diverse diverse cose per via della formazione ricevuta negli ambienti multinazionali siano essi economici, produttivi e commerciali (notare l’assenza di finanziari).
    Esse sono sintetizzabili in 3 punti relativi al modo di pensare, parlare esporsi, ovvero azioni da evitare o quanto meno limitare.
    1. uso della prima persona singolare, finalizzato alla riduzione dei personalismi
    2. uso delle negazioni (es non specialmente ad inizio frase)
    3. uso degli assolutismi (tutti, nessuno, niente)

  2. Francesco

    Una volta al catechismo si insegnava a non parlar male del prossimo.
    Bell’articolo, un insegnamento ed un esempio da seguire.

  3. Disse un anziano: “Senza la sorveglianza delle labbra è impossibile all’uomo progredire anche in una sola virtù; poichè la prima delle virtù è la sorveglianza delle labbra.”

  4. Alessandro

    “per contribuire a fare di voi uomini sempre più degni ed utili alla causa del comune interesse nella umana società, Noi vorremmo farvi notare e considerare una frase che avete letta o ascoltata nell’Epistola dell’Apostolo S. Giacomo, assistendo oggi alla S. Messa: « Se alcuno crede di essere religioso, e non tiene a freno la propria lingua,.., la sua religione è vana »…
    Se dunque, diletti figli, volete essere ed apparire impiegati veramente cristiani, « frenate », cioè, governate, nell’esercizio del dovere, la vostra lingua; sappiate tacere e parlare a tempo opportuno, secondo che la coscienza verrà dettandovi nelle diverse circostanze.

    Può infatti accadere che col continuo trovarsi tutti i giorni nella stessa stanza di lavoro, con lo stesso orario, si venga perdendo a poco a poco quel riserbo così necessario in chi vuole evitare che si getti il discredito sulle persone e le cose più sacre o delicate. Tutti sanno che non di rado diviene oggetto di lazzi e di scherzi anche il misterioso ordine della procreazione, che fa gli uomini cooperatori di Dio nell’opera creativa.

    Anche più lamentevole sarebbe se la parola divenisse strumento di maldicenza, di mormorazione o perfino di calunnia. Perchè allora il male nasce, si alimenta e si moltiplica, senza che sia possibile di misurarne le conseguenze. « Quale il carbone alla brace e le legna al fuoco, — nota lo Spirito Santo — tale è l’attaccabrighe all’ardore della rissa. Mancando le legna, si spegne il fuoco; assente il linguacciuto, tace la contesa » (Prov. 26, 21-20).

    Diletti figli! Se volete essere impiegati cristiani, evitate di parlare nei luoghi del vostro lavoro come non vorreste che si parlasse di voi, e non toccate senza serio motivo argomenti, che non trattereste nè lascereste trattare alla presenza della vostra madre, della vostra sposa, della vostra figliuola.

    2. Per governare rettamente la propria lingua, non basta però saper tacere; bisogna anche saper parlare, quando e come vuole la coscienza, illuminata e guidata dalla ragione e dalla fede.

    In generale è necessario che l’impiegato cristiano, quando parla, sia mosso ed accompagnato sempre dall’amore, sia che discorra coi propri colleghi, sia che tratti col pubblico. A questo amore si oppone l’abitudine; di questo amore è nemica la stanchezza, la quale, alla sua volta, provoca spesso il nervosismo. Questo può rendervi scortesi o scontrosi; quella vi fa apparire indifferenti, insensibili, di fronte a persone stanche, inquiete e nervose esse stesse; le quali, però, già dal vostro modo gentile e caritatevole potrebbero essere indotte ad uscire dallo stato di esasperazione, in cui si trovano.

    Voi, diletti figli, come tutti i cristiani, sarete riconosciuti discepoli di Gesù, se saprete trattare tutti con amore. Oh! se vi studiaste di vedere Gesù in tutti coloro che vengono a contatto con voi! Gesù, il quale si nasconde nel malato, nel pellegrino, nel carcerato, possiamo pensare che sia in ogni bisognoso, anche se importuno o prepotente.

    Occorre poi saper parlare, quando la coscienza esige che voi difendiate la verità e la giustizia. Questo presuppone che ognuno di voi acquisti sempre più il coraggio delle proprie idee, delle proprie convinzioni, dei propri atti. Ciò importa altresì che voi, senza malevolenza verso nessuno, sappiate reagire con fermezza, ogniqualvolta dinanzi a voi si parli o si agisca contro la religione e la morale o contro la legittima autorità dello Stato.

    Vi sono oggi alcuni, i quali con sistematica malvagità gettano calunnie contro la Chiesa e il sacerdozio; voi non dovete temere di alzare pacatamente la voce, contrapponendo la verità alla menzogna.

    Finalmente, bisogna saper parlare, quando lo zelo vi facesse scorgere accanto a voi un’anima bisognosa della vostra opera di apostolato. Un conforto, una spiegazione; una parola d’incitamento, forse anche talvolta un rimprovero amorevole e discreto, possono illuminare la mente e scuotere la volontà ; possono commuovere un cuore che sembrava insensibile e freddo.”

    Discorso di Pio XII agli impiegati statali e parastatali, 10 maggio 1953

    1. Nami80

      Illuminante, grazie! In questo momento ho molta difficoltà nel trovare quell’equilibrio tra il parlare per difendere le mie idee con fermezza e al tempo stesso trattare “con amore” la persona che non accetta le mie prese di posizione… “Possono commuovere un cuore che sembrava insensibile e freddo”… capita mai veramente??? A me no… ho ancora tanta strada davanti a me… ma non perdo la speranza…

  5. Proverbi 12,18
    “V’è chi parla senza riflettere: trafigge come una spada;
    ma la lingua dei saggi risana.”

    Proverbi 13,3
    “Chi sorveglia la sua bocca conserva la vita,
    chi apre troppo le labbra incontra la rovina.”

    Proverbi 15,4
    “Una lingua dolce è un albero di vita,
    quella malevola è una ferita al cuore.”

    Sapienza 1,11
    “Guardatevi pertanto da un vano mormorare,
    preservate la lingua dalla maldicenza,
    perché neppure una parola segreta sarà senza effetto,
    una bocca menzognera uccide l’anima.”

    Siracide 22,27
    “Chi porrà una guardia sulla mia bocca,
    sulle mie labbra un sigillo prudente,
    perché io non cada per colpa loro
    e la mia lingua non sia la mia rovina?”

    Siracide 28,17
    “Un colpo di frusta produce lividure,
    ma un colpo di lingua rompe le ossa.”

    Salmi 38,2
    “Ho detto: «Veglierò sulla mia condotta
    per non peccare con la mia lingua;
    porrò un freno alla mia bocca
    mentre l’empio mi sta dinanzi».”

    E sono solo alcune citazioni…

    Due sentinelle ha posto Dio alla lingua: le labbra e i denti… e di fatto la lingua talvolta sarebbe meglio mordersela! 😉

  6. Antonio

    Dio nella sua sapienza ha messo ben due barriere alla lingua. Le labbra e i denti.
    Ma nel suo grande Amore ci lascia liberi di aprirle quando vogliamo….

  7. Giusi

    Non per niente la calunnia e i peccati della lingua in genere rientrano nel Quinto Comandamento……….. E’ facilissimo commettere questo peccato. Si comincia col parlare di qualcuno magari in buona fede o magari per un motivo e poi chissà perchè si arriva ai suoi presunti difetti….. sempre bonariamente s’intende o per il suo bene!

  8. maria elena

    una mia amica suora diceva che anche in una pozzanghera si può vedere un raggio di sole….considerate gli altri superiore a voi mi pare diceva san paolo come Gesù Cristo 😉
    anche se noi donne siamo così intelligenti da notare tutto ahahahah

  9. Costanza

    Perché, mi chiedo perché è’ così fastidioso essere fratelli…io sono una che si riempie la bocca di tante belle parole e poi faccio esattamente così…spello la gente, a volte solo per sciogliere un po’ la lingua…grazie Costanza, mi hai dato una bella svegliata oggi, in questo momento. Il bello e’che ieri mi sono anche confessata, ma questa cosa qui proprio mi è’ scivolata addosso, e la cosa e’ ancora più grave perché vuole dire che non me ne accorgo neanche quando “spello” qualcuno! Grazie mille, speriamo di fare un passettino in più da oggi in poi..

  10. 61Angeloextralarge

    Grazie Costanza! Una revisione sulla lingua è quel che ci vuole. Smack! 😀

  11. sparlare di qualcuno è di fatto giudicare. In termini pratici (cfr vangelo di domenica 16/06) è definire lo stato di una persona si in negativo che in positivo (è bello, è brutto, è peccatore, è braco etc etc), facendo ciò si cade nel personalismo in quanto è inevitabile, nel giudicare, mettere come riferimento se stessi. Ad esempio io nel giudicare il prossimo metto me inevitabilmente me stesso al centro del mondo. (per inciso è un azione da empi mettersi al centro del mondo).
    Diversa è la valutazione delle azioni perpetrate dal prossimo che lo strumento necessario per usare prudenza nel mettere in campo opere di carita.
    Avendo a disposizione una siringa e davanti a me/noi : una persona in crisi di astinenza da assenza di droghe ed un medico devo essere in grado di valutare a chi dare la siringa perchè venga usata a fin di bene, quindi per forza di cose devo valutare le opere che i due potenziali bisognosi di carità andranno a perpetrare con questo stumento. per far cio si è costretti a valutare le azioni messe in campo dai queste due persone.
    Ognuno di noi è giudicato secondo le opere messe perpetrate.
    Infine i 10 comandamenti solo il primo comandamento è un giudizio “Io sono il Signore di tuo” e subito dopo si trasforma in azione “non avrai altro Dio all infuori di me”
    gli altri 9 sono azioni, per l’appunto le azione per le quali verremo giudicati da “Io sono”
    Ad esempio cosa se ne pensa del dire ***Nessuno può dire io sono in quanto si è grazie a “Io sono” ***?

  12. Lalla

    Ma quant’è bella l’illustrazione del post? 😀
    Il pensiero che, quando spettegoliamo, ci vengono proprio quelle facce potrebbe essere un ottimo deterrente! 🙂

    1. Il bello di quell’illustrazione è che rende molto bene il propagarsi del “venticello” del “non è per sparlare…”, che in un lampo si propaga (come un impestante virus…) da Tizio, che lo dice a Caio, che lo racconta a Tizia, che lo va a dire a Sempronia… e “il gioco è fatto!”

      Il “gioco” chi? Non serve certo stare qui a spiegarlo 🙁

    2. 61Angeloextralarge

      Lalla: concordo! Smack! 😀
      Per la cronaca odierna: io sono l’ultima nell’ultima riga… con il fiore in testa… Domani sarò, forse, qualcuno diverso. 🙁

  13. C’è poi da dire un’altra cosa…

    A me succede spesso, non so se perché sono “maligno” nel profondo, e non so quindi se capita (+ o -) a tutti, che quando una persona che ascolto, “butta lì”, così “pour parler”, una malignità, un giudizio tutt’altro che edificante, su una persona che conosco poco, e che non conosco affatto, per quanto non vi aderisca con il pensiero o non le dia corda con il parlare, questa malignità (continuo a chiamarla così…) si insinua come un tarlo in qualche angolino del mio cervello, così che quando mi capitasse di incontrare il soggetto di tale mancanza carità, subito si accende la spia rossa del pre-giudizio…
    mi piacerebbe inserire qui il suono di certi insopportabili segnali d’allarme: ùùùèèèèèèèèèè.

    Ecco perché di fronte a certi “venticelli”, “spifferi” che arrivano inaspettati, io chiudo subito la… finestra! (o almeno ci provo). A costo di sembrare maleducato, stoppo bruscamente chi incautamente soffia quel venticello… senza accusarlo di alcunché, ma anche semplicemente dicendo: “guarda, queste “cose qui”, io non le voglio “manco” sapere…! Grazie.”

    Magari farò anche un servizio allo “spifferante”, ma di sicuro lo faccio a me stesso…

    Il primo servizio, va da sé, è quello di non essere io lo “spifferante”… 😉

    1. @bariom il mio pensiero nel sentire parlare male di terzi, specie se poco conosciuti, è “se questo spiffera questo tipo di notizie di un terzo a me è molto probabile che faccia la stessa cosa ad un terzo di me?” e allora vista l’azione che mette in campo il soggetto questo soggetto, per l’azione che compie, viene valutato nel mio harddisk (cuore) come indiscreto non riservato e che tende all inaffidabile. Tuttavia viene considerato positivo nel momento in cui una notizia debba essere divulgata. 🙂
      ps. della serie onguno di noi ha, almeno, un pregio 🙂

      1. @Salvatore 🙂 tutti ne hanno anche più di uno, non ho dubbi… 😀

        Nè penso che ci “spiffera” non ne abbia, perché io sono, posso essere, potrò essere, potrei essere, per primo uno di questi, e di pregi qualcuno dai… me lo riconosco (povero me!) 😉

        Il mio harddisk (cuore) spero sia stato ormai “formattato” da Dio, abbia come Sistema Operativo lo Spirito Santo, come Programma Gesù Cristo, come interfaccia la Sua Chiesa.
        Data la tendenza a generare continuamente pericolosi Virus che (ahimè), vengono generati dall’interno, più che dalla Rete (da dove viene infatti ogni genere di male per l’Uomo…), ho dei potenti Antivirus… i Sacramenti e la Preghiera.

        Vebbè lascio lì, mi sono fatto prendere la mano “informatica” e non voglio certo apparire blasfemo…

        Chissà se il Padre Eterno preferirebbe Windows, Mac o un bel Linux ? 😉 🙂 😀

        1. 61Angeloextralarge

          Bariom: credo che al Padre Eterno non serva un pc… è Lui il PC perfetto! 😉

  14. visto l’ambiente di “internauti” e l invito di san paolo ad aspirare alle cose di lassù leggendo tempo fa un articolo inerente padre roberto busa (diparito lo scorso anno a 94 anni – fautore insieme a IBM dell hyperlink) mi è risuonato che cosi come onguno di noi capace di programmare un computer inteso come impartire istruzioni cosi Dio programma onguno di noi a compiere la Sua volontà.
    Il computer è un pezzo di ferro inanimato e quindi fa ciò che gli viene imprtito di fare da un unica fonte ovvero l’operatore programmatore internauta etc.
    La persona è un pezzo di carne “animato” (con anima) che può scegliere quale azione intraprente a secondo della scelta (libero arbitrio) tra i due set di istruzioni ricevute dalla fonte Beninga o maligna.
    ps. barion bello l insieme hardware e software resi trascendenti per per l’applicazione all essere umano. 🙂

    1. Allora visto che ci siamo “lanciati”, mi aggancio alla tua giusta osservazione tra i due “set di istruzioni”, che potremmo tradurre ancora più semplicemente in Bene o Male.

      Interessante notare come il “Codice Binario” (0 e 1) su cui si basa qualunque operazione, dalla più semplice alla più complessa interpretabile da un processore, e quindi eseguibile…; si basa appunto su 2 singoli ed unici valori: 0 e 1 appunto (che ovviamente non hanno in questo parallelo nessuna implicazione di valore morale).

      Il codice con cui Dio ha creato il Creato e che è alla base di ogni molecola conosciuta nel cosmo (ma qui mi addentro in un campo dove potrei dire castronerie pazzesche), ricordo me lo ha spiegato molto bene un carissimo amico di quelli cosiddetti, “cervelloni” ;-), è fondamentalmente un codice “Trinitario”…

      Vi dice nulla ? 😉 😀

  15. vado a naso cercando di barcamenarmi.
    un carissimo amico di mio padre (economista di padre pio) mi disse (28 09 10) che due sono le cose importanti nella vita Primo Dio e seconda l’economia (intesa come frutto e lavoro dell uomo) di fatto 2 elementi che rappresentano rispettivamente la trascendenza e la immanenza. In altre parole Dio che vive di preghiera ha detto “questi poveri figli che ho mandato via dall Eden come faranno a pregarmi se sono a digiuno e quindi senza forze?”
    Ora affinche le due “entità” Divina e umana interagiscano o melgio che la seconda faccio quello che gli dica la Prima è necessario un “mezzo di comunicazione” (Spirito Santo) che il Primo conosce benissimo il secondo MOLTO MENO e allora è stato necessario l’invio di un Maestro (Gesù) che appunto ha insegnato agli umani come “Ascoltare” il messaggio inviato dal Primo (Dio leggi Bibbia).
    Forse me ne sono andato per la tangente.
    Infine il codice Trinitario è essenziale inteso come necessario e sufficiente e fa parte della numerologia biblica (kabala) molto usata negli ambienti multinazionali specie quelli di estrazione ebrea (ps. le muitnazionali con holding ebree sono tendenzialmente attive)

  16. La catechesi del Mercoledì del Santo Padre, aveva per tema oggi il “Corpo Mistico di Cristo” (che vi invito a leggere: http://www.news.va/it/news/132618), ma ha detto tra le altre cose:

    “L’unità è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore perché ci liberi dalle tentazioni della divisione, delle lotte tra noi, degli egoismi, delle chiacchiere. Quanto male fanno le chiacchiere, quanto male! Mai chiacchierare degli altri, mai!”

I commenti sono chiusi.