La marcia degli imperfetti

spartani

E’ proverbiale il costume degli Spartani di eliminare alla nascita i disabili. Lo scopo era quello di arrivare a una razza superiore. Invece così non fu e resta il dubbio che Sparta sia scomparsa dalla storia perché, eliminando i più deboli fisicamente, finirono per prevalere gli stupidi o se perché, essendo stupidi, decisero di eliminare i più deboli.

Jérôme Lejeune

12 pensieri su “La marcia degli imperfetti

  1. “…la società antica poggiava sulle ossa degli schiavi;le consumava e al disopra fioriva la città, la polis. Al disopra le bianche quadrighe e gli oligarchi con i nomi dei semidei:vittoria e forza e costrizione; al disotto, stridore:catene. Schiavi, tali erano i discendenti degli aborigeni, prigionieri di guerra, gente rapita e comprata, abitavano in stalle, stipati, molti in ceppi. Nessuno rifletteva su di loro, Platone e Aristotele vedono in loro esseri che stanno in basso, il nudo dato di fatto. Una forte importazione dall’Asia, l’ultimo giorno del mese c’era mercato, le carogne stavano in mostra, in cerchio, il prezzo andava dalle due alle dieci mine, una cifra non da poco, dai cento ai seicento euro. Quelli che costavano meno erano gli schiavi da macina e da miniera. Il padre di Demostene aveva una fabbrica di acciaio, tenuta in attività per mezzo di schiavi; posto a base per ogni acquisto il prezzo suddetto, essa lavorava con un utile del ventitré per cento; un’altra sua fabbrica di lettiere, col trenta per cento. Ad Atene il rapporto fra cittadini e schiavi era di uno a quattro, centomila Elleni su quattrocentomila schiavi. A Corinto c’erano quattrocentosessantamila schiavi , ad Egina quattocentosettantamila. Non potevano portare i capelli lunghi, non avevano nomi, li si poteva dare in dono, in pegno, vendere, punire con bastoni, corregge, fruste, ceppi, collari uncinati, merchi a fuoco. L’assassinio di uno schiavo non veniva perseguito legalmente, al più c’era una blanda espiazione religiosa. Ogni anno venivano regolarmente picchiati, senza motivo, venivano fatti ubriacare, per renderli ridicoli, erano senza onore per definizione, chi superava l’aspetto esteriore adeguato a uno schiavo veniva ucciso, il suo proprietario punito per non averlo tenuto abbastanza in basso.”

  2. Leonid Voinin

    Ritengo che i motivi di questa barbarie siano i seguenti.
    La società di Sparta era fondata sull’eguaglianza fra gli Spartiati: sia dal punto di vista economico (non esistevano beni privati, ma solo beni comuni equamente spartiti) sia dal punto di vista sociale (i figli venivano allevati in comune) sia dal punto di vista politico. Tutto ciò per un motivo: la guerra. L’eguaglianza era le mura di Sparta, nel senso che ogni eguale doveva contare nella falange sul proprio compagno, non provando né invidia sociale né rancore personale. I deboli alla nascita venivano scartati per un solo motivo: sarebbero stati l’anello debole della falange, che avrebbe portato Sparta alla rovina; e inoltre avrebbero minato l’eguaglianza e l’armonia sociale, serbando un legittimo rancore per la loro condizione, ammesso e non concesso che sarebbero sopravvissuti.

  3. Gianni

    ..ecco perchè Dio, che sapva fin dall’Inizio che l’uomo sarebbe stato capace di queste e di altre atrocità e bestialità, aveva previsto la Sua venuta attraverso Suo Figlio Gesù Cristo fatto uomo, per insegnarci ad Amare e per salvare ognuno di noi, indicandoci la Via, mostrandoci la Verità assicurandoci la Vita…

  4. fish

    “Di tutte le città della Grecia, Sparta è anche l’unica a non aver lasciato all’umanità né uno scienziato, né un artista e nemmeno una rovina. Perché quest’eccezione tra i greci, così dotati all’epoca? Forse gli spartani, senza saperlo, esponendo i loro neonati mal nati o troppo fragili, hanno ucciso i loro musici, i loro poeti, i loro filosofi? Forse con una specie di selezione alla rovescia sono progressivamente diventati stupidi? Un tale meccanismo è pensabile, anche se non con certezza. o forse, all’opposto, la loro saggezza e la loro intelligenza erano già talmente insufficienti, inferiori, che commisero l’imprudenza di uccidere i propri figli? La genetica non è in grado di scegliere tra queste due ipotesi, tanto più che forse queste potrebbero essere vere simultaneamente”. J. Lejeune

    1. Sara

      Con buona pace di Lejeune, alla gloria poetica di Sparta basta il grande Tirteo. E poi dare degli “stupidi” agli Spartani è davvero eccessivo, anti-storiografico nel metodo e davvero presuntuoso! Voglio credere che l’esagerazione sia dovuta alla volontà di esasperazione tipica degli aforismi (tanto più che, come ha già ottimamente notato Leonid Voinin, non è vero che “lo scopo era quello di arrivare a una razza superiore”).

      1. Sara

        E addirittura: “la loro saggezza e la loro intelligenza erano già talmente insufficienti, inferiori, che…”!!!!!

  5. Da Lettera43:

    RADICALI, INDIETRO NON SI TORNA. «Oggi è l’anniversario del referendum sul divorzio del 1974 e voglio dire a coloro che oggi partecipano alla cosiddetta ‘marcia per la vita’ che indietro non si torna, che la libertà di scelta è il vero valore della vita e che un paese civile si giudica anche dalle leggi che ha su divorzio, aborto e fine vita». Lo ha affermato, in una nota, il presidente di Radicali Italiani, Silvio Viale.
    UN GIORNO STORICO. «Il 12-13 maggio 1974, con il referendum sul divorzio» ha detto «gli italiani aprirono una stagione di libertà che resta incompiuta. Evocare il 12 maggio e la Festa della Mamma contro la libertà di scelta è per loro un autogol. Il 12 maggio ha molti significati, ma resta inesorabilmente legato a quel referendum sul divorzio del 1974. Oggi più nessuno tornerebbe indietro, a prima di allora. Così pure per l’aborto, che ha permesso a milioni di donne e di uomini di fare le proprie scelte, senza essere costretti alla clandestinità. Nessuno ha mai imposto, né imporrà» ha sottolineato «un divorzio o un aborto ai ‘marciatori della vita’, mentre dove decidono ancora loro, in gran parte dell’Africa, dell’America Latina e dei Paesi Arabi, al contrario impongono a tutti le sofferenze della loro morale. Ora, proprio mentre noi ci battiamo anche per loro per l’eutanasia legale, i marciatori per la vita dovrebbero opportunamente riflettere su quanto siano fortunati a vivere in un paese che gli potrà permettere di usufruire di aborto e divorzio, seppur nei limiti di leggi imperfette da migliorare. Sappiano, quindi, che, seppure si vada avanti con difficoltà» ha concluso «indietro non si torna».

    1. admin

      “i marciatori per la vita dovrebbero opportunamente riflettere su quanto siano fortunati a vivere in un paese che gli potrà permettere di usufruire di aborto e divorzio”

      i radicali e i fanatici dell’aborto dovrebbero opportunamente riflettere su quanto siano fortunati a vivere. Punto.

  6. ausonio

    la vita è un dono ogni nuovo giorno non mi resta che lodare (piangere pure magari) Dio del regalo: si può, partendo da questo presupposto, dominare l’altro spudoratamente? cosa c’è in me che mi spinge a tale perversione?: paura di amare? inadeguatezza a lasciarmi amare? … no, non è possibile che le sopraggiunte: avidità di potere e denaro, siano alla base della mia perversione … prima di tutto c’è la paura, la paura di ‘morire’ che mi spinge a ‘uccidere’ l’altro e negare l’Altro… eppure Egli , invisibile Paraclito, risuona sempre nel mio cuore: Sono Io, non temere!

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