Chissà come, Enrico spunta sempre quando Chiara arriva da Gela.
Le coinquiline di lei all’inizio non se ne sono accorte, ma dopo un po’ cominciano a notare strane coincidenze. La mattina Chiara, che frequenta il primo anno di Scienze della formazione, viene da Gela e il pomeriggio, come per miracolo, appare Enrico.
I miracoli esistono, questo è vero (e io posso confermarlo…), ma in questo caso non c’è bisogno di scomodare i fenomeni paranormali. E neanche di pensare alla poesia di un amore telepatico. La cosa è molto più semplice, basta fare due più due: l’appartamento è al primo piano, la valigia vuota sta sopra l’armadio, la finestra è aperta, Enrico ha l’occhio lungo e per tornare a casa sua passa col motorino da via Fava… A volte basta alzare lo sguardo per notare certe cose e le conferme arrivano!
Inizia così un periodo di faticoso corteggiamento.
Le armi del corteggiamento, nella storia, sono state le più diverse, sofisticate alcune, più semplici altre: i duelli cavallereschi, i fiori, l’oro, i film al cinema, le cene a lume di candela, le passeggiate al tramonto, le parole romantiche. Tra i meno poetici, ma non per questo meno efficaci, ci sono le calorie.
Se il primitivo portava alla primitiva una costola di bufalo da spolpare a mani nude; se il medievale conquistava la medievale con il fagiano alle spezie orientali; se l’uomo del futuro conquisterà la sua donna del futuro con pillole superliofilizzate e superenergetiche, Enrico ha capito che Chiara ha un debole per le pizzette del panificio santa Rita, e così apre un conto presso il piccolo locale e comincia a presentarsi all’appartamento delle ragazze con la sua mercanzia per far breccia nel cuore della sua bella. Una breccia che verrà aperta a colpi di questa nuova irresistibile arma: le pizzette del panificio santa Rita. L’amore va messo all’ingrasso, altrimenti deperisce e si spegne. E poi ingrassare in due è sempre più bello che ingrassare da soli. Sono le fatiche del corteggiamento. Prima fase.
Passano le settimane. Dopo un po’ di tempo però la pizzetta non basta più e, come spiegano i più fini teorici dell’amore, occorre passare a qualcosa di più sofisticato. Si entra allora nella seconda fase: le coppette di gelato fragola e panna. Ah, la panna! Quale più dolce alleata e più gentile consolazione nelle pene d’amore? Quale più candida amica, con cui condividere le confidenze di un cuore ferito?
A questo punto i tempi sono maturi per la terza e ultima fase, la più difficile, ma anche la più decisiva: le pietanze cucinate di proprio pugno. Lì Enrico dà fondo a tutta l’esperienza acquisita in famiglia, alla scuola di mamma Enza, la Maestra: la salsiccia con la polenta, la caponatina leggera leggera, l’insalata di riso super-condita, e tanto altro. Il successo è assicurato. Le ultime difese cedono (mentre le maniglie dell’amore crescono), la confidenza tocca i vertici più alti (e anche la lancetta della bilancia), l’intesa è quasi assoluta (come la necessità di mettersi a dieta). A quel punto anche le ultime resistenze sono vinte e i segnali della resa sono evidenti. Il linguaggio dell’amore è semplice e lineare: tocca a Chiara, questa volta, preparare una cena, la cena del sì, adesso stiamo insieme.
Detto, fatto. Lei si rimbocca le maniche e si mette ai fornelli: qualche consiglio della mamma, un aiuto delle amiche e imbandire una cenetta romantica non è poi così difficile.
Ma ogni amore deve fare i conti con altri amori, e il giorno della cena fatidica è una domenica. Il Catania gioca in casa e ci sono dei doveri da onorare. Enrico si presenta con due ore di ritardo, e non sarà la rosa che porta a mitigare l’imbarazzo. Occorre mettere le cose in chiaro e ci pensa Chiara, che, come tutte le ragazze toste, tra le sue qualità conta anche quella, rara e preziosa, di dire sempre tutto quello pensa. Non servono lunghi discorsi, bastano poche parole: «Mettiti bene in testa una cosa: con me non si gioca!»
Bene. Per Enrico occorre rivedere l’ordine delle priorità. Chiara batte Catania Calcio 1-0. E palla al centro.
Con me non si gioca! è un episodio del wedding novel di Chiara ed Enrico, due ragazzi siciliani che si sono sposati qualche mese fa.
Il wedding novel è un breve romanzo, originale, che racconta con un pizzico di goliardia e qualche pretesa letteraria la storia dei due sposi per poi regalarla, come bomboniera, agli ospiti del matrimonio. Un modo per lasciare un ricordo duraturo di quella data così importante in cui una nuova vita inizia. Fa bene a lui e lei, prima del giorno fatidico, ricostruire e mettere nero su bianco, con l’aiuto di un professionista, la loro storia: come si sono conosciuti, il primo appuntamento, il primo litigio (e la relativa prima pace), l’acquisto della casa, ecc. Confezionata in modo simpatico diventa un libretto che si mette in tasca e si legge in un’ora. E che racconta tra le righe la bellezza del matrimonio, della fedeltà, della famiglia. Perché l’amore non è un evento, è una storia.
Ulteriori notizie sui wedding novels si possono trovare nel sito web www.weddingnovels.com che contiene estratti di wn, racconti, spunti sull’amore e il matrimonio e una galleria di video per riflettere. C’è anche una pagina su Facebook.
Pagando, ovviamente?
Probabilmente sì, ma che c’è di strano? Direi che il volontariato, se si vuol fare, è meglio farlo per chi ha bisogno.
Iniziativa interessante.
Sarà senz’altro a pagamento, come tutte le “bomboniere” per un matrimonio, che c’è di strano?
(particolarmente toccante poi l’argomento “calorie” …)
E’ una bellissima idea, un ricordo graziosissimo sia per i parenti e gli amici che ti vogliono bene sia, soprattutto, per gli sposi che potranno leggere e rileggere la loro storia (passata) e continuare a scrivere la loro storia futura… Magari rileggerla in certi momenti potrebbe anche far bene per ricordare la bellezza del matrimonio…
Mi piace sta cosa! 😀
L’ha ribloggato su La musica è la mia vita.