La teologia del fungo

di Sara Sardelli

A me dispiace proprio tanto che insigni menti come quella dell’Aquinate o di Sant’Anselmo si siano spremute tanto e tanto abbiano prodotto per dimostrare l’esistenza di Dio; così come mi duole enormemente che anime inquiete come quella di Cartesio o di Nietzsche, invece di ritirarsi in un convento a ritemprarsi con il buon vino e le buone preghiere dei monaci, si siano dannati e strappati i capelli per dimostrare che Dio, ammesso che esista, è quanto di più inutile ci sia.

Secoli di diatribe, dubbi e confusione, e solo perché gli uomini giusti non si trovavano al posto giusto, cioè con me e Giovannino, stamattina, in una aiuola insignificante di Pinneberg, un altrettanto insignificante  – se non fosse che ora ci abitiamo noi e i Bolzoni – centro abitato, lassù, nella lande fiabesche e piovose del nord Germania.

Stamattina sono uscita in bici per accompagnare i due grandi alla materna, e sono uscita senza sacchetto, volutamente senza sacchetto. Devo andare innanzitutto in posta a spedire il contratto firmato di insegnante in ruolo, cosa per la quale molti ucciderebbero, in Italia. E non devo mettermi a vagare, pedalando, con la scusa della bella giornata, solo per cercare e trovare funghi e ancora funghi, altra cosa per cui la gente in Italia ucciderebbe. Sì, noi siamo definitivamente un popolo di potenziali assassini per un mucchio di cose, e regaliamo occhi torvi al prossimo che osi avvicinarsi al posto dove “ io quella volta  trovai un porcino di due chili “ – i chili aumentano di anno in anno -, posto che, crepino tutti!, nessuno conoscerà finché campo. Le tombe italiane sono piene di segreti di tale portata. Deprecabile grettezza. Appropriazione indebita di un dono ricevuto.

Invece qui sono capaci di ricambiare con una faccia indifferente, o parlarti del tempo, e sempre col sorriso, anche quando vedono una sedicente madre con figlio in mezzo ad un’aiuola spinosa, a togliere ragnatele, a raccogliere, raccogliere e ancora raccogliere porcini, sudata, ridente, e passare merce dal cappello largo due spanne al piccolo, che seriosamente prende la preda e, se il peso non è eccessivo, la porta diligentemente nel carrellino della bici, l’unico posto adatto a contenere tutto questo ben di Dio.

E qui torniamo al primo punto. Dio. Che esiste.

Proprio non c’è possibilità di sbagliarsi, proprio non si discute. Esiste e ha la solidità di quel gambo pieno e sodo, che sembra debba sostenere, come infatti fa, un piatto carnoso di mezzo chilo. E ha il profumo intenso che scaturisce da una famiglia numerosa tutta affettuosamente attaccata perché fa già freddo da questi parti, protetta dal leccio e dalle piccole querce. E ha la grazia del più piccino tutto tondo, puro e perfetto.

Dio esiste ed è molto, molto generoso. Inoltre sa come divertirsi. Butta una manciata di porcini nel posto più improbabile del mondo, e aspetta di vedere il contraccolpo sulla faccia dei passanti. Ahimè, povero Dio, stai attento a giocare perché a me stava per venire un infarto e quegli altri invece nemmeno li vedono i cappelli neri e vigorosi che spuntano dalle foglie rosse e gialle.

Ma Lui è anche un poeta, e ama le cose belle, e non si scoraggia. I cappelli neri si possono non vedere, forse, anche se sembrano bistecche fiorentine; però quelli rossi brillanti, punteggiati di bianco, che stanno nascendo ovunque, magari nel muschietto verde e umido, come fai a non vederli e a non fartene rallegrare dal più profondo? Che poi questo è il bello: che ce ne facciamo? Niente, assolutamente niente! Liberamente niente! Che c’è di più inutile di un fungo velenoso? O di un fiore? Ma il Poeta non può farne a meno, gode della bellezza e ne fa godere.

Che poi secondo me a volte neppure Lui, ai tempi della creazione, si accorgeva di quello che gli zampillava fuori, a mo’ di fontana, irrefrenabile, dalla sua immensa volontà di bello e di buono. Poi si voltava e voilà: sorpresa! Di certo non era tedesco nell’anima. Oh, sia chiaro che nessuno quanto me apprezza la discrezione teutonica, però, ragazzi miei, su qualcosa nella vita bisogna essere pronti a versare il sangue! Almeno allargare quelle pupille azzurrine, lo vuoi fare o no?! Invece il massimo che ho trovato è stato ieri, un signore distinto che pure è sceso dalla sua decapottabile quando ha visto me e i bambini con le mani piene di porcini, all’uscita dal Kindergarten. E ci sembrava la fine del mondo. Viene lì, si fuma una sigaretta, e dice che a lui proprio non piacciono, i porcini. Ecco, il massimo è questa po’ di invidia malcelata, come la volpe con l’uva. Ma nessuno che mi dia soddisfazione!

Meno male che marito e figli apprezzano. Ma come mi piacerebbe che ci sia con me chi mi ha introdotto all’arte del cercatore e del buongustaio, chi mi ha portato dentro due stivaletti rossi fin da piccola per boschi e colline. Lo so che invece chi mi legge, tra fratelli e parenti, vorrebbe tagliarmi la gola per l’invidia! E’ facile fare i magnanimi quando si hanno soldi a palate e dire pure che è triste non poter condividere con le persone certi regalini cicciottosi. Però è così, non si è felici fino in fondo senza mostrare agli altri e godere con loro. Quindi un pochino Dio lo capisco anche in questo. Che dopo aver creato e goduto, abbia voluto fare uno che godesse con Lui.

Le guerre nei nostri boschi italiani, tra guardia di finanza, tasse ridicole e concorrenti spietati e avidi  (tra questi ci sono anch’io) sono una mancanza di godimento assoluto. Tener per sé, spegne il fuoco. Ma almeno un focherello, in origine, s’è acceso! Mentre qua è dura accendere anche una fiammella!  Che dico, a vedere un carrellino pieno di porcini sani, che se vogliamo essere prosaici ha anche il suo bel valore economico, non può lasciarti come prima!

D’accordo, anche i tedeschi hanno i loro punti deboli. Quando esce un raggio di sole, corron tutti a far barbecue in giardino, cosicché è il profumino di wuerster che aleggia per le vie, e non quello delle rose, a decretare inequivocabilmente l’inizio della primavera o dell’estate. Quindi anch’essi appartengono alla razza umana. Però devono essere educati.

Per esempio, io ora che me fo di tutti questi funghi? Perchè sono venti chili, ripeto: 20 chili!

Dal carrellino li ho messi in tre sacchettoni dell’Ikea, e dai sacchettoni sulla bilancia. Quando è arrivato un corriere per darmi un pacco, io ho spalancato la porta per mostrare ben bene l’ingresso ingombro. Sì, ho tratti di un infantilismo raccapricciante, ma sono stata punita dall’ennesima dimostrazione di indifferenza. Si vede che i corrieri trovano spesso persone che pesano tonnellate di funghi all’ingresso di casa.

Comunque dopo averli pesati li metto sul tavolo di sala che, per fortuna, è rimasto allungato dalla cena con amici di sabato sera. Il tavolo è coperto, e ora sorge un piccolo problema: a chi li regalo? A casa mia non ci stanno. Cominceremo a regalare insalate di porcini freschi ai vicini, già condite perché olio e grana non sanno manco cosa sono. Insomma, una nuova, radicale evangelizzazione alle popolazioni barbare.

Senza saper gustare, niente Dio, solo pensieri e vaneggiamenti. Invece, ora lo so più che mai, la fede o è gaudente e materialista, oppure non è.

 

29 pensieri su “La teologia del fungo

  1. Sara, è proprio una gran soddisfazione trovar funghi. Io anni fa non ero capace di trovarli neppure al supermercato. Da piccolo andavo con mio papà che era anche peggio perché raccoglieva qualsiasi fungo che poi il nostro vicino di casa esperto ci faceva gettare uno dopo l’altro davanti al nostro viso sconsolato. Mi capitava anche di andare a funghi e di tornare con i lamponi di montagna d’estate o in autunno tornavo con le castagne. Più avanti nell’età camminavo per ore con un mio amico il quale aveva il cestino pieno mentre il mio era perennemente vuoto, ogni tanto si girava e me li raccoglieva da sotto i miei piedi. Insistendo alla fine sono diventato un discreto cercatore di funghi. Ho i miei posti segreti. Recentemente mi è capitato di trovarne sul ciglio di una forestale mentre altri miei concorrenti annaspavano in mezzo ai rovi e al fango senza successo. Quando mi hanno visto non avevo il coraggio di mostrar loro il mio malloppo.

    1. sara s

      Oh, trovarne qui di castagne! Non esistono castagni!:(:( I miei vicini non hanno mai mangiato caldarroste, ma anche quest’anno vogliamo fargliene assaggiare insieme al vin novello, speriamo che apprezzino…

  2. beatrice

    Meine liebe, ma tutti sanno dalle tue parti che son meglio i finferli…..per questo ti lasciano i porcini !!!! Cmq. se vuoiu di lascio il mio recapito, me li puoi spedire…..buona giornata da firenze.

  3. Carlo

    “La fede o è gaudente e materialista, oppure non è”…Chesterton mi ha recentemente illuminato su questo; e sono completamente d’accordo. Quanto male hanno fatto tutte quelle devianze (eresie) masochiste, puritane, sessuofobiche e quant’altro!
    Però…la faccenda è più complicata, perchè l’amore per le meraviglie del creato ed il loro godimento, si scontra con il fatto del dolore, che te lo ritrovi addosso anche se non lo cerchi. L’amore per le cose buone del creato si scontra il fatto che spesso si desiderano ma ci sono negate.
    C’è questa infinita bellezza, accanto alla croce. Anzi, sembrerebbe, accanto alla necessità, della croce.
    Vorrei tanto qualche contributo di chiarezza…non ho un padre spirituale ma ne avrei bisogno.

    1. sara s

      è verissimo, Carlo, la faccenda è molto complicata, per quello cui accenni e per altro ancora. La vita è drammatica, e la stessa bellezza è una ferita. Ma prima, prima di tutto, prima in senso ontologico e in senso temporale, c’è questa bellezza, e c’è la meraviglia, la felicità di vederla e gustarla! Il resto va considerato e affrontato, ma non può togliere la forse banale constatazione che le cose esistono ed esistono per noi!

  4. “così come mi duole enormemente che anime inquiete come quella di Cartesio o di Nietzsche, invece di ritirarsi in un convento a ritemprarsi con il buon vino e le buone preghiere dei monaci, si siano dannati e strappati i capelli per dimostrare che Dio, ammesso che esista, è quanto di più inutile ci sia.”

    …duoliti pure, ma non è assolutamente così come dici sopra (e webmistress te lo potrà confermare)

    1. Che Fabrice Hadjadj sia un “lurker” di questo blog? L’ultimo libro suo sembra scritto PER Alvise
      Comment parler de Dieu aujourd’hui: Anti-manuel d’évangélisation

      Dieu peut-il être un sujet de conversation ? Peut-on le placer entre les derniers résultats de Coupe d’Europe et le prochain bulletin météorologique ? Serait-il toutefois beaucoup mieux de disserter savamment dessus, d’en faire un beau concept théologique, de le resituer entre les antinomies de Kant et les généalogies de Nietzsche? La bouche qui vient de dire : «Passe-moi le sel ! » ou La France forte, c’est maintenant » ou «Vous êtes belle, Monica, puis-je monter prendre un verre chez vous ? », est-elle habilitée à dire quelque chose du divin ? Du reste, le mot « Dieu » peut-il être un mot parmi d’autres dans une phrase, un gros mot, un mot avec une grande majuscule ? L Infini tient-il en quatre lettres communes (comme le fini en cinq lettres) ? N’est-ce pas le diminuer au moment même où l on prétend l exalter? Ou l’honorer alors qu’on voudrait s’en débarrasser pour toujours ? Au moins deux espèces de personnes ne s’embarrassent pas de ces difficultés : le fondamentaliste et l athée. Tous deux parlent de Dieu à tort et à travers. Si bien que deux autres types vont s’insurger contre une telle arrogance : l’agnostique et le chrétien enfoui. Tous deux prennent le parti de ne plus en parler du tout. Et puis il y a ceux qui ne se retrouvent pas dans le quadrige de ces factions. Ceux pour qui l’on ne peut parler de Dieu, mais pour qui l’on peut encore moins se taire. Et les voici qui bégayent, bafouillent, balbutient, clowns qui doivent témoigner de ce qui les surpasse… Ils sont envoyés comme hérauts du «Royaume», alors qu ils font leurs courses chez Leclerc. Ils sont désignés comme «lumière du monde» alors qu’ils cherchent l’interrupteur de leur chambre. Enfin, ils se savent fils du Dieu infini et néanmoins fils de Lucette et Ferdinand, finis, extrêmement finis…

      1. ….per lo meno, dentro, ci siamo, gosso-modo, un po’ tutti. che non si ha ritegno o imbarazzo di parlare delle cose di Dio: fondamentalisti e atei, agnostici, e cristiani allo sbando, e poi tutti i chiacchieroni di tutti i generi (tra cui anch’io)!
        Sì, è così, tutti presenti!!!

    1. Sempre a proposito di funghi, se passate da Siena fate un salto all’Accademia dei Fisiocritici per ammirare quasi duemila tipi di funghi riprodotti al naturale in terracotta:
      http://www.accademiafisiocritici.it/index.php/it/sezione-botanica/42-museo-di-storia-naturale/altre-collezioni/136-collezione-di-funghi-in-terracotta

      [E in tema di sacerdoti che erano anche scienziati di genio, andateci anche per conoscere il poliedrico abate Ambrogio Soldani, co-padre della micropaleontologia e dello studio dei meteoriti nonché, a tempo perso, sismologo…]

      1. Quanto deve la scienza a “sacerdoti-scienziati” che spesso operarono i quei “tremendi secoli bui” così come li chiama l’intellighenzia moderna!

  5. Caia

    La faccia del tuo bambino che stringe fra le mani il porcino colossale, è ancor più spettacolare del carretto carico!

  6. Erika

    Sulla questione dell’esistenza di Dio non saprei pronunciarmi.
    Posso pronunciarmi invece, e lo faccio, sulla meraviglia che è quel bimbetto nella foto. Da mangiarselo, altro che funghi!
    🙂

    1. sara s

      hai ragione Erika! Me lo mangio tutti i giorni, e lui anche fa con me… siamo gente di buon appetito 🙂

    1. Alessandro

      A proposito di scienziati che volevano demolire la fede, altri scienziati hanno scoperto che l’analisi al carbonio 14 condotta nel 1988 sulla Sindone è “la più grande truffa scientifica di tutti i tempi”:

      “Ricostruiamo brevemente la storia. Tre laboratori (Tucson, Zurigo, Oxford) ebbero qualche minuscolo frammento della Sindone per datarlo con il C14. Il risultato degli esami, compiuti in una continua e persistente violazione delle procedure, che ha gettato un’ombra pesante sulla serietà dell’ente di coordinamento, il British Museum – disse: dal 1290 al 1360. Ma i “dati grezzi” degli esami, cioè le cifre di base che sono servite a stilare il rapporto non sono mai stati resi pubblici.

      Francesca Saracino e Paolo Monaci sono giunti in possesso di una copia dei dati grezzi del laboratorio dell’Arizona e dei dati grezzi parziali degli altri due laboratori). La diocesi di Torino ha chiesto ripetutamente i dati grezzi dei laboratori, per poter verificare la correttezza delle procedure seguite, ma non è mai riuscita ad ottenerli.

      Conti [professore di statistica Pierluigi Conti dell’Università La Sapienza] dichiara che nel rapporto pubblicato da Nature, coerente con i dati grezzi esaminati, “c’è un errore aritmetico”.”…

      http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/sindone-18725/

  7. Anna

    Sara, leggere quelli che scrivi e sempre uno spasso e una gioia!! Ma che blog e’??? Un abbraccio e a presto! Anna Paolo sofi Pietro

  8. Stefano.ch

    Bellissimo il tuo post, Sara. E un po’ di invidia per i tuoi porcini ce l’ho anch’io. Comunque sospetto che anche da te, come qui da me in terra elvetica, i porcini vengano snobbati, mentre tutti diventano lirici appresso agli Eierschwämme (i nostrani “galletti”).

    1. sara s

      eppure li conoscono, li comprano secchi nei supermercati… io non capisco! E’ strano che un’abbondanza del genere sia snobbata e non sia dentro la tradizione locale. Mi dispiace per loro, che piuttosto li schiacciano nel proprio giardino col tosaerba…! Cosa si perdono… Almeno gli svizzeri si godono i finferli… mah!

      1. Nicoletta

        Non l’ho molto capito questo post, sara’ che non amo particolarmente i funghi, che non li so distinguere, che l’ho cucinati solo una volta e il risultato non mi ha fatto impazzire, che a mio suocero, operato al fegato, li hanno descritti come un veleno assieme al tartufo. Va be’ credo che il succo fosse che Dio sta nelle piccole cose, solo che il Suo Sorriso io lo ritrovo in un tramonto, nel cielo completamente azzurro (che mi ha regalato anche il giorno del matrimonio!) in una notte stellata, negli occhioni languidi di un cane, nella risata buffa di mio marito; ma capisco che una famigliola di funghi, per chi li ama, forse da’ la stessa gioia! 🙂

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