La mia vita questa settimana è uno spot della legge di Murphy. Ed è appena cominciata. Per precauzione vorrei attenderne la fine stando con un secchio in testa sotto al divano, ma non posso perché dovrei ogni giorno portare una figlia a fare cure contro la sordità rinogena all’estremità orientale di Roma e conseguentemente andare a lavorare all’estremità opposta della stessa città (quattro ore minime di traffico); la nostra famiglia è sottoposta all’emergenza di due feste di compleanno di due figli, un saggio di fine anno, una finale di calcio, una festa, una gara allo stadio olimpico, una visita medica, un colloquio con una prof e qualche altra cosa che adesso vorrei tentare di dimenticare.
Chiaramente, grazie a Murphy, in questi giorni di ricorrenze e congiunture astrali ci sono i lavori per la nuova caldaia e la nostra tata ha la broncopolmonite (oltre a spremere il povero consorte anche più del solito, sarò implacabile con la nonna e la zia e con chiunque altro mi capiti a tiro; se vedete il mio numero sul display non rispondete: vi sto per chiedere di fare un salto in farmacia o di accompagnare qualcuno in un luogo lontano e senza parcheggio, o almeno di spalmare una quarantina di tartine, eliminare dal salotto tracce degli operai).
Interrompo la lamentazione perché so che si tratta solo di fatica, niente di drammatico e soprattutto perché so che niente allontana più le persone delle lamentele: quando sei pronta ad ascoltare qualcuno presto si appoggia a te, quando vuoi solo brontolare si dileguano un po’ tutti. E giustamente. Che pizza le lamentele, e come sono belle invece le persone che sanno dare anche quello che non hanno, la speranza, la forza, l’energia quando vorrebbero solo darsi un colpetto di martello in mezzo alla fronte e accasciarsi per una mesata secca.
Madre Teresa di Calcutta distribuiva speranza negli abissi del buio quando lei stessa era nel profondo della notte oscura, e nessuno lo immaginava lontanamente. Quanto a me e mio marito, niente di drammatico, niente lebbrosi da lavare, niente moribondi da ripulire dai vermi.
Anche io però nel mio piccolo ho capito una cosa, mentre cercavo di spiegarmi il mio inconsulto buonumore: ci sono dei periodi, per esempio quando si ha un neonato, in cui uno, una di solito, cerca solo di arrivare alla fine della giornata, senza scopi personali. Quando speri di tenerti qualcosa, magari anche un’ora di tempo per te, ti ci attacchi ferocemente, e se ti viene a mancare ti innervosisci. Ci sono fasi, feconde e faticose, in cui l’obiettivo è al limite andare in bagno. Si vive consegnati, senza cercare di tenere niente per sé. E’ questo che, paradossalmente, rende felici. Fare cose che siano piene di senso, e che siano per gli altri, possibilmente mantenendo il filo diretto con Quello che il senso lo dà. Questa è per me l’incarnazione di quella frase del famoso libretto di istruzioni (il Vangelo) che parla del chicco di frumento che dà frutto quando muore.
Approfitto di questo post lamentatorio per dirvi che mi sono risolta a chiedere aiuto a due o tre persone per continuare a mantenere in vita il blog senza lasciarci le penne. L’ho deciso dopo la craniata data contro il tavolo scrivendo a notte fonda. Dal 1 giugno quindi sarò affiancata da altre persone che vi presenterò nei prossimi giorni, prima devo chiamarli per essere sicura che nessuno abbia deciso di abbandonare l’impresa (ehi, mica mi lascerete come un cane in autostrada?). Il fatto è che vorrei anche provare a scrivere il secondo libro, e nel frattempo evitare che i ciuffi di polvere di casa mia mi comincino a parlare in modo strafottente.
Approfitto del post anche per fare gli auguri al mio Tommaso che oggi compie dodici anni: ho sbadatamente partorito due figli in due giorni consecutivi (a tre anni di distanza). Auguri, o essere più distratto del pianeta, ragazzo bellissimo e buffo che se ti chiedo dei compiti mi rispondi “non sono una recluta, sono un ranger, signore”, ex bambino che legge i giornali e vuole sapere cosa in realtà c’è dietro, e io ormai da tempo non so più rispondere alle tue domande, faticosissimo intreccio di irruenza e insicurezza, povero primogenito sul quale ho sperimentato tutti i miei errori (mi avevano detto che il primo era una prova, che lo fai e poi lo butti. Ma io, con tutti i miei errori, ti tengo, e ti voglio esattamente così come sei!)
A noi blogati va bene la tata! Tommaso il ranger, Bernardo il filosofo, Livia la principessa e Lavinia la rosa, hanno assoluta priorità!
A te tutta la mia comprensione, ne ho uno solo e in questo periodo manco fossa la segretaria di un manager per incastrare tutti gli impegni famigliari…
Auguri Tommaso!
Auguri a Tommaso e alla sua mamma, della quale attendiamo tutti con ansia il secondo parto (librario)
Allora sei normale!!! obiettivo riuscire ad andare in bagno….eh! Solo chi c’é passato sa cosa vuol dire 🙂
Auguri a tommaso. Buona giornata!
Ps peró quando arrivi alla frutta è vero che sarebbe meglio morire come il seme e dare frutto, ma forse prima di arrivare alla santità se riesci a rubare 10 minuti, per uscire di casa e fare il giro dell’isolato, non fai male a nessuno e magari quando torni riesci anche a morire sorridendo 🙂
…..quando vorrebbero solo darsi un colpetto di martello in mezzo alla fronte e accasciarsi per una mesata secca.
Buongiorno Costanza, ti ringrazio per aver fotografato esattamente il mio stato d’animo!!
Anche io dalla metà di giugno avrò una nuova truppa , perchè i figli presto staranno a casa : io , io e io, insomma un potenziamento di me, e non è una buona cosa. A dire il vero quest’anno il Conservatorio mi sovviene regalando a mio figlio un giugno pieno di esami e a me qualche giorno di libertà in più dal vederlo spaparanzato a casa (spero non bocciato).
Ma veniamo a Tommaso : me lo ricordavo il suo compleanno !!! Tanti auguri, primo figlio come il mio, incastrato fra i desideri di mamma e papà e tanta voglia di far niente, o di sognare, spero…
Scappo a scuola : educazione all’affettività in due quinte elementari…Costy sarai fiera di me 😉
Auguri Tommy!!!!
io non oso lamentarmi perchè vedo che sono circondata da chi ha problemi ben più grossi dei miei… tra figli numerosi e lavoro a decine di km da casa. In compenso utilizzo il mio tempo per tenere in un aspetto umano e accogliente la casa, o per preparare qualcosa di commestibile la sera quando siamo tutti insieme. Forse è un po’ poco ma questo mi tocca, in attesa che Murphy mi presenti il conto anche nelle mie quotidiane rognette.
Ovviamente Costanza ha tutto il mio appoggio per ora solo morale, ma se me ne chiedesse uno materiale sarei pronta a fare cio’ che è nelle mie possibilità di residente della provincia. (almeno per ora vivo solo occasionalmente il terrificante traffico della capitale…)
LUIGI: allora, scuola a MESTRE (SCUOLA ALBERGHIERA?)
dintorni nei 50-100 km. da Venezia:Padova, Treviso, Castelfranco, S. Donà,Abano, Bassano del Graspa,
Marostega, Castelcucco, Valdobiaddene,Pederobba, Crespano, Fener, Vidor, Thiene…GHE SEMO QUASI?
Ti ta morti cani bueo marso, to sorea sfondrada (la mare no se toca).
Asa perder, gnente se vero de queo che ti ga scrito e gnanca al diaeto che son drio scriver xe queo mio.
Alvise guarda che non è per nulla importante chi, cosa, dove e come. Non ho nulla di interessante per gli altri. Vedi, ora anche Costanza giustamente ci molla perché la vita è una e ci sono cose più o meno importanti. Scrivo, scrivo e magari la bambina è lì che mi guarda e io ho perso quel suo sguardo che non farà più.
e tanti auguri al grande Tommaso!! 12 anni è come dire un giovane uomo!
dalla foto si direbbe che assomiglia molto alla mamma, ma io non conosco il papà, perciò…
cara Costanza, per tutte queste cose insieme c’é una soluzione, quella che ha investito la sottoscritta la settimana scorsa: placche in gola e febbre che non perdona!!! ma perfavore, subito dopo la festa di Tommaso e Bernardo.
Auguri a Tommaso e buon proseguimento per tutto!
Ah, tanti auguri a Tommaso (e in ritardo anche a Bernardo!). Trovo che l’umorismo paradossale e la voglia di sapere “cosa c’è dietro” alle cose siano due caratteristiche strettamente intrecciate! Lo affido perciò al suo Patrono, l’Aquilante Angelico Dottore.
“Chi pone una domanda vuole una risposta, chi si lamenta vuole solo sentirsi dire che ha ragione” è una frase che mi disse un amico, c’entra poco ma il post me l’ha fatta tornare in mente, che aveva stroncato tutte le obiezioni che ponevo.
Il periodo di fine anno scolastico è terribile per ogni genitore con figli piccoli per districarsi tra saggi scolastici e sportivi, cene/pranzi/merende di fine anno e concentrazione di feste di compleanno (perchè subdolamente tutti coloro che hanno figli, unici, nati nel periodo estivo anticipano la festa per evitare traumi alla creatura) (grazie al Cielo sono il papà ;-))
AUGURI A TOMMASO!!!!!!!!!!!!
Mi è appena arrivata questa mail circolare e ve la propongo per ridere un po’
SCOPRI di vivere nel 2011 quando :
1. per caso batti la tua password sul microonde
2. sono anni che non giochi al solitario con carte vere
3. hai una lista di 15 numeri di telefono per chiamare una famiglia di 3 persone
4. mandi una mail al tuo collega che ha l’ufficio vicino al tuo
5. hai perso contatto con i tuoi amici o familiari perchè non hanno indirizzo e-mail
6. arrivi a casa dopo il lavoro e rispondi al telefono come se fossi ancora in ufficio
7. fai lo zero sul tuo telefono di casa per prendere la linea
8. sei al tuo posto di lavoro da 4 anni ma hai lavorato per 3 imprese diverse
10. tutte le pubblicità tv hanno un indirizzo web sullo schermo, in basso
11. vai nel panico se esci da casa senza il cellulare e torni indietro a riprenderlo
12. ti alzi la mattina e la prima cosa che fai è accendere il PC prima di bere un caffè
13. provi ad aprire il portone di casa con il badge dell’ufficio
14. stai leggendo questo testo, sei d’accordo e sorridi
15. peggio ancora, …….sai già a chi rimandare questa e-mail
16. sei troppo occupato per accorgerti che non c’è il numero 9 in questa lista
17. subito guardi il messaggio per vedere se c’è o no il numero 9 nella lista
Non so quanto siete tecnologizzati voi…. io a parte la password sul microonde le ho fatte tutte!
Alberto: vorrei tanto essere un papà anche io in certi periodi dell’anno 🙂
carino!
pensa che dopo aver fatto per anni la segretaria in una agenzia immobiliare mi capitava ancora dopo mesi di auto-licenziamento di rispondere con la formula di rito anche al telefono di casa mia….
ora invece sono padronissima delle funzioni del mio microonde…. casalinga disperata ma non troppo! in fondo meglio sapere quale impostazione ci vuole per cuocere le cotolette panate che essere alienata al telefono!
http://youtu.be/obaxktkyoVM
Bellissima!!! 😉
Non so se è più geniale questo simpatico titolo o quello de “La pera ed altri misteri”. Mi associo: Murphy anch’io. No, tu no! 🙂
LUIGI!!!!
Ti se ti che te fe i misteri!!! Mi gavevo solo sercà quale che gera el posro dove che gera che te stavi, Vigodarzere, Campodarsego, Camposanpiero, Villa del Conte, S.Giorgio delle Pertiche, Fratte Centro, Cttadella, Rossano, Rosà, Bassano, Sandrigo, Portogruaro, jesolo, come fasso mi a saverlo? e poi si te gà perso el soriso de una putéa, chissà cossa che ghe xe che te aspeta drio el canton!!!!!
Con google ho tradotto in inglese, a beneficio di eventuali utenti anglofoni del blog:
You if you that you fe mysteries! I just serch gavevo whatever el gera gera POSR where that which you were, Vigodarzere, Campodarsego, Camposanpiero Villa del Conte, St. George of the pole, Fratte Center, Cttadella, red, pink, Bassano, Sandhurst, Portsmouth, jesolo, as Fasso saverlo to me? and then you lost gà el de una Soriso putèa, Cossa who knows that you expect that ghe xe drio el canton
ti stai candidando ad essere lo sgabinato del blog? guarda che il primo posto è sempre di Alvise e penso che sarà difficile scalzarlo dal podio!
No, per carità,
UBI MAIOR MINOR CESSAT
cioè, a beneficio dell’anglofono non latinofono,
CEASES WHERE THERE IS GREATER LESS THAN THE
UNO SPETTACOLO!!!!
A PROPOSITO, ALESSANDRO: ti riecirebbe a te (a proposito della scuola di ieri) mettere quelle animazioni della scuola TREMENDA dal film THE WALL?
Sarebbe di aiuto…
SPETTACOLOSO SEI STATO!!!!!!
round the corner
Cotesta?
http://dailymotion.virgilio.it/video/xla9p_pink-floyd-another-brick-in-the-wal_music
“Ci sono fasi, feconde e faticose, in cui l’obiettivo è al limite andare in bagno. Si vive consegnati, senza cercare di tenere niente per sé. E’ questo che, paradossalmente, rende felici.”
Mi sono riletta questa frase del post dopo aver visto a “tg2 costume e società ” un servizio che parlava di come la gente utilizza la pausa pranzo per dedicarsi a interessi più disparati (corso di mosaico, pilates,…): questa ora è definita dai sociologi come FELICITA’ INTERSTIZIALE. Mi è venuta una tristezza…. possibile che oggi ci si rassegni ad un ritaglio per essere felici? non si può pretendere di essere felici sempre, anche nel tempo del lavoro più apparentemente banale?
La definizione di FELICITA’ INTERSTIZIALE già mi rende infelice. Ma come parlano ‘sti sociologi?
Giuliana, sì, mi sembra che ci siano due tipi (semplificando) di persone: 1) quelli della felicità bagatellare (interstiziale) della pausa pranzo (tutto il resto è noia, allora mi ricavo uno scampolo residuo di felicità), che si accontentano così; 2) quelli che non sanno che possa significare felicità e cercano di assaporarne un surrogato angariando il prossimo (angherie in senso lato, non è questione di status sociale; angheria è anche la mamma che ti dice “chiamo il telefono azzurro” perché tuo figlio piange per non aver ricevuto il leccalecca). Però 1 e 2 si possono trovare anche nella stessa persona…
allora un sadico che si diletta nella pausa pranzo a tormentare gli altri forse tende alla felicità? mmmmm…
Forse a suo modo sì. Però non sono un esperto (men che meno un sociologo della felicità), quindi posso anche sbagliarmi di brutto. Stretta la foglia larga la via dite la vostra che ho detto la mia
tutti in qualche modo tendiamo alla felicità….ma cosa significa essere felici?
“Fare cose che siano piene di senso, e che siano per gli altri, possibilmente mantenendo il filo diretto con Quello che il senso lo dà. ”
Il Genio lo ha detto meglio di quanto potessi dire io!
Una mia amica ha letto la seconda di copertina del libro di Costanza dove c’è scritto “cattolica quindi quasi sempre di buonumore” e mi ha detto “io pensavo che i cattolici fossero musoni, sempre afflitti” ma le ho chiesto di rimando “come si fa’ ad essere tristi se sappiamo che c’è Qualcuno che ci costruisce ogni giorno, e ci ama, indipendentemente dalla nostra miseria?”
PAusa pranzo? Felicità intestinale…
Madre sgabinata stressata motorizzata
praticamente Costanza mentre accompagna i figli a scuola dopo aver passato la notte a scrivere! mi sa che per la sicurezza dei suoi familiari è meglio che si trova un aiuto per il blog!
Hai verbalizzato perfettamente il messaggio!
AUGURI TOMMASO, E OCCHIO ALLA STRADA!
E timbrare l’entrata al lavoro col Bancomat incazzandosi ferocemente perchè sul display compare ‘errore entata- uscita’?Oppure riporre il cordless in una scatola da scarpe nell’apposito armadio ed essere costretti a ricomprarlo perchè non più rinvenuto fino al cambio di stagione( suono non udibile a causa del perfetto isolamento)?E ancora mettere il libro che stai leggendo nel freezer al posto della scatola di pisellini primavara e seppellirlo ben bene fra le provviste per estrarlo inutilizzabile perche fracido al primo riordino per crollo del freezer medesimo?E poi cannare non una, non due bensì tre uscite dell’autostrada risvegliandosi sotto il cartello ‘Gallarate’ domandandosi ‘che ci faccio qui?’.Sono geneticamente distratta e vivo con l’orso più distratto del mondo e ne è risultata una somma non algebrica ma logaritmica in verità a volte faticosa. Comunque Wile E. Coyote è il mio idolo da sempre: ho poster, magliette e gadget vari:rappresenta l’essenza della mia vita. Inseguimenti inutili dell’odioso roadrunner che finiscono sempre con volo+incudine sul cranio o con ACME e pelo bruciacchiato e occhio a mezz’asta.L’importante è cercare sempre di cogliere il lato comico delle cose e prendere in giro soprattutto sè stessi :io ci provo sempre. Non possedendo il libretto di istruzioni la fantasia corre libera e indisturbata , spesso a vuoto ma va bene così.Vi capisco tutte voi madri trafelate , col senso dell’inadeguatezza. Quando mi guardavo allo specchio e vedevo occhio spento e capello improbabile , pallor mortale e tutona antistupro il mantra era: è un tunnel forse lungo ma in fondo c’è sicuramente la luce, l’importante è(parafrasando Tarzan) non mollare la liana.Ancora adesso che la luce l’ho vista da un pezzo godo la libertà di tornare a casa quando mi pare e altre piccolezza del genere. Siccome sono distratta però mi è capitato ancora non molto tempo fa di svegliarmi di soprassalto un pomeriggio che dormivo dopo aver lavorato di notte e di dire :’Aiuto devo andare a prenderli a scuola!’
Auguri Tommaso!
“Ancora adesso che la luce l’ho vista da un pezzo” quindi verrà il giorno in cui si vedrà la luce???
Un anno al mare di tanti anni fa girava la maglietta di Wilie E. Coyote che tendo per il collo Beep Beep gli diceva: ” fai beep-beep adesso bastardo!”.
Ovviamente da buon fan del suddetto personaggio quando sono andato per comprarla era finita…
Come mi sento sollevata!!!
Bi bi…
Alvise hai ragione, faccio misteri per nulla. A parte che ormai hai detto i nomi di tutti i paesotti veneti senza indovinarne uno. Te si scarso.
Chiedi a Giuliana Zimucci o Daniela Corb. da dove vengo. La me paura xe che un barbon come ti al vegne e el se piante a casa mia. Dopo se dura mandarte fora soprattutto se ti si simpatico.
Ma comunque te ti xe del Veneto, ciò!!
E mi che stago in Trentin, mi te vegno a trovar!!
TI TE XE’ CONTENTO???????
🙂
Vegno mi in Trentin. Se sei di Trento andiamo al Vo a mangiare, se sei di Rovereto andiamo al Mart che c’è una bella mostra adesso. Se abiti più su andiamo a farci una sauna.
Mi stago a Trent ma non sò de Trento, per carità!!
Vada per il Vò!
Al me paesotto no xe mia Roma o Milan, te me cati subito.
ZERO BRANCO? ASOLO? MONTEBELLUNA? CONEGLIANO?
VICENZA? MONTECCHIO MAGGIORE? AGORDO?
ALESSANDRO: GRAZIE PER IL FILM!!!
Non rende bene l’idea di scuola, di tortura, di sadismo,
di buio?
YES!!!!
Si’, lo so, sono una MERDA, ma…
Costanza, perché “il secondo libro” , per quale ragione,
a ogni modo chiedi a me prima di accingerti, ti potrei anche dare dei suggerimenti per non scrivere un seguito di questo…Non che questo, nel suo genere, non sia stato, a suo modo, in un certo senso, comunque, in definitiva, tutt osommato, un caolavoro, intendiamoci!!! Ma ascoltare anche gli altri(ME) prima, potrebbe anche essere che non fosse sbagliato, credimi!!!
“AGORDO?”
http://www.youtube.com/watch?v=Z1wbZLLkHwg
e mo’ come me la tolgo ‘sta canzone dalla testa mentre lavoro? Ad Agordo è così…. quando la sentivo tanti anni fa pensavo che fosse un posto inventato
AGORDO-CENCENIGHE-ALLEGHE….
Radici e fasoi, bigoi in salsa, poenta e capriolo, cunicio in tecia, la renga alle Ceneri (ecco quest’ultimo indizio l’avevo già scritto un mesee mezzo fa ma forse non l’avevi colto), boschera, bianchetta, clinton, rismi, fragolin…
CURTAROLO, SCHIO, LONIGO, S.MARTINO BUONALBERGO, VERONA,
TREBASELEGHE, BUSSOLENGO….
GIULIANA “come si fa’ ad essere tristi se sappiamo che c’è Qualcuno che ci costruisce ogni giorno, e ci ama, indipendentemente dalla nostra miseria?”
eppure riusciamo a essere tristi nonostante questo.
Ma poi non è stato triste anche Gesù? Io non riesco a farmi portatrice di un cattolicesimo tutto sorrisi e buonumore ad ogni costo! Ci ho provato, e anche a lungo, ma non funziona, non gira, si inceppa.
Però forse la felicità vera si trova anche nella tristezza, nella stanchezza, nel bagde usato al posto del bancomat, nel pianto sconfortato a fine giornata quando tutti finalmente si possono permettere di andare a letto ma tu hai ancora i piatti da lavare, i panni da stendere e gli zaini da controllare mentre l’amica in crisi ti telefona e pretende che tu le riservi il meglio delle tue attenzioni e tu l’ascolti che si rovina la vita mentre cerchi invano di ricordare se hai chiamato il dentista per spostare l’appuntamento oppure no. No, non mi sento di dire che sono di buonumore sempre, e neppure quasi sempre, e ammiro chi riesce a sorridere e a pensare al senso di quello che fa e allo sguardo di Chi ci ama davvero anche quando proprio siamo in riserva e ci siamo rotti di piegare mutande e calzini (io però non li piego i calzini, voi?)
No, non mi sento di dire di essere di buon umore eppure forse forse (dico solo forse, non ne sono sicura) anche nell’incazzatura, nella tristezza, nello sconforto si può essere felici. Oppure no? Perchè se no allora mi sa che non sono proprio una cattolica di quelli bravi. Perchè musona non sono e infatti rido e mi diverto un sacco, ma tante volte piango e strepito e litigo pure con Gesù oltre che col marito e gli amici e i colleghi.
io non stiro e non piego calzini, mutande, maglie intime mie e dei bambini, stracci da cucina, asciugamani,e le lenzuola le stiro piegate…. praticamente solo l’essenziale!
Volevo dire che essere cattolici almeno per me non è che è avere la paralisi facciale a forma di sorriso! anche io nel mio piccolo m’incazzo, e spesso. Ma di fondo non mi passa mai quello sguardo positivo sul mondo perchè so che l’ultima parola non ce l’abbiamo noi. Anche davanti alle notizie più brutte, credo fermamente che in fondo al tunnel ci sarà una luce. Anche il mio carattere come quello della cassiera della COOP di Alvise è forse molto solare, mi piace ridere, ma secondo me davanti alle banalità del male anche il carattere più estroverso rischia di essere travolto. Quindi ci deve essere qualcosa d’altro! Anche io ho passato dei momenti di buio terribili, in particolare dopo la nascita del mio secondo figlio, quando la neonatologa mi disse senza mezzi termini che sospettavano un danno neurologico con conseguenze imprevedibili. Ho passato mesi a capire che cosa poteva essere di lui, se avrebbe camminato o no. Eppure la certezza che Qualcuno voleva il mio bene anche nelle circostanze più brutte non mi ha mai lasciato. Il carattere non basta. Se avessi avuto solo un bel carattere penso che a quel colloquio mi sarei disperata fino all’esaurimento.
Mi associo su stiro e appretto : però non stiro le lenzuola. La regola adottata è : sis stira solo quello che si usa per uscire
😉
“La tristezza è una nota inevitabile e significativa della vita, perché nella vita, in ogni suo momento – e tanto più quanto più è intenso il momento – tu hai la percezione di qualche cosa che ancora ti manca; la tristezza è un’assenza, sofferta.
Che cosa rende buona la tristezza? Riconoscerla come significativo strumento del disegno di Dio. Il disegno di Dio implica questo: implica che la vita sia sempre, in qualsiasi caso – e tanto più quanto più impegnata, quanto più apparentemente soddisfatta – soggetta alla percezione di qualcosa che manca. Ed è provvidenziale questo per farci capire che, come diceva Pär Lagerkvist, non c’è nessuno che risponda alla voce che grida nel vuoto del mondo; ma perché c’è la voce, perché c’è il grido? Che la vita sia triste è l’argomento più affascinante per farci capire che il nostro destino è qualcosa di più grande, è il mistero più grande. E quando questo mistero ci viene incontro, diventando un uomo, allora questo fascino diventa cento volte più grande. Non ti toglie la tristezza, perché il modo con cui Dio diventa uomo è tale che l’hai senza averlo, l’hai già e non l’hai ancora. A noi sembra che sia così, perché non lo vediamo – io come vedo te non vedo Lui –, so che Lui è qui, perché ci sei tu, perché ci siamo noi. Ma anche per i primi discepoli era tale e quale: per i primi discepoli Cristo era un uomo qualsiasi, un uomo come gli altri.
La tristezza è la condizione che Dio ha collocato nel cuore dell’esistenza umana, perché l’uomo non si illuda mai tranquillamente che quello che ha gli può bastare.
Avevo spiegato così, io, il tema. Tutto il resto, come i pensieri che hai fatto tu, sono giusti, ma la ragione vera del nesso tra tristezza e vita è che la tristezza è parte integrante non della natura del destino dell’uomo, ma dell’esistenza dell’uomo, cioè del cammino al destino, ed è presente ad ogni passo. Quanto più tu ami questo passo, quanto più questo passo è bello per te, quanto più è incantevole per te, quanto più è tuo, tanto più capisci che ti manca quello che più aspetti.” (Si Può Vivere Così – don Luigi Giussani)
appunto… volevo solo riportare un’esperienza personale per dire che cosa è la tristezza per me e perchè mi sento felice
tristezza=nostalgia?
Si.
La figlia di ns. amici (9 anni)andando a letto dopo una bella giornata passata alla festa di un’amica andando a letto è scoppiata a piangere, la madre preoccupata le ha chiesto cos’era successo e lei: “non capisco mamma è stata una giornata bellissima ma è come se mi mancasse qualcosa”
E’ indole e non la è: anche l’indole finisce nel crogiolo a fondersi, raffreddarsi, reindurirsi, fondersi ancora… Me la sono ritrovata cambiata più volte di quanto avrei mai pensato! Eppure il suo nocciolo invincibile è sempre quello. E’ vero: anche a me è capitato di dirmi “ma guarda questa persona e quest’altra, come son sempre allegri, allora se son cattolico devo esserlo così anch’io”. No, così non va, perché vuol dire mettersi davanti a Dio e voler sapere cosa farà di noi, e invece “a ciascun giorno basta la sua pena”.
E’ come la questione delle passioni, se son buone, se son cattive… c’è solo un modo di risolvere: tenere sempre gli occhi fissi sul Signore e rendere tutto uno strumento verso di Lui. Perché la passione, il piacere, può essere pericoloso? Perché è cattivo? No, ma perché possiamo finirci invischiati, nel momento in cui ne facciamo un fine, da godere in quanto tale. Affinché ogni cosa sia un mezzo, bisogna proprio acquistare quasi una… “quotidiana visione soprannaturale”. Ah!, se è difficile!!! Ma penso sia l’unica strada. Tutto mi porta a un solo Fine. Allora tutto ha un altro senso. E poi questa vita è la vita della fatica: non mi risulta che ci sia alcun obbligo né diritto alla felicità completa, ma piuttosto una tensione continua verso l’Alto.
CHE TU SIA UN ESSERE UMANO NEUTRO COME ME FRANCESCA E TUTTI I PIU’ CATTIVI POSSIBILI? O non vuoi essere neutra?
“NEUTRO SARA’ LEI, CARO SIGNORE!!!” Io credo che tutto dipneda dal carattere, lo dicevo oggi a una commessa della COOP, mentre cercavo (vanamente, naturalmente) di indurla in tentazione, di portarla verso SATANA (donna sposata, con bambini, comunista, ma con bambini, incredibile, “O come l’è – gli dicevo – che te tu sei sempre così allegra? Te – (fiaccamente, scontatamente)gli dicevo – te tu ci devi avere qualche storia segreta, te tu devi essere più birbona di quello che tu voi fare sembrare – e cazzate, gli dicevo, di questo genere.
“No – mi ha detto- di storie ce n’ho anche troppe a casa mia,l’è quistione di indole, l’è l’indole che conta, non c’è verso!!!” Indole , ho pensato, indole, carattere, natura, fortuna, sì è proprio vero, chi è più contento e chi meno, non c’è CRISTI!!!
neutra no, proprio no. Mi ricordo quando studiavo che c’erano tre generi: maschile, femminile e neutro. Proprio il neutro mi sa un po’ di insulso.
Normale, anche mediocre forse, quello sì, ma pur sempre femmina, non neutra
(io però non li piego i calzini, voi?) Eccco, questo cammeo di FEFRAL, non è da solo indizio di un bravo scrittore? come anche la scrittura di LUIGI, di Alessandro, della signora Corbellini, di Paola, di Genoveffa, della signora Zimucci, del TEOLOGONE, di
Robert Redford Bratter, di tutti, mi sembra, che siate parecchio bravi, ognuno con il suo stile e le sue cose.
Io, invece, e non ammetto repliche, in me si sente troppo la voglia di essere bravo a tutti i costi, e quindi l’arzigogolatura, il ricametto, il colpo di scena (presunto) la ironia da sbadiglio, , la ripetizione esiziale (ecco questo: ” la ripetizione esiziale” è un esempio tipico!!!
BRUTTO DENTRO E BRUTTO FORI
UNA VITA DI DOLORI.
Non ammetto replicaaaa!!!
e io replico!
che ne sai tu cosa si sente quando si legge quello che scrivi? lascia che giudichino gli altri (io però mi astengo dal giudizio :-))
BRAVA!!!
LO sai, ad ogni modo, la cosa che mi dà più noia? che qualcuno mi approvi, che creda in me, che gli sia gradito, non lo sopporto!!!
Prima cosa non ci credo a chi me lo dice e poi non lo credo in assoluto, e allora mi dà noia, mi indispone, mi fa stare male, mi mette nell’imbarazzo, mi pesa , mi disturba, non mi riguarda, è una cosa sbagliata,
suona fesso, stonato, brutto!!!
E’ anche per questo che nel mio BLOG (ma credo che sia anche questa una forma di pretenziosità)non ci metto altro che citazioni di autori, da leggersi e basta, senza giudizi, senza discussione, non c’è nulla da discutere, da approvare, sono pezzi di scritti vari allo stato brado, senza messaggi (che brutta parola)senza valutazioni, analisi, nulla. Ma anche così è troppo: è come se uno volesse dire: ecco, guardate io come sono bravo a scegliere questi bei pezzi etc.etc….
sai che provo esattamente la stessa cosa? E’ facile cadere nella trappola di cercare il consenso anche quando ci infastidisce il giudizio (pur buono) degli altri.
Ma allora basta guardarsi allo specchio, prendersi un po’ per il culo, e poi tornare a fare le cose che ci piace fare: scrivere in un blog per esempio, per il puro piacere di farlo, e non per dire cose intelligenti e profonde, anche se poi a volte si dicono cose intelligenti e profonde e a volte cagate perchè quando parli di quello che sei e non di quello che vuoi apparire è normale che tutto venga un po’ mescolato, il sacro e il profano, il serio e il faceto. Io non ho un blog mio per esempio, perchè mi sentirei un po’ in dovere di scrivere cose sensate, con un filo logico, strutturate. Che qualcuno legga e dica “che brava questa” o anche “che cogliona” ma che dica qualcosa. Però mi piace scrivere, nascosta dietro un nick, e conoscere le persone da quello che scrivono, leggere tra le righe (trovo molto divertente leggere tra le righe scritte piuttosto che tra quelle dette). Conoscere persone, vite, confrontare idee, scoprire che in fondo siamo un po’ tutti uguali, credenti e non credenti, comunisti e non, insegnanti e genitori, single e sposati. Che la vita è un po’ una merda a volte, ma spesso no, e che forse si può essere felici anche in una giornata un po’ schifosa come questa.
Però quella del cattolico quasi sempre di buon umore continua a non convincermi del tutto. Felicità e buonumore sono due cose un po’ diverse, credo. Io sono molto cattolica, ma oggi sono davvero di umore pessimo
Noi siamo bravi, ok e grazie, MA TU SEI STRAORDINARIO!!
E NON AMMETTO REPLICHE!!!
LUIGI: allora? questo posto? dov’è? come si chiama?
Prometto che non verrò mai a trovarti, stai tranquillo, ma mi piace sapere i nomi dei posti, dove sono, come ci si arriva, no, non vengo, non ti devi preoccupare!!!
Vittorio Veneto
no ades te toca vegner caro, te speto se no va a cagar.
VEGNO!!!
Ci sono stata !!!
E ci tornerò
😉
Ho una carissima amica a Sacile…
Volete invece leggere cosa può venir fuori da una mente deviata? Leggete sul blogroll I SEGNI DEI TEMPI, che trovate qui in alto a destra,l’articolo di un BABBEUS MAXIMUS sulla catastrofe in GIappone…Provare per credere!
Ce ne son tanti sul Giappone, a che ti riferisci?
I SEGNI DEI TEMPI – IL Golgota di Sendai…
Sarebbe il caso di farlo commentare da un giapponese qualsiasi. Tu vuoi dire che una mente deviata la vede così mentre tu la vedi in modo diverso? Non è la sua mente ad essere deviata, è la tua durezza nei confronti di Dio, ma per quanto potrai sfuggirlo?
La tristezza e il muso fanno parte della mia vita eppure a me basta pochissimo per ribaltare la situazione, sono estremamente mutevole, penso che sia anche questione di carattere. Io so anche essere un perfetto bastian contrario, un antipatico e qualcuno qui se n’è accorto. Io faccio fatica a dare priorità alle persone pur sapendo che esse hanno la priorità su quello che dicono. Non transigo e sono intollerante più con gli altri che con me. Qualcuno qui diceva di non sopportare la parola intolleranza, ebbene io la interpreto molto bene. Questo mi porta a volte a non lasciarmi andare perché percepisco qualcosa che mi da malinconia. Io mi trovo a mio agio con le persone semplici e più di tutto con i bambini.
Eì vero quello che dice FEFRAL che si vede trasparire o anche, a volte, saltar fuori (LUIGI)il carattere delle persone dallo scritto, eccome! Sì LUIGI ci se n’era accorti che sei un RUSTEGO, ma ben vengano, allora, i RUSTEGHI!!!
Vorrei spiegare certi concetti in modo esplicativo ma il linguaggio risulterebbe osceno e non adatto a questo bel blog di Costanza, ma forse tu mi hai capito lo stesso. Con te è facile essere schietti perché ti sei ritagliato il ruolo di guascone irrecuperabile, a tal proposito sarebbe interessante però vedere quante di queste brave mamme ti inviterebbero alla cresima della figlia, sicuramente ti inviterebbero ad un revival dell’addio al nubilato.
Io avevo detto di non sopportare la parola TOLLERANZA,
non sopporto proprio l’idea di tollerare qualcuno. Siamo chiamati all’amore e all’accoglienza. Cosa assai più difficile… che ci riesco pochissimo!
Paola, Sacile e Vittorio Veneto hanno una cosa in comune pur essendo in due regioni diverse c’è “la sagra dei osei” (degli uccelli) in estate.
Uffa non ne azzecco una!
🙁
No Paola, l’hai azzeccata in pieno, sono vicinissime anche se una è in Friuli e l’altra è in Veneto, saranno 15 chilometri. Ma, chiedo all’admin, qui non si possono allegare foto?
Vedi che brutta bestia l’autostima bassa: ho subito pensato di aver sbagliato!!
ALVISE, per me è già leggenda la tua recensione delle 16.18 di “Sposati e sii sottomessa”: “Non che questo, nel suo genere, non sia stato, a suo modo, in un certo senso, comunque, in definitiva, tutto sommato, un capolavoro, intendiamoci!”.
Un giudizio nel complesso, alla fin delle fiere, in buona sostanza, in ultima analisi entusiasta!!!!
BISOGNA ANDARCI PIANO!!!!
“a tal proposito sarebbe interessante però vedere quante di queste brave mamme ti inviterebbero alla cresima della figlia, sicuramente ti inviterebbero ad un revival dell’addio al nubilato.”
Cresima figlia: giammai!
Addio al nubilato: ma no! Dice che è brutto, almeno per l’addio al nubilato rifacciamoci gli occhi!
Peró birra dopocena con piccolo gruppo di amici (4 o 5 non di più) secondo me si starebbe proprio bene
Io peró non sono una brava mamma…mamma sì ma così così.
Lascio la parola a quelle più brave di me
HO VISTO UNA FOTO DI BRAD PITT, sulla cpertina del Venerdì di Repubblica(..che il diavolo!) occhi sfavillanti zaffireggianti, tratti del viso perfetti, barba appena-appena-appena accennata sul mento, io lui inviterei, fossi voi!!!!
http://www.cinema10.it/wp-content/uploads/2010/07/brad-pitt.jpg
Brava Fefral, tu tieni sulle spine tuo marito, ti sarà sempre fedele.
mi è fedele, come io sono fedele a lui 🙂
niente spine, solo tanta libertà e fiducia. La fedeltà non è uno stato ma una conquista quotidiana.
LUIGI: Siccome sono stato, come ho gia detto (mi ripeto,
la vecchiaia) rinchiuso nel Collegio dei Padri Cavanis,
che il diavolo se li porti, considerato che ero, credo, un bambino parecchio difficile (invece ora!)allora, per questa ragione conosco quei posti del Trevigiano, a cui, mi sembra, assomiglia di più il tuo dialetto che di quello vicentino, più “sceto” dei miei avi, voi già tendete alle finali in -er, ma va bene lo stesso, nulla di male, solo per dire, c’era tanti ragazzi condannati rinchiusi insieme di Conegliano, dei paesi sul Piave, di Treviso, di tutta quella zona prealpina così colorata, vigne, castagni, verde, tanto verde, da sciopare dal verde che ghe gera, un saluto e brindisi con vino clinton (proibitissimo!!!)
proibitissimo e quasi introvabile, io lo trovo ovviamente.
A costo di farmi odiare :ma quanto mi garbi Alvise!Finalmente vieni fuori dallo stereotipo. Eppoi sei anche bilingue come me che parlo e capisco perfettamente il lumbard meglio di Bossi.
Constato quello che immaginavo :anche i cattolicissimi possono essere tristi, come era ovvio.
Il carattere nulla ha a che vedere con niente altro.Io sono afflitta dalla nascita da un brutto carattere:mi incazzo con una certa facilità e purtroppo,anche se con l’età ho imparato a dominarmi,divento paonazza così chi mi conosce capisce subito.Inoltre fin da piccola mi è sempre stato detto che sono indisponente per cui ci credo ciecamente e la comunioazione per me è un problema.Infatti mi viene abbastaqnza bene chiacchierare sul blog ma sono sicura che se ci incontrassimo,anche se mi farebbe piacere conoscere qualcuno di voi, difficilmente riuscirei a spiccicare parola.
Siccome sono convinta che volendo si può imparare quasi tutto ho messo in atto delle strategie di comunicazione, sperimentate per prova ed errore,dato che nel mio lavoro il contatto col pubblico è difficile e importante.
Sicuramente mi sono smussata ma tuttora sono piuttosto scarsa di sfumature : il bianco tendo a vederlo bianco e il nero nero.Essendo mio figlio molto simile a me i combattimenti sono piuttosto accesi anche se non frequenti e per me lui è un libro aperto perchè riesco a capire quello che gli passa per la testa.
La nascita dei miei figli ha giovato moltissimo al mio livello medio di felicità: non mi capita assolutamente più di toccare tristezze da fossa delle Marianne.In parte anche questo l’ho imparato : non volevo che i miei figli avessero una madre lamentosa e pignucolosa perche questi sono solchi che restano nel cuore.Altra cosa che ha giocato sulla felicità è l’accettazione dei miei limiti : pur avendo un livello abbastanza basso di autostima non vedo attorno a me solo giganti.Punto moltissimo sul mio lavoro ma lo faccio soprattutto per me stessa: sono palle i discorsi sulla ‘missione’ del medico. Se riesco ad affrontare bene una situazione difficile sono contenta per il paziente ma soprattutto per me.Di sicuro cerco sempre di dare il massimo soprattutto perchè non reggerei i sensi di colpa.Non saprei fare un lavoro non adrenalinico perchè rendo meglio dove si deve decidere tutto in pochi minuti e non c’è spazio per la noia. Spesso quelli che tiriamo fuori per i capelli non sanno neppure chi siamo ma questo non mi dispiace perchè non sopporto gli atteggiamenti dei ‘luminari’salvatori della patria
. A conti fatti però la cosa più bella della mia vita sono i miei figli : sono stati e sono la mia terapia contro i mali della vita. Voi c’avete il vostro Dio e il vostro Gesù: io c’ho due gemelli.
francesca…ho gli occhi che si chiudono ma voglio rispondere solo all’ultima frase, perchè penso davvero quello che ho scritto da qualche parte, che non c’è molta differenza tra credenti e non credenti. Tu hai i tuoi gemelli, io ho tre piccoli delinquenti. Gesù ce lo trovo nell’amore per loro, che è esattamente lo stesso amore che tu hai per i tuoi. Gesù non si sostituisce agli amori umani. Li spiega. Ma l’amore per i nostri figli è lo stesso amore di mamma. E io penso che un giorno, quando verremo giudicati, e tu ti troverai tra i buoni e riceverai in eredità il regno e ti verrà detto con gli altri “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.” e tu chiederai “ma quando mai ti ho fatto tutte queste cose? Io neppure ci credevo che tu esisti” allora ti risponderà “tutte le volte che hai amato i tuoi figli e hai fatto queste cose per loro l’hai fatto a me. Poco importa che non sapevi che lo facevi per me. Li hai amati. E per me è questo che conta.”
Ma sia io che te amiamo i nostri figli per se stessi. Nè io nè te lo facciamo per meritare il paradiso. Solo che forse io non mi sorprenderò quando quel giorno ti vedrò tra i buoni… spero di esserci anche io.
Buonanotte!
@Fefral: stiamo però attenti prima di dare patentini per il paradiso, visto che non possiamo neppure farlo per noi stessi. Ché poi magari chi ci legge rischia di prendere per buono quello che diciamo. Se quel che hai scritto fosse da prendere alla lettera, Gesù sarebbe relegato alla stessa importanza di un soprammobile di pessimo gusto, un Dio che un giorno ha deciso di fare una passeggiatina sulla Terra non si sa bene il perché.
Non è possibile conoscere il mistero di nessun cuore, ma dobbiamo ricordarci e ricordare che l’apostasia (peccato mortale) consiste esattamente nel mettere dentro il proprio cuore una creatura creata (non importa chi o cosa) assegnandole il posto che spetta a Dio, farne un “placebo di Dio”. E’ ovvio, certo, quando si sbatte fuori a pedate il Signore dal proprio cuore, prima o poi capiterà facilmente di metterci qualcosa d’altro. Questa è idolatria, l’adorazione che si tributa a se stessi attraverso altre cose o persone. Mentre “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre… e perfino la propria vita, non è degno di me” e anche “Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l’altra lasciata.” Lasciamoci inquietare da questi ammonimenti, dato che ne va del nostro destino eterno…
Roberto io non do patentini a nessuno. Ma quello che c’é scritto nel vangelo sul giorno del giudizio non l’ho inventato io. L’unico giudice è Lui. La fede è un dono. Dio è giusto. Se qualcuno non ha ricevuto il dono della fede non per sua colpa faccio fatica a credere che Dio gliene faccia una colpa. Diverso è il caso di chi rifiuta Dio, o di chi dispera. Ho solo scritto che non mi stupirei di trovare tra i buoni persone, come Francesca forse o tante altre, e magari non esserci io. Se io, che conosco Dio, mettessi al posto suo una creatura (cioè adorassi una creatura facendone il mio dio) farei sicuramente peccato mortale. Se una mamma ama i suoi figli fa la volontà di Dio, anche se lei non lo sa, e questo non lo dico io ma Gesù nel vangelo. Chi va in cielo e chi no lo sa solo Lui. Ma disperare della Sua misericordia e diffidare della Sua giustizia è anche quello peccato. Almeno credo…poi non sono prete nè teologo, nè niente. Solo una che prova tutti i giorni a non seppellire l’unico talento che ha ricevuto
Carissima Francesca,
io non ci posso fare niente ma solo quando leggo i tuoi commenti mi si aprono le cataratte. Ma non di lacrime : di parole, confessioni, riflessioni.
Eccheccepossofà?
Ho letto stamattina e mentre leggevo non facevo che ripetermi : adesso cerco il suo indirizzo privato e le scrivo. Poi mi sono detta : perchè? Tutte queste persone mi piacciono tanto ,in un modo o nell’altro, mica devo vergognarmi?!
Poi ho letto anche il post di oggi di Costanza, ma sono tornata spontaneamente indietro a questo, perchè tu mi sembri una persona vera. Non che gli altri non lo siano, ma sempre , in tutte le tue parole, fra le righe si legge : occhio che non ho paura di dire che sono così.
La cosa più incredibile, e paradossale rispetto alle sensazioni che provo io leggendoti, è quando dici del tuo caratteraccio e del fatto che probabilmente, se ci conoscessi dal vero, non spiccicheresti una parola…
Mi interessano tante delle cose che dici, soprattutto quando parli di tuo figlio e poi, punto diversissimo, quando racconti della tua professione di medico.
Oggi c’è stato un brutto scontro con il grande, con me ma soprattutto col padre : con me ce l’abbiamo a rilascio controllato perchè sono io che lo vedo tutti i giorni per un tempo considerevole da esaurirmi; mio marito, oltre al lavoro, si prende tutti gli impegni vacanti disponibili (Università, Sindacato, Rappresentanze scolastiche e ieri aveva un esame). Dice che lo fa per se’ . Ma su di lui la faccio breve : sono diverse settimane che penso che farei bene a separarmi. Mi è successo più volte nel nostro ventennio, ma ultimamente non va più via. Ultimamente poi lui mi ha dato una grossa delusione a livello intrafamiliare e a me è sembrato decisamente troppo.
Per cui penso che, se devo fare tutto da sola, soprattutto portare i pesi, tanto vale lavare stirare e crescere i figli solo per quello che mi riguarda.
I figli per me non sono e non sono stati la terapia contro i mali della vita: sono la cosa più faticosa che ho. Sono stata molto contenta di averli fatti perchè , nelle mie condizioni di salute e con tutte le rotture propinatemi, mi sono sentita Capace. Ma sulla manutenzione ho dei grossi problemi.
Piuttosto sono stati proprio i mali della vita ad avermi dato e darmi la bussola, i piedi per terra, la voglia di andare avanti, di reagire.
Mio figlio grande vive come un condannato in attesa di sentenza : se lo promuovono sarà l’ergastolo; se lo bocciano o gli danno i debiti, sarà a morte. Vive fra un ultima sigaretta e l’altra (giochetti al computer durante le ore di studio o giornaletti infilati nei libri che gli molla la morosa, la morosa stessa, lunghe diatribe al cellulare). Nel mezzo: nessun impegno, qualche ora d’aria.
Ha uno psicologo da mesi e ci va volentieri ma, se passa una mosca, se lo scorda; studia hip hop da anni ed è pure bravino ma ci si trascina con le membra stanche; ha la morosa ma quella studia e spesso non è nevrotica come piace a lui. Il problema con lui è che nessuno fa miracoli : quello di renderlo non si sa bene cosa o chi senza che lui debba fare il minimo sforzo.
Stamattina il padre si è arrabbiato parecchio con lui e poi con me perchè l’ho stimolato a farlo. Mi sa che pure lui vuole essere padre senza fare il minimo sforzo.
Quanto mi piace la tua frase
non volevo che i miei figli avessero una madre lamentosa e pignucolosa perchè questi sono solchi che restano nel cuore
Anche io non avrei voluto : che poi non ritengo di lamentarmi e piagnucolare. Ma che sono affaticata e in difficoltà questo è evidente. Certe volte i miei figli mi guardano con una faccia, del tipo: “Oddio, questa non ce la fa…”. Invece mio marito fa la faccia da : Oddio adesso me tocca fà qualcosa a me…
Veniamo al secondo punto , cioè alla tua professione medica : ho vissuto in mezzo ai medici fin da piccola, prima per mio padre, poi anche per mia sorella, poi anche per me. Siamo stato e siamo affetti/e dalla stessa patologia ; nel caso mio e di mia sorella poi ci sono stesse e diverse patologie correlate.
Come se non bastasse, io coi medici ho voluto anche lavorarci
Tu dici
soprattutto per me stessa: sono palle i discorsi sulla ‘missione’ del medico. Se riesco ad affrontare bene una situazione difficile sono contenta per il paziente ma soprattutto per me.Di sicuro cerco sempre di dare il massimo soprattutto perchè non reggerei i sensi di colpa.Non saprei fare un lavoro non adrenalinico perchè rendo meglio dove si deve decidere tutto in pochi minuti e non c’è spazio per la noia. Spesso quelli che tiriamo fuori per i capelli non sanno neppure chi siamo ma questo non mi dispiace perchè non sopporto gli atteggiamenti dei ‘luminari’salvatori della patria.
Piuttosto salvatori della vita umana : è che molti hanno bisogno di pensare che hanno avuto un angelo, perchè non si sentono capaci di fare niente. Un po’ come mio figlio.
E ci sono medici che mettono in piedi, che costruiscono tali dipendenze e gestire i pazienti come burattinai : quando il paziente non è adeguato gli tirano la cordicella se no fanno brutta figura. E non insegnano al malato, non lo motivano a fare per se’, per la qualità della sua vita, ma lo lasciano da solo a mantenere l’immagine di bravura del medico. Una roba difficilissima. Mah…almeno questo succede nella malattia cronica, mi sembra.
Secondo me invece il lavoro del medico è proprio una missione: Però se un professionista riesce ad essere onesto, come lo sei tu, è già tantissimo.
Ultima cosa che ho adorato del tuo commento :
Altra cosa che ha giocato sulla felicità è l’accettazione dei miei limiti : pur avendo un livello abbastanza basso di autostima non vedo attorno a me solo giganti.
Anche io ho individuato con precisione i miei limiti : a parte il problema di doverli spesso spostare in senso limitativo e non allargandoli, il mio problema è che oltre quei limiti non vedo niente. Rispetto ai giganti..gli altri li vedo bene, è me che non vedo.
Chiedo scusa per lo spazio e ringrazio quanti hanno avuto la pazienza di leggere e a Costanza per l’ospitalità.
@Roberto: “Se quel che hai scritto fosse da prendere alla lettera, Gesù sarebbe relegato alla stessa importanza di un soprammobile di pessimo gusto, un Dio che un giorno ha deciso di fare una passeggiatina sulla Terra non si sa bene il perché”
e poi scusa,Roberto, mi spieghi perchè dal mio post Gesù sembrerebbe un soprammobile?
Ci ho pensato e l’ho riletto e ho riletto il tuo. E prima mi sono girate le balle, e ho pensato “ecco il solito che scende in campo a spiegare la vera dottrina” poi mi sono interrogata sul posto che Gesù ha nella mia vita e allora mi sono detta che se mi giravano le balle forse forse non era proprio al centro. Adesso mi sono un po’ presa per il culo guardandomi allo specchio e mi limito a chiederti da cosa tiri fuori un’affermazione così forte come quella che hai fatto. Io ho scritto che gesù spiega gli amori umani, dà loro un senso, gli amori umani, tutti, sono espressione dell’amore di Dio per noi. I sentimenti buoni che abbiamo nel cuore ce li ha messi Lui. La relazione d’amore tra le persone è immagine della Trinità, Dio non è altro che questo, amore, amore del Padre per il figlio e del Figlio per il Padre, amore talmente grande che è persona anch’esso, l’Amore stesso è Dio. E allora è nell’amore tra le sue creature che si trova la migliore manifestazione di Dio in terra, e in fondo gesù questo è venuto a spiegarci, cosa è l’amore, l’amore più grande, che è dare la vita per i propri amici. E chi più di una madre da la vita per i propri cari? E allora una madre che ama davvero, se pure non lo sa, rimane segno dell’amore di Dio. Certo intendiamoci su cosa significa amare davvero, dare la vita, essere dono…. ma una persona che ama, se pure non ha il dono della fede, ma ama disinteressatamente, autenticamente, per l’altro e non per se stessa…. quella persona è senz’altro più vicina a Dio di me che solo adesso, mentre scrivo, finalmente ho smesso di pensare “che palle il solito professorino di teologia” 🙂
Scusa i toni, lascio il post così com’è che adesso sorrido e ti ringrazio per la tirata d’orecchie. Che mica dici qualcosa di sbagliato!
Ma no, fefral, non preoccuparti, lo so come sono. Le ho provate un po’ tutte per scappare: perché dovevo essere proprio io quello antipatico e rompiballe? Non potevo essere caloroso e accogliente e simpatico, capace di scaldare il cuore con un sorriso ecc. ecc.
Non ti dirò che non ci abbia provato e ci riesca persino, ma tutte le volte il Signore mi riprende per risbattermi dove mi vuole Lui: per cui ho issato bandiera bianca. Io sono chiamato a essere quello antipatico, che alza il ditino e dice “epperò, qua scusami… “. C’è da dire che da quando l’ho accettato non provo più alcun rancore verso il Signore; ritengo perciò di non aver fatto la scelta sbagliata (forse XD ). Comunque, per questo cerco di stare zitto il più possibile! Speravo infatti vilmente che nessuno venisse a ravanare in questo post, anche se vecchio di un solo giorno.
In ogni caso, era una considerazione proprio terra-terra, la mia: come dice anche la Scrittura, salvo le madri più degeneri, (quasi) tutte sfamano e curano e badano ai propri figli e li amano, spesso più di se stessa. Se ne dedurrebbe che tutte le mamme del mondo (o quasi) vanno in paradiso? A me pare di no, o sbaglio? Se tutti abbiamo disperatamente bisogno di salvezza, e così è, l’amorevole maternità mica può bastare (e poi sarebbe sfacciato sessismo, ecco!!, diciamola tutta XD). Se bastasse l’amore per qualcuno, saremmo tutti salvi: trovami qualcuno che non ama, e avrai trovato una creatura non-umana. Ma allora, se fosse così facile (magari!!!!) Gesù poteva anche starsene a casetta Sua – al limite, mandarci una cartolina con gli auguri a capodanno (non dico a Natale per ovvie ragioni…).
Io lo so che Francesca non usa le parole come me o te, che sono io a sussultare quando leggo “Voi avete il vostro Dio e io… ” e non ne avrei fatto parola; ma mi ricordo anche che effetto mi facevano i discorsi troppo consolatori, quando li sentivo da non-credente: mi sfregavo le mani e il retropensiero era: “oh bene, allora, liberi tutti!”. Noi ci assumiamo una enorme responsabilità quando parliamo della Sua Misericordia e Giustizia. Io mi sgomento facilmente a pensarci, quindi preferisco… la manica stretta.
Proprio perché come hai detto tu “è Gesù che spiega gli amori tra le creature”, solo attraverso Lui ogni amore acquista il suo giusto senso, e diventa davvero l’amore sciolto dai nostri stessi vincoli (le volte che ci riesce di esprimerlo!), dato che “Chi non accumula con me, disperde.”
E perciò io continuerò con le mie opere di misericordia “antipatiche”: nessun problema, e dai e dai, immagino che ci prenderò persino gusto 😉
Forse è che abbiamo storie diverse, perché io non sono mai stata non credente e anzi ero decisamente piu antipatica di te quando si parlava di fede e verità, poi peró la vita un po’ di cose le insegna. Non so se tutte le mamme saranno in paradiso, ma sicuramente chi non ama non ci va. Ma qua c’é da capire cos’è amore e cosa no. Perché io di persone che non amano ne conosco tante. Non è provare qualcosa l’amore, non é “sentire”. Ma dare la vita per chi amiamo (non lo dico io questo). Ecco, quanti amano così anche tra i credenti? Eppure conosco qualche non credente che ama così, magari non sempre, ma che ne è capace più di me.
Questa é la strada, l’unica, per il cielo. E questa strada è Gesù, ed è strada per chi crede e per chi no. Prima di Lui le porte erano chiuse anche per i giusti. Quindi no che non è venuto a fare una passeggiata 🙂
Sicuramente, come tutti abbiamo storie diverse. Che ci siano interi eserciti di non credenti che amano più e meglio di me, è una cosa di cui sono più che certo. 🙂 Io posso solo testimoniarti che quando si cerca febbrilmente un qualsiasi appiglio per dire “no” al Signore, sentirsi dire che credere o meno è sostanzialmente “neutro”, perché quel che conta è l’amore, dà grande alimento a quello stesso “no”. “All we need is love-love” è una frase che imperversa per il mondo ormai… e può essere molto pericolosa, perché quando capiterà che il Signore ti tende la mano, sarà facile dirsi “vai via da me, che tanto, guarda, anche i tuoi, tra le righe, m’han fatto ben capire che quel che conta è amarsi a vicenda, e allora Tu non mi servi! Che ho a che fare con Te, o Cristo? Vattene via da me!”
E tu lo sai quanto me, cosa vuol dire rendere eterno quel “no” al Signore.
Allora l’amore che avremo coltivato sarà solo una moneta falsa con cui ci saremo illusi di aver acquisito qualcosa che sarà polvere. Fuori dalla Chiesa nessuno si salva, tranne chi ne è rimasto fuori senza sua colpa, vi avrebbe aderito se avesse potuto e saputo, e si è comunque santificato nella propria vita (amando, certo). Chissà quanti tra costoro staranno davanti a interi battaglioni di cattolici! Noi, per tutti speriamo che chi è fuori dalla Chiesa lo sia senza propria colpa, in uno stato di ignoranza invincibile (in tanti casi questo è vero); però mica possiamo esserne sicuri: fidati, ci sono moltissimi trucchi per convincersi di non aver ricevuto (incolpevolmente) un Dono che in realtà non si vuole, costi quel che costi.
Tutto qua.
Siamo rimasti solo noi due a parlare in questa pagina, ma mi interessa molto. Come già ho scritto io non mi sono mai “convertita alla fede” perché ho sempre creduto. Peró mi sono convertita all’amore di Dio, perché la fede che vivevo aveva poco di carità e molto di dovere, di legge, di regole. “vai via da me, che tanto, guarda, anche i tuoi, tra le righe, m’han fatto ben capire che quel che conta è amarsi a vicenda, e allora Tu non mi servi! Che ho a che fare con Te, o Cristo? Vattene via da me!”
E tu lo sai quanto me, cosa vuol dire rendere eterno quel “no” al Signore.” vedi quel “tu non mi servi, ecc… anche io da credente, mi sono trovata a dirlo. E il punto, il mio punto, nella mia personalissima storia, è stato proprio non riuscire a vedere concretamente che amare Gesù vuol dire in primo luogo amarlo negli altri, nelle persone che mi sono care. E che il senso di quel lasciare tutto e seguirlo, di abbandonare padre e madre e fratelli e figli, di “odiare” mi pare che ci sia proprio scritto nel vangelo con un’espressione forte, non può andare contro l’altro invito di gesu “non c’é amore piu grande, dare la vita per i propri amici”. Allora c’é da capirsi su cosa significa amare. Cosa significa amare davvero chi abbiamo accanto. Ho letto una meditazione di gpii sul dono di s’è
…mi è partito il tasto “pubblica” mentre scrivevo dall’iphone …
Dicevo ho letto una meditazione sul dono di sé che mi ha aperto gli occhi sulla relazione umana (qualunque relazione) come luogo dove trovare l’amore di Dio. E il messaggio di fondo è di non temere di amare, ma amare vuol dire accettare il dono che gli altri solo per noi, accettarli senza appropriarsene, custodirli ed essere a nostra volta dono per loro. Come Giuseppe con Maria. L’angelo le dice “non temere di prendere con te Maria” e la sua vita di amore per Dio si traduce tutta nel suo amore per la Madonna, un amore disinteressato, un amore che è dono. Giuseppe lascia Maria nel senso di lasciare tutto e seguire Dio, perché rinuncia a possederla, ma sicuramente non cessa di amarla, tanto da dare la sua vita (nel senso di dedicarla tutta) per lei e suo figlio.
Scusa la predica…sto aspettando che il caffè vada in circolo e scrivere un po’ mi aiuta a pregare! Buona giornata
Sì, siamo rimasti soli… meno male, meno persone penso che ci leggano, più a mio agio sto…
L’amore è portarsi l’un l’altro alla santità: riconoscere in coloro che ci sono stati messi accanto quelli attraverso i quali Dio ci santifica e in noi gli strumenti (docilmente collaborativi? ehhh, magari!) attraverso i quali Dio opera la santificazione del nostro prossimo. E’ già terribilmente difficile così… senza credere in Dio, né nella santità, come è possibile farlo? Già così è come scalare una parete verticale!
Comunque, acchiappo un paio di spunti dalla tua prima risposta e ti offro le pensate che ne avrei fatto io tanti anni fa (pensieri autentici, eh!; ho un’ottima memoria).
Quando hai detto “chi non ha ricevuto il dono della fede non per colpa sua” mi sarei sfregato le mani contento e avrei detto “ah, io non l’ho ricevuta!” e ne sarei stato soddisfatto. Avrei infatti pensato così di essere giustificato “se pure ci fosse qualcosa, come dicono ‘questi qua’, non mi si potrà incolpare di nulla, finché resto nell’ignoranza”.
E avrei così trascurato che il Signore, spesso e volentieri, non ti manda Grazie che non ti sono necessarie: una delle cose più belle della Fede cattolica, è che ti chiede un ruolo attivo, finché ce la fai e puoi. C’è da stare attenti a presumere troppo “l’ignoranza incolpevole”.
Poi, quando tu avessi fatto la distinzione tra il fatto che tu, facendo una determinata cosa, avresti commesso un peccato (grave, a quei tempi non sapevo cosa volesse dire ‘mortale’) mentre io, giustificato dall’assenza della fede, no, ne avrei dedotto che questa fede era una gran fregatura, cosa che comunque credevo fermamente: a quel punto, ma chi me lo faceva fare di cercare una “cosa” conosciuta la quale, sarei stato giudicato più severamente per i miei comportamenti? Un pessimo affare! Già la vita è un tribolo così, questo lo sapevo benissimo: ma allora chi era questo Dio che si divertiva a rendertela ancora più difficile e tribolata? Che dopo averLo conosciuto, ti puniva per cose sulle quali prima avrebbe chiuso un occhio o entrambi? No, no, via-via.
Tu cosa avresti risposto davanti a un giovane che ti avesse fatto obiezioni del genere?
“ne avrei dedotto che questa fede era una gran fregatura”
C’é stato un momento, abbastanza lungo, in cui io da credente era proprio questo che pensavo. Una gran fregatura.
Cosa direi a chi mi obiettasse questo? Proverei a raccontargli la mia conversione. La pace che (a volte) si trova quando davvero si vive in comunione con Cristo. E che questa comunione parte e arriva nell’amore agli altri, e dà a questo amore un sapore nuovo, tutto diverso. Ne spiega il senso profondo. Che siamo stati fatti per questo e gesù è venuto per riportarci a questo.