Siccome la settimana è santa, ma io no, lo dico: Nanni Moretti mi annoia mortalmente ormai da molti film. E questo probabilmente depone un’ombra di scarsa nobiltà sulla mia decisione, che è la seguente.
Ascolterò il mio istinto, nonché autorevoli consigli come quello della Cei (e di Camillo Langone) e non andrò a vedere il suo film, investendo le oltre tre ore di tempo in qualcosa di più proficuo (pettinare le Barbie), per non parlare dei soldi per la baby sitter (mollette per Barbie, direi). Noi cattolici il Papa ce l’abbiamo già, e ha un cervello grosso così; non abbiamo nessun bisogno di andare a vedere Habemus Papam.
E non abbiamo bisogno di questo film neanche per sapere che l’uomo è debole, fragile, pieno di paure, praticamente una schiappa. Basta il Vangelo, lo dice in ogni pagina. Quella di ieri, per esempio, in cui il glorioso primo Papa della storia si proclama pronto a morire per Cristo ma lui non mangia la foglia, e lo avverte tranquillamente che presto lo rinnegherà tre volte. Ciò non impedirà a Gesù di mettere quel fifone e traditore a capo della Chiesa.
Non abbiamo bisogno di Nanni Moretti per immaginare le segrete incertezze di alcuni uomini di Chiesa, non ci serve a niente andare al cinema. Sono i non credenti che pensano che l’uomo sia rispettabile. Noi che nella Chiesa ci stiamo orgogliosamente dentro, le magagne le vediamo certo meglio di lui.
Perché, poi, dovrei chiedere a un non credente di parlarmi della mia Chiesa, alla quale io appartengo fieramente? So che è piena di piccolezze e povertà, lo so molto meglio di Moretti, perché la frequento, ma questo non mi smuove di un millimetro, perché è mia madre, e come ogni madre genera la vita, cioè Cristo fatto pane, e lei e solo lei,la Chiesa, mi può dare il perdono, può unirmi a un uomo nei cieli, può rendere i miei figli figli di Dio. Perché dovrebbe interessarmi il parere di un non credente, almeno non credente nella Chiesa? Sarebbe come chiedere consigli di allenamento per la maratona alla bisnonna Irma.
Tanto meno ci serve perlustrare i misteri dell’inconscio attraverso l’analisi, che pizza. Ne conosco anche io di sacerdoti psicoterapeuti (come quello che ha accompagnato al cinema il giornalista del Foglio), persone che coniugano la conoscenza della psiche con le riposte della fede e penso, come dice il più intelligente di loro, che l’inconscio è un altro nome che abbiamo dato a Satana, con il solo risultato di sdoganare il suo lavoro. Di dare diritto di cittadinanza a qualsiasi venticello venga a turbarci. Ma come insegna padre Amorth con il diavolo non si dialoga, perché è troppo furbo, non gli si dà cittadinanza. E quindi non ci serve a nulla sondare turbamenti e perlustrare tremolii.
La risposta ai nostri tremolii non è la psicanalisi. A che ci serve per esempio sapere che quello che ci hanno fatto da piccoli non era perfetto? A che ci serve scoprire che il male esiste e agisce attivamente anche in quel mistero che siamo? L’unica risposta è la preghiera, che pulisce il cuore, lucida gli occhi della mente.
Non per niente il Vangelo dice di pregare sempre senza interruzione, non ogni tanto, non la sera e la mattina, ma sempre, senza addormentarci (perché guardate me? avevo solo chiuso gli occhi un attimo, e no, non stavo russando). Lo dice Gesù nell’orto degli ulivi: “vegliate e pregate per non cadere in tentazione”, e la tentazione non è, secondo la solita vulgata sessantottina il sesso o la ribellione, la tentazione è non accettare di essere creature.
Non per niente il rosario comincia con “O Dio vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto”, che solo su queste parole ci sarebbe da fermarsi una mesata ogni volta. Per lo stesso motivola Chiesanei secoli ha continuato a invitare noi, suoi figli, non ad andare dallo psicanalista, ma a dire 50, 100, 150 volte al giorno – felice chi lo fa – “prega per noi peccatori”, cioè noi che sbagliamo mira, noi schiappe, “ADESSO e nell’ora della nostra morte”.
Invece il Papa di Moretti si guarda bene dal pregare: l’ho chiesto a una prestigiosa collega invitata alla prima: “sì, c’è un momento in cui lui entra in contatto con se stesso, quando fa un giro in autobus”, mi ha detto. Ma la preghiera è esattamente il contrario: non cercare se stessi, ma Dio.
Invece Wojtyla, lui non è che pregasse, lui era preghiera. Quando facevano per lui gli itinerari degli spostamenti dovevano stare attenti che il tragitto non passasse davanti a un tabernacolo, perché il programma finiva per saltare. Lui che lì dentro ci fosse Cristo ci credeva davvero, e rimaneva lì inchiodato, era difficile portarlo via.
Dicono poi che in realtà Habemus Papam parli del problema pubblico privato, della contraddizione “non sono all’altezza di stare al gioco dell’altezza reale”, e che ritragga un simpatico papa accidioso. Se l’avesse beccato santa Caterina, un’altra “donnetta da nulla, debole e ignorante” che prendeva a colpi di lettere tutti, papi compresi, avrebbe detto anche a lui “Maladetti voi, tiepidi! Che almeno fuste voi stati pur giacciati!…Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italia, non tanto costì”.
Altro che accettare serenamente che il Papa è umano. Mi dispiace ma non se ne parla.La Chiesanon lascerà mai i simboli della sua grandezza, perché non parlano dei suoi uomini, ma della grandezza del mistero al quale rimandano.
Se volessi vedere un’icona della miseria umana mi basterebbe guardarmi allo specchio, ed è anche gratis.
P.S. Porca Svizzera, oggi sono in prima pagina sull’Osservatore Romano!!!
Hai detto bene: è mia madre! Anche se i figli riconoscono i difetti della madre, ritengono che TUTTO SOMMATO non tolgano il pregio per le tante qualità che si apprezzano quotidianamente…un estraneo non può comprendere!!!
costanza, mi stai piacendo sempre di più. oggi ho finito il tuo primo e spero non ultimo libro…….spero un giorno di poterti incontrare. sono volontaria di un CENTRO DI AIUTO ALLA VITA qui di Roma, e adesso ne sto aprendo un altro nella mia parrocchia zona Eur/Ardeatina. Vorrei tanto organizzare con te una serata per sensibilizzare alla vita e alla famiglia, tu potresti dire molte più cose di tanti parrucconi che parlano ma non vivono……GRAZIE, francesca
Eureka! http://www.osservatoreromano.va/portal/dt?JSPTabContainer.setSelected=JSPTabContainer%2FDetail&last=false=&path=/news/editoriali/2011/091q11-Un-divertente-manuale-di-evangelizzazione.html&
La verità è che Moretti mi sembra proprio povero: povero nei contenuti, in originalità, nelle forme. è un supponente (l’ha detto persino Severgnini), che fa film con la puzza sotto il naso! è un film che nn ti modifica perchè esso stesso è povero!
amo il cinema e penso che registi simili siano quelli che ti fanno drizzar le orecchie quando scegli un film, per nn rischiare di incappare nei suoi film!
Personalmente trovo di grande conforto che un codardo come Pietro che ha rinnegato Gesù di fronte ad una servetta pettegola sia diventato il primo Papa della Chiesa; per contro mi preoccupa la fine che ha fatto Giuda visto che a lui mi accomuna il peccato “preferito”: la Superbia.
Ed il fatto che se non fosse stato suberbo sarebbe diventato un santo al pari degli altri apostoli e di Pietro mi fa arrabbiare, e a maggior ragione preoccupare, sempre tanto.
Rendendomi conto di dover correre ai ripari e provocato dalla lettura di “Sposati e sii sottomessa” e da “Caterina” di Socci (soprattutto dalla perseveranza nella preghiera degli autori) e dal fatto che di grazie da chiedere per me e per i miei amici ne ho parecchie, mi sono messo a recitare il S. Rosario approfittando del tragitto in auto di rientro dal lavoro (ovviamente nella versione “Miriano” non ancora ufficializzata dalla CEI con alcune varianti sui misteri, soprattutto per i dolorosi che confondo sempre con le stazioni della via crucis).
Il S. Rosario è una preghiera disarmante; non richiede particolari doti o capacità teologiche, è solo affido.
Complimenti per la Prima Pagina dell’Osservatore, forse l’articolo è un po’ troppo “ingessato”, tuttavia riconosce i giusti meriti (link al PDF della prima pagina http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/091q01.pdf)
Per Moretti direi: che, dopo Caro Diario, una parabola discendente (e che già comunque non era ai livelli di Palombella Rossa o Bianca)
Ma sei tu la mamma tigre confessalo!!!!
Vedendoti in foto,visto che di persona non ti conosco,hai il viso buonino ma sei un panzer(si scrive così?)…
GRANDISSIMA COSTANZA!
Anzi Costanza for president!
Messori, il grande Vittorio Messori, dice che proprio il paradosso cristiano dell’et-et, il suo “divino” equilibrio, e la sua “spudorata” umanità, è il segno distintivo della sua autenticità…
Moretti, furbo come una serpe, ha in qualche modo spiazzato tutti “costruendo” un prodotto “intelligente” che senza attaccare – apparentemente – la Chiesa ha cercato di demolirla dall’interno, presentandola come un paziente bisogno di cure psicologiche, mettendo quindi in risalto solo l’aspetto umano (e debole)…
sono d’accordo con Costanza, non vale la pena perdere tempo, ci sono cose più importanti da fare…
complimenti per la tua “sana” vena ironica, Costanza…
Crescenzo
userò parole non mie, ma di natalia aspesi, che condivido completamente dicendo che “è un film laico, o forse ateo che come tale ha un profondo rispetto di chi crede e che riesce attraverso l’ironia, le invenzioni, l’eleganza, a suscitare una commozione, e al tempo stesso un’angoscia, che sfiorano la fede molto più di tanti film di intento religioso che di solito vengono malissimo”.
si può scegliere di non andare al cinema, o di non leggere un libro, e anche di non sentire giuliano ferrara dopo il tigì, però, per favore, non giustifichiamo le nostre scelte dicendo che non abbiamo bisogno di capire perché, tanto, quelle cose le sappiamo già.
non credo che il credente, quando è veramente tale, abbia timore di mettersi alla prova. gesù non è stato forse un uomo fragile e dubbioso, non è stato messo alla prova anche lui dal padre suo?
siamo così fragili, costanza, e questa fragilità è una delle cose più preziose che abbiamo, perché ci rende umani e meno soli, perché simili a tutti gli altri uomini.
il papa di moretti è un uomo prima ancora di essere un papa; la grandezza di michel piccoli, i suoi occhi spauriti, il non sentirsi all’altezza, i suoi illusori tentativi di fuga ce lo rendono vicino, uomo tra gli uomini.
ps: molla tutto e leggi infinite jest. se ne esce cambiati.
…e aggiungerei…
per correre più di 40km non credo serva solo preparazione atletica: e se bisnonna Irma avesse la capacità di infondere ottimismo e fiducia in sé stessi io due paroline con lei le farei volentieri…
PS
mi descrivi Infinite Jest in due parole che mi incuriosisce?
Eh già, tutti i gli arghhhsplfsgruntttt con i quali cercavo di commentare l’uscita di questo film sono diventati parole fluide grazie a questo post di Costanza.
Moretti come Augias, ma fatevi li ca… tua.
Ottimo post, da incorniciare. Non sono mai andato a vedere un film di Moretti. Mi è capitato qualche volta di vederne qualche spezzone in TV, in fase di zapping, e subito le palpebre sono diventate macigni… Frank Capra diceva che se devi mandare un messaggio, è meglio che scriva un telegramma e non che faccia un film. Dovrebbero tenerlo a mente certi registi…
Però, non sono d’accordo che l’inconscio sia Satana. L’inconscio è strutturato come un linguaggio, come disse Lacan, e se vogliamo capire noi stessi è meglio che ne impariamo la sintassi. E’ pur sempre qualcosa di nostro – non è separato da noi – qualcosa che ci rende unici. I lapsus e le dimenticanze sono un segnale che non stiamo affrontando qualcosa. Non vedo del male in questo, anzi. Non possiamo rifugiarci nella preghiera, che equivale in questo caso a non voler capire.
Inoltre, l’inconscio è anche fonte di creatività, come sottolineato da diversi grandi scienziati nel passato, quali Poincaré, André Weil (fratello della più nota Simone; matematico), Feynman, Fermi, Weisskopf, e molti altri.
Proprio qualche giorno fa il Papa ci ha ricordato (come stabilito dal Concilio Vaticano II) che la scienza è tale quando ci consente di avvicinarci a Dio. Pertanto, quando si parla di scienza bisogna studiarla per questo e non mutuarne l’uso distorto di visione del mondo propugnata dalle ideologie.
Stile divertente ed ironico come quello delle autrici di “Sex and the City” scritto in prima pagina dell’Osservatore Romano mi fa un certo effetto, sdoganato anche questo?
Oggi Costanza nel suo post mi sembra proprio alterata, si vede che la questione la tocca.
Non ho visto il film “Habemus Papam” e non penso di andarlo a vedere. Però mi fa riflettere l’idea centrale del film: un Papa che non si sente all’altezza e che vuole fuggire. E’ una figura molto umana. Capisco Nanni Moretti sotto questo aspetto. Infatti se Dio non c’è, come è possibile portare il peso e la responsabilità di fare il Papa e guidare milioni di persone?
Anche Benedetto XVI voleva andare in pensione già quando era cardinale, ma il suo amico Karol lo ha impedito.
Poi quando Karol se ne è andato è intervenuto direttamente lo Spirito Santo a tenerlo a servizio nella Sua vigna. Ricordo bene quelle parole del 19/04/2005:
“Cari fratelli e sorelle,
dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore.
Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere.
Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte. Grazie.”
La realtà è tutta un’altra storia rispetto al film ed anzi l’idea del film mi fa capire ancora di più che Benedetto XVI è sicuramente un segno che Dio c’è.
Che Moretti piaccia o non piaccia è un fatto assolutamente opinabile e, quindi, sulla base dei propri gusti è legittimo che ognuno decida se vedere o meno un film. Più scorretto mi sembra analizzarlo e giudicarlo sulla base dei “sentito dire” . Non mi sognerei mai di comprare “Il Foglio” ma, se proprio voglio farmi male e parlare di un articolo di Langone, prima lo leggo. Del resto un refrain di Claudia (a proposito che fine hai fatto??) su questo blog era che il libro di Costanza, per essere giudicato andasse letto!!
Io il film l’ho visto e mi è piaciuto anche se forse non griderei al capolavoro ( se non magari per l’interpretazione di M. Piccoli). E’ un film rispettoso che proprio non vuole demolire la Chiesa dall’interno anche se la osserva con un occhio “umano”, fuori da ogni considerazione trascendente. E se osserva le debolezze degli uomini di Chiesa non lo fa certo per mettere in crisi la fede dei credenti (anche perchè sarebbe una fede molto misera se si facesse “smuovere”da un film)
E poi perché un non credente non potrebbe parlare della Chiesa visto che essa permea comunque a fondo la nostra cultura occidentale (non era questo riconoscimento che chiedevamo per esempio alla Costituzione Europea)? Perchè non mi dovrebbe interessare il punto di vista di un non credente? (Del resto anche qui ve ne sono e molto rispettabili.)Perché dobbiamo irrigidirci sul fatto che qualcuno possa guardare con altri occhi quello che amiamo e a cui apparteniamo? Non sono certo questi sguardi diversi a contaminare la nostra fede.
Per quanto riguarda i simboli della grandezza della Chiesa, credo che, se pure domani scomparissero tutti, questo sì non sposterebbe di un millimetro l’immensità del Mistero.
raffaella ha espresso il mio pensiero meglio di quanto sia riuscita a fare io.
grazie
ecco, mi si accusava di giudicare Costanza senza aver letto il suo libro. ora si giudica un film senza averlo visto. niente di male per carità, ognuno deve vedere i film che preferisce e non è tenuto ad andare a vedere un film che non lo interessa… specie quando si hanno dei figli e andare al cinema non è più così frequente come quando si era “giovani”, io ne so qualcosa 😀
io il film non l’ho visto ma ho in programma di vederlo questo weekend. sinceramente lo trovo interessante e non ci vedo nulla di male, nè di offensivo. per carità, non sono credente, ma in effetti l’idea che mi sono fatta è che il papa sia solo un pretesto per raccontare qualcosa di più sull’animo umano, ma forse mi sbaglio. insomma mi sembra che la stiate facendo tutti un pò troppo lunga. non vi interessa: non andatelo a vedere! io non sono andata a vedere “The Passion”, osannato da tutti i parroci e da tutte le mie amiche neocatecumenali, tanto da organizzare visioni di gruppo con tutta la parrocchia. mi faceva schifo, mi fa schifo Mel Gibson e quei pochi pezzi che ho successivamente visto in TV per curiosità (non sono mai riuscita a guardarne più di 10 minuti) non hanno che confermato l’opinione che mi ero fatta: un film cafone e violento, girato da un sadico per i sadici. del resto il regista è finito su tutte le pagine di gossip per essere stato accusato di violenze domestiche verso la moglie, e sono state pubblicate delle intercettazioni telefoniche da far accapponare la pelle. eppure quando è uscito il film ho sentito tanti cattolici elogiarlo perchè lui, cattolico pur essendo americano, aveva compiuto un opera così grandiosa e così importante. adesso, so questa è una divagazione e non c’entra con il post, volevo solo dire che non vale proprio la pena di scaldarsi tanto per un film, se una cosa non ci piace basta semplicemente ignorarla.
…ecco, appunto, anche per un credente:
“Maledetti voi tiepidi!Che almeno fuste voi stati pur ghiacciati!Se sarete quello che dovete essere metterete a foco TUTTA ITALIA, non tanto costì!!!”
per quanto, poi, riguarda il film di Nanni Moretti,
ma anche il cinema in quanto cinema, io vi dico, a voi, o a te, Costanza, non so se tutti la pensate uguale:
No, no, no, no, nooooo!!!!!
Certo un film non che sia obbligatorio andarlo a vedere,
ma la curiosità?
Che poi il cinema è tante cose, gli attori, le facce, fotografia, le scene, la musica, le strade, i palazzi,le stanze e tanto altro…
Ma la curiosita?!?!?
…o è un vizio capitale anche la curiosità?
Riporto la sintesi finale della critica al film riportata sul Sussidiario.net in linea con ciò che dice Alessio (lui ha espresso il giudizio senza aver letto l’articolo tanto che quanto cerco di dire dopo è frutto di uno scambio di vedute) e che condivido:
“Ma il suo viaggio-interrogativo si arresta qui, al “gran rifiuto” di un uomo travolto dall’ansia e dall’impotenza. Che ne sarà di quei vecchi addolorati e sorpresi dalla sua scelta, che ne sarà di questa Chiesa madre e insieme figlia della fragilità dei suoi figli? Davvero, se non fosse frutto dell’iniziativa misteriosa di un Altro, non potrebbe che essere scomparsa da tempo, assediata com’è dalla crisi di tanti dei suoi. Moretti sa che anche oggi, dietro quelle mura sempre meno impenetrabili, ci sono dei santi. Ma non lo dice o forse non li ha mai incontrati. Forse basterebbe un appuntamento…”
Effettivamente un non credente non può capire come un vecchio stanco possa assumersi una responsabilità tale, solo chi crede fermamente che ciò che farà non dipenderà dalle sue (in)capacità ma sarà frutto dello Spirito Santo può accettare di guidare la Chiesa ed essere riferimento per miliardi di persone (spesso anche per i non cattolici).
In questo Moretti è stato probabilmente coerente e corretto perchè l’alternativa al “gran rifiuto” sarebbe stata solo uno stoico sacrificio basato sulle poche forze del vecchio papa.
(link all’intera recensione: http://www.ilsussidiario.net/News/Cinema-Televisione-e-Media/2011/4/20/HABEMUS-PAPAM-Il-segreto-di-Moretti-che-batte-le-congiure-di-Dan-Brown/169632/)
La curiosità spesso ci mette nei guai…ce lo insegnano anche le fiabe. Ultimamente ne ho lette e rilette tante ai miei pargoli, ed ho capito una cosa: se ti dicono che è brutto prendere una legnata nei denti ci devi credere, specie se chi te lo dice è la mamma. Se poi la legnata la vuoi assaggiare, bè non ti lamentare se poi fa male… ma sei liberissimo di prenderla. La curiosità spesso è sinonimo di vanità (cfr. il post di Paul ieri, sul film “l’avvocato del diavolo”).
Insomma il paragone sarà un po’ iperbolico, ma la Chiesa per me è come quella mamma che mi dice con tutto l’affetto che certe cose vanno evitate se vogliamo salvarci dal demonio. E quindi concordo pienamete con Costy. Se anche avessi avuto una mezza idea di andare a vedere Moretti, me la farò passare del tutto, mi fido del giudizio dato dalla Madre Chiesa.
Va bene che Dante condanna Ulisse per il “folle volo” ma da allora qualche cambiamento c’è stato…persino nella Chiesa. Un conto è la vanità intellettuale fine a se’ stessa, un conto è il desiderio di conoscenza e scoperta che ci aiuta a diventare cristiani adulti e consapevoli. La Chiesa ci aiuta e sostiene davanti al Mistero che esonda dalle nostre capacità intellettuali, ma non prende il nostro posto nell’uso delle capacità critiche: ci offre gli strumenti di discernimento e i punti di riferimento ma non si sostituisce a noi nella valutazione del mondo.
Per altro stiamo parlando di vedere un film e il massimo danno che ne possiamo ricavare è la perdita di qualche euro: lascerei il demonio per ben altre situazioni!
Alt un attimo: Dante condanna Ulisse perchè Ingannatore (per il cavallo di Troia) non per il “folle volo” in fatti dice con Ulisse:”Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”.
Mi dispiace Giuliana ma non condivido il tuo giudizio: la curiosità, insieme al bisogno, è ciò che ha spinto l’uomo a crescere, va da sè che dei testimoni (ragionevolmente attendibili) ci si deve fidare.
Grandiosa in tal senso la mostra (rappresentazione) al Meeting di Rimini dell’anno scorso “«Ma misi me per l’alto mare aperto». L’Ulisse: quando Dante cantò la statura dell’uomo”
http://www.meetingrimini.org/default.asp?id=673&item=4934
Anche per me la curiosità è un dono perchè ti spinge a cercare e la ricerca fatta col cuore aperto ti porta al vero, come è successo ad Edith Stein. Mio padre mi ha abituata a “vagliare tutto e trattenere ciò che vale”. Lui forse per lavoro essendo sociologo, ha sempre letto di tutto, sapendo trarre insegnamento da ogni cosa anche perchè, a amio avviso il nemico, il male, devi sapere che c’è e che faccia ha e questo sin da piccoli (anche se questo modo di vedere è piuttosto impopolare anche in ambienti cattolici).
Umh..non sono d’accordo. Dante fa dire quelle parole ad Ulisse ma per evidenziare la differenza tra chi segue “virtute e canoscenza” mediate dalla fede e chi è mosso da un desiderio personale e orgoglioso di esperienza. Il viaggio di Ulisse è stato spesso visto dai commentatori come il corrispettivo, al negativo, del viaggio di Dante: tanto che gli esiti sono opposti. Comunque l’articolo che hai linkato è molto interessante. grazie
Sempre che sia di vostro interesse, vista da fuori vi posso dire che un grosso problema della chiesa oggi è la sua autoreferenzialità e la noto anche nei commenti tra di voi quando ci tenete così tanto a dirvi semplicemente che siete d’accordo e che condividete. Questo fa sembrare la chiesa un qualcosa di “esclusivo” mentre invece io credo che dovrebbe essere “inclusiva”, o almeno credo fosse questo uno dei messaggi principali di Gesù.
Ovviamente correggetemi se sbaglio…
Io non ti correggo, ci hai preso in pieno.
Questo dibattito allontana ed esclude, mentre avvicina chi parla una lingua sola.
Sigh
Un peccato davvero…a me ad esempio è molto piaciuto l’ultimo libro di Don Gallo (http://mani-ma.net/2011/04/12/servitori-ed-asserviti/); certamente una voce fuori dal coro ma un po’ più vicina a come mi piacerebbe potesse essere la discussione…
Eh! Mi dici Don Gallo mi dici, mica uno qualunque ..lui sì che è un fico!
😉
Sono d’accordo: direi solo NON “di tutta la Chiesa di oggi”. Per fortuna ci sono voci e movimenti “inclusivi”, solo che sono un po’ meno evidenti o forse alzano un po’ meno la voce rispetto ad altri
sono d’accordo che un film si può non vedere e un libro non leggerlo magari astenendosi dal criticarlo.
per quanto riguarda Habemus Papam non l’ho ancora visto e quindi non lo giudicherò, ho letto anch’io che usare una vicenda ambientata in vaticano con il papa depresso e in crisi è solo uno spunto una metafora per giocare su diversi piani. quello che vuole dire Costanza (credo) pero è riassunto molto bene nel titolo: questo papa non prega, prescinde da Dio. e come se girassi un film usando il poker come metafora della vita ma avessi scelto di girarlo solo con le carte, senza giocatori. mancano alcuni attori, nel caso di Moretti manca l’attore principale: Dio. Il film in ogni caso vorrei vederlo…
PS Mel Gibson è australiano.
moretti vuole parlarci della crisi del papa in quanto uomo, non è la sua fede a vacillare, ma la sua consapevolezza di non essere lui la guida di cui i cristiani hanno bisogno.
ma perchè chiede aiuto a uno psicologo e non a Dio?
mi viene in mente un altro film “L’ultima tentazione di Cristo” di Martin Scorsese che scatenò a suo tempo ferocissime polemiche e che ritengo di ben altro spessore. lì la crisi ce l’ha addirittura Gesù sulla croce in tutta la sua umanità e immagina quello che succederebbe se lui scendesse da quella croce e vivesse la sua vita da uomo; alla fine però ritroviamo Gesù sulla croce che torna Dio e tutto si compie.
Mi ripeto: umanamente nessuno, neanche il giovane e dirompente Wojtyla, potrebbe accettare la nomina a papa (non ha caso la stanza della vestizione, posta accanto alla cappella Sistina, è detta anche “stanza del pianto” perchè la libertà e la fragilità permangono nonostante la Fede) per cui probabilmente non si può prescindere dalla Fede.
Attenzione non ritengo che Moretti abbia sbagliato ad operare in questa maniera, anzi sarebbe stato falso se avesse cercato di interpretare da non credente un tale aspetto.
Del resto l’ “infallibilità del Papa” è un dogma e comprensibile solo agli occhi della Fede.
Quasi certamente non andrò a vedere il film ma più per difficoltà oggettive che per avversità (quando e se passerà in televisione cercherò di guardarlo senza addormentarmi, cosa che ultimamente mi riesce difficile); da cattolico posso dire con Costanza che “questo film non mi serve”.
Se devo fare un appunto al post è sull’aspetto della psicoanalisi (pur nutrendo molti dubbi sugli psicologi): purtroppo ho dovuto ricredermi sul fatto che un cattolico non possa essere depresso, (in alcuni casi) la depressione è una malattia al pari dell’influenza (anche se più difficile da curare) e come l’ultima miete le sue vittime (ma sono andato fuori tema e non penso che fosse questo che Costanza volesse dire)
Nel film il papa non prega (assiste alla Messa, se può valere) perchè non è il rapporto con la fede che interessa il regista. Moretti ci parla dell’uomo e, in questo sono d’accordo con Alberto, sarebbe stato davvero meno credibile se da non credente avesse voluto indagare sulla fede e sull’azione dello Spirito Santo. Il film non è realistico ma gioca molto sulle immagini e sul surreale (senza azzardare paragoni mi viene in mente “La vita è bella” ma qui mi fermo perché la mia cultura cinematografica è assai zoppicante): e a proposito di psicoanalisi, che comunque purtroppo a volte serve anche ai cristiani e che non è solo un giochetto intellettuale ma può essere un aiuto necessario, non è che nel film ne esca proprio bene, anzi!!
Gibson è nato negli USA, ha vissuto solo 10 anni in Australia. su Wikipedia – sono andata a controllare ora, ecco perchè lo so 😉 – scrivono: “Gibson ha sempre mantenuto la cittadinanza americana anche se è vissuto per una decina di anni in Australia”.
l’attore che manca dovrebbe saperlo il regista. evidentemente era un personaggio di cui non voleva parlare.
pensavo che mel gibson fosse autraliano al 100 per cento…
ti ripeto che il film non l’ho visto e non dovrei parlarne ma lo faccio lo stess: da un punto puramente cinematografico il regista non può raccontare una storia dove il protagonista è il capo della Chiesa e omettere Dio, secondo me è un errore, un “buco” e come girare il Gladiatore e omettere l’imperatore Commodo…perde di senso.
La curiosità non è un vizio capitale.
Io vado al cinema per vivere un’emozione e quindi Moretti lo scarto a priori perché è una persona che non mi da emozioni, ne positive ne negative, lo trovo amorfo.
L’unico Moretti che mi emoziona è la birra.
Se poi dovessi catalogare un film come un documentario sul vaticano allora potrei valutare un regista competente in materia.
si appunto, non penso che il film voglia essere un documentario sul vaticano, nè sulla religione cattolica.
Io oggi vi saluto tutti ma ci sentiamo domani
🙂
Chissà perchè non sono tanto convinta dal fatto che Moretti ambientando la sua storia in Vaticano sia in buona fede, cioè che voglia solo parlarci della crisi di un uomo investito da grandi responsabilità. Visto che poi il cinema è un linguaggio accessibile a molti, direi che vuole anche predicare a questa moltitudine.
Cmq tutto si può vedere e giudicare.
Su una cosa però mi sento di dare ragione a Moretti, come a tutti i non-credenti: in fondo chi te lo fa fare di farti un mazzo così se poi non c’è Qualcuno che ti aspetta “a casa”? mi ricordo che anni fa chiesero a un campionario piuttosto vasto di sacerdoti: tu continueresti a essere prete se sapessi che in Palestina è stato rinvenuto il corpo di Cristo? la risposta di molti di loro fu SI’. Questo mi pare inquietante….
Mi unisco alla tua inquietudine
per paul: perché, ma è solo il mio punto di vista, è un uomo depresso e la sua fede, in questo caso, non può dargli il conforto e le risposte che cerca.
il film di moretti è aperto a molte letture, e questo è un motivo in più per vederlo.
ma se è così vuol dire che Moretti intende sostenere che in Cristo non c’è nessuna risposta per l’uomo se non c’è neanche per l’uomo chiamato ad essere il successore di Pietro. mah…io penso invece che abbia usato il Vaticano solo perchè cinematograficamente “funziona” ma, cone ho detto, si è dimenticato che se scegli quel contesto non si può prescindere da Dio. forse sforzandosi un po’ avrebbe potuto raccontare la solitudine e la depressione di un pasticcere trotzkista…
Dimenticavo di fare CONGRATULAZIONI a Costanza x l’articolo sull’Osservatore Romano!!!
Io sono un po’ come i bambini che quando trovano una cosa che gli piace si fissano: quando ai bimbi piace un film lo guardano tutti i giorni x mesi e mesi.
Quindi posso riaffermare, supportato da questa ennesima “bolla papale” dell’Osservatore, che sei la mia EROINA del momento!!!
oh Ale! io invece ti ringrazio x avermi segnalato Costanza e il libro che poi mi sono fatta regalare dagli amici di Roma (non è che sia andata proprio così, l’ho visto a casa loro e vedendomi letteralmente spalancare le biglie me lo hanno regalato, forse per farmi stare zitta…). Ora è la mia eroina, nel senso che sto convincendo le mie amiche di tutte le sponde politiche e sentimentali a entrare nel tunnel…
sì, è anche la mia eroina
D’accordo con Alessio!
@azzurra:la fragilità è preziona perchè ci fa sentire che abbiamo bisogno di essere amati e salvati non perchè ci fa sentire meno soli, tant’è che la solitudine è proprio uno dei segni distintivi della nostra società. è come bambino amato e uno non amato, entrambi hanno difetti, sono fragili e sbaglieranno ma il primo dopo essere caduto si alza e corre ad abbracciare la mamma e torna lieto, il secondo o non si alza o se si alza è pieno di livore. Io penso che la vita vada spesa per cercare quell’Amore che ci ha fatti e di cui ci dimentichiamo in continuazione e che sostituiamo con altri 100 idoli (figli, marito compresi). La preghiera per me è un forma semplice di abbandono e di ricerca (appunto “Dio vieni a salvarmi”).
Per il film: posto che negli ultimi 5 anni ho visto al cinema credo 2 film (disney) non credo che spenderò soldi e tempo per questo film di Moretti.In generale credo fermamente nel confronto e, pur essendo di CL, ho amici di tutti i tipi e di tutti i gusti.. Cristo infatti è tutto in tutti ed è morto per tutti mica solo per i suoi discepoli e a volte si trova più umanità in certi atei che in tanti credenti.. ma non è piacevole essere insultati o vedere trattato con disprezzo o con perfidia ciò che amo.
volevo aggiungere al mio commento di prima che la chiesa cattolica non è nuova dal “mettere in guardia” se non addirittura quasi “vietare” certi film ai suoi fedeli. non dimentichiamo quanto accaduto per “Il codice Da Vinci”. ora, se gli alti prelati hanno tanto paura che un film possa minare la fede dei propri seguaci, evidentemente non hanno molta fiducia nè nell’intelligenza, nè nello spirito critico, nè nelle convizioni degli stessi fedeli (forse neanche nelle loro). ora, considerare offensivo un film che non ridicolizza nessuno, non mette in cattiva luce un personaggio come quello del papa, ma solo lo mostra un pò più “umano” e “fallibile” rispetto a come sono soliti vederlo i credenti (ossia “infallibile” in quanto espressione della volontà stessa di Dio), mi sembra davvero esagerato. ecco, un credente è libro di vedere o non vedere quel film. nel caso in cui lo vedrà non penso che si sentirà offeso o rischierà di perdere la fede. quello che si mostra nel film non è una realtà assoluta, è solo un punto di vista che uno spettatore può non condividere e dimenticare una volta uscito dalla sala.
Essere una pecorella e seguire il pastore per me non è umiliazione ma umiltà. Nel mio caso la pecorella è d’accordo con il pastore. Ci siamo dati il 5.
“Il dogma dell’infallibilità papale (o infallibilità pontificia) afferma che il Papa non può sbagliare quando parla ex cathedra ossia come dottore universale della Chiesa. Il dogma dunque vale solo quando egli proclama un nuovo dogma o afferma una dottrina in modo definitivo come rivelata.”
Non vuol dire che non è umano, solo che i cattolici credono che quanto esprime una dottrina non sia lui a parlare ma lo Spirito attraverso lui (ma appunto è un dogma)
a maggior ragione allora non vedo dove sia l’offesa!
personalmente non mi ritengo offeso, ritengo solo che il film sia limitato e forse inutile (per altro non mi risulta che ci sia stato un pronunciamento della CEI).
Non ho visto il “Codice da Vinci” ne’ ho letto il libro ma in questo caso mi fido di “testimoni attendibili”: è una boiata pazzesca!!!!
Vale anche quando proclama un nuovo Santo.
@Cristina,Alessio Pesaro,Giuliana Zinucci,Alberto Conti,siete sulla Riviera Adriatica la settimana prossima?
Se si,pensate che sarebbe possibile salutarci brevemente e poco rumorosamente di persona?
che bella idea! Purtroppo no.. cioè ci sarò la settimana successiva .. sarebbe stato bello …
Per me va bene incontrarci a Rimini, molto volentieri!!
Per essere sicuri di riconoscerti tu vestiti tutta di viola. Io e il mio maestro di montagna di solito la mattina andiamo a correre sulla spiaggia di Rimini e poi bagnetto. Quindi io sono quello bagnato che entra in fiera vicino a uno molto grosso. …
Scherzi a parte x essere + precisi puoi contattarmi su facebook (se ce l’hai, altrimenti ti dò la mail).
Anch’io ci sono (non sarò con Alessio ne’ tantomeno sarò bagnato) ma ci si può provare; direi che facebook può essere un buon metodo per organizzarsi
Brava! Ci voleva un bell’articolo del genere! Quello che dico anch’io perché chiedere a un credente di parlarti della tua chiesa? Bha! Cmq complimenti per il blog!
Spero avrai modo e tempo di ricambiare la visita sul nostro blog Vongole & Merluzzi =)
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/
io non lo vedrò, ma semplicemente perché al cinema non vado da anni per mancanza di tempo e possibilità economiche. Ci porto i miei figli, certo, a vedere qualche cartone 8e tutte le volte è un salasso). Aspetterò che esca in dvd. Ma lo vedrò, più che volentieri. Non permetto che nessuno, nammeno la cei, mi dica cosa devo o non devo vedere o leggere o ascoltare. Di film sul papa, più o meno dissacratori (e quello di Moretti non parrebbe tale) ne sono usciti a bizzeffe, e siamo ancora tutti qui. Mi ritengo sufficientemente intelligente e carrozzata da poter giudicare la qualità di un prodotto cinematografico in perfetta autonomia e discernimento.
Mi scuso perché non ho potuto leggere i commenti di tutti quindi non so se qualcuno l’ha già citato, ma questa figura di papa dubbioso e insicuro mi ricorda tremendamente Roma senza Papa di Guido Morselli, dove il tema dei rapporti tra fede e psicanalisi (tema tutt’altro che banale e affrontato in maniera ben più seria di quanto non si possa fare in questa sede) è stato toccato ben più che tangenzialmente.
Le risulta che la Cei abbia mai ordinato a qualcuno di fare o non fare qualcosa? Certe volte usiamo delle affermazioni che non hanno senso.
Anche a me risulta che dopo un primo giudizio molto tranchant, ci sia stata una certa apertura(forse perché si è riflettuto sul fatto che una stroncatura così netta sarebbe stata la miglior pubblicità al film). Faccio invece riferimento alle parole con cui si apre il post che stiamo commentando: ” ascolterò… autorevoli consigli come quello della Cei (e di Camillo Langone) e non andrò a vedere il suo film”. Personalmente lo ritengo un approccio non condivisibile. Ho sempre letto di tutto, visto e ascoltato di tutto, ma gli attacchi peggiori alla mia fede sono arrivati soprattutto dalle cattive testimonianze dei cristiani e dal furore ideologico privo di carità, non certo da un banalissimo film. La CEI ha ritenuto di pronunciarsi sul film di Moretti e non sulle esternazioni di De Mattei che su Radio Maria in un quarto d’ora circa è riuscito, col suo discorso sul terremoto come castigo di Dio, a far cadere le braccia anche al più volonteroso e ispirato dei credenti. Moretti in confronto è un dilettante
@Alessio Pesaro,Alberto Conti, mi vesto normalmente tutta di viola, o con qualcosa di viola; su f.b. vi trovo con questi nomi?( pensavo che Alessio Pesaro significasse che ti chiami Alessio e sei di Pesaro).
Se i miei figli mi lasciano il p.c., stasera, provo a contattarvi,da qui non posso.
@Cristina,sarà per un’altra volta,anche il turno successivo è molto bello!
anche io spero di andare al turno successivo, ma vista la salute dei figli, non ci conto troppo (non ho parenti-nonni in prossimità e qui si fa tutto da soli)
Ieri invitata in Vaticano (per il blog), oggi su L’Osservatore! E chi la tiene più? 🙂
Come sta a latino? Si ricordi che i documenti (enciclicle, motu proprio, ecc) in Vaticano vanno scritti prima in latino…
Complimenti vivissimi.
La Dott.ssa Miriano padroneggia il latino come d’Artagnan la sua spada, per tacer del greco antico, con cui si prende confidenze inaudite come scambiare l’aoristo passivo per un insetto molto mite
mi dispiace cos, stavolta non concordo del tutto. Anche a me moretti annoia ormai dai tempi di palombella rossa, però non sono d’accordo neanche col fatto di giudicare un film senza neanche vederlo (diceva rino gaetano). Solo perchè parla di un papa (mica di questo, di uno in generale!) e non nel senso giusto e religioso (vedi i numerosi film sui papi e sui vari santi e padri pii vari) non è che a priori non si deve vederlo. E’ una scelta libera. Nessuno è costretto. Ma se si decide di non vederlo non se ne deve nemmeno parlare dando giudizi a priori. O ci vai, lo vedi, e dai un giudizio o non ci vai, (al massimo) lo dici e basta. Per me giudicare senza conoscere è sempre un grosso errore (la questione di Maria Maddalena ricorda qualcosa?). E’ questo che mi ha sempre spaventato dei fedeli “agguerriti”. Non so se andrò a vederlo, se mi andrà lo farò. Se mi farà schifo, lo dirò a tutti, chiamerò moretti e gli chiederò indietro il prezzo del biglietto! 🙂
Caspita che bel post…a cui nulla va aggiunto…
Suggerisco solo la lettura di “Confessione versus psicanalisi”, in “Manifesto della destra divina – Difendi, conserva, prega!” in cui Camillo Langone ricorda Chesterton: “La psicanalisi è una confessione senza assoluzione”.
quindi la confessione sarebbe una seduta psicanalitica con assoluzione? pessima battuta…
concordo. pessima battuta!
più interessante e profondo del capitolo di Camillo, sul tema, è Torellò, “Psicanalisi o confessione?” (o qualcosa del genere), un libro di una ventina d’anni fa, Scritto da un sacerdote che ha fatto anche lo pricanalista
sono anche interessanti, su questo tema, i libri di V. Frankl, dello stesso editore di quello citato da giovanni dm
Cari Alberto e Cristina,
forse non mi sono spiegata bene sulla curiosità. Certamente quella buona è un dono di Dio e ci permette di avvicinarci a tutte le cose, ma deve essere la curiosità del bambino, quella umile che di tutto si stupisce. Ciò a cui mi riferivo è proprio la curiosità di Ulisse, cioè colui che vuole arrivare oltre le colonne d’ercole con la presunzione che la curiosità giustifichi il viaggio senza ritorno.
Forse qualcuno mi troverà antica, retrograda, ma non mi vergogno di dire che se un tempo la Chiesa pubblicava un Indice dei testi proibiti non lo faceva per il gusto di vietare la conoscenza, ma perchè era uno strumento che dava una direzione all’intelletto. Oggi ovviamente non ha più alcun significato visto i media che ci bombardano da ogni dove. Ma ora sto divagando… ciao a tutti dalla vostra Kattolica.
“Di Martino, esaminati i diversi punti di vista, passa alla sua tesi: “Non si può vivere senza verità”; nell’ardore di Ulisse Dante intravede una “follia sana”, perché il dinamismo dell’uomo è la ricerca della verità. Lo spunto per questa interpretazione proviene al relatore dal XIV capitolo del Senso Religioso di don Giussani, secondo cui Ulisse veniva presentato da Dante come folle non perché aveva avuto l’ardore di attraversare le colonne d’Ercole, ma perché aveva affrontato quel viaggio con i medesimi strumenti con cui aveva navigato nel Mediterraneo. Ecco perché, conclude il filosofo, la Rivelazione ha bisogno di Ulisse e del suo desiderio smisurato per compiersi come Incarnazione.”
Dalla presentazione della mostra su l’Ulisse dantesco sopracitata (http://www.meetingrimini.org/default.asp?s=2&id=673&edizione=4928&item=5&value=0&Pagina=15&id_n=9611)
faccio ammenda, sono andata a rileggere Il senso religioso e il genio di don Giussani è incredibile.
La cosa che forse mi premeva dire è solo questa: mi fido del giudizio di chi è più maturo di me e se mi dice che vedere un determinato film o leggere un tal libro è una perdita di tempo, seguo il suo consiglio. Che ovviamente non è una imposizione, ma solo un consiglio.
non so se avete letto il libro “Il libraio” di Michael O’Brien in cui il protagonista un ragazzo ebreo dice che non si devono leggere certi libri perchè non ci aiutano a raggiungere la Verità ma insinuano in noi il male. In questo senso capisco e condivido quanto dice Giuliana. Per fare un paragone estremo è come dire che bisogna provare a bucarsi per poter giudicare il fatto che la droga fa male. è un mix, come dicevo, di “vagliare tutto” ma stare alla larga da ciò che è male perchè “inquina” il cuore e non conduce al Bene. Per me come mamma questa è una delle sfide più grosse nell’educazione dei miei figli.
Ciao a tutti,
premesso che non ho visto il film.
Quello che vorrei dire è che mi dispiace per Moretti. Ci credo che lui non possa capire come possa un uomo sopportare quella croce (che ne può sapere uno che non crede della croce?). E’ sempre quella che scandalizza, che divide, che stupisce…
E’ ovvio che giudicare il “mestiere” del papa se uno non si mette nella prospettiva della fede non può che essere angosciante.
Così come quando lui ha parlato di morte…
Angoscia pura.
Non posso che dispiacermi per lui, così come sono dispiaciuta davanti a qualsiasi persona che davanti alla grandezza della Verità, non la colgono.
Moretti parla di uomini, ma di uomini a metà, che non capiscono che, con parole di Santo Agostino, “Dio è più intimo a me di quanto lo sia io stesso.”
Sto con Costanza, non devo vederlo per capire che a ME non serve.
servirebbe per capire e amare meglio i nostri fratelli “lontani”… La Verità apre al mondo, non chiude nella torre d’avorio delle proprie certezze
Che vuol dire? Che bisogna provare tutte le esperienze degli uomini per capire gli altri? Un genitore non fa provare al figlio una cosa che sa che non va bene.
Può essere una chiave di lettura… forse quando lo daranno in tele però. Al cinema vado a vedere RIO.
🙂
@luigi: se cristo ha provato in croce l’abbandono del Padre per essere definitivamente e completamente uomo, anche noi possiamo fare lo sforzo di considerare (non sposare!) il punto di vista di un non credente sulla vita interiore di un papa. Non contamina e non rovina al salute, credimi!
@Elena
Non fa assolutamente male ma non mi attira per nulla ne l’autore, ne l’argomento (le debolezze del Papa), ne la combinazione autore-aurgomento. I credenti cui interessa fanno bene ad andarlo a vedere, io parlo sempre e solo per me.
Elena,
da un punto di vista meramente algebrico potrà anche funzionare…ma ti rispondo con le parole di Langone: “La Chiesa definisce la confessione “sacramento di guarigione” e come potrebbe altrimenti, è stato Gesù Cristo a inventarla (…). (Nella psicanalisi) la parcella è componente essenziale, nei testi si legge di “vantaggi psicoterapeutici dell’onorario, elemento motivatore sia per il paziente che per lo psicoterapeuta”. Viene da ridere ma non è cabaret, quanti ci son cascati. All’opposto, la gratuità è una caratteristica della confessione, Cristo ha già pagato per tutti”.
ma se ci rispondessi con le parole di qualcun’altro un po’ più autorevole no?
ma guarda che io non assimilo confessione a psicanalisi; è chesterton/langone che lo fa, e quando si fanno paragoni bisogna stare molto attenti. La frase “la psicanalisi è una confessione senza assoluzione” vorrebbe dialetticamente e argomentativamente elevare la confessione al di sopra della psicanalisi. In realtà la umilia. La psicanalisi non ha davvero NULLA a che vedere con la confessione; la mia impressione è che la chiesa troppo spesso confonda le due cose, nel tentativo di “inglobare” un sistema di pensiero (la psicanalisi) nel momento in cui non ne ha più potuto fare a meno. Se si recuperasse il vero significato della confessione, magari ritornando all’etimo (confidare) la psicanalisi sarebbe automaticamente ridotta a quello che è: una tecnica clinica come tante, utile per risolvere singoli problemi ma non per impostare una vita
Mah…forse non cogli la (non molto celata per la verità) ironia del paragone, o forse non hai letto Chesterton. Te ne riporto un brano:
“Quando la gente chiede a me, o a qualsiasi altro: ‘Perché vi siete unito alla Chiesa di Roma?’, la prima risposta essenziale, anche se in parte incompleta, è: ‘Per liberarmi dei miei peccati’. Poiché non v’è nessun altro sistema religioso che dichiari veramente di liberare la gente dai peccati. Ciò trova conferma nella logica, spaventosa per molti, colla quale la Chiesa trae la conclusione che il peccato confessato, e pianto adeguatamente, vien di fatto abolito, e che il peccatore comincia veramente di nuovo, come se non avesse mai peccato. (…) Orbene, quando un cattolico torna dalla confessione entra veramente, per definizione, nell’alba del suo stesso inizio (…). Egli crede che in quell’angolo oscuro, e in quel breve rito, Dio lo ha veramente rifatto a Sua immagine. Egli è ora un nuovo esperimento del Creatore. È un esperimento nuovo tanto quanto le era a soli cinque anni. Egli sta, come dissi, nella luce bianca dell’inizio pieno di dignità della vita di un uomo. Le accumulazioni di tempo non possono più spaventare. Può essere grigio e gottoso, ma è vecchio soltanto di cinque minuti”.
Questo è l’unico senso della Confessione. Non a caso è il Sacramento della Confessione o Riconciliazione. Che porta in sé un nuovo inizio.
San Giovanni scrive che Gesù, dopo essere stato crocifisso, è risorto e incontra gli Apostoli e dice loro: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. Il Sacramento è stato istituito da Gesù Cristo! Non certamente inventato dalla Chiesa. Egli, che è Dio, è l’unico che ha il potere di rimettere i peccati e alla Chiesa ha affidato l’esercizio di questo potere.
La psicanalisi lasciamola ai di-sperati.
“il peccato confessato, e pianto adeguatamente, vien di fatto abolito, e che il peccatore comincia veramente di nuovo, come se non avesse mai peccato.”
Il peccatore viene perdonato non il peccato abolito, anche se capisco che farebbe molto comodo a tutti pensarlo.
A me mi sembra di essere capitato in un mondo di bachettoni, tartufi(di Molière) bigotti, intransigenti, ringhiosi, boriosi,
paurosi (per grazia di dio, naturale, per umiltà, dovere di cristiani di professare la loro fede, di fare inoltre riferimento non al vangelo, ma ai papi ai vesovi, ai concili, a teologi di mezza tacca, in questo, direste voi, fedelissimi, uguali a tutti quegl’altri intarnsigenti delle altre, parti, con le loro credenze, fobie, eccetra, bacchettoni, certo, anche loro, lo stesso, bigotti, )…Ma mica esistano solo queste schiere di matti furiosi!!!! C’è anche anche altri milioni, persone, genti, che si interessano semplicemente alle cose senza essere quelle cose, che leggono, studiano, vanno, o non vanno al cinema, senza poi pontificare, che cercano sempre di guardarsi dal dal pontificare, che possono fare critiche, argomentare obbiezioni, ascoltare opinioni, su ogni materia, di tutti i generi, che lasciano vivere, respirare, uscire fuori.
Curiosità, curiosità intellettuale, mentale, culturale, sentire voci, ascoltare, parlare, guardare, andare, venire,liberi!!!
E poi, abbi pazienza, Costanza, avevi citato S. Caterina che voleva i pappi dessoro foco a ogni cosa…
Ma dove sono,ora, questi papi?!?!?
Bacchettoni: dal verbo bacchettare, dare addosso, col bastone o senza….
Andare a vedere un film dove un papa non prega è come andare a vedere un film di Rocco Siffredi dove non si fa sesso.
AH!! AH!! AH!! AH!! AH!! AH!! AH!! AH!! AH!!
Ho riso per mezz’ora.
Sarò masochista ma a me la discussione di oggi piace un sacco.
@Alvise: ma un blog non è fatto per “pontificare” su uno spunto lanciato dall’autore? ;-). Non ci puoi invitare a nozze chiedendo se i papi attuali “mettono foco” al Mondo: quello di prima tra le altre piccole cose ha fatto cadere il regime sovietico, questo è un veramente un Padre (nel senso Mirianese del termine).
Alberto! o oggi non hai un benemerito bip da fare in uffcio o come me sei a casa a bollire spinaci x la torta salata….
la terza opzione, avrei da fare ma non c’ho voglia
Un film con Rocco Siffredi che non fa sesso potrebbe essere pure più divertente; certamente meno monotono…
se voglio vedere un film divertente non guardo rocco siffredi, scelgo i fratelli Marx.
Mentre invece mi piace l’idea di un Papa che desse foco a ogni cosa!!!!
Non è così: “‘s’i fosse papa, allor serei giocondo,
ché tutti cristiani imbrigarei”
Luigi, mi sono quasi fatta sotto dalle risate…!
@ Alvise: se, parlo per me, ti sembro bacchettona, mi scuso per i miei eccessi, ma sai com’è… da quando sono “Kattolica” (ovvero dai 15 anni circa) mi sento un po’ come quegli innamorati rompiscatole che lo vogliono far sapere a tutti col megafono. Mi dispiace sinceramente se rompo i timpani.
E vorrei aggiungere anche un altra cosa.
Le tue parole, Costanza, in certi momenti:
giaculatorie ecclesistiche, mantra episcopali…
Epifenomeni, come, tutto, del resto.
scommetto che hai lo zingarelli sottomano…
…ho sempre lo Zingarelli, sonnò come farei?
Anche mia nonna usava le giaculatorie mentre si occupava di tutte le faccende, credo che la aiutassero a rimanere in equiilibrio fisico, ma non capisco questo senso di superiorità, cosa c’è di male ad usarle? Sono forse cose proletarie, sempliciotte, non da liceo? Noi siamo polvere e povere ritorneremo.
…la nonna va bene, ma giaculatorie usate come formule sapienziali è un’altra cosa. Certo che siamo polvere!
…scusate, con l’apostrofo, “un’altra”
…e poi cos’è questa storia del liceo? quale liceo?
come quale liceo? c’è UN SOLO ED UNICO LICEO.
Dopo aver letto il significato che da alla Confessione il post di Chiara non vedo l’ora di andarmi a confessare.
@ Paul: che ne dici di una bella Indulgenza Plenaria? ma quanto è figo essere cattolici???
beh si fichissimo. fai come ti pare,una bella confessione tanto “Cristo ha già pagato per tutti”…purtroppo sono tanti i cattolici che fanno così, a Roma si dice “saa cantano e saa sonano”
Quella del liceo è un’altra storia, oramai ho il pregiudizio nei confronti di chi ci è andato.
Nella mia esperienza continuo a constatare un certo senso di superiorità nel campo intellettuale.
@paulbratter forse si, certamente ne’ un film porno con Rocco Siffredi ne’ un film con un Papa che prega solo
O, mamma mia, quanti commenti, ogni volta più pieni di spunti! Vorrei rispondere bene, ma non ce la faccio. La prossima volta facciamo così: scrivo un blog esca, voi commentate e poi io ne scrivo un altro più intelligente mettendo il meglio degli spunti ricevuti, pensa che figurone… Comunque, con il consiglio di classe della prima media che inizia fra 19 minuti, vorrei solo dire che certo che un cristiano può essere depresso, perché la depressione è una malattia e colpisce tutti. Anche io ne ho sofferto e conosco almeno tre o quattro persone sante che ci stanno combattendo. Dico che per noi la preghiera è la prima risposta, se non basta ci sono i medici, gli psichiatri, la psicoterapia, i farmaci. Il ruolo dato all’analisi invece non lo condivido, ma come ha detto qualcuno davvero non sono all’altezza per entrare nel merito. Mi fido di quel sacerdote che mi ha detto che l’inconscio è l’altro nome del diavolo. La sua santità e la sua intelligenza smisurate, e la mia esperienza mi hanno convinta.
…inconscio a parte. Nanni Moretti ( ricordate?) lui l’ha anche presa per il culo, la psicanalisi. Film “Sogni d’oro”, voi che siete conoscitori di cinema!
…scusate , ho scritto “culo”, attenti alla lussuria!
hai ragione alvise. infatti ho capito che forse anche da questo film ne escono peggio gli psicanalisti dei preti.
tanto rumore per nulla?
L’inconscio è come un sacco che ci portiamo sulle spalle, invisibile, talora pesante. In esso sono racchiusi i fantasmi dell’infanzia, dei primi anni di vita, dell’io bambino e delle sue paure; in esso, con il sopraggiungere della maturità dell’adulto, si sono rifugiate le paure infantili e gli echi di quelle ancestrali che, dal buio, da questa parte nascosta del nostro io, condizionano tutto il nostro essere, il nostro sentire, il nostro agire. Io non credo che sia sinonimo di qualcosa di demoniaco (certo, bisogna vedere in che senso ciò è stato detto). Credo invece sia una parte importante del nostro vissuto, con la quale, anche se non ce ne rendiamo conto, dobbiamo, senza saperlo, misurarci ogni giorno. La differenza tra la l’analisi e la psicoterapia da una parte e la preghiera, la conversione e la fiducia in Dio dall’altra sta nel fatto che nella Chiesa è data la Grazia. La Grazia guarisce le nostre ferite, ci comunica ed anzi ci infonde la stima e la fiducia di Dio in noi, nelle nostre possibilità. Beato l’uomo che confida nel Signore, riusciranno tutte le sue opere. Nell’inconscio sta spesso nascosta la ragione di tante nostre paure e sofferenze. In esso noi possiamo scendere, in un cammino di conversione, di discesa, come Gesù agli Inferi, in Sua compagnia, di Gesù, e guardare in faccia quello che siamo, le nostre ferite profonde, per essere da Lui guariti. E’ una avventura straordinaria, nella quale la Grazia ci fa nuovi. Ci sono anche psicologi cattolici (mi viene in mente per esempio Tonino Cantelmi – vi ricordate la vicenda del giornalista di Repubblica che si è finto omosessuale?), che sanno indirizzare con competenza e carità dentro sé stessi, per aiutare a ritrovare la luce. Ma questa, la Luce, non può venire che da Cristo, tramite una comunità, nella Chiesa.
@paul bratter: ok, davvero ottima! Possiamo pure bombardare la Svizzera!
allora, Avanti Savoia!
(scusate è un’overdose da celebrazioni del 150esimo)
No, che poi ci taglia il nocciolato!
ma guardi che Raffaella ha acconsentito al bombardamento della Svizzera dopo aver assaggiato l’ottimo e italianissimo Domori. Possiamo procedere si fidi.
Quod licet Iovi non licet bovi: con la Svizzera io farei parlare il Genio Totale. Apparteilfattoché, col Genio Totale citato in prima pagina dall’OR, quasi quasi la Svizzera dovrebbe pagare qualcosa, come quando un personaggio famoso fa pubblicità ad un luogo pro turismo. Mi ricordo, ad ex., che giacché Alberto Sordi nel suo celeberrimo film dell’americano a Roma, continuava a parlare di Kansas City, la suddetta città lo invitò negli USA e gli conferì la cittadinanza onoraria.
Il film di Moretti ci fa vedere come sarebbe la Chiesa senza lo Spirito Santo. Niente di più. Ma non è poco. E’ il sogno ad occhi aperti del laicista che vagheggia un’istituzione (per lui puramente umana) che si autodistrugge perché il suo capo è più bravo del Kaimano: cioè si dimette. Facile facile.
per chi ne volesse ancora discutere….
http://www.ilfoglio.it/innamoratofisso/494
segnalo altra interessante recensione:
http://www.avvenire.it/Spettacoli/psicologia+delle+altezze_201104210838082270000.htm
Cara sorella
trovo questa sua affermazione:
“Se volessi vedere un’icona della miseria umana mi basterebbe guardarmi allo specchio, ed è anche gratis.”
veramente straordinaria e un esempio cristallino del realismo cristiano.
Grazie e Santa Pasqua a Lei e famiglia.
Paul
Ormai l’anticlericalismo politicamente corretto è una forma di conformismo. Un tempo, i farisei erano vestiti da farisei, oggi sono vestiti da progressisti.
Ieri sera ho visto il film e questa mattina la recensione. Era difficile scrivere tante sciocchezze su un film che non si è visto, eppure tu, Costanza, ci sei riuscita. Il passaggio sulla bisnonna Irma, che come tutto il resto non c’entra nulla, è davvero emblematico di una povertà spirituale e culturale davvero imbarazzante
Vedi “caro” Simone Costanza giudica un film senza averlo visto, tu addirittura giudichi una persona senza conoscerla.
Sono lieto che tu abbia visto il film e ti sia piaciuto, anche io l’ho visto e non mi è piaciuto e ho commentato una recensione positiva di un altro blog criticando il film e definendo moretti un regista sopravvalutato, e mi sono guardato bene dall’insultare l’estensore dell’articolo come hai fatto tu, il che denota una intolleranza intellettuale tipica, ed è questo davvero imbarazzante. Se poi leggessi con più attenzione ti accorgeresti che non si tratta di recensione e se dai un’occhiata ai “mi piace” di facebook ti accorgeresti anche che sono un numero impressionante per un piccolo blog come questo: si vede che non siamo pochi a non sopportare più moretti e i morettiani. Concludo che sulla povertà culturale puoi pensarla come ti pare visto che sei tu stesso lo striminzito metro di giudizio, per quella spirituale non ti devi neanche permettere.
io mi permetto quanto mi pare, perché non ho insultato proprio nessuno e lo sai bene, ho espresso un giudizio motivato rispetto a cose che ho visto con i miei occhi e di intollerante, umanamente e intellettualmente, in me non c’è proprio niente, a differenza di te che evidentemente hai la coda di paglia tipica di chi si sente superiore per motivi misteriosi. Potete essere milioni e miliardi a non sopportare moretti e i morettiani (qualunque cosa significhi “morettiano”) e questo blog può essere seguitissimo e fantastico per mille motivi. Io ho letto solo questo post che, ripeto, è cieco, zoppo, senza capo né coda, povero… Quel “caro” poi, tra virgolette, puzza di tipica iprocrisia cattolica lontano un miglio, risparmiatelo!
egregio professore (ti piace così lo trovi meno cattolico, e perchè lo dici come un insulto, hai qualche pregiudizio? non sei sereno?) affermare che puoi permetterti quanto ti pare di dire a qualcuno che è “di una povertà spirituale davvero imbarazzante” solo perchè ha osato criticare un film che a te è piaciuto, si commenta da solo. Anzi no, lo commento io: è offensivo e arrogante, e se per te questo non è insultare preferisco non pensare che deserto umano sia il mondo che ti circonda.
E poi non ti scaldare tanto: il buon Moretti ha tutta l’Intellighenzia di sinistra dalla sua parte, e un “cieco, zoppo, senza capo né coda, povero” post lo può sopportare benissimo senza che tu corra in suo aiuto.
Ringrazio Chiara Cirinnà per la lunga citazione di chesterton che – sì – non conosco. Continuo a non capire dove si voglia andare a parare con la faccenda confessione-psicanalisi. Credo che il sacramento della confessione abbia acquisito nel tempo forme e connotazioni molto diverse: la stessa confessione auricolare è una forma relativamente recente; in tempi non lontani l’enfasi sulla trasgressione dalla norma aveva trasformato il sacramento in una sorta di check list, mentre oggi – grazie anche all’influsso della psicanalisi – somiglia più ad un flusso di coscienza. A me piace pensarla ancora come “sacramento della riconciliazione”, nonché nel suo significato più ampio di “dire qualcosa a qualcuno con la certezza di essere ascoltati”. Per me è la ricucitura di un rapporto, insomma, perché vedo il cattolicesimo come una religione di rapporti (preferibilmente trinitari 😉
Continuo a pensare che ogni cosa possa e debba avere il suo posto: se sono depressa o ho una nevrosi vado dallo psicanalista,non posso pensare che sia il sacerdote a curarmi, come pure se avessi un tumore andrei dall’oncologo, prima che a lourdes. Nell’economia del creato ci sta anche il film di moretti, ne sono certa, e non riesco a capire (ma certo sicuramente è perché non l’ho visto) perché possa essere così pericoloso. Qualcuno ha fatto l’esempio dei divieti che si impongono ai figli. Ma loro sono figli, appunto. Noi dovremmo essere laici adulti e maturi e, come dice il magistero, la nostra coscienza dovrebbe essere ultimo giudice. Buona pasqua a tutti
Non ho capito una cosa di questo essere adulti (e nella fattispecie cattolici adulti): io mi ricordo di qualcuno che aveva detto “se non ritornerete come bambini….”
Scusa se vedo solo ora la tua replica: io mi riferisco alla nuova dignità che hanno assunto il laici col Concilio e con la Christifideles. Ritengo che sul fatto se andare a vedere o meno un film la nostra coscienza debba operare liberamente. Credo che Moretti abbia tutto il diritto di dire quel che vuole sul Papa perché non è tenuto all’osservanza teologica e che andare a vedere il suo film non sia offensivo nei confronti della fede. Gli attacchi peggiori alla fede provengono sempre dall’interno della chiesa stessa, con la cattiva testimonianza, le esternazioni palesemente contrarie al più elementare principio evangelico.
Posto che, come è stato fatto noatre altrove, citare ex abrupto una frase del vangelo senza contestualizzarla non è molto efficace, credo che il bambino evangelico sia quello che si fida di Dio, semplicemente. E che dà alle cose il giusto peso e la giusta misura. Che ama senza misura e perdona ogni cosa. Che sa guardare ilmondo e il prossimo ogni giorno con occhi nuovi. Che è puro, piccolo e spiritualmente povero. Essere bambini evangelici è la conquista di una vita. E’ fidarsi. Ma non è delegare le proprie responsabilità.
Scua la prolissità ma questa tua citazione mi ha sollecitato aprecchie riflessioni, alla luce anche di discorsi fatti proprio ieri con una mamma evangelica dalla quale ho imparato moltissimo su questo tema.
Per il resto, davvero stiamo parlando solo di un film, quindi va bene tutto.
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