In questo tempo di scontri e di dibatti, di tante parole e di urla, di rumori di guerra e di conflitti, conflitti anche di parole e di pensieri, di supposte verità e improbabili discernimenti, di giudizi e di condanne, di insulti e di sberleffi, di negazioni e censure, di dolori e omicidi, di martirio e povertà, che è pur sempre Avvento, propongo questi pensieri di Sant’Anselmo, che sono quasi una lirica, quasi un pianto, una accorata supplica, l’immagine della nostra misera realtà che ci riportano al centro, al cuore, al fulcro, all’essenza della vita di un Cristiano, senza la quale, nulla cambierà, tutto resterà come pare sia ora.
Orsù, misero mortale, fuggi via per breve tempo dalle tue occupazioni, lascia per un po’ i tuoi pensieri tumultuosi. Allontana in questo momento i gravi affanni e metti da parte le tue faticose attività. Attendi un poco a Dio e riposa in lui.
Entra nell’intimo della tua anima, escludi tutto tranne Dio e quello che ti aiuta a cercarlo, e, richiusa la porta, cercalo. O mio cuore, dì ora con tutto te stesso, dì ora a Dio: Cerco il tuo volto. «Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 26, 8).
Orsù dunque, Signore Dio mio, insegna al mio cuore dove e come cercarti, dove e come trovarti. Signore, se tu non sei qui, dove cercherò te assente? Se poi sei dappertutto, perché mai non ti vedo presente? Ma tu certo abiti in una luce inaccessibile. E dov’è la luce inaccessibile, o come mi accosterò a essa? Chi mi condurrà, chi mi guiderà a essa si che in essa io possa vederti? Inoltre con quali segni, con quale volto ti cercherò? O Signore Dio mio, mai io ti vidi, non conosco il tuo volto. Continua a leggere “Il desiderio della contemplazione di Dio”