Quell’urlo silenzioso che sconvolse il medico abortista

di Costanza Miriano

Questo è un libro esplosivo e prezioso, con un titolo sbagliatissimo. Già, perché quando mi è arrivato a casa La mano di Dio, di Bernard Nathanson, il famoso medico abortista che cambiò opinione, immaginavo di leggere una riflessione sull’aborto dal punto di vista di un credente, che ritiene che la vita, provenendo da Dio, non è a disposizione delle scelte umane. Niente di più falso, rispetto a questo libro. (E la colpa questa volta non è dei traduttori italiani, che di solito deturpano tutti i titoli, soprattutto dei film: in questo caso anche il titolo originale suona così).

Si tratta invece, come ho scoperto leggendo, di un racconto lucido, dettagliato, appassionante come un giallo, della vita di un ginecologo appartenente alla élite ebrea di New York, ebreo di cultura ma non praticante e per sua ammissione neppure credente, ricchissimo, lanciatissimo nella vita professionale, abile e molto stimato tra colleghi. Un medico che ha avuto diverse mogli e che, nato in povertà, ha raggiunto la ricchezza più abbondante , ed è entrato nella fase più stabile della sua carriera in un’epoca, gli anni ’60, in cui doveva essere una cosa incredibile vivere a New York, la città in cui il boom post guerra che ha toccato tutto l’occidente era al suo massimo grado, la città da cui tutto quello che contava – per il mondo – partiva alla conquista del pianeta, la città che ha colonizzato e plasmato il mondo per i successivi decenni (breve ripasso per esempio con qualche puntata di Mad Men, per avere un’idea). Ecco, nel cuore di quella NY anni ’60 entra nel vivo la storia di questo medico, autore di migliaia e migliaia di aborti, che da insider racconta il tranquillo cinismo suo e dei colleghi, e svela con un candore – che deve essergli costato un grande dolore – le bugie su cui si è fondata l’approvazione della legge sull’aborto. Bugie su bugie (a cominciare dalla falsa storia di stupro), dati ingigantiti a dismisura sulle morti per aborti clandestini (stesso copione in Italia), con l’ordine di scuderia di dare la colpa alla Chiesa cattolica per ogni donna deceduta.

Poi un giorno, un piccolo particolare inceppa il meccanismo. Stanno cominciando a diffondersi tra gli studi medici le ecografie. Il dottor Nathanson comincia a vedere che quello che uccide inserendo nell’utero materno una specie di aspiratore non è materiale informe (quello che poi viene espulso), ma un bambino. Piccolissimo ma un bambino. Non c’entra niente la crisi mistica o la posizione della Chiesa cattolica, a quell’ebreo rigorosamente formatosi con un abito mentale scientifico vedere un bambino nel grembo materno apre gli occhi. Piano piano, gradualmente. Comincia ad avere dubbi su quello che sta facendo. Non sta solo aiutando delle donne a liberarsi di un problema, sta anche uccidendo una vita. Continua a praticare aborti, ma con qualche dubbio, scegliendo per esempio quelli cosiddetti “terapeutici”, dove la terapia del bambino malato è ucciderlo, cosa che però continua a sembrargli almeno in parte accettabile. Ma il tarlo che è partito non si ferma. E qualche anno dopo decide di osservare con un’ecografia cosa avviene in un aborto.

Aspettavo la descrizione, ma il libro non lo dice. Forse è troppo doloroso perfino per lui. Comunque il video si trova, benché di qualità pessima (i pro choice americani hanno fatto di tutto per boicottarlo quando è uscito), e mostra un bambino che tenta di sfuggire all’aspiratore, e viene fatto a pezzi. Tutti coloro che filmarono l’aborto, medici e infermieri, convinti sostenitori del diritto delle donne di scegliere, smisero di praticarli, sconvolti.

La storia prosegue, ed è una miniera di notizie, utile anche a decifrare la storia italiana: sarebbe interessante renderne la lettura obbligatoria a tutti coloro che vogliono togliere persino il diritto all’obiezione di coscienza (vedi la recente campagna pubblicitaria: cioè non solo diritto all’aborto, garantitissimo da sempre: in Italia, dal ’78 a oggi non c’è stata una sola donna che abbia chiesto di abortire e non sia stata accontentata, celermente e gratis, anche in tempo di Covid, quando a migliaia di malati di tumore sono state negate le cure che avrebbero potuto salvare le loro vite).

Cito solo ancora due passaggi interessanti, ma il libro è tutto da leggere: nell’87, quando Nathanson aveva smesso di praticare aborti da una quindicina di anni, ricevette una lettera di una donna che lavorava in una clinica, fermamente convinta del diritto delle donne di scegliere: “ma ciò che voi non sapete è che ora qui si sta trattando con gente d’affari in merito alla vendita di tessuti e di parti. Sono stata ad ascoltare di nascosto le loro trattative la scorsa settimana e so che fanno pagare il tessuto del cervello più delle braccia, delle gambe e di altre parti. Come vi ho detto sono convinta che le donne dovrebbero avere il controllo del loro corpo, ma questo è davvero troppo”.

L’ultimo passaggio che vorrei citare, che apre uno spiraglio davvero estremamente, estremamente inquietante sulla ricerca farmacologica, parla delle tecniche di ricerca medica che richiedono tessuti freschi di feto, la compravendita dei bambini uccisi, e addirittura prospetta la possibilità che donne dei paesi poveri vengano incoraggiate a concepire un bambino e abortirlo tre o quattro volte all’anno per fornire tessuti freschi per la sperimentazione.

Io non sono competente per dire quanto questo si verifichi, dove e per quali ricerche, però questa è roba da non dormirci la notte…

 

leggi anche Confessione di un ex abortista

8 pensieri su “Quell’urlo silenzioso che sconvolse il medico abortista

  1. Francesco Paolo Vatti

    Il Dottor Nathanson scrive in maniera avvincente: mi è capitato di aiutare un amico rivedendo le bozze della traduzione italiana di Aborting America: direi che si completi con questo. In quel libro c’è tutta la storia dei movimenti (anche sedicenti cristiani) che furono utili alla legalizzazione dell’aborto e, senza farsi sconti, ammette pianamente di aver raccontato bugie per questo.
    Mi pare che, appena prima di morire, il Dr. Nathanson si sia anche convertito al cattolicesimo.

    1. Ago86

      Anche a me risulta che il dr. Nathanson si sia convertito al cattolicesimo.

      Quanto alle balle inventate dai movimenti per l’aborto, mi è capitato tra le mani un libello degli anni ’70 con scritto in copertina “3 milioni e mezzo di aborti clandestini l’anno – tutti sanno ma nessuno parla”. Una cifra sparata per fare grancassa emotiva, visto che per avere la somma di 6 milioni di aborti negli ospedali ci sono voluti circa 30 anni.

      Fa il paio con le “20 mila donne che muoiono ogni anno a causa degli aborti clandestini”, quando ogni anno morivano in Italia in totale circa 5000 donne in età fertile.

      “Calunniate, calunniate, qualcosa resterà” è il motto della sinistra da Voltaire ad oggi.

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  3. chiarageminiani

    Non sono riuscita a vedere fino in fondo il video… troppo doloroso morire così, in quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro per un bimbo, il ventre della sua mamma. Poveri piccoli bimbi indifesi. Che genocidio assistito….

  4. antoniodB

    Credo che nel piano di Dio, nella vita di Gesù, la strage degli innocenti ci sia stata proprio per lasciare a tutte le generazioni della storia un riferimento riguardo alla violenza sui bambini e un conforto sull’amore di Dio verso l’infanzia violentata.
    Dai bambini sacrificati alla fondazione delle città nel tempo antico, o sacrificati a divinità feroci, o schiantati contro le rocce come segno di sconfitta in guerra, fino all’aborto praticato oggi, alle orde di pedofili che infestano il nostro presente, ai bambini devastati di farmaci dagli Stati ingannati dall’inganno del gender, ai bambini venduti e comprati con l’utero in affitto, che mai conosceranno i loro genitori…
    La storia è piena di violenza sul più debole e non faccio fatica a credere che mercanti di farmaci siano così avidi di denaro da sacrificare bambini al loro idolo.
    Speriamo arrivi presto il trionfo del Cuore Immacolato!

  5. Nessuno

    Quando è capito a me (di dover decidere) è stata stato necessario un tempo interminabile per giungere ad una conclusione: quattro secondi. Sembra una battuta ma credetemi, non lo è. Pochi attimi possono essere anche troppi, in certi casi.

    Ero arrivato preparato ma non è stato sufficiente. In verità non si è mai veramente preparati a nulla e illudersi di esserlo è una grave e pericolosa presunzione. La verità è che siamo esseri umani, creature deboli e piccole. Per questo abbiamo bisogno di Dio e della Sua Misericordia!
    Durante quel tempo ho visto tutto, come in un film. La mia (e sua) fortuna è stata che il film finiva bene, con un lieto fine. Ma soprattutto il pensiero costante – certamente non mio – che Dio ci ama e non avrebbe di certo gradito scelte diverse da quella che feci. Specialmente, non le avrebbe accettate da me, che mi ha sempre istruito e custodito. Per inciso: “custodito” non implica ricevere cose umanamente belle (anzi, di solito significa ricevere dal mondo riprovazione e affanno) ma avere la certezza nel cuore di non essere abbandonati, di essere amati fino in fondo e fino al sacrificio del Suo sangue. E di avere un progetto speciale da portare avanti. E “istruito” non significa essere formati in modo accademico ma piuttosto intende quel tipo di ritorno e docilità che ottiene un padre quando prende per mano il figlio e lo accompagna per le strade trafficate e pericolose del mondo. In altre parole di avere un dialogo con il Creatore che tra tutti, guarda proprio me. Privilegio incredibile… ma fa così con tutti perché siamo tutti figli unici.

    Un’ultima nota. Non si creda che fatto ciò io sia diventato migliore per la scelta di allora. Né che, se ricapitasse, farei “certamente” la stessa cosa. No. Quel “certamente” è una illusione malefica. Fino all’ultimo istante sarò tentato e so che avrò sempre bisogno dell’aiuto del Signore.

    Grazie a Dio, ho bisogno di Lui.

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