Norme e buon senso

di Costanza Miriano

Le immagini le avete viste tutti: un parroco di 80 anni che celebra la messa in una chiesa di 300 metri quadri davanti a dodici persone tutte più distanziate che nella messa del Papa a san Pietro, e tutte con la mascherina (che a san Pietro non c’era), è stato interrotto da un carabiniere proprio al momento della consacrazione. Don Lino Viola, parroco di Gallignano, frazione di Soncino, si è opposto all’azione del carabiniere, e ha terminato la messa, nonostante la telefonata del sindaco arrivata sull’altare. Una scena triste e dolorosa, che spero faccia capire che è ora di pensare serenamente e con intelligenza alla questione delle messe aperte al pubblico.

Allora, la norma emanata dal Governo prevede che oltre al sacerdote alla messa siano presenti delle persone che lo aiutino ad animare la messa: i lettori, i cantori e via dicendo. A questi, domenica da don Lino si erano aggiunte sei persone che avevano perso dei familiari, in suffragio dei quali si stava celebrando la messa. Le porte erano aperte e loro sono entrati. Magari il sacerdote, non so, poteva anche sapere che sarebbero arrivati e non ha fatto niente per impedirglielo. Ma allora? Ma santo Dio, sei persone in più in una chiesa da 300 metri quadri, distanti e con mascherina, cosa possono fare? Non si poteva usare un po’ di buon senso, un po’ di delicatezza verso chi ha perso una persona cara? Si può comminare una multa salata per questo?

Le leggi vanno sempre rispettate, anche quando le troviamo sbagliate (come è per me in questo caso), ma io penso che vada onorata la ratio di una legge, il suo principio.

Per esempio: vedo a volte gente per strada che cammina in gruppetti, vicina, con greggi di cani al seguito. Immagino che non siano nuclei familiari, ma amici “canari”. Bene, loro non stanno rispettando il distanziamento, ma se arriva la Polizia probabilmente non li multa perché stanno tutti portando a spasso il cane. Io sono per un allentamento rapido di queste misure, quindi non ho nessun problema con loro, ma dico che si può rispettare la forma di una legge, tradendone però la sostanza. Invece, secondo esempio, per la corsa si prevede che la si possa fare solo in un raggio di 300 metri dalla propria casa. Quindi presumibilmente, a parte i fortunati che abitano in aperta campagna, in zone di condomini e motorini sui marciapiedi e gente coi cani (e relative deiezioni canine: se alle prossime Olimpiadi lo slalom a piedi correndo di notte sarà disciplina olimpica, tento di qualificarmi). Se uno si spostasse solo un po’ più lontano, in una strada dove non passa nessuno, magari uno di quei viali senza palazzi dove i romani parcheggiano, io penso che rispetterebbe la sostanza della legge – cioè non avere contatti con nessuno – anche se non la forma, magari per qualche centinaio di metri.

Non si fa, è chiaro, non voglio istigare nessuno e non lo faccio io, ma era per dire che credo che don Lino abbia rispettato la sostanza della norma: una messa chiusa, senza la folla domenicale, con la concessione di far entrare pochi familiari dei morti. Mi sembra un piccolo strappo, fatto per amore, per consolare il dolore di chi ha perso qualcuno. La Chiesa ha viscere di misericordia, e sa soffrire con chi soffre, come ha fatto don Lino. Ha abbattuto un muro, quello delle chiese chiuse, per amore.

Perché – e questa è una cosa che chi ha deciso di toglierci le messe ovviamente non sa, sennò non si sarebbe sognato di decidere una cosa simile in un tempo di tanti morti – morire da cristiani, con il conforto dei sacramenti, accompagnando il morto con il sacrificio di Cristo, e invece morire da uomini che non hanno conosciuto l’amore di Dio, sono due cose completamente diverse. Completamente.

I cristiani credono nella vita eterna. Non è una storiella per bambini, noi ci crediamo davvero, e questo cambia tutto. Chi è in pace con Dio muore ridendo, come quel sacerdote, don Cirillo  Longo,  fotografato col rosario sollevato nel pugno, in segno di vittoria, poco prima di morire di Covid. Come Chiara Corbella Petrillo, che ha ha fatto cucù col lenzuolo prima di chiudere gli occhi. Come Bernadette, come tutti i santi, come tanti cristiani.

Certo, non è che Dio non porti in cielo chi è privato del funerale, ma accompagnare una persona cara con il sacrificio di Cristo sull’altare è una cosa grandissima per chi è morto, ed è una grande consolazione per chi continua a vivere. In questo momento in cui tanti sono spirati lontani da tutti, senza un saluto, una carezza, la mano nella mano, un ultimo bacio, la messa potrebbe lenire il dolore di chi amava quella persona.

Il culto dei morti è scritto nel cuore dell’uomo, è l’inizio di ogni civiltà. Penso al monumento del Milite Ignoto, un luogo davanti al quale sono passata migliaia di volte e che ogni volta mi fa fare un piccolo salto al cuore: mi viene in mente, anche se solo per un centesimo di secondo, quel ragazzo morto da solo che nessuno ha riconosciuto. I corpi dei morti di questa pandemia non sono ignoti, ma sono stati portati via anche loro spesso senza un saluto.

Non sono in grado di entrare nelle questioni giuridiche, se ci sia stato un abuso di potere o il reato di interruzione di culto come ha scritto qualcuno: penso comunque che il carabiniere stesse eseguendo gli ordini e ha dovuto farlo. Quindi tra lui e don Lino per me non ha sbagliato nessuno dei due.

Però adesso la questione va messa a tema, urgentemente. La scena che abbiamo visto è troppo.

E mi ha addolorato che la diocesi abbia scritto una nota pubblica non per sollevare la questione dell’urgenza delle messe, ma solo per ricordare che le norme vanno rispettate (quello magari lo avrebbe potuto dire privatamente al sacerdote, se proprio necessario). Non mi pare che fosse urgente ricordarlo visto che tutti gli italiani sono privati della messa da due mesi e le norme sono state rispettate ovunque. Mi sembra che la Chiesa italiana abbia mostrato abbondante collaborazione, anche perché la decisione, nonostante i patti lateranensi, è stata presa unilateralmente dal Governo e poi accolta dalla Cei. Sicuramente (come ho scritto più volte) con l’intenzione buona di proteggere le vite delle persone e quella un po’ meno urgente, per me, di non creare problemi a un esecutivo già alle prese con molte grane; però è indubitabile che secondo il diritto ecclesiastico la decisione avrebbe dovuto essere concordata.

Le norme la Chiesa insomma le ha rispettate, tanti sacerdoti stanno obbedendo pur avendo, alcuni di loro, tante idee e proposte per celebrare in sicurezza. Obbediscono tutti, i più convinti e i meno, in silenzio, perché così devono fare. Anche don Lino nella sostanza ha obbedito.

Però dopo avere obbedito due mesi, chiedere di ragionare su come uscire concretamente da questa situazione non mi sembra disobbedienza. Parlare di spazi, mascherine, distanziamento, turni eccetera. È evidente che un governo che ha aperto prima le librerie perché “nutrono lo spirito” è un governo sostanzialmente ateo, quindi non saranno loro a offrirci la libertà di culto che dobbiamo essere noi a chiedere, perché loro non sanno di cosa parliamo, non ne capiscono il peso. Siccome pensano di averci tolto solo un’occasione di aggregazione, e non la cosa più preziosa che abbiamo, sono certi di averlo fatto per il nostro bene. Ricordo solo che anche nei regimi della dittatura comunista la fede era proibita per il bene del popolo, perché ne era l’oppio. I diritti vengono sempre tolti con la scusa del bene comune.

 

271 pensieri su “Norme e buon senso

  1. Fabbrizio

    Mi offro volontario per la difesa del Don contro la contestazione. Magari la spuntiamo anche ma non è sicuramente un modo Cristiano di reagire 🙂

    1. Pippus

      Lei che può raggiungere tante persone, organizzi un flash mob: domenica ore 12 tutti in piedi fuori dalla chiesa che si trova su tragitto casa-supermercato osservando distanziamento sociale

    2. Manuela Fedrizzi

      Sapete che a Trento le chiese sono chiuse da due mesi e non vi ci si può recare nemmeno per una preghiera individuale?

    3. Carissimo amico , don Lino ha difeso con forza , con grinta di fede certa, sicura , il motivo per cui voleva e doveva continuare a dir Messa! Con la certezza della fede non si offende mai , semmai si è testimoni di Cristo vivo !
      Nelle librerie entrano persone distanziate almeno un metro con maschera e guanti x “nutrire lo spirito ” si preoccupa Conte. Di fronte ad uno Stato laicista ed un governo ateo , noi cristiani dobbiamo difenderci e testimoniare che ci mancan le Messe , pure quelle feriali !

  2. Se proprio occorreva comminare multe, lo si poteva fare all’uscita della messa evitando la violazione dello spazio sacro che dovrebbe essere protetto a meno di gravi reati penali.

    1. E’ la prima cosa che ho pensato anch’io.
      “Fuorilegge” o non fuorilegge (per quanto mi riguarda, no, e per altro pur dovendo giustamente obbedire ai superiori qualunque professionista ha una propria, precisa discrezionalità), multare prima o dopo non cambiava nulla.
      Poteva essere un’occasione per il governo per prendere il toro per le corna e risolvere la questione, ed oltretutto mostrarsi in una buona luce. Invece…

        1. Gambino Maria Rosa

          Dagli atti degli apostoli
          Rispose allora Pintro insieme agli apostoli:”Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”.
          L’Eucaristia è il centro della vita dei cristiani,lasciarci senza questo sacramento significa lasciare un popolo senza cibo ,è necessario per la vita di ogni cristiano.Ovviamente se non lo chiediamo noi cristiani chi lo chiederà al governo che a quanto pare non tiene conto di una parte della popolazione ossia i cristiani?

    2. Liso

      Resterà nell’immaginario collettivo una piazza vuota e un solo uomo, biancovestito.
      Una scena suggestiva, indimenticabile.
      Eppure come non sentire in quel vuoto una certa inquietudine.
      La Chiesa che doveva essere “in uscita” si trova, suo malgrado, blindata in una roccaforte!
      Avremo di che meditare…

      1. Lucia

        Lei ha ragione , da cio che ho letto molti si stanno allontanando dalla Chiesa perche si sono sentiti abbandonati.La cosa peggiore e che sembra che alla Cei e al Vaticano la cosa non li tocchi proprio.

    3. Angelina Pistillo

      Io penso che la multa comminata al povero Parroco sia semplicemente una scusa duetro cui si nasconde un livore senza fine che acceca il demonio nei confronti di coloro che non hanno paura di testimoniare con fermezza, con parassia, come fecero gli aspostoli dinanzi ai sommi sacerdoti, Scribi e Farisei, l’amore per Nostro Signore Gesù. Dico che non esiste nessun Bene Comune che possa giustificare la separazione del Cristiano dal luoghi di culto della preghiera e della Celebrazione Eucaristica.
      Il diavolo sotto le mentite vesti di alcuni politici va estirpato senza misericordia.
      Carissimi Sacerdoti tutti aprite, spalancate le porte delle Chiese tutte, suonate le campane a festa, cantiamo Inni, Salmi e glorifichiamo il Signore buono e misericordioso.
      Chiediamo perdono per esserci lasciati prevaricare dalla paura del diavolo.
      Non perdiamo l’opportunità di testimoniare che il bene vince sempre sul male.
      L’epidemia é solo una scusa per impedire ai cristiani l’osservanza delle leggi di Nostro Signore Gesù, di vivere in comunione con Lui, di vivere liberi dal male e da ogni turbamento. É giunto il tempo di riempire le nostre chiese, di uscire dalle tenebre nelle quali ci hanno rinchiusi. Con Gesù nel cuore possiamo farcela, aggiungo dobbiamo farcela. FORZA AMICI . Angelina

      1. Angelina Pistillo

        errata corrige “parusía” anziché “parassia” automatismi di scrittura. mi scuso

      2. Maurizio

        Povera chiesa, poveri vescovi, poveri preti, poveri fedeli…ma dov’è il coraggio della testimonianza. 10/100/1000 di questi preti.

  3. Il sanzionamento poteva avvenire tranquillamente al termine della messa senza violare lo spazio sacro che non deve essere violato durante una celebrazione a meno di gravi reati penali in corso.

  4. Gianluca

    Concordo! Grazie ancora Costanza!
    Pure dove di cronaca ho avuto un mini battibecco con una ragazza (di cui stima)qualche mese fa: sosteneva che dalla scuola Pannella lei aveva il dovere e il piacere di essere di comportarsi nel giusto modo, sempre. Così chiedo cosa vuol dire essere nel giusto….e risposta “VUOTA” di sostanza…(tipo che è giusto droghe libere per il mercato, trascurando gli effetti devastanti delle droghe e della liberalizzazione morale…). Ma approfondendo ho scoperto che lei non voleva figli, perché “giustamente” (Detto da lei…) non è in grado di prendersi responsabilità…
    Questo che ho detto per dire come il criterio del “giusto”Se messo in mano all’uomo è freddo e schiavizzante!!
    Grazie ancora Costanza

    1. Carla

      A prescindere dal fatto che è avvenuto in chiesa, ci vuole buon senso in generale… per esempio: un bimbo cade e lo soccorro, un incidente stradale e si soccorre un ferito, qualsiasi cosa possa richiedere una “ violazione “ di regole, che fai li multi? Gli spari? Inoltre anche l’uso delle mascherine ( dei guanti poi non ne parliamo) andrebbe fatto con buon senso! Se stai facendo l’orto in campagna non dovresti essere obbligato a usarla!!! La mascherina andrebbe usata solo ove non può essere rispettato con sicurezza il distanziamento sociale, per ora! Il resto è isterismo!

      1. Simona

        Per fortuna ci sono anche preti diversi da quelli che conosco: giovani preti pavidi, imbevuti di filosofia ma poco propensi a testimoniare Cristo.

        1. Ilda

          Non si tratta di una legge ma di un semplice decreto legge , mi pare cosa ben diversa però non me ne intendo di cose giuridiche
          A maggior ragione secondo me dovrebbe valere il buon senso.

          Costanza, ma tutti i sacerdoti che conosci, loro
          cosa dicono, dove sono, non possono parlare con i vescovi e su e su?
          Sono desolata mi sento anche da loro abbandonata, e tutto ciò di cui parli, mi sembra cosa demoniaca

        2. Vittorio

          Cara Costanza, purtroppo la Chiesa-Vaticano, Socci insegna, non esiste più…e quindi è normale che venga trattata in questo modo.
          Anni fa la Chiesa si sarebbe comportata in modo totalmente differente durante questa emergenza…

    2. Edoardo Pascarella

      Sono cattolico e sono comunista (l’art.7 della Costituzione fu approvato con il voto favorevole del PCI).
      La questione non si pone. Don Lino ha ragione, punto. Le libertà religiose costituzionalmente garantite sono in questo momento indubitabilmente negate dalle assai discutibili norme restrittive delle libertà individuali emanate dall’attuale governo.
      Per me è gravissimo. La diocesi di Milano non ha in questo periodo, volutamente, mai chiuso le chiese ma tali irragionevoli norme impediscono di raggiungerle!
      Tutto questo non è più tollerabile e bene ha fatto la CEI a contestare con forza gli ultimi provvedimenti governativi.
      Mi auguro che vengano immediatamente corretti. In caso contrario non il buon senso ma la Fede obbligano ad una reazione ferma e proporzionata alla gravità dei provvedimenti.

      1. Vale

        Andarsi a vedere art.5,mi pare, del concordato del giugno1985( é la data sul documento dal sito Vaticano.va) in merito.

      2. @Edoardo, fai una pubblica dichiarazione che di per sé è un ossimoro a dir poco: “Sono cattolico e sono comunista”.

        Mi è ‘obbligo ricordarti come la Chiesa nei Documenti del Concilio Vaticano II
        COSTITUZIONE PASTORALE SULLA CHIESA NEL MONDO CONTEMPORANEO
        GAUDIUM ET SPES affermi:

        20. L’ateismo sistematico.

        L’ateismo moderno si presenta spesso anche in una forma sistematica, secondo cui, oltre ad altre cause, l’aspirazione all’autonomia dell’uomo viene spinta a un tal punto, da far ostacolo a qualunque dipendenza da Dio. Quelli che professano un tale ateismo sostengono che la libertà consista nel fatto che l’uomo sia fine a se stesso, unico artefice e demiurgo della propria storia; cosa che non può comporsi, così essi pensano, con il riconoscimento di un Signore, autore e fine di tutte le cose, o che almeno rende semplicemente superflua tale affermazione.

        Una tale dottrina può essere favorita da quel senso di potenza che l’odierno progresso tecnico ispira all’uomo. Tra le forme dell’ateismo moderno non va trascurata quella che si aspetta la liberazione dell’uomo soprattutto dalla sua liberazione economica e sociale La religione sarebbe di ostacolo, per natura sua, a tale liberazione, in quanto, elevando la speranza dell’uomo verso il miraggio di una vita futura, la distoglierebbe dall’edificazione della città terrena.

        Perciò i fautori di tale dottrina, là dove accedono al potere, combattono con violenza la religione e diffondono l’ateismo anche ricorrendo agli strumenti di pressione di cui dispone il potere pubblico, specialmente nel campo dell’educazione dei giovani.

        21. Atteggiamento della Chiesa di fronte all’ateismo.

        La Chiesa, fedele ai suoi doveri verso Dio e verso gli uomini, non può fare a meno di riprovare, come ha fatto in passato (24), con tutta fermezza e con dolore, quelle dottrine e quelle azioni funeste che contrastano con la ragione e con l’esperienza comune degli uomini e che degradano l’uomo dalla sua innata grandezza. Si sforza tuttavia di scoprire le ragioni della negazione di Dio che si nascondono nella mente degli atei e, consapevole della gravità delle questioni suscitate dall’ateismo, mossa dal suo amore verso tutti gli uomini, ritiene che esse debbano meritare un esame più serio e più profondo. La Chiesa crede che il riconoscimento di Dio non si oppone in alcun modo alla dignità dell’uomo, dato che questa dignità trova proprio in Dio il suo fondamento e la sua perfezione. L’uomo infatti riceve da Dio Creatore le doti di intelligenza e di libertà ed è costituito nella società; ma soprattutto è chiamato alla comunione con Dio stesso in qualità di figlio e a partecipare alla sua stessa felicità. Inoltre la Chiesa insegna che la speranza escatologica non diminuisce l’importanza degli impegni terreni, ma anzi dà nuovi motivi a sostegno dell’attuazione di essi.

        Al contrario, invece, se manca la base religiosa e la speranza della vita eterna, la dignità umana viene lesa in maniera assai grave, come si constata spesso al giorno d’oggi, e gli enigmi della vita e della morte, della colpa e del dolore rimangono senza soluzione, tanto che non di rado gli uomini sprofondano nella disperazione. E intanto ciascun uomo rimane ai suoi propri occhi un problema insoluto, confusamente percepito. Nessuno, infatti, in certe ore e particolarmente in occasione dei grandi avvenimenti della vita può evitare totalmente quel tipo di interrogativi sopra ricordato.

        (24) Cf. PIO XI, Encicl. Divini Redemptoris, 19 marzo 1937: AAS 29 (1937), pp. 65-106 [in parte Dz 3771-74]; PIO XII, Encicl. Ad Apostolorum Principis, 29 giugno 1958: AAS 50 (1958), pp. 601-614; GIOVANNI XXIII, Encicl. Mater et Magistra, 15 maggio 1961: AAS 53 (1961), pp. 451-453; PAOLO VI, Encicl. Ecclesiam Suam, 6 ag. 1964: AAS 56 (1964), pp. 651-653.

        (Credo non ci siano dubbi sul fatto che l’ideologia comunista sia profondamente e per costituzione atea)

        Non ho sopra mantenuto a caso i rimandi ad altri Documenti che la parte citata della Gaudiun et spes riporta in calce, a conferma che le precedenti condanne al pensiero ateo-comunista non sono venute meno.

        In particolare in Divini Redemptoris leggiamo:

        ATTEGGIAMENTO DELLA CHIESA
        DI FRONTE AL COMUNISMO

        CONDANNE ANTERIORI

        4. – Di fronte a tale minaccia la Chiesa Cattolica non poteva tacere e non tacque. Non tacque specialmente questa Sede Apostolica, che sa essere sua specialissima missione la difesa della verità e della giustizia e di tutti quei beni eterni che il comunismo misconosce e combatte. Fin dai tempi in cui i circoli colti pretesero liberare la civiltà umana dai legami della morale e della religione, i Nostri Predecessori attirarono l’attenzione del mondo apertamente ed esplicitamente alle conseguenze della scristianizzazione della società umana. E quanto al comunismo, già fin dal 1846 il venerato Nostro Predecessore Pio IX di s. mem. pronunciò solenne condanna, confermata poi nel Sillabo, contro « quella nefanda dottrina del cosiddetto comunismo sommamente contraria allo stesso diritto naturale, la quale, una volta ammessa, porterebbe al radicale sovvertimento dei diritti, delle cose, delle proprietà di tutti, e della stessa società umana »[3]. Più tardi, l’altro Nostro Predecessore d’immortale memoria, Leone XIII, nell’Enciclica Quod Apostolici muneris [4] lo definiva « peste distruggitrice, la quale, intaccando il midollo della società umana, la condurrebbe alla rovina »; e con chiara visione indicava che i movimenti atei delle masse nell’epoca del tecnicismo traevano origine da quella filosofia, che già da secoli cercava separare la scienza e la vita dalla fede e dalla Chiesa.

        Naturalmente per molti i Documenti della Chiesa sono come “acqua fresca”, se così non fosse come spero per te, ti invito a legger per intero i documenti i cui stralci o riportato.

        http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html

        http://www.vatican.va/content/pius-xi/it/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19370319_divini-redemptoris.html

        Dal sito del Vaticano i rimandi sono link attivi, non avrai difficoltà e ritrovare il tutto.

        1. Edoardo Pascarella

          Gentilissimo Bariom,
          ti ringrazio per le cortesi osservazioni e i preziosi suggerimenti. Nell’economia del tuo discorso rientrerebbero a buon diritto anche i decreti di scomunica del Sant’Uffizio del 1949 e del 1950.
          Mi permetto però di osservare che comunismo e cattolicesimo non sono affatto inconciliabili come dimostrano gli Atti degli Apostoli al capitolo 2 che non dubito tu conosca approfonditamente.
          Semmai è il comunismo marxista, ateo e materialista a confliggere indiscutibilmente con la religione cristiana e la sua spiritualità trascendente.
          Non nego di ritenere molto interessanti alcuni aspetti teorici del marxismo ma è del tutto evidente che non ne posso condividere gli assunti materialisti.
          Mi spiace aver potuto disturbare la tua sensibilità e me ne scuso. Sono comunque comunista e sono stato orgogliosamente un iscritto al PCI. Di questo renderò conto al Signore (ma sono sicuro che sarà una delle pochissime attenuanti di cui potrò avvalermi al suo cospetto).
          Per tornare al tema dell’articolo della dottoressa Miriano, che trovo molto interessante e che condivido, il parroco di Gallignano ha avuto modo di dichiarare se per caso non fossimo nella Russia sovietica da dover subire un così ingiustificabile intervento delle forze dell’ordine. È evidente l’esagerazione del sacerdote, dato che nella Russia sovietica i comportamenti antireligiosi sono stati indubbiamente più violenti ed oppressivi. Ma i fatti di Gallignano restano comunque di una gravità inaudita e non sono accaduti nel paese dei Soviet ma nell’Italia neoliberale. Credo che bisognerebbe seriamente rifletterci su interrogando le nostre coscienze con molta onestà e sufficiente spirito critico.

        2. Edoardo Pascarella

          Bariom ti ringrazio per le cortesi osservazioni e i preziosi suggerimenti. Nel tuo discorso rientrerebbero a buon diritto anche i decreti di scomunica del Sant’Uffizio del 1949 e del 1950.
          Mi permetto però di osservare che comunismo e cattolicesimo non sono affatto inconciliabili come dimostrano gli Atti degli Apostoli al capitolo 2.
          Semmai è il comunismo marxista, ateo e materialista a confliggere indiscutibilmente con la religione cristiana.
          Non nego di ritenere molto interessanti alcuni aspetti teorici del marxismo ma è del tutto evidente che non ne posso condividere gli assunti materialisti.
          Sono comunque comunista e sono stato orgogliosamente un iscritto al PCI. Di questo renderò conto al Signore.
          Per tornare al tema dell’articolo della dottoressa Miriano, che trovo molto interessante e che condivido, il parroco di Gallignano ha avuto modo di dichiarare se per caso non fossimo nella Russia sovietica da dover subire un così ingiustificabile intervento delle forze dell’ordine. È evidente l’esagerazione del sacerdote, dato che nella Russia sovietica i comportamenti antireligiosi sono stati indubbiamente più violenti ed oppressivi. Ma i fatti di Gallignano restano comunque di una gravità inaudita e non sono accaduti nel paese dei Soviet ma nell’Italia neoliberale. Credo che bisognerebbe seriamente rifletterci su interrogando le nostre coscienze con molta onestà e sufficiente spirito critico.

  5. Claudio De Risola

    Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi…
    (Simone di Giovanni, alias Pietro)

  6. roberto

    In effetti la cosa più triste di questo spiacevole episodio è la deriva statalista cui assistiamo e della quale persino le autorità ecclesiastiche si rendono veicolo.
    E’ pacifico che il sacerdote celebrando la messa a porte aperte abbia commesso una violazione, ma ne risponderà al suo Vescovo prima ancora che alle autorità civili, le quali non avrebbero comunque alcun titolo per dire ai sacerdoti cosa fare nelle loro chiese (fintanto che vigono i Patti Lateranensi).
    Ma prescindendo dal merito della violazione, mi sconcerta il fatto che il Vescovo di Cremona abbia pubblicamente scaricato il suo sacerdote come nemmeno fosse stato un prete pedofilo (anzichè riprenderlo semmai privatamente), e che non abbia minimamente preso in considerazione l’abuso di potere esercitato dagli zelanti servitori dello Stato intervenuti interrompendo la messa, come se fossimo in uno Stato di Polizia.
    Speriamo che qualcuno alla Cei faccia qualcosa prima che sia troppo tardi…

    1. Ellen

      Quella che stiamo vivendo in questi periodi come impossibilità ad accostarci ai sacramenti, soprattutto la messa non è una persecuzione, È una prova.
      non è stato detto: “i Musulmani Si possono incontrare e i cristiani no”, “i partiti politici si possono incontrare e i cristiani no”.
      Secondo me i cristiani che non accettano la prova non sono veri cristiani.
      Il Signore ama gradisce di più L’obbedienza del sacrificio e sono certa che nell’ obbedienza alle leggi dello stato, a tutela della nostra salute, in rispetto a tutti i medici che hanno perso la vita e a tutte le persone che hanno perso la vita in questa pandemia, ogni Cristiano autentico può scoprire la bellezza dell’incontro con lo spirito santo anche tra quattro mura, in perfetta obbedienza, offrendo a Dio il suo sacrificio di non potersi accostare all’eucarestia.
      IO CREDO NEI CRISTIANI CHE SANNO VIVERE NELLA PROVA, NON A QUELLI CHE LA FUGGONO, perché più grande è la prova maggiore è la benedizione che ne è nascosta!
      Un abbraccio.

      1. Catherine

        è vero cara Ellen, che l’obbedienza è una virtù, e che farne l’esercizio ci fa bene, sempre… ma il chiedersi fino a quando è altroché lecito! con grande rispetto per chi lavora in sanità,e per chi ha perso la vita. come viene ricordato, la posta in gioco è grande! e se si riescono a trovare soluzioni per tante altre necessità, a questo punto si deve cercarne anche per l’Alimento nostro, la vita del credente è molto concreta, e sono già passati diversi giorni…. oltre tutto mi pare di vedere nel resto del mondo diversi modi di comportarsi, con “fantasia” e coraggio, senza pensare di essere eroi, ma semplicemente aggrappandosi a quello che veramente conta, nella preghiera si troverà la soluzione, questo è sicuro

      2. martam

        Grazie cara Ellen di aver riassunto in modo pacato quello che è anche il mio pensiero.
        Sono veramente sorpresa (ma forse è solo una conseguenza dell’avvento di Internet e della possibilità data ad ognuno di esprimere e far leggere a tutti i propri pensieri, cosa che prima non sarebbe stata possibile) di scoprire quanto ci sia allontanati dalle basi più profonde del nostro credo , al punto di dimenticare come la “croce” sia la spina dorsale dei cristiano , che dietro ad ogni evento della sua vita sa leggere un parola di Dio personale verso di lui.
        Conosco però moltissime persone che in questi momenti , senza ribellione alcuna, si sono organizzate per vivere questo tempo di esilio dalle celebrazioni in comunione con la famiglia e con la propria comunità parrocchiale o altro, utilizzando i mezzi moderni per vedersi , pregare insieme , scambiarsi un sorriso ed una battuta, condividere una difficoltà.
        Anzi…l’utilizzo forzato di questi mezzi ha consentito a persone che nella vita reale non si vedevano e sentivano mai (pur potendolo fare, perché lontane e prese dai mille impegni quotidiani) di vedersi e parlarsi, magari con la scusa di un rosario o un vespro.
        Se poi non si sanno o possono utilizzare questi mezzi , comunque la TV ci da occasione per ascoltare una parola di vita durante le celebrazioni del Santo Padre, o di altri.
        Ognuno di noi ha ben presente quante azioni della vita quotidiana si potrebbero fare in massima sicurezza, con banali principi di precauzione, eppure nella attuale situazione sono vietate. Questo perché quando milioni di persone fanno un atto apparentemente sicuro , c’è sempre una piccola percentuale che per incuria o semplice involontaria distrazione, viene meno alle sicurezze. Ogni atto non indispensabile è quindi un piccolo rischio, che (moltiplicato per milioni)comporta un rischio grande. Questo è il senso delle tante (incomprensibili a volte) limitazioni di questo tempo, che , come dicevo prima, per un cristiano può essere preso come un tempo maledetto o come un tempo privilegiato. Dipende dal Cuore.
        Non dimentichiamoci mai che , come ricordato da qualcuno, ” tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?».
        E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
        Siamo quindi obbedienti anche nella prova , perché è certamente questo che piace a Dio, e questo sentirci in comunione con i fratelli che veramente soffrono per malattie o disagi economici darà un senso anche alla nostra croce. Se , entrando in intimità con Cristo, troveremo il nostro senso personale a questa croce, essa sarà trasformata in gloriosa, ed il Signore sarà entrato in noi anche in mancanza della eucarestia fisica, in attesa di poterlo riabbracciare completamente quando sarà possibile.

        1. Francesco Paolo Vatti

          Scusate Martam ed Ellen, forse non capisco: desiderare la Messa è essere ribelli? Ritenere che il governo non avesse titolo per vietare le Messe è essere ribelli? A me, francamente, non pare. Mettere poi la Messa fra le cose non indispensabili mi lascia a bocca aperta….
          Certo, poi dobbiamo cercare di vivere al meglio quello che ci succede. E se i Vescovi diranno di no, personalmente conto di adeguarmi. Ma è, comunque, una sofferenza e un dispiacere che nessuna celebrazione via internet riesce a compensarmi….

  7. Maria Chiara

    Costanza! Ho già scritto la mia testimonianza e il mio parere in merito, commentando il tuo articolo sulle “messe, fase 2”, quindi non voglio ripetermi. Però di nuovo mi sento chiamata in causa perché in realtà ho acceso il mio iPad per buttare giù una proposta per lo svolgimento delle celebrazioni in tutta sicurezza da inoltrare alla curia della zona in cui vivo ora, che non corrisponde a quella in cui sono residente, ma visto che mi trovo nel mio paese natio con la mia famiglia da due mesi ed altrettanti dovrò trascorrerne qua, mi sono voluta attivare, prima però ho voluto dare una sbirciata alle mie mail e c’era questo tuo nuovo articolo! Mi è sembrata una vera e propria DIO-incidenza, come le chiama Chiara e questo mi incoraggia ancora di più!
    Quindi ora mi metto a lavoro con la speranza nel cuore che possa essere presa in considerazione e con la certezza che questa sia volontà di Dio, perché ho sgranato tante coroncine per arrivare a questa decisione. Voglio essere sfacciata e chiedere a chi legge queste mie righe una preghiera che mi accompagni! Vi ringrazio già da ora!

        1. Lucia

          Cara Costanza davvero ti meravigli che il vescovo sia andato contro il prete , per me santo? Anche in tutti gli altri episodi in giro per l ‘ Italia , i vescovi sono andati contro i preti.Bisogna capirli , le sirene del governo ( di sinistra) sono troppo irresistibili…..La Cei e un ente burocratico inventato da cio che ho letto durante il Concilio Vaticano .Il cardinale Siri si era sempre opposto alla sua creazione perche convinto della supremazia del singolo vescovo su un qualsiasi ente burocratico che sarebbe finito inevitabilmente per prendere il soppravvento e cosi e stato !!! Adesso poi tra un governo ritenuto amico e la confusione piu destabilizzante frutto di una pandemia a cui nessuno all ‘ inizio tranne pochi ” pazzi ” hanno voluto credere per me e ovvio che dalla cei non siano arriverate proteste per quelle che per quanto mi riguarda sono episodi di sfoggio inutile di forza da parte delle forze dell ‘ ordine su preti e fedeli .Credo che proprio per questo le chiese saranno le ultime ad aprire .Non voglio aggiungere altro .

  8. Non c’è dubbio che qui le Forze dell’Ordine abbiano esagerato, ma come sempre molto dipende che chi è personalmente coinvolto.

    Un Carabiniere credente o perlomeno consapevole di ciò che si stava celebrando, non avrebbe preteso di interrompere una funzione che nel suo proseguire non avrebbe in alcun modo “eventualmente aggravato” una situazione difforme dalle regole stabilite, ammesso e non concesso tali regole non fossero state rispettate o infrante e perché non mi pare ancora si tratti di un “crimine”.

    Cosa mi rappresenterebbe la telefonata del Sindaco? Avrebbe al limite avuto senso chiamare il Vescovo… anche qui ammesso e non concesso questa sia prerogativa prevista dalle Forze dell’Ordine.

    Bene ha fatto in questo caso Don Lino a rispondere con pacata fermezza e a proseguire anche a ribadire la sacralità del momento (a regola di diritto canonico e norme, il Carabiniere in quel momento non avrebbe neppure potuto mettere piede sul presbiterio).

    Ancora una volta siamo comunque di fronte ad un singolo increscioso episodio che richiederebbe appunto NORME e BUON SENSO.

    In ultima istanza, se di violazione si tratta, si elevi contravvenzione dopo il “andate in pace”.

    1. Vale

      @bariom
      Il problema è che i “singoli episodi incresciosi ” incominciano ad essere un po’ troppo.( dalle multe assurde,allo spreco di mezzi per multare un singolo,ecc.
      Giustamente blondet su suo sito parla del barbaro verticale. È cita Ortega y gasset.
      È nn è ancora arrivato il 25 aprile.
      Anche se un art. De la nuova bussola,già prefigura errori ed orrori.
      Speriamo nella consacrazione che vogliono fare a maggio.

      1. Tu sia quanti siano questi episodi numericamente parlando? Fermo restando che una singola azione se ingiusta, tale rimane e si potrebbe dire che sempre di troppo è.

        Hai idea (domanda retorica) di quante piccole o grandi vessazioni e piccole grandi persecuzioni ricevono giornalmente tanti credenti in ogni campo, compreso lavoro e famiglia?
        Di che ci dovremmo meravigliare? Hanno perseguitato Cristo, non osteggeranno noi?

        Figuriamoci se la NB non prefigura errori e orrori…

  9. Ma papa FRANCESCO non potrebbe fare qualcosa in merito? Ne ha parlato ultimamente e quindi i Vescovi non dovrebbero ascoltarlo? Non ci si capisce niente. Ed intanto andiamo avanti senza l’aiuto dell’Eucarestia medicina per tutti i mali.

  10. mi viene da dire che molti vescovi ancora non hanno avuto la visita dello Spirito Santo e si ritrovano tutti timorosi rinchiusi delle loro “ fortezze “ Spero tanto e prego per la prossima Pentecoste!!!!

  11. Pingback: Norme e buon senso – l'ovvio e l'evidente

  12. Lucia

    cara Costanza, posso sbagliarmi ma io vedo l episodio come una non applicazione dei Patti Lateranensi, quindi gravissimo.
    Mi chiedo se possiamo, noi credenti, sottoscrivere una petizione ai vescovi che ci permettano le SMesse con le modalità di sicurezza, come scrivevi tu in un blog precedente. Ti fai promotrice di questa petizione? sarebbe bello, noi firmiamo.
    Un abbraccio

  13. Filippo Fedrizzi

    Sarebbe possibile avere l’indirizzo e mail di don Lino, per potergli esprimere la nostra solidarietà e fargli sentire la nostra vicinanza, specialmente adesso che è stato scaricato anche dal suo Vescovo ?

  14. Alessandro

    Parzialmente OT

    Considerato che

    – il Papa ha affermato alcuni giorni or sono in un’omelia ormai nota che, grazie allo scambio di vedute con un “bravo Vescovo”, s’è avveduto più pungentemente di prima del rischio che la Chiesa si “viralizzi” (cioè si assuefaccia a una vita spirituale e sacramentale non autentica, “gnostica”, resa sventuratamente “virtuale” dal virus: “Sacramenti viralizzati”, “popolo di Dio viralizzato”)

    http://www.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2020/documents/papa-francesco-cotidie_20200417_lafamiliarita-conil-signore.html

    – il Presidente della CEI cardinal Bassetti, nell’annunciare per il primo maggio p. v. l’Atto di Affidamento dell’Italia a Maria, ha affermato che “spesso il gregge guida i Pastori… ho ricevuto più di 300 lettere piene di amore e devozione al Cuore Immacolato di Maria”

    https://www.chiesacattolica.it/1-maggio-atto-di-affidamento-dellitalia-a-maria/

    considerato insomma che – lo affermano a chiare lettere Papa Francesco e il cardinale presidente della CEI – un buon consiglio devoto e filiale può aiutare i Pastori nell’adempimento del loro arduo e alto ufficio a beneficio del gregge

    inviterei quanti hanno qualche saggia, costruttiva, praticabile, articolata, ben congegnata e ponderata idea su come gestire il ritorno dei fedeli a celebrazioni partecipate e ai Sacramenti a comunicare chiaramente, dettagliatamente e direttamente questa idea al loro Vescovo e alla Conferenza Episcopale Italiana, la quale in queste ore sta – com’è noto – interloquendo con l’autorità civile in vista della delicata transizione alla c.d. “fase 2”.

    Come mostrano le parole del Papa e del cardinal Bassetti, qualche buona idea espressa limpidamente, con spirito costruttivo e sinceramente filiale a beneficio di tutti i fedeli male non può fare, ed anzi può giovare a individuare qualche valida soluzione per l’auspicato ritorno a una vita della Chiesa non “viralizzata”.

    1. Donatella

      @ Alessandro
      Condivido il tuo punto di vista e focalizzerei l’ attenzione proprio sull’ invito a produrre idee e proposte “con spirito costruttivo”.

    2. Maria Chiara

      Ho appena inviato al mio parrocco la mia umile proposta per una Santa Messa a prova di decreto. Chissà che la trovi interessante e mi aiuti ad inoltrarla al Vescovo 🙏🏻

    3. Perdonami @Alessandro la puntualizzazione su un italiano orma in uso più che da vocabolario.

      Parliamo di un rischio di VIRTUALIZZAZIONE (Chiesa, Celebrazioni, Sacramenti, Comunità “virtuali”, “virtualizzati”).

      Non quindi di “viralizzazione” o Chiesa che diventa “virale”… (magari!), visto che oggi per “virale”, propriamente da virus, intendiamo qualcosa che si propaga in modo incontrollato ed esponenziale.

      Le due terminologie non sono sovrapponibili.
      Detto questo, sottoscrivo il tuo commento.

      1. Lucia

        Bariom credo che Alessandro abbia usato il termine ” viralizzato ” perche Papa Francesco ha usato proprio questo termine .

      2. Alessandro

        Sì, @Bariom, come dice @Lucia ho usato “viralizzazione” perché è l’efficace termine adoperato nell’omelia dal Papa (che lo intende nel senso, come suggerisci, di “virtualizzazione” indotta dalla pandemia virale).

        Come annoti, “virale”, “viralizzare” hanno in gergo corrente significato altro da quello inteso dal Papa, e quindi giustamente hai segnalato il rischio di fare confusione, fraintendendo il messaggio del Santo Padre.

        Per il resto, grazie dell’apprezzamento e un caro saluto, anche a @Donatella e @Maria Chiara.

        1. Valeria Maria Monica

          @Alessandro e @Lucia, a me sembra altamente plausibile che il papa abbia avuto un banale lapsus linguae: infatti nel contesto del suo discorso si inserisce perfettamente il termine “virtualizzazione”, mentre non ha senso il termine “viralizzazione” (molto somigliante).
          Una svista innocente, che non meriterebbe particolari commenti, e che non preclude la comprensione del senso del suo discorso. Del resto il papa non padroneggia bene l’italiano, e ormai ci  siamo abituati a dovere applicare un certo sforzo di decodifica alla comprensione delle sue parole.
          Trovo comunque azzardato, @Alessandro, il tuo voler sostenere “l’efficacia linguistica” di questo lapsus. Dici che “in gergo corrente” la parola ha un altro significato?
          No, veramente è “in ITALIANO”  che la parola ha un altro significato…
          Penso che questa ostinazione nel non voler a tutti i costi incrinare l’immagine del papa neppure ammettendo un suo banale errore linguistico non serva a nessuno, neanche al papa.

          1. Lucia

            Io ho visto al tg il momento in cui il Papa ha usato il termine ” viralizzare” e sorrideva , anzi mi e sembrato che insistesse sulla parola .In realta il Papa fa spesso giochi di parole e a volte mi pare che fa conia dei neologismi con termini meta italiani e meta spagnoli .Secondo me si diletta con il vocabolario .Mio pensiero , chissa bisognerebbe chiedere a qualche suo collaboratore .Buona serata

          2. Alessandro

            @Valeria Maria Monica

            Io non mi ostino proprio a voler incrinare o non incrinare l’immagine del Papa e di altro Vescovo.

            Non ha alcuna rilevanza che il Papa abbia detto “viralizzare” perché 1) non padroneggiando perfettamente l’italiano, voleva dire “virtualizzare” e si è sbagliato, oppure 2) perché voleva usare un neologismo molto efficace che significasse “virtualizzare ad opera del virus e delle condotte sociali prescritte per fronteggiarne la minaccia”.

            Sia che valga 1 sia che valga 2, dall’omelia risulta chiarissimo che il Papa lamenta il rischio di una infausta, nefasta virtualizzazione della vita della Chiesa (ivi inclusi quindi i Sacramenti) a causa del protrarsi delle note misure restrittive varate per far fronte alla pandemia.

            E poiché lo vedo pure io da lungo tempo questo rischio (e che rischio!), ho messo in evidenza le parole del Papa (la mia opinione conta suppergiù zero, se invece lo dice il Papa di certo Vescovi, presbiteri e fedeli in genere porgeranno orecchio più attento e si sentiranno sollecitati ad operare di conseguenza).

            Il succo del mio intervento è chiarissimo, e non verte su meticolosi scrutinii semantico-linguistici dell’omelia papale né può essere scambiato per apologia o detrazione del pontificato bergogliano (semplicemente, non è un intervento consacrato a stilare bilanci sul pontificato; parla d’altro):

            “considerato insomma che – lo affermano a chiare lettere Papa Francesco e il cardinale presidente della CEI – un buon consiglio devoto e filiale può aiutare i Pastori nell’adempimento del loro arduo e alto ufficio a beneficio del gregge

            inviterei quanti hanno qualche saggia, costruttiva, praticabile, articolata, ben congegnata e ponderata idea su come gestire il ritorno dei fedeli a celebrazioni partecipate e ai Sacramenti a comunicare chiaramente, dettagliatamente e direttamente questa idea al loro Vescovo e alla Conferenza Episcopale Italiana, la quale in queste ore sta – com’è noto – interloquendo con l’autorità civile in vista della delicata transizione alla c.d. “fase 2”.”

            Buona giornata

            1. Francesco Paolo Vatti

              La Diocesi di Milano ha aperto una consultazione, chiedendo di inviare e-mail a fase2@diocesi.milano.it idee per poter riaprire al popolo le Messe in sicurezza. Mi pare, dunque, che la volontà ci sia….

  15. Michele

    Condivido in toto,come sempre, tutto l’articolo. Stamattina ho condiviso l’articolo ad alcuni parenti e amici credenti e praticanti. Ebbene ti assicuro che l’assurdità in tutta questa storia e che alcuni miei parenti e amici, appunto gente di fede e veramente buona e caritatevole,mi hanno risposto che io condividendo e tu scrivendo quell’articolo stiamo facendo politica e che se il governo ha fatto queste multe e per la nostra sicurezza…sto ancora litigando e discutendo con questa persone .Il punto secondo me è proprio questo,noi non siamo più testimoni della verità,noi cattolici non ci crediamo nemmeno noi che la messa è la cosa più importante della nostra vita..

  16. Giovanni

    Dirò la mia. Da cristiano e da carabiniere. Peccato per chi storcerà il naso leggendo.
    Nella sostanza, la contestazione dell’illecito è legittima e nelle piene facoltà del carabiniere intervenuto. Le norme ci sono e vanno applicate, come riconosciuto anche dall’ordinario del luogo. Nella forma, però, non mi sento di sorvolare sulla mancanza di tatto con cui quel militare ha agito. Avrebbe ben potuto attendere la fine della celebrazione: visto che le distanze e l’uso di DPI scongiuravano rischi imminenti per la salute, la sanzione amministrativa avrebbe potuto seguire il suo corso anche alla fine del rito. Con ogni probabilità non è un cristiano e, ipotizzo, questo ha avuto un peso nella vicenda. Ma, mi domando, se si fosse trattato di islamici avrebbe avuto lo stesso zelo? Temo di no…
    Concludo invitando i sanzionati a “lasciare anche il mantello” ed a non dare ulteriore corso ad inutile chiasso in cui, i veri cristiani non avrebbero alcun ruolo.

    1. Dal sito del governo (mi rendo conto che sia solo la FAQ, abbia pazienza signor carabiniere, ma sono fatte apposta per rendere chiaro e sintetizzare il decreto, o sbaglio? Quindi possiamo tenerle in considerazione come fonte di informazione per un corretto rispetto della norma, o sbaglio?)

      D- Ci si può spostare per andare in chiesa o negli altri luoghi di culto?
      R- L’accesso ai luoghi di culto è consentito, purché si evitino assembramenti e si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro.
      È possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, intendendo tale spostamento per quanto possibile nelle prossimità della propria abitazione. Possono essere altresì raggiunti i luoghi di culto in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine, si possa esibire o rendere la prevista autodichiarazione. Resta ferma tuttavia la sospensione di tutte le cerimonie, anche religiose.
      _______________

      Stando all’ultima frase, al momento, sarebbero sospese anche le messe stesse, o sbaglio?
      Ne consegue che i sacerdoti che celebrano giornalmente, senza assemblea, stanno comunque infrangendo qualcosa.

      Oppure si spiega male per brevità?
      In questo caso, se le messe non sono vietate, ai fedeli che ci vanno rispettando le condizioni dei primi tre righi, non devono essere rotti i cabbasisi.
      Oppure si pretende che si vada a pregare ma allora della messa si esca?
      Teatro dell’assurdo…

      1. ValeriaMaria Monica

        Da burocrate mi spiace toglierti l’Illusione sulla coerenza interna dell’ordinamento, ma è cosi: ci muoviamo in un ginepraio di disposizioni di valore relativo.
        Una FAQ non firmata da nessuno, apparsa sul sito della Presidenza del Consiglio, non ha praticamente nessun valore effettivo ai fini di precludere la irrogazione di sanzioni da parte di personale dipendente dal Ministero dell’Interno (il quale aveva dato, con una sua formale circolare, una interpretazione molto più restrittiva).

      2. Lucia

        No, le funzioni sono previste senza popolo .Infatti in questo come in altri episodi il prete non e stato multato perche celebrava ma perche lo ha fatto davanti ai fedeli , in pratica perche non li ha presi a ….colpi di scopa.Comunque l ‘ ex presidente non ricordo se della Corte di Cassazione o Costituzionale Sabino Cassese ha dichiarato in un ‘ intervista che i suoi colleghi giudici non aspettano altro che un ricorso per queste multe , eh gia perche i diritti costituzionali non possono essere conculcati da un semplice Dpcm .Sinceramente la caccia al prete che celebra con poche persone o alla vecchietta ormai fuori dalla chiesa con un rametto di ulivo in mano dove c ‘ erano stati insieme 3 persone e il parroco tutti a distanza di 10 metri be e uno spettacolo che temo sia solo all ‘ inizio.Purtroppo con questo bel precedente c ‘ e da aspettarsi SOLO il peggio.La chiesa e finita in una trappola sistemata da secoli dalla massoneria e dal diavolo dai tempi della Resurrezione .La Madonna nel 1600 circa rivelo ad una suora che viveva in Ecuador che circa 200 anni dopo satana avrebbe dato vita alla sua chiesa , la massoneria descrivendola come il suo piu grande successo e come vendetta per la Resurrezione di Gesu e che si sarebbe infiltrata nella Chiesa come la zizzania in un campo di grano.Buona serata

    2. Michele

      Caro Giovanni , la libertà di culto garantita dalla Costituzione e il Concordato sono sovraordinati ad un decreto del Presidente del Consiglio. L’ignoranza delle leggi e delle loro gerarchie non cancella il reato commesso: vari avvocati stanno preparando le giuste azioni legali.
      Aggiungo che diritto positivo non ha valore assoluto neanche per i laici. Al processo di Norimberga, i gerarchi nazisti si difendevano asserendo che obbedivano alle leggi del loro stato (diritto positivo); sono stati condannati con la motivazione che tutti abbiano una coscienza nella quale è scritta la Verità cui obbedire (diritto naturale). Come vede, ci sono occasioni nella storia in cui la legge naturale torna utile.

      OT, sono un Michele omonimo del precedente di cui condivido l’intervento.

      1. martam

        Credo sig. Michele che lei abbia una conoscenza un po superficiale dei principi giuridici che cita con semplicità.
        1) La Costituzione è una carta di principi generali. Il comportamento dei cittadini è regolato dalla leggi, ed esiste una Corte Costituzionale alla quale si può fare ricorso per verificare se una legge è ritenuta consona alla Costituzione. Solo dopo questo ricorso (se vinto) quella legge va modificata secondo le indicazioni della Corte, che determina anche quali sono le conseguenze. Peraltro il governo sta producendo dei DPCM, i cui articoli fondamentali fa poi confluire in Decreti Legge che vanno alla firma del Presidente della Repubblica, al quale spetta la prima verifica di Costituzionalità.
        La libertà di ognuno di noi è regolata dalle leggi, le quali salvaguardano la libertà di tutti , e non solo di una certa categoria di cittadini a discapito di altri.
        Quindi direi, su questo argomenti, di riporre il bignami di Diritto Pubblico, e riaprire i vari tomi dell’università cercando di approfondire un po meglio.
        2) Le chiese sono, tranne poche eccezioni, territorio dello stato italiano, e nessun concordato consente di poter commettere reati all’interno delle stesse. Nel momento in cui il reato o il comportamento non idoneo vengono rilevati dall’autorità di pubblica sicurezza , essa è OBBLIGATA ad intervenire perché lo stesso cessi. Non esiste buon senso.
        Se infatti uno dei presenti alla famosa messa fosse risultato infetto ed i carabinieri (una volta intervenuti) non avessero fatto immediatamente cessare questa situazione, ne avrebbero risposto direttamente e personalmente! Non è un gioco in cui ognuno dice quello che pensa e poi ci si mette d’accordo.
        Sono le leggi a cui tutti debbono obbedire. Che poi si possano applicare con buon senso , questo è un discorso diverso, ma si tratta di un buon senso che non può essere fatto pagare al povero carabiniere che fa soltanto il suo dovere.
        L’autorità ha, per le leggi dello stato che regolano la pubblica sicurezza e la salute pubblica (da sempre, non a fronte di questa emergenza) , possibilità di intervenire per interrompere QUALSIASI AZIONE che contravvenga a precise regole stabilite o che , a loro parere , possa configurarsi come rischiosa per il cittadino o per altri.
        Se il cittadino non è d’accordo può fare successivo ricorso per abuso di potere. Abuso di potere che in questo caso (in presenza di un regolamento chiaro e diffuso e conosciuto da tutti, e che afferisce alla sicurezza e salute pubblica, e stabilito con un DPCM) non verrà mai riconosciuto come tale. Si può far ricorso contro la costituzionalità di tutto o in parte del DPCM o del DL collegato, ma non certamente contro il singolo fatto ed evento che , a fronte di quel DPCM o DL è stato prodotto.
        3) Inoltre mi scusi Michele, ma quando sento poi che , per casi cosi piccoli e limitati, si arriva ad equiparare il comportamento dei preti o dei fedeli “disobbedienti” alla forma di disobbedienza civile che i gerarchi nazisti avrebbero dovuto tenere per non commettere i loro crimini, francamente mi sembra che non si pongano limiti al grottesco!

        1. Michele

          Cara Martam, l’ex membro della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, laicissimo e vicino al PD la pensa diversamente da lei. Non risulta essere un azzeccagarbugli o un incompetente.

          Ho citato con semplicità vari interventi di giuristi preparati almeno quanto lei.

          Cito contributi a memoria: Osservatorio Cardinale Van Thuan, avvocato Eduardo Polacco (offre patrocinio gratuito a chi è stato vessato: sacerdoti cui è stata interrotta la celebrazione della messa, fedeli), Francesco Fontana…saranno dei sempliciotti dalla preparazione superficiale?

          La decisione del governo di consentire la partecipazione dei “partigiani(?)” (quelli veri sono quasi tutti morti) al 25 aprile, mi ha sorpreso per l’incapacità di dissimulare l’anticristianesimo di tanti sepolcri imbiancati, ma ha il pregio di gettare la maschera a tante posizioni ipocrite.
          Per carità verso i successori degli Apostoli evito di commentare l’umiliazione subita dalla CEI.

        2. Michele

          Dimenticavo signora Martam,
          ho ricordato l’importanza della tanto vituperata legge naturale, scritta nel cuore di ogni uomo, perché, come ci ricorda S Pietro, dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.

          S Pietro non ci invita a non seguire le leggi dello stato, ma lo stato,-se non è uno stato etico-, non è la fonte del bene e del male.
          Il diritto positivo cambia con le società e non è infallibile.
          Nella coscienza retta e illuminata dallo Spirito abbiamo la legge naturale, universale, valida per tutti.
          Impedire la fruizione dei Sacramenti e i diritti dovuti a Dio non è cosetta di poco conto.

          I cristiani del passato, e molti fratelli nella fede in paesi totalitari, rischiavano e rischiano la vita con una disobbedienza civile che io ammiro.
          Da quando la disobbedienza civile è valida solo contro le dittature nazista/comunista?
          Le persecuzioni dei cristiani che rischiavano la vita perché sostenevano di non poter vivere senza la domenica erano forse non paragonabile alle ingiustizie subite sotto le dittature del novecento o contemporanee ?
          Quei cristiani seguivano la legge scritta nel loro cuore. Perché la legge naturale sarebbe grottesca se invocata per difendere quelle vite, i nostri diritti e i diritti di Dio? È forse, per il momento, una questione di numeri non elevati? Milioni di italiani sono stati discriminati nei loro diritto di culto.

          La coscienza di molti di noi ritiene ingiusti questi decreti, non siamo cittadini eversivi, rispettiamo la nostra salute e quella altrui, chiediamo di non essere discriminati e perseguiti ingiustamente.

          Anche le democrazie, dietro il paravento del metodo democratico (Sabino Cassese ha contestato anche questo…sorvoliamo), possono essere, di fatto, totalitarismi.

          1. Michele

            Ho colpevolmente dimenticato di citare tra le mie autorevoli fonti il meritorio Centro Studi Rosario Livatino.
            In sintesi:
            1) Esiste una gerarchia delle fonti, Costituzione e Concordato sono superiori a un decreto del presidente del consiglio. Da fonti autorevoli e non incompetenti.
            2) È inutile che noi cattolici ci lamentiamo di tante leggi ingiuste come aborto, eutanasia, matrimoni gay, vessazioni alla libertà di educazione…se ignoriamo l’importanza della Legge Naturale.
            Uno stato di diritto rispettoso della dignità di ogni uomo in ogni situazione
            e ambito, dovrebbe formulare le proprie leggi proprio a partire dalla Legge Naturale altrimenti si fa stato etico che definisce arbitrariamente il bene e il male secondo gli interessi dei potenti di turno.

            La proibizione della frequentazione delle Messe rientra in questi due argomenti. Lo stato etico italiano non ha rispettato i diritti di Dio e dei fedeli.

            Non possiamo abbandonare la Legge Naturale ai potenti che se ne servono per scrivere la storia da vincitori.
            Stalin era tra questi, non mi risulta abbia chiesto l’applicazione della Legge Naturale per fare un processo di Norimberga contro i crimini perpetrati dalla sua Unione Sovietica.

    3. roberto

      Per i mussulmani ,se infrangi il loro luogo sacro, dopo non lo fai più.Nelle nostre chiese si può mangiare, giocare a tombola ecc.Il primo esempio è stato dato da papa Francesco e dal cardinale di bologna cosa si può sperare?.

  17. Salvatore Casalini

    Per “fortuna” o Provvidenza(?) a pochi passi da dove abito c’è un piccolo ente assistenziale dove il sacerdote celebra tutti giorni.
    Se nascessero problemi per la mia presenza direbbe che sono lì come volontario per aiutarlo.
    Per il momento non mi ha fermato nessuno.
    In compenso al venerdì pomeriggio su una certa strada (forse su tante altre) c’è la fila di mussulmani che vanno al capannone adibito a moschea.
    In nome dell’uguaglianza in tanti loro paesi non ci possono essere Chiese.

    P.S. la più importante Chiesa mariana della città è sul “piazzale delle Crociate” (è stata proclamata lì la prima Crociata. Quando, in nome del “dialogo” cambieranno il nome?

  18. Roberto C

    Purtroppo il diritto è amorale nel senso proprio del termine: le norme ivi contemplate si applicano e non ammettono esimenti, salvo discrezionalità e interpretazioni che competono al GUP in sede di dibattimento processuale…
    Però, come si è detto, se il diritto è a-morale, il buon senso dettato dalla diligenza del buon padre di famiglia (e dalla intelligenza), non dovrebbe mai mancare: come nel caso in questione.

  19. Betty

    Don Cirillo lo conoscevo, di vista. Era al don Orione, qui a Bergamo. Era tutte le mattine in chiesa, quando Gesù Eucarestia era esposto. Seduto a lato dell’altare. Tranquillo, sereno e in ottima compagnia

  20. Anna Divan

    Grande, grande don, Ha finalmente scelto. Non si possono servire due padroni..Ti prego di darmi la sua mail.

  21. Quello che mi stupisci è che la CEI e il Vaticano non hanno detto nulla, mi preoccupa….

    Ogni uno la sua coscienza davanti a Dio.

    Tutto questo …non vorrei che sotto sotto ci sia del altro, oramai non mi sorprendo più nulla.

    Apprezzo l’intervento di Costanza.
    Grazie.

  22. milena cimenti

    menomale che è intervenuta la Diocesi. Il fanatismo religioso oggi rischia di fare molti morti, e di coinvolgere medici e infermieri in questo martirio. Mi pare proprio che in questa fretta di riaprire le Chiese ci sia fanatismo, superstizione ed egoismo. Quanto dovrebbe essere lontano da un buon cristiano.

    1. Maria Cristina

      .@Milena Cimenti . Non so in che tipo di “buon cristiano” creda lei, forse nel cristianesimo anonimo di rahneriana memoria. Il buon cristiano secondo lei e,’il buon uomo obbediente che e’ligio a tutte le leggi dello Stato in cui si trova . Se si segue questa idea i buoni cristiani al tempo di Hitler o di Stalin erano quelli che seguivano pedissequamente i dettami del governo di quel tempo e obbedivano . Ma non le viene in mente che invece il fanatismo cieco sua proprio in chi crede nell’uomo e nelle sue leggi fallibili, piuttosto che in Dio e nella verita’eterna?
      Nel libero “La banalita’del male” di Hannah Arendt viene proprio spiegato che il peggior fanatico (n azista) e’proprio l’uomo grigio, mediocre, obbediente e ligio agli ordini dei superiori , l’uomo che nasconde il suo fare il male sotto la scusa dell’obbedienza.
      Sotto il regime sovietico era pure vietato celebrare messe eppure alcuni preti cristiani ortodossi disobbedivano agli ordini di Stalin a rischio di finire nei gulag. Erano migliori cristiani loro o sono migliori cristiani gli attuali tiepidi e ignavi vescovi occidentali proni al potere politico?

      1. Lucia

        Cara Maria Cristina bello il suo ricordo della Harendt e dell ‘ impero sovietico nei cui gulag come nella famigerate isole di sangue trovarono la morte decine di migliaia di pope ortodossi e TUTTI i preti cattolici , mi pare ne sopravvisse solo 1 , aggiungo l ‘ ex – Ddr che fece della delazione lo strumento principe del terrore subito e condiviso.Quando furono aperti gli archivi si scopri che in ogni famiglia c ‘ era stato almeno un componente che aveva denunciato e quindi fatto arrestare almeno un componente della famiglia .All ‘ epoca rimasi ammirata che quelle famiglie non si siano massacrate e addirittura si siano addirittura perdonati , cosi dissero in certe trasmissione anche religiose.Adesso invece che sono una persona di mezza eta mi chiedo davvero come non si siano ammazzati !!!! Buona giornata

    2. Silvia

      @Milena
      Non so quale idea lei abbia di chi sia un bravo cristiano.
      Ovviamente il bravo cristiano è in primo luogo una brava persona (onesta, rispettosa della legge, solidale e generosa verso gli altri,….) ma, unitamente a questo, è chi crede che Gesù Cristo è figlio di Dio, morto e risorto per noi, vivo e realmente presente nell’Eucarestia, presente nella Sua Parola e nel Servizio ai fratelli.
      Tutto ciò che lo fa essere una brava persona è specchio di un Amore più grande che ha ricevuto. Amore che corrisponde in un rapporto intimo con il Signore ma soprattutto nel servizio ai fratelli. Un Amore che ha bisogno del nutrimento dei sacramenti, che ha bisogno di vivere comunitariamente nella celebrazione delle S.Messa, nel fare fisicamente la comunione eucaristica. Un cristiano sa di non poter contare solo sulle sue forze, un cristiano sa che “senza di me non potete far nulla” Gv 15,5
      Nessun bravo cristiano è un fanatico, è superstizioso….egoisti purtroppo lo siamo tutti ma un bravo cristiano si fida di lasciarsi convertire dallo Spirito Santo un pezzetto alla volta.
      La partecipazione ai sacramenti, che ci sono stati negati da 46 giorni, ė vitale per un cristiano. La rinuncia è stata forse necessaria ma ora un modo per ripartire in sicurezza va trovato.
      Nessuno vuole mettere in pericolo nessun altro ma come si va per necessità al supermercato o in farmacia, deve essere trovato il modo per poter riaccedere ai sacramenti.
      Se lei è cristiana non capisco come non lo comprenda, se non lo è non abbia paura…
      Nessuno verrà messo più in pericolo di quanto lo sia già ora….

      1. Simonetta

        Concordo con te Silvia e mi dispiace per il pensiero di Milena. Non mi sento una fanatica, ma una soluzione va trovata, concordo con Costanza al 100%.

      2. Roberto C

        @Silvy

        Allora, il miglior cristiano è senz’altro il demonio: nessuno è più convinto di lui in questi termini. (😁)
        Sarebbe meglio dire che il cristiano è colui che segue l’esempio del Cristo, ed il Figlio mai prevarico’ o abuso’ del Padre che aveva nei cieli…

        1. Silvia

          @ Roberto C.

          Come lei fa, io non avrei certo mai neanche pensato alla possibilità di proporre di definire il demonio come un buon cristiano.
          Già demonio cristiano mi sembra un ossimoro improponibile, quindi a maggior ragione parlare di bravo cristiano.
          Sono sicura che lei su questo sia d’accordo con me.

          Provo comunque a cogliere il suo spunto di riflessione rispetto ai termini che ho usato per definire un buon cristiano.
          Il demonio non soddisfa neanche la prima parte della definizione che ho dato, per quanto forse incompleta possa comunque essere.
          Lei crede che il demonio possa essere considerato anche solo una brava persona (onesta, rispettosa della legge, generosa e solidale) ?
          Sono sicura di no.
          Quindi già nella premessa della definizione che ho dato la sua obiezione viene a decadere.
          A parte questo, sono comunque certa che anche lei condivide lo spirito di ciò che ho scritto.
          Sbaglio?

      3. Roberto C

        No, non condivido, perché essere cristiani, significa solamente seguire il modello di vita del Cristo: questo è.
        Credere solamente che Cristo “è figlio di Dio, morto e risorto per noi, vivo e realmente presente nell’Eucarestia, presente nella Sua Parola e nel Servizio ai fratelli”, non offre garanzia per fare bene, quanto è vero che il demonio, arcangelo creato anch’esso dall’amore di Dio e consapevole più di qualsiasi mortale della realtà e della regalità dall’Onnipotente, si comportò diversamente .

        1. Silvia

          @ Roberto C

          Mi dispiace che non condivida neanche lo spirito della mia replica alla signora Milena ma me ne farò una ragione.

          Ovviamente il cristiano cerca di seguire, come lei ripete, “il modello di vita del Cristo”. Cerca di farlo meglio che può ma proprio confidando e credendo fermamente che Gesù è Dio e che agisce nella storia anche di oggi, nella mia storia.
          Rivolgendomi a Milena, che aveva scritto che il cristiano che chiede oggi di poter partecipare dal vivo alla celebrazione dei sacramenti è solo fanatico, superstizioso e isterico, ho risposto in maniera più contestualizzata.
          Dire che il cristiano segue “Il modello di vita del Cristo” e basta, è completo ma al tempo stesso troppo difficile, soprattutto per chi pensa che siamo solo dei fanatici.
          Di qui la mia contestualizzazione di quello che sicuramente un bravo cristiano è, e del nutrimento spirituale di cui ha bisogno per cercare di vivere così.
          Le auguro comunque sinceramente una vita che segua il modello del Cristo.
          Siamo in tanti a cercare di viverla e molto felici di farlo e di testimoniarlo.

          1. Roberto C

            @Silvy
            Le auguro comunque sinceramente una vita che segua il modello del Cristo.

            Confesso di essere stato un tantino supponente nei suoi riguardi: avevo compreso il senso del suo discorso e ciononostante, ho marciato un poco su.
            Mi riconosco peccatore. Le confido che alla sera, all’atto della recita dell’atto di dolore, comprendo tutta la mia iniquità, quanto sia misericordioso Dio nei nostri riguardi ed anche perché non saremo mai veramente degni e meritevoli nei confronti dell’Altissimo.

  23. “Non è quello che entra nella bocca dell’uomo che lo contamina, ma quello che esce dalla bocca”

    Quando noi cristiani comnceremeo a credere alle parole di Gesù?

  24. Marina

    Grazie a tutti ,mi date speranza , ci sono ancora cristiani che si battono ,senza violenza, per il loro credo..preghiamo che questi pastori abbiano un po’ più di coraggio nel difendere la fede.da questi attacchi ( chiaramente demoniaci )(8

  25. Rino Ardoli

    Sì apprezzo quanto dici Costanza, ritengo però che l’intervento del carabiniere durante la santa messa sia stato un atto irrispettoso e volgare verso la Mensa Eucaristica. Anche se avesse eseguito un ordine ricevuto, doveva usare ragione e buon senso personale, attendere la fine della celebrazione. Gesto dittatoriale, di imposizione alla sospensione durante il rito sacro. Direi scandaloso!

  26. Luigi

    Grazie di cuore Costanza. Il tuo intervento è prezioso in questo momento.
    Mi permetto di inserire un contributo del prof. Fontana, a mio parere puntuale e veritiero. Il problema è che la nostra gerarchia è supina di fronte al potere dello Stato. Pare non si stia nemmeno rendendo conto di cosa c’è in gioco, la sua credibilità come testimone di Cristo Salvatore dell’uomo.
    https://www.lanuovabq.it/it/chiesa-abbiamo-un-problema-lepiscopato

  27. carla

    Leggendo le proposte del presidente del consiglio, mi pare non ci sia il minimo accenno a come si dovrebbero riprendere la celebrazione della Santa Messa, zero via zero. Si parla di officine, uffici, bar, ristoranti, eventualmente stabilimenti balneari (con proposte inapplicabili a parer mio), ma non una parola sulla Messa col pubblico, il problema non è neppure accennato, e non speriamo che verrà mai preso in considerazione

    1. Alda

      Perché non glie ne frega niente, ovvio… Anzi…. Se questi rompiscatole di cattolici la finissero con le loro pretese👿👿👿👿👿

      1. Lucia

        Care signore Alda e Carla credo che le chiese riapriranno tra un mese per festeggiare la fine del Ramadan che incomincia in queste ore ..

      2. Maria Cristina

        Carla , la riapertura di bar, ristoranti , stabilimenti balneari , negozi ecc. avviene perche’ l’ attuale governo ha avuto le proteste furibonde e le pressioni delle categorie interessate, che gli avranno anche ricordato il rischio che corre il Paese e minacciato il cambio di governo.
        Per la riapertura delle Sante Messe invece il governo sa che da questa gerarchia
        ecclesiastica “ amica” non deve temere proteste , anche se le Messe fossero vietate fino al prossimo Natale. Non per nulla l’ avvocato di Padre Pio si e’ premunito di avere tutto l’ appoggio possibile da CEI e Vaticano. Solo i fedeli comuni protestano, ma di quelli non interessa niente a nessuno .
        I nostri pastori sono amabilmente filogovernativi.

  28. Valeria Maria Monica

    La maggior parte dei commenti che ho letto implica la convinzione che esistano delle “leggi”, e che si possa invocare l’uso del “buon senso” nella loro applicazione.
    Purtroppo non possiamo contare su nessuna delle due cose.

    Non ci sono leggi: le restrizioni alla nostra libertà di culto (e forse non solo a quella, ma non allarghiamo il discorso) sono state poste in essere dallo Stato con atti, oltre che giuridicamente inidonei, confusi, incoerenti e contradditori (basti ricordare perfino la questione più banale,  la domanda se con l’ autocertificazione si poteva uscire per andare in chiesa a pregare, alla quale nessuno ha mai dato la risposta definitiva, tra circolare del viminale e FAQ, poi rimossa, dal sito della presidenza del consiglio). Davanti a questo arbitrio statale, la Chiesa, che era al momento di altro preoccupata, ha tollerato che si formasse e poi si consolidasse la convinzione che è lo Stato ad avere il potere di regolamentare il culto. Convinzione esplicitamente presupposta perfino da Conte, nella lettera di ringraziamento alla Chiesa italiana pubblicata su Avvenire a Pasqua!

    Secondo punto: non possiamo contare sul “buon senso” nella loro interpretazione, se con “buon senso” intendiamo una disponibilità, da parte delle autorità, a applicare le disposizioni restrittive in un’ottica di rispetto della libertà religiosa e di riconoscimento del valore sociale della Chiesa cattolica in Italia; questa disponibilità, che molti cattolici si aspettano ancora di trovare, perché era ovvia fino a qualche decennio fa, (e forse in qualche zona fortunata lo è ancora), non appartiene più alla maggioranza del popolo italiano, e quindi alla maggioranza dei politici, funzionari, agenti, giudici…
    E non parliamo dei media …
    Quindi, come cattolici, dovremmo piutrosto muoverci nella società con l’accortezza di chi sa che tutto potrà essere usato contro di noi.
    Se pensate che esageri, vi ricordo la aggressività dei numerosi commenti del tipo : “Se vuoi andare a Messa, allora firma che se ti ammali non vuoi essere intubato ma curato solo a preghiere”. Ma ci rendiamo conto della violenza di questi commenti? Condizionare le cure al comportamento  privato dei cittadini? Pazzesco. Roba da romanzo distopico, roba da Cina.
    (Immaginate che pandemonio di proteste darebbe invece scoppiato se, ai tempi della esplosione dell’AIDS, qualcuno avesse prospettato il diniego di cure a coloro che si erano ammalati in conseguenza della deliberata adozione di comportamenti sessuali notoriamente a rischio di trasmissione del virus dell’HIV!)
    Vi ricordo anche l’episodio della comunità neocatecumenale che è stata oggetto di un vero e proprio linciaggio morale per aver avuto la sfortuna che un suo ritiro (svolto prima della entrata in vigore dei divieti) si è trasformato in un cluster di contagio, mentre ad esempio nella mia città è capitato a una palestra di veicolare molti contagi nel periodo prima che la attività delle palestre venisse sospesa, e nessuno si è sognato di “sputtanare” e denigrare pubblicamente la palestra in questione. Immaginate voi se cluster di contagio fosse stato un oratorio.
    Immaginate voi le denunce penali e le richieste di risarcimento danni.

    Sgombrato il campo da queste illusioni,  è evidente che è in condizioni di estrema debolezza che la CEI si appresta ora a “negoziare” col governo una parziale e graduale riapertura delle celebrazioni.

    È il momento in cui, nella trattativa col governo, bisogna essere estremamente concreti e pratici, per non lasciare esposti sacerdoti e fedeli, e la Chiesa stessa, a sempre possibili accuse provenienti da una società civile che, se potesse, risolverebbe drasticamente il problema semplicemente vietando alla Chiesa ogni forma di culto e di attività fino a data da destinarsi.

    E l’aspetto più pratico da regolamentare con più urgenza è la distribuzione dell’Eucarestia: possiamo distanziare, guantare e mascherinare finché vogliamo tutta l’assemblea, ma non possiamo evitare di prevedere questo specialissimo contatto fisico tra i fedeli e il celebrante.
    E non possiamo aspettarci che dallo Stato ci venga una soluzione “sanitariamente valida” che nello stesso tempo garantisca il rispetto della indicibile dignità della Presenza Reale di Gesù Cristo nostro Signore nella particola consacrata.

    Allora una considerazione concreta e pratica che vorrei fare è questa: perché dall’inizio della epidemia è stata vietata la distribuzione della la Comunione in bocca, a favore della Comunione sulla mano? In realtà, quando i sacerdoti distribuiscono la Comunione sulla mano facilmente c’è contatto con tra la mano del sacerdote e quella del fedele. Invece, se la lasciano cadere sulla lingua di fedeli inginocchiati, è molto rara la  eventualità di un contatto fisico tra la mano del sacerdote e  la bocca del fedele. (Fonte di questa informazione così “tecnica”: l’ho sentita in una catechesi di un padre carmelitano sul canale youtube “Veritatem in caritate”). Se è così, perché scartare a priori questa soluzione?
    Credo che questa modalità garantirebbe il massimo standard di sicurezza sanitaria  compatibile con la dignità del Sacramento. Viceversa, se si cerca una soluzione a partire dalla modalità della Comunione sulla mano ci si va a impelagare in uno scenario horror di “distribuzione prodotti da forno” con relativo obbligo di guanti di gomma (che poi sarebbero da cambiare a ogni fedele …) e altre modalità semplicemente incompatibili con il rispetto dovuto al  Sacramento. E al peggio non c’è fine, come ha dimostrato l’episodio della università tedesca il cui cappellano per Pasqua ha confezionato l’Eucarestia in sacchettini di carta take away, e li ha messi a disposizione degli studenti pechè potessero mangiarsela a casa.
    Onestamente faccio fatica a immaginare la CEI che sottopone al Governo questa soluzione, ma sono certa che non si possano riaprire le celebrazioni al popolo senza aver dato certezze ai sacerdoti e ai fedeli su come  comportarsi per celebrare con dignità l’Eucarestia senza essere esposti a ogni sorta di gogne mediatiche e sanzioni amministrative irrogate con accanimento.

  29. Chiara

    Scusate, senza nulla togliere a questo blog, ma non è Costanza Miriano che può agire per quello che è stato fatto. Invito chi considera inaccettabile quanto è accaduto a farsi sentire presso coloro che hanno l’autorità per impedire che accada di nuovo. Altrimenti rischia di diventare uno sfogatoio dove con un semplice post si ritiene di aver fatto il possibile.

    1. Valeria Maria Monica

      Fammi capire, Chiara: inviti quelli che “considerano inaccettabile quanto accaduto” a “scrivere a chi di dovere” e a NON “sfogarsi” nei commenti sul blog di Costanza.
      Quindi, secondo te, solo chi considera “accettabile” quanto accaduto potrebbe scrivere a Costanza?
      In altre parole: solo alcune opinioni (quelle neutre, oppure a favore di governo e gerarchia) hanno diritto di essere espresse?
      Spero di aver capito male il tuo pensiero, perché visto così non appare molto democratico…
      Ma avrò sicuramente frainteso.

      1. Chiara

        Assolutamente no. Invitavo (e invito) ad un ruolo proattivo. Possiamo lamentarci tra di noi ma se non facciamo sentire la nostra voce fuori, presso chi prende decisioni, temo che possa andare anche peggio. Occorre esprimere il proprio sdegno non solo alla benemerita Costanza.

        1. Valeria Maria Monica

          Ma scusa, a te chi te lo dice, che chi scrive qui non faccia e abbia fatto di tutto anche per far sentire la propria voce anche fuori?
          Io ad esempio, oltre ovviamente ai colloqui personali o agli interventi in assemblee pubbliche, solo pochi mesi fa su una questione diocesana scrissi una lettera aperta al vescovo e ai sacerdoti che venne pubblicata sul giornale diocesano.
          Di solito noi “che non stiamo mai zitti” ci comportiamo coerentemente in tutti gli ambiti della nostra vita.
          Quindi il tuo invito a “esprimere il proprio sdegno non solo alla benemerita Costanza” (con implicita accusa di viltà) riportatelo pure a casa, perché è del tutto infondato e gratuito.
          Forse sei tu, che non hai mai sperimentato cosa vuol dire veramente dover assumere posizioni scomode in contrasto col potere, qualunque esso sia. Perché se lo avessi sperimentato non avresti l’aria di dire ” e che ci vuole? Ditelo a chi dovere, no?”, perché sapresti che nel 99% dei casi queste battaglie si perdono.

  30. Roberto C

    Vorrei replicare qui alla risposta dell’admin:
    22 APRILE 2020 ALLE 21:01
    admin @CostanzaMBlog
    Il demonio ci vuole dannati non morti, soprattutto non ci vuole confessati e comunicati.

    22 APRILE 2020 ALLE 23:41

    Che ci voglia tutti dannati è sicuro; però non dimentichiamo, parimenti, che dalle scritture si evince che egli è omicida sin dalle origini, e per sincerarsi dell’incessante attività svolta da questa spregevole entità, basta osservare la brutalità e le “bestialità” commesse dall’uomo in questo mondo…

    1. admin @CostanzaMBlog

      Infatti “omicidio” è DIVERSO da “morto”.
      L’omicidio prevede un peccato mortale per chi compie l’omicidio (non per chi muore per opera di un omicida) che può portare alla dannazione eterna, la morte è semplicemente la fine della vita terrena e, se si è in grazia di Dio, porta al Regno dei Cieli.

    2. Lucia

      Gentile signor Roberto credo che il diavolo ci voglia senz’ altro dannati ma anche morti.Non so se crede alle apparizioni di Maria a La Salette e a quelle di San Nicolas, Medjugorie ebbene la Madonna dice esplicitamente che satana vuole la morte di quante piu persone e possibile e anzi della terra intera .La Madonna disse proprio cosi che se satana avesse potuto avrebbe distrutto proprio il pianeta perche esso e il luogo dove ha camminato Gesu e dove vive l ‘essere umano.Non so sesa inoltre che vari Santi ad es Padre Pio sono sfuggiti a tentativi di omicidio da satana in persona .A che pro se essi erano Santi e quindi sarebbero andati in Paradiso diventando ancora piu potenti come intercessori contro di lui ? L ‘ unica spiegazione e quella di Gesu : Satana e un omicida per definizione , una veggente lo ha definito il perfetto serial killer o qualcosa del genere .Ammetto che e un argomento di cui si trova poco in giro .Buona giornata

      1. Roberto C

        Preg.ma signora Lucia, condivido e sottoscrivo il suo scritto, premettendo però che credo solo nelle apparizioni approvate dalla Santa Madre Chiesa. Conosco le vicende occorse a Padre Pio e le sue costanti battaglie con satana, nonché quelle di santi e sante meno note.
        Era quello che intendevo esprimere all’admin, anche se riconosco che la risposta di questi alla mia, abbia comunque notevole valenza.

  31. Maria Cristina

    caro Paul Blatter, ANPI e gli eredi dei partigiani ( ricordiamo che i i veri partigiani oggi avrebbero dai 95 ai 130 anni) contano , hanno voce, sono supportati dall’ opinione pubblica, i cattolici praticanti no.
    Se io fossi un vescovo guarderei con desolazione quelli che i “ segni dei tempi “ ci hanno ormai rivelato e che e’ chiaro anche ai ciechi :l’ irrilevanza totale in ogni campo della fede cattolica, i fedeli cattolici praticanti oltre ad essere sempre meno NON CONTANO NULLA, ne’ a livello di opinione pubblica , ne’ a livello sociale, ne’ a livello legislativo .
    Anche se la maggior parte dei Vescovi e Cardinali sono ormai poco credenti o ipocredenti , vedere il ramo dove si e’ seduti che viene pian piano segato , dovrebbe farli riflettere .

    1. “Anche se la maggior parte dei Vescovi e Cardinali sono ormai poco credenti o ipocredenti…”
      Mah! come la maggior parte del Popolo di Dio allora.

      Hai statistiche aggiornate, verificabili? Diversamente illazioni e giudizi temerari, come si sul dire, che però fanno sempre molto presa…

      1. Valeria Maria Monica

        Vuoi statistiche verificabili?
        Ovviamente non può averne, @Bariom, come non ce ne possono essere neanche a sostegno della tua affermazione “come la maggior parte del Popolo di Dio”.
        Ma non ci sono solo le statistiche per farsi un’idea di come certi pastori stanno guidando la Chiesa.
        Ci sono i documenti ufficiali, ma non solo, ci sono discorsi, interviste. Prese di posizione pubbliche. Omissioni di prese di posizione pubbliche.
        Eccetera eccetera.
        Chi vive nella Chiesa si fa delle opinioni in base alla sua esperienza diretta.
        Sei libero di non essere d’accordo, ma accusare di “giudizi temerari” chi esprime un sentire diverso dal tuo è, a sua volta, un giudizio temerario.

      2. Roberto C

        …Hai statistiche aggiornate, verificabili? Diversamente illazioni e giudizi temerari, come si sul dire, che però fanno sempre molto presa…

        Appunto: bisognerebbe, nel qual caso, fare nomi e cognomi con documentazioni accertate e comprovate, altrimenti si degrada nel diabolico.
        Anzi, dirò di più: un’affermazione del genere che tende a squalificare la maggior parte dell’ecclesia, può emanare solo dà chi a per consigliere il principe di questo mondo!🤤

        1. Roberto C

          Scusate l’errore di ortografia che appare nel mio scritto, ma ciò è dipeso dal correttore automatico…🙈

        2. Maria Cristina

          Le statistiche aggiornate …..fate ridere.

          il popolo di Milano al tempo del vescovo Ambrogio o quello di Ippona al tempo del vescovo Agostino o oggi quello di Parigi col vescovo Aupetit , che ha protestato pubblicamente con forza contro l’irruzione dei gendarmi nelle chiese di Parigi, , non avevano certo bisogno di” statistiche aggiornate” magari dell’ISTAT per sapere che i loro vescovi erano campioni della fede. Voi cosa vorreste fare un sondaggio per sapere chi fra i vescovi crede ancora nella sacralità assoluta della Messa e nei sacramenti ????Francamente mi pare che il comportamento del vescovo di Cremona che non solo non ha difeso Don Lino ma lo ha pure rimproverato, per non aver obbedito al carabiniere ( cioè doveva sospendere la Messa?) possa essere solo attribuito a una maggior fede nel potere poiltico che nella difesa della santa Messa.
          Come scrive ironicamente Aldo Maria Valli lo slogan di questa Chiesa sarà
          “Sacro è bene, ma sano è meglio “

  32. Valeria Maria Monica

    Eh vai! Scomunicate e tacciate di possesione diabolica per aver espresso una opinione contraria alla vostra !!!
    Nel più puro stile della Chiesa della Misericordia!!! 😅

    1. Lucia

      Cara Valeria Maria Monica concordo con grande sofferenza con lei .I cattolici nel mondo occidentale ormai contano veramente poco nel quadro non solo politico ma anche culturale e credo che questo sia uno dei motivi della debolezza dei vescovi bnei confronti del potere statale .Ricordo di aver letto in occasione dell ‘ approvazione del referendum in Irlanda sull ‘ aborto la spiegazione che ne diede un leader dei pro- life locali che nel giro di un decennio in seguito all ‘ emergere degli scandali sessuali nella chiesa e delle adozioni forzate dei figli delle ragazze madri del secolo scorso , l’ atteggiamento della societa , cattolici compresi , muto rapidamente ,e emerso un anticlericalismo mai immaginato facendo venir meno il sentimento prolife che era sempre stato prevalente e di cui non si erano mai vergognati.Anzi l ‘ intervistato disse che le varie associazioni avevano concordato di non avere l ‘ appoggio ufficiale della Chiesa nel tentativo di limitare i danni.E ricordo anche una lettera di un prete irlandese in quel periodo che esprimeva la sofferenza di tutti i suoi confratelli per il discredito , anzi il disprezzo in cui vivevano , l ‘ isolamento sociale , persino lo scherno di cui erano oggetto .Disse esplicitamente che la fede era tramontata in Irlanda , di certo la societa cattolica era morta .Forse in Italia , anche perche non ci sono stati scandali particolarmente eclatanti nel clero non siamo arrivati a certi livelli di anticattolicesimo ma che i cattolici siano ormai quasi irrilevanti credo anch ‘ io sia innegabile .Buona serata

  33. Maria Cristina

    “Senza colpo ferire, da un giorno all’altro, un regime camuffato ha decretato la sospensione generale del culto cattolico, un risultato che non avevano ottenuto nemmeno le rivoluzioni più cruente con lo spargimento di fiumi di sangue. Fatto mai successo nella storia del Paese, ci sarà negata persino la celebrazione pubblica della Pasqua. È bastato che l’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite emanasse una direttiva non vincolante, di un’asprezza proporzionata alla sua illegalità, perché tutti, governi e gerarchie, si precipitassero ad eseguirla come un ordine inoppugnabile, quasi a voler anticipare i tempi. Gli agenti della sovversione presenti ormai ovunque, disseminati nei gangli vitali della Chiesa e dello Stato, hanno lanciato una persecuzione di un carattere del tutto inedito, basata com’è sulle manipolazioni mediatiche e sul terrorismo psicologico. Una società liquida si lascia imbottigliare a piacimento da chi la dirige senza trovare più alcuna resistenza intellettuale, né spirituale, né morale. L’emergenza più allarmante non è l’epidemia, per quanto grave, ma l’attacco senza precedenti ai diritti di Dio e a quelli della persona umana.”
    https://lascuredielia.blogspot.com/p/meditazionebiblica-per-un-tempo-di.html

  34. Catherine

    cari amici si trova oggi un articolo interessante di Paolo Gulisano (che è medico anche lui), sulla Nuova Bussola Quotidiana, a proposito della realtà medica del corona virus, sarebbe bene che ognuno se lo legga, e così almeno si vada alla sostanza della nostra situazione, sanitaria e civile… io non ho altri mezzi per diffondere queste notizie, buona giornata
    Catherine

    1. Alessandro

      Articolo di Gulisano:

      https://www.lanuovabq.it/it/covid-se-ora-si-puo-neutralizzare-vanno-rimosse-le-restrizioni

      L’argomento è importantissimo: le note misure draconiane, severissimamente restrittive (tutti gli italiani costretti in casa) adottate dal Presidente del Consiglio erano dettate dalla convinzione che il Covid-19 (che è un coronavirus) fosse un nemico che la medicina non poteva aggredire, cioè un nemico implacabilmente mortale contro il quale c’era niente da fare (rectius: inspiegabilmente, per taluni contagiati era poco più di una dura influenza, con tosse e febbre alta, che “passava da sé” dopo qualche giorno; per altri era una tremenda polmonite bilaterale che spediva dritti in terapia intensiva, intubati, con esiti per lo più infausti).

      Senza dubbio a fine febbraio il Covid-19 questo era: un nemico sconosciuto, terribile. Poi i nostri valorosi medici si sono trovati a doverlo fronteggiare sul campo, e hanno fatto quello che fanno tutti i bravi clinici in presenza di un morbo sul quale le conoscenze in letteratura scientifica sono zero. Valutando il decorso della malattia e i sintomi, lottando insieme a ogni singolo paziente, hanno cercato di capire come agisse il nemico, e come contrastarlo.

      Due mesi di eroica battaglia sul campo non sono passati invano (ed è proprio questo che i media maistream hanno raccontato poco e male). Lottando contro un nemico terribile, i medici hanno scoperto quanto segue (in estrema sintesi):

      Il Covid-19 provoca pesante quadro infiammatorio, che non va tenuto sotto controllo con semplice antipiretico ma con antivirali (ad es. idrossiclorochina), perché può degenerare innescando gravissimo deterioramento dell’endotelio (che è la struttura, la pellicina, che abbiamo all’interno dei nostri vasi sanguigni) e conseguente formazione di trombi.
      Trombosi particolare, perché colpisce sia i grossi che i piccoli vasi: si chiama CID, Coagulazione Intravascolare Disseminata.
      I trombi insorgono ovunque: le autopsie confermano che i pazienti deceduti per Covid-19 avevano trombi non solo nei polmoni, ma in tutti gli organi: nel cervello, nel fegato, nella pancia, negli arti inferiori etc.
      Quindi la tremenda “polmonite” che – come tristemente noto – costringe al ricovero in terapia intensiva e molto spesso esita in decesso del paziente è SOLO un EFFETTO della CID, effetto purtroppo frequentemente letale (detta semplicemente: i polmoni non “funzionano” perché i vasi polmonari sono ostruiti dai trombi).

      Come arrestare la sequenza prima che precipiti verso l’esito fatale?

      Lo spiega il prof. Mascitelli:

      “se io riesco a ricanalizzare i vasi, posso far rimanere in vita il paziente per più tempo e consentirgli di combattere il virus.
      L’eparina [un notissimo anticoagulante] permette una più rapida ricircolazione del sangue nei vasi ostruiti e consente di tirar fuori il paziente dalla fase critica, evitando il decesso.

      Quindi l’eparina non uccide il virus. Il virus lo uccide madre natura, cioè i nostri anticorpi e le nostre linfocellule, che possono attaccarlo. Quindi è fondamentale mantenere in vita i pazienti il più possibile, affinchè abbiano il tempo di sviluppare gli anticorpi. E l’eparina ci aiuta in questo.

      Sembrava l’ABC, ma non lo diceva e faceva nessuno. Tanto che pensavo di essere in torto io, per questo ho chiamato il prof. Pertini chiedendo conforto e conferme su quest’ipotesi così elementare ma che nessuno aveva praticato.

      Adesso stiamo dando eparina A DOMICILIO, ovviamente a pazienti che sono Covid-19 positivi e sintomatici, che la prendono non a dose alta, ma a dosi di profilassi in modo che non si formino i trombi. In questo modo abbiamo ridotto NETTAMENTE i pazienti che vengono ospedalizzati.”

      ATTENZIONE: nessuno pensi di somministrarsi l’eparina con il fai da te, altrimenti CREPA (di emorragia). Ci vuole RIGOROSO CONTROLLO MEDICO.

      Infatti il prof. Mascitelli precisa:

      “Ovviamente la gente NON deve pensare di prendere l’eparina prima, per non ammalarsi: non c’entra niente, non cura il virus ne’ lo previene, può essere utile soltanto in pazienti di cui è già accertata la positività e che hanno sintomi che fanno immaginare la formazione di trombi. L’eparina in ogni caso deve essere PRESCRITTA da un medico, perchè in alcuni soggetti fortunamente rari ci può essere una controindicazione assoluta all’uso di eparina. E nei centri Covid-19, dove c’è la guerra, stiamo molto attenti perchè essendo una CID (Coagulazione Intravascolare Disseminata), ci può essere un tale consumo di piastrine che paradossalmente ci possono essere problemi emorragici, emorragie ‘rebound’ o paradosse. Dosi elevate di eparina vengono date solo in ambienti specifici, dove il paziente viene controllato e monitorizzato dal punto di vista coagulativo, e ci sono specialisti che conoscono bene le procedure da attuare“.

      Che risultati ha prodotto questo approccio? MOLTO positivi:

      “Non mi interessano le polemiche o le primogeniture: mi da’ più gioia e orgoglio di me stesso il fatto di aver contribuito, in piccolissima parte, ad aver salvato forse qualche decina di centinaia di persone”

      http://www.meteoweb.eu/2020/04/coronavirus-prof-alessandro-mascitelli-eparina/1424841/

      ATTENZIONE: se andate su google, troverete tonnellate di “esperti” che dicono che tutte queste cose sono cialtronate (“fake news”; intanto io questo commento lo lascio qui, poi il tempo dirà chi è un cialtrone e chi fa buona informazione), che si inganna scelleratemente la gente dando l’illusione che il Covid-19 sia trattabile a domicilio. Quindi risparmiatemi obiezioni del genere: le conosco già, e so che sono inconsistenti.
      O al massimo vi dicono suppergiù che si tratta di ipotesi terapeutiche che non sono inserite in un protocollo validato e quindi bisogna seguire il metodo scientifico studiando (mesi? anni? quanto?), tanto prima arriva il miracoloso vaccino obbligatorio ecc. e finalmente allora (e solo allora) saremo tutti liberi di tornare alla vita di prima.

      La realtà è che i clinici italiani che hanno combattuto il Covid-19 SUL CAMPO (non in TV) oggi lo trattano così perché hanno appreso, lottando coi loro pazienti e vedendone purtroppo morire tanti (sia pace all’anima loro) che è efficace trattarlo così. E che se si trattasse così si ridurrebbe DRASTICAMENTE non solo la percentuale dei morti tra gli infetti, ma anche la percentuale dei ricoveri tra i contagiati.

      Se ciò si sapesse, si saprebbe che il Covid-19 è ancora un nemico TEMIBILISSIMO (niente “tana liberi tutti”) ma che NON è incurabile, anzi si può battere.
      Quindi il morbo cesserebbe di essere presentato come inesorabilmente mortale, e si capirebbe che oggi barricare in casa 60 milioni di italiani è provvedimento assolutamente sproporzionato rispetto all’entità REALE ODIERNA del pericolo (beninteso: il nemico è ancora TEMIBILISSIMO, bisogna dotarsi di mascherine guanti e tutti i dispositivi di profilassi necessari, mantenere distanziamento sociale, sanificare gli ambienti, non uscire alla chetichella… ma bisogna sapere che OGGI è MOLTO meno mortale di quando se ne sapeva quasi niente, grazie a quanto hanno appreso i nostri bravissimi medici italiani impegnati in prima linea).
      E quindi si capirebbe anche che il divieto totale di S.Messe con concorso di popolo è provvedimento che non trova PIU’ sufficiente e valido fondamento considerando l’entità ODIERNA (non di febbraio) del pericolo Covid-19.
      Ma questo alla CEI non devo dirglielo io, deve dirglielo il Governo (esiste un ministero della Sanità, mi sembra) che sa benissimo – perché i medici che lavorano sul campo gli hanno certamente detto quello che ho esposto sinteticamente qui – che OGGI il Covid-19 si può vincere nel modo chiarito dal prof. Mascitelli e colleghi.

      p.s.: non risponderò a repliche al mio commento che mi accusano di essere un incompetente, un cialtrone, di propagare irresponsabilmente rassicurazioni illusorie, di essere un complottista et similia, di non essere un “esperto”, di diffondere “fake news”.
      Ripeto: chi è un cialtrone lo dirà il tempo, io intanto questo commento lo lascio qui, il tempo dirà se sono cialtrone o se ho solo fatto buona informazione…

      1. martam

        Alessandro Il problema non è se l’informazione è buona o cattiva.
        il problema è che tu non hai alcuna competenza per giudicarla, e la diffondi soltanto perché gradisci le conclusioni a cui arriva, non perché sei in grado di definire se sia buona o cattiva.
        Pertanto sei come un orologio rotto, che anche quando è fermo da l’ora esatta due volta al giorno.
        Io, non avendo alcuna competenza, faccio riferimento a quello che le autorità mi dicono, e questo non perché sia certamente giusto, ma perché non ho capacità di verificare che sia sbagliato.
        Rilevo , dall’articolo che hai linkato, che non c’è alcuna comprensione del perché siamo in segregazione.
        La segregazione non nasce dalla mortalità certa del virus, che non è vera, ma dalla lunghezza della degenza in terapia intensiva per coloro che devono essere curati, in proporzione al numero di terapie intensive esistenti o presumibilmente realizzabili in breve tempo.
        Far ammalare milioni di persone, che poi avessero bisogno di 100.000 o 200.000 posti in terapia intensiva per un mese, costituirebbe la causa di morte per molte di loro (in mancanza di tutti questi posti) e per tanti altri malati di tante altre malattie più gravi o operati con operazioni serie. Non è quindi la gravità , ma la lunghezza e la estrema facilità a diffondersi, il problema del corona virus.
        Partire da questo assunto per arrivare a dire che le celebrazioni possono riprendere perché , alle brutte, se ti ammali poi puoi guarire, è come passare in auto ad un semaforo rosso di notte, perché tanto di notte non gira nessuno. Peccato se ne gira anche solo uno perdi l’unica vita che hai.
        C’è però una malattia che è forse ancora più mortale, ed è quella che Einstein più temeva. , essendo certamente infinita mentre sul fatto che l’universo fosse infinito nutriva dei dubbi.
        Salve

        1. Catherine

          mi sembra però che se si è arrivato ad un modo più semplice (e anche poco costoso) di far fronte a questa malattia, sì che dovrebbero cambiare, o comunque evolvere le condizioni di vita civile… mi pare che il problema è che chi ci governa ne voglia tenere conto…

        2. Francesco Paolo Vatti

          Interessanti i due interventi di Alessandro e Martam! Ho sentito anche da altre fonti, comunque, che pare che l’eparina possa funzionare. Ma capisco la prudenza prima di gridare al miracolo.
          Quello che mi pare indubbio, qui in Lombardia, almeno, è che fino a qualche tempo fa il grosso dei malati erano ospedalizzati in vario modo (come 10:7) e ora la proporzione si è invertita. Se questo sia dovuto al fatto che il virus abbia perso aggressività, come mi ha detto qualcuno, o alle cure, come dicono altri, non lo so, non sono un medico.
          Mi pare che Alessandro abbia chiarito più volte nel suo intervento che va verificato, che non si può semplicemente tornare subito alla vita di prima e che l’eparina va data dai medici. Quindi, francamente, non riesco a vedere un vero contrasto con quello che dice Martam, se non nelle sfumature. Anche sul rimuovere o ridurre le restrizioni, mi pare ci siano un sacco di se. Peraltro, pare che un minimo di allentamento sia comunque previsto, anche perché dubito che l’Italia si possa permettere una chiusura ancora lunga e chi non muore per il virus rischierà tra non molto di morire di fame….
          Uno dei problemi che vedo è che a tutti i livelli, nessuno di noi sappia cosa stiamo aspettando. non lo sa Conte, che si trincera dietro l’opinione di non meglio definiti esperti (ma, se gli esperti sono virologi, ci terranno in isolamento per altri due anni, fregandosene dei suicidi e dei nuovi poveri, perché non è il loro compito -giustamente- occuparsene). Non lo sanno molti di quelli che scrivono qui. Non lo so io per la mia società. In fondo, questo isolamento ci fa sentire sicuri e abbiamo paura del dopo. Ce lo auguriamo, ma lo temiamo, perché sappiamo che ci saranno ancora problemi e vorremmo non affrontare nessun rischio. Ricordiamoci, però, che solo i morti non rischiano….

        3. Alessandro

          Ecco che – prevedibilissimamente – arriva quello che, nulla sapendo nel merito, ti accusa di stupidità.

          “La segregazione non nasce dalla mortalità certa del virus, che non è vera, ma dalla lunghezza della degenza in terapia intensiva per coloro che devono essere curati, in proporzione al numero di terapie intensive esistenti o presumibilmente realizzabili in breve tempo.
          Far ammalare milioni di persone, che poi avessero bisogno di 100.000 o 200.000 posti in terapia intensiva per un mese, costituirebbe la causa di morte per molte di loro (in mancanza di tutti questi posti) e per tanti altri malati di tante altre malattie più gravi o operati con operazioni serie. Non è quindi la gravità , ma la lunghezza e la estrema facilità a diffondersi, il problema del corona virus.”

          1) Ho appena evidenziato che, SE adeguatamente curato, il Covid-19 NON sovraccarica i reparti di terapia intensiva (come purtroppo accadeva dapprincipio, quando poco o nulla si sapeva del morbo e per giunta il contagio circolava irriconosciuto da settimane nel nostro Paese) poiché l’approccio terapeutico che si è rivelato efficace SUL CAMPO interrompe appunto la sequenza infiammazione-ipossia-CID-ricovero in terapia intensiva, riducendo NOTEVOLMENTE la necessità di ricovero in regime di terapia intensiva e subintensiva:

          https://www.lanazione.it/pontedera/cronaca/eparina-coronavirus-mascitelli-cura-1.5120373

          “Nei centri Covid dove è stata effettuata terapia eparinica, in base a studi osservazionali, è stato riscontrato un alleggerimento del peso nelle terapie di intensiva e sub intensiva, dove si sono liberati i posti letto.
          Adesso è talmente evidente l’efficacia della terapia che, per motivi etici, la commissione dello studio non ha eseguito lo stesso come di consuetudine in doppio cieco, ovvero quando, facendo un esempio, il farmaco X viene sperimentalmente dato al paziente Y e non al paziente Z, al quale si somministra un placebo”.

          2) Quindi riapriamo tutto? Segregazione finita per tutti? NO

          Si legga quanto afferma il dott. Andrea Crisanti (che tanto stupido non dev’essere, se grazie al metodo che lui ha applicato in Veneto oggi quella regione dalle ore 15 ha “riaperto” parecchio; il che significa – tra parentesi – che la segregazione MASSIVA è già finita):

          https://it.businessinsider.com/crisanti-il-virologo-che-ha-salvato-il-veneto-non-mancano-i-tamponi-ma-la-volonta-di-farli-sbagliato-riaprire-tutti-il-4-maggio/

          In sintesi: il metodo-Crisanti non è applicato in maniera omogenea, e quindi è difficile prevedere aperture simultanee per tutte le regioni:

          “penso che ora la vera questione sia che non si è capito perché è così importante fare i tamponi. E non si è capito che fare i tamponi, e particolarmente farli ai contatti e a quelli che potenzialmente sono entrati in contatto con la persona infetta, abbatte la trasmissione.

          In altre regioni si pensa che il tampone serva solo a fare la diagnosi. In realtà, se arriva una persona che sta male, da sette-otto giorni, con tutta la sintomatologia canonica e il quadro radiologico, il tampone non c’è nemmeno bisogno di farlo: dovrebbero farlo invece tutte le persone con cui la persona è entrata in contatto. È, insomma, essenzialmente una questione di decisioni strategiche.

          Il punto è che aprire tutti il 4 maggio è sbagliato!
          Non tutte le regioni sono pronte, non si conosce l’incidenza della malattia per giorno, per regioni e per classi di popolazione… insomma, è un pasticcio. E d’altronde è sotto gli occhi di tutti: può la Lombardia essere paragonata alla Calabria o alla Sicilia? Sono regioni che hanno casi diversi e capacità di affrontarli diversi, e comunque né per l’una né per le altre sappiamo quali sono i contagi giornalieri.”

          Certo – ribadisco – sapere che i medici in prima linea hanno individuato terapie non immancabilmente risolutive ma efficaci (ma la domanda è: quanto ciò è noto ai medici di base, ai medici sul territorio in tutta Italia?) giova a programmare una riapertura senza il panico (prezioso alleato del Covid-19) di trovarsi davanti a una malattia che inesorabilmente satura i reparti di terapia intensiva…

          1. Alessandro

            Riporto parte dell’interessantissimo comunicato AMPAS segnalato dall’articolo del dott. Gulisano:

            1) Sulle terapie

            “È comprensibile che un virus nuovo possa spiazzare anche i migliori medici per qualche tempo. Ma via via che le informazioni si accumulano occorrerebbe ascoltare coloro che sul campo hanno potuto meglio capire.
            Un gruppo Facebook di cui molti di noi fanno parte, nato spontaneamente come autoaiuto, e che conta circa 100.000 iscritti, ha elaborato delle raccomandazioni di cura efficaci poi inviate al ministero.
            Oggi che pare chiaro e assodato che il decesso avvenga a causa di una forte coagulazione intravascolare molte vite possono essere salvate con l’uso della semplice eparina.

            Ma non basta: servono anche attenzioni specifiche a seconda del timing della malattia: ai primi sintomi, ai primi aggravamenti, o in fase procoagulativa. In particolare a noi medici di segnale risulta difficile comprendere l’uso massivo di paracetamolo o di altri antipiretici una volta acclarato che la febbre è un potente antivirale per l’organismo.
            È in preparazione un documento interassociativo anche su questo delicato argomento che merita più ampia trattazione.
            Ove qualcuno, tuttavia, si permetta di ritardare l’adozione di sistemi di cura efficaci, per motivi meno che chiari (e alcuni interventi televisivi volti a screditare l’eparina sembrano andare in quella direzione) si aspetti reazioni forti da chi ha rischiato la propria vita in prima linea.”

            2) Sulla libertà di espressione:

            “Il giornalismo dovrebbe essere confronto di idee, discussione, valutazione di punti di vista diversi.
            Ci chiediamo quanto sia garantita la libertà di espressione anche di professionisti che non la pensano come noi.
            Vediamo invece giornalisti che festeggiano la “cattura” di un povero runner sulla spiaggia da parte di un massiccio spiegamento di forze, e la sistematica cancellazione di ogni accenno a diversi sistemi di cura rispetto alla “narrazione ufficiale” del salvifico vaccino, si tratti di vitamina C o di eparina, in totale assenza di contraddittorio.

            In questo quadro intossicato, le reti e i giornali maggiori mandano in onda continuamente uno spot, offensivo per l’intelligenza comune, in cui si ribadisce a chiare lettere che la loro è l’unica informazione seria e affidabile: il resto solo fake.
            Viene così creata l’atmosfera grazie alla quale si interviene su qualunque filmato, profilo social, sito internet che non si reputi in linea con la narrazione ufficiale.
            Nessuna dittatura può sopravvivere se non ha il supporto di una informazione asservita.”

            3) Sul vaccino come decantata panacea, unica soluzione

            “Tutti aspettano come una liberazione il nuovo vaccino (che giornalisti e virologi a senso unico continuano a vantare come l’unica possibile soluzione), dimenticando alcuni fatti.

            Il primo è che il vaccino viene sviluppato sulla base delle proiezioni teoriche sui virus in circolo l’anno precedente, e dunque è una “scommessa” (è esperienza comune ad ogni inverno che molte persone vaccinate si ammalino comunque).

            Il secondo è la continua forte variabilità di un virus a RNA come il Coronavirus, di cui pare esistano già diverse varianti.
            Ciononostante, in dispregio anche del rischio di interferenza virale (per cui il vaccino per un virus diverso può esacerbare la risposta ad un altro virus) la regione Lazio propone l’obbligatorietà per tutti i sanitari e tutti gli over65 di effettuare vaccinazione antinfluenzale ordinaria, violando ancora una volta (se l’obbligo fosse reale) il diritto costituzionale alla scelta di cura.
            E i difensori della costituzione, muti. Facile immaginare cosa succederà non appena sarà reso disponibile, con iter accelerati e prove di sicurezza minimali, il nuovo vaccino salvavita.
            Da medici vogliamo ribadire l’importanza del rispetto della libertà di scelta di cura così come costituzionalmente definita.”

            https://www.medicinadisegnale.it/?p=1052

            1. martam

              Salve Alessandro.
              Come le ho già detto nel primo intervento, un comune cittadino non può far altro che adeguarsi a quello che le autorità , che traggono spunto dalle massime cariche scientifiche , dicono.
              L’italia ha la sanità regionale (mai errore più grave poteva essere commesso, ma questo appartiene al passato ed a quella fame di federalismo su ogni argomento i cui frutti sono invisibili, ma i danni ben evidenti).
              Pertanto ogni regione ha preso decisioni ed esperti un po diversi. Ma sono sicura che TUTTI (governo e regioni ) abbiamo provato a fare quello che sembra e sembrava più giusto nell’interesse dei cittadini di cui avevano responsabilità.
              Non metto certo in dubbio che nelle ultime settimane si sia consolidata via via una prassi terapeutica sempre migliore, utilizzando farmaci preesistenti che sul campo hanno dato segnali positivi.
              E’ però evidente che diffondere certezze circa l’efficacia di queste terapie significa far abbassare ai cittadini la guardia rispetto ai rischi. E’ infatti assurdo sottovalutare i rischi di una malattia che ha dimostrato essere serie, perchè ci sono terapie un po più efficaci, senza avere effettiva e certa idea dell’impatto sociale e sanitario di questa sottovalutazione.
              Per questo lascio alle autorità che mi governano il compito di fare da equilibratori tra rischi e vantaggi , con una certezza assoluta : non è interesse di nessuno (prima di tutto i governanti attuali, a tutti i livelli centrali e locali) ammazzare le persone o far fallire economicamente il paese. E’ peraltro certo che un governante che oggi avesse la ricetta perfetta, si assicurerebbe successi elettorali.
              Quindi la malizia continua con la quale si leggono e diffondono le notizie, e si giudicano scelte, partendo dal presupposto che nascondano altri fini ed altre intenzioni, non mi appartiene e non dovrebbe appartenere al cristiano in genere.
              Pertanto quando leggo in un articolo l’espressione “mainstream”, ormai diventata tipica di un gergo complottista per definizione che legge, dietro ogni notizia diffusa dagli organi di stampa o tv maggiori, l’intenzione di ingannare i cittadini, immediatamente il mio livello di fiducia nell’articolo stesso e nel suo estensore o diffusore diminuisce.
              Certi articoli, come pure certi toni, sembrano scritti con lo stampino, con un tono e l’utilizzo di termini gergali sempre simili e sempre ammiccanti , del tipo “io so tutto, non date retta a quello che vi dicono che vi stanno ingannando”.
              E’ una modalità che rende indistinguibili i fatti dai giudizi, e che crea soltanto estremismi da una parte e dall’altra, e quand’anche ci fosse una notizia vera essa sparisce sommersa dalle opposte ideologie.
              La notizia, se vera, è soltanto che c’è qualche nuova terapia efficace. Tutte le altre cose sono commenti e giudizi generici fatti da chi , non avendo la responsabilità di decidere, può parlare in libertà irresponsabile.
              Questa è la mia opinione.
              Salve

              1. Alessandro

                @martam

                Grazie per la sua opinione.

                Si chiama libera informazione: fornire notizie che non si limitino a quelle che escono dall’ufficio stampa di questa o quella autorità (la quale può certamente sbagliare, in buona o cattiva fede).

                La notizia l’ho data (non solo io, beninteso), le fonti sono autorevoli e concordi, non c’è ragionevole motivo di metterle in dubbio.
                Venire a sapere che sono state scoperte terapie efficaci per affrontare il Covid-19 rende giustizia dell’ottimo lavoro sul campo dei nostri medici in prima linea e non può “far abbassare ai cittadini la guardia rispetto ai rischi”, semmai può giovare ad allentare l’angoscia che attanaglia gli italiani.

                Già, perché si sottovalutano spesso gli effetti psicofisici dirompenti dell’angoscia prolungata, per giunta aggravata 1) dalla segregazione obbligatoria protratta molte settimane (che notoriamente esacerba le psicopatologie in essere e ne genera altre, con conseguente – non dimentichiamo – severo indebolimento del sistema immunitario); 2) dal fatto che la maggior parte di chi è costretto in casa, con ciò stesso vede ogni giorno che passa materializzarsi il pericolo che fallisca la sua attività (impresa, esercizio commerciale ecc.) e di perdere il lavoro, senza concrete prospettive di recuperarlo.

                Sapere che, sul versante sanitario, non siamo più davanti a un nemico imbattibile (temibile sì, imbattibile non più) può solo infondere fiducia (motivata, non illusoria) in vista della cessazione del c.d. “lockdown”, che si annuncia imminente e che dovrà vedere gli italiani determinati a ripartire, né imprudenti né angosciati.
                E vigili nell’esercitare controllo democratico sull’operato dei propri governanti, di ogni colore politico; vigile controllo di cui si sostanzia la vita democratica e senza il quale la democrazia stessa rischia di degenerare verso dispotismi elitari subdoli o palesi.

                1. giovi

                  Quando leggo Alessandro nei commenti , respiro una boccata d’aria fresca !
                  E riesce a mantenere il suo stile , un misto di franchezza e di gentilezza , anche davanti al complottismo degli anticomplottisti !

                  1. Alessandro

                    @giovi

                    Grazie dell’apprezzamento, ma non esagerare, altrimenti mi monto la testa! 😉

              2. Francesco Paolo Vatti

                Però, purtroppo, di scandali che hanno coinvolto rappresentanti delle cosiddette autorità ce ne sono stati e non pochi. Di gente che abbia approfittato della propria carica per arricchirsi alle spalle del popolo, se ne parla almeno dai tempi dell’antica Roma. Mi pare anche evidente che alcune delle misure prese da questo o da quel politico abbiano seguito più gli umori dei loro elettori (o almeno potenziali tali) che l’evidenza scientifica…
                Peraltro, non noto in quanto scrive Alessandro un invito al liberi tutti, ma una filza di “se”, ai quali condizionare prudenti aperture. Non mi pare che dobbiamo augurarci di vivere ancora a lungo in questo modo assolutamente innaturale….
                Peraltro, non sono d’accordo sul fatto che riaprire avendo la cura sia come guidare a tutta velocità di notte, perché tanto non c’è nessuno. Piuttosto, a prendere un aereo un po’ malandato, dicendo: “alla peggio ho un buon paracadute e lo so usare”. E’ sempre rischioso, ma non incosciente…. D’altra parte, quanto vale per la cura, varrebbe anche per un vaccino….

            2. Alessandro

              Ancora piena conferma a quanto qua:

              https://costanzamiriano.com/2020/04/21/norme-e-buon-senso/#comment-147648

              1) Dott. Palma:

              “i pazienti vanno in Rianimazione per Tromboembolia Venosa Generalizzata, soprattutto Tromboembolia Polmonare TEP; Covid-19 danneggia prima di tutto i vasi, l’apparato cardiovascolare, e solo dopo arriva ai polmoni! Sono le microtrombosi venose, non la polmonite a determinare la fatalità!

              Evito (per non appesantire troppo l’esposizione, e perché il testo è troppo medico) di riportare un’interessante testimonianza di un anatomo-patologo: vi basti pensare che il “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo ha eseguito 50 autopsie ed il “Sacco” di Milano 20 (quella italiana è la casistica più alta del mondo, i cinesi ne hanno fatte solo 3 e “minimally invasive”). Tutto quanto ne esce sembra confermare in pieno le informazioni sopra riportate.

              E perché si formano trombi? Perché l’infiammazione come da testo scolastico, induce trombosi attraverso un meccanismo fisiopatologico complesso ma ben noto. Allora? Quello che la letteratura scientifica, soprattutto cinese, diceva fino a metà marzo, era che non bisognava usare antinfiammatori… In USA dove ancora vietano gli antinfiammatori i dati sono ormai più tragici che in Italia. Sono farmaci che costano pochi euro ma che aiutano a salvare tante vite.

              Questa testimonianza delle vasculiti con esiti in tromboembolia polmonare parrebbe confermata dai protocolli di alcuni altri ospedali: al Sacco danno Clexane [eparina a basso peso molecolare] a tutti, con D-dimero predittivo: più è alto meno risponderà il paziente; al San Gerardo di Monza Clexane e cortisone; al Sant’Orsola di Bologna Clexane a tutti + protocollo condiviso con i medici di famiglia che prescrivono Plaquenil [idrossiclorochina] a pioggia su tutti i pazienti monosintomatici a domicilio.”

              https://www.informatoreorobico.it/2020/04/21/palma-problema-principale-non-covid-19-la-reazione-immunitaria-distrugge-le-cellule-virus-entra/

              2) Dott. Spagnolo

              “È considerato tra i maggiori luminari della medicina internazionale, con una carriera che in quarant’anni di servizio l’ha visto protagonista di oltre 35 mila interventi di cardiochirurgia maggiore, autore di centinaia di pubblicazioni nonché primo al mondo ad effettuare la sostituzione dell’arco aortico in età pediatrica.

              – Professore, cosa l’ha portata a pensare che l’eparina possa essere un utile rimedio al Covid-19?

              «Tutto ha avuto inizio circa due mesi fa, quando in Italia aumentavano gradualmente ricoveri e decessi a causa di questo nuovo virus.

              Dall’analisi del tipo di decorso che affrontavano i pazienti affetti da questo ceppo di Coronavirus, ho dedotto che non poteva trattarsi di una comune polmonite, poiché questa può durare anche mesi ma non porta alla morte.

              Dalla mia larga esperienza sul campo nell’ambito delle patologie inerenti le embolie polmonari ed avendo effettuato una miriade di interventi di embolectomia polmonare, ho dedotto con facilità che questi pazienti giungevano alla morte per via della formazione di coaguli. Lo riferii a tanti, consigliando l’uso dell’eparina ma non venni creduto.
              Dopo breve tempo giunsero i primi referti di autopsie effettuate su pazienti affetti dal Covid-19, nei cui polmoni venne riscontrata una serie di piccoli trombi. Da allora si è preso in considerazione l’uso di questo farmaco… Ascolto in televisione anche molti esperti che minimizzano il fatto, parlando di coaguli esigui, quegli stessi però che sono i più pericolosi, che arrivano nelle arterie di periferia del microcircolo impedendo l’ossigenazione del sangue. Il paziente non muore per i trombi in sé, ma perché non vi è questo scambio di ossigeno.

              La soluzione non può che essere quella di somministrare l’enoxaparina [eparina a basso peso molecolare] con una pratica molto semplice, anche a domicilio.

              Dobbiamo ringraziare l’Aifa per aver dato il via libera nel trattamento dei pazienti con Covid-19 ma non riesco a comprendere cosa vi sia da studiare, probabilmente le modalità di somministrazione del farmaco, ma che l’eparina si usi per sciogliere i trombi o per prevenirli non è una notizia di ieri, è basta su una lunga esperienza medica… bisogna considerare come il consulto del medico di famiglia sia indispensabile ma la paura di fare uso di eparina è totalmente infondata poiché questa risulta essere nociva in una bassa percentuale di soggetti. Sapere chi può e chi non può farne uso è un’informazione alla sola portata del proprio medico curante”

              https://www.quotidianodelsud.it/calabria/catanzaro/cronache/saluteeassistenza/2020/04/15/spagnolo-grazie-alleparina-possiamo-evitare-ulteriori-vittime-intervista-al-luminare-calabrese/?cli_action=1587887386.474

              Ancora il dott. Spagnolo in video:

              http://www.askanews.it/video/2020/04/24/spagnolo-covid-19-si-combatte-con-eparina-e-ruolo-medici-di-base-20200424_video_16545480/

              1. Alessandro

                In PIemonte idrossiclorochina per malati Covid distribuita nelle farmacie:

                https://www.federfarma.it/Edicola/Filodiretto/VediNotizia.aspx?id=21201

                “Dallo scorso 23 aprile, tutti gli assistiti in trattamento domiciliare da infezione da Covid-19, possono ritirare i medicinali a base di idrossiclorochina (Plaquenil cpr 200 mg o corrispondente generico) prescritti off label, nelle oltre 1500 farmacie territoriali del Piemonte. Ne dà notizia proprio la Federfarma regionale.

                La dispensazione di tali medicinali avverrà secondo le modalità della DPC (Distribuzione per Conto), già attiva per altre specialità: “sottolineiamo – scrive Federfarma Piemonte – che tale distribuzione è effettuata dalle stesse farmacie a titolo gratuito, senza quindi applicare l’onorario previsto per la DPC degli altri medicinali. Anche questo nell’ottica di una collaborazione e impegno da parte di tutti gli operatori sanitari nella lotta al Covid”.

                1. Francesco Paolo Vatti

                  Chiacchierata ieri sera con un parente medico su queste possibili cure. Mi dice che non sa se sarà possibile avere un vaccino, mentre mi conferma la validità della cura con eparina, che, mi dice, oggi si dà a tutti i nuovi pazienti. Dunque, per quello che mi ha detto, la notizia è senz’altro vera. E probabilmente, dovremo basarci su questa cura per uscire dall’emergenza…

                  1. Alessandro

                    @Francesco Paolo Vatti

                    Grazie, la tua conferma mi conforta.

                    D’altronde le evidenze sono ormai talmente lampanti e concordi che cerca di nasconderle ormai solo chi ha interesse a tenere il popolo italiano barricato in casa, a morire di angoscia e disoccupazione, con lo spauracchio del morbo inesorabilmente invincibile.

                    A proposito di riapertura: è inevitabile che “riaprendo” nuovi focolai ci saranno (così come è inevitabile che continuando con la chiusura modello-Conte si morirà di angoscia e di disoccupazione più che di Covid-19), il problema è circoscriverli tempestivamente perché non dilaghino, con il metodo-Crisanti (tamponi tempestivamente ai contatti dei nuovi infetti: è il metodo Veneto, che funziona), il problema è che in due mesi il governo non ha ancora approvvigionato le Regioni con tamponi e reagenti sufficienti per applicare questo metodo (e quindi c’è da domandarsi che cosa abbia fatto in due mesi questo governo… ma questa è una questione politica, e comunque Conte ha i giorni, massimo le settimane contate: come vedi, l’esasperazione nei suoi confronti è talmente forte e diffusa che persino il “deep state” teme per la propria sopravvivenza – non biologica: soldi e carriera -, e non vuole affondare con Conte; dopo averlo spalleggiato finora, lo sacrificherà come capro espiatorio, mandando a palazzo Chigi Colao o qualche altro equivalente fidatissimo – sono intercambiabili, il nome non conta – con una bellissima nuova maggioranza PD, frastagli pentastellati, LeU, Italia Viva e Forza Italia, insomma un altro inguacchio di palazzo senza passare dalle urne).

                    In ogni caso, sapere che una cura efficace c’è dovrebbe rassicurare tutti sulla possibilità che, con i debiti dispositivi di sicurezza e il debito distanziamento sociale, si può riaprire (e non morire in casa di angoscia e disoccupazione), con prudenza e senza andare incontro a rischi sanitari insostenibili.

                    1. Francesco Paolo Vatti

                      Sempre su questo punto: ho parlato con mia figlia, studentessa del primo anno di medicina presso uno degli ospedali di Milano. Mi racconta che un’infermiera dell’ospedale le ha detto che, mentre in piena emergenza, avevano solo pazienti COVID, adesso hanno solo uno dei reparti. E ha anche aggiunto che quelli che arrivano al pronto soccorso sono molto meno gravi di allora. Questo fa pensare che, effettivamente, la cura stia funzionando o che il virus sia meno pericoloso. Speriamo!

                    2. Anche mia moglie, che infermiera lo è, conferma questa constatazione, al di là del fatto che la mia città non sia paragonabile per emergenza a Bergamo o Milano.

                      Ma adesso (un po’ tardivamente in verità) il controllo per i contagiati anche se in forma lieve, usciti da isolamento, per i sospetti, ecc, soprattutto per i sanitari, è settimanale (tampone) e dalla fila di auto che ho visto stamani nella zona preposta, direi non riguardi solo gli operatori sanitari.

      2. Michele

        Grazie Alessandro per precisa esposizione dei fatti. Fai bene a rispondere a chi ha un atteggiamento fideistico verso l’autorità e non considera i fatti concreti.

  35. admin @CostanzaMBlog

    Dall’ Ufficio di oggi, ci insegna San Gaudenzio:
    “È dunque necessario che i sacramenti siano celebrati dai sacerdoti nelle singole chiese del mondo sino al ritorno di Cristo dal cielo, perché tutti, sacerdoti e laici, abbiano ogni giorno davanti agli occhi la viva rappresentazione della passione del Signore, la tocchino con mano, la ricevano con la bocca e con il cuore e conservino indelebile memoria della nostra redenzione”.
    San Gaudenzio morì martire.

    1. Vale

      Finché nn arriva il carabiniere che nn sa cosa è la consacrazione.
      (Da bastabugie. Intervista al prete interrotto durante la messa. )

      Prosit

  36. roberto

    Chi partecipava alla messa aveva 30 metri quadrati a disposizione.Queste mascherine sono inutili specialmente quelle regalate nelle farmacie con il nostro soffio si possono spengere le candele, i guanti ancora peggio,questi toccano i soldi e la merce per ore.Meglio a mani nude lavandosi spesso le mani con saponi buoni. Per le strade le mascherine sono inutili ,il virus ha una dimensione di un milionesimo di millimetro. Importante è la distanza e l’igiene.L’80% dei contagiati non se ne accorge e non ha conseguenze,il 15 % a bisogno di cure i decessi si aggirano al 2%.200 mila morti in tutto il mondo, questa non è pandemia è epidemia.Le altre che si chiamavano pandemie arrecavano,nel mondo, diversi milioni di decessi.Le città d’arte, il nostro tesoro, sono morte, non portano alcun reddito.Subito ricominciare a lavorare e ha creare occasioni di reddito.

  37. giovi

    A parte le acca in più e in meno ( immagino scriva da un cellulare !) , sono perfettamente d’accordo con Roberto, anche se non si può dire nella vita reale , che ti saltano alla giugulare !

  38. Alessandro

    Presidente della Conferenza Episcopale Italiana cardinale Bassetti, 23 aprile:

    “Non appena ci si è accorti che anche in Italia il pericolo di contagio era più che reale, abbiamo dovuto sospendere ogni attività pubblica, inclusa la celebrazione dell’Eucarestia con la presenza dei fedeli. E questo ci ha messo subito in difficoltà, dal momento che l’Eucarestia è per tutti, sacerdoti e fedeli, fonte e culmine di tutta la vita cristiana.

    Con generosità e inventiva e, perché no, con coraggio, ci si è dedicati a moltiplicare le occasioni di Messe in streaming, celebrazioni televisive in chiese vuote con celebranti solitari, a cominciare dallo stesso papa Francesco.

    Ma “guardare” la Messa non è celebrarla. Messe senza popolo, popolo senza Messa. Si è cercato di puntare sulla maturità e sulla responsabilità del popolo cristiano, sulla sua capacità di meditare e di accogliere e celebrare la parola di Dio e di pregare anche la Liturgia delle Ore. Cose che chiamano in causa, se non del tutto almeno in parte, la responsabilità dei laici e la fede nella dimensione sacerdotale propria del Battesimo.

    Ma ora, lo dico in coscienza a tutte le istituzioni, è arrivato il tempo di riprendere la celebrazione dell’Eucarestia domenicale e dei funerali in chiesa, oltre ai battesimi e a tutti gli altri sacramenti, naturalmente seguendo quelle misure necessarie a garantire la sicurezza in presenza di più persone nei luoghi pubblici.”

    http://diocesi.perugia.it/la-vii-lettera-settimanale-collegamento-del-cardinale-gualtiero-bassetti-alla-comunita-diocesana-nel-tempo-del-coronavirus-23-aprile-2020/

  39. Maria Cristina

    Come da aspettarsi ieri 25 aprile ci sono state in molte citta’, fra cui Milano e Roma manifestazioni di folla ( ben oltre le 50 persone) che con le bandiere rosse e i canti di Bella Ciao hanno sfilato INDISTURBATE. Cosa che i cattolici non hanno potuto fare per la Domenica delle Palme e la Via Crucis della Settimana Santa. Il quotidiano Avvenire ha aperto coll’invito a fastegguarebil 25 aprile con bandiere rosse e arcobaleno, mentre non invito’alcunova festeggiare la Pasqua . Nessun poliziotto ha fermato o chiesto il distanziamento o fatto multe come e’successo con i pochi coraggiosi preti che hanno detto Messa a porte aperte. E vedrete cosa duccedera’oer il 1 maggio, un tripudio di bandiere rosse e di folla per le strade.
    Sveglia amici! Se non vi accorgete che con la scusa del Coronavirus lo Stato sta selezionando cio’che e’graduto ai poteri ( manifestazioni politiche, civili, pseudopartigiane) e cio’che non lo e'( atti di culto a Dio) , non vi rendete conto della situazione. Gli aborti non solo non si sono fermati col Coronavirus , ma qualcuno, SavianoBoldrini ha proposto persino di darli a domicilio.
    Se avete ancora fiducia in uno Stato profondamente parziale siete degli illusi. La fede cattolica e’sotto attacco, ma non del Coronavirus, bensi ‘ della laicicizzazione estrema che colla scusa del Coronavirus e col colpevole silenzio/assenso dei nostri pastori , sta pigiando sull’acceleratore per decristianizzare una volta per tutte la societa’italiana. E la maggioranza dei cattolici , come gregge senza cervelli, rassegnati, ottusi , senza reagire, seguono le direttive di chi vuol farli fuori !
    I veri partigiani oggi non sono quelli delle bandiere rosse e arcobaleno, utili idioti che i poteri forti sanno manipolare, ma gli unici che non possono piegare e manipolare : io veri cristiani quelli che antepongono a tutto l’amore di Dio , anche alla paura di morire di una infezione virale.

  40. Emanuela Cheli

    Buona domenica Costanza, Solo poche righe per esprimere la delusione nel leggere il calendario che mi hanno appena inoltrato – Le riaperture tra il 27 Aprile e il 18 Maggio – la fase 2 Le funzioni in chiesa NON sono nemmeno menzionate !!!!! Cosa si potrebbe fare ??? Scusa lo sfogo! Emanuela Cheli

    >

  41. Laura

    Vergogna!
    Ho ascoltato ora la conferenza di Conte: solo funerali con max 15 persone ! Unica briciolina regalata a noi poveri cattolici che non siamo capaci di rivendicare il nostro diritto al culto. In barba alle richieste della CEI. Come rimpiango il card. Ruini…
    Questo è ciò che succede quando si ha un governo che non riconosce i bisogni spirituali delle persone. Forse, quando votano, i cattolici dovrebbero pensare di più….
    Grazie
    Laura T.

    1. Francesco Paolo Vatti

      Non so quanto i cattolici abbiano contato su queste ultime elezioni. Certo è che la combinazione che costituisce la coalizione di governo attuale è la più anticlericale che si può immaginare, non avendo altri punti in comune. E’ più anticlericale persino di ciascun singolo monocolore che avrebbe dovuto fare i conti con una pur esigua componente cattolica, che in questo modo si è potuto tranquillamente eliminare o ridurre al silenzio.

  42. Alessandro

    Dopo la (surreale: ignora totalmente, incredibilmente le solide evidenze terapeutiche, da me ampiamente riferite qui sopra, acquisite sul campo dai nostri clinici italiani in due mesi di battaglia) conferenza stampa del Presidente del Consiglio, la CEI dà qualche segnale di reazione (e ci mancava pure che i Vescovi tacessero ancora una volta davanti alla proterva, maramalda apoteosi del surreale):

    “Sono allo studio del Governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto”. Le parole del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nell’intervista rilasciata lo scorso giovedì 23 aprile ad Avvenire arrivavano dopo un’interlocuzione continua e disponibile tra la Segreteria Generale della CEI, il Ministero e la stessa Presidenza del Consiglio.

    Un’interlocuzione nella quale la Chiesa ha accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria. Un’interlocuzione nel corso della quale più volte si è sottolineato in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale.

    Ora, dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude ARBITRARIAMENTE la possibilità di celebrare la Messa con il popolo.

    Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia.

    I Vescovi italiani NON possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale.”

    https://www.chiesacattolica.it/dpcm-la-posizione-della-cei/

  43. Dopo le ultime dichiarazioni sulla “Fase 2” del Presidente del Consigli, se da una parte c’è una apertura per quanto attiene ai funerali, non ve n’è nessuna riguardante altre funzioni religiose e con le previsioni su “altro” si è arrivati sino al 1° Giugno.

    Venendo a proposte concrete da girare eventualmente a chi di dovere, io mi limito a fare delle considerazioni che vanno fatte credo per poter rendere agibile e possibile un qualunque tipo di Celebrazione con presenza di Fedeli.
    Qui dobbiamo renderci tutti conto che si tratterebbe di portare ad un quarto la capienza di qualunque chiesa e dare precise disposizioni (meglio una sorta di “servizio d’ordine”) per gli spostamenti all’interno della stessa durante le funzioni.

    Per rendere il concetto più chiaro, ho realizzato un piccolo schema o meglio una pianta che credo renda tutto subito comprensibile.
    http://www.illustrazionecreativa.com/images/PIANTA_CHIESA_COVID19.jpg

    Non è da tenere in conto la forma della pianta (è la prima che ho trovato), fossero tutte panche in fila sarebbe lo stesso.
    Abbiamo 30 panche da 2 mt dove a chiesa stipata potremmo avere anche 5 persone per panca. Consideriamo quindi un totale tra le 130-140 persone.

    Sarebbe una chiesa medio-piccola, ma il ragionamento e la proporzione numerica non cambierebbe.
    Con 2 persone per panca e saltando un banco si e uno no (posizione logistica inevitabile) i 130-140 posti diventerebbero in modo incontrovertibile 36.

    Ora 36 e quasi un 1/4 esatto della capienza completa.
    Se un doppia funzione domenicale consentiva a 260-280 fedeli di partecipare alla Messa (lasciamo stare più quelli in piedi, altre sedie, ecc, ecc., non è questo il punto che peraltro renderebbe la proporzione ancora più negativa), potendo arrivare ad un massimo di 72 fedeli, che ne sarà degli altri?.

    Bisognerebbe organizzare dei “turni”… in un giro di 4 Domeniche, ognuno avrebbe, diciamo in un mese, partecipato almeno una volta alla Messa.
    Sempre che tutti diligentemente i turni li si rispetti… oppure turni scritti e documenti alla mano.

    Oppure, ogni Diocesi dovrebbe fare un immane lavoro, una sorta di censimento, e “smistare” fedeli da parrocchie affollate ad altre che lo fossero molto, molto meno.

    Andrebbe certamente per un tempo, mantenuta la sospensione del precetto domenicale e ancora chi fosse in grado di recarsi alle messe feriali, dovrebbe avere il buon (e cristiano) cuore, di lasciare ad altri il posto libero la Domenica.

    E altro ancora ci sarebbe – non mi addentro qui alle ipotesi di movimento o meno e di distribuzione della Eucaristia, ma se non partiamo da considerazioni logistiche e di numero, non andiamo da nessuna parte… ci arrabattiamo in discorsi più o meno logici su altro piano, ma che nulla hanno a che fare con CONCRETI problemi da risolvere.

    Chiudo dicendo che, segni a terra, per spostarsi mantenendo le distanze, posti a sedere marcati o delimitati, sono la cosa più banale da farsi… basta un po’ di nastro adesivo giallo e del colore che più si addice.

    1. Valeria Maria Monica

      Ho letto con molto interesse le tue considerazioni e apprezzato la precisione e la chiarezza, che rivela la tua competenza tecnica oltre che esperienza pastorale.
      Invidio comunque la situaizone pastorale che hai in mente: 3 messe domenicali, piene al cento per cento di fedeli…
      Nella mia parrocchia (grande basilica barocca, con profonde navate laterali libere da panche) a fronte di forse 320 posti a sedere (contando 4 persone oer panca) solo una messa , quella. “Parrocchiale” della domenica alle 11 vede la Chiesa piena per i tre quarti dei posti.
      Nelle altre 4 funzioni festive (prefestiva sabato, domenica 8.30, 15 e domenica 18.15) ci saranno una cinquantina di persone.
      Questa triste situazione di scarsa affluenza potrebbe forse, in questa triste situazione, rendere in realtà molto più facile a molte parrocchie il.non lasciar fuori nessuno. Basterebbe che i fedeli fossrero disponibili a cambiare orario. ( E voglio vedere chi avrà il coraggio di non esserlo!!!)
      Va detto comunque che questa modalità rischia di distruggere il senso della.partecipazione comunitaria alla messa … Ma sta a noi comunità cristiane sopportarlo e sforzarci di restare unite e compatte in questa prova!
      Anche se non serve a niente la disponibilità dei fedeli e lo sforzo della Chiesa se il governo ci stronca a prescindere.

    2. Francesco Paolo Vatti

      Bariom, il segno per terra, secondo me, potrebbe essere utilissimo per poter celebrare messe all’aperto, per esempio sui sagrati o nei parchi pubblici.

      1. Certamente… ma il problema rimane.
        Realtà molto variegata e difforme e anche assenza di spazi – eventualmente esterni – adeguati.

        1. Francesco Paolo Vatti

          Sicuramente dovremo adattarci, noi a non avere la messa a orario comodo cui eravamo abituati e magari a non averla, come ha scritto, sempre (oggi sarei contento anche di una domenica ogni quattro…) e i preti ad andare oltre le tre messe quotidiane (per chi può e riesce e sempre ammesso che si possa dare una dispensa in tal senso). Occorrerà anche che il precetto resti sospeso, per chi non ha il coraggio e per chi, comunque, non può partecipare. L’importante sarebbe avviare il tutto a breve, perché se aspettiamo che il virus sparisca forse ce la caviamo in 2-3 anni….

          1. Concordo… la sospensione del Precetto non ha nulla a che vedere con il “coraggio”, ma con un preciso problema numerico e vedo che il mio intervento per banale che sia, in cui sollevo domande e do qualche possibile soluzione, non ha mosso grandi risposte… continuo a leggere di uno “straccarsi di vesti.

            1. Francesco Paolo Vatti

              Fra chi non può partecipare, intendevo anche le categorie più a rischio…

            2. giovi

              Scusa, Bariom, da parte mia non ho risposto perché la tua proposta mi sembra molto ragionevole, ma anche banale, come hai scritto tu stesso ! Nel senso che non credo sia questo il problema : ogni parrocchia, ogni chiesa, potrebbe muoversi in tal senso in poco tempo !
              Le grandi risposte le muovono atteggiamenti di vescovi che sembrano tirare un sospiro di sollievo nel sentire che le messe con popolo non verranno consentite e non dovranno dunque fare nessuno sforzo, in nessuna direzione, non essere esposti alle critiche del mondo, ma solo ricevere applausi dallo Stato !
              So che queste polemiche non ti piacciono, non faccio nemmeno il nome della mia diocesi, ma comunque è sconfortante leggere che un vescovo, nero su bianco, invita a non rivendicare alcunché, in quanto tutte le manifestazioni sono sospese, non solo quelle religiose ! Un vescovo !!!

              1. Già, però di fronte alle mie banali considerazioni, non vedo risposte alle mie tutt’altro che banali (ritengo) domande…

                Che ne dovrebbe essere dei 3/4 (ho dimostrato perché 3/4) di noi – perché ci siamo dentro tutti – che COMUNQUE non potrebbero partecipare alla Celebrazione Eucaristica, per lo meno a quella domenicale?

                Come e chi gestirebbe gli eventuali “flussi” regolarizzati e da tenere sotto controllo?

                Attendo risposte.

                1. giovi

                  Che ti devo dire, io sono una fedele della base, molto della base, ma nella mia parrocchia ci sono tanti che si danno da fare per mille faccende, ora sono anche “disoccupati” in quanto sono sospese tutte le attività, non credo, sinceramente, che , se ci fosse la minima volontà, ci sarebbero grosse difficoltà: ci sono ancora parecchi preti, solo nella mia parrocchia abbiamo 9 ( nove ! ) chiese, non tutte aperte, ma per la maggior parte aperte o apribili, abbiamo anche dei sagrati utilizzabili, addirittura una chiesa dentro un parco , con uno spazio enorme , tanto è vero che ci hanno celebrato dopo il terremoto.
                  Cioè, io cerco di seguire il tuo discorso, Bariom, ma non credo proprio che il problema sia la mancanza di proposte attuabili !
                  Tanto è vero che nemmeno si parla lontanamente di messe feriali , che quelle proprio non danno mezzo di mezzo problema di affollamento e fino a due mesi fa erano tre al giorno, e magari ora ci si potrebbe spalmare durante la settimana, assolvendo il precetto comunque, se fosse disposto : insisto, nella mia cittadina non vedo assolutamente un problema logistico, ma di sicuro c’è un problema di volontà, se si assimila la Santa Messa ad “altre manifestazioni” da parte del Vescovo !
                  La gestione è un problema che ci si pone quando si vuol gestire qualcosa , dai Bariom !

                  1. giovi

                    Aggiungo che in tutta la mia provincia, i contagiati , sono stati, al massimo,
                    lo 0,2 % della popolazione, con pochissimi morti, che non è nemmeno detto che siano morti per coronavirus , ma col coronavirus ! Perché comunque la gente muore !
                    ( E’ guarita bene una signora di 94 anni ! )

                    1. giovi

                      Perché, Bariom, se ci sono diocesi quasi indenni, o comunque indenni ? Mi ricordo che per lungo tempo si è parlato di indice di contagio , RO, dicevano che si sarebbe potuti tornare ad una vita normale se fosse stato dello zero virgola qualcosa e noi siamo sullo zero virgola qualcosa da parecchio ! E non sono state fatte differenze per zona, a un certo punto , per altre questioni, come apertura dei parchi o obbligo di mascherina o simili ?
                      Mi spiace, ma per quello che constato io, non c’è proprio la volontà da parte del vescovo : ho riletto il suo messaggio, parla di altri che stanno facendo sacrifici ben più pesanti rispetto al sacrificio di non partecipare ai sacramenti ! Una frase simile che lascia intendere ? A me fa tristezza.

                  2. @giovi se il problema non è sul piano “attuativo”, allora posso concordare che sia su quello di volontà.

                    Ma dire: ci sono molte spazi, molte chiese (apribili), molti sagrati, ecc, non significa molto.
                    Io credo che il problema della gestione sia piuttosto complesso, non dico irrisolvibile ma piuttosto complesso.

                    Si può pensare che sin qui, forse i tempi sono stati sottostimati, cioè si è rimasti un po’ alla finestra sperando che tutto passasse in fretta e “che Dio ce la mandasse buona”?
                    Ora che l’orizzonte appare ancora troppo incerto e certamente cupo, per quel che ci sta a cuore, allora si inizia a pensare al come fare (che presuppone la voglia di fare).

                    Vedremo, io credo qualcosa si farà, poi vedremo se quando il fare sarà un po’ complesso o richiederà qualche sacrificio e molta diligenza, saremo tutti caritatevolmente disponibili o se ripartiranno solo le recriminazioni, perché se crediamo che il tutto sarà agevole o che il nostro supposto zelo, non verrà messo alla prova, siamo decisamente in errore.

                    1. Il tuo “aggiungo” scusa, conta poco… allora facciamo censimenti di contagio per Diocesi e vediamo se si ottiene in quella Diocesi si, in quell’altra no o ni…

                2. Francesco Paolo Vatti

                  Bariom, d’accordo, ma c’è un altro fatto da tenere presente. Se guardo nella mia parrocchia, le messe più frequentate sono, nell’ordine, le 18 del sabato, le 10 della domenica, le 11.30 della domenica (qualche volta non particolarmente frequentata), le 8 e le 18 della domenica (quasi deserte. Chi, come me, è abituato ad andare ala messa delle 11.30, potrebbe spostarsi alle 8 o alle 18 (anche se la messa pomeridiana preferisco evitarla perché tendo ad assopirmi….). Un po’ di programmazione su questo si potrebbe riuscire a fare. Poi, allo stato attuale, una messa ogni 4 settimane sarebbe già qualcosa….

                  1. Certo @Francesco, ogni cosa andrebbe poi dosata, applicata, contestualizzata con pazienza, buona volontà, granu salis e carità.

                    Poi sull’eventualità dalla Messa 1 ogni 4 settimane, nel citarla como ipotesi – semplice ipotesi per semplice calcolo numerico – io per primo non l’ho citata per dire NON si può fare, ma assolutamente al contrario.
                    A questo proposito, per fare salva anche la “legge”, ho appunto detto, sarebbe necessario estendere la sospensione del precetto – che non significa, banale dirlo – allora non è più un “obbligo”.

                    1. Francesco Paolo Vatti

                      Bariom, era chiaro che pensavi si potesse fare. Mi pare che il problema che, caso mai, vedi, è quello di qualcuno che non accetti di andarci una sola volta ogni quattro, quando dovrebbe lasciare il posto a qualcun altro, capisco bene?

                    2. Perché tu non lo vedi il problema? Mi pare che di “zelo di fuoco acceso” capace di sopra a chiunque ce ne sia in abbondanza… 😉😜

                    3. giovi

                      “Perché tu non lo vedi il problema? Mi pare che di “zelo di fuoco acceso” capace di sopra a chiunque ce ne sia in abbondanza…”
                      Non so se ho capito male, ma ancora , Bariom insisti sul problema che ci sarebbe se si dovesse frequentare la Messa a turno? Ma se andiamo a turno ovunque, dal supermercato alle poste ! Insisto, non so quale clima ci sia nella tua parrocchia, forse molto più popolosa della mia, ma qui da noi vedo che i fedeli che sono molto dispiaciuti di non poter partecipare alla Messa, sarebbero disposti a qualsiasi sacrificio, tipo turnazione, spostamento orario, messa feriale, posti in piedi all’aperto, prenotazioni ecc.
                      Paventano sfracelli giusto quelli cui non importa un fico secco di andare in chiesa, ma pongono questo tipo di obiezione fine a se stessa ( non dico assolutamente sia il tuo caso, Bariom, ma proprio ho riscontrato , da noi, questo atteggiamento in queste persone , ma evidentemente da te ci sarà motivo di preoccupazione per questo ).
                      Comunque, da noi, il vescovo non farà un passo che sia uno, che dipenda lui, ormai è chiaro: prosegue su quella che è stata la sua linea fin dal primo istante in cui ha chiuso le chiese , insieme alle scuole, prima che il governo lo chiedesse
                      E io me ne starò a casetta.

                    4. @giovi scusa ma non è che ti puoi infilare come un “cuneo” in un discorso in cui rispondo a precisa domanda ad altri e prenderne una parte, per poi dire in sostanza “ma è tutto lì il problema per te?”.

                      A me va bene se vuoi intervenire, ma segui con un po’ di coerenza ti prego.

                      Detto questo, questa problematica – e mi sto solo ripetendo – ha infinite sfaccettature, che si vanno a collocare o anche talvolta a scontrare con le singole realtà (che io posso solo ipotizzare o apprendere da altri).

                      @Francesco ha parlato della sua, tu parli della tua, io forse della mia anche se ho cercato, forse senza riuscirci, di fare un discorso più ampio e basato non su sensazioni o miei sondaggi “empirici” (al di là di qualche battuta o personale intemperanza che credo mi possa essere concessa).

                      Detto questo, mi pare che non è che si abbia molto altro da dirsi se non rimestato il già rimesto.
                      L’unica cosa che noto, è che tendi a fare dei distinguo tra quelli che “farebbero di tutto” (i buoni zelanti) e “quelli cui non importa un fico secco di andare in chiesa” (i …. boh, dimmi tu).

                      Ora se i secondi sono gli atei-agnostici, che ne parliamo a fare? Che peso avrebbero sulla bilancia?
                      Costoro sono solo preoccupati che non ci siano più di 5 persone assieme, tranne che per cose che poi interessino loro stessi… che ci vogliamo fare? Nulla.

                      Se invece questi sono i “poco zelanti” che andavano in chiesa solo per il precetto a cui non pare vero di poter seguire la Messa in TV che poi tanto chi li vede? Anche qui non mi interessa per nulla questa valutazione, che è poi di ordine morale su cristiani che dovrebbero essere di serie B e sul cui numero difficile fare valutazioni.

                      Quello che capisco bene è la tua sofferenza a “startene a casetta”, cerca solo di non prendere in odio il tuo Vescovo. 😉

                3. Valeria Maria Monica

                  Veramente Bariom io ti avevo già risposto… Forse non hai tempi di leggere tutti i commenti… la mia risposta era che penso che in molte parrocchie i numeri dei praticanti abituali NON facciano affatto temere che aplicando il distanziamento restino fuori i tre quarti dei fedeli. Anche perché il distanziamento dovrebbe essere applicato in modo diverso che al supermercato: lì ogni cliente vale per uno, invece in chiesa (in presenza di sufficiente superficie e cubatura da garantire l aereazione complessiva) non vedo la necessità di distanziare un nucleo familiare

  44. Anna Gioia

    Cara Costanza, Ho appena sentito la conferenza di Conte e praticamente ho capito che x ora niente messe, scusa il linguaggio stringato e veloce ma la mia delusione è troppo grande, inutile tra di noi ripetere quanto sia possibile riaprire le chiese x la celebrazione delle messe, noi lo sappiamo. Io ero molto fiduciosa e invece sono rimasta senza parole. A questo punto mi chiedo come possiamo darci sentire? Come possiamo fare un tam tam che arrivi alle orecchie del governo? Possiamo far capire che esiste un popolo di Dio che oltre che andare al lavoro, a fare la spesa, a continuare a credere in questo Paese e a seguire tutte le regole x poter uscire da questa pandemia ha bisogno anche di incontrare Gesù nella messa e nei sacramenti? Tu che sei riuscita a far diventare concreto un incontro come il monastero Wi-Fi puoi aiutarci a far sentire la nostra voce? Possiamo con tanto amore chiedere che ci ascoltino? Scusa la poca chiarezza ma credo che si capisca il senso e il bisogno. So che cmq farai tutto il possibile per portare la nostra voce ai nostri vescovi.

    1. Valeria Maria Monica

      La CEI adesso ha alzato i toni, ma vorrei sapere con quale forza gestirà questa tattativa.
      I rapporti del papa con conte e lamorgese non potrebbero essere più cordiali, visto che li ha ricevuti entrambi recentemente in udienze private lunghissime e cordiali.
      Ma, evidentemente, quando si tratta di immigrati clandestini, il papa gioca sul serio, con tutte le sue carte. Invece quando si tratta di Messa… “auspica” da santa marta, fa fare gesti simbolici all elemosiniere elettricista, ma poi lascia che sia la CEI a incassare le sconfitte. E penso che adesso verranno tempi davvero difficilissimi per tutti.
      Vorrei sbagliarmi.

      1. Lucia

        Valeria Maria Monica condivido il suo pensiero, anzi sono piu severa .La Cei e il vaticano hanno in questi anni fatto intendere che a loro qualunque governo andasse bene , TRANNE uno in cui ci fossero la lega e forse anche la Meloni.Naturalmente il messaggio e arrivato forte e chiaro nei palazzi del potere statale ( non solo in Italia ) che ovviamente appena hanno potuto, hanno fatto capire chiaramente che i cattolici per il governo non valgono nulla o quasi .Adesso il danno e fatto e non sara rimediabiabile , ogni governo in cuturo sapra che potra chiudere perche non trovera una vera resistenza e perche c ‘ e il precedente .Buona serata

    2. Francesco Paolo Vatti

      Anna Gioia, ora penso che, nell’agire, non dobbiamo più temere di essere in rivolta verso i Vescovi, ma solo di reagire a una violazione netta della nostra libertà di culto, violazione che, per quanto ne so, va contro la Costituzione. Personalmente, suggerirei due azioni. 1) scrivere ciascuno una lettera ad alcuni quotidiani (Avvenire, Corriere della Sera, Repubblica, Giornale, Stampa, Avvenire, Verità, Metro) per protestare contro questa violazione 2) Pensare a una class action contro il governo, in modo da cercare di portare il tutto davanti alla Corte Costituzionale….

  45. Pia

    Propongo una petizione con raccolta di firme per indurre il governo a permettere lla partecipazione alla messa

  46. Maria Cristina

    Adesso i Vescovi italiani protestano perche’il governo lede la liberta’di culto. Se fin dall’inizio l’avessero ricordata invece di sperare nelle gentili concessioni di un governo che credevano “amico”, se con dignita’ e fermezza avessero difeso la liberta’ della Chiesa ora non si troverebbero nella posizione di protestare perche’non hanno ottenuto il favore da parte del governo , nella logica del do ut des ( governo Conte ti abbiamo appoggiato e ora tu ci devi il favore) .
    Questo succede quando si perde il senso della propria autorita’spirituale e una conferenza di vescovi di riduce a una lobby pro-governativa .

    1. Porro può dire tutte le cavolate (o cose intelligenti) che gli pare…

      La Chiesa NON è morta perché la Chiesa E’ CRISTO!
      Cristo è RISORTO e noi sappiamo che per quante castronerie TUTTI noi potessimo fare , “le porte degli inferi non prevarranno” ed è CRISTO che lo ha detto.

      La PASQUA è STATA CELEBRATA, senza i fedeli ma è stata celebrata e forse il sig. Porro non sa che basterebbe al mondo UNA SOLA Messa celebrata che questa avrebbe valore INFINITO e UNIVERSALE.

      Poi se facciamo a chi le spara più grosse, e urla dippiù, cosi che gli si vada dietro come al pifferaio magico, si metta pure in coda che ne ha voglia.

      1. E per inciso, la Chiesa NON è MORTA (non è MAI morta) neppure dove la libertà di culto è REALMENTE impedita o stata impedita.

        Con buona pace del sig. Porro…

        1. Francesco Paolo Vatti

          Bariom, condivido quasi tutto quello che ha scritto qui sopra. Solo, con l’ultimo messaggio, sembra dire che qui la libertà di culto non sia stata impedita. Se fino a ieri potevo avere qualche dubbio, visto che i Vescovi, seppur secondo me obtorto collo avevano accettato la sospensione delle messe, da ieri non è più così e, di fatto, lo Stato, andando contro la Costituzione e, se ricordo bene, i patti lateranensi, impedisce ai fedeli la messa e rende più difficile il resto della pratica.

          1. Che posso dirti… io sono rimasto molto sorpreso sulla non apertura delle Celebrazioni, ma se al Governo, si pongono le stesse domande oggettive e pratico-organizzative che ho posto nel mio commento e nel mio piccolo, e che per ora non trovano risposte (io non ne ho lette in giro e per la verità pochissime analisi oggettive sul modus operandi), quando pare neppure i diretti e più interessati ne abbiano, di cosa ci meravigliamo?
            Le altre sono considerazioni personali.
            Per te la libertà di culto è stata sospesa?
            Per me no, non nel senso pregnante che ha questa frase… Qualcuno ipotizza che questo sia lo scopo ultimo. Io non penso questo.

            Se verrà emanato decreto legge in tal senso ne riparleremo e ti assicuro che non mi sottrarrei alle “barricate”.

            1. Francesco Paolo Vatti

              Come scrivevo altrove, so che la mia Diocesi (Milano) ha aperto una consultazione proprio su questo punto; personalmente, ho mandato un paio di idee (lo schema è, alla fin fine, molto simile al tuo), perché penso anche io che chi è interessato debba proporre soluzioni. In realtà, penso che la CEI qualche proposta ce l’abbia.
              Per quanto riguarda la libertà di culto, se non sospesa, è stata fortemente compressa, dato che non mi si permette di andare a messa e non credo che lo Stato dovrebbe avere titolo su questo. Penso che dovrebbe andare dalla CEI e dire che risultato si debba ottenere e lasciare che sia la CEI a decidere come ottenerlo. Quando mi vieta di partecipare a dei riti, per me mette in crisi la mia libertà di culto. Se pensi che mi sbagli, mi spieghi il tuo punto di vista?
              Grazie!

              1. @Francesco ti rispondo per pura cortesia e senza tornare poi sull’argomento perché sempre ci si ritrova in un antipatico ginepraio, in cui non mi interessa entrare.

                Lo Stato ha il diritto dovere di tutelare l’interesse dei più e in particolare quello alla salute (lasciamo da parte per cortesia che per salute lo Stato intende anche aborto e quant’altro, perché sono piani completamente diversi).

                Oggi la salute, o meglio la PREVENZIONE, viene dall’impedire gli assembramenti e contatti troppo ravvicinati, cosa che non è ancora praticabile in una Celebrazione normalmente intesa (se non con quale prassi?).
                L’esigenza di una frazione di popolazione, non può contrastare quella di una popolazione intera, anche se per quella frazione vi è un esigenza superiore ad altre.
                In più va considerato che:
                1) Nessuno a oggi ha proposto una valida alternativa. Ben vengano le Diocesi che chiedono lumi, ma nel concreto dovrebbero anche operativamente darceli, più che chiederceli, e proporli al Governo.
                Se vogliamo essere “autonomi” dobbiamo anche dimostrare di saperlo essere (in ogni caso lo Spirito potrebbe soffiare anche su un pagano e ispirare una soluzione praticabile).
                2) La Chiesa, che ci piaccia o meno, ha ufficialmente aderito e appoggiato le scelte del Governo (sbaglierà? Forse – e io non credo – ma torniamo di nuovo al punto 1)
                3) Non mi risulta le scelte del Governo siano su questo tema, fatte in “odium fidei” (vedi discorso sulla Libertà di Culto).
                Chi vuol pensare di si, libero di pensarlo.
                4) Ciò che noi “crediamo” si a di competenza di questo o questi, non sempre corrisponde a realtà e nella pratica e opinione del tutto ininfluente.
                5) Concretamente solo Dio sa quando usciremo da questa epidemia e Dio non voglia ci si dovesse rientrare a piedi pari, per troppa fretta ti tornare alla “normalità” (questo vale per tutto e tutti ovviamente).

                Il Governo ha fatto sta facendo preferenze, scelte inadatte, priorità sbagliate? Molto molto probabile. Io non sono qui a difendere il Governo, ma neppure a intralciarne l’arduo compito e nessun errore commesso, può giustificare compierne altri.

                1. Francesco Paolo Vatti

                  ” ti rispondo per pura cortesia”: se ti ho irritato, ti chiedo scusa. In realtà, sono molto curioso e la mia domanda era seria, perché mi interessava un punto di vista diverso dal mio…

                  1. No @Francesco non mi hai irritato era giusto perché “domandare è lecito, rispondere è cortesia” e non volevo appunto essere scortese 😉

      2. Rosa

        Bariom, ascolta, NON è una questione teologica!
        Non conosco i “gusti” religiosi di Porro, quindi mai e poi mai lo avrei citato in questioni teologiche!
        Non è per niente una questione teologica: il problema è quale sia il ruolo della Chiesa nella “polis” nel foro civile, per così dire.
        Se esamini il comportamento della CEI è innegabile che hanno preso un bel palo!
        La CEI s’è appecoronata dietro Giuseppi da Volturara quando bastava chiedere il rispetto della Costituzione!
        E già! La costituzione più bella del mondo, per chi non la hai mai letta ne compresa, riconosce la libertà di culto, quindi la CEI aveva tutto il diritto di mandar per campagne il caro Giuseppi da Volturara.
        Non lo ha fatto? le conseguenze le vedi!
        E non è iniziato con don Lino!
        https://tv.iltempo.it/home-tv/2020/03/16/video/coronavirus-polizia-locale-interrompe-messa-blitz-don-domenico-giannandrea-chiesa-marina-di-cerveteri-1296384/

        La CEI s’è appecoronata dietro Giuseppi da Volturara quando bastava un colpo di telefono ai loro fratelli nell’episcopato di Taiwan, Singapore, Hong Kong o Corea del Sud! Li le Chiese son rimaste sempre rigorosamente APERTE!
        Senza messe pubbliche, ovvio, ma APERTE!
        Ti debbo ricordare la tarantella, meglio, la sceneggiata italiana?
        Chiese chiuse…. no aperte per la preghiera personale…ma da casa si scende solo per necessità, quindi in Chiesa non si va…ma se vai a fare altro….
        Il comportamento della CEi è sconcertante, perchè semplicemente dimostra che i nostri vescovi, non conoscono neanche la storia della Chiesa: è infatti, proprio durante una pandemia, la peste antoniana che la Chiesa emerge pubblicamente come istituzione. Roma è abbandonata: scappato l’imperatore, l’intero senato e finanche i sacerdoti pagani. Restano solo la Chiesa ad occuparsi di seppellire i morti, curare i malati e sistemare gli orfani….
        E il successo della Controriforma. beh è dipeso dai santi, ocvvio, ma anche dalle pestilenze seicentesche, dove ancora una volta la Chiesa fu madre.
        Spero di essermi spiegata bene: nel dubbio,

        https://www.youtube.com/watch?list=RDTp4nLSdmtE4&v=Tp4nLSdmtE4&feature=emb_rel_end

        tutti da fabiofazioladomenicasera.

        1. Io ascolto, ma tutto ciò non ha NULLA a che fare su una affermazione che nulla più è di una SPARATA, del tipo “LA CHIESA E’ MORTA!”

          Punto.

          1. Rosa

            Ripeto: NON è questione teologica!
            Nel foro civile la Chiesa è MORTA!
            La chiesa è morta perchè non riesce più ad incidere sulla società.
            Mi meraviglia la tua meraviglia: è da questa considerazione che è partito Rod Dreher per la sua Opzione Benedetto .
            La stato attuale, deriva per prima cosa, da una sconfitta culturale, che poi si è tramutata in una sconfitta politica e sociale.
            Al punto che oggi siamo in una società, se va bene, a-cristiana, se no direttamente anticristiana!
            Ti faccio un esempio banale di sconfitta culturale.
            Tutti parlano del diritto romano, come base del diritto moderno bla bla bla
            Piccolo particolare: il diritto romano non è mai esistito perchè i grandi Codici di Giustiniano (e Triboniano) non sono stati redatti da romani de Roma, ma da romani de Bisanzio!
            Cioè da romani cristiani.
            E per essere più esatti: i codici sono per l’appunto, il frutto di un ripensare, di un filtrare, di un omologare la produzione “legale” all’ombra della Croce.
            Ma questo sfugge!
            Prova! Fallo notare e vedrai che facce da baccalà che ti faranno!

            1. “Prova! Fallo notare e vedrai che facce da baccalà che ti faranno!”

              Si già fatto… e non no mi sfugge, non mi sfugge proprio per nulla e non mi scaldo più di tanto perché sulla perdita di incisività sulla vita sociale e civile abbiamo da fare tanti “mea culpa”.
              Noi singoli credenti non la “Chiesa”, contro cui si scaglia Porro e forse tu che pensi che la Chiesa è morta.

              Ti saluto.

  47. giovi

    A Bariom : continuo qui, perché le risposte si stanno pericolosamente assottigliando !
    Certamente accolgo il tuo invito a darsi da fare e a non credere di avere la pappa pronta ! Se e quando nella mia diocesi ci sarà uno spiraglio, però, sono sicura che non avrò recriminazioni da fare su precedenza o meno alla partecipazione, sull’organizzazione, su eventuali turni , sulla disposizione o altro !
    E se qualcuno avrà da ridire, cercherò di pazientare, quello sì.
    Ma, a dirla tutta, non credo ci sarebbe tutta questa corsa ad accaparrarsi il posto migliore , perlomeno non qui da noi: chi ci crede, si adegua, chi non ci crede, se ne impipa.

    1. Bene allora (si fa per dire), naturalmente se scendiamo ad personam, tutti faremo il meglio, né diremmo diversamente 😆

      1. giovi

        Tentavo un discorso più ampio : molti, come te, ma non in modo pacato come
        te !, presentano come pressoché insormontabile il problema della precedenza e dei criteri della partecipazione, se e come considerare le famiglie o i bambini o i molto anziani ecc. Dico solo che per me, come spero per la maggioranza dei fedeli, rispetto al fatto di poter partecipare ai sacramenti, mi sembrano quisquilie. Voglio dire, la gente fa lunghe file per qualsiasi cosa, credo che noi cristiani sapremmo fare una fila per Gesù, almeno non meno di quelli che riescono a fare la fila alle poste ! In ogni caso, non lo vedo assolutamente come un motivo preminente per la rinuncia ! Sarebbe sicuramente una grana per vescovo e parroci, ma una grana che varrebbe la pena affrontare, a mio modesto parere !
        Come tanti stanno affrontando tante grane in questo periodo, dalla scuola al lavoro in remoto : se ci si tiene, le grane si affrontano.

        1. Ma io @giovi non ho neppure toccato la questione “precedenze”… altra carne al fuoco.

          Ho sottolineato – ribadisco è un fatto NUMERICO – su cui tu pare sorvoli, che solo 1/4 dei fedeli, indipendentemente da abitudini o capienza edificio o usi e costumi della specifica parrocchia, potranno accedere alla Messa domenicale in chiesa.

          A meno che in OGNI parrocchia si RADDOPPINO le Messe (da una a due – da due a quattro – cosa di poco conto secondo te?).
          Qui non è questione né di zelo, né di voglia di fare la fila… perché tu puoi farti tutte le file che ti pare, ma ti potrai sentir dire: “Non c’è posto!”

          Posso anche non avere la preoccupazione del posto, potrei dire “il Signore lo sa… ho fatto due file, ci ho provato, amen”, ma credi la cosa sia praticabile per tutti?
          Forse che non dobbiamo avere cura di chi non è così “stoico”?

          Arriviamo sempre in qualche modo a quelli meglio e quelli peggio… ai “figli di un Dio minore”.
          Non so dimmi tu…

          1. Alessandro

            Bariom, il tuo impegno per ragionare sulle modalità concrete di “riapertura” è lodevolissimo e i problemi che evidenzi intelligentemente sono reali e concretissimi.

            A mio avviso la situazione delle Diocesi italiane è così tanto differenziata, variegata ed eterogenea (persino all’interno della singola Diocesi, penso a quanto sia frastagliata la configurazione territoriale della mia) che solo l’Ordinario del luogo, che conosce a menadito la sua diocesi, possa conoscere/trovare la soluzione più idonea su numero di Sante Messe, eventuale esonero dal precetto ecc. (ascoltati i fedeli, ben venga il loro saggio contributo!).

            L’importante è che all’Ordinario si diano almeno due dritte concrete per poter prendere le decisioni: soprattutto, di quali dispositivi di profilassi devono essere muniti i fedeli e quale distanza deve intercorrere tra di essi (la distribuzione eucaristica pone altri problemi, come evidenzi, ma sono sicuro che la CEI su questo ha già da tempo indicato al Governo una soluzione sufficientemente soddisfacente).

            Poiché la CEI ha esplicitamente accusato il Presidente Conte di stare attentando alla libertà di culto (“I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto”), ritengo probabile che (anche solo per mero calcolo politico) il Governo tornerà sui suoi passi e “concederà” Sante Messe il 18 maggio.

            Quindi è questo il tempo per tutti i fedeli e i sacerdoti di consigliare fattivamente e saggiamente il loro Vescovo perché trovi la soluzione migliore, nei limiti del possibile.

            Il tuo Vescovo è avvantaggiato, perché ha in te un appassionato e intelligente consigliere che certamente gli sarà di grande aiuto nell’arduo compito di “trovare la quadra” 😉

            Ti abbraccio

            1. Grazie @Alessandro… troppo buono.
              Concordo su quanto scrivi.

              Del mio Vescovo ho appena riportato quasi per intero, lettera aperta appena pubblicata, indirizzata ai Sindaci dei comuni della diocesi.

              Non è breve, ma credo valga il tempo della lettura.

              Abbraccio ricambiato 😉

              1. giovi

                Ecco, Bariom, abbracci Alessandro, che ti evidenzia come la situazione sia altamente differenziata , in Italia, zona per zona ( più meno quello che ti ho detto io: nella mia zona, il cui vescovo , peraltro, equipara la Santa Messa alle altre cerimonie cui tutti sono costretti a rinunciare , non ci sarebbe nessun problema ad aprire le messe al popolo, dato il grandissimo numero di chiese e i molti spazi aperti contigui, il sufficiente numero di preti , le tante messe semivuote , feriali e anche festive, e un sacco di fedeli pronti a collaborare ) e a me mi tratti come una seccatrice !
                Scherzoooo 🙂 🙂 🙂
                Sono felice che ci siano persone come Alessandro che riescono ad interagire con più saggezza e perspicacia di me ! 🙂
                ( lo penso davvero !)

                1. È che @Alessandro è ormai per me amico di lunga data, fratello sulla cui correttezza e buona fede non ho il minimo dubbio, molto preparato e che a suo tempo ho avuto il piacere di conoscere personalmente in una di quelle “uscite in campo”, che taluni oggi invocano magari accusando altri di essere troppo vili per poterle fare.

                  1. Alessandro

                    @Bariom

                    Ringrazio davvero, ricambio 😉

                    @giovi

                    Come vedi, sono raccomandato 😉

                    Scherzi a parte, Bariom è persona davvero di grande valore, di intensa e sincera vita spirituale cristiana, dal quale ho imparato tante cose, tra le quali a evitare la polemica con i Vescovi e a mettere al centro la propria conversione personale e non la recriminazione contro altri.

                    Anch’io in linea teorica so che non bisogna polemizzare e recriminare con i Vescovi, tantomeno pubblicamente, e che va solo offerto loro consiglio franco, costruttivo, devoto e filiale, ma nella pratica faccio molta fatica a starmene zitto, e quindi talvolta privatamente Bariom mi ha fraternamente e opportunamente corretto su questo punto; avete visto come ultimamente sono stato poco polemico e ho solo cercato di valorizzare le affermazioni di questo o quel Vescovo?
                    Ecco, è merito di Bariom 😉

                    Vabbeh, “sdrammatizziamo” un po’, la mia idea è, nella speranza di poter tornare alla Santa Messa quanto prima, quella – ripeto – che questo sia il tempo per tutti i fedeli e i sacerdoti di consigliare fattivamente e saggiamente il loro Vescovo perché trovi la soluzione migliore a beneficio di tutti…

                    1. @Alessandro non mi lodare troppo, mi diventeresti “nemico” 🤣🤣🤣

                      Comunque mi consolo, perché ciò che mi ascrivi come merito, molto vedranno come un DEMERITO …così il conto è pari 😉😁

                    2. giovi

                      Per carità,Alessandro, io, in pubblico, intendo con nome e cognome, sono stata zitta zitta davanti alle parole francamente inconcepibili del mio vescovo ( proprio perché gli voglio bene , sia sono stata zitta, sia mi sono sembrate inconcepibili ) fin dall’inizio del coronavirus : mi sono scandalizzata , ma sono stata zitta, per i motivi che anche tu affermi.
                      Però, almeno qui, mi sia concesso dire una parola , senza nemmeno, poi, fare nomi di vescovo e diocesi ! Anche se i documenti del vescovo sono pubblici ! E quanti avranno preso atto che per il nostro vescovo le cerimonie religiosi sono cerimonie come le altre !

                      Approfitto per dire a Bariom, che, sì, questa vicenda ha scoperchiato molti altarini : non posso dire che si è visto , in qualche modo, chi ci crede e chi non ci crede ?
                      Non si è visto anche sul blog di Costanza ? Se uno dice che ha paura, la paura è una cosa umana, da accettare, anche io ho paura !
                      Ma fare sproloqui sulla pericolosità dell’andare a Messa, ammantandoli di Gesù e Maria, o ammantandoli dell’obbedienza dovuta allo Stato , no, mi spiace, non lo accetto. Gente che fino a ieri , sui social, era pappa e ciccia coi vescovi che proibivano la messa con popolo, quante parole d’odio sono riuscite a dire contro la Cei dopo il dolente comunicato ?
                      Poi, solo il Signore vede nei cuori, qui si parla in anonimato e in anonimato, mio e altrui, posso dire qualcosina su questa tendenza molto spiacevole, di usare la fede contro la fede. Se posso fare un altro dei miei esempi zoppicanti, un po’ come giustificare l’eutanasia con la pietà cristiana : sarei poco caritatevole con un fratello che lo afferma, se dicessi che la carità cristiana è tutt’altro ???

                      Ovviamente, nel parlare di cristiani poco cristiani, non mi riferisco a Bariom, non mi permetterei mai, perché non è il suo caso, assolutamente, e perché non è anonimo.

                      Ma notare quanto poco importi dei sacramenti a tanti, credo sia permesso: chiamiamole, se volete, intemperanze personali !

  48. Paolo Mojoli

    Carissima Costanza. Mi hanno riportato il seguente articolo: https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/04/27/news/don-ferretti-la-chiesa-non-ha-privilegi-nello-stato-democratico-giusto-vietare-la-frequentazione-delle-messe-1.38768798?fbclid=IwAR3TW7ZYedm02LG7HUaiXW_ytxQR8PwhsNMOmdzzg8f8VTaqF9Ur3PdX4h0

    Ho risposto:

    Reverendo don Ferretti,
    Ho avuto il dispiacere di leggere il Suo articolo sulla Stampa.
    Mi permetterei solo un suggerimento: una cosa è una sana democrazia (come intesa, ad esempio da Giorgio La Pira e i Padri fondatori della nostra Costituzione e dell’Italia del dopoguerra).
    Ben altra e triste realtà è la dittatura del materialismo e del relativismo, di cui le sue parole sono appannaggio.
    Accettando il Suo ideale di democrazia anche gli antichi e contemporanei martiri cristiani dei vari regimi, hanno preso una gran fregatura: potevano essere più politicamente corretti e abiurare tranquillamente Gesù Cristo in favore del politicante di turno.

    Un cordiale saluto
    e un augurio di pronta conversione.

    don Paolo Mojoli

  49. giovi

    Non vorrei farla troppo lunga, ma non sono la sola ad aver accennato al fatto delle messe feriali: non mi sembra così impraticabile. In vita mia, qualche decennio !, non avevo mai vissuto la sospensione del precetto in questi termini, dunque, qualcosa si potrebbe pensare ! In ogni caso, onestamente, se non potessi accedere alla Messa, lo capirei, come ho capito di non poterci andare in questi mesi e credo che lo capirebbero tutti , come tutti l’hanno capito in questi mesi ! Non lo so, Bariom, frequenteremo gente diversa, realtà diverse, ma proprio non riesco a capire il problema che poni. Quando mi sono sposata, per vari motivi, ho potuto invitare pochissimi amici : quelli che non ho invitato se ne sono fatti una ragione, molti mi hanno comunque invitato al loro matrimonio in seguito, qualcuno si sarà dispiaciuto, ma non è stato un motivo per non sposarci il prima possibile, perché ci tenevamo noi e quelli che ci volevano bene hanno capito !
    Non so se l’esempio sia del tutto calzante, ma spero si capisca lo spirito.

    1. Sullo spirito (buono) non ho dubbio alcuno…

      Al di là della gente che potremmo frequentare (per lo più dei Cristiani come penso tu, ma anche non-Cristiani per i quali il problema non si pone), se non riesci a comprendere il problema che pongo è certamente un problema mio di esposizione, quindi abbandono lo scambio senza alcuna recriminazione, tanto né io, né tu possiamo credo cambiare le cose domani, salvo lavorare ognuno alla propria conversione.

      Ciao

  50. Riporto quasi per intero la lettera datata oggi 27 Aprile, dell’Arcivescovo di Modena e Carpi, Mons. Erio Castellucci, ai Sindaci dei Comuni della (mia) Diocesi.

    Gentili Sindaci,

    nel corso della drammatica vicenda di pandemia da coronavirus, vi scrivo, come primo responsabile delle comunità cattoliche dei nostri territori, in vista della “fase due” che prenderà avvio tra pochi giorni. Pur consapevole di una possibile strumentalizzazione politica, ho pensato di inviarvi questa Lettera aperta, che tocca anche corde sensibili del periodo che stiamo vivendo.

    Si sono consumati e continuano a consumarsi grandi drammi, sebbene in una misura che si va riducendo e, speriamo, estinguendo. Prima di tutto ricordo i defunti a causa del contagio, gli ammalati e i loro familiari; ma poi anche gli altri ammalati, ai quali sono stati inevitabilmente rimandati ricoveri, diagnosi, terapie e interventi; le persone già prima fragili e psichicamente labili, bombardate da notizie negative, i disabili, gli anziani, i vecchi e nuovi disoccupati, gli indigenti, le famiglie in difficoltà materiale o relazionale… è un elenco purtroppo incompleto, da voi del resto ben noto.

    Come Chiesa cattolica, a partire dal 23 febbraio scorso e per oltre due mesi, abbiamo aderito con convinzione alle disposizioni governative della “fase uno”, anche cercando di contenere proteste – talvolta accompagnate da insulti e maledizioni verso i vescovi “pavidi”, “igienisti” e “governativi” – e soprattutto appoggiando e motivando le misure limitative di alcune libertà costituzionali, come quella di movimento e di culto. Questi provvedimenti stanno dimostrando giorno dopo giorno la loro efficacia: sappiamo bene che altre nazioni, dopo un iniziale scetticismo, li hanno a loro volta adottati per lottare contro la pandemia. I cristiani del resto, per essere tali, devono essere dei buoni cittadini: e il dovere di custodire la salute propria e altrui, specialmente quella delle persone più deboli ed esposte, richiede un’attenzione primaria rispetto a qualsiasi diritto. In termini cristiani si chiama “carità”: per questo i vescovi italiani hanno respinto con decisione i tentativi di forzare in qualsiasi maniera le disposizioni, richiamando i princìpi di precauzione, di responsabilità e di solidarietà, conformi al Vangelo e all’ordinamento democratico.

    Questa adesione, piena e convinta, non ha però impedito di notare alcune oscillazioni e incongruenze nelle iniziali disposizioni. Nelle prime due settimane, tra il 23 febbraio e il 7 marzo compreso, a causa del giusto divieto di assembramento, era esclusa ogni liturgia con la presenza di fedeli (con un’incertezza domenica 1 marzo), ma era permesso ad esempio frequentare palestre, bar, piscine, biblioteche e ristoranti. Questo confronto strideva e rendeva particolarmente difficile contenere le proteste. Dall’8 marzo ad oggi, con qualche variazione l’11 marzo (chiusura di bar e molti negozi), rimangono aperti solo i servizi definiti essenziali o di sussistenza, con le ovvie e necessarie precauzioni (mascherina, distanza, igiene): esercizi commerciali, farmacie, edicole, banche, servizi postali tabaccherie. Rimangono aperte anche le chiese – non sono mancate le richieste, da parte di alcune persone, per chiuderne le porte – ma senza celebrazioni pubbliche. Tutto questo è stato accettato e sostenuto anche dalla Chiesa per il bene comune. Si è poi puntata l’attenzione sulla “fase due”, con l’annunciata possibilità di riprendere gradualmente anche la vita comunitaria dei fedeli.

    Prima di procedere, però, vorrei aggiungere un’osservazione, che raccolgo da conferenze di esperti e da educatori o semplici cittadini. La scelta di continuare ad offrire quasi esclusivamente servizi per l’alimentazione e la salute è comprensibile e giustificata (con l’eccezione, lo metto tra parentesi, delle dipendenze: tabacco e lotterie); ma esistono, oltre ai beni materiali, che sono la base per la vita biologica, anche dei beni relazionali e dei beni spirituali, che contribuiscono insieme al “benessere” globale della persona: corpo, affetti, mente, anima. La caduta verticale delle possibilità di relazione diretta – penso soprattutto a bambini, disabili e anziani – in alcuni casi produce conseguenze difficili da sanare. Non tutti i bambini e ragazzi hanno potuto proseguire la scuola, perché alcuni non hanno la possibilità di collegarsi a internet; molti disabili, ad esempio i ragazzi down, hanno patito il distanziamento come rifiuto; e alcuni anziani non hanno potuto vedere di persona i loro figli o nipoti per settimane. Con tutte le misure necessarie, non era impossibile attivare gli insegnanti di sostegno e permettere con maggior fluidità l’incontro dei familiari lontani con i loro congiunti.

    Per quanto riguarda i beni spirituali, mi limito ad accennare all’attività della Chiesa. Come cattolici, non abbiamo alcuna soluzione pronta: non è certo il tempo di ricette, né tantomeno di polemiche; è per tutti il tempo dell’ascolto e della prossimità. Le nostre comunità diocesane in questi mesi sono invitate a purificarsi, a guardarsi bene dentro, a snellirsi, a “igienizzarsi” anche dal punto di vista pastorale, ammettendo dei limiti (ad esempio nella presentazione dell’immagine di Dio e nella predicazione della vita eterna) e cercando i modi più adeguati per essere fedeli al Vangelo, e quindi agli uomini di oggi. Stiamo portando avanti in queste settimane, nelle due diocesi, la consultazione dei ministri, e stiamo per avviare l’ascolto di tutto il popolo di Dio, per lasciarci provocare e rinnovare da questa faticosa esperienza di pandemia. Tutto fa pensare che dovremo presto affannarci di meno nell’organizzazione e occuparci di più della relazione, legarci di meno a spazi e strutture e concentrarci di più sulla vicinanza alle persone, nelle loro fragilità e nella loro vita quotidiana.

    E proprio per queste considerazioni, la “fase due” – che prevedibilmente durerà fino alla pratica generalizzata del vaccino – non può essere portata avanti con disposizioni decise unicamente al centro, ma deve avvalersi di voci della società civile, della quale voi siete tra i migliori ascoltatori e interpreti. La “fase due” non può essere impostata come se si trattasse di allentare dei pezzi di corda, di concedere delle piccole aperture a singhiozzo, di allargare le maglie a malincuore; può essere efficace solo se concertata insieme ai rappresentanti della base sociale. Per quanto ci riguarda come Chiesa, non rivendichiamo l’occupazione di spazi o particolari prerogative, ma crediamo di poter continuare ad offrire un servizio alle persone. A voi risulta chiara la valenza “socialmente utile” della Chiesa, perché amministrate direttamente il territorio e siete in continuo contatto con le parrocchie e i sacerdoti, gli enti e le associazioni, i volontari e le diverse iniziative. Ma sembra che a livello centrale invece questa chiarezza non ci sia e, non da oggi, abbiamo l’impressione che “la Chiesa” appaia qualche volta come parte del problema piuttosto che come partner della soluzione.

    Di qui il fermo “disaccordo” espresso dalla Cei ieri sera, due ore dopo la conferenza stampa del Presidente del Consiglio, che ha accennato alla dimensione spirituale e celebrativa come se fosse una “concessione”, e solo per quindici persone e per i funerali, meglio se all’aperto… Questa mattina, nella lunga riunione in video-collegamento dei vescovi della Regione, abbiamo anche esaminato il particolare momento di tensione tra la Cei e il Governo. Non c’è alcuna “rabbia” o “ira” – secondo alcuni titoli dei giornali – ma c’è solo il disappunto unanime per quella che appare una sottovalutazione delle potenzialità delle nostre comunità e una visione antropologica limitata ad una dimensione: se nell’emergenza è evidente che occorra privilegiare a tutti i costi la salute e gli alimenti, nella “fase due” è necessario integrare – con tutte le precauzioni – anche le altre dimensioni, i beni relazionali e quelli spirituali. Ciò che vale per negozi, supermercati, fabbriche e uffici non deve valere anche per le forme di partecipazione e le attività spirituali?

    Ci stiamo interrogando con franchezza e ampiezza, nelle nostre comunità, sulla possibilità di vivere la “fase due” non come semplice attesa della “fase tre”, ma come tempo di maturazione e conversione, di incontro – nelle modalità possibili – e servizio. Non esiste, nell’esperienza cristiana, il tempo della parentesi; esiste il tempo della purificazione, che può comportare anche silenzio e meditazione. Ma proprio perché questo tempo possa essere vissuto in modo “pieno”, attivo e propositivo, abbiamo la necessità di immaginare ed elaborare liberamente – rigorosamente dentro i parametri sanitari chiesti a tutti gli altri – l’attività pastorale. Ci stiamo quindi interrogando su come poter gradualmente tornare a celebrare con il popolo di Dio, assicurando il distanziamento vigilato, i dispositivi igienici, la pulizia e l’eventuale turnazione. Le Caritas, le mense diocesane e tanti volontari (basta citare per tutti l’Agesci) stanno coordinando i servizi primari in modo rigidamente conforme alle normative: certo la loro esperienza sarà di aiuto anche nella ripresa graduale delle celebrazioni nelle chiese, per le quali è comunque in arrivo un protocollo nazionale, su cui lo stesso Governo sta lavorando.

    Però deve essere chiaro che “la Chiesa non è una ONG” (papa Francesco, 14 marzo 2013): l’attività delle comunità cristiane, cioè, non si fonda semplicemente su motivi filantropici e umanitari; si fonda sulla fede nella parola di Dio, sulla forza della celebrazione eucaristica e dei sacramenti, sull’accoglienza e la valorizzazione dei doni dello Spirito Santo. Sono queste le ragioni motivazionali e morali, per dirla in termini laici, che costituiscono il tessuto delle nostre comunità e danno energia agli operatori. In altre parole, quelli che sopra ho definito beni spirituali, per noi cristiani non sono un contorno eventuale e facoltativo al servizio, ma ne sono il cuore. L’esperienza dei beni spirituali motiva l’impegno per la cura dei beni relazionali; e dentro la relazione stessa con le persone emerge il servizio che si esprime nell’aiuto anche attraverso i beni materiali. Tutto è connesso. Come si legge nelle ultime righe del citato Comunicato di ieri sera della Cei: “Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.

    Non chiediamo quindi a voi Sindaci null’altro che di appoggiare questa graduale ripresa nella “fase due”, custodendo – come già fate e ve ne sono grato – la particolare natura della comunità cristiana, perché possa continuare ad essere uno dei soggetti che concorrono all’edificazione del bene comune, un soggetto sociale che vive di una dinamica interiore propria e specifica.

    + Erio Castellucci
    Modena, 27 aprile 2020

    Testo integrale: https://diocesicarpi.it/wp-content/uploads/sites/2/2020/04/Lettera-di-Mons-Castellucci-ai-Sindaci.pdf

    1. Valeria Maria Monica

      @Bariom, il vescovo Castellucci scrive molto bene, da vero pastore e con parole che toccano il cuore.
      Non mi piace però la sua scelta di cercare la sponda “politica” dei sindaci dell’Emilia Romagna (che c’entrano i sindaci, in una questione che non ha rilevanza locale, ma nazionale?), e non mi piace il sottolineare i meriti “socio assistenziali”della Chiesa quasi come argomento per chiedere come corrispettivo il riconoscimento della libertà di culto: perché, se la Chiesa dell’ER fosse così povera e minoritaria da non poter mobilitare risorse e persone in attività di riconosciuto valore sociale, allora avrebbe meno diritto di essere lasciata libera di celebrare il suo culto?

  51. Elisabetta

    Personalmente spero che i sacerdoti se ne infischino in massa dell’autorizzazione del governo italiano e ricomincino a celebrare messa con le porte delle chiese spalancate. Poi stara’ a tutti noi rivendicare la nostra liberta’ di culto, entrare e partecipare alla messa. Ci riprendiamo noi cio’ che e’ nostro.

  52. Antonio Spinola

    Sono assolutamente d’accordo con Bariom.
    Premetto che non nutro alcuna particolare simpatia per l’attuale esecutivo, ma sono certo che, se il governo avesse concesso la ripresa delle Messe, le diocesi oggi sarebbero nel caos…
    La CEI ha avuto tutto il tempo per affrontare sul piano tecnico il problema, e presentare una proposta esecutiva dettagliata in grado di rispondere a tutte le criticità connesse alla sicurezza sanitaria nella fattispecie della Celebrazione Eucaristica festiva.
    Allora mi chiedo: perché non lo ha fatto?

    1. Perché, a mio giudizio, non hanno valutato bene i tempi e correttamente si aspettavano fosse il Governo a predisporre piani progressivi di uscita progressiva dal “lockdown”, che in più contemplassero anche la “questione celebrazioni”… Oggi (ieri) il risveglio è stato brusco.

      Hanno abdicato proprie competenze? Non saprei… non sono competenze di tutti i giorni e neppure specifiche quanto a tematica.
      C’è veramente qualcuno che fosse preparato?
      C’è veramente qualcuno che non ha commesso errori (anche escludendo la completa malafede) di valutazione? Su siamo onesti…

      Con il senno di poi, tutti bravi, come quelli che facevano le pulci all’Italia un mese e mezzo dopo, ma a casa loro non avevano fatto un bel nulla.

      1. E ringraziamo Dio che questo virus era i qualche modo “contenibile”, pur mietendo tante vittime…

        Altrimenti non saremmo neppure qui a parlarne o saremmo preoccupati a difendere casa nostra e i nostri cari da sciacalli e disperati e magari avremmo il coprifuoco armato.. .altro che difendere l’apertura delle chiese (per quanto non veda l’ora di rimetterci piede).

        1. Antonio Spinola

          No.
          Non lo hanno fatto perché le criticità sono tali che nessun piano avrebbe retto.
          La Chiesa dove si celebra la Messa non è un negozio o una sala d’arte dove ci si può mettere in fila e entrare uno o tre alla volta. La distribuzione dell’Eucaristia non può sottostare a un protocollo sanitario.
          La Liturgia è una cosa seria e va preservata con il massimo zelo.

          1. Silvia

            In questi 52 giorni senza Eucarestia abbiamo accettato di fare diversi sacrifici per difendere la nostra salute e quella degli altri. Ognuno conosce i propri e spero che ne possa essere orgoglioso.
            Sappiamo di dover accettare di continuare a farne: la nostra vita non sarà più quella di prima per chissà quanto tempo.
            Comprendiamo che saranno necessari sacrifici anche per tornare finalmente a partecipare alla Liturgia, ma non possiamo rinunciare ad essa per tempo immemorabile solo per mantenerla perfetta immutata.
            Ricordo spesso a me stessa che il perfetto è a volte nemico del bene.
            Nel rispetto massimo della sacralità del rito, in un tempo di emergenza, dobbiamo proporre e/o accettare soluzioni, che evitino o almeno limitino i momenti di criticità, confidando che i fedeli siano responsabili poi nel rispettare le indicazioni di sicurezza date dalla chiesa stessa.

            In ogni ambito lavorativo e sociale ci saranno limitazioni da rispettare.
            Perché tutti coloro che torneranno a lavorare dovrebbero essere più responsabili nei loro comportamenti dei fedeli che desiderano partecipare alla Liturgia e nutrirsi in qualche modo del Corpo di Cristo?

            Parlando con tanti amici credenti e anche discutendo con mio marito mi accorgo che in generale sono le donne le più battagliere rispetto a questo problema.
            Anche nei commenti letti qui dopo le news domenicali di Conte, mi sembra di notare lo stesso atteggiamento generale.

            Mio marito affronta il problema razionalmente numeri alla mano, come giustamente ho visto fare anche qui, ed é molto preoccupato per tutti gli aspetti pratici.
            Preoccupato anche di essere coinvolto a fare chissà quanti turni di vigilanza in parrocchia per far rispettare le indicazioni.

            Capisco benissimo e gli ho detto che se così sarà, sarò sempre con lui a vigilare.
            Ci saranno ancora grandi sacrifici da fare ma facciamoci coraggio e difendiamo la nostra libertà di culto, la necessità di poter accedere nuovamente ai sacramenti.

        2. gigi

          Spero Bariom che ogni volta che tu e i “prudenti” come te avranno in futuro un minimo di malessere, vi rinchiuderete in casa senza farsi vedere da anima alcuna, perchè non potrete sapere se sarà un virus nuovo!
          Dovrai dimostrare coerenza!
          La tua prudenza è palesemente diventata vigliacheria. La vita ce l’ha data Dio, ma non è Dio!

          1. Gigi se lo dici tu…

            Ti lascio ai tuoi gratuiti giudizi, sparati su persona di cui non sai un bel NULLA!
            Se questo è segno dell’esser “coraggiosi”, te lo lascio tutto il tuo coraggio.

  53. Caterina Scarsini

    Vorrei contribuire alla discussione segnalandovi questo video che ho ricevuto da un sacerdote mio amico www://youtu.be/9-ITB_d2hQg

  54. Elisabetta Galli

    Avevo scritto un lungo commento che al momento di scrivere il mio nome si è cancellato.
    Vi riscrivo qualcosa
    Andiamo a messa per Lui, vero?
    Solo per stare con Lui e con i nostri fratelli , vero?
    Amiamo Lui se ci amiamo tra di noi, giusto?
    Bene.
    I divieti di questo difficilissimo momento in cui abbiamo a che fare con un virus che non conosciamo ancora bene, a questo servono.
    A dimostrare che sappiamo amarci e amare soprattutto i più deboli.
    Non ci si può aggregare.
    Non è prudente in luoghi chiusi in cui si condivide anche con le mani lo stesso Cibo.
    Doniamo a Dio il nostro desiderio di Lui, mortificando il desiderio di stare insieme per il bene che ci vogliamo vicendevolmente. Si chiama Carità.
    Doniamo a Dio il nostro desiderio di Lui, rispettando quelle norme dello stato di cui siamo cittadini e rispettando quel bene comune che è parte di quella Carità che vogliamo incontrare nell’Eucarestia e che ora ci è chiesto di incontrare solo in desiderio e nella carne dei nostri concittadini.
    Rispettare le leggi è un dovere. La carità è il fine ultimo di ogni precetto della Chiesa.
    Tradisci questa e non ha senso altro.
    Buona giornata

    1. giovi

      Ma Elisabetta, prima di intervenire hai letto l’articolo di Costanza?
      Dico, magari leggere i 198 commenti prima del tuo è chiedere troppo, ma credo che almeno l’articolo l’avresti dovuto leggere, prima di venire qui a parlare
      da sola !
      Su, dai, fai uno sforzino : ci sono decine e decine di post argomentati che controbattono passo passo la tua brodaglia : io stessa avrò risposto NEL MERITO almeno 10 volte. Ora basta.
      O magari hai già scritto sta roba con altri nomi , come noto spesso in coda a tante discussioni: spuntano nomi mai visti e sentiti, dopo giorni e giorni, che ripetono gli stessi concetti pari pari.
      Quali che siano le due ipotesi, maleducazione di non voler leggere l’articolo sotto cui si commenta, o presentarsi con altro nome per ripetere il proprio punto di vista, la carità al prossimo si vede anche dal non voler approfittare della pazienza del prossimo.

      1. giovi

        Comunque, credo che Costanza, in questo periodo, abbia dovuto subire più predicozzi su cosa sia l’amore a Dio, ai fratelli, ai sacerdoti, alla Chiesa,su cosa sia l’Eucarestia, la Carità , l’Amore, il Cibo che in tutta la sua vita !
        Proprio Costanza , che potrebbe dare lezioni di fede a tutti noi e chiede solo che , come si potrà andare in un autobus di 40 metri in 15 persone , si possa andare a Messa in 15, magari, ma in 300 metri quadri ! Come nelle Messe che ha celebrato il nostro papa Francesco !
        Non mi era mai capitato , in questi anni di frequenza del web, non solo qui, di vedere così tanta concentrazione di interventi pii, che tirano giù tutto il Cielo, per dimostrare che andare a Messa deve essere l’ultimo dei pensieri di un buon cristiano a dei cristiani che ci credono veramente che Gesù sia nell’Eucarestia !

  55. Valeria Maria Monica

    @Bariom, di tutti i problemi che ci sono, quello di dover aumentare a dismisura il numero delle celebrazioni io lo trovo il minore. O per meglio dire credo che riguardi solo alcune parrocchie fortunate in cui le messe festive sono TUTTE affollate.
    Nella mia parrocchia, (come, temo, in tante altre) su 5 messe festive (prefestiva del sabato più la domenica ore 8.30, 11, 15 e 18.15) solo la messa “parrocchiale” delle 11 vede la chiesa piena per tre quarti. Nelle altre 4 celebrazioni le panche sono occupate in minima parte (diciamo una cinquantina di persone su 320 posti a sedere).
    Se noi dividessimo i fedeli sulle 5 liturgie già ora celebrate, saremmo a posto senza dover pensare a parrocchiani che “saltano il turno”.
    Dirai che questa suddivisione sarà fonte di tante proteste, ma vorrei proprio vedere chi, da due mesi senza eucarestia, avrebbe il coraggio di dire “no alle otto è troppo presto preferisco un’altra messa”.
    E comunque penso che nella fase di riapertura sia opportuno mantenere la sospensione del precetto festivo.
    Certo la divisione forzata è terribile per la coesione della parrocchia, ma non sarà per sempre.

  56. PaulBratter

    Ecco appena la CEI (incredibilmente) alza il ditino per eccepire sulle decisioni del governo arriva l’omelia da Santa Marta. Scordatevi le messe ancora per un bel po’ .

    Francesco oggi 28 aprile:
    “In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni.”

    1. Maria Cristina

      La CEI: il ruggito del coniglio.
      Tanto ormai e’tutto un teatrino , un gioco delle parti:il papa un giorno da ‘un colpo al cerchio e il giorno dopo uno alla botte.Alleanza trono-altare in salsa giallorossa.
      L’avventura dei poveri cristiani al tempo del Coronavirus:essere fatti fessi da tutti, Stato e Chiesa.

    2. Francesco Paolo Vatti

      Veramente a me sembra solo che inviti a non prendere e a organizzare feste per celebrare la riapertura….

  57. Valeria Maria Monica

    Un colpo al cerchio e uno alla botte.
    Si, ma anche no.
    Nel più puro stile del papa.
    C’è qualcuno che sia sorpreso?

    1. Francesco Paolo Vatti

      Scusate, ma non si potrebbe cercare di avere un pregiudizio positivo nei confronti del Papa e dei Vescovi? Lo dico non potendo scagliare prime pietre, perché ho difficoltà con questo particolare Papa e ho avuto inizialmente un moto di ribellione coi Vescovi, quando hanno sospeso le Messe…
      Può esserci il disaccordo, per carità, e il Buon Dio ci ha dato il cervello perché lo usassimo, anche nell’obbedienza. Ma, alla luce del poi, la loro posizione non deve essere stata tanto facile…. Poi, si sarebbe potuto forse fare diversamente, ma non abbiamo noi la responsabilità di queste decisioni. E mi pare che il Papa negli ultimi giorni si sia speso parecchio per riaprire le messe al popolo…

      1. Per la verità il pre-giudizio negativo manco dovrebbe esiste e a chi invece rodesse, la cosa dovrebbe invitare a prudenza nell’esprimersi, ma tant’è…

        1. Valeria Maria Monica

          @ Bariom e @ Vatti
          Avevo scritto che il papa su questa questione ha preso posizioni ambigue e contraddittorie, e che questa è la sua modalità normale si azione.
          Nessuno di voi mi ha risposto semplicemente “Non è vero”, ma più o meno un “Vietato criticare il papa”.
          È una reazione molto frequente nei cristiani non abbastanza semplici da non avere dubbi sull”operato del papa, ma che ritengono che un bravo cattolico non possa per statuto criticare mai il papa. Queste persone NON VOGLIONO parlare del papa, punto. Non sono in grado di confutare le osservazioni critiche, e allora non vogliono neppure sentirle.
          La vostra reazione mi ha ricordato questi interlocutori.
          Inoltre non capisco come parliate di pre – giudizio: dopo sette anni di pontificato, il giudizio che ci siamo formati è basato sui fatti.
          Personalmente non nutrivo alcun pregiudizio verso il papa al momento della sue elezione ed ero più che disposta a seguirlo con la stessa fiducia, ammirazione affetto filiale che avevo sempre nutrito verso il Pontefice, ogni Pontefice che ricordo.
          Infine Bariom, mi sbeffeggi perché “mi rode”?
          Certo che mi rode, amo la Chiesa e credo in coscienza che questo pontificato abbia fatto molto male alla Chiesa. Sono traumatizzata dal vedere in chi dovrebbe essere guida e unità della Chiesa parole ambigue che danno adito a divisioni. E mi fermo qui, non è necessario proseguire.
          Ovvio che se fossi atea o indifferente o testimone di Geova non mi “roderei”. Anzi troverei tanto simpatico questo papa birichino cle mattacchione dalle mille sorprese.

          1. Francesco Paolo Vatti

            Valeria Maria Monica, ho litigato con molti amici e parenti proprio perché non considero che non si possa criticare il Papa! Nella mia famiglia ci sono diversi ecclesiastici e, forse proprio per questo, sono cresciuto coi miei che criticavano alcune cose di Papa e Vescovi, per cui, per me, non è impossibile dire che queste persone possano avere fatto qualcosa di sbagliato. Detto questo, però, vorrei ricordare quello che dissi a un amico, metodista texano, al quale avevo detto che preferivo Benedetto XVI: “Comunque, è il mio Papa”. Mi pare che, qualche volta, lo si attacchi un po’ troppo velocemente. Che poi sia difficile da capire, che parli in modo fintamente semplice, è purtroppo vero (di lì l’origine dei miei problemi nei suoi confronti). ma la sua, più che una critica, mi pareva un attacco….

            1. Valeria Maria Monica

              Gentile @Vatti, cosa intende con “attacco”? Una critica ingiustificata e dai toni eccessivi?
              Posso solo risponderle che per me l’unica differenza rilevante è tra critiche precise, vere, fondate, e critiche false (tra le quali le peggiori sono le insinuazioni melliflue e subdole).
              Quanto ai toni, ognuno ha il suo stile, e il mio è sicuramente “bazooka e lanciafiamme” piuttosto che “cioccolatini avvelenati”.
              Quanto al mio codice etico sul tema “critiche al papa”, è questo: non introduco mai l’argomento io, ma intervengo solo in contradditorio con chi, a proposito o a sproposito, introduca il tema “Ma quant’è bravo il papa”.
              E intervengo solo se il contesto e l’interlocutore mi sembrano in grado di reggere il confronto. Non scandalizzerei mai una persona semplice, o giovane nella fede, solo per il gusto di dire come la penso. Ma in questo contesto do per scontato che siate tutti adulti e vaccinati (nel cammino di fede).
              Del resto mi interessa di più discutere con chi non la pensa come me, che ripetere sempre le stesse considerazioni con chi la pensa come me e lo so già. Per questo non intervengo mai in altri blog non esattamente favorevoli al papa, che pure seguo, perché questo è che io sappia l’unico in cui si sentano voci di tutta la Chiesa (negli altri solo troll, non gente disposta a confrontarsi).
              Infine, essendo comunque il papa, non mi fa per niente piacere averne una opinione così negativa e una costante apprensione per quello che ogni giorno tira fuori: quindi non perdo mai la speranza di trovare un giorno qualcuno che mi dica qualcosa di convincente a favore di questo pontificato.

    2. Lucia

      Cara Valeria M aria Monica concordo con te .Sembra un teatrino , la cei o il cardinal x afferma qualcosa e Il Papa a stretto giro afferma l ‘ esatto contrario .Ma ho capito leggendo siti e testimonianze che purtroppo la situazione e molto seria .Il Papa ha questa modalita di fare , qualcuno dice gesuitica di cambiare decisione sull ‘ onda del momento e della situazione , cosi nelle nomine , cosi nelle situazioni di politica , il tutto poi basato su cio che esperti della religiosita del Sud- America affermano essere il cattolicesimo argentino , progressista e di derivazione protestante a causa dei forti legami con la Germania .Da qui il suo pontificato basato tutto sulle ” iniziative sociali”e poco o nulla sulla fede mistica, mi verrebbe da dire di Benedetto 16 e di Papa Giovanni Paolo 2.Egli stenta a capire la complessa realta del nostro Paese e dell ‘ Europa in generale o meglio secondo me la interpreta alla luce delle sue idee , per cui ad es se deve scegliere di trattare con dei governanti laicisti di sinistra pro- eutanasia e progender e dei leaders di destra che magari non sono cosi spinti su queste tematiche ma non sono pro- migranti , sceglie i primi .In vaticano e nelle cei hanno capito l ‘ antifona da tempo ma non sanno come destreggiarsi tra i fedeli ( anch ‘ essi spaccati su queste tematiche) e le idee del Papa .Questa storia del virus e paradigmatica , quando i vescovi si sono resi conto che una parte dei fedeli , non so se maggioranza o minoranza rivendicava i suoi diritti costituzionali e la liberta religiosa in primis , egli e intervenuto facendosi portavoce della salute pubblica gettando lo scompiglio tra fedeli e vescovi.Tutti i media , anche all ‘ estero hanno interpretato la cosa come un assist al governo , ma la cosa peggiore e che adesso secondo me nessun vescovo o politico si esporra piu per i diritti dei cattolici italiani , per non esporsi al ridicolo o peggio al pubblico ludibrio.Se qualcuno e interessato vada a leggere i commenti su fb di ” Aleteia” , quasi tutti quelli che si vantano di essere praticanti hanno affermato che si sono vergognati dei vescovi che evidentemente sono contro il Papa , mons d ‘ Ercole e stato accusato di essersi fatto adescare dai politici di destra e a Bassetti e stato urlato di dimettersi e dulcis in fundo gli e stato augurato l ‘ inferno ,in pratica tutti i vescovi della cei ( tranne quello di Pinerolo , ammalato di covid) sono stati accusati di essere degli intriganti interessati alla riapertura delle chiese solo per le offerte .Per il Papa tanti ” poverino ” e ” come fa a sopportare tutti questi traditori , amici dei sovranisti sovranisti? ” .Non sapevo se ridere o piangere perche leggendo i commenti ho capito che per loro il dogma principale e ” non criticare il Papa per nessun motivo ” ” bisogna obbedire sempre al Papa qualunque cosa dica o faccia” o al limite tacere.Mi aspetto che d ‘ ora in poi ci sara il silenzio assoluto davanti alle pretese dei nostri governanti nei confronti dei fedeli e dei cittadini in genere .Buona giornata

  58. Elisabetta Galli

    Salve e addio Giovi e voi tutti.
    Mi dispiace aver urtato la sua carità.
    Sono solo una signora che si firma con il suo nome e cognome. La quarantena mi ha dato il tempo di scrivere e di leggere (non quasi 200 commenti, confesso, ma alcuni).
    Non sono così esperta da scrivere con più nomi e mail, non volevo indurvi in tentazioni poco caritatevoli e nemmeno offendere la padrona di casa.
    Ho letto che era un blog e ho provato a parlare con voi.
    Tentativo fallito.
    Vi saluto e buon rientro a tutti alla vita normale dopo questo delirio pandemico che ci è capitato.

    1. giovi

      Elisabetta, in un blog il dialogo si fa sui contenuti espressi da chi tiene il blog : si segue un ragionamento, si parla nel merito, non si viene a predicare la carità a vanvera, come se Costanza avesse bisogno di qualcuno che le spiega cosa sia la carità !
      Ti dirò, ormai qui abbiamo una molto nutrita collezione di interventi come il tuo e relativo sbattere di porta una volta sgamate : chiaramente non so se sia sempre tu, non lo credo nemmeno, ma questa monotonia di intervento e fuga, ogni volta nomi nuovi spuntati dal nulla, sempre con lo stesso tono di un primo intervento pontificante ( di solito dopo giorni e giorni di discussione ) e secondo intervento pieno-di sdegno è piuttosto curioso.
      Quando c’è, la terza fase prevede pure insulti : spero non sia il tuo caso !
      Ciao.

  59. E intanto:

    Nel giro di 24 ore, dopo lo sconcerto causato dal prolungamento del divieto di celebrazioni religiose con fedeli, il premier Giuseppe Conte annuncia un «protocollo» per la ripresa in sicurezza, da definire con la Cei e forse pronto entro il 18 maggio. Lo scrive Avvenire (28 aprile).

    Già un primo segnale potrebbe arrivare dal 4 maggio, attraverso la possibilità, garantita dall’esecutivo, di celebrare messe all’aperto. Lo anticipano fonti di maggioranza sempre ad Avvenire, aggiungendo che la soluzione, ancorché temporanea, avrebbe il vantaggio – sempre nel rispetto del distanziamento e dell’uso di guanti e mascherine – di non tenere i fedeli in un ambiente chiuso.

    Secondo step: il protocollo non prima del 18 maggio
    Successivamente, ma comunque non prima del 18 – proseguono le medesime fonti – potrebbe arrivare la definizione del protocollo sulla nuova modalità delle celebrazioni “con popolo” all’interno delle chiese. Un protocollo che, con opportuni aggiustamenti relativi al tipo di culto, potrebbe essere applicato anche alle altre confessioni religiose.

    Ipotesi obbligo di mascherine (e guanti)
    Sulle linee guida del protocollo si dovrà ancora discutere: le ipotesi spaziano dall’obbligo di guanti e mascherine, al contingentamento degli ingressi (una persona per banco oppure un calcolo in base ai metri quadri dell’edificio – mi pare qualcuno qui ne avesse scritto), alla sospensione del segno della pace e dell’uso delle acquasantiere, fino alle modalità della Comunione (ritenuta momento “rischioso” per il contatto fra fedeli e celebrante).

    Secondo La Repubblica: ripartenza soft tra il 10 e 11 maggio
    Anche La Repubblica (28 aprile) racconta il dietrofront di Conte sulle messe, cominciato domenica sera e pronto a concludersi con l’annuncio: dal 10 maggio potrebbero celebrarsi di nuovo le messe in Italia. All’aperto, dove possibile. Più difficilmente al chiuso, anche se questo dettaglio sarà definito nelle prossime ore. Sicuramente con la mascherina.

    Da: https://it.aleteia.org/2020/04/28/governo-celebrazioni-chiesa-porte-aperte-prima-25-maggio/

  60. Antonio Spinola

    Non sopporto la Messa “in streaming”, è un qualcosa di umiliante, un castigo forse.
    Figuriamoci se non vedo l’ora di prendere posto tra quei vecchi banchi per sentire davvero… per vedere davvero… anche senza comunicarmi; e lì, proprio lì, sentirmi veramente, finalmente a casa.
    Una Messa è un atto unico, è assistere allo svelarsi immediato e drammatico del mistero di Cristo, è adorare l’Agnus Dei nel sacrificio offerto e consumato forse dal solo sacerdote, come è stato nei lunghi secoli (bui?) dello screditato medioevo, quando il fervore religioso del “popolo” era però particolarmente alto.
    Sì, voglio tornare a Messa, ma che non sia una piccola cerimonia raffazzonata e sbrigativa, o una pittoresca rimpatriata di accoliti radunati in un parcheggio.

  61. Maria Cristina

    Secondo la ricostruzione fatta da Massimo Franco sul Corriere, il giorno dopo la protesta della CEI, c’e’stata una telefonata “privata”di Conte al papa. Et voila’, il papa ha dettato la linea nell’omelia di Santa Marta:prudenza ed obbedienza alle autorita’. E la CEI azzittita torna a cuccia.
    Capito come va il mondo? Noi siamo qui a discutere e arrovellarci ma noi non contiamo NULLA, la nostra sofferenza non conta nulla, ne’per le autorita’civili , be’,tantomeno per l’autorita’religiosa che dovrebbe avere a cuore i fedeli. I giochi si fanno in alto loco, con telefonate fra i capi,accordi fra loro e voila’ a noi tocca obbedire e tacere. E questo proprio quando si finge con mielosa ipocrisia chebil papa sua al servizio del “popolo dei fedeli. Che inganno! Che situazione da romanzo di Orwell!
    Obbediremo naturalmente, perche’non possiamo fare altro,e anziche’a Messa andremo a fare corsette bel parco ma la nostra stima e fiducia l’hanno persa, almeno la mia. E quando finira’ il Coronavirus non credo proprio che le chiese torneranno a riempirsi e con esse le casse di questa chiesa con la c minuscola.

      1. Maria Cristina

        Perche’musulmana? Vorrei restare cattolica. Semmai musulmano pare voglia farsi il papa tutto baci e abbracci con l’ IMAM.

  62. Elisabetta Galli

    Nessun insulto Giovi, davvero. Non so perchè continui a pensare che io sia 1 nessuno e centomila e pure parecchio maleducata. Sono solo io e ho un’educazione normale. Non sono una persona competente in dinamiche da blog. Non ho neanche i social. Come vedi mi firmo con nome e cognome a differenza di molti, te compresa. Credo sia una mia prova di sincerità. E credo che anche scrivere con un nomignolo vada bene. Che importa? Ognuno ha il suo stile, non giudichiamoci. Ma perchè mi trovo sotto prova? Volevo solo esprimere un parere in quello che credevo fosse un dialogo. Davvero non faccio uso di questi mezze e, credimi, il tuo “Benvenuta in questo blog” è stato molto aggressivo. Non difendere la padrona di casa, io non l’ho attaccata. Forse dovevo specificare che mi riferivo di più ai commenti, uno inneggiava addirittura ad una ribellione dei sacerdoti e a fare messe a porte aperte. Molti di questi commenti sono in linea con questo e quindi si possono dire ispirati dall’articolo o dallo spirito del blog. Ben vengano ma speravo che anche un mio commento andasse bene. E’ stato preso come un attacco, una lezione, un esempio di cristianesimo all’acqua di rose. Capita di non capirsi. Ma sinceramente parlare con una persona che mi definisce pontificante, sbatti porte, e sentirmi dire che sono stata sgamata (ma di cosa? perchè? cosa dovrei mai nascondere?), non mi va, non lo ritengo costruttivo, in un periodo poi in cui abbiamo bisogno di costruire e non di litigare. Davvero sono solo io e solo io passo e chiudo. Buona giornata anche a te e a tutti

    1. giovi

      Elisabetta, mi pareva di aver chiarito che il tuo genere di intervento era molto simile ad altri che vengono qui a sbacchettare in modalità monologo.
      Poi, se non riesco a spiegarmi, che ti devo dire ? Io, semplicemente, consiglio di entrare nel merito di questioni precise, rispondendo a quella persona , su quei punti.
      Se però hai la necessità di scrivere il tuo punto di vista menando botte da orbi al mondo, per me puoi farlo : il blog non è mio !

      E specifico per la millesima volta che le “botte da orbi” , a mio modestissimo parere, non sono solo in toni esagerati, ma anche nell’accusare il prossimo di non saper cosa sia la Caritàò, di non aver fede in Dio di non difendere i deboli , di non essere buoni cittadini, di non rispettare le leggi: per me dire queste cose a Costanza , queste cose e anche molte altre che hai detto tu, nero su bianco, pur nel modo più apparentemente conciliante possibile , per me è senz’altro “dare botte da orbi” !
      Nell’apparenza melliflua, si offendono le persone , a casa loro, in nome della Carità !!!
      Come ripeto : cà nisciuno è fesso !

      ( mi incuriosirebbe sapere cosa ti aspetti dopo essere entrata in modalità elefante in negozio di cristalli : applausi ? che tutti noi che auspichiamo la riapertura delle chiese in sicurezza, più in sicurezza che musei, autobus, supermercati, ci mettiamo a fare un mea culpa su quanto siamo poco caritatevoli, abbiamo poca fede in Dio e non siamo buoni cittadini? come l’altra tua omologa, con altro nome, che è venuta qui a parlare di interventi di basso livello e poi si mette a piagnucolare se uno la manda a farsi un giro ! essù )

  63. Caterina

    «Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia senza la santa giustizia». Così diceva Santa Caterina da Siena, patrona d’Italia e Dottore della Chiesa, Santa del giorno

  64. Alessandro

    Come sa chi mi ha letto qui, sto cercando di dare il mio piccolo contributo per far conoscere qual è la reale entità della minaccia Covid-19, onde evitare di combattere non contro il Covid-19, ma contro l’ossessione da Covid-19 (molti sedicentemente “esperti”, “scienziati” stanno alimentando questa ossessione, concorrendo a propagare il panico, che di suo produce danni psicofisici enormi).

    Nella prima puntata ho riferito che cosa hanno scoperto gli esperti veri (cioè i medici italiani che fronteggiano il Covid-19 sul campo, cercando di curare al meglio i pazienti, e quindi si sono meritati sul campo – non nelle passerelle televisive – i galloni di esperti):

    https://costanzamiriano.com/2020/04/21/norme-e-buon-senso/#comment-147675

    Ecco un racconto “in presa diretta”, che conferma quanto detto, e che merita davvero si essere letto:

    https://www.panorama.it/news/salute/curati-casa-clorochina?rebelltitem=1#rebelltitem1

    Aggiungo: c’è un’altra via molto molto promettente, che ha già ottenuto risultati incontrovertibili; plasma opportunamente trattato trasfuso nei contagiati e proveniente da donatori guariti dal Covid che hanno sviluppato anticorpi ad hoc:

    https://www.affaritaliani.it/cronache/coranavirus-la-cura-c-e-ma-non-se-ne-parla-da-pavia-mantova-la-svolta-668604.html

    https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/04/21/batte-covid-con-cura-plasma-donna-incinta-prima-al-mondo_5278390c-902f-4dfc-a892-46856fcf97c1.html

    https://www.sdnovarese.it/2020/04/28/novara-primo-paziente-salvato-con-il-plasma-di-un-guarito-da-covid-19/

    Morale: niente “tana liberi tutti”, grande coscienziosità e cautela (quella che una volta si chiamava “la diligenza del buon padre di famiglia”), niente cure fai da te, uso appropriato di tutti i dispositivi di profilassi ragionevolmente raccomandati (mascherine idonee e guanti), rispetto del c.d. “distanziamento sociale”, ma NO panico, NO ossessione (che fanno e faranno più danni del Covid).
    Il Covid-19 – come abbondantemente documentato – è OGGI nella REALTA’ (non nel pernicioso regno dell’ossessione) un nemico temibile ma tutt’altro che imbattibile.

    Cure efficaci OGGI ce ne sono. A febbraio no, OGGI sì. E noi viviamo nel presente.

  65. Alessandro

    Attenzione alle frottole che raccontano molti media italiani per tenere tutti barricati in casa in preda all’angoscia da Covid-19.

    – Ieri teneva banco la notizia che la Germania, dopo la riapertura, sarebbe sommersa da una terribile recrudescenza di contagi.

    Manco per sogno.

    https://www.ilsussidiario.net/news/riapertura-fase-2-la-differenza-tra-italia-germania-e-francia-chi-ha-copiato-chi/2016019/

    “Guardiamo i numeri tedeschi: ieri i nuovi casi sono stati 1.144 contro una media di circa 2.000 negli ultimi dieci giorni. Il numero di morti è stato di 163 contro una media di circa 250 negli ultimi dieci giorni. Qualsiasi cosa sia successa in Germania, le riaperture, non ha aumentato né i numeri dei contagiati, né i numeri dei morti. Le riaperture non hanno aggravato la pandemia. Evidentemente si può riaprire senza aggravare la situazione.
    Certo occorre organizzarsi bene.

    Il numero di imprese chiuse in Germania, come si evince in modo incontrovertibile dai consumi elettrici, è una frazione di quello italiano. Le imprese chiuse in Italia hanno controparti in Germania e Francia, spesso della stessa società che funzionano. A cambiare non è il virus, ma la politica: la disponibilità di tamponi, di meccanismi di protezione individuale di strategia non nazionale ma locale ha fatto la differenza.”

    – E i famosi “151mila persone in terapia intensiva se si riapre” (altra frottola catastrofista colossale circolata ieri?).

    “Ieri il Governo italiano “diffondeva” stime sulla risalita dei posti in terapia intensiva, in caso di fine del lockdown, da capogiro: 151mila persone in terapia intensiva se si riapre. Tutti numeri presi per oro colato dalla “stampa”.

    Le domande invece abbondano. Per esempio: come è stata presa in considerazione l’evoluzione dei protocolli negli ospedali con percorsi differenziati? L’evoluzione dei protocolli clinici? L’introduzione dei test sierologici? Le mascherine che un mese fa non si usavano? E ancora: sono state incluse le differenze tra regioni? Tra provincia e provincia? Tra comune montano e grande metropoli? Tutti elementi che rendono il “contagio” meno o forse molto meno pericoloso di due mesi fa..

    Le riaperture inevitabilmente comporteranno un aumento dei contagi. Non si scappa. A meno di rimanere chiusi fino a luglio e pagare con una crisi economica impressionante anche nelle sue conseguenze sociali.
    Quello che serve è che la politica predisponga un piano per la convivenza con il virus: disponibilità di strumenti, tamponi, posti liberi in terapia intensiva e tutto il resto. La Germania è sicuramente il caso migliore in Europa con un “lockdown” che è [da tempo!] molto meno pervasivo di quello italiano…

    Il problema dell’Italia è il virus o l’incapacità della politica di pianificare e attuare la convivenza? Uno sguardo ai casi francesi e tedeschi non ci lascia molto tranquilli.
    Sicuramente non stanno copiando i nostri decreti…”

    1. giovi

      Alessandro, a me fa impressione che i giornali si adeguino in questo modo a chi è al potere: il giorno prima dell’intervento di Conte si legge le curve del virus sono in caduta libera, il giorno dopo dell’intervento di Conte, sommerso dai fischi dei gente comune , sembra di essere rientrati in piena pandemia !
      E la gente comune si spaventa : il clima è bruttissimo.

      1. Alessandro

        @Giovi

        La Chiesa ci raccomanda il discernimento.
        Anzitutto: discernere il vero dal falso, il bene dal male. Come sai, non c’è scritto da nessuna parte che la stampa debba sostituirsi a noi in questo compito.

        Quindi ognuno vagli i mezzi di informazione e le notizie, e valuti secondo retto intelletto (quel meraviglioso dono che il buon Dio ci ha largito perché lo usassimo bene) quali mezzi di informazioni merita seguire e quali notizie siano attendibili.
        Se qualche nostro fratello stenta in questa opera di discernimento (anch’io stento più di una volta), è consigliabile aiutarlo, come ci si si aiuta tra fratelli.

        Aiutare come? Nella cerchia dei congiunti (autocertificabili 😉 ) e degli amici, basta una telefonata, una email.

        Esistono anche quegli strumenti potentissimi chiamati social network, nati per esercitare controllo sociale e manipolazione mentale di massa. Io non sto sui social (proprio per il motivo che ho detto), ma chi ci sta può fare quello che il grande controllore teme di più: usare il social
        contro il controllore stesso, cioè usare il social per ostacolare l’opera manipolatrice di massa sulla menti e sulle coscienze per attuare la quale il gran controllore ha inventato i social.

        Ovviamente il gran controllore conosce benissimo questo rischio, e sa come farvi fronte (quanti profili social chiusi in realtà per aver pronunciato verità “scomode”, ma ufficialmente “per il bene dell’umanità”, ossia per aver violato le sacre leggi della nuova etica universale politicamente corretta!)
        Ma se il gran controllore è intelligente, lo siamo anche noi, e possiamo continuare a rompergli le uova nel paniere, a dire le verità che non gradisce, proprio sui social che “cortesemente” ci ha messo a disposizione.

        Adesso dico una cosa che farà incavolare il gran controllore: nella notte dopo l’ultima conferenza stampa del Presidente del Consiglio la reazione di indignazione sui social è stata così ingente, fragorosa, spontanea, incontrollabile dal gran controllore che in lorsignori ha fatto più spavento di una manifestazione di piazza da 2 milioni di persone (che oltretutto è più facilmente controllabile: basta infiltrare un drappello di prezzolati che facciano cagnara e sfascino qualcosa, in modo che la stampa possa dire che la manifestazione è stata violenta, e quindi chi l’ha organizzata è uno squadrista ecc.).

        Lorsignori temono la perdita del consenso e quella notte hanno capito incontrovertibilmente che il consenso stava dileguando. E qui mi riallaccio a quanto scrivevo in altro commento: lorsignori hanno sentito quella notte che il consenso per Conte è irrecuperabile, e non possono permettere di essere associati a Conte nella perdita del consenso, perché ne va del loro potere (soldi e carriera).

        Quindi Conte ha i giorni, massimo le settimane contate: il “deep state” teme per la propria sopravvivenza – non biologica: soldi e carriera -, e non vuole affondare con Conte; dopo averlo spalleggiato finora, lo sacrificherà come capro espiatorio (hai visto come, dopo lo conferenza, lo sta massacrando anche la stampa di sinistra? Il sacrificio è cominciato…), mandando a palazzo Chigi Colao o qualche altro equivalente fidatissimo – sono intercambiabili, il nome non conta – con una bellissima nuova maggioranza PD, frastagli pentastellati, LeU, Italia Viva e Forza Italia, insomma un altro inguacchio di palazzo senza passare dalle urne (almeno questo è il disegno, poi se riuscirà è un altro paio di maniche).
        In modo che la maggioranza che finora l’ha sostenuto possa dire di tutto ciò che ha fatto Conte e che non è piaciuto alla gran parte degli italiani: non è colpa nostra, ha fatto tutto lui, ormai s’era montato la testa, non ci stava più ad ascoltare… il capro espiatorio è pronto, e a me fa un po’ tenerezza vedere quest’uomo che non apprezzo scaricato vilmente dai suoi per non essere travolti con lui e per rifarsi ipocritamente una verginità politica onde rimanere in sella…

        1. “…il capro espiatorio è pronto, e a me fa un po’ tenerezza vedere quest’uomo che non apprezzo scaricato vilmente dai suoi per non essere travolti con lui e per rifarsi ipocritamente una verginità politica onde rimanere in sella…”

          Chi non fa non falla, ma fa presto a puntare il dito.

        2. Vale

          Come sempre la politica politicante prevale sulla politica-politica)ammesso sia mai esistita).
          Per conferma di ciò, a livello globale, per es. La Cina, dopo aver mitridatizzato l’ Oms, si appresta ad entrare nel consiglio dell’unhcr a Ginevra.
          Diritti umani al miglior offerente.
          Prosit

        3. giovi

          Molto interessante, Alessandro, ti ringrazio moltissimo della tua disamina , ma anche molto inquietante.

          1. Maria Cristina

            Ho letto che Colao il capo del’insindacabile “Comitato tecnico-scientifico” che tiene in mano le nostre vite,decidendo cosa possiamo fare e cosa no ( la corsetta si, la Messa no) non e’ neppure in Italia ma dirige il tutto da Londra, da cui non ha nessuna intenzione di venire via. Della serie:telecomandati da lontano.
            Questo Comitato tecnico-scientifico dai poteri illimitati, prima di iniziare ad agire ha fatto firmare per i propribmembri lo “scudo penale”, cioe’non dovranno rendere conto alla giustizia di nulla. Per la serie: gli intoccabili.
            Inoltre a parte Colao, ex-amministratore delegato di Vodafone, chi sono gli altri del Comitato Tecnico-scientifico? Qualcuno di voi lo sa?
            No, ma obbediamo ciecamente e abbiamo messo nelle loro mani la nostra vita,anche spirituale, il nostro futuro , quello dei nostri figli, nell’ingenua FEDE nella tecnica e nella scienza. Ai nuovi capi tecnico-scientifico non si puo’disobbedure per paura della morte ‘ . Chi e’che disse non temete chi puo’togliervi la vita , dovete temere di perdere l’anima ?
            State riflettendo su queste cose prima che la religione cattolica diventi definitivanente nulla piu’ che una privata pratica devozionale di buoni cittadini obbedienti , pratica da effettuarsi a casa propria come c’è”chi fa meditazione zen, chi yoga , chivacxendevvastoncini d’incenso a gambe incrociate ecc?

          2. Alessandro

            @giovi

            Figurati, grazie a te.

            Tieni presente che i proprietari dei grandi giornali sono dei milionari e che i grandi giornali sono in rosso.
            Questi proprietari mantengono in vita giornali in perdita perché sono eroici campioni della libertà d’informazione disposti a rimetterci di tasca loro pur di difendere una buona causa, oppure perché le perdite dei loro giornali sono ampiamente compensate dal ritorno di danaro che hanno influenzando a loro gradimento l’opinione pubblica con i loro giornali?

            Inquietante 😉

            E bada che non ce l’ho coi giornalisti. Noi abbiamo spesso in mente che tutti i giornalisti siano come quelli che vanno in televisione a fare gli opinionisti.
            No, oggi il grosso dei giornalisti italiani sono giovani precari che invecchiano precari cercando disperatamente di mettere insieme il pranzo con la cena scrivendo per due-tre testate pagati due spicci ad articolo e sempre sull’orlo di perdere il lavoro (perché di disperati come loro disposti a prendere 2 spicci meno 1 pur di campare c’è la fila fuori dalla porta, se non gradiscono il salario si accomodino). E magari hanno laurea e master… Inquietante…

          3. Alessandro

            @giovi

            Dopo la Germania travolta dai contagi dopo la riapertura e i 151 mila ricoverati in terapia intensiva se si riapre in Italia, ecco un’altra frottola presa per buona dalla stampa, e che le meravigliose commissioni antifakenews puntualmente NON hanno denunciato:

            “Grande rilievo ha assegnato il Tg1 di lunedì 28 aprile, a questa dichiarazione del Commissario Governativo Domenico Arcuri, diffusa attraverso l’Agenzia Nova:

            “Per evitare che anche questa diventi materia di dibattiti comunico che l’Italia è il primo paese al mondo per tamponi fatti per numero di abitanti: a ieri erano stati fatti 2.960 tamponi ogni 100 mila aitanti. In Germania 2.474, il 20 per cento in meno; in Inghilterra 1.061, un terzo che in Italia e 560 in Francia, un sesto”.

            La notizia comunicata è FALSA: sono una decina i paesi che, alla data considerata dal Commissario Arcuri, fanno più tamponi dell’Italia.

            Quanto al confronto con la Germania, è basato su un artificio, che sfrutta il fatto che in Germania il numero dei tamponi viene comunicato solo una volta la settimana. Il dato riportato nel comunicato di Arcuri non si riferisce al numero di tamponi della Germania ieri (27 aprile), ma al numero di tamponi comunicato dalla Germania l’ultima volta che ha aggiornato il dato, ovvero più o meno una settimana prima.

            Se Italia e Germania vengono confrontate alla medesima data (19 aprile), è la Germania a fare più tamponi, non l’Italia (25.1 ogni mille abitanti la Germania, 22.4 l’Italia). Dunque non è vero che la Germania ne fa “il 20% in meno”, la realtà è che ne fa l’11.9% in più.

            Se però vogliamo fare una comparazione sensata, non è certo il numero di tamponi per abitante che dobbiamo confrontare. Per fare un confronto corretto fra due paesi si dovrebbe, come minimo, tenere conto della “anzianità epidemica” del paese. Le cifre da confrontare, in altre parole, non sono quelle dei tamponi totali per abitante, ma dei tamponi al giorno per abitante.

            In Italia l’anzianità epidemica è circa il doppio che in Germania. Se si tiene conto di questo fattore ci si rende conto che la Germania fa più del doppio dei tamponi dell’Italia. Per l’esattezza, fatto 100 il numero di tamponi giornalieri per abitante dell’Italia, la Germania ne fa 241.5.

            Sottigliezze statistiche?

            Per niente. Il fatto che gli esponenti del governo continuino a vantare un (inesistente) primato dell’Italia nel numero di tamponi è un chiaro segnale della volontà di non aumentarne troppo il numero. E’ come se dicessero: se già ne facciamo più di chiunque altro, perché voi giornalisti (e voi cittadini) continuate a infastidirci con questa faccenda dei tamponi?”

            https://www.fondazionehume.it/societa/tamponi-e-fakenews-di-governo-non-e-vero-che-litalia-e-il-paese-che-ne-fa-di-piu/

            1. giovi

              Approfitto della pazienza di Costanza, per seguire Alessandro nel suo ragionamento,anche se stiamo andando leggermente fuori tema, ma forse nemmeno tanto.
              Questa cosa dei tamponi l’ho seguita , da cittadina, molto da vicino : una mia carissima e molto giovane amica aveva la febbre alta proprio nei primi giorni del blocco, insieme a un gran mal di testa e un certo disorientamento, diceva che si sentiva “strana”. Il medico di famiglia l’ha visitata e le ha detto che non poteva richiedere il tampone perché le linee guida erano di farlo solo a chi, con sintomi era stato in Cina o in Lombardia recentemente. Dunque, i genitori e i fratelli della ragazza potevano uscire tranquillamente , e anche la ragazza, dopo pochi giorni di febbre, dato che “ufficialmente ” non avevano diagnosi di sorta. Per fortuna, quella famiglia ha una casa grande, si sono distanziati tutti comunque, nonostante il medico non avesse dato alcuna indicazione in merito, non sono andati al lavoro per giorni ( il loro lavoro è tra quelli che non sono mai stati bloccati ) e la buriana è passata senza strascichi. Altre famiglie, nella mia regione, con la stessa trafila, hanno avuto come vittime sia il primo ammalato, che i conviventi, piano piano tutti finiti in ospedale e man mano chi rimaneva a casa, lo stesso, senza tampone. Ci sono state parecchie accorate lettere firmate sulla stampa locale, non fake, cui hanno anche risposto i sindaci.
              Io mi chiedo, ingenuamente forse, ma per lo Stato non era più conveniente economicamente investire in migliaia e migliaia di tamponi, piuttosto che chiudere tutto ? Quanto poteva costare reperire i tamponi con tutto lo sforzo , economico e di logistica, rispetto al danno economico, morale, psicologico, enorme che ha subito e subisce il Paese ?
              A mio parere si è proprio trattato di una questione di incompetenza.
              ( e non mi si dica che “dopo” è facile parlare, perché ancora oggi, dopo due mesi si cerca di giustificare la carenza di tamponi con la loro inutilità relativa e si mantengono misure drastiche e penalizzanti e poi, non solo ora, ma già all’ inizio di questa triste vicenda era piuttosto chiaro a medici e famiglie incappate nel virus che il problema dei tamponi era centrale per affrontare il virus )

  66. Valeria Maria Monica

    Gentile @Vatti, cosa intende con “attacco”? Una critica ingiustificata e dai toni eccessivi?
    Posso solo risponderle che per me l’unica differenza rilevante è tra critiche precise, vere, fondate, e critiche false (tra le quali le peggiori sono le insinuazioni melliflue e subdole).
    Quanto ai toni, ognuno ha il suo stile, e il mio è sicuramente “bazooka e lanciafiamme” piuttosto che “cioccolatini avvelenati”.
    Quanto al mio codice etico sul tema “critiche al papa”, è questo: non introduco mai l’argomento io, ma intervengo solo in contradditorio con chi, a proposito o a sproposito, introduca il tema “Ma quant’è bravo il papa”.
    E intervengo solo se il contesto e l’interlocutore mi sembrano in grado di reggere il confronto. Non scandalizzerei mai una persona semplice, o giovane nella fede, solo per il gusto di dire come la penso. Ma in questo contesto do per scontato che siate tutti adulti e vaccinati (nel cammino di fede).
    Del resto mi interessa di più discutere con chi non la pensa come me, che ripetere sempre le stesse considerazioni con chi la pensa come me e lo so già. Per questo non intervengo mai in altri blog non esattamente favorevoli al papa, che pure seguo, perché questo è che io sappia l’unico in cui si sentano voci di tutta la Chiesa (negli altri solo troll, non gente disposta a confrontarsi).
    Infine, essendo comunque il papa, non mi fa per niente piacere averne una opinione così negativa e una costante apprensione per quello che ogni giorno tira fuori: quindi non perdo mai la speranza di trovare un giorno qualcuno che mi dica qualcosa di convincente a favore di questo pontificato.

  67. Intanto notizie di oggi su AsiaNews (chi ha modo e tempo faccia le verifiche del caso):

    Moria tragica di vescovi e preti. Il Patriarca Kirill esige obbedienza sulle misure contro il virus.

    Tutte le principali strutture gerarchiche della Chiesa ortodossa russa sono alle prese con i problemi del “corona”: Mosca, Kiev, Minsk, molte altre grandi città, i principali monasteri, i seminari e le accademie teologiche. I preti che disubbidiscono alle misure decise dalla Chiesa rischiano la sospensione o la riduzione allo stato laicale.

    http://www.asianews.it/notizie-it/Moria-tragica-di-vescovi-e-preti.-Il-Patriarca-Kirill-esige-obbedienza-sulle-misure-contro-il-virus.–49943.html

    1. Valeria Maria Monica

      Ma che segnalazione tendenziosa, Bariom!
      Immagino che dovremmo pensare “come siamo fortunati ad avere Conte al governo, wow, così non siamo mica ridotti come quei primitivi degli ortodossi che hanno celebrato la veglia di Pasqua…” ?
      Anche nella mia città il coronavirus è arrivato in un convento di clausura e, una volta entrato, si sono ammalate tutte meno una (sono circa una quindicina). È chiaro che una comunità monastica è come in una famiglia, si vive vicini, negli stessi spazi, e il contagio è estremamente facile. Senza necessariamente poter dedurre che il contagio sia avvenuto durante le liturgie.
      Ho dato un’occhiata ad alcuni degli articoli segnalati sotto quello segnalato da te, e mi pare di aver visto che in maggioranza le chiese ortodosse russe NON hanno celebrato col popolo le liturgie pasquali. Comunque, sinceramente: visto che non conosco la situazione in Russia, quando sia cominciato il contagio, in quale fase si trovino, come la stia gestendo Putin, sospendo il giudizio e rifiuto di dedurre, dal solo articolo da te segnalato, che anche in Italia la celebrazione delle liturgie comporterebbe un enorme aumento nella diffusione del contagio.
      Immagino che risponderai che non volevi indurci a pensare proprio niente e che ti eri limitato a segnalarlo perché ti sembrava interessante.
      Beh, niente è neutro.
      In un momento di accesa discussione sul potenziale pericolo di tornare a celebrare “col popolo”, segnalare senza commenti un articolo che riporta – e in modo abbastanza enfatico – le notizie dei contagi nella Chiesa ortodossa è come dare un piccolo contributo a consolidare la opinione “è pericoloso riaprire le liturgie al popolo”.
      Ci sono troppe differenze nei vari stati sui provvediemnti adottati per poter confrontare solo l’elemento “messe”.
      Ci sono stati (es Polonia) in cui le.liturgie non sono state chiuse al.popolo e nonostante questo l andamento della epidemia è meno letale che in Italia.
      Ogni stato è diverso.

      Io comunque mi sono fatta la convinzione che anche se adesso abbiamo più contagi che in febbraio le riaperture progressive delle attività economiche saranno meno pericolose che a febbraio perché adesso o medici italiani hanno scoperto diverse terapie che evitano il peggioramento dei sintomi fino alla fatale fase polmonite – respirazione assisistita, e ci sono già anche le prime certezze sulla minore o maggiore efficacia dei diversi modi di agire a livello di prevenzione e medicina del territorio.
      E mi domando anche come mai quei geni dei cinesi non hanno scoperto neanche una delle terapie che i medici italiani hanno scoperto in due mesi.
      Ed è in questo quadro complessivo che a questo punto mi sembra naturale che si cominci a ragionare senza panico anche della riapertura ai fedeli delle Messe. Fermo restando che non saranno stati due mesi senza Eucarestia a far morire la nostra fede.
      Ma mentre gradualmente riaprono le attività, perché non dovrebbe gradualmente e ripartire la vita delle comunità cristiane?

      1. @Valeria @Giovi io veramente non vi capisco…

        Segnalazione tendenziosa, “notizia lacunosa”, che caspita volete le notizia come piacciono a voi?
        Cos’è qui vige la censura al contrario?

        E’ una notizia da fonte mi pare attendibile e che peraltro dovrebbe spingerci a preoccuparci per i nostri Fratelli Ortodossi.
        E’ una “fake news”? Fosse dimostrato evviva molto, molto meglio!

        Siete fenomenali, sempre a far dietrologia e a supporre retro-intenzioni.
        Vanno bene solo quelle sui cattivi Vescovi e le nascoste intenzioni del Papa o di chi per lui.

        Vi saluto!

        1. Alessandro

          Per la mia esperienza, asianews è una fonte molto seria e attendibile, quindi non c’è motivo fondato di dubitare della notizia.

            1. Ma pare tendenziose il so
              lo fatto di averla portata all’attenzione…

              Meglio non sapere o nascondere la testa sotto la sabbia… Mah!

  68. giovi

    Bariom, scusa, non si capisce bene perché avresti postato questa notizia, tra l’altro lacunosa sul perché e il percome, che cosa aggiunge, secondo te, al dibbattito !
    ( non mi pare che in Italia si parli di sacerdoti o vescovi contagiati durante la Santa Messa con popolo , ma forse avrò collegato l’argomento trattato qui in modo arbitrario con la tua notizia )

    Alessandro : a leggere i titoli dei giornali, sembra che di nuovo (dopo essere stati negli ultimi giorni sull’orlo del baratro in tutta Europa) ci siano miracolosamente, oggi, pochissimi morti e contagi e tantissimi guariti.
    Come te lo spieghi ?

    1. Alessandro

      @giovi

      Penso francamente che questo rituale del bollettino delle 18 francamente vada preso con le pinze.

      Che cosa viene comunicato, infatti?
      Non certo l’effettivo numero dei nuovi contagiati nelle ultime 24h (cosa peraltro impossibile da sapere con totale precisione), ma solo il numero di nuovi contagiati risultati tali dai risultati pervenuti nelle ultime 24h sui tamponi effettuati.
      Ovviamente, se faccio pochi tamponi, scoprirò pochi contagiati, ma non è che il reale numero di nuovi contagi sia basso perché io faccio pochi tamponi…

      Sul numero dei tamponi in Italia vedi qui:

      https://www.fondazionehume.it/societa/tamponi-e-fakenews-di-governo-non-e-vero-che-litalia-e-il-paese-che-ne-fa-di-piu/

      A proposito.

      Menzione d’onore a “Il Fatto quotidiano” (quotidiano lontanissimo dalla mia sensibilità) che finalmente ci racconta di IDROSSICLOROCHINA ed EPARINA (ve ne parlo in tutte le salse da giorni; continua invece il silenzio in TV: aspettano il vaccino taumaturgico):

      https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/28/coronavirus-da-nord-a-sud-1039-pazienti-trattati-a-casa-con-idrossiclorochina-il-punto-sulla-sperimentazione-crollo-dei-ricoveri/5783544/

      Da Nord a Sud 1039 pazienti trattati a casa con idrossiclorochina. Il punto sulla sperimentazione: “Crollo dei ricoveri”

      “Io sono un medico e, positiva al Covid19, ho immediatamente preso idrossiclorochina: in 3-4 giorni è scomparsa la febbre e gli altri sintomi”. Così esordisce Paola Varese, primario di Medicina oncologica dell’Ospedale di Ovada, in Piemonte. “Ho applicato su me stessa lo stesso protocollo che ho previsto per 276 pazienti a casa”, continua la Varese, sottolineando che “è fondamentale un intervento tempestivo dei medici di famiglia nelle case dei pazienti, con IDROSSICLOROCHINA associata ad EPARINA (e se necessario l’antibiotico). E’ presumibile – dice – che il crollo delle ospedalizzazioni sia dovuto all’uso immediato del farmaco: abbiamo avuto solamente 7 ricoveri: secondo le attese proiettive dell’ISS avremmo dovuto averne 55”.

      Luigi Cavanna: “Dal 25 febbraio, ho trattato 209 pazienti e nel 90% dei casi la risposta è stata positiva. Sono crollati i ricoveri: dal 30% di ospedalizzati (casi gravi o moderati) si è passati a meno del 5%”. Il cambiamento, secondo Cavanna, è arrivato con la somministrazione dell’idrossiclorochina fin dalle prime fasi della malattia, quando i pazienti erano a casa, e ha avuto come conseguenza il ricovero di pochissimi casi in condizioni acute. Un trattamento che, stando ai dati preliminari raccolti e sistematizzati da 5 Asl diverse su 1.039 pazienti, sta funzionando in tutta Italia…

      Che si debba intervenire sin dall’inizio della sintomatologia, ne sono convinti anche a Imola. “Abbiamo iniziato a somministrare idrossiclorochina a domicilio il 27 marzo e da allora sono 231 i pazienti trattati in modo tempestivo”. A raccontarlo è Andrea Rossi, Commissario Straordinario dell’Azienda Usl di Imola. I risultati? “Abbiamo avuto una riduzione del 50% degli ingressi in intensiva e nei pronto soccorsi per ospedalizzazione”. Il Direttore del dipartimento di Oncologia, Antonio Maestri, ci racconta che “a due settimane dall’inizio dei trattamenti domiciliari siamo passati da 15 a 7 pazienti in intensiva, e da 70 a 35 pazienti in posti letto non-intensivi: un calo evidente”.
      La domanda, a questo punto, è se il calo delle ospedalizzazioni possa essere dovuto al lockdown. “È un’ipotesi da valutare” argomenta Rossi, secondo cui “quello che le posso dire è che ci sono crescenti evidenze sul ruolo della terapia antivirale precoce, che ha come base IDROSSICLOROCHINA, associata a farmaci antivirali e/o antibiotici, ed EPARINA”. Certo è che dal 27 marzo al 12 aprile, mentre le curve dei “contagi” e dei “decessi” della Regione Emilia Romagna crescevano, le stesse avevano un’andamento opposto ad Imola: decrescevano. “Le ripeto, il trattamento domiciliare potrebbe aver drasticamente ridotto gli ingressi al Pronto Soccorso”, conclude Rossi, “e stiamo aspettando ulteriori conferme da una pubblicazione scientifica”.

      “A mettersi di traverso c’è anche la burocrazia, che sta rallentando un approccio in cui la tempestività è fondamentale. Per essere efficace, infatti, il trattamento va avviato precocemente, meglio se entro 48-72 ore dalla comparsa dei sintomi nei sospetti Covid19 (quali: anosmia, ageusia, febbre, tosse, diarrea, dolori muscolari intensi).
      Antonio Marfella, oncologo e Dirigente responsabile Farmacologia clinica dell’Istituto Pascale di Napoli è molto diretto: “Da noi ci vogliono almeno 3 giorni per un tampone, se tutto va bene. Poi vanno aggiunti altri giorni per avere idrossiclorochina a casa dalla farmacia ospedaliera, e così si compromette il trattamento”. “All’imponente macchina organizzativa messa moto in Campania per contrastare Covid19 – aggiunge – mancano le terapie a domicilio, che in questo momento sono le uniche in grado di intervenire sulla malattia prima che sia troppo tardi, ed evitare i ricoveri e le acutizzazioni e – conclude – voglio anche dire che si tratta di un farmaco che costa, per tutto il ciclo terapeutico, poco più di 10 euro”.

  69. “Coronavirus, «tutti i malati sviluppano anticorpi entro 19 giorni. E non ci si riammala» ”

    Ecco una notizia bella (di quelle che metteranno l’animo in pace a @Valeri, @giovi e @compagnia bella, che avrei comunque postato dopo quella sulla pare (eh si, il pare è d’obbligo sennò aiuto…) moria di sacerdoti un Russiae che corrisponde all’esperienza diretta (intesa sulla sua pelle) di mia moglie.

    https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_aprile_30/coronavirus-tutti-malati-sviluppano-anticorpi-entro-19-giorni-e42c6106-8ad9-11ea-a2b6-e57bd451de7e.shtml?&appunica=true

    Lo studio pubblicato su NATURE MEDICINE a dare maggiore attendibilità alla cosa.

  70. Scusate la scarsa sintassi, l’esperienza di mia moglie è corrispondete all’azione del virus, non certo alla situazione in Russia…

  71. giovi

    Ehi, Bariom, calmati : non ho ancora letto l’intervento di Valeria Monica , quindi non saprei nel merito, ma IO ti ho solo fatto una domanda !!!
    Ma che è sto modo di reagire ?
    ( Non mi far fare torto alla tua intelligenza : il fatto di postare questa notizia , in questo contesto, dava adito a domande e io ti ho semplicemente fatto una domanda ! Chi è che vuole la censura ? boh, doppio boh : non facevi prima a rispondere che c’entrava questo articolo col tema ? Poi dicono che le donne sò umorali !)

    Alessandro, parlo sempre per me, non ho affatto detto che l’articolo sui poveri preti ortodossi morti di coronavirus fosse lacunoso, ma, messo in una discussione sull’apertura alle messe con popolo, che fosse lacunoso
    ( ovviamente, non sapevano che Bariom l’avrebbe inserito qui !) come contributo su questo tema !

  72. Valeria Maria Monica

    @Bariom, dopo 265 commenti forse si sono creati diversi filoni, ma io davo per scontato che il tema principale fosse: la celebrazione delle messe col popolo IN ITALIA.

    In riferimento a QUESTO punto, parlare dei preti ortodossi non aggiunge nulla ed è solo fuorviante, perché colpisce fortemente la emotività senza in realtà dare nessuna notizia abbastanza precisa da poter servire come termine di confronto per la situazione in Italia.

    Al tuo intervento sia io sia Giovi senza che nessuna avesse letto l’altra, abbiamo avuto la stessa reazione ( “ma che ci azzecca?”)

    In più, io che sono più fetente di Giovi ti ho accusato di avere deliberatamente postato l’articolo per ribadire implicitamente i pericoli della riapertura delle messe anche in Italia.

    Ma ti chiedo perdono della accusa, in effetti è ben possibile che tu non l’abbia fatto DELIBERATAMENTE.

    1. giovi

      Che poi, tanto cancan e Bariom conferma le obiezioni poste da me e Valeria ! Cioè un uso strumentale della notizia !
      Anche Bariom, sempre perfetto, può avere una caduta di stile o no? 🙂

      Un’altra caduta di stile di Bariom, per quanto mi riguarda, è il trattarmi come una poraccia perché ho criticato il mio vescovo : caro Bariom , ripeto che non ho fatto nomi e nemmeno cognomi, ho solo espresso il mio rammarico per alcune frasi precise, come il fatto di dire di non lamentarci, come cristiani, perché anche altre cerimonie sono state vietate ! Per curiosità, tu credi che si debba essere sempre e comunque d’accordo con un vescovo, anche quando dice simili enormità? Ha paragonato la Santa Messa ad ” altre cerimonie” e lo ha fatto per iscritto ! Oltre a tante altre cose molto discutibili, a mio parere, come aver vietato la Messa prima ancora che la vietasse il governo o come aver trattato da fanatici i cristiani della nostra diocesi che agognano l’eucarestia , criticando molto il fatto che avevano manifestato la loro contrarietà sui social . Capirai, lui ha avuto parole di fuoco durante la messa in diretta facebook ! Che poi, sopra, l’ho citato solo per dire che se è il vescovo a pensarla così, ahivoglia fare piante e piantine: la messa non si fa , perché il vescovo dice anche che la salute è la cosa più importante e, aggiungo io, partecipare ai sacramenti è più nocivo per la salute che andare in tabaccheria o al supermercato, evidentemente !

      In ogni caso, voglio bene al mio vescovo , l’ho sempre stimato e seguito : in questo frangente l’ho seguito, ma non l’ho stimato.

      Un po’ come Bariom: gli voglio tanto bene, ma quando la fa fuori dal vaso, lo noto comunque !
      ( Bariom, spero tu abbia apprezzato il fatto che ti ho paragonato a un vescovo !
      🙂 )

  73. Antonio Spinola

    Comunque, a proposito di prevenzione…

    “…prolungare le reclusioni oltre le 4 settimane è un danno perché aumenta oltre il 2 % il tasso delle persone che si ammalano. La causa dell’evidente indebolimento delle difese immunitarie: la mancanza di sole certamente. E la mancanza delle nostre chiese? Non è evidente che un popolo separato dai suoi riti, si deprime e muore? Se una persona fortemente religiosa subisce l’impedimento ai propri riti, il cortisolo annienterà il suo sistema immunitario e diventerà più sensibile all’infezione.”
    (Silvana De Mari)

  74. Rosa

    Silvana De Mari
    @Silvana_demari
    Autobus di 40 mq: possono entrare 16 persone.
    Negozio di 40 mq: 1 alla volta.
    Chiesa di minimo 150 mq: 1 morto e 15 vivi, ma non 15 vivi e basta, ci vuole sempre il morto.
    A questo capolavoro di logica hanno lavorato 450 esperti

    Io non son brava in matematica: infatti 450 non mi torna!

I commenti sono chiusi.