La legge è uguale ma non per tutti

di Costanza Miriano

È una vicenda molto dolorosa, soprattutto perché sono coinvolti due bambini o quasi, un piccolo di sette mesi e un ragazzino di quattordici anni, e ci dispiace usarla in modo strumentale, però la contraddizione che emerge da questa storia è davvero clamorosa. Brevemente: una donna di Prato, sposata, ha avuto un figlio da un adolescente , la vicenda è notissima. Ieri è stata messa agli arresti domiciliari, e al marito è stato notificato un avviso di garanzia perché all’anagrafe ha dichiarato che quel figlio era suo, mentre secondo gli inquirenti c’è il dubbio che sapesse già la verità quando è andato a comunicare la nascita del bimbo della moglie.

È difficilissimo entrare a gamba testa in questa storia di dolore, che io personalmente leggo come un atto di generosità, se davvero le cose stanno come sembra (ma, dico la verità, non so precisamente come stiano le cose perché non riesco a leggere gli articoli fino in fondo, mi fa male pensare a tutto il dolore messo in moto). Quello che resta, per me, è un uomo che virilmente decide di perdonare la sua donna, di dare un padre a quel bambino, di tenere la famiglia unita nonostante lo strazio.

Ma a parte tutto questo, perché notificare un avviso di garanzia all’uomo che avrebbe dichiarato il falso, mentre da Torino a Roma a Catania i registri dell’anagrafe iscrivono la nascita dei figli di genitori dello stesso sesso, che sono dei falsi di sicuro, senza l’uso del condizionale? Visto che un bambino non può nascere – matematicamente, lo so dalla terza elementare – che da un uomo e da una donna, anche se i semi e gli ovuli vengono comprati, venduti, affittati, shakerati, come può un ordinamento giuridico ammettere che da una parte si dichiari il falso senza ragionevole dubbio, e dall’altra punire la stessa condotta? Perché il sindaco Appendino può fare orgogliosa la foto con la mamma di un bambino e la sua compagna che si dichiara mamma allo stesso modo, mentre un padre che accetta di fare da padre di un figlio non suo viene indagato?

Direi che siamo davanti a un evidente caso di eterofobia.

In realtà in materia la magistratura non ha una condotta uniforme in tutto il paese: ci sono sentenze della corte di appello di Roma e di Trento a favore del riconoscimento di bambini da parte di due persone dello stesso sesso, di cui ovviamente una sola padre o madre del piccolo, mentre a Roma recentemente la Procura della Repubblica ha impugnatola trascrizione disposta dal sindaco Raggi dell’atto di nascita di una bambina iscritta come “figlia di due padri”. La decisione della magistratura di Prato va nella stessa direzione della Procura di Roma.

La legge però continua a vietare in Italia l’utero in affitto e la fecondazione eterologa, sia per le coppie dello stesso sesso che per quelle composte di uomo e donna. E continua ad affermare che nel superiore interesse del bambino si può affidare un piccolo a un genitore non biologico solo in seguito all’adozione.

Non sono in grado di entrare in questioni giuridiche troppo tecniche, ma mi limito a rilevare la contraddizione. Quando un bambino è nato naturalmente da un uomo e da una donna, anche se c’è un reato, una violenza su un minore come in questo caso, la legge è chiara: padre e madre sono quelli biologici. Quando per aggirare il limite biologico di una relazione per sua natura sterile, due adulti adottano condotte non ammesse in Italia, la giurisprudenza in alcuni casi sceglie di assecondare il desiderio degli adulti.

Credo che questa vicenda porti al pettine il nodo cruciale. Occorre stabilire il punto con chiarezza incontrovertibile, perché quello di ergere il desiderio e la volontà degli adulti sui minori a verità è un principio pericolosissimo. La verità è una sola, e non si può generare in base al desiderio, nonostante sia questo il clima culturale nel quale siamo immersi. Gli individui non possono ergersi a generatori di una verità che non è quella reale, naturale. Il padre e la madre sono il padre e la madre, altre figure che vogliono prendersi cura dei bambini sapranno amarli sicuramente molto, magari saranno genitori meravigliosi, ma non si può pretendere che la legge li dichiari padre e padre, o madre e madre, che segua il desiderio umano, perché si sfonda una barriera, quella della realtà, e si entra nel soggettivismo più incontrollabile. Le conseguenze sono imprevedibili e incontrollabili, e mettono in discussione le basi del diritto.

Mi pare che la scritta “la legge è uguale per tutti” campeggi ancora nelle aule dei tribunali, giusto? È uno dei principi alla base del diritto. Perché alcuni allora possono intestarsi dei figli, mentre altri devono passare al vaglio di molti esperti prima di ottenere un’adozione? Perché per l’adozione ci sono tempi e regole e costi, mentre altri possono dire “questo è figlio mio” solo perché ne amano la madre o il padre? Perché poi alcune persone possono decidere deliberatamente e preventivamente di privare un bambino della madre o del padre, infliggendo quindi una grave perdita a quel minore incolpevole, visto che la presenza del maschile e del femminile è fondamentale per la crescita armoniosa della persona?

Ma soprattutto, se la legge è uguale per tutti, perché per qualcuno non lo è? Non è che per caso, come dice Orwell, tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri?

13 pensieri su “La legge è uguale ma non per tutti

  1. Qualche giorno fa discutevo con un amico di altre cose, ovvero delle falsità diffuse sul WCF di Verona, sul medioevo descritto dagli ignoranti, sulla vergognosa condotta della Gruber con Gandolfini (e altri), eccetera. Se ne concludeva che della verità se ne fregano tutti: e non solo della verità, ma anche della logica. È il trionfo dell’arbitrio, la legge della giungla: il magistrato che si trova nella possibilità di emettere una sentenza arbitraria la emette, il giornalista che può scrivere falsità le scrive, il politico che si sente impunito può tranquillamente calunniare l’avversario, eccetera. Nessun dialogo, ma uno scontro totale, possibilmente dopo essersi assicurato che l’arbitro di turno sta dalla propria parte. Dunque possiamo anche denunciare i paradossi che descrivi, ma non convinceremo quella gente: finché potrà fare quel che vuole, lo farà.

    Mi chiedo in generale se non abbia più alcun senso – almeno per il presente – tentare la strada apologetica, se non per il fine di rendere comunque testimonianza alla Verità, finché la Verità non si deciderà ad intervenire.

    1. Natale

      Gentile Fabrizio, provi a cercare in qualche archivio on line come l’Unità, all’epoca quotidiano del “più grande partito comunista d’Europa” titolò il grande discorso di inizio pontificato di S. GPII. Pensi poi quale sia oggi, di fatto, il partito di riferimento per molti cattolici e per quasi tutta la gerarchia, a partire dai parroci in su, della Chiesa Italiana.
      E così vedrà che si é semplicemente realizzata la profezia di Del Noce sul futuro dell’Italia, quella che prevedeva un abbraccio fra cattolici e comunisti cementato dalla comune mancanza di fede.

      1. Natale

        Ho voluto cercare l’affermazione esatta di Del Noce e ho fatto una “scoperta”. Non me lo ricordavo ma sa come il filosofo chiamava questo abbraccio?
        Neoclericalismo.
        Interessante vero?

        1. Quello che trovo incredibile è come Del Noce sia stato di fatto censurato in ambito cattolico. Voglio dire: io fino a sei anni fa non facevo grandi letture cattoliche, tantomeno nell’ambito dei pensatori contemporanei; tuttavia mi erano ben noti parecchi nomi, che comunque facevano parte del dibattito che alla fine, in qualche modo, raggiungeva anche una persona non particolarmente interessante come me.

          Ma Del Noce no, praticamente manco sapevo che esistesse.

          1. in qualche modo, raggiungeva anche una persona non particolarmente interessaTA come me.

            (ovviamente, è anche vero che non sono particolarmente interessante)

  2. cinzia

    Sembra che la verità (e soprattutto la Verità) non abbiamo più alcun valore. Diventa vero solo quello che io decido che è vero, e se la realtà dice il contrario, peggio per la realtà.
    È difficile vivere in queste condizioni senza ribellarsi, ma, come dice Fabrizio, possiamo solo testimoniare la Verità, finché la Verità non si deciderà ad intervenire

  3. @Fabrizio ha toccato il punto (o comunque un punto saliente)…

    “La legge è uguale per tutti” ? NO

    E perché? Perché ogni Magistrato è libero di interpretare e applicare la Legge in modo arbitrario* nei limiti della legge, ma in quel “arbitrario” ci sta tutto e il contrario di tutto…

    *anche se “arbitrario” non sarebbe termine del tutto corretto in quanto significa “senza regole o senza norme, in modo abusivo”. Regole e norme esistono, ma è alla piuttosto libera interpretazione del Magistrato, che viene lasciata la loro applicazione.

    1. Perché la giustizia umana, ammesso che sia anche codificata correttamente, sono solo parole su carta. Non sono una persona, capace di farle rispettare. Se i giudici sono persone pavide, inerti, corrotte, la legge umana non si fa rispettare da sola, non si alza in piedi a pronunciare parole in difesa del giusto. E vale per tutto: il metodo scientifico ha grandi meriti, ma se gli scienziati sono corrotti, ideologizzati, pavidi, un gruppo potrà imporre le proprie idee in barba alla scienza e al metodo scientifico, che è fatto solo parole scritte su manuali, che non si alzeranno in piedi a contestare l’errore.

      E anche il dialogo è vano, come ormai è ampiamente dimostrato dalla cronaca; è un confidare nella logica e nella dialettica umane, che possono essere obnubilate dall’ignoranza, per non dire dalla semplice volontà di mentire. Con il dialogo al massimo salviamo qualche anima (per carità, è comunque importantissimo), ma non cambiamo il sistema.

      L’umanità si è messa in mano ad idoli, confidando vanamente in loro. Purtroppo anche la Chiesa visibile, negli ultimi tempi, ci ha messo in mano a loro.

      Quelli che fabbricano immagini scolpite sono tutti vanità;
      i loro idoli più cari non giovano a nulla;
      i loro testimoni non vedono,
      non capiscono nulla,
      perché essi siano coperti di vergogna.
      Chi fabbrica un dio o fonde un’immagine
      che non gli serva a nulla?

      E ancora:

      I loro idoli sono argento e oro,
      opera delle mani dell’uomo.
      Hanno bocca e non parlano,
      hanno occhi e non vedono,
      hanno orecchi e non odono,
      hanno naso e non odorano,
      hanno mani e non toccano,
      hanno piedi e non camminano,
      la loro gola non emette alcun suono.

      La giustizia può essere tale solo se è una Persona, che non solo impartisce direttive, ma le fa rispettare. Con misericordia, con amore, ma le fa rispettare. Per questo non ci sarà legge, costituzione, metodo scientifico che regga, finché non sarà rifondato sull’autorità divina. Come diceva GPII: spalancate le porte a Cristo; i sistemi economici, quelli politici, culturali, eccetera. Solo la regalità sociale di Cristo può riportare la giustizia sulla terra. Roba da medioevo, evidentemente.

  4. Giacomo

    “Mi chiedo in generale se non abbia più alcun senso – almeno per il presente – tentare la strada apologetica, se non per il fine di rendere comunque testimonianza alla Verità, finché la Verità non si deciderà ad intervenire.” …… lasciamo che sia l’errore a mettere in Luce la Verità …..

  5. Lara Gallina

    Chiara, puntuale, logica e appassionata Costanza, come sempre. Condivido ogni parola…sono sempre più amareggiata e addolorata che la tutela de i cosiddetti diritti degli adulti (che è poi alla fine, la tutela dei loro personali bisogni) passi davanti al rispetto e alla tutela dei bambini (che sono, oggettivamente, più deboli e più vulnerabili dell’adulto) in un clima sociale e culturale sempre più orientato in senso narcisistico. Come scrive Costanza “ergere il desiderio e la volontà degli adulti sui minori a verità è un principio pericolosissimo”. Io, aggiungerei, è violenza! Spero e credo nelle persone oneste, autentiche e sincere (oltre che preparate per sostenere le loro ragioni) che, con l’aiuto dello Spirito, possono gettare piccoli semi di bene e di verità, sperando con tutto il cuore che anche il seme che cade sulla pietra possa, per un colpo, di vento, venir trasportato sulla terra buona.
    Lara

  6. Daniele

    Spero che ci siano casi in cui un padre ha riconosciuto un figlio che la moglie ha avuto da una relazione extra matrimoniale, spinto dalla forza del perdono. Non credo che ciò sia condannato dalla legge. Non ho approfondito la vicenda. Anch’io spesso faccio fatica a leggere gli articoli fino in fondo. Probabilmente il marito è indagato non per aver iscritto il bambino all’anagrafe come suo ma perché considerato a conoscenza dei fatti, cioè che il figlio era nato da una relazione con un minorenne e ha “coperto” il fatto.

      1. Adelaide

        Forse il punto potrebbe essere che con il suo riconoscimento impediva il riconoscimento da parte del padre 14enne e della di lui famiglia, che magari questo bimbo innocente lo avrebbero accolto comunque…

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