Esercizio interiore per bagnanti

di Emanuele Fant per Credere

Nella classifica dei vizi dell’estate 2017, si fa strada verso il vertice una abitudine diffusa, la cosiddetta “soluzione nel taschino”, io ne registro esempi con frequenza sempre maggiore. In ogni fila in banca o al gelataio, in qualsiasi locale deputato ad aspettare, si palesa presto un capopopolo pronto a spiegare ai presenti la banalità del nodo che li trattiene.

Sala d’attesa del medico. Un cinquantenne coperto di sudore agita in aria la sua cartellina delle analisi, e sbotta: “Basterebbe togliere il numero chiuso a medicina, e avremmo più dottori. Risolveremmo la questione delle file”.

Metropolitana. Un africano viene sorpreso senza il biglietto, deve abbandonare il vagone. Una signora osserva la scena e commenta: “Se glieli facessimo scavare a loro, i tunnel della linea 5, con le mani, poi vedi che non arrivano più barconi. Finito il problema dell’immigrazione”.

La diffusa convinzione di avere sempre una soluzione (teorica, inapplicabile, crudele) a portata di mano, è una tentazione diffusa quanto pericolosa, perché produce rancore e immobilismo in parti uguali, il peggior veleno con cui nutrire il futuro. Siamo sicuri che basti sempre il buon senso della massaia per risolvere una crisi monetaria internazionale? Abbiamo l’umiltà di ricordare che la realtà è più complessa dei nostri sguardi risentiti e parziali?

Esercizio per lo spirito da fare sotto all’ombrellone: comprare un giornale. Aprirlo senza rancore. Scegliere una notizia, leggere e non commentare, ricordare che probabilmente quella storia ha più retroscena di quanto possiamo percepire in dieci righe. Darsi tempo per approfondire, mordersi la lingua se sta spiegando come ci si doveva comportare; semmai pregare per i protagonisti.

Chiudere il quotidiano. Salutare il vicino di sdraio che non trovava parcheggio e sostiene che il problema sta tutto nella solita idiozia di noi italiani. Ricordargli che fa media con l’intelligenza dei connazionali. Sorridere, se non sembra capire. Se si alza, scappare.

 

 

10 pensieri su “Esercizio interiore per bagnanti

  1. giuseppe

    chiedilo a Maria Geusa quanto complicati possano essere i retroscena. misericordia anzitutto. poi perdono e comprensione

  2. Luigi

    Giusto! 😀

    Almeno per quanto riguarda gli africani in Europa, in effetti, i fatti hanno dimostrato che c’erano ben più retroscena di quanto asserissero i giornali e Saviano.

    Esercizio estivo per l’anima (notare l’incipit); letto anni or sono, in un blog della Resistenza Cattolica:

    “Non leggere i giornali. Fuggire le terze pagine. Non cedere ai dibattiti. Esaltare la fedeltà. Non temere il disonore. Badare ai concetti più che alle parole. Evitare la biblioteca di “Repubblica”. Evitare i grandi romanzi del “Corriere”. Evitare le Garzantine. Evitare i Grandissimi del ‘900. Evitare i Nobel della letteratura. Evitare i grandi libri della scienza (ateismo postulatorio: Odifreddi, Hack, Dulbecco, Hawkins, etc.). Evitare i Classici dell’arte. Evitare i Protagonisti della storia. Evitare la dvdteca storica. Evitare i grandi fotografi. Evitare la grande enciclopedia del gatto. Evitare le grandi biografie. Evitare i grandi capolavori della pittura. Evitare i manuali del benessere. Evitare i bestseller italiani. Evitare la biblioteca Adelphi. Evitare il calendario Pirelli (il mito in esclusiva per te). Evitare la Bibbia di Gerusalemme (in 12 pratici volumi). Schifare il cinema, i test, gli oroscopi, le lettere al direttore, gli editoriali, i convegni, le opinioni, i tiggì, i documentari, i contenitori, le pubblicità, le novità editoriali, l’intiera e ignobile programmazione di Radiotre. Misconoscere i comici. Leggere solo quel che si copierebbe a mano, se la sua sopravvivenza dipendesse da noi. Dare importanza a tutto ciò che ci circonda e ci abbraccia ed è vivo. Cercare i volti e le mani. Evitare i discorsi inutili. Non trascurare la preghiera. Amare il raccoglimento. Essere cordiali. Non guardare a chi parla, ma a quello che dice. Coltivare il discernimento, la confidenza, l’abbandono. Giuocare tiri birboni. Esercitare la memoria. Difendere l’intreccio dei sensi, la realtà delle cose, la maestà della vita, dall’incombere funesto dell’irrealtà”

    Ciao.
    Luigi

    1. @Luigi

      Sottoscrivo (faccio un’eccezione per i “documentari”, in quanto poi si dovrebbe definire meglio il concetto). Peraltro, facendo una ricerca, noto che il testo da te riportato è di più di dieci anni fa. La lista delle cose da evitare (specialmente le “ignobili programmazioni”) è notevolmente cresciuta nel frattempo (ed effettivamente, anche sui “documentari” la mia tolleranza è crollata in questi dieci anni).

      1. Luigi

        Beh, avevo scritto che risaliva a qualche anno or sono! 🙂

        Era “il piccolo Zaccheo”, ospitato da Splinder. Mi sembra che nemmeno esista più, Splinder.
        Sul resto, hai ragione. Ancora dieci anni fa esistevano i “valori non negoziabili”. Oggi è una corsa sfrenata a essere più realisti del re (ma quello sbagliato).

        Un Povia che vince Sanremo con “Luca era gay” oggi sarebbe improponibile. E sono passati pochissimi anni.
        Motus in fine velocior…

        Per fare solo un modesto esempio, ascoltavo forse ieri, forse sabato, un servizio di Rai News relativo al cinquantesimo anniversario della tourneé italiani dei Beatles.
        Diabete fulminante.
        A parte questo, la cosa più insopportabile è che il giornalista dava per scontato che adesso tutti – compresi i refrattarj – si fossero convinti della grandezza artistica di questi quattro cialtroni (o erano cinque?).

        Io, ancora convinto del contrario, è come se nemmeno esistessi! 😛

        Ciao.
        Luigi

  3. PieroValleregia

    salve
    per evitare tutto ciò, non compro giornali da almeno quindici anni, non seguo tg da almeno dieci, raramento leggo uno scrittore contemporaneo, escluso qualche avvenimento sportivo (di vario tipo e con l’audio al minimo) non guardo tv e, le rare volte che riusciamo ad andare in vacanza, si va in montagna, Val Maira (CN), stupenda e poco frequentata.

    saluti e buona Festa dell’Assunta
    Piero e famiglia

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