Lettera enciclica DEUS CARITAS EST del Sommo Pontefice BENEDETTO XVI ai vescovi ai presbiteri ai diaconi alle persone consavrate e a tutti i fedeli laici sull’amore cristiano.
INTRODUZIONE
1. « Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui » (1 Gv 4, 16). Queste parole della Prima Lettera di Giovanni esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell’uomo e del suo cammino. Inoltre, in questo stesso versetto, Giovanni ci offre per così dire una formula sintetica dell’esistenza cristiana: « Noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto ».
QUI l’editoriale di Eugenio Scalfari di oggi 16 aprile 2017
Scalfari si è perso 2013 anni di storia della chiesa se scopre adesso che Di è amore! Perché lo dice p. Francesco adesso? Da papa Benedetto non lo voleva sentire per puro pregiudizio ideologico!
Pare brutto se lo scrivo?
Ma quante ca***te è riuscito a condensare in questa pagina lo Scalfari?
Ci sono alcuni passaggi che trovo imbarazzanti…
Buona Pasqua a tutti!
Ma quante ca***te è riuscito a condensare in questa pagina lo Scalfari?
Èungenio Scalfari. Più invecchia e più migliora. Questi tre commenti al suo articolo dicono tutto quel che c’è da dire:
Johan Padàn
In disaccordo con il solitamente savio Scalfari [ndr, vabbè, lasciamo perdere], trovo questo Pontefice sempre meno convincente.
Da non credente, confesso una struggente nostalgia per quel simpaticone di Papa Vojtyla.
acaro basito
Sono Ateo.
E nulla, ci tenevo davvero a dire che mi irrita tantissimo che Scalfari parli per me.
Scrivendo baggianate peralt[r]o.
ettore28
E’ vero, Scalfari parla solo a nome di se stesso, da inguaribile narcisista. Resta ridicola la sua pretesa, quando parla di arte[,] filosofia, di scrivere la sintesi del bignamino.
Le citazioni a casaccio d[i Gi]otto, Spinoza, Montaigne sono davvero comiche. Da settimana enigmistica. Sembra un mediocre studente di liceo.
“Sembra un mediocre studente di liceo”
Considerato che circa il 70% degli italiani è fondamentalmente analfabeta – come da incisiva osservazione di Paola Mastrocola – ne discende che uno Scalfari giganteggi come intellò.
Ai tempi di Giotto nemmeno l’avrebbero accettato in qualità di garzone…
Buona Pasqua a tutti!
Luigi
Ai tempi di Giotto nemmeno l’avrebbero accettato in qualità di garzone…
Quel che mi rincuora è che, sin da quando era attivo giovincello del GUF, non ha mai capito niente del mondo; anzi, per essere preciso, lo ha capito sempre alla rovescia.
Buona Pasqua.
Scalfari e’ un ignorante, un collaborazionista, un ex fascista banderuola e traditore della patria. Quando crepera’ sara’ sempre troppo tardi. Questo porco deve lasciare stare una perla come la lettera enciclica “Deus est caritate”.
“Creperà” quando il signore gli darà di “crepare”…
Per allora, similmente a ciò il Signore desidera, dobbiamo sperare si sia convertito.
A Luigi vorrei dire che, in effetti, ora ci sono tanti analfabeti di ritorno, mentre ai tempi di Angiolo da Bondone, la maggior parte della gente era analfabeta in senso proprio. No, no, una società veramente alfabetizzata, penso sia di là da venire.
A Bariom: mi associo pienamente a quello che dice lui e dissento invece con quello che ha detto procopio (oltretutto un thread intitolato “Dio è amore” è il luogo meno indicato per affermazioni del genere………….).
Pur se “cattiva” detesto anch’io quelli che fanno Dio…. Si scatenano soprattutto dopo le dipartite che è il momento in cui dovremmo stare tranquilli e metterci da parte perché è l’ora della Giustizia e della Misericordia supreme. Tutt’al più diciamo una preghiera: non va mai persa nemmeno se l’anima è dannata, il Signore trova sempre su chi dirottarla….
per avere un giudizio sereno su Scalfari bisognerebbe prima depurare i commenti di molti dall’invidia da ‘lesa maestà’ per il fatto di essere stato scelto come interlocutore del papa, al posto di tanti dottori teologi certificati. L’umiltà di questo Papa nell’ascolto dei pareri e dei pensieri di chi , pur professandosi ateo, ha dimostrato con la vita di avere di un pensiero libero è imperdonabile per alcuni perbenisti cattolici , al punto da suscitare invettive alla Procopio , indegne di un cristiano .
Procopio ha perso la pazienza e dovrebbe meditarci su. In ogni caso, solo un fesso può essere invidioso di Scalfari. Il suo pensiero è libero dal buon senso e dall’intelligenza, proprio come il tuo.
Quanto all’ “umiltà” di Francesco, essa è ben dimostrata dal suo rifiuto di rispondere ai dubia, dal suo rifiuto persino di ricevere in udienza i cardinali (Burke ha recentemente detto che attende da mesi, invano), dal suo sguinzagliare sgherri ad insultare e deridere chi ha formulato i dubia (l’ultimo in una lunga serie il card. Maradiaga), eccetera.
MenteLibera65 hai presente la pubblicità dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica? Quella che recita: chiedilo a loro? Bene: se ne fossi capace potrei fare un video di tre ore (minimo) con una sfilza di componenti del gregge (da semplici fedeli a vescovi) che potrebbero dire quanto Francesco sia umile! Chiedilo a loro va’! Che l’umiltà non è fare pipì in un cesso pubblico! Sapessi a quanti non ha risposto!
Intanto bisognerebbe verificare se invece i Papi precedenti rispondevano a tutti. Ne dubito fortemente. Erano ancora più inaccessibili, e più si va indietro nel tempo e più lo erano.
Poi bisogna vedere se le domande poste non fossero maliziosamente poste proprio per ottenere risposte da strumentalizzare.
In terza battuta, Giusi, si…l’umiltà è anche fare pipì al cesso pubblico , pagarsi i soggiorni e vivere in 70 mq invece che in 500 mq. San Francesco non viveva nel lusso, e prima di lui la maggior parte dei Santi hanno vissuto vite di stenti e precarietà. Il Papa, anche così, gode di mille privilegi rispetto ad una persona normale, ed è giusto che dia esempio di sobrietà. Ti risulta che Gesù vivesse nel lusso ?
Ma sopratutto l’umiltà è ascoltare anche quando si avrebbe la posizione ed il ruolo e la teorica ragione per non farlo.
La realtà è che poichè questo Papa non vi piace per le sue posizioni teologiche, allora lo attaccate anche per il suo comportamento personale.
Sei l’abbonato tipico del mio Papa. Io ho un paio di amiche alle quali Papa Benedetto ha risposto. Proprio lui, non letterine standard. La pipì al cesso pubblico è ostentazione di umiltà tanto più quando poco prima aveva evitato apposta di fermarsi in arcivescovado…. Informati su come viveva Pio XII senza ostentare… Gesù aveva amici ricchi (la stessa famiglia di Lazzaro lo era) e donne ricche che lo seguivano e provvedevano con i loro beni alle sue necessità e a quelle degli apostoli. Che significa si paga i soggiorni? Lui vive in un albergo che è tutto a sua disposizione non fosse altro che per motivi di sicurezza. Gli altri Papi occupavano qualche stanza del Palazzo Apostolico che comunque è vuoto e funzionante perché gli incontri ufficiali avvengono là, non è che ci abbia messo dei profughi, quelli li rifila tutti a noi. Umiltà è ascoltare tutto il gregge e invece lui ha figli e figliastri e crea malumori e divisioni. E’ amato dal mondo contrariamente a Gesù…
“chi , pur professandosi ateo, ha dimostrato con la vita di avere di un pensiero libero è imperdonabile per alcuni perbenisti cattolici”
http://www.roars.it/online/wp-content/uploads/2015/07/CONTRODINECOMPAGNI.jpg
Ciao.
Luigi
Scusa, Luigi, ma a te risulta che Scalfari, sia mai stato nel PCI? Perché a me non consta affatto.
In quanto alla sua adesione al GUF,…..beh…in quel periodo era naturale che un un giovane universitario vi fosse iscritto.
Una cosa è essere iscritto al GUF, un conto è fare il capetto scalpitante che per farsi notare scrive apologie del manifesto della razza. Questa fu una delle sue affermazioni pubblicate su “Roma Fascista” il 24 settembre 1942:
“Gli imperi moderni quali siamo noi, li concepiamo e sono basati sul cardine “Razza“, escludendo pertanto l´estensione della cittadinanza da parte dello stato nucleo alle altre genti”.
Il riferimento si può ritrovare su Google Books, “La razza nemica: La propaganda antisemita nazista e fascista”.
Ma aveva 18 anni, perbacco! Quale studentello diciottenne, appena un po’ intellettualmente brillante, non cerca di farsi notare, magari scrvendo cose di cui, in età matura, certamente si vergognera’?
“Ma aveva 18 anni, perbacco”
Prima di tutto non tutti gli studenti diciottenni scalpitano per scrivere sui giornali.
“certamente si vergognera’”
Ma quando si è vergognato? Ha sempre fatto il pesce in barile, come Bocca e Fo, pure loro fascistoni quando il fascismo andava di moda e comunistoni quando il comunismo andava di moda. Non mi risulta abbiano mai pubblicamente detto di aver sbagliato: invece hanno sempre fatto finta di niente, o inventato scuse ridicole e persino smontate in tribunale, come nel caso di Fo.
Per contro, pure Montanelli giovane era fascista. Ma cambiò strada quando il fascismo era ancora vincente, tant’è che finì in galera e solo un intervento del card. Schuster lo salvò dalla deportazione. Direi tutt’altra pasta d’uomo.
Qualunque diciottenne intellettualmente (almeno un ,po,’) brillante, che ambisca fare il giornalista, scalpita per scrivere sui giornali.
La vergogna è implicita nel fatto che professi idee diametralmente opposte a quelle professate nell’adolescenza.
,Montanelli era del ‘9, Scalfari del 24: non si può, di regola, paragonare la maturità di un diciottenne con quella di un 33enne.
Fo non è stato certo accorto a mettersi ad accampare scuse improbabili, quando sarebbe bastato dire: “avevo 18 anni, ero frastornato dal caos in atto, avrei fatto qualunque cosa per tornare a casa”. Ma chi vuol strafare, di solito….,…..
“Scusa, Luigi, ma a te risulta che Scalfari, sia mai stato nel PCI? Perché a me non consta affatto”
Certo che lo Scalfari – singolo o plurale, sempre da evitare! – non è mai stato iscritto al PCI. Troppa plebaglia, per i suoi gusti.
Ma del resto ho forse scritto che era picista? No.
Allora, di che ragioniamo?
Ciao.
Luigi
P.S.: Scalfari fu peggio che fascista e comunista. Fu uno dei fondatori del Partito Radicale, nonché punta di diamante della lobby albionica in Italia.
Ma come di che ragioniamo? Se mi riporti una vignetta anticomunista (dell’epoca delle 3 e più narici) del buon Guareschi, io ho motivo di supporre che tu accusi, fra le altre cose, lo Scalfari di essere stato pure comunista.
E d’altra parte essendo,il suddetto giornalista, (in questa sede) piuttosto avversato, ritenevo che venisse pure tacciato di comunismo, considerato il tuo (e di Fabrizio e di altri) palese anticomunismo.
Su cosa intendeva Luigi con la vignetta, dirà lui. Ma per me il “trinariciutismo” è un concetto universale, seppur coniato per il comunismo. Ci sono trinariciuti radicali e ci sono pure un sacco di trinariciuti cattolici, specialmente di questi tempi.
Quanto a comunismo e radicalismo… due cose apparentemente diverse, in realtà sono la stessa cosa vista a due diversi stadi di sviluppo (vorrei quasi dire come il bruco e la farfalla, se non che queste sono due cose molto belle e mi sembra inopportuno usarle come pietre di paragone; comunque si capisce il senso).
“Ma per me il “trinariciutismo” è un concetto universale, seppur coniato per il comunismo. Ci sono trinariciuti radicali e ci sono pure un sacco di trinariciuti cattolici, specialmente di questi tempi”
Non solo per te. Anche per me e – cosa molto più importante – per Guareschi.
Infatti la vignetta era volta a ironizzare sulle allucinanti simpatie di qualche commentatore per lo Scalfari.
Il pensiero libero di Scalfari vale oggi quanto il cesso portato alla sede del PCI, settant’anni or sono.
E poi oggi è il 18 aprile, e non guasta ricordare uno dei tre pilastri che portarono alla sconfitta del Fronte popolare.
Oltre a Guareschi, gli altri due furono Pio XII e don Gedda.
Ciao.
Luigi
@ Fabrizio
«Ci sono trinariciuti radicali e ci sono pure un sacco di trinariciuti cattolici, specialmente di questi tempi.»
Sai che è la stessa identica cosa che ho pensato io leggendo la vignetta postata da Luigi? Il fatto sconvolgente è vedere tantissimi cattolici voltagabbana difendere oggi quello che avversavano ieri solo per adeguarsi al potente di turno ed usufruire dei relativi privilegi.
@ Luigi
Ammetterai che la vignetta di Guareschi vuole trasmettere il messaggio che l’obbedienza cieca e assoluta a qualsivoglia autorità non soltanto è dannosa, ma persino ridicola, insomma è del tutto contraria ad ogni buon senso. Quindi per logica conseguenza esiste quella che un frate carmelitano di mia conoscenza ha definito “santa disubbidienza”, cioè la deliberata scelta di disobbedire agli uomini per obbedire a Dio.
L’esistenza dei trinariciati radicali la apprendo ora. Io ero rimasto a quelli comunisti, “cantati” da Guareschi.
Se poi si vuole adottare un significato più estensivo ed evolutivo all’espressione “trinariciuti”, non sarebbe meglio aggiungere una “noticina esplicativa” alla vignetta?
Infatti, io so che quando ho dato le cose per “scontate” sono emersi gli equivoci (“io avevo capito che..” “tu me l’avevi a dire che…”) , quando invece ho fatto le dovute precisazioni (anche “didascaliche”, “elementari”), non sono emersi.
E’ certo poi che Guareschi abbia usato quel termine, con riferimento ad altri, oltre che ai comunisti?
Tralasciamo i pilastri del 18 aprile per non aprire un’altra diatriba (l’ennesima) sulla nostra storia del secondo 900.
“A Luigi vorrei dire che, in effetti, ora ci sono tanti analfabeti di ritorno, mentre ai tempi di Angiolo da Bondone, la maggior parte della gente era analfabeta in senso proprio”
Una società che costruisce cattedrali è di sicuro adeguatamente alfabetizzata.
I suoi componenti, forse, non sapranno leggere e scrivere, ma certo hanno compreso cosa davvero conti in una vita d’uomo.
A differenza dei laureati con in tasca lo smartphone e “la Repubblica”.
Ciao.
Luigi
Non di solo cattedrali si compone il grado nei sviluppo di una civiltà.
Ed un mondo in cui la medicina è arretratissima, i parassiti sono dappertutto e nulla può contrastarli, dove viaggiare comporta molti pi,u’ rischi di oggi, dove un libro ha un costo stratosferico ed è difficilissimo procurarselo, non mi attrae per nulla.
Parimenti un mondo dove la gente è cattolica ed ha “capito cosa davvero conti” perché altre idee non hanno cittadinanza, non è molto attraente (che merito c’è ad essere cristiani se non c’è la possibilità pratica di abiurare e dubitare?).
La nostra epoca ne ha tantisimi di guai e di problemi, ma ben pochi, conoscendo (per mera ipotesi fantastica) le 2 epoche e potendo scegliere quella in cui vivere, sceglierebbero la società della cattedrali, pur ammirandole sul piano architettonico.
Poi, quanti erano i costruttori delle cattedrali che svolgevano un ruolo che non fosse di semplice manovalanza? Un’esigua minoranza della società medievale.
Non di solo cattedrali si compone il grado nei sviluppo di una civiltà.
Ed un mondo in cui la medicina è arretratissima, i parassiti sono dappertutto e nulla può contrastarli, dove viaggiare comporta molti pi,u’ rischi di oggi, dove un libro ha un costo stratosferico ed è difficilissimo procurarselo, non mi attrae per nulla.
Non attrarrebbe neanche me, ma quelli che citi sono valori relativi. Questi sono stralci da un commento di Luca dal Pozzo pubblicato ieri sul Foglio:
E a guardare alla storia ecclesiale degli ultimi decenni, la situazione è a dir poco sconfortante. Non è certo un caso se lo stesso Benedetto XVI nel libro-intervista “Ultime conversazioni”, ha ribadito come il cuore del problema sia proprio la fede. O meglio, il fatto che nella società occidentale ormai da oltre mezzo secolo è in atto una profonda crisi di fede, che San Giovanni Paolo II stigmatizzò con due parole precise: “Apostasia silenziosa”. Crisi di fede che se per un verso investe tutta intera la dottrina cattolica, per altro è fuor di dubbio come tale fenomeno sia primariamente il riflesso di una crisi più profonda che tocca i fondamenti stessi della fede, in primis la risurrezione di Cristo.
[…]
Le cause che spiegano la crisi attuale sono note, e tutte riconducibili a quella cesura storica che l’allora giovane professore di teologia Joseph Ratzinger aveva profeticamente intravisto quando era ancora agli inizi, ovvero sul finire degli anni Sessanta. I cambiamenti epocali di quel periodo – contestazione studentesca, rivoluzione sessuale e dei costumi, ingresso massiccio dei mass media nella vita quotidiana, lotte politiche e di emancipazione e, non ultima, una lettura del Vaticano II da parte di certi ambienti ecclesiali che ha di fatto favorito un processo di “mondanizzazione” della chiesa spacciata per modernizzazione, ecc. […]
[…]
D’altra parte, che la riscoperta della fede sia (o dovrebbe essere) “la” questione per eccellenza, è oltremodo comprovato dalla troppo spesso dimenticata domanda di Gesù: “Quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” Non una società più giusta, un mondo pacificato e solidale, l’umanità finalmente emancipata dalla sofferenza e dal dolore, un eco-sistema più salubre, ecc. Ma, appunto, la fede. E’ da qui che bisogna ripartire, tornando all’essenziale. E l’essenziale è l’annuncio della morte e resurrezione di Cristo. Declinato come si vuole, ma senza il quale il cristianesimo non ha neanche motivo di esistere. In questo contesto la riscoperta della liturgia riveste un’importanza decisiva (lex orandi lex credendi). A partire dalla celebrazione per eccellenza, la Veglia pasquale.
Non ho niente in contrario sui progressi della medicina eccetera, se non si contrappongono alla fede. Non ci sono motivi immanenti e inevitabili perché siano in contraddizione. Tuttavia è innegabile che nell’era presente la contrapposizione esiste, perché quanto più progrediscono quelli tanto più regredisce la fede. Allora la mia preferenza è la stessa di Luigi, e il perché sta nel grassetto che ho usato nella citazione sopra. E poi non è una scelta vera e propria: senza fede anche quei progressi contingenti finiranno nel nulla.
Tu dici che “la gente sceglie…”; vero. Ma che mi frega? Mi salva Cristo, mica “la gente”. La gente quando può sceglie Barabba, ovvero l’anticristo (bar abba = Figlio del Padre: Satana si divertì con una delle sue imitazioni blasfeme anche in quella circostanza).
Cito Fabrizio Giudici
Non ho niente in contrario sui progressi della medicina eccetera, se non si contrappongono alla fede. Non ci sono motivi immanenti e inevitabili perché siano in contraddizione. Tuttavia è innegabile che nell’era presente la contrapposizione esiste, perché quanto più progrediscono quelli tanto più regredisce la fede. Allora la mia preferenza è la stessa di Luigi, e il perché sta nel grassetto che ho usato nella citazione sopra. E poi non è una scelta vera e propria: senza fede anche quei progressi contingenti finiranno nel nulla.
Non ho capito il senso di questa frase. Se la medicina fa delle scoperte che sono in contrasto con la fede, è probabile che la fede stessa (in quel particolare caso) non fosse vera fede, ma credenza se non proprio superstizione. Abbiamo dietro le spalle secoli e secoli di applicazione “medica” della religione, dove si facevano passare per vere le teorie più strampalate perchè si pensava venissero dalla Bibbia.
Non sarà mai la medicina ad ostacolare la fede, ma semmai è l’uomo che allargando le aree di compentenza della fede stessa l’ha messa in contrasto con la medicina. Non è certo colpa dell’uomo se la biologia risponde a leggi che sono riprodicibili
E’ colpa invece dell’uomo se usa la scoperta di queste leggi contro la fede in Dio e la parola di Gesù Cristo, che essendo amore per tutti non può scartare nessuno (vedi l’eugentica, l’aborto, etc etc). E’ sempre l’uomo l’attore principale, mai la scienza in se.
D’altra parte, che la riscoperta della fede sia (o dovrebbe essere) “la” questione per eccellenza, è oltremodo comprovato dalla troppo spesso dimenticata domanda di Gesù: “Quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” Non una società più giusta, un mondo pacificato e solidale, l’umanità finalmente emancipata dalla sofferenza e dal dolore, un eco-sistema più salubre, ecc. Ma, appunto, la fede. E’ da qui che bisogna ripartire,
In altre parti Gesù fa riferimento al sale, che serve per dare sapore a tutta le pietanze, e che si scioglie e muore per dare sapore a tutte le pietanze. Un conto è trovare la fede sulla terra, un conto è pretendere che tutta la terra sia cristiana!
Ed in ogni caso un terra completamente cristiana, che non fosse anche una società più giusta, un mondo più pacificato e solidale, un eco-sistema più salubre, non sarebbe realmente una terra cristiana ma sarebbe un falso cristianesimo. Come potrebbe infatti una società veramente cristiana essere ingiusta ,guerra-fondaia ed egoista?
L’una è conseguenza dell’altra. anzi…l’una è frutto dell’altra.
“pretendere che tutta la terra sia cristiana!”
Gesù, Gesù, ma come ti viene in mente di avere certe pretese?
“Non di solo cattedrali si compone il grado nei sviluppo di una civiltà.
Ed un mondo in cui la medicina è arretratissima, i parassiti sono dappertutto ecc.”
Correa de Oliveira osserverebbe che:
“La Cristianità non è stata un ordine qualsiasi, possibile come sarebbero possibili molti altri ordini. E’ stata la realizzazione, nelle condizioni inerenti ai tempi e ai luoghi, dell’unico vero ordine fra gli uomini, ossia della civiltà cristiana”
Signori miei, qui si tratta di intenderci: se si dice che la società delle cattedrali era può cristiana, più pronta ad affrontare i pericoli (per forza!), nessuno lo nega di certo. Ma se si dice che era più alfabetizzata, nel significato che correntemente si dà a questo termine, non credo proprio si possa riconoscerlo.
Perché non può darsi alfabetizzazione diffusa, senza una scuola di massa e senza mezzi di comunicazione sviluppati.
Se poi si vuol dare a quel sostantivo un altro significato, lo si precisi con apposita nota (“NB: per “alfabetizzazione” qui si intende ecc. ecc.”)
Correa de Oliveira non ,è certamente il mio pensatore di riferimento, come NON lo è della maggior parte dello stesso mondo cattolico.
Errore: “era può cristiana” = era più cristiana.
“Correa de Oliveira non ,è certamente il mio pensatore di riferimento, come NON lo è della maggior parte dello stesso mondo cattolico.”
Se è per questo la maggior parte del mondo cattolico non l’ha mai sentito nominare, ma la citazione è appropriata o no?
No, io conoscevo “don Plinio” (come “conoscono bene”, lui ed il suo movimento, i vescovi sudamericani).
In effetti, pensandoci bene, per un cattolico, il quale ritenga che il cristianesimo debba realizzarsi su questa terra e sul piano politico-economico, la citazione è appropriata.
In generale, però, perché se si scende nello specifico, la civiltà cristiana come la intendeva lui non è certamente quella che desidera la maggioranza dei cattolici attuali. Non parliamo poi di chi non è cattolico,……
Solo per precisare una cosa scritta da Luigi.
Luigi Gedda non era un prete, ma un medico.
Hai ovviamente ragione, Vanni.
Grazie per la correzione.
Ciao.
Luigi
Non ho il tempo di rileggere l’editoriale, ma non mi sembra che Scalfari abbia minimamente pensato all’enciclica di Benedetto. Anche perché, se lo avesse fatto, non avrebbe potuto scrivere la boiata circa il nuovo attributo di Dio “scoperto” da papa Francesco.
Forse, Procopio si è lasciato prendere un po’ troppo la mano dalla rabbia e non si è accorto che la citazione dell’enciclica era funzionale all’articolo: Costanza (o chi per lei) l’ha messa lì per dimostrare due cose in una botta sola, vale a dire che “Dio è amore” lo ha detto circa 2000 anni fa uno dei 12 apostoli e che un papa precedente a quello attuale ci ha pure scritto un’enciclica.
E vabbeh…
Buona Pasqua! Il cristo Risorto ci conduca tutti alla resurrezione del cuore.
Buongiorno e Buona Pasqua. L’articolo di Scalfari e’ un po’ confuso pero’ il fatto che uno come lui parli di Dio, del Papa e dell’amore sembra significativo di un desiderio conscio o inconscio di approfondire una ricerca interiore. Certo afferma di essere ateo ma lo specifica quasi come per un pudore intellettuale di uno che parrebbe voler cambiare ma non c’e’ ancora riuscito. Certo sarebbe bello vedere un vecchio ostinato come lui convertirsi. Speriamo per lui come per tanti altri. Sicuramente questo Papa parlandogli al telefono gli ha acceso almeno il desiderio di interrogarsi e di scrivere su argomenti spitituali. Saluti
Mah! Veramente le interviste di Scalfari a Bergoglio sono state pubblicate e quindi confermate in un libro edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Quindi la teoria “ha stato Scalfari” non regge più da tempo….. Confermata dunque anche questa sconcertante risposta: “Santità, esiste una visione del Bene unica? E chi la stabilisce?” Bergoglio: “Ciascuno di noi ha una sua visione del Bene e anche del Male. Noi dobbiamo incitarlo a procedere verso quello che lui pensa sia il Bene…… Ciascuno ha una sua idea del Bene e del Male e deve scegliere di seguire il Bene e combattere il Male come lui li concepisce. Basterebbe questo per migliorare il mondo”. Mi chiedo, con questi insegnamenti, a cosa si dovrebbe convertire il “vecchiaccio”……
https://i0.wp.com/radiospada.org/wp-content/uploads/2014/10/6KTvjmvhB0S7_s4.jpg
Mi sa che questo pensa pure che Francesco sia il primo Papa ad essersi steso per terra durante la celebrazione della Passione…..
a me pare che il problema sia che c’è ancora gente che legge scalfari…. 🙂
Il primo è Iddu……..
La vergogna è implicita nel fatto che professi idee diametralmente opposte a quelle professate nell’adolescenza.
Così fanno i voltagabbana… Non farmi ricordare che anche la DC ne era piena: e infatti vediamo lo stesso atteggiamento nei suoi nipotini oggi in Parlamento. La vergogna è implicita sì, ma non nel senso che dici.
Allora uno non può cambiare idea? Deve per forza rimanere fedele alle idee che aveva da giovane? E come si distingue un voltagabbana da uno che, legittimamente, muta opinione?
Coi nipotini della DC, seduti oggi in parlamento, io non ho più nulla a che fare (non faccio più, e in toto, politica).
Certo che uno può cambiare idea. Basta che lo dica apertamente, senza pretendere o dare ad intendere che è sempre stato uno che ha capito tutto.
Nel caso di Scalfari è molto difficile: perché poi bisognerebbe ricordare che negli anni ’50 magnificava il successivo piano quinquennale dell’URSS, che avrebbe portato la superpotenza al sorpasso sugli USA (eppure “piano quinquennale” è diventato simbolo emblematico di “cagata pazzesca” di stampo burocratico); o che il suo giornale, per mezzo dell’altro genio Zucconi, a metà degli anni ’80 descriveva l’incontro Reagan-Gorbaciov emblematico dei decadenti USA in confronto alla dinamica URSS (eppure Reagan stava vincendo la Guerra Fredda e Gorbaciov agiva come il commissario fallimentare dell’ex-superpotenza); negli stessi anni Èungenio in persona magnificava la novità nella DC rappresentata da De Mita… qualche anno prima buggerava Montanelli che prevedeva lo spreco di denaro pubblico che si sarebbe perpetrato nella ricostruzione in Irpinia dopo il terremoto… mi fermo qui, perché la lista è lunga.
Scalfari dovrebbe dire: io non ho mai capito niente del mondo, né da giovane né da anziano.
Ma è vera la faccenda delle dichiarazioni di Scalfari sul piano quinquennale e, in polemica con Montanelli, sulla ricostruzione dell’Irpinia? Io non ho trovato niente…. (Ho fatto solo una ricerca sommaria).
Riguardo a Gorbaciov: non era previsto, se non da pochi, negli anni 80, il crollo de comunismo, e, Gorbaciov dava adito a molte speranze (di pace e coesistenza) anche nel mondo occidente, quindi, Scalfari esprimendo tali speranze (che erano di tutti, o quasi) non diceva cose insensate, in quel momento.
Il senno di poi era cosa di là da venire.
Riguardo a De Mita: per un anticraxiano come Scalfari, Ciriaco era una vera e propria benedizione dal Cielo.
Un corollario: parlava bene di Gorbaciov e male di Reagan perché quest’ultimo non parlava di pace e coesistenza fra sistemi diversi.
Trovi molti riferimenti e citazioni in questo articolo, di cui riporto un passaggio in calce:
http://www.massimofini.it/1994/non-ne-ha-mai-imbroccata-una-che-e-una
Nota che è del 1994; nota anche che Fini non mi è per niente simpatico, ma riporta parecchie citazioni.
PS Il piano era settennale, non quinquennale come ricordavo, ma è un dettaglio insignificante.
Nel 1959, a tre anni dalla sanguinosa repressione della rivolta ungherese, uno Scalfari tutto ilare e giocondo pubblicava su L’Espresso un articolo dall’ eloquente titolo “La Russia ha già vinto la grande sfida “, nel quale, tra l’altro, scriveva: “Se il nuovo piano settennale verrà attuato (e non c’ è ragione che non lo sia, visto che prevede del tassi di sviluppo inferiori a quelli fin qui effettivamente realizzati) nel 1965 le distanze fra i due massimi contendenti saranno ridotte al minimo e in , alcuni fattori essenziali saranno addirittura scomparse. Nel 1972 l’Urss sarà addirittura passata in testa non soltanto come potenza m industriale ma anche come livello di vita medio della sua popolazione”. E aggiungeva: “Tutti i vecchi luoghi comuni della maggiore efficienza dell’iniziativa privata e dell’ enorme sperpero di ricchezze che inevitabilmente si accompagna al collettivismo, cadono come castelli di carta di fronte ai risultati raggiunti in quarant’anni dall’economia sovietica“. Chiunque avesse scritto così sesquipedali sciocchezze vivrebbe oggi sotto un letto o, dovendo proprio uscire, striscerebbe lungo i muri, approfittando di ogni rientranza per farsi vedere il meno possibile. Chiunque, ma non Eugenio Scalfari, Nulla, per lui, è più facile che cambiare idea senza riconoscerlo. Così adesso è il paladino “duro e puro “ del liberalismo, dell’impresa privata e dell’Occidente. Si dirà che quelli erano anni difficili, che c ‘era la cortina di ferro, che la Russia era lontana, che nessuno sapeva niente (anche se Scalfari fingeva di saperne moltissimo, questo del resto è uno dei suoi caratteri salienti: parlare con grande sicumera di ciò che non conosce. E sia. Ma anche nel più facile e propinquo orto di casa la “Grande Eugene” non ne ha mai imbroccata una. Ogni volta che ha dato il suo appoggio a qualche politico, si chiamasse Berlinguer o De Mita o La Malfa junior il suo si è trasformato in una sorta di “bacio della morte”.
Per quanto mi riguarda ho trovato il Fini spesso attendibile.
BAH…..che devo dirti?… Lo Scaldari, evidentemente, è stato un cattivo profeta…….
A parte le risposte che ha già dato Giusi, più che pertinenti…
Erano ancora più inaccessibili, e più si va indietro nel tempo e più lo erano.
Sei veramente una fonte di perle. E chi ha stabilito che il Papa deve essere “accessibile” (bellissima questa, mi mancava)? Hai presente cosa vuol dire “gerarchia”? Vuol dire che c’è una struttura organizzata in modo che da un singolo vertice, garanzia di comunione, si diramano livelli inferiori. Più si scende di livello, più aumentano coloro che popolano il livello e quindi garantiscono l’accessibilità ad una platea sempre più ampia; la classica piramide. I preti di parrocchia garantiscono accessibilità a tutti. Risalendo, ci sono i vescovi, che sono un po’ meno accessibili dei singoli preti, ma in caso di necessità lo sono comunque per i fedeli delle diocesi che ne hanno bisogno. In casi eccezionali, i papi sono sempre stati accessibili con udienze. Certo che non le possono concedere a tutti… c’è un miliardo e passa di cattolici sulla Terra: il Papa deve essere “accessibile” a tutti? Per cosa poi? Per i venti secondi di notorietà del fedele di turno, coinvolto nella pagliacciata di offrire il mate, scambiare la papalina o scattare un selfie? A che giova il Papa ridotto ad una rock star? L’accessibilità del prete di parrocchia è ben altro, ovviamente: è esserci sempre in tutti i momenti che serve. Un qualsiasi Papa, inevitabilmente, può mantenere a mente una manciata di persone di una piazza di centomila che ha appena “incontrato” e un rapporto duraturo con una parte di quella manciata. E a cosa serve, dunque? Che razza di rapporto sarebbe?
Poi bisogna vedere se le domande poste non fossero maliziosamente poste proprio per ottenere risposte da strumentalizzare.
Non c’è da vedere niente, nel senso che si vede tutto: le domande sono pubbliche, chiare, e sono formulate secondo tradizione della Chiesa, quando ci sono dubbi da chiarire. L’unica malizia evidente è in chi non vuol rispondere, ma si fa scudo di altri.
In terza battuta, Giusi, si…l’umiltà è anche fare pipì al cesso pubblico , pagarsi i soggiorni e vivere in 70 mq invece che in 500 mq.
A parte la cazzata intrinseca di questa frase, ecco a voi i farisei del XXI secolo. Quelli che non si scandalizzano se un Papa dice “Gesù fa un po’ lo scemo” o “Gesù fece il furbo con la legge”, o insinua che la Madonna sotto la croce si sarebbe sentita “tradita dallo Spirito Santo”, o delle bischerate a proposito dei sacramenti… già segno che mettono il Papa sopra Cristo. Ma anche fermandosi alla figura del Papa, non capiscono la gravità di quel bagno pubblico, gesto che ha gettato più fango sull’Ufficio Petrino di quanto non abbia mai fatto nessuno, neanche Lutero (che comunque agiva già da fuori). Avete presente GPII negli ultimi anni? Era ridotto malissimo per via della malattia. Non l’ha mai nascosta, e questa era umiltà. Tuttavia certe fasi più imbarazzanti dei suoi viaggi, quando doveva scendere e risalire dall’aereo sul montacarichi in coda, venivano circondate dal massimo pudore e non mi risulta esistano né foto né filmati di quei momenti.
Ma voi la mettereste su FB la foto di vostro padre o vostro nonno mentre va al vespasiano? Roba da dementi.
Siamo agli stadi finali di demolizione di ogni segno e sostanza di autorità. Demolita prima nella famiglia, in primis nel padre; poi nella scuola, perché bisognava formare, padron, deformare le nuove generazioni; lo Stato ha provveduto da sé con l’inettitudine dei propri funzionari; poi ci hanno pensato preti, frati e monache andando in giro vestiti come dei paninari qualunque, e ora tocca all’ultima autorità terrena rimasta. Ovviamente, tutto propedeutico a demolire la massima autorità sopraterrena, in modo che possa essere rimodellata a piacimento e soddisfare i nostri desideri…
Ecco, però quegli stessi farisei si scandalizzano se uno fa una critica fondata al Papa, cosa che è ben cattolica ed la cui correttezza e necessità è stata ribadita più volte ancora dal predecessore e oggi “emerito”… di cui però si sono totalmente dimenticati. Farisei e trinariciuti (*).
San Francesco non viveva nel lusso, e prima di lui la maggior parte dei Santi hanno vissuto vite di stenti e precarietà. Il Papa, anche così, gode di mille privilegi rispetto ad una persona normale, ed è giusto che dia esempio di sobrietà. Ti risulta che Gesù vivesse nel lusso ?
San Francesco non c’entra niente, perché non era un Papa. Non era Vicario di Cristo né la massima autorità sulla Terra. Gesù non viveva nel lusso; ma non era neanche un poveraccio: basti pensare che, prima di essere processato e crocifisso, vestiva piuttosto bene, con una tunica la cui eleganza veniva riconosciuta istintivamente anche da quattro cafoni di soldati romani, che non osarono farla a pezzi e se la giocarono ai dadi. Però ti sfugge che Gesù quando era sulla Terra in corpo materiale non aveva istituito la Chiesa gerarchica. Lui è il Re e non ha bisogno di altro. Il suo vicario, che è un semplice uomo, deve supplire al suo essere vicario con la forma che si addice al rappresentante di un’autorità regale. Perché l’antropologia dice che questi segni sono importanti e qualsiasi autorità che non tenga la forma a debita considerazione non viene rispettata. Questo vale per un genitore, un insegnante, un capufficio, un poliziotto, un giudice (vi ricordate Mediaset, quando volle attaccare un magistrato che doveva giudicare Berlusconi, cosa fece? Lo fece vedere vestito in modo trasandato su una panchina), un militare e un prete, salendo su per vescovi e cardinali fino al Papa.
La realtà è che poichè questo Papa non vi piace per le sue posizioni teologiche, allora lo attaccate anche per il suo comportamento personale.
Le questioni teologiche sono già abbastanza problematiche da sole e c’è ampia letteratura a riguardo. Il comportamento personale è un dettaglio secondario; comunque è coerente con il caos teologico.
(*) @Beatrice Sai che è la stessa identica cosa che ho pensato io leggendo la vignetta postata da Luigi?
Ogni volta che rivedo una vignetta di quella serie mi chiedo cosa avrebbe disegnato Guareschi sui cattolici di oggi. Lui aveva potuto disegnare solo le avvisaglie, i don Chichì (anche se penso che avesse in qualche modo prefigurato il seguito).
@exdc
La nota esplicativa c’era ed era la spiegazione della terza narice: l’organo attraverso il quale potevano scaricare il cervello ed evitare di porsi domande imbarazzanti di fronte alle continue contraddizioni che venivano inflitte dai capi politici. E così se le bevevano tutte.
exdemocristianononpenriro. La società medievale non ha solo costruito cattedrali, peraltro bellissime, ma ha fondato le università dove l’intelletto umano ha avuto modo di crescere e di porre le basi per i futuri sviluppi della scienza; ha fondato ospedali per curare gli ammalati, luoghi di ospitalità per viaggiatori e commercianti e consentire così la rinascita dei commerci e lo scambio delle conoscenze. Certo c’erano ombre e luci, ma il fatto che la scienza e la tecnica siano nate solo nelle società cristiane, dovrebbe far riflettere (F.M. Agnoli ha scritto al riguardo cose documentate e molto acute),cosi come la pratica di crudeltà inaudite in regimi politici occidentali dichiaratamente anticristiani. E che dire poi del riemergere in coloro che si dicono gli eredi dell’illuminismo di intolleranze proprio nelle università, dove la ricerca e la conoscenza dovrebbero essere libere?. Quanto a Scalfari, che disse apertamente che Benedetto XVI era un mediocre teologo, senza averne letto niente, tanto da ignorare anche di nome l’enciclica dedicata a Dio come amore e da poter dire oggi che si tratta di una scoperta dell’attuale papa,è innegabile il pregiudizio verso la religione cristiana e la non conoscenza dei suoi testi fondamentali. quali il Vangelo e le lettere di S.Giovanni.Se i suoi colloqui con papa Francesco serviranno a incrinare tale pregiudizio e ad indurlo a leggere qualche pagina della bibbia e della grande letteratura patristica, ce ne rallegreremo, specie se ne vedremo qualche buon frutto.
Rispondo qui, perché su è precluso.
Partiamo con l’ex diccì innominato.
“L’esistenza dei trinariciati radicali la apprendo ora. Io ero rimasto a quelli comunisti, “cantati” da Guareschi.
Se poi si vuole adottare un significato più estensivo ed evolutivo all’espressione “trinariciuti”, non sarebbe meglio aggiungere una “noticina esplicativa” alla vignetta?”
Si, vabbeh, adesso mi metto a fare le note a piè di pagina in un commento a un blog… 🙂
Se non conosci la poetica guareschiana, non te ne faccio una colpa. Però non venire a fare il precisino su qualcosa che evidentemente ignori.
Basta comunque approfondire la sua opera, per leggere che sì, lui inventò la terza narice per i comunisti, ma non certo a loro la limitava.
Insomma, tutti i comunisti sono trinariciuti, ma non tutti i trinariciuti sono comunisti. Del resto Guareschi scrisse che ogni mattina, nel radersi, controllava allo specchio che non fosse spuntata anche a lui, la terza narice.
Avendo in mente i suoi ultimi scritti, pressoché dimenticati, sospetto che oggi vedremmo una terza narice disegnata anche per monsignor Galantino…
“Ammetterai che la vignetta di Guareschi vuole trasmettere il messaggio che l’obbedienza cieca e assoluta a qualsivoglia autorità non soltanto è dannosa, ma persino ridicola, insomma è del tutto contraria ad ogni buon senso. Quindi per logica conseguenza esiste quella che un frate carmelitano di mia conoscenza ha definito “santa disubbidienza”, cioè la deliberata scelta di disobbedire agli uomini per obbedire a Dio.”
Beatrice – caposaldo di Dien Bien Phu assediata – in realtà bisognerebbe chiosare la tua osservazione: nel caso del PCI, come per Scalfari, non si parla di un’autorità legittima; anzi, nemmeno si può dire che tali “realtà” siano configurabili come una qualsivoglia “autorità”. Il problema dell’ubbidienza, cioè, nemmeno si pone.
Su Scalfari come sul comunismo si deve perciò sparare sempre a palle incatenate.
La disubbidienza nei confronti di un’autorità legittima che cada nell’errore – immagino tu abbia in mente il Santo Padre – qualora condotta nella forma e nella sostanza adeguate non è più disubbidenza, ma vera ubbidienza. Non per nulla, qualche settimana fa, ricordavo l’esempio di Gandalf, che rimaneva fedele al suo ordine e alla sua missione non seguendo Saruman sulla strada del tradimento.
Non comprendo, perciò, quel tuo “ammetterai”, come se io abbia mai negato una tale evenienza.
A me insegnavano che gli ordini sbagliati non si eseguono quando tu ancora giocavi con le bambole 😀
Ciao.
Luigi
Prima di tutto l’espressione tri-nariciuti nel tuo post con la vignetta non c’era (l’ho ricordata io per riferirmi a Guareschi).
Lì c’era soltanto la vignetta, datata, che si prendeva espressamente gioco dei comunisti. Cosa dovevo dedurre io? Che tu volessi alludere ai trinariciuti estensivamente intesi di cui lo Scalfari è un esponente oppure che ci si riferisse ad un probabile passato comunista del suddetto?
Quando si scrive bisogna mettersi in testa che qualcuno prima o poi dovrà leggere quello che si è scritto e dovra’, presumibilmente, capirlo, e bisogna pure pensare che non tutti hanno approfondito la poetica di Guareschi o di Tolkien, preferendo volgere la loro attenzione ad altri autori.
E per onestà devo dire che ho letto un po’ “in qua e in là” (e qualche sunto, qualche recensione…) gli autori sopra citati senza approndirli nemmeno la metà di quanto invece ho fatto con altri autori che ho “sentito” di più, fin dalle prime pagine (come ad es. Stendhal, Dürrenmatt, Mann).
“Quando si scrive bisogna mettersi in testa che qualcuno prima o poi dovrà leggere quello che si è scritto”
[DC mode on]
“O quanto sei pignolo, o quanto sei spinoso, Dio mi scampi dall’avere questioni di soldi con te – lo dico senza ironia e anche per somme minime – convergenze parallele! compromesso storico! alabarda spaziale! etc. etc.”
[DC mode off]
😀
“bisogna pure pensare che non tutti hanno approfondito la poetica di Guareschi o di Tolkien”
Anathema sit.
Ciao.
Luigi
Luigi_ e che “ti ho a dire”,? Mi terrò l’ANATREMA (come diceva Totò).
Ultimi post di Fabrizio, Sabino e Luigi: ottimi.
“Dio ve ne renda merito”, come si dice qui a Firenze ai Fratelli della Misericordia dopo un servizio di carità.
(Per inciso, anche l’ Arciconfraternita della Misericordia è nata nei secoli bui del Medioevo).
Per chi fosse interessato alla storia della Misericordia di Firenze.
https://www.misericordia.firenze.it/Home/Storia
Non avevo visto il post di SABINO, per cui rispondo ora. Non si nega di certo che le università siano nate nel medioevo e idem per gli ospedali (anche se gli ospedali militari la Roma pagana li aveva già conosciuti).
La tesi secondo cui scienza e tecnica sarebbero nate solo in ambito cristiano è effettivamente sostenuta da certa storiografia minoritaria e autoreferenziale (del resto l’Agnoli non è uno storico), ma è una tesi che non sta né in cielo nel in terra: credere che Ippocrate, Galeno, Eratostene, Tolomeo, Archimede, Euclide, i matemaci indiani del periodo gupta e quelli maja (che entrambi scoprirono lo zero e calcolarono parecchi mrovimenti astronomici), Avicenna, Averroè ecc. NON facessero scienza è una palese assurdità cui si può giungere inventandosi e costruendosi una nozione di scienza e tecnica, talmente DI COMODO da farci rientrare a forza solo gli scienziati cristiani.
E invero, è un fatto che tale tesi (e l’artefatta definizione di scienza che ne è alla base) circolino solo in ambienti ben ristretti e un po’, diciamo, “estremisti”. Fuori di li sono quasi sconosciute.
Anche uno storico cattolico serio come Cardini non credo proprio che le apprezzi.
Sulla faccenda di Scalfari, della sua conoscenza delle Scritture e dell’opera di Benedetto XVI penso anch’io che tu abbia ragione.
Se vogliamo seriamente difendere la Chiesa ed il Cristianesimo, facciamolo con argomenti seri e sicuri come le università e gli ospedali (per esempio!), ma non andando a cercare “meriti” discutibili e controversi o cercando di scagionare, ad ogni costo, gli errori storici delle gerarchie di un tempo (non della Chiesa di Cristo, beninteso, ma delle gerarchie di determinati periodi storici).
come le università e gli ospedali
Sulle università c’è qualche bello spirito che ne rivendica l’ideazione all’India antica, indicando come prima università del mondo quella di Nālandā (427 d.C.)… la quale può essere definita in senso lato un’università solo perché risponde almeno in parte ai canoni istituzionalizzati per la prima volta a… Bologna nel 1088.
credere che Ippocrate, Galeno, Eratostene, Tolomeo, Archimede, Euclide, i matemaci indiani del periodo gupta e quelli maja (che entrambi scoprirono lo zero e calcolarono parecchi mrovimenti astronomici), Avicenna, Averroè ecc. NON facessero scienza è una palese assurdità
Facevano scienza antica, nessuno lo nega. Ma la scienza moderna è nata in ambito cristiano. Questo non è minimamente discutibile: basta vedere chi sono i padri riconosciuti del metodo scientifico moderno.
Non sono d’accordo. Vi è continuità fra le acquisizioni scientifiche del mondo antico e quelle del mondo medioevale.
Il metodo scientifico sperimentale era di fatto conosciuto nel mondo antico (da dove traeva le sue conclusioni Galeno? E Archimede?), e, la teorizzazione del metodo suddetto, con Galileo, non fu altro che la conclusione logica di un percorso scientifico e conoscitivo (giunto a maturazione), cominciato nel mondo pagano e sviluppatosi in parte fuori dal mondo cristiano.
Tale percorso si realizzò appieno in Europa, dal 600 in poi, perchè in quel momento storico l’Europa era la parte più sviluppata del mondo
Il primato scientifico nel corso dei secoli ha seguito lo sviluppo socioeconomico e la conoscibilità delle acquisizioni precedenti; questi sono i 2 presupposti che hanno determinato le variazioni di detto primato: antico oriente, grecia, roma, spagna islamica ecc.
Nel 600 l’Europa era ormai il continente economicamente più avanzato, la stampa permetteva la conoscenza di tutte le scoperte ed invenzioni antiche, medioevali, pagane, cristiane, islamiche, (e quindi una BASE più ampia che nel passato) ed ecco che LI’, ci fu il grande sviluppo scientifico qualitativo e quantitativo che sappiamo.
L’equivoco della storiografia minoritaria riportata da Sabino, nasce dal fatto che il, cristianesimo era “ben presente” nell’europa del 600, ma, esser presenti ad un evento non significa esserne la causa………
Il cristianesimo ha tanti meriti ma non quello di aver determinato la comparsa della scienza e della tecnica.. Ha ben altri scopi la parola di Cristo! Di una conoscenza ben più utile di quella scientifica si fa portatrice!
perchè in quel momento storico l’Europa era la parte più sviluppata del mondo
E perché lo era? Sono passati secoli senza che la scienza abbia avuto UN solo contributo significativo da realtà fuori dall’Occidente; realtà che, guarda caso, hanno iniziato a sfornare scienziati solo dopo che questi avevano iniziato a studiare in Occidente.
Ha ben altri scopi la parola di Cristo! Di una conoscenza ben più utile di quella scientifica si fa portatrice!
Certamente. Ma Cristo si è incarnato: se la vita eterna rimane lo scopo principale, non si escludono anche certe ricadute terrene.
Il cristianesimo ha tanti meriti ma non quello di aver determinato la comparsa della scienza e della tecnica.
Scienza e tecnica, concetti squisitamente occidentali, sono prodotti del substrato logico-linguistico indoeuropeo e in particolare greco-latino (ma qualcuno ha ricordato opportunamente l’antica India), in cui il Cristianesimo stesso, nella “maturità dei tempi”, trovò terreno fertile. La scienza moderna nasce su quelle antiche premesse (anzitutto logico-linguistiche), che il Cristianesimo ebbe la ventura (l’intelligenza, il divino destino…) di assumere in sé.
Il che significa che ricondurre la nascita della scienza e della tecnica direttamente al Cristianesimo è un falso storico.
Dedicato in particolare a “Navigare necesse est” e all’exdemocristianopentito.
http://disf.org/origine-cristiane-scienza
“Ci troviamo quindi di fronte al seguente interrogativo: perché quell’insieme di convinzioni del tutto singolare, che è necessario per il fiorire della scienza venne a trovarsi nello spirito europeo? Come abbiamo visto, la scienza moderna spiccò veramente il volo con Newton, ma le sue origini si possono trovare nell’opera di Galileo e di non pochi altri nel corso dei secoli precedenti. Siamo così condotti a cercare le radici della scienza nel Medioevo. L’origine della scienza può, anzi, essere intravista molto addietro, nei primi secoli cristiani, dai quali prenderemo l’avvio nella nostra disamina.”
Ottime, condivisibili e ben espresse le argomentazioni di navigareecc.
Aggiungerei questo: l’economia europea dal rinascimento in poi è in fase di sviluppo e di espansione, la stessa chiusura della porta d’Oriente (ossia Costantinopoli) nel 1453, fu l’occasione per cercare nuovi sbocchi.
Inoltre dal 600, dapprima in Inghilterra e in Olanda e poi, nel secolo successivo, un po’ in tutta Europa, l’economia diventa capitalistica e non c’è mai stato sistema economico più dinamico del capitalismo, il quale, com’è noto, ha continuamente bisogno di innovazioni.
Al di fuori dell’Europa (e poi del nordAmerica) tutto ciò era assente.
L’Europa era la parte del mondo più sviluppata perca la sua economia era in fase espansiva, e c,’erano, ovviamente, i presupposti perché la scienza e la tecnica ricevesse un “adeguato” impulso.
La scienza e la tecnica moderne hanno bisogno di cospicui investimenti, non solo del genio personale ( basti pensare che l’Italia, pur avendo avuto dei grandi fisici non ha riscosso lo stesso successo in chimica, non avendo “speso” in quel campo).
E questo spiega perché i paesi esterni all’Occidente (che poi sono i il 3o mondo) abbiano sfornato scienziati dopo che molti loro studenti hanno cominciato a studiare in Europa e in nordAmerica.
i paesi esterni all’Occidente (che poi sono i il 3o mondo) abbiano sfornato scienziati dopo che molti loro studenti hanno cominciato a studiare in Europa e in nordAmerica… …e familiarizzato con le lingue e i processi logici dell’Occidente…
A Vanni: ho scorso l’articolo linkato ma mi sembra che non dimostri nulla.
Mi sembra che ricami solo sul fatto che la scienza e la tecnica abbiano avuto un grande sviluppo in Europa e ne attribuisce il merito al cristianesimo. Mentre le ragioni, ben più “corpose” sono ben altre.
L,’equivoco è ingenerato dal fatto che c’era il cristianesimo “sul posto”, quando quel progresso scientifico e tecnologico si realizzava, ma come ho detto sopra, essere presenti ad un evento non significa esserne la causa.
Già la considerazione che, quando il mondo scientifico e culturale (per non parlare della politica,) dalla fine del 700, si sono ribellati al cristianesimo e secolarizzati, lo sviluppo scientifico e tecnologico, non si sia per niente arrestato, dovrebbe far dubitare di certe improbabili relazioni di causa/effetto.
L’equivoco è ingenerato dal fatto che c’era il cristianesimo “sul posto”, quando quel progresso scientifico e tecnologico si realizzava, ma come ho detto sopra, essere presenti ad un evento non significa esserne la causa.
È una questione di concomitanza più che di causalità. Anche se va riconosciuto che nel corso dei secoli l’attitudine allo studio e alla ricerca è stata effettivamente ed efficacemente incoraggiata dal Cristianesimo, e in particolare da quello latino.
@exdc Al di fuori dell’Europa (e poi del nordAmerica) tutto ciò era assente.
La tua analisi è giusta, ma come al solito ha il difetto di limitarsi agli epifenomeni. Perché, p.es., al di fuori dell’Europa tutto ciò era assente? Per “caso”?
Già la considerazione che, quando il mondo scientifico e culturale (per non parlare della politica,) dalla fine del 700, si sono ribellati al cristianesimo e secolarizzati, lo sviluppo scientifico e tecnologico, non si sia per niente arrestato, dovrebbe far dubitare di certe improbabili relazioni di causa/effetto.
Potrei rispondere con un’iperbole. Satana è stato creato o no da Dio? Sì. Satana si è ribellato a Dio? Sì. Questo mette in dubbio la prima affermazione? No.
È un’iperbole perché non ho intenzione di equiparare la scienza a Satana. Meno iperbolicamente potrei sostituire le prime due affermazioni con: “l’uomo è stato creato da Dio” e “l’uomo si è ribellato a Dio, con il peccato originale”.
Sempre Peter E. Hodgson, non l’ultimo arrivato.
(Noto soprattutto per la sua attività di ricerca ad Oxford, Hodgson aveva approfondito diversi aspetti della storia della scienza, in modo particolare il ruolo della rivelazione cristiana alle radici dello sviluppo del pensiero scientifico in Occidente)
“È propria della dottrina cristiana della creazione la convinzione che Dio abbia creato l’universo con la più libera delle decisioni. Egli non era costretto né a creare, come fece, né a non creare. Ne deriva che l’universo non ha carattere di necessità: avrebbe potuto anche non essere creato, oppure essere creato in altro modo. Non è quindi possibile conoscere l’universo attraverso il pensiero puro o ragionando a priori. Si può solo sperare di arrivare a comprenderlo studiandolo e facendo esperimenti. Ecco perché la dottrina cristiana della creazione implicitamente incoraggia il metodo sperimentale, il quale resta di importanza essenziale per lo sviluppo della scienza.”
L’argomento d’autorità (certo, Hodgson non è l’ultimo arrivato, ma un illustre fisico cattolico) è quanto di più antiscientifico esista, e non a caso nel mondo orientale e mediorientale è l’argomento principe. Di contro già ai suoi albori il pensiero occidentale affermava “οὐκ ἐμοῦ, ἀλλὰ τοῦ λόγου ἀκούσαντας ὁμολογεῖν σοφόν ἐστιν ἓν πάντα εἶναί” (“ascoltando non me, ma il logos è saggio asserire che tutto è uno”).
Nel passo riportato, comunque, Hodgson la prende alquanto alla larga, per concludere che il creazionismo cristiano incoraggia in modo implicito il metodo sperimentale. Non afferma che la scienza si debba al Cristianesimo (con il quale, in fase di gestazione, ebbe altresì qualche problema). Tanto più che sia la libertà creatrice di Dio sia la bontà della Creazione sono ben attestate già nell’antico mondo ebraico, da cui il Cristianesimo le ha derivate (trascrivendole alla luce della logica greca). E nell’antico mondo ebraico il sapere scientifico, almeno così come oggi lo intendiamo, non si produsse. La genesi delle scienza, ripeto, si deve alla logica indoaria, in particolare all’opera di essenzializzazione che ne seppero fare i greci (un semplice confronto fra la lingua sanscrita e quella greca è illuminante: il sanscrito sta al greco come il sistema modale sta a quello tonale, che ha dato vita a un patrimonio musicale senza eguali, anch’esso squisitamente occidentale).
Ex democristiano pentito. Intanto non è giusto squalificare gli argomenti di chi sostiene una tesi che non si condivide dicendo che l’autore non è uno storico. Gli argomenti valgono per quello che sono e vanno contestati con altri più convincenti. E nemmeno ci si può appellare a quelli di altri autori, anche illustri, senza esporli e vagliarli. Poi nessuno ha mai negato che anche prima del cristianesimo fossero state acquisite, specie in campo matematico e astronomico, conoscenze di grande importanza. Ma la scienza moderna è nata col metodo sperimentale con Galileo e di lì ha preso il volo. Cercherò di esporre le ragioni per cui essa è nata in ambito cristiano. Solo la fede in un Dio personale, buono e onnisciente poteva mutare l’atteggiamento verso la natura vista come matrigna, dominata da un fato irrazionale e da un caos incomprensibile. Nella natura è stata vista invece l’impronta di questo Dio,che in qualche modo l’la resa partecipe nelle sue leggi di quella razionalità, scintilla divina, che all’uomo, creato simile a Dio, è stata infusa in modo così intenso da rendergli possibile di conoscerla e regolarla, secondo il comandamento contenuto nella Bibbia (Genesi). Le università (Galileo ne era professore), costituirono il terreno dove l’intelletto era stato addestrato e dove poteva essere pronto ad assumersi nuovi compiti. Certo le cose non sono mai semplici e prive di contraddizioni. L’ostilità che la Chiesa, ma ancor più in ambito protestante, ha in qualche caso manifestato per una supposta contraddizione con la Bibbia, non è stata positiva, ma non poteva intaccare quelle condizioni di base, senza le quali la scienza in senso moderno non poteva nascere. Gli scienziati che hanno promosso la rivoluzione scientifica erano credenti e convinti che la natura fosse conoscibile perchè riflettente la razionalità e l’ordine divini. Che poi la scienza abbia continuato a fruttificare in una società secolarizzata non può meravigliare, una volta scoperta la chiave per entrarvi. Ma come ricorda Agnoli, i grandi scienziati hanno creduto in Dio in misura assai maggiore degli intellettuali scettici della stessa epoca. Ha ragione comunque Giudici quando dice che l’uomo si ribella a Dio disconoscendo i suoi doni, con le conseguenze che si vedono. Non voglio dilungarmi di più, ma quando si ripetono le accuse contro la Chiesa per il caso Galileo, che continuò a studiare e ad indagare anche dopo la condanna in una villa di Arcetri, si glissa con disinvoltura sulla sorte tragica degli scienziati non in accordo con l’ortodossia marxista in Russia e in Cina, così come non si mostra preoccupazione per certe derive dommatiche e antiscientifiche che si manifestano nella nostra emancipata società odierna (vedi in campo climatico e non sono in quello) e alla conseguente intolleranza che si mostra verso i non allineati..
Va bene. Per quanto mi riguarda l’argomento è stato sviscerato a sufficienza, per un blog. E come nelle migliori discussioni ognuno rimane sulle sue posizioni, salvo ripensamenti..
È sempre bello confrontarsi con interlocutori seri, indipendentemente dalle posizioni che sostengono. Si impara sempre qualcosa di interessante. Dunque, da parte mia, grazie.
Si, penso che il confronto sia stato effettivamente stimolante. Avrei ancora da dire sulle affermazioni (prive di conseguenzialita’ fra loro), di Hodgson e sugli epifenomeni dell’amico Fabrizio, ma non affatichiamo l’admin e i lettori del blog, che gia hanno avuto fin troppa pazienza.
Anch’io avrei altro da dire, ma mi accodo. Tanto sono argomenti che spesso ritornano.