Attacco alle radici

il blog di Costanza Miriano

di Costanza Miriano 

Adesso, che sia io a difendere l’importanza, il valore, la sacralità del nome è davvero surreale. Io i nomi me li dimentico qualche decimo di secondo dopo averli sentiti, senza battere ciglio. A volte non li sento neanche mentre me li stanno dicendo, tutta presa come sono dall’osservare le facce, per cercare di carpire i segreti più profondi – sarà felice? – da una piega della palpebra, dalla postura. Non mi ricordo un generale, un presidente, una città neanche se mi pagano; attraverso sale piene di gente con un sottile senso di panico, studiando formule generiche e il più possibile vaghe – “eh, che bello, era tanto che mi chiedevo come stessi”; “ti ho pensata” – per prendere tempo nella speranza di ricordarmi come cavolo si chiama quella persona che lo so, ne sono certa, io conosco bene, benissimo.

Eppure anche io, che non me ne ricordo…

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13 pensieri su “Attacco alle radici

  1. M. Cristina

    Mi verrebbe da dire che questi qui in parlamento non hanno niente altro da fare, con tutti i problemi che ci sono, che legiferare di cognomi…in realtà, a pensarci bene, è assolutamente intenzionale, nella linea di eliminare ogni appartenenza: se appartieni a più persone, in realtà non appartieni a nessuno…in linea con eterologa ecc…alla fine chi non appartiene a nessuno appartiene al potere….(scusate la ripetizione di parole…)

  2. Roberto

    Visto che si parla di politica, lasciatemelo dire….

    Il nostra caro, fumantino Presidente del Consiglio, che con queste cosiddette riforme che demoliscono la famiglia si è venduto a Obama per un piatto di lenticchie, farebbe bene a prendere atto che il sostegno elettorale di Obama non porta poi tanto tanto bene. Con oggi siamo a due in un anno e, come dicevano i vecchi, non c’è due senza tre.

    Ci si rivede al 4 dicembre!

    1. Luigi

      “Ci si rivede al 4 dicembre!”

      E visto che in altro post si citava Guareschi… “È santa Barbara, patrona degli artiglieri!”
      (dallo stesso film, il migliore dei cinque).

      Ciao.
      Luigi

  3. cinzia

    L’attacco alla famiglia continua. D’altra parte il “figlio di due padri” da chi prende il cognome? Chi è il genitore A e il genitore B?
    E comunque continuiamo pure a distruggere il padre per distruggere il Padre…. continuiamo a farci del male!!!!

    1. Enrico Turomar

      Bariom,
      nell’articolo che hai postato si parla tra l’altro di una coppia italo-brasiliana. In Brasile la legge è stata cambiata qualche anno fa, prima i figli assumevano obbligatoriamente il cognome del padre. La legge è stata modificata per contrastare il machismo e ora credo sia possibile tutto (cognome del padre, cognome della madre, entrambi). Il problema del machismo esiste, se questa modifica contribuisca a risolverlo non te lo so dire.
      Certo ora puoi avere il cognome della mamma per scelta dei tuoi genitori o perché il babbo simpaticamente non ti ha riconosciuto. E sempre simpaticamente i tuoi compagni di scuola potrebbero chiedertelo se un babbo ce l’hai o no. Mah!

      1. Enrico Turomar

        E comunque il fatto che i figli abbiano preso sempre il cognome del padre sarà stato dettato da maschilismo ma credo ci sia stato anche tanto buon senso: la mamma sai sempre chi è, il babbo…
        Come diceva giustamente Costanza ‘Sono contenta anche per loro: così sanno chi sono, da dove vengono. Sanno chi è il padre che al momento di uscire dal nido li spingerà nel viaggio più importante della vita, quello verso il Padre.’

        1. @Enrico, non credo proprio che la consuetudine del cognome del padre (quando non ancor prima i patronimico) fosse dettata da “maschilismo”… semmai da uan struttura societaria fortemente patriarcale.

          Ma siamo sicuri che tale struttura sia un “male” da debellare, una realtà da cancellare?

          Non ci sono solo questioni socio-storiche, ci sono anche precisi risvolti psicologici (anche tralasciando quelli spirituali) della formazione e crescita di un Uomo (maschio e femmina).

          Questa modificazione di “prassi” di per sé potrebbe apparire una cosa non negativa, ma se la inseriamo in un tentativo di modificazione antropologica del concetto – e dalla realtà – di Uomo (maschio e femmina), assume tutta un’altra connotazione.
          Non sostengo neppure che chi si sia mosso e ha operato per questa nuova prassi, avesse come obbiettivo ultimo chessò la “teoria gender” (forse si, forse no), ma se c’è una “regia” dietro a tutto questo, è certamente quella dell’Avversario.

        2. Piero

          Mi sembra un’enormita’ dire che il dare il cognome del padre sia sintomo di “machismo”, anche solo per il semplice fatto che moltissimi uomini, in passato, celebri e non, avrebbero fatto di tutto per non dare il proprio nome del “casato” al figlio…
          E’ semplicemente la solita propaganda mondialista (che ha subito una bella botta stamattina…) che mira a sradicare completamente le radici per trasformarle in merci interscambiabili… Ninete di nuovo sotto il sole…

          1. Enrico Turomar

            Piero,
            boh, me l’ha detto mia moglie, a cui l’hanno detto i parenti. Io ho dei nipoti col cognome del babbo ed altri (altra famiglia ovviamente) con quello della mamma. Poi se alla gente hanno detto che avevano cambiato la legge per la lotta al ‘machismo’ e invece avevano altri scopi non lo so.

  4. Natalia

    Secondo me, (sentendo parlare alcune donne) e’ una questione di “emancipazione femminile”. Io, se potessi scegliere prenderei il cognome di mio marito (come funziona nella maggior parte dei paesi d’Europa), perchè quando mi sono sposatia e abbiamo detto di si, è perchè mi fido di lui totalmente e vogliamo essere una carne sola, anche all’anagrafe.Ho dovuto lasciare il mio cognome da ragazza perchè costretta con la legge in Italia, adesso pure i miei figli potrebbere prendere il cognome mio? Ma che scherzi?Allora che mi sono sposata a fare?Siamo una famiglia sola. Una volta guardando i citofoni delle case i miei amici (non italiani) mi hanno chiesto ingenuamente: Ma qui in Italia vivono tante famiglie nello stesso appartamento?

  5. Teresa

    Carissimi, sono una mamma. Cristiana, cattolica, praticante. Ho una figlia splendida, non ho un marito e mia figlia ha il mio cognome. Credetemi, ancora oggi che mia figlia è grandicella, quando devo compilare vari moduli e scrivere prima il suo nome e cognome e poi il mio nome e cognome, provo ancora disagio. Il disagio doloroso di dover sempre far sapere a chiunque (associazioni sportive, compagnie telefoniche, scuola…) che mia figlia non è riconosciuta dal padre, come dimostra la inequivocabile evidenza dei nostri due cognomi uguali.
    Io sono felice che mia figlia porti il mio cognome, sono immensamente felice e lei lo porta con orgoglio.
    Capisco perfettamente quello che dite voi e in linea di principio lo condivido, ma tenete presente che esistono altre realtà, altre situazioni, anche belle, pulite, sane, ma che non rispecchiano, ahi noi, lo stereotipo della famiglia del mulino bianco che tanto amiamo.
    Faccio i complimenti a Costanza Miriano e le esprimo la mia stima pur conoscendola poco, per la splendida frase conclusiva dell’articolo “la salvezza ci interessa, eccome!” Che dice così: ” Non mi interessa di essere una brava persona, mi interessa non interrompere la relazione con il più bello tra i figli dell’uomo”. Sottoscrivo.
    Grazie

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