Nessuno scenario, che io sappia…

foto di Andrea Barcaccia
foto di Andrea Barcaccia

Quanto a visione politica io sono, per usare un termine caro a La Pira, una pippa. Non è per reticenza, quindi, che non rispondo a tutti quelli che mi chiedono giudizi e previsioni sugli scenari politici. Cercherò di capire ma fino alla riunione del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, che sarà mercoledì, preferisco non dire niente, per rispetto dei compagni di questa straordinaria avventura. Non che poi dirò niente di illuminante, eh.
Do comunque per scontata la mia amicizia fraterna o sorellale che dir si voglia e la mia stima per Mario Adinolfi e per la sua intelligenza. E ribadisco anche che non farò politica attiva perché ne ho un’opinione troppo alta: credo che si debba saperla fare e non è il mio caso.
Qualcuno mi ha anche chiesto che significato abbia il fatto che domenica mattina parlerò al Convegno organizzato dagli amici di Idea (Roccella, Quagliariello, Giovanardi). Il significato è mantener fede a un impegno preso molto tempo fa, e anche esprimere la gratitudine per il lavoro di sbarramento che hanno fatto al Senato. Nessun altro scenario, almeno che io sappia.

Costanza Miriano

46 pensieri su “Nessuno scenario, che io sappia…

  1. saras

    ahahah mi sembrava infatti una cosa un po’ fuori dal suo stile… ma tutto può essere!

  2. Attendiamo allora fiduciosi le decisioni/indicazioni della riunione. Grazie per il vostro costante impegno.

  3. …ovviamente anche non immischiarsi nella politica (come bene ebbe a dire perfino Giusi) vuole dire lo stesso immischiarsi nella politica. Nessuno ne può essere fuori, dalla politica. Perché tutti ne siamo dentro, di fatto, vaccaboia!
    Quando Gesù dice “date a Cesare etc….”, sicuramente lo dice in senso spregiativo per la politica, ma però lo dice.

    1. Nigoula

      Che lo dica in senso spregiativo della politica è tutta una tua fantasia. Liberissimo di pensarla così, ma davvero giunge nuova questa bizzarra interpretazione.

  4. Corrado

    Costanza non possiamo permetterci di perdere la “Sophie Kinsella” de noantri…per cui, se posso, non dovresti entrare in politica, non mi sembri proprio tagliata…
    Bene che esista un movimento fuori dalle aule ma, per me, anche contrariamente a quanto dice Cascioli nbq, è necessario avere qualcuno che stia in Parlamento a perorare le ns istanze. A Cascioli vorrei solamente ricordare che la nbq non ebbe un inizio particolarmente felice , poi però la sua presenza si è dimostrata estremamente necessaria e INDISPENSABILE 😉.

  5. “Do comunque per scontata … ”

    Il punto è che per quanto mettere l’accento su dò non sia errato si preferisce farne senza per futili motivi quali la presunzione che il contesto ne consenta comunque la distinzione dalla nota musicale

    La sostanza è che in questo contesto non conta l’accento quanto continuare a dare

    Perciò, e a prescindere, grazie 🙂

  6. carlo Principe

    Costanza, mantieni l’unità. Sparare addosso al nuovo partito, che è una cosa concreta, è deleterio ed è segno di disunione. Ora c’è e occorre sostenerlo se ci fidiamo di Adinolfi e Amato. Ciao.

  7. Luca

    Non entrate in politica per carità. Istituite invece una commissione giudicante i politici sotto l’aspetto cristiano, perché tutti noi sappiamo distinguere l’oro dall’Ottone. Non potendovii inquadrare nei loro schemi, i politici di professione che hanno quasi tutti le mutande sporche, avranno timore dei liberi grilli parlanti, se sapranno che rappresentano tanta gente. Incominciamo con il prossimo referendum costituzionale per saggiare la cosa. Non vi infilate in quel legami, finirete per puzzare anche voi. Per carità non lo fate!!!!!

  8. Fabio

    Il mio modestissimo parere: bisogna evitare che il gruppo che ha guidato il family day si divide e dispera.
    Ho letto l’articolo di Cascioli sulla bussola e mi sembra davvero condivisibile (specie nella scelta del nome del partito e del significato politico in caso d’insuccesso).
    Forza Costanza, aiuta a ritrovare l’unità (come solo una mamma sa fare!)

  9. Signor Fabio: acqua passata non macina piu’: il prossimo anno facciamo un altro raduno e se ne parlera’ di nuovo. Per favore mi usi la gentilezza di farmi capire, dalle risposte che leggo, se e’ doveroso per una persona che vive in societa’ interessarsi di politica come costituente necessario della sua personalita’ sia essa basata su ReligoneCattolica, e derivate sette, Credi, Morale Occidentale,e Filosofie varie o e’ possibile vivere la vita senza nessun interesse di come si e’ o sara’ amministati ? Dico questo vedendo il disordine sociale determinato dalle politiche in vigore che riflettono l’abbandono di partecipazione politica da parte del popolo. Mi pare che questa mentalita’ provochi un continuo degrado di governo nei campi del benessere sociale sia come etica che come tenore economico. Cordiali saluti, Paul

  10. Giusi

    UNA BELLA RIFLESSIONE DI MASSIMO VIGLIONE
    Massimo Viglione
    Cattolici in politica: il vero vulnus e l’unico rimedio
    La sortita di Adinolfi e Amato sul loro nuovo partito, “Il popolo della famiglia”, sta come ovvio facendo discutere e fin da subito si nota che l’iniziativa ha suscitato varie perplessità.
    Riccardo Cascioli, ne “La nuova Bussola Quotidiana” (4 marzo), critica soprattutto le modalità d’azione dei due: a quanto dice, avrebbero agito all’insaputa degli altri organizzatori – Gandolfini, Miriano, Brandi – del Family Day spiazzandoli anche pubblicamente e sottolinea il fatto che fin dal nome si riduce tutto al problema della famiglia, mentre giustamente un partito non può essere monotematico.
    Anche Costanza Miriano, in un suo post si Fb, ha affermato di dover ancora capire bene quanto accadde.
    Gli amici del sito “Radiospada” hanno subito posto seccamente questi quattro quesiti ai due esponenti, chiedendo risposta. Riporto esattamente le loro parole sia per coloro che non avessero avuto modo di leggerle sia perché le condivido al 100%. Eccole:
    1) Fede. Vi presentate come un partito che chiama a raccolta i cattolici. Siete dunque per l’abolizione del divorzio, della legge infanticida 194/78 (aborto), di ogni forma di “unione civile” diversa dal matrimonio e di ogni forma di fecondazione artificiale?
    2) Gerarchia. Agite di concerto con la Conferenza Episcopale Italiana? Vi riconoscete nella linea politica dei suoi vertici e, in particolare, del suo segretario (Nunzio Galantino)?
    3) Visione politica generale. Creare un movimento politico significa avere una visione complessiva della realtà: la politica non è solo politica familiare. Avete uno sguardo unitario sugli scenari economici? Sugli quelli internazionali? Sull’Unione Europea? Sul tema migratorio? Sulla riforma costituzionale? Se sì, in cosa consiste?
    4) Orizzonte partitico. Entrerete in una delle coalizioni esistenti (se sì, quale)? Siete pronti a dichiarare pubblicamente che nel caso in cui il vostro progetto non raggiungesse i suoi obiettivi, non tentereste di “riciclarvi” in altri partiti (rendendo questo movimento un semplice trampolino di lancio o un aggregatore di voti da cedere)?
    Dei quattro quesiti, i due ancor più essenziali e immediati mi sembrano essere il secondo e il terzo: sul primo e sul quarto, per quanto fondamentali, si potrebbe rispondere prendendo tempo… Ma non sul secondo e sul terzo: su questi, la risposta deve essere immediata. Infatti, se continuiamo a far finta di avere come interlocutori una CEI amica e un clero favorevole, se cioè continuiamo a mentirci spudoratamente gli uni con gli altri per apparire “seri e moderati” o per una malintesa pratica della virtù della prudenza che rasenta poi nei fatti il confine con la menzogna pubblica, non solo non si costituirà nessuna iniziativa politica seria, ma non si otterrà mai nulla nemmeno al mero livello della difesa famiglia naturale. E gli ultimi eventi sono testimonianza incontrovertibile di quanto appena detto.
    Ma il cuore di tutto io credo sia il terzo punto. Quand’anche nell’iniziativa di Adinolfi e Amato fosse tutto chiaro, quand’anche i due avessero riscosso enorme successo immediato, in realtà il proporre un partito politico monotematico, incentrato, fin dal nome, su un solo punto di battaglia, è ridicolo e antistorico. È l’errore tipico del mondo cattolico in generale, di quello che tende al bene (non di quello che tende al male, al compromesso o al tradimento: questi non fanno certi errori, edotti come sono dai loro padroni). Ed è un errore sia chiaro che non riguarda solo il mondo della famiglia, riguarda tutti. Chi si intende di bioetica e famiglia, chi di economia, chi di moneta, chi di immigrazionismo, chi di politica, chi di liturgia e teologia, ecc.; etutti pensano che una volta risolto il “loro” problema tutti vivremo felici e contenti. E nessuno capisce che quand’anche salvassimo i bambini dagli orchi, se siamo invasi da milioni di islamici che vogliono conquistarci e cambiarci, sarà stata una vittoria invana; e nessuno pensa che se anche salvassimo i bambini e fermassimo i musulmani, se precipitiamo ancora di più nell’oppressione sinarchica del sistema finanziario non avremo più niente da dare come cibo ai nostri bambini, e non è un’esagerazione; e potremmo continuare. Nessuno capisce che la salvezza non viene da un solo campo della battaglia per la civiltà in corso, ma dalla salvezza completa della stessa civiltà sotto attacco.
    È una deformazione mentale del nostro mondo, diciamocelo francamente. Il 30 gennaio, mentre tutti festeggiavamo quella bella e importante giornata al Circo Massimo, io, che stavo in alto sotto al monumento a Mazzini, ho visto per circa 30 minuti una cinquantina di islamici con i tappetini che pregavano verso la Mecca nel marciapiede dal lato della FAO. Mi ha fatto un’impressione forte (e spero qualcuno possa cogliere quello che intendo dire), il vedere da un lato centinaia di migliaia di cattolici felici e contenti una volta tanto per una buona iniziativa riuscita, e in contemporanea alle loro spalle…
    Questo è un mondo unico (o globalizzato che dir si voglia), amici cari: il nemico è uno, a livello di mente dirigente come anche di massimi esecutori a livello planetario. Chi ci fa invadere, chi vuole distruggere la famiglia, chi vuole distruggere l’ordine stesso del creato, chi ci sta riducendo in miseria e schiavitù, chi sta sovvertendo anche la Chiesa, è sempre la stessa mente che utilizza gli stessi servi nei vari campi della dissoluzione odierna. Non serve tagliare un solo braccio all’Idra del male. Lo abbiamo visto tante volte: anche quando riportiamo una vittoria, l’Idra non solo vince altrove, ma poi gli ricresce anche il braccio tagliato, perché non abbiamo combattuto in pieno, perché ci siamo cullati di una piccola battaglia vinta, perché magari basta un giudice a rendere inutile una grande vittoria politica, ma soprattutto perché occorre tagliarle la testa all’Idra, se vogliamo salvare tutto.
    Salvare tutto, ecco il senso di questo discorso: non si può condurre una battaglia politica, e tanto meno fare un partito, combattendo contro un solo braccio del male, e magari già pronti a futuri compromessi con il paravento della necessità di entrare in Parlamento per condurre la buona battaglia. Per fare un partito occorre un programma a 360 gradi che preveda una soluzione politica a ogni singolo problema, ma soprattutto una dottrina a monte che sia e dia la linfa vitale a tutte le iniziative.
    Occorre essere cattolici! Non si tratta di essere santi (chi lo è? io no): se lo si è, meglio ovviamente, ma almeno essere cattolici sì. E, di conseguenza, di avere un’interpretazione generale dell’intera storia passata e presente che fornisca la chiave di interpretazione dei problemi enormi che stiamo vivendo e quindi permetta di proporre soluzioni ai singoli problemi, a tutti i singoli problemi. Un’iniziativa politica, un partito, cioè, deve conoscere chi è veramente il nemico e cosa vuole, e quindi fornire – in base e in sottomissione al magistero universale della Chiesa Cattolica (e della gerarchia attuale solo nella misura in cui questa effettivamente a sua volta rispetta e onora tale magistero, del quale essa stessa è serva e non padrona) e alla Tradizione politica e civile della civiltà cristiana come essa è esistita – le soluzioni a livello dottrinale, ideologico e quindi di prassi politica.
    Il vero vulnus di tutti noi è la mancanza di adesione compatta alla dottrina cattolica e al Magistero civile della Chiesa a 360 gradi: solo questa adesione personale e generale ci donerebbe la capacità di comprensione degli eventi e quindi l’unità d’azione necessaria per divenire una reale forza di reazione al male e di difesa del bene.
    Dobbiamo salvare la famiglia, i bambini e ogni essere umano dagli orchi e dobbiamo salvare l’ordine stesso del creato e quindi l’intera civiltà umana; ma dobbiamo anche salvarci dall’invasione del nemico esterno anticristiano; ma dobbiamo anche salvarci dalla miseria e dalla schiavitù economica; ma dobbiamo anche capire cosa significa l’inganno del debito pubblico che tutti ci schiavizza costringendoci indirettamente ad accettare ogni aberrazione perché ridotti all’impossibilità di reazione; ma dobbiamo anche riscoprire il valore della Tradizione cristiana ed europea con una vera e propria controrivoluzione culturale e civile, senza la quale non si va da nessuna parte; fino a riscoprire anche la Tradizione cattolica a livello spirituale con tutto quello che ne consegue.
    C’è tutto questo nel programma di Adinolfi e Amato? C’è una chiara volontà di schierarsi per il bene e contro il male a 360 gradi? Questo partito, è pronto a difendere la nostra civiltà e ognuno di noi – pur partendo come giusto dai più deboli e dalla difesa dell’ordine naturale – dal male che avanza da tutte le parti? Comprende che difendere una sola porta della città assediata non serve a nulla se il nemico poi entra dalle altre porte?
    Chi scrive non è contrario all’iniziativa politica, anzi, l’ha sempre predicata, come chi mi conosce sa. Ma ha imparato, anche sulla sua pelle, che il problema non si risolve concentrando gli sforzi su una sola questione, per quanto vitale, ma con una visione globale della guerra in corso. E, soprattutto, con la coerente adesione spirituale, intellettuale e politica all’unico collante che ci può permettere di unirci in una forza politica veramente al servizio del Bene: l’applicazione programmatica del Magistero della Chiesa in ogni campo dell’umana convivenza. Se facessimo questo, sarebbe facile poi sia mettere a nudo i subdoli e traditori, sia unire i centomila orticelli che purtroppo dividono da decenni il nostro mondo.
    Solo la fedeltà alla dottrina e alla tradizione cattoliche di sempre ci permetteranno di unirci e fare politica secondo la volontà di Dio e per il bene di ogni essere umano, a partire dai bambini.

  11. Vanni

    “Al mio grido di dolore su un tema drammatico e vero, gli italiani hanno risposto con una sonora pernacchia”.

    Così Ferrara il giorno dopo la disfatta della “lista pazza” contro l’aborto, nel 2008.

    Mi onoro di essere stato spernacchiato anch’io insieme a lui e ad altri pochi. Ma prima di ripetere un’esperienza simile è bene prendersi il tempo per meditare e Viglione mette molta, non troppa, carne al fuoco.

  12. …un cattolico fortemente impressionabile:

    “Il 30 gennaio, mentre tutti festeggiavamo quella bella e importante giornata al Circo Massimo, io, che stavo in alto sotto al monumento a Mazzini, ho visto per circa 30 minuti una cinquantina di islamici con i tappetini che pregavano verso la Mecca nel marciapiede dal lato della FAO. Mi ha fatto un’impressione forte (e spero qualcuno possa cogliere quello che intendo dire), il vedere da un lato centinaia di migliaia di cattolici felici e contenti una volta tanto per una buona iniziativa riuscita, e in contemporanea alle loro spalle…”

    1. I mussulmani stavano pregando (si vede che era l’ora) prima di venire alla manifestazione. Che non era solo di cattolici ma anche di evangelici, ortodossi, atei capaci di ragionare col proprio cervello e – appunto – anche di mussulmani (e mussulmane).

        1. ola

          “I mussulmani stavano pregando (si vede che era l’ora) prima di venire alla manifestazione. Che non era solo di cattolici ma anche di evangelici, ortodossi, atei capaci di ragionare col proprio cervello e – appunto – anche di mussulmani (e mussulmane).”

          A giudicare dall’articolo postato sopra escludo che Viglione possa concepire l’esistenza di musulmani “capaci di ragionare con il proprio cervello.” 😛

    1. PaulBratteraulBratter

      Ok mi sta bene. Ma Socci, Amicone, Cascioli per chi votano alle prossime elezioni?
      Ci aiutino a orientarci allora, in questa situazione politica che si è fatta ancora più confusa.

      1. Giusi

        Sto postando tutti i contributi via via che li trovo. A favore e contro. Personalmente sono confusa. Anche perché non ho nemmeno capito bene chi sia a favore e chi contro tra i promotori né di cosa si tratti precisamente.

  13. marco

    La prego Costanza, spieghi ad Adinolfi & C che la loro bislacca iniziativa sarebbe la pietra tombale sul popolo del Family Day. Non serve la laurea in politologia per capire che la loro lista farà la fine di quella di Ferrara (che io ho votato) con grande sollazzo di chi potrà dire che chi era al Circo Massimo non conta niente.
    Desse (come dicono a Roma) ascolto a gente come Cascioli o Amicone che hanno lavorato sodo e pagato di persona in questi anni per sostenere questo popolo.
    È tanto chiaro che il P.d.F. sarebbe/sarà un flop se tentasse/tenterà di diventare un partitino anziché qualcosa che condiziona i partiti, che il rispetto che ho per l’intelligenza di Adinolfi mi costringe a pensare male …

  14. Elisabetta

    Comunque se è vero Adinolfi ed Amato hanno fatto le cose di nascosto e poi messo gli altri davanti al fatto compiuto, ecco lo trovo tristissimo ed anche, francamente, incomprensibile.

    1. Non credo che fossero tutti all’oscuro, almeno penso non lo fosse Gandolfini. Mercoled’ scorso si è tenuto un incontro stampa al Capranichetta sul possibile futuro politico del family Day. Dovevano essere presenti, tra gli altri, la Miriano, Pillon, Gandolfini, Amato e Adinolfi. Il giorno prima Gandolfini, Amato e Adinolfi hanno fatto sapere che non sarebbero intervenuti. Giovedì Amato e Adinolfi hanno annunciato il Popolo della famiglia.
      Il motivo dell’assenza di Amato e Gandolfini è chiara, non sarebbe stato corretto partecipare a un convegno facendo finta di niente, ma quella di Gandolfini secondo me indica che almeno lui era stato avvertito e ha preferito non presentarsi.

  15. Elisabetta

    CL non ci sta, nemmeno quella parte che gravita intorno a Tempi ed ha appoggiato il Family day. I neocatecumenali a quanto pare nemmeno, vista la reazione di Gandolfini, non proprio entusiasta. Quindi non si capisce davvero su chi puntano Adinolfi ed Amato. Mi pare tutto così irrealistico. Trovo poi francamente curioso quanto scritto da Adinolfi: se falliamo spariremo. Ma che vuol dire? Che è’ ‘sto tutto e subito? L’unica cosa che certo succedera’ e’ che la loro perdita si porterà’ dietro il Family day, quello che ha significato. Più ci penso e meno ci capisco. Ci deve essere qualcosa’altro perché messa così la cosa è esageratamente irragionevole.

  16. Giusi
  17. Fabrizio Giudici

    Dunque, anch’io continuo ad essere incerto, come Giusi; e credo che sia normale e sano che la gente abbia dubbi e opinioni diverse in questa fase. Tuttavia ci sono alcune opinioni che mi preoccupano, che si esprimono sotto forma di obiezioni all’idea del partito, perché non riesco a capire quale sia la parte propositiva… se esiste. Vediamo.

    La prima: “dobbiamo fare cultura e non politica partitica”. Mi ricorda l'”opzione Benedetto” di Dreher, che si riferisce a San Benedetto e al suo operato che permise ad un germe di cultura occidentale di sopravviere e poi rinascere. Non è un’opzione che possiamo permetterci oggi: ce la impedirebbero. In seconda battuta ricorda il “non occupare spazi, ma aprire processi” di Bergoglio. Innanzitutto non capisco la contrapposizione: aprire processi (ovvero fare cultura, evangelizzare) non è in contraddizione con l’occupare spazi. Sono due attività che si articolano in tempi diversi. Inoltre è in totale contrasto con “l’evangelizzazione per imitazione”: cos’è che gli altri dovrebbero imitare di noi? Che ci ritiriamo dalla vita attiva e ci chiudiamo nelle catacombe? E poi, come dice Adinolfi, ci stanno cannoneggiando a ripetizione: dopo la Cirinnà (che, però, ricordiamo, non è ancora legge dello Stato) già calendarizzano adozioni, eutanasia, divorzio lampo, e chissà che non ritorni pure la Scalfarotto. Nel frattempo l’inculturazione la stanno facendo gli altri, che senza dubbio i processi li hanno iniziati da tempo.

    La seconda: “dobbiamo rimanere movimento”, niente partiti. È facile fare i “movimentisti”: andiamo in piazza e urliamo “venduti” ai politici, e beninteso, se lo meritano. E poi basta? Se la partitizzazione è da evitare, mi spiegate qual’è lo scenario che ipotizzate per la riscossa? Come pensate che le cose cambieranno? Che il movimento, improvvisamente, farà presa sui partiti esistenti e i loro politici? Quelli che abbiamo giustamente bollato come anti-cattolici o traditori? Oppure che arriverà una generazione di cattolici nei partiti tradizionali? In che tempi? Come è possibile che succeda nel momento in cui questi partiti sono sempre meno democratici al loro interno e appaiono obbedire sempre più al programma dei poteri forti? Perché alla fine, in democrazia, sono i partiti e le relative rappresentanze in parlamento che fanno le leggi: non le piazze. Le piazze sono utili se trovano un riscontro. Oppure pensate che il sistema democratico come lo conosciamo oggi crollerà a breve? Opinione legittima, ma argomentate: e noi cosa faremo? Staremo a guardare? Faremo la guerriglia? Oppure tenteremo di costruire qualcosa? Cosa? Come? Insomma, mi vanno bene le critiche ad Adinolfi, ma spiegatemi quale sarebbe, in concreto, l’alternativa.

    Dice: è evidente che ci vorrà l’intervento dello Spirito Santo. D’accordissimo. Ma quando mai questo intervento, nella storia, si è verificato in modo esclusivo, intendo dire che ha fatto tutto Lui e gli uomini sono stati a guardare? Io vedo che ha sempre agito per mezzo di uomini ispirati.

    La terza: “il PdF è fallito in partenza” (questo l’ha scritto anche Socci in uno dei suoi peggiori articoli). Scusate, ma chi ve l’ha detto? Allora cosa rispondete a chi oggi vi dicesse: i Family Day erano falliti in partenza? A chi scommetteva sarebbero stati quattro gatti, sbagliando, e a chi scommetteva che alla fine la legge sarebbe passata, forse (ma per ora solo forse) prendendoci? Dovremmo concludere che abbiamo sprecato le energie?

    Come ultima considerazione… qualcuno che sa scrivere preghiere lanci un’iniziativa di preghiera da affiancare a quella contro la Cirinnà (e continuiamo a pregare contro questa legge, che non è ancora passata): perché chi in questo momento si prende pesanti responsabilità agisca illuminato dallo Spirito Santo e perché non si verifichino gravi divisioni.

        1. Fabrizio Giudici

          Dal pezzo di Paci:

          … non si può ignorare il fatto che la maggioranza del Popolo del Family day resta alla finestra aspettando un segnale di approvazione.

          Ma è davvero così? Ci siamo sbarazzati dei vescovi pilota e ora stiamo cercando altri piloti? Prendersi personalmente la responsabilità della scelta è davvero una croce così insopportabile da portare?

          1. Elisabetta

            Perché tu ritieni che per esempio i neocatecumenali si coinvolgerebbero in massa come in massa sono andati ai family day se il giudizio di Gandolfini rimanesse, diciamo così, non positivo? Io credo di no. E lo stesso avverrà, in modo molto più marcato, con i ciellini. Chi appartiene ad un movimento ha, di solito, un grande spirito di appartenenza, e di ubbidienza all’autorità del movimento stesso. Basta ricordare cosa accadde con Amicone e la lista di Ferrara.

            1. Fabrizio Giudici

              Perché tu ritieni che per esempio i neocatecumenali…

              Non conosco nessuna di quelle realtà e non mi esprimo. Da quello che mi dite, penso sia probabile che tu abbia ragione. Quello che voglio dire è che è proprio questo il problema (non solo dei neocatecumenali: ma delle associazioni in generale). Se la maggior parte dei membri di una certa associazione agiscono in modo coeso è una cosa normale: dopotutto se sono tutti lì vuol dire che hanno un sentire comune e quindi reagiscono in modo simile alle cose. Ma che agiscano per “spirito di appartenenza” e “ubbidienza all’autorità” è una cosa semplicemente disastrosa. Dovrebbero solo fare riferimento alla propria coscienza ben formata, senza ubbidienze… fatto salvo per quelle prescritte relative alle autorità ecclesiastiche (che sono poche e ben definite), comunque non certo ai laici.

              1. @Fabrizio “spirito di appartenenza” è una cosa… “ubbidienza” è tutta un’altra.

                Fatico a pensare che l’ubbidienza (che tutti dobbiamo in qullche modo a qualcuno – anche un “semplice” padre spirituale o tutto il cammino personale se ne fva a scatafascio…) data ad esempio ad un responsabile, piuttosto che all’Iniziatore di un Movimento o Associazione dove la Chiesa – non gli appartenenti – ha riconosciuto un particolare Carisma e un precisa Autorità, possa trasformarsi in qualcosa di “disastroso”.

                Seguendo questo concetto, al di là dei Movimenti Eclclesiali, non essiterebbero neppure Ordini Religiosi, Monastici o Altro. So che è difficile mettere in relazione queste realtà della Chiesa che paiono cose totalmente distinte (solo perché le prime sono cosiddette “laiche”), ma non è così.

                Dici bene “Dovrebbero solo fare riferimento alla propria coscienza ben formata (senza ubbidienze… come ho detto è ingannevole e pericoloso nell’ambito Ecclesiale)”, ma ferma restando la Libertà dei Figli di Dio, chi garanttisce un COMPLETA e BEN FORMATA coscienza? Soprattutto in esperienze che fanno di tutto un iter il punto di arrivo, l’obiettivo di formare tali coscienze e che quindi vedono tutta una serie di momenti ed un percoso in cui decisamente queste coscienze non sono ancora formate o sono ancora inquinate da un pensiero “mondano”.

                In ogni caso nessuna coscienza si forma senza obbedienza… e lo sperimentiamo inconsapevolmente fin da bambini e molto più consapevolmente da adulti come Genitori.
                Poi se ti riferisci ad una obbedienza cieca, sorda e di conseguenza “muta”, posso essere d’accordo, ma pensare questa coinvolga nella fattispecie, centinai, migliaia di persone, come te e me, che appartengono a qual si voglia Movimento Ecclesiale, è quanto meno giudizio temerario e ingeneroso.

                1. Fabrizio Giudici

                  Poi se ti riferisci ad una obbedienza cieca, sorda e di conseguenza “muta”, posso essere d’accordo

                  Era proprio questo il punto che sollevavo. L’obbedienza al padre spirituale non è tale che tu fai tutto quello che ti dice. Lo valuti con attenzione, perché – come dici – potrebbe essere proprio il mezzo di “ben formare” la tua coscienza. Ma alla fine decidi tu, e quello che mi preme dire, ti prendi tu la responsabilità, in prima persona (sia che ubbidisci, sia che non ubbidisci). Non è che la lasci sulle spalle degli altri. Perché la nostra fede esige una presa di responsabilità diretta (ovviamente, nei limiti delle capacità dei singoli). Va però anche aggiunto che ci sono varie gradazioni di questo meccanismo. Un conto è un padre spirituale che ti dice che una certa azione è immorale; un conto che ti dice di votare o non votare per un partito… Altrimenti arriviamo al punto delle fatwe islamiche, che regolano anche se si può usare o no la carta igienica (non è una battuta: è un caso reale).

                  ma pensare questa coinvolga nella fattispecie, centinai, migliaia di persone, come te e me, che appartengono a qual si voglia Movimento Ecclesiale, è quanto meno giudizio temerario e ingeneroso.

                  E questo è proprio quello che vorrei sapere: le associazioni o i movimenti non li conosco. Ma dai commenti sopra, parrebbe che meccanismi di questo genere esistano.

                  1. E’ questo appunto il problema spesso… la non conoscenza.

                    Anche i commenti altrui possono valere il giusto (per sentito dire, per esperienze negative, per pregiudizi, per…)

                    Storture ce ne possono essere come sempre come ovunque, ma è opportuno rifarsi agli Statuti (quando ci sono), al parere della Chiesa, a documenti ufficiali… oppure farne esperienza dall’interno 😉

                    Ma credo che i Movimenti, le Associazioni (nella Chiesa e riconosciuti dalla Chiesa) sono per i singoli, una sorta di “chiamata”, una ausilio che lo Spirito Santo dona alla formazione e conversione di Tizio piuttosto che di Caio e ciò che è buono per l’uno può non esserlo per l’altro (e non è detto siano per tutti l’unica strada…).
                    Rappresentando poi diversi carismi, difronte a singole situazioni, il tal Mov. o Ass. sceglierà questo o quell’approccio.

                    Se questa o quella decisione è ufficiale e pubblicamente condivisa, se ne potrà discutere certamente, diversamente se non si conosce, meglio credo, non pronuciarsi, certo non modo negativo, mai facendo di tutta l’erba un fascio (come sempre su tutte le cose…).

                    Difficile quindi (ritengo) dare un risposta a quel che vorresti sapere.. 😉

                    P.S. sul chi votare o non votare… mah, mi pare una foglia di fico, visto che continuamente anche qui non si fa altro che dire chi si e chi no (e giustamente!)

              2. @fabriziogiudici
                Solo scopo conversazione riporto due passaggi di un discorso pronunciato da un’attivista per i diritti umani nel 1964 (non rivelo l’identità per non influenzare il giudizio sulle parole)

                Da applicare ad un nuovo partito politico che presenti i suoi rappresentanti in giunta locale o in parlamento
                “I’m not going to sit at your table and watch you eat, with nothing on my plate, and call myself a diner. Sitting at the table doesn’t make you a diner, unless you eat some of what’s on that plate”

                Da applicare a come indirizzare il voto cattolico
                “These 22 million victims are waking up. Their eyes are coming open. They’re beginning to see what they used to only look at. They’re becoming politically mature. They are realizing that there are new political trends from coast to coast. As they see these new political trends, it’s possible for them to see that every time there’s an election the races are so close that they have to have a recount. They had to recount in Massachusetts to see who was going to be governor, it was so close. It was the same way in Rhode Island, in Minnesota, and in many other parts of the country. And the same with Kennedy and Nixon when they ran for president. It was so close they had to count all over again. Well, what does this mean? It means that when non catholic (*) people are evenly divided, and catholic(*) people have a bloc of votes of their own, it is left up to them to determine who’s going to sit in the White House and who’s going to be in the dog house.”

                (*) ovviamente le parole non catholic e catholic nella versione originale (cioè non taroccata da me) erano rispettivamente white e black

  18. …è evidente che ci vorrà l’intervento dello Spirito Santo. D’accordissimo. Ma quando mai questo intervento, nella storia, si è verificato in modo esclusivo, intendo dire che ha fatto tutto Lui e gli uomini sono stati a guardare? Io vedo che ha sempre agito per mezzo di uomini ispirati. 😉

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