di Emanuele Fant
Natale è un mistero perché avviene di notte, al buio, escluse poche stelle e alcune lampadine intermittenti dei pastori. Natale è un mistero perché la sera c’è la culla vuota, e la mattina ci dorme già Gesù bambino. Non hai sentito nessuna puerpera gridare, nemmeno una statuina è in diversa posizione. Come è arrivato? Stessa domanda per i regali. Ho l’impressione che le cose migliori succedano nel momento preciso in cui riesco ad accettare che la mia presenza non è indispensabile a farle accadere. La conferma la trovo nell’ostinazione di Babbo Natale ad apparire solo quando dormiamo.
Natale è un mistero perché le soluzioni importanti si attivano quando ci giriamo, per ricordarci che non ne siamo la scintilla, né la misura. Per dirne una, sono un enigma entusiasmante i novi mesi di sviluppo dei bambini nelle mamme, che ci attrezziamo per violare con ecografie tridimensionali, senza dare il giusto prezzo al non sapere. La magie si compiono nel chiuso di cilindri neri, fosse anche solo perché guadagnino in stupore.
Come ogni vero mistero, anche il Natale ha una soluzione: si chiama Epifania e si festeggia in questi giorni: il 6 gennaio. È il giorno in cui finalmente Dio si fa ammirare. Quella mattina, l’alba non ce la fa più a trattenere la troppa luce nella linea del panorama, come un sorriso che prima non si voleva esplicitare, esplode mettendo tutti di buon umore.
È il momento di uscire, di togliere gli ormeggi dal nucleo familiare ed annunciare, considerata ormai questione chiusa la digestione. È il giorno in cui sentiamo il dovere di spiegare che una novità ci è venuta a trovare senza farci capire come, ma certamente con un proposito di bene. Ecco la ragione per cui questa ricorrenza chiude le feste di Natale: riprendere il lavoro, salutare i tiepidi divani, affrontare la brina, è necessario. Ci vogliono incontri per dirsi insieme quanto ricevuto in una notte importante e scura, impossibile, da soli, da penetrare.
fonte: Credere
L’ha ribloggato su maurostabile.
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Molto bene.
L’Epifania ci riporta alla regalità di Cristo. Gesù si svela come il Re. Oggi è proprio questa regalità che non si vuol più riconoscere, basta vedere l’ultimo video mostruoso fatto dal Papa dove Gesù è messo alla pari di Budda e demoni vari, proprio nel giorno dell’Epifania, una vera bestemmia pubblica, alla quale bisognerebbe rispondere con preghiere e mortificazioni pubbliche. Si può oggi accettare che Gesù sia Dio e anche uomo, ma non si può accettare che sia Re, perchè la sua regalità riconosciuta ci obbligherebbe a riconoscere il suo dominio su tutto, non solo sui cuori, ma sulle famiglie, nella società, nella politica, sulle leggi. Meglio un Gesù Dio e uomo, da adorare di nascosto, che un Gesù Re che deve regnare concretamente in ogni nostra azione segreta e pubblica. Che vergogna un Re tanto buono e giusto così vilipeso, persino da chi lo dovrebbe amare e servire. E i cattolici così addormentati da credere, che persino le bestemmie se dette dal vicario di Cristo, siano lecite e buone.