Cronache siriane

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SIRIA

La notte del 5 ottobre alcuni ribelli legati a Jahbat Al-Nusra sono entrati nel convento di San Giuseppe a Knayeh, vicino alla Turchia, e hanno rapito il parroco francescano p. Hanna Jallouf e arrestato alcuni cittadini civili. Le suore francescane che erano nel convento si sono rifugiate in alcune case del villaggio.

Il villaggio siriano è sede non solo della Parrocchia latina (di un asilo e di un centro per i giovani) ma anche di uno dei 4 centri di accoglienza creati dai frati della Custodia di Terra Santa all’inizio del conflitto, di cui adesso si teme per la sopravvivenza.

Lo ha annunciato la Custodia di Terra Santa da Gerusalemme ieri mattina, 7 ottobre. Alla fine del comunicato si legge:  “Non siamo in grado di dire dove siano padre Hanna e i suoi parrocchiani e, in questo momento, non esiste alcuna possibilità di contatto con lui o suoi rapitori. Preghiamo per lui e per le altre vittime di questa guerra tragica e insensata”

9 ottobre  – ore 12:09

“Padre Hanna Jallouf è stato riportato a Knayeh, in convento. Non può lasciare il villaggio, ma è libero di muoversi al suo interno”. È quanto dichiara in una nota pervenuta al Sir padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa che annuncia “altre notizie più avanti”. (segue)
 

9 ottobre  – ore 13:00

Secondo quanto riporta il sito terrasanta.net “al telefono il frate minore ha confermato di essere rientrato al convento di San Giuseppe dove è stato posto ‘agli arresti domiciliari’. Il parroco può muoversi liberamente nel villaggio, ma non allontanarsi da Knayeh”. Il vicario patriarcale latino di Aleppo, monsignor Georges Abou Khazen ha riferito che padre Jallouf “è in buone condizioni”. Non ci sono notizie degli uomini che erano stati prelevati con lui. E’ di ieri, invece, la liberazione delle quattro donne tenute come ostaggi dai rapitori.
p. Hanna Jallouf
p. Hanna Jallouf

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“Molto più che in Europa, il Medio Oriente è sempre stato il crogiolo di differenze religiose. Ebraismo, Cristianesimo e Islam hanno il loro cuore e le loro radici in queste terre. Ciascuna di queste fedi ha poi conosciuto divisioni e sviluppi interni vivacissimi: sunniti, sciiti, cristiani ortodossi, copti, siriaci e così via lungo i secoli, lo hanno reso unico nel suo genere in tutto il mondo – un luogo di convivenze. Le convivenze non sono mai state facili e le persecuzioni lungo i secoli non sono mancate. Ma non si è mai assistito a una “pulizia religiosa” del tipo a cui assistiamo oggi. Questa forma di convivenza interreligiosa – che è altra cosa rispetto allintegrazione, che è una sfida occidentale – ha caratterizzato il Medio Oriente per secoli, anche se in maniera mai semplice e lineare, e ne forma comunque il carattere costitutivo. È per questo che cristiani delle diverse confessioni fino ad oggi sono ancora qui in Medio Oriente.”

 “Il Medio Oriente ha urgente e drammatico bisogno di individuare una nuova strada per delineare il proprio futuro, che può essere costruito solo insieme, con tutte le diverse anime che lo compongono, e mai solamente con qualcuno contro un altro. Cristiani, musulmani, curdi, ebrei e tutte le altre comunità religiose ed etniche sono parte integrante della vita di questi Paesi e non spariranno”.

  1. Pierbattista Pizzaballa

Custode di Terra Santa e Presidente dell’Associazione pro Terra Sancta

 

Il Custode Pierbattista Pizzaballa, presidente dell’Associazione pro Terra Sancta, recentemente si era recato in Siria – accompagnato Padre Simon Herro, responsabile della Regione San Paolo –  per verificare di persona la situazione della fraternità e dei conventi, in quanto le notizie che arrivano a Gerusalemme erano spesso confuse e le comunicazioni venivano continuamente interrotte. Con alcuni frati infatti non si hanno contatti  da mesi per la mancanza di elettricità. Le zone più colpite, sono a nord-ovest, nella vallata del fiume Oronte dove si trovano alcuni villaggi cristiani (Knayeh, Yacoubieh, Jisser, Ghassanieh e Gidaideh) e ad Aleppo. A Latakia e a Damasco invece la situazione è più controllata. Il convento di Padre Hanna, a Knayeh, recentemente era rimasto senza vetri alle finestre e il tetto è stato così danneggiato che l’acqua penetra ovunque.

Un altro villaggio colpito della zona dell’Oronte è quello Ghassanieh dove un anno fa è stato ucciso P. Francois Murad di 49 anni per opera sempre dei miliziani di Jabhat al-Nusra. Il villaggio un tempo era composto da 4mila abitanti. Ora qui come negli altri villaggi le case sono abbandonate ed occupate dai ribelli che avanzano numerosi con le loro famiglie. Il Convento di Yacoubieh, poco distante dai confini con la Turchia, lo scorso 20 luglio era stato colpito da un missile lanciato da un aereo. L’edificio aveva subito danni molto gravi ma per fortuna non ci erano state vittime e il parroco padre Dhiya Azziz aveva riportato solo qualche ferita alla testa. Qui ha sede un altro centro di accoglienza.

Nei centri, nelle chiese e nell’ambulatorio i frati assistono decine di famiglie, rifugiati e sfollati, cristiani e musulmani, a cui forniscono beni di prima necessità, cure e li aiutano a cercare una casa. La difficoltà maggiore per loro è reperire medicinali.

Ad Aleppo, dove prima della guerra vivevano 4 milioni di abitanti di cui 200mila cristiani, è  il caos totale ed è difficile trovare materie prime quali cibo e gasolio per il riscaldamento. Ora i cristiani sono fuggiti in altri paesi e ne rimangono poco più di un terzo.

La città rimane senz’acqua anche per 7-10 giorni consecutivi. Si stanno rivelando di vitale importanza per migliaia di persone tutti i giorni i 4 pozzi che i francescani hanno costruito prima dello scoppio della guerra. Altri stanno cercando di costruirli, ma il costo elevato si aggira sui 25mila dollari. L’elettricità prima veniva interrotta per 6 ore, ora possono passare anche 12-14 ore.  La gente, nonostante i bombardamenti e la paura costante di muoversi,  continua ad andare in chiesa.

www.proterrasancta.org

4 pensieri su “Cronache siriane

  1. vale

    Cristiani, musulmani, curdi, ebrei e tutte le altre comunità religiose ed etniche sono parte integrante della vita di questi Paesi e non spariranno”.

    per il momento-tranne i musulmani- pare il contrario…

    TUTTO CIO’ CHE SAPETE SU ISLAM E CROCIATE E’ FALSO
    L’islam non è una religione di pace, non porta il progresso e non minaccia i cristiani a causa delle crociate
    Autore: Rino Cammilleri – Fonte: Il Timone

    http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=3456

    A mettere i puntini sulle «i», stufo di queste storie, ha pensato l’americano Robert Spencer, che ha dato alle stampe una Guida (politicamente scorretta) all’Islam e alle Crociate (Lindau). Sottotitolo: Tutto ciò che sapete sull’Islam e le Crociate è falso

    TOLLERANZA MUSULMANA?
    Un altro dei luoghi comuni politicamente corretti (e insegnato nelle scuole occidentali) riguarda la «tolleranza» musulmana nei confronti di ebrei e cristiani sottomessi. Ma non dice che ebrei e cristiani dovevano cedere il passo e la sedia ai musulmani, non andare a cavallo, non costruire case più alte, portare segni esterni di riconoscimento (talvolta davvero umilianti), rasarsi la fronte, non edificare né riparare chiese, non esporre croci, pagare la tassa di «protezione» (all’atto del versamento, pubblico, il cristiano o l’ebreo doveva piegare il capo per ricevere il tradizionale schiaffo sulla nuca da parte dell’esattore). Ogni anno ai cristiani dell’impero ottomano venivano sottratti i figli migliori per farne giannizzeri, convertiti a forza e mandati in guerra contro gli europei (Scanderbeg, eroe nazionale albanese, era un giannizzero disertore).

    Oggi, invece,dico io,passan direttamente al rapimento,stupro, decapitazione e vendita come schiavi.
    Insomma,un passo avanti nella chiarezza?

    Al contrario altri:

    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-lislam-visto-da-una-missione-in-medio-oriente-10427.htm

    L’islam visto da una missione in Medio Oriente
    di Piero Gheddo

    la Chiesa ha scelto, come rapporto con i popoli islamici il dialogo, l’accoglienza, la solidarietà verso i bisognosi. La Chiesa denunzia e condanna fortemente l’estremismo e il terrorismo di radice islamica, ma vede anche queste situazioni con gli occhi di Dio, non con i nostri occhi pieni di passioni

    …. “Mons. Bruno Forte spiega che questo giudizio viene anche dal fatto che Il Califfato dice di agire “in nome di Dio”, la peggior bestemmia che si possa immaginare. Ma aggiunge che tutto questo “non va assolutamente confuso con le forme dell’islam autentico e con le aspirazioni alla pace e alla giustizia che pervadono il cuore e l’impegno di tanti musulmani….

    Parlo di questo con un missionario cattolico che vive in un paese islamico del Medio Oriente. Si dice d’accordo con quanto ha scritto mons. Forte, però teme che il tragico e travolgente prevalere di queste violenze disumane, facciano dimenticare ai cristiani d’Italia e d’Europa che la Chiesa ha scelto, come rapporto con i popoli islamici il dialogo, l’accoglienza, la solidarietà verso i bisognosi.
    E mi parla dei frequenti e fraterni incontri che ha con tre rappresentanti dell’islam nella sua città, che condannano tutti decisamente il terrorismo islamico, in privato con lui, ma non in pubblico. A questi amici ha posto questa domanda: “L’umanità potrà essere una sola famiglia?”e nell’incontro del mese seguente hanno risposto.Il primo che risponde è molto fedele al Corano, ma come lo interpreta lui. Mi dice per esempio: «Ormai siamo amici, ma non potrei darti la mano, perché sei un cristiano, un miscredente. E poi, poveretto, non potrai salvarti! Dio vuole solo credenti nell’Islam. Gli altri sono esclusi dalla convivenza umana. L’umanità non potrà mai essere una sola famiglia, lo proibisce il Corano!». Il secondo, o meglio, la seconda, è una donna e un po’ più aperta ad accettare il dialogo con appartenenti ad altre culture e religioni. Spesso racconta le difficoltà della convivenza anche all’interno del suo ambiente musulmano e della sua stessa famiglia. Il terzo è un professore che negli incontri mantiene il ruolo di ascolto rispettoso e spesso concilia e avvicina le posizioni divergenti. Legge molto e ama informarsi ed estendere le sue conoscenze. La sua risposta è questa: «La cosa va studiata. Anche all’interno dell’islam, ci sono persone che si impegnano alla convivenza rispettosa con i non musulmani, atteggiamento che suscita divisioni fra noi. Non mi, sento di prevedere il futuro, che comunque è sempre nelle mani di Allah»

    Resta evidente una cosa, a parer mio: che di questi cosiddetti musulmani moderati, quand’anche fossero la maggioranza -ed è tutto da provare –non v’è traccia,rilevante,s’intende- politica o culturale ( sarà una maggioranza silenziosa o pavida?). E non ho ancora visto un solo stato “musulmano” fare quel che ha fatto l’occidente –tanto per fare un esempio- in kosovo. Ovvero proteggere,anche con le armi, i perseguitati e minacciati di sterminio.

    È come l’araba fenice, l’islam moderato: che vi sia ognun lo dice. Dove sia nessun lo sa.

  2. Mari

    Preghiamo per i nostri fratelli ,preghiamo x la loro vita …il Signore dia loro coraggio e lo Spirito Santo li sostenga in questo difficile momento

  3. admin

    LIBERATO PADRE HANNA JALLOUF**************************************

    9 ottobre – ore 12:09

    “Padre Hanna Jallouf è stato riportato a Knayeh, in convento. Non può lasciare il villaggio, ma è libero di muoversi al suo interno”. È quanto dichiara in una nota pervenuta al Sir padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa che annuncia “altre notizie più avanti”. (segue)

    9 ottobre – ore 13:00

    Secondo quanto riporta il sito terrasanta.net “al telefono il frate minore ha confermato di essere rientrato al convento di San Giuseppe dove è stato posto ‘agli arresti domiciliari’. Il parroco può muoversi liberamente nel villaggio, ma non allontanarsi da Knayeh”. Il vicario patriarcale latino di Aleppo, monsignor Georges Abou Khazen ha riferito che padre Jallouf “è in buone condizioni”. Non ci sono notizie degli uomini che erano stati prelevati con lui. E’ di ieri, invece, la liberazione delle quattro donne tenute come ostaggi dai rapitori.

    http://www.agensir.it/sir/documenti/2014/10/00296347_siria_p_pizzaballa_custode_padre_jallouf_.html

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