Non lo avevo letto allora. Quello che mi meraviglia scorrendo velocemente i commenti, è che qualcuno possa pensare che questo atavico richiamo, profondo desiderio, a scoprire le proprie origini biologiche, che coinvolgono profondamente gli aspetti psicologico e direi anche spirituali (anche volessimo intendere il termine in senso laico), possa essere un aspetto del tutto marginale in tanti figli di “padre-donatore” o relegato ad una marginalità dovuta ad una intrinseca fragilità psicologica o sentimentale di taluni.
Vorrei vedere “lor signori” scoprirsi figli di un seme senza volto e senza storia.
Caricamento...
Bariom:lor signori chi?
Che lo sai te di chi siamo figli noi (non voi)? Che lo sai te se siamo fecondati da donatori o meno? Se siamo contenti o no?Se Se si sta male e perché? Che vuoi pontificare su ogni cosa per il fatto che sei di “stirpe regale”?
Caricamento...
Non sono d’accordo praticamente con nulla di quello che viene scritto su questo blog (pur condividendone la fede cristiana), ma concordo completamente con quanto qui evidenziato sul tema dei donatori di sperma. Ho conosciuto personalmente questa realtà (ragazzini concepiti con la banca del seme), ragazzini anche sereni, “normali”(apparentemente almeno). Ciò non toglie che mettere al mondo un figlio con la pretesa che il padre sia irrilevante, e che il legame biologico con esso sia un fatto trascurabile, è, a mio avviso, una forma di profondo egoismo e scarsa umanita’.
Si possono fare tanti discorsi sull’amore….ma la verità è che oggi tutto ciò è stato reso possibile per una semplice questione di profitto (delle Banche del Seme e dei donatori) che nulla ha a che vedere con le esigenze dei ragazzini e con “l’amore”. Una società che commercializza il concepimento di un figlio e lo tratta come un qualsiasi altro prodotto da immettere sul mercato (un dentifricio o un elettrodomestico) è una società sbagliata.
Caricamento...
E tu Alvise perché stai sempre a metter becco e ti senti tra “lor signori” senza neppur aver capito di chi parlo!
Che vuoi che ne sappia io di chi sei figlio tu! Perché tu sai di chi sono figlio io?
Non lo sai perché non hai conosciuto né mio padre nella carne, né tanto meno conosci mio Padre che sta nei Cieli…
Manco credo hai capito il senso del mio commento… ogni tanto lascia riposare la tastiera che è meglio!!
Noi non voi.. ma di che cazzeggi? Chi ti ha assunto o nominato a difensore delle cause perse, o hai l’animo del Don Chisciotte, o piuttosto sei solo un bastian contrario, che l’è l’unica cosa che sembra dar senso al tuo cianciare!
Che poi ‘sti donatori non sono altro che masturbatori a pagamento, per dir le cose come stanno…
Caricamento...
Già. Che tristezza e che squallore.
Caricamento...
vorrei rispondere a filosofiazzero che anche tu sei di stirpe regale, lo siamo tutti.
Caricamento...
@Rossana permettimi, anche se si esce dal seminato e dovremmo tornare ad un articolo precedente, credo sia cosa buona fare un po’ di chiarezza e lo faccio con parole molto più saggie delle mie:
«Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale» (1 Pt 2, 9). Questa testimonianza di lode una volta fu data all’antico popolo di Dio per mezzo di Mosè. Ora ben a ragione l’apostolo Pietro la dà ai pagani perché hanno creduto in Cristo, il quale come pietra angolare ha accolto le genti in quella salvezza che Israele aveva avuto per sé.
Chiama i cristiani «stirpe eletta» per la fede, per distinguerli da coloro che, col rigettare la pietra viva, sono diventati rèprobi.
Poi «sacerdozio regale» perché sono uniti al corpo di colui che è re sommo e vero sacerdote, il quale, in quanto re, dona ai suoi il regno e, in quanto pontefice, purifica i loro peccati col sacrificio del suo sangue. Li chiama «sacerdozio regale» perché si ricordino di sperare un regno senza fine e di offrire sempre a Dio i sacrifici di una condotta senza macchia.
Sono chiamati anche «gente santa e popolo, che Dio si è acquistato» secondo quello che dice l’apostolo Paolo, esponendo il detto del profeta: Il mio giusto poi vive di fede; se invece indietreggia, non si compiace di lui l’anima mia; ma noi, dice, non siamo di quelli che si sottraggono per loro perdizione, ma gente che sta salda nella fede per salvare l’anima propria (cfr. Eb 10, 38). E negli Atti degli Apostoli: «Lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio che egli si è acquistata con il suo sangue» (At 20 28).
Perciò siamo diventati «popolo che Dio si è acquistato» (1 Pt 2, 9) con il sangue del nostro Redentore, cosa che era una volta il popolo di Israele redento dal sangue dell’agnello in Egitto.
Perciò nel versetto seguente, dopo di avere ricordato misticamente l’antica storia, insegna che questa deve essere compiuta anche in senso spirituale dal nuovo popolo di Dio dicendo: Perché abbiate ad annunziare i suoi prodigi (cfr. 1 Pt 2, 9). Come infatti coloro che da Mosè furono liberati dalla schiavitù egizia intonarono un canto trionfale al Signore, dopo il passaggio del Mar Rosso e l’annegamento dell’esercito del faraone, così bisogna che anche noi, dopo aver ricevuto la remissione dei peccati nel battesimo, ringraziamo degnamente per i benefici celesti…»
Dal «Commento sulla prima lettera di Pietro» di san Beda Venerabile, sacerdote (Cap. 2; PL 93, 50-51)
Da ciò si evince che non tutti possono dirsi di “stirpe ragale”, tanto meno Alvise che tal stirpe disdegna e ritiene fanfalucca…
Questo non per dire tu si, lui no (io stesso poi un tempo ero tra coloro che rinnegavano tale stirpe)! Ma per rendere giustizia alla Verità e perché resti chiaro che esserlo – di stirpe regale – è un onore ma anche un onere, che bisogna assumersi e che comporta responsabilità oltre che “privilegi”.
Che poi siamo tutti “creature di Dio” da Lui amate, questo è altro discorso…
Caricamento...
Buongiorno, sono volontaria nel sociale, durante il tempo libero, e le domande che si pongono i figli dei donatori sono le stesse che si pongono i figli adottati quanto scoprono che i loro genitori sociale non sono quelli biologici….. e non mi sembra che si sia montata tutta sta canea al riguardo….
Caricamento...
A dire il vero, la causa della disapprovazione della fecondazione assistita da parte dei Cattolici non risiede in motivi dal basso, cioè nelle conseguenze nella vita concreta dei soggetti (anche se queste hanno la loro importanza) ma principalmente in un motivo teologico: la procreazione dev’essere il frutto di un amore stabile e duraturo, sigillato da Dio.
Per questo la radice dei problemi morali è sempre la stessa: la castità pre-matrimoniale. Se i Cattolici non ritorneranno a predicarla e praticarla, contraccezione, aborto, divorzio, omosessualità, pedofilia, e fecondazioni d’ogni tipo saranno soltanto conseguenze, forse inaspettate ma reali, e difronte alle quali saremo sempre colpevoli, perché non abbiamo voluto vivere i comandamenti. Il resto sono chiacchiere
Caricamento...
I commenti sono chiusi.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
Opportunissimo “trackback”…
Non lo avevo letto allora. Quello che mi meraviglia scorrendo velocemente i commenti, è che qualcuno possa pensare che questo atavico richiamo, profondo desiderio, a scoprire le proprie origini biologiche, che coinvolgono profondamente gli aspetti psicologico e direi anche spirituali (anche volessimo intendere il termine in senso laico), possa essere un aspetto del tutto marginale in tanti figli di “padre-donatore” o relegato ad una marginalità dovuta ad una intrinseca fragilità psicologica o sentimentale di taluni.
Vorrei vedere “lor signori” scoprirsi figli di un seme senza volto e senza storia.
Bariom:lor signori chi?
Che lo sai te di chi siamo figli noi (non voi)? Che lo sai te se siamo fecondati da donatori o meno? Se siamo contenti o no?Se Se si sta male e perché? Che vuoi pontificare su ogni cosa per il fatto che sei di “stirpe regale”?
Non sono d’accordo praticamente con nulla di quello che viene scritto su questo blog (pur condividendone la fede cristiana), ma concordo completamente con quanto qui evidenziato sul tema dei donatori di sperma. Ho conosciuto personalmente questa realtà (ragazzini concepiti con la banca del seme), ragazzini anche sereni, “normali”(apparentemente almeno). Ciò non toglie che mettere al mondo un figlio con la pretesa che il padre sia irrilevante, e che il legame biologico con esso sia un fatto trascurabile, è, a mio avviso, una forma di profondo egoismo e scarsa umanita’.
Si possono fare tanti discorsi sull’amore….ma la verità è che oggi tutto ciò è stato reso possibile per una semplice questione di profitto (delle Banche del Seme e dei donatori) che nulla ha a che vedere con le esigenze dei ragazzini e con “l’amore”. Una società che commercializza il concepimento di un figlio e lo tratta come un qualsiasi altro prodotto da immettere sul mercato (un dentifricio o un elettrodomestico) è una società sbagliata.
E tu Alvise perché stai sempre a metter becco e ti senti tra “lor signori” senza neppur aver capito di chi parlo!
Che vuoi che ne sappia io di chi sei figlio tu! Perché tu sai di chi sono figlio io?
Non lo sai perché non hai conosciuto né mio padre nella carne, né tanto meno conosci mio Padre che sta nei Cieli…
Manco credo hai capito il senso del mio commento… ogni tanto lascia riposare la tastiera che è meglio!!
Noi non voi.. ma di che cazzeggi? Chi ti ha assunto o nominato a difensore delle cause perse, o hai l’animo del Don Chisciotte, o piuttosto sei solo un bastian contrario, che l’è l’unica cosa che sembra dar senso al tuo cianciare!
http://www.tempi.it/fecondazione-assistita-business-da-21-miliardi-di-dollari-in-inghilterra-distrutti-tremila-embrioni-a-settimana-agghiacciante?fb_action_ids=10201955763599011&fb_action_types=og.likes&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582#.U0bP7KIXJPe
Che poi ‘sti donatori non sono altro che masturbatori a pagamento, per dir le cose come stanno…
Già. Che tristezza e che squallore.
vorrei rispondere a filosofiazzero che anche tu sei di stirpe regale, lo siamo tutti.
@Rossana permettimi, anche se si esce dal seminato e dovremmo tornare ad un articolo precedente, credo sia cosa buona fare un po’ di chiarezza e lo faccio con parole molto più saggie delle mie:
«Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale» (1 Pt 2, 9). Questa testimonianza di lode una volta fu data all’antico popolo di Dio per mezzo di Mosè. Ora ben a ragione l’apostolo Pietro la dà ai pagani perché hanno creduto in Cristo, il quale come pietra angolare ha accolto le genti in quella salvezza che Israele aveva avuto per sé.
Chiama i cristiani «stirpe eletta» per la fede, per distinguerli da coloro che, col rigettare la pietra viva, sono diventati rèprobi.
Poi «sacerdozio regale» perché sono uniti al corpo di colui che è re sommo e vero sacerdote, il quale, in quanto re, dona ai suoi il regno e, in quanto pontefice, purifica i loro peccati col sacrificio del suo sangue. Li chiama «sacerdozio regale» perché si ricordino di sperare un regno senza fine e di offrire sempre a Dio i sacrifici di una condotta senza macchia.
Sono chiamati anche «gente santa e popolo, che Dio si è acquistato» secondo quello che dice l’apostolo Paolo, esponendo il detto del profeta: Il mio giusto poi vive di fede; se invece indietreggia, non si compiace di lui l’anima mia; ma noi, dice, non siamo di quelli che si sottraggono per loro perdizione, ma gente che sta salda nella fede per salvare l’anima propria (cfr. Eb 10, 38). E negli Atti degli Apostoli: «Lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio che egli si è acquistata con il suo sangue» (At 20 28).
Perciò siamo diventati «popolo che Dio si è acquistato» (1 Pt 2, 9) con il sangue del nostro Redentore, cosa che era una volta il popolo di Israele redento dal sangue dell’agnello in Egitto.
Perciò nel versetto seguente, dopo di avere ricordato misticamente l’antica storia, insegna che questa deve essere compiuta anche in senso spirituale dal nuovo popolo di Dio dicendo: Perché abbiate ad annunziare i suoi prodigi (cfr. 1 Pt 2, 9). Come infatti coloro che da Mosè furono liberati dalla schiavitù egizia intonarono un canto trionfale al Signore, dopo il passaggio del Mar Rosso e l’annegamento dell’esercito del faraone, così bisogna che anche noi, dopo aver ricevuto la remissione dei peccati nel battesimo, ringraziamo degnamente per i benefici celesti…»
Dal «Commento sulla prima lettera di Pietro» di san Beda Venerabile, sacerdote (Cap. 2; PL 93, 50-51)
Da ciò si evince che non tutti possono dirsi di “stirpe ragale”, tanto meno Alvise che tal stirpe disdegna e ritiene fanfalucca…
Questo non per dire tu si, lui no (io stesso poi un tempo ero tra coloro che rinnegavano tale stirpe)! Ma per rendere giustizia alla Verità e perché resti chiaro che esserlo – di stirpe regale – è un onore ma anche un onere, che bisogna assumersi e che comporta responsabilità oltre che “privilegi”.
Che poi siamo tutti “creature di Dio” da Lui amate, questo è altro discorso…
Buongiorno, sono volontaria nel sociale, durante il tempo libero, e le domande che si pongono i figli dei donatori sono le stesse che si pongono i figli adottati quanto scoprono che i loro genitori sociale non sono quelli biologici….. e non mi sembra che si sia montata tutta sta canea al riguardo….
A dire il vero, la causa della disapprovazione della fecondazione assistita da parte dei Cattolici non risiede in motivi dal basso, cioè nelle conseguenze nella vita concreta dei soggetti (anche se queste hanno la loro importanza) ma principalmente in un motivo teologico: la procreazione dev’essere il frutto di un amore stabile e duraturo, sigillato da Dio.
Per questo la radice dei problemi morali è sempre la stessa: la castità pre-matrimoniale. Se i Cattolici non ritorneranno a predicarla e praticarla, contraccezione, aborto, divorzio, omosessualità, pedofilia, e fecondazioni d’ogni tipo saranno soltanto conseguenze, forse inaspettate ma reali, e difronte alle quali saremo sempre colpevoli, perché non abbiamo voluto vivere i comandamenti. Il resto sono chiacchiere