Ma va a’ morì… per lei!

tom-ewell

 di Paolo Pugni

Nell’invitarci a morire per loro, per le mogli, Costanza non intendeva in terra lontana, nella missione straniera, in crociata, abbandonata casa e famiglia, per combattere su territori distanti.

Ho il terrore che accanto alle marines che affollano le truppe di Gudbrando si debba creare una Legion d’Onore di Gudbranda, per difendere matrimoni e mogli da mariti sempre più ingobbiti e assenti. Volevo scrivere una lettera al Pierino della situazione, figura mitica che in realtà rappresenta più di un marito, ma preferisco andare giù piatto e sintetico.

Così non si fa. State sbagliando tutto e mettendo a repentaglio il vostro matrimonio, la vostra famiglia e soprattutto la salute e l’anima di vostra moglie. Perché ti direi caro il mio Pierino che la devi smettere di andare per funghi da solo la domenica mattina e startene a giocare con i tuoi tre bambini a casa dopo aver portato la colazione a letto a tua moglie. Che la devi smettere di tenerti su quella maschera da duro, che Humphrey Bogart è passato di moda e oggi il modello è George o Brad, che offrono il caffè e scorazzano in Vespa.

Così si viene a sapere di mogli che vacillano perché nella breccia di questo muto secco e con in cima cocci di bottiglia si son stufate di meriggiare pallide e tormentate, e il primo che trovano pronto a versare nella aridità di una vita fatta di grugniti e assenze l’apparenza di una dolcezza, di un complimento, di un’attenzione le fa sbandare.

Non posso sentir raccontare che una moglie debba elemosinare un complimento al marito e che questo riesca a biascicare solo un apprezzamento per lei in quanto generatrice di prole di sana e robusta costituzione e di bell’aspetto! Che cosa siamo? Ai tempi del fascismo incubatrice?

Non posso sentire più raccontare di mogli che faticano perché lui, il capo famiglia, tiene conti separati, spende quello che vuole, chiude la porta dello studio e ritiene che dei figli debba farsi carico lei. Non posso sentire più raccontare di vacanze separate perché lui lì si annoia e quindi meglio che resto a lavorare così vai tu con i bambini e tua mamma a riposarti. E poi magari rinfacciare per anni che quello che si fa il c… scusate, quello che tira la carretta è lui che lei va in vacanza.

Non posso più di sentir raccontare di uomini che tornano a casa stremati come eroi dalla battaglia con il drago e gettano su di lei la frustrazione di una giornata di lavoro chiudendosi in un mutismo da ascoltatore televisivo inebetito.

Vogliamo provare ad aprire quelle labbra serrate come in un duello western per scandire parole più adatte alla circostanza? “sei bellissima” “sei la migliore delle mogli” “non so come potrei fare senza di te” e simili verità. Sì, verità. Perché se non lo sono, qualche domanda dobbiamo farcela sulla nostra tenuta, su dove abbiamo sbagliato, su che cosa ci ha portato lontano, non verso un altro porto ma verso l’alto mare del nostro egoismo solitario, chiuso su ciò che ci piace fare e non ciò che è bene per la famiglia.

Capiamo che senza di loro, senza la moglie al nostro fianco che ci sostiene e sorregge come fondamento –perché sta messa sotto in questo senso- non saremmo quello che siamo. Evitiamo di finire in quella battuta quanto lui afferma tronfio “se non ci fossi io!” e lei risponde asciutta “ci sarebbe un altro!”.

Vogliamo usare il linguaggio dell’affermazione, della rassicurazione, della tenerezza!  Vogliamo far sentire loro che non siamo convinti che le dolcezze sono riservate al fidanzamento e che una volta catturate ci siamo dimenticati di loro? Vogliamo uscire dalla trappola del considerarle “scontate” e di riscoprirle ogni giorno? Perché se ci sono molti modi per morire per loro ci sono molti modi anche per ucciderle o esercitare violenza. E quello della trascuratezza non è il meno feroce.

La sincera dimostrazione di amore passa attraverso l’esaltazione dell’essere, non del fare: “come lavi bene i piatti” sembra una presa in giro, “come stai bene con questo vestito” invece può andare. Attenzione a ricordarsi di quale vestito si tratti. Accorgiamoci dei particolari amici Gudbrandi. Prestiamo attenzione a ciò che fanno e che dicono. Dedichiamo loro tempo. Portiamo loro fiori. Portiamole fuori a cena. A fare una passeggiata. Stiamo con loro. Curiamo la loro mani di perfezionismo con la delicatezza e l’aiuto.

E non le getteremo nella mani di viveur senza scrupoli che sanno gettare l’amo della tenerezza per ottenere poi solo quello che in realtà cercano. E lasciare un cumulo di rovine delle quali noi saremmo stati i primi responsabili.

26 pensieri su “Ma va a’ morì… per lei!

  1. Salve e come al solito …ripetitivo,trito e ritrito..non x questo commento ma x la cronologia…manca ( a mio avviso…) la reciprocita..!! Nessuno riesce a elaborare e perorare in chiave di lettura..la complementarieta,complicita,comunione, sempre e solo maschile e femminile che si specchiano nella loro differenza diffidenza diversita divaricazione disponibilita etc. Nessuno che lavora sulla coppia. sul noi..che ci sposiamo che conviviamo. ( …ma chiaramente chi consacra il matrimonio deve sapere che assume un valore…piu. ..alto,profondo vero. Divino..) ..manca proprio la pedagogia del. Noi coppia…noi. genitori..noi nonni..si assecondano. Famiglie allargate. ..divaricate dilaniate difformi. Ma un modello base fondato sulla reciprocita. Relazione equilibrata. autoequilibrante senza remore rinunce ripensamenti riflessioni da …ha se lo avessi capito prima… ok forse tra qualche secolo..o forse la chiesa stessa. ..potra ri- trovare. Lo spirito di unita/duale. Unualita come citava GPaolo ll…

  2. Valeria

    Mi pare un quadro un po’ troppo negativo… Non mi pare che i mariti oggi siano così preistorici!
    Mi sa che devo fare un complimento a mio marito allora 😀

  3. Paolo Pugni:

    …sì, è vero, succede, succede anche che sia così come te artisticamente rappresenti. Ma c’è anche tanti altri casi.
    A chi non è mai capitato di sentire in uomini sposati che anche loro stanno svegli nelle ore di notte a darsi attorno ai bambini per fare riposare la moglie che riposi finalmente tranquilla? Di uomini, che sì, è vero, muoiono letteralmente ogni giorno nel darsi da fare in casa e fuori per amore della famiglia? E questo non solo (duole dirlo?) in famiglie cristiane vivificate dall’amor di Dio, ma in tutte le famiglie viventi su questa terra. Come il solito la realtà delle cose trascende l’idea che noi ce ne facessimo o ce ne volessimo fare. La realtà (con la erre minuscola) strabocca sempre copiosamente dagli schemi della realtà fino a occupare tutto lo spazio della vita degli uomini …

    1. Lalla

      No, non duole dirlo, e perchè mai? Hai ragione, esempi di amore e donazione reciproci ce ne sono, eccome! E meno male! La realtà trabocca, è vero (anche di casi opposti, di tutti i casi). Stavolta sono d’accordo con te che non sia il caso di incasellare tanto. Questo post però mi piace, è un divertissement su un tema preciso, un lato vero della realtà, non diamogli un significato che verta sui massimi sistemi. Se invece vogliamo andare oltre, qui il mio accordo con te si ferma, perché non possiamo dire “tanto è uguale” quando si parla del senso che vogliamo dare a questo donarsi, del suo principio e del suo fine. C’è di tutto, sì, ma non tutto è uguale. Però tutte le strade sono aperte, e sono aperte per tutti. Ho confuso quanto basta? 🙂

    2. sara s

      fantastico filosofiazzero!!! Specialmente in finale, questa “realtà che strabocca copiosamente” dagli schemi è sempre la mia (magari faticosa) salvezza

  4. vale

    almeno non sembra essere la situazione in casa della sciùra Miriano. in fine trasmissione si è beccata pure dell’ Ayatollah dal parenzo di turno.
    povero admin. un ayatollah in casa….

  5. Oggi alle 16 sarò intervistata dalla BBC, on how to be a submissive wife. In inglese. L’ho studiato solo due anni al ginnasio: the cat is on the table. Lo Spirito Santo fa anche da traduttore interiore? (potrebbe bastare anche lo spirito di Paolo Pugni)

    1. 61Angeloextralarge

      Costanza: pieni di Spirito Santo, dopo la Pentecoste i discepoli parlavano nella loro lingua e tutti sentivano parlare la propria. Secondo me ce la fai. God is with you! Smack! 😀

  6. 61Angeloextralarge

    Paolo: mi fai venire voglia di sposare un uomo… A me non serve molto questo tuo post, scritto con la solita tua classe, ma l’ho divulgato.

  7. Fuori dai denti ( e mi dispiace): un elenco di luoghi comuni che suonano solo da una parte. Potrei dirti di esperienze uguali ma di sesso opposto. Di sesso negato e sepellito sotto metafisiche false che hanno come comune denominatore i soldi ( del maschio). Non è assoluta la tua analisi, del resto non lo sarà nemmeno la mia ma continuare a difendere i bastioni ci impedirà di vedere la vita che si agita sotto.

      1. A me non sembra… ma ti riferisci a questo commento QUI o al mio post su Astrazioni? Non usare se puoi il mio spazio su FB perchè io non ci vado praticamente mai, l’ho aperto per gioco ma non è il mio mondo e non sono le mie dinamiche. Posso sapere perchè non hai commentato sul mio blog e lo fai invece qui?

        1. Io

          Anche io non ho capito il tuo post precedente, non sul tuo blog ma quello che hai scritto qua: “Di sesso negato e sepellito sotto metafisiche false che hanno come comune denominatore i soldi ( del maschio)” (…) “ma continuare a difendere i bastioni ci impedirà di vedere la vita che si agita sotto”

  8. Angelo

    bell’articolo! mi sento tirato in ballo in alcune cose e ne farò tesoro, ma si deve poterlo riscrivere anche al femminile!
    purtroppo i complimenti e le tenerezze che fanno sbandare arrivano eccome! bipartisan
    specie se lei indossati i panni della “formattatrice” famigliare, dimentica di essere prima di tutto donna e sposa…

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