4 pensieri su “Il custode di mio fratello

  1. Giancarlo

    Celso è morto una quindicina di giorni fa, nel primo pomeriggio di un assolato fine settembre. Stavo uscendo per andare a prendere mia figlia a scuola, a mezzogiorno, quando ho visto la badante rumena, con gli occhi sgranati di paura, che mi diceva “… è morto, è morto adesso…”. Morto? Apro il cancellino, attraverso a passi svelti il giardino, salgo di corsa due gradini ed entro in casa. La badante è dietro di me. Mi affaccio in camera e lo vedo. Ha il viso reclinato a destra, la lingua cade fuori dalla bocca, il respiro è un rantolo, gli occhi chiusi. Una compassione profonda mi invade. Sta morendo. E’ solo. Mi avvicino, gli prendo la mano destra, è calda. Gliela stringo, lui non reagisce, non mi sente, non c’è. Lo chiamo, non risponde. Celso è solo un rantolo, ormai. Ho abbassato la testa, ho chiuso gli occhi. Ho pregato per lui.

    Aveva ottantasei anni e lo sguardo inquieto di chi non ha mai fatto pace con Dio. Era gentile, scherzoso a volte, sempre disponibile alla chiacchiera; ma aveva un che di sfuggente negli occhi, un’ansia quasi: “… va bene, va bene Giancarlo.” E chiudeva il discorso.

    Non l’ho mai visto in chiesa, nemmeno due anni fa, quando all’improvviso, in modo assurdo, è morto suo nipote di ventun anni. Era in casa. All’improvviso le urla di sua madre. Simone era morto.

    Celso era così. Occhi umidi, la voce rassegnata di chi sa di aver puntato tutto su un numero sbagliato, di aver perso. Ma non si arrendeva. Non ancora.

    Pochi giorni prima di morire, un pomeriggio, mentre uscivo, lo vidi seduto a godersi il sole caldo di fine estate. Entrai in quel suo minuscolo giardino, davanti casa, e mi misi a sedere accanto a lui. “Eh, caro Giancarlo… è finita, non ne posso più ormai. Ma la fo finita, ora basta.” Lo guardai dritto negli occhi: “Celso, perché non chiedi aiuto a Dio?”. Mi guardò e disse: “Eh, sei un bravo giovane te, Giancarlo, sei buono. Io sono cattivo invece…”. “Tutti siamo cattivi, Celso. Uno solo è buono. Abbi fiducia in Lui.” Mi guadò di nuovo: “Grazie Giancarlo, grazie a te.”

    Ciao Celso. Ci vediamo presto, su da te.

  2. Lalla

    Questo post è la risposta ad una mia preghiera…qui di sicuro c’è lo zampino dell’Angelo custode! 🙂
    Grazie.

  3. Sara

    Complimenti, Maria Elena: questo post è splendido! Come splendido è il verbo “custodire”: profuma di radici, di giardino dell’Eden, di vocazione alla cura, all’educazione e all’amore.

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