Quand’è che abbiamo perso la voglia di avventura?

cocktails

di Paolo Pugni

Quand’è che abbiamo perso la voglia di avventura, la voglia di frontiera? Quella forza che ci faceva sfidare il vento e fremere e gridare contro il cielo? Quella caparbietà di conquistare metro dopo metro la nostra storia?

Quand’è che abbiamo sostituito la speranza con la comodità, il ventre pieno, l’assenza di moto? Che peraltro ci hanno ingannato, perché questa calma piatta, questa fine della storia, non esiste, è menzogna: una volta fattici stendere sul divano, spenta ogni voglia di crescere, ci hanno prosciugato, gettato nell’aridità. E siamo rimasti prigionieri del divertimento, questo folle distogliere lo sguardo dalla vita per piombare nella sfrenata prigionia dei sensi.

Quand’è che abbiamo bruciato quell’amore che asciugava il mare che voleva vivere volare che toglieva il fiato?   Perché anche l’amore abbiamo violentato, privandolo dei suoi lati migliori. L’abbiamo castrato riducendolo alla fisicità e privandolo anche del suo nome: oggi non si fa più l’amore, si fa sesso. E siccome nelle parole c’è un senso, qui ce n’è molto da comprendere.

Perché oggi l’amore non più un’avventura alla conquista della felicità, da raggiungere insieme, camminando passo dopo passo nella frontiera, ma un prodotto da banco, un inscatolato da supermercato, con tutto scritto anche la data di scadenza. Un’assicurazione con rimborso, una taglia sull’infelicità. Una garanzia da esigere per contratto.

Trovo su Sette l’ennesimo test di compatibilità per coppie: ne abbiamo visti infiniti in questi anni, scorciatoie per l’anima gemella, l’altra metà della mela. Questa volta la conformità da ricercarsi è quella alcolica: dimmi cosa bevi e ti dirò se sei compatibile con me. Anzi, non compatibile, sovrapponibile, congruente. Insomma se posso contare che sei esattamente quella/o che fa per me. E mi prende un dubbio: cercare a tutti costi chi fa esattamente per noi non è forse nuovamente un segno di egoismo disperato? Non vogliamo rischiare, né comprendere che amare è cambiare insieme per essere sempre più uno. Non esserlo in partenza.

Vogliamo trovare l’amore precostituito invece che costruirlo: nell’epoca in cu anche i mobili vanno assemblati pretendiamo che l’amore ci sia garantito prima, da contratto. Abbiamo dimenticato che amare vuol dire donarsi per migliorare insieme, per cambiarsi insieme, per insieme superare le asperità e diventare pienamente umani, l’uno per l’altra.

Che un amore non si trova, si costruisce. E la sua costruzione spezza le vene delle mani mescola il sangue col sudore se te ne rimane. La costruzione di un amore però ripaga del dolore perché è come un altare di pietra sulla roccia.

E c’è del bello,del sublime in questo lavorare insieme senza fine, giorno dopo giorno, ad arrotondare spigoli, a colmare vuoti. È questo l’amore: fare e rifare insieme. Ma comporta tempo e pazienza. Oggi vogliamo tutto subito. E garantito. Senza fatica, senza dolore. Con questo presupposto è la fine che è garantita. A breve. Basta sbagliare ad ordinare un cocktail.

20 pensieri su “Quand’è che abbiamo perso la voglia di avventura?

  1. margaret

    E sai anche che c’e’ Paolo? Che mi rendo conto vedendo coppie di coetanei ( tra gli enta e gli anta) che vanno in frantumi che alle persone mancano gli strumenti, i mezzi per provare a ricostruire, a rimettere insieme. Abituati ad un tutto assemblato guardano i cocci come un bimbo il giocattolo rotto ma non sanno che fare! E’ per questo che quando vedo il mio intellettualissimo marito che con maestria ripara un tubo rotto che sorrido e mi sento sicura? E’ la stessa cosa che fa lui quando con il frigo che pare un deserto invento una cenetta decente? 🙂 Ci vuole fantasia, comunicazione, ironia e anche il senso che SI PUO’ aggiustare, SI PUO’ provare e riprovare. E prima di tutto bisonga credere e crederci!

    1. Hai detto bene Margaret… mancano gli strumenti! Perché quando rimangono solo cocci, quando tutto è distrutto, raso al suolo, c’è un solo mirabile “strumento”: Gesù Cristo Nostro Signore.

      Solo Lui rimane capace di ricostruire un Amore, un Matrimonio, ma non come un potente “attaccatutto” (che un bel bicchiere di puro cristallo non lo puoi ripresentare come un bel mosaico di Gaudí…), ma come Colui che ridà la Vita, che ha la stessa Potenza del Padre di creare nuove tutte le cose… perché la nostra felicità non è un amore “aggiustato”.

      Pure, c’è chi (anche molto, molto vicino a noi…) preferisce tenersi i cocci, piuttosto che credere ad un Annuncio… Si tiene stretti quei cocci, che continiuano a ferigli le mani, gli occhi e il cuore, perchè anche quando credi di averli polverizzati, resi inoffensivi, te ne ritrovi sempre uno in tasca, o sul pavimento e ancora ti fa sanguinare.
      Ha trovato il nemico da combattere, chi gli impedisce di avere l’agognata felicità. Il nemico è l’altro, l’altra, colui o colei in cui avevi riposto tutte le tue speranze di felicità! Così non ti interesse più “ricostruire”, ma combattere, “vincere”, annientare il nemico.
      Non ci si rende conto di essere “malati”… che questo “male” che ti fa soffrire, è come un cancro che ti divora e che per bene che ti vada, ti lascerà sciancato, zoppo, mezzo cieco, ferito di una ferita che mai si rimarginerà del tutto.
      Eppure, se allo stadio terminale di una malattia ti annunciassero una cura miracolosa, per quanto potesse sembrare assurda, si andrebbe in capo al mondo per salvarsi la vita …ma non si vuol riconoscere il proprio male (o forse solo dar credito a chi ti indica la cura…).

      Così, lo confesso, finisco per perdere anche la poca misericordia che Dio mi concede, quando sento lamenti e piagnistei, di chi si è fatto del male con le sue stesse mani, dopo che per anni si è mostrata loro la “cura”, la possibile, concreta, praticabile, Via di uscita da quel buio profondo…

      Terribile questo Dono del Libero Arbitrio, quando ti si rivolta contro.

  2. Giusi

    Al di là delle canzoni il post tocca un argomento drammaticamente vero. Una volta ascoltai l’opinione di un giornalista: Mario Zwirner che tiene una rubrica che si chiama per l’appunto l’Opinione su Telenuovo. Non sono mai riuscita a reperirla, gliel’ho pure chiesta ma non mi ha risposto. Analizzava molto lucidamente gli effetti delle legge sul divorzio (col quale peraltro è d’accordo) sull’idea del matrimonio. Ormai nelle coscienze è entrata l’idea che il matrimonio è a termine. Infatti non si celebrano solo meno matrimoni religiosi ma anche meno matrimoni civili. Si preferisce convivere perchè così quando finisce (si assume sin dal principio che debba finire) non ci sono problemi. Quest’idea dall’approvazione della legge sul divorzio in poi è aumentata in modo esponenziale con i suoi nefasti frutti (disgregazione della famiglia, figli a ramengo, crisi del ruolo del padre etc…). Un post recente parlava della fatica, del dolore, non mi ricordo quale perchè pure io comincio col rimbambimento. Si ha la pretesa erronea di eliminare tutto ciò che comporta fatica, sacrificio. Il rimedio può essere l’alcool, la droga, il sesso compulsivo con chi capita capita. Così però l’uomo muore. L’unica possibilità di vita autentica è cavalcare il dolore e domarlo usandolo per migliorare. C’è anche un errato concetto del fare esperienza: si salta di palo in frasca senza concludere mai niente e invece la regina delle esperienze è la scelta. Le leggi non sono neutre, non è vero che affermare nuovi diritti (sic!) non tolga niente a nessuno, le leggi quando sono sbagliate traviano le coscienze, diffondono mentalità errate che creano guasti incommensurabili e irreparabili dai quali è difficilissimo tornare indietro. Ci vorrebbe una grande purificazione che al punto in cui siamo può venire solo dall’alto.

  3. Michael Mc D.

    Più che divertimento, così ad occhio, pare vuoto e ottuso stordimento. Comunque i “cattivi” hanno vinto su tutta la linea, la cavalleria non arriverà, i “buoni” hanno perso e perso anche la voglia e speranza di avventura. Uno sguardo in giro e si può capire che siamo brutti, sporchi e cattivi e soprattutto, a differenza dei giorni migliori, molto contenti di esserlo.
    Appunto fine della storia.
    E se devo indicare una colonna sonora con le parole adatte per una sconfitta :

      1. Michael Mc D.

        Certo, alla fine dei tempi, in altro mondo forse o certamente sarà così. E, come si dice, ogni cosa sarà illuminata. Qui e ora nel regno della materia, la sconfitta credo sia troppo evidente per non essere ammessa. Qui in termini limitati ed umani la battaglia per il bene, il bello, il vero è persa senza possibile remissione anche se merita di essere combattuta pur nella certezza della sconfitta totale.

        Il cantante è Yan Frenkel, periodo sovietico, in una trasmissione degli anni ’70. La canzone è “Zhuravli”, Gru in italiano; …i soldati cadono sui campi di battaglia insanguinati, non torneranno mai più a casa, a volte però accade che non siano sepolti ma si trasformino in bianche gru volando in cielo. Da tanto tempo accade e da tanto tempo ci chiamano volando in lassù…forse è per questo che siamo spesso tristi guardano il cielo…volano, volano in cielo, dalla mattina fino a notte…nello stormo c’è un vuoto e forse quel vuoto è il mio…verrà il giorno in cui volerò, volerò in quel cielo blu e dal cielo chiamerò i nomi delle persone amate e perdute…

        1. Giusi

          Grazie, bellissima! Una vera chicca! Per il resto non so….. Quando la Madonna a Fatima ha detto che alla fine il suo Cuore Immacolato trionferà non mi pare si riferisse all’altro mondo. Forse a un certo punto rinsaviremo. Vuoi che il Signore non conosca il modo per farci rinsavire? Vuoi che nella sua infinita misericordia non ci dia un’altra chance? Certo non sarà indolore…….

          1. Michael Mc D.

            Cara Giusi, in ogni caso, comunque vadano le cose qui, il nostro tempo da queste parti è limitato e ancor più limitato è ciò che siamo in grado di conoscere. Poi andremo, continueremo Altrove. Ciò che possiamo fare è cercare di vivere con dignità, forza, coraggio, amore, senza discostarci da ciò che è Bene quello che ci è stato assegnato.

  4. 61Angeloextralarge

    “Abbiamo dimenticato che amare vuol dire donarsi per migliorare insieme, per cambiarsi insieme, per insieme superare le asperità e diventare pienamente umani, l’uno per l’altra”: bellissimo! Grazie Paolo per queste parole. Tutto il post è molto bello ma questa frase mi fa venire i brividi da quanto è vera. Smack! 😀

I commenti sono chiusi.