Riceviamo da fr Filippo Maria
Tenendo conto che la parte principale del Sacramento della Confessione (o Penitenza o Riconciliazione) è la Misericordia di Dio che penetra nella vita del credente rendendolo una creatura nuova, ecco alcune semplici e concrete indicazioni di cui il penitente potrà tenere conto per vivere al meglio il grande mistero dell’amore di Dio racchiuso nel Sacramento:
- La confessione ben fatta va innanzitutto preparata; è bene accostarsi al Sacramento solo dopo aver fatto un diligente esame di coscienza. L’esame di coscienza poi va accompagnato dalla volontà e dal proposito di non ricadere più in quelle mancanze che si sono individuate, non dalla certezza che quelle cose non accadranno più; siamo essere limitati e sempre in cammino, e probabilmente per tutta la vita avremo qualcosa da migliorare e da cambiare… tuttavia se, ad esempio, mentre mi confesso ho già programmato di compiere un furto, ovviamente la mia confessione è invalida. Di contro, se quando vado a confessarmi non sono realmente intenzionato a cambiare qualcosa nella mia vita… sarebbe meglio non confessarsi!
- Prima di iniziare l’accusa dei peccati sarebbe opportuno, ma non obbligatorio, presentarsi al confessore (se questi non vi conosce, naturalmente!): chi sono, se sono sposato, se ho figli, che tipo di attività svolgo, se sono un consacrato, se in ricerca vocazionale, fidanzato, celibe, nubile e quant’altro… un conto sono i doveri cristiani di uno sposato, un conto i doveri di un consacrato, un altro conto ancora quelli di un celibe…
- Durante la confessione sacramentale sei chiamato a consegnare al sacerdote tutti i peccati gravi commessi dall’ultima confessione ben fatta (specificando numero e caso, almeno in maniera approssimativa). Tacere consapevolmente, per qualsiasi motivo, anche un solo peccato, rende invalida (e sacrilega) la confessione stessa.
- Non confessare solo i peccati «secondo te», ma tutti quegli atti che sono peccato secondo Dio e secondo la legge della Chiesa. In caso di dubbio, parlane col sacerdote.
- Durante l’accusa dei peccati, non ti giustificare e non giustificare il fatto che tu abbia commesso quella o quest’altra cosa… Dio sa e conosce tutto! Tu sei chiamato con grande umiltà a riconoscerti peccatore e a confidare nell’infinita misericordia di Dio.
- Durante l’accusa dei peccati (e prima ancora durante l’esame di coscienza) non ti paragonare a quelli che stanno peggio di te (“non ho ammazzato nessuno, non ho rubato…”); confrontati con la legge di Dio e della sua Chiesa e, se proprio vuoi paragonarti con qualcuno, esamina la vita di Gesù Cristo e confrontala con la tua!
- Non confessare i peccati degli altri (marito, moglie, genitori, figli, amici, ecc.); confessa i tuoi!
- Nella confessione dei peccati và subito al nocciolo della questione! Se hai un cancro, prima il medico curerà il cancro, poi, eventualmente, andrai dal dentista per il mal di denti…
- La penitenza sacramentale che il sacerdote ti impone fa parte della confessione stessa. Essa non è una punizione, ma il semplice segno che vuoi iniziare una vita nuova riparando i peccati commessi.
- Non lasciare la pratica della Confessione all’improvvisazione! Confessati regolarmente… decidi una scadenza entro cui confessarti (quindici giorni, un mese, un mese e mezzo, ecc.) e prestavi fede! Assumi uno stile di vita scandito dai Sacramenti.
NB La confessione sacramentale non è necessariamente la direzione spirituale. Sono due momenti distinti che però possono essere anche celebrati insieme. Nella direzione spirituale c’è un cammino di accompagnamento e di consiglio da parte della guida che porta il fedele a saper dirigere più speditamente la propria vita verso il Signore per poter compiere la Sua volontà. La confessione sacramentale ha lo scopo di rimettere i peccati e donare la grazia necessaria per la vita cristiana di tutti i giorni. È possibile confessarsi anche senza fare direzione spirituale!
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