Convivenza e matrimonio

Per i lettori meno attenti vi proponiamo l’articolo di Costanza Miriano pubblicato in settimana su  LA BUSSOLA QUOTIDIANA.

“Il guaio dell’amore è che molti lo confondono con la gastrite”. Questo di Groucho Marx è il primo pensiero che mi viene in mente quando penso a matrimonio e convivenza.

Circolano un sacco di idee squinternate sull’amore tra un uomo e una donna, e quando ci si scontra con la realtà si danno delle poderose craniate.

Personalmente sull’argomento avrei un miliardo di cose da dire, ne ho riempito un libro, un blog e me ne sono avanzate anche alcune (non è escluso che ne scriva un secondo). Ero stanca, infatti, di telefonare alle mie amiche per cercare di convincerle a sposarsi: troppi soldi in bollette telefoniche, e scarsissimi risultati pratici. Io a parlare non sono brava, così mi sono messa a scrivere. Adesso vanto al mio attivo qualche crisi rattoppata, e due onorificenze speciali: testimone di nozze a un’amica e a una sorella (purtroppo no, il mio vestito non è bello come quello di Pippa Middleton, lo ammetto).La gastrite di cui parla Groucho Marx ci rimanda all’amore adolescenziale, quello tutto mal di pancia, farfalle nello stomaco, gratificazione di ego malsicuri. E’ ovvio che alla ricerca di questo stato d’animo di perenne eccitazione sia prudente e ragionevole non sposarsi, vedere piuttosto come va, lasciarsi comunque la possibilità di tirarsi fuori dalla situazione senza troppe complicazioni.

Ma se l’amore è darsi, come si può pensare di non dare tutto, almeno di non provarci? Il desiderio di assoluto che c’è in ognuno di noi esige dal nostro amato, e lui da noi, un impegno totale, esclusivo, definitivo. Il matrimonio è questo, un salto, uno slancio di dono assoluto. E il matrimonio stesso, con la sua definitività, ci custodirà negli anni, nei momenti di fatica, di dubbio. Alzi la mano chi non ha mai pensato, nemmeno per un istante, di avere fatto la scelta sbagliata. Il dubbio viene, è normale, guardando a tutto quello che si è lasciato per prendere una strada, che anche se è la più bella, vera e giusta per noi, è pur sempre una sola, e il piccolo fugace sguardo a tutte le altre è la garanzia che la nostra è una vera scelta. Prendere qualcosa, scartare qualcos’altro (e ne so qualcosa io di quanto scartare sia doloroso, basta vedere il mio bagaglio medio per due giorni fuori, c’è una almeno una carovana di cammelli che mi segue).

Tra matrimonio e convivenza la differenza non è affatto nella durata. Conosco convivenze decennali e matrimoni, purtroppo, durati mesi. La differenza è una vera e propria rivoluzione copernicana. Chi sta al centro.

Nella convivenza io, noi due nella migliore delle ipotesi, siamo il metro di noi stessi. Cerchiamo, spesso con impegno, serietà, onestà e lealtà di far andare le cose, ma se non vanno niente ci obbliga.

Il matrimonio è un trascendere se stessi, è affidare a un vincolo la propria vita, decidendo di spenderla tutta senza calcolare, senza risparmiare. In modo imprudente anche.

Infatti, ho appena scritto vincolo, ma avrei dovuto dire sacramento perché per come la vedo io senza la grazia di Dio sposarsi è davvero un grosso, grossissimo azzardo. Il giogo può anche in certi casi diventare davvero pesante da trascinare fino alla fine dei propri giorni. Impensabile farcela senza l’aiuto di Dio.

Il matrimonio cristiano, per me, è l’unico che abbia un senso. A meno che non vogliamo credere che quando ha detto “senza di me non potete far nulla” Gesù stesse scherzando. Io penso che parlasse sul serio, e che nulla voglia dire proprio nulla.

Senza l’aiuto di Dio non siamo capaci di un’impresa come imparare ad amare un altra persona, diversa da noi, e per di più dell’altro sesso. No, dico, un uomo, in casa, per sempre, per tutta la vita. Uno che cambierà canale e aprirà le finestre nei momenti più inconsulti, che si annoierà agli appassionanti resoconti delle peripezie sentimentali di nostra cugina, che ogni volta che vogliamo parlare, caro, della nostra relazione verrà colto da un attacco di letargismo, che sbaglierà i nomi delle maestre e confonderà gli amichetti dei figli, che sbiancherà alla sola idea di organizzare una rete di telefonate per il regalo di fine anno alla catechista (lui lo sa, lo sa bene che avete quattro figli insieme, ma non è che pretenderai che conosca anche i nomi delle catechiste?).

Va bene, lo ammetto,anche stare con una donna, sempre la stessa, non è facilissimo. Una che quando dice “sono pronta tra cinque minuti” è bene che lui si sieda sul divano e tiri fuori il cofanetto di Stanley Kubrick, giusto voleva rivedere la versione integrale di Barry Lindon; una che non fa mai meno di tre cose insieme, e una delle tre è quasi sempre bruciare i bastoncini Findus; una che per strada si ferma a parlare anche con i lampioni, che esce a comprare una cosuccia e torna con due buste; una che dice di voler schiacciare la propria lingua sotto i piedi come l’Immacolata fa col serpente, ma è molto, molto lontana dall’obiettivo.

Amare davvero è difficilissimo: sostenersi, accogliersi, perdonarsi, capirsi e aiutarsi. E farlo nel modo in cui l’altro desidera, più o meno consapevolmente. A volte bisogna capire dell’altro quello che nemmeno lui sa, e ci vuole tutta la nostra creatività, l’intuito, la dedizione. Neanche i figli a volte siamo capaci di amare senza egoismo, senza proiezioni, dando loro quello di cui hanno bisogno davvero.

In questo la grazia di Dio agisce abbondante, copiosa, fluisce come un fiume a chi la chiede, perché questa è la Sua specialità: amare. Come si possa fare un progetto di amore senza metter Dio al centro, è incomprensibile.

Quanto alla convivenza, non vorrei entrare nelle polemiche sulle coppie di fatto che ci vorrebbe un altro libro: è chiaro infatti che la richiesta di riconoscimento vuole aprire la strada alle coppie omosessuali e magari alla fine anche alle adozioni, ma andiamo fuori tema. Vorrei solo ricordare che attualmente le coppie di fatto dallo stato sono molto più tutelate delle famiglie: assegni familiari, assistenza sanitaria, posti negli asili e sgravi fiscali rendono infinitamente più conveniente non essere sposati e quindi non sommare i propri redditi, tanto che molte coppie si separano in modo fittizio.

Ma mi interessa di più l’aspetto spirituale, umano. Una volta di più mi rendo conto quanto la Chiesa sia nostra madre quando ci mette in guardia dal sesso fuori dal matrimonio. Possiamo fare, ovviamente, anche di testa nostra, come i bambini che vogliono saggiare con la propria zucca la durezza del termosifone. Sono circondata da persone che vivono la loro sessualità con la massima libertà, e la massima infelicità. Avere separato il sesso dalla possibilità di generare figli, dall’impegnarsi in una relazione definitiva, averlo ridotto a banale modo per conoscersi ci ha precipitati in una menzogna dolorosa che ha effetti devastanti su tante vite. Il sesso non è un modo per conoscersi ma la donazione totale e massima. Farlo al di fuori di questa prospettiva è una bugia, ingenera confusione, disordine. Soprattutto tanta solitudine, e soprattutto nelle donne, che hanno tradito la loro vocazione più alta, quella di accogliere la vita (e non so se ci sia convenuto, a parte qualche posto in qualche consiglio di amministrazione, che ci è rimasto in mano?).

“Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce”, dice il profeta Geremia, e noi questo cuore lo dobbiamo affidare a Dio; affidare a Lui, che ci parla attraverso la Chiesa, anche l’amore e il sesso, non alle nostre emozioni, alla nostra “animula vagula blandula” che va dietro alle emozioni e si perde.

108 pensieri su “Convivenza e matrimonio

  1. Luigi

    Ottimo Costanza. Ora vado al mare una settimana.
    Siccome il sole da alla testa commenterò poco o nulla.
    @Alvise – dove vutu che ‘nden? In pension e in ostaria. Par ‘ndar in giro speto el paradiso.

  2. Carletto

    Gentile dott.ssa Miriano,

    è la prima volta che leggo il suo blog. Ho letto l’articolo sulla BussolaQuotidiana e mi è piaciuto tantissimo nel contenuto e nello stile. Ho cercato altre notizie su di lei e ho scoperto che ha scritto un libro (m’era sfuggita la recensione sulla stessa Bussola) che sarà sicuramente bello.
    So che è molto scortese da parte mia, ma devo concordare sul fatto che non è tanto brava a parlare quanto a scrivere, come ho potuto appurare vedendo qualche video su Youtube.
    La prego di perdonare questo commento che può sembrare negativo. Mi auguro lo legga, piuttosto, come un invito a continuare a scrivere. Io, nel frattempo, provvederò all’acquisto del suo primo (e spero non ultimo) libro.

    Con stima,
    Carletto

    P.S. Le assicuro la mia umile preghiera.

    1. Federica

      ho dato notizie sul post precedente.

      Operazione “Salviamo i piccoli” iniziata.

      Ore 12:06- trasferimento nido da nicchia a scatolone. Fase 1 completata con successo e senza beccate (avrà capito il perchè del trasloco forzato?Io ho tentato di spiegarle… evidentemente m’è riuscito meglio di quanto sperassi!)
      Aspettiamo ora che la madre torni al suo posto.

      Ore 13:00- Mamma sul nido e papà sulla torretta di guardia. Fase 2 riuscita!

      Per la fase tre aspettiamo che arrivi il proprietario di casa. Per oggi, dato che lui non s’è visto, meglio che lasci la famigliola tranquilla…finchè dura…

      E i tuoi piccioncini Paola? Questi qui sono bruttini, mezzi spennacchiati, un po’ giallini e un po’ grigi. Però fanno tanta tenerezza!
      Oggi poi ho visto anche la mamma che gli dava da mangiare.
      Che femmina quella! Ha fatto un nido che neanche Renzo Piano…
      🙂

    2. Oggi non ho ancora visto i picciolini : la mamma va a farsi un giro verso il tramonto. Brava Federica sei stata un’artista: secondo me anche la mia picciona non si sposta più al mio arrivo perchè ha capito che non le faccio del male.
      I piccoli sono esattamente come tu li descrivi e anche a me riempiono il cuore di tenerezza coi loro pancini palpitanti. Le alucce sono in fomrazione e l’occhio è grande scuro ma chiuso.
      A più tardi con nuovi aggiornamenti : comunque crescono a vista d’occhio.

    3. Federica

      @Paul
      Alla vista delle condizioni del balcone dopo le vacanze di Pasqua ammetto che l’idea era quella… 😛

    4. News dal nido trentino : mamma è andata a farsi un giro…cioè, se io esco lei se ne va; se ci vado prima, non molla. Un picciotto ha alzato il capino e aperto l’occhietto. Non è una bellezza, il capo è già scuro : diciamo che è ..tutto sua madre!
      L’altro è ancora accoccolato e pare dormiente…tenerissimi!

    5. Federica

      @Paola
      Vedo che la tua nursery va a gonfie vele!
      La mamma mi fa una tenerezza infinita. Mi guarda indifesa, come a dire “So che potresti fare quello che vuoi, cacciarci via o anche peggio. Io però sto qua e confido nel tuo essere femmina come me”.
      E’ una sciocchezza, lo so, in fondo sono solo piccioni.
      Però mi riempiono il cuore di dolcezza.
      Boh, sarà la primavera…

    6. Hey svampi!! Siamo quasi in estate !
      A proposito la mia picciola oggi ha festeggiato il suo 13° compleanno (che ricorre il 23) con i suoi compagni di scuola. L’ho appena sentita al telefono che è in visibilio perchè le hanno regalato il dvd Chocolat con Johnny Depp

    7. Alessandro

      giovane plurilaureata brillante sgabina e s’attacca agli animali (politicamente molto scorretto)

    8. Federica

      @Paola
      Estate???Ma perchè nessuno mi dice mai niente!?! Ecco perchè sentivo caldo col piumone…
      Auguroni alla tredicenne! (C’è da capirla, Johnny Depp ha il suo perché… anche più d’uno in realtà!)
      @Alessandro
      Sto ad un livello di esaurimento piuttosto elevato per via della tesi… dici che finirò a lanciare gatti in giro anch’ io?
      😉

    9. Alessandro

      Federica, no, al massimo lancerai piccioni
      No, non farai la fine della gattara, prevedo presto laurea cum laude impiego remunerativo prestissimo e pure matrimonio felice con pargoli numerosi e lunga vita. Buona domenica!

      Comunque io alla gattara non resisto, beccatevi pure questo:

    10. Non ci sono più le mezze stagioni! 🙂
      Ti dirò che noi il piumone quassù lo avevamo tolto ma ora l’abbiamo rimesso : mio marito il sottomesso cucitore ha rimesso anche il pigiamone pesante…contro ogni tentazione!!!
      Sicuramente “tubano” di più i nostri piccioni 🙂

      La 13enne è tornata felicissima piena di regalini, glitter e collanine; è stata anche reinvitata domani sera da un suo compagno ( ;-)?) per cui domani mi tocca cercare l’unico centro commerciale trentino aperto di domenica 🙁 🙂

    11. Federica

      He he!!!
      Buona fortuna per la ricerca allora!
      Anche se non vorrei essere nei tuoi panni: trovare un regalo ad un tredicenne!
      o.O

    12. Fede!!!
      Ho scritto una mail alla mamma del festeggiato (entrambi molto simpatici) e lei mi ha fatto una listina fra cui due dvd:
      Eeward mani di forbice e
      Forrest Gump
      ….eccome se c’è speranza !! A me pensare che c’è un ragazzino che ama Forrest mi dà più speranza adesso che sapere che risorgerò poi
      🙂 🙂

      Notizie dal Nido : Mamma scalda e c’è un discreto sole.
      Che notizie dai tuoi superstiti?

    13. Federica

      Notizie dal nido marchigiano:
      i pulcini stanno bene. La mamma mi lascia guardare tranquillamente. Il babbo però è brutto forte… mi sa che ho capito da chi hanno ripreso i piccini.

      Complimenti al tredicenne amico della tua! A me una volta una ragazzina chiese come regalo il cd di Justin Bieber. O in alternativa quello di Lady Gaga.
      Ho ripiegato sul libro “Il piccolo principe”… Mi sa che ha gradito poco però.
      Sig!

    14. Federica

      No, sono qui da sei anni. Sono molisana. Anche se ormai la mia vita è qui. Tu invece? Trentina trentina?

    15. Ciao Fede…assolutamente no!! Romanissima!
      Ti chiedevo delle Marche perchè io ho vissuto in adolescenza a Macerata!

  3. Alberto Conti

    “la convivenza è misura, il matrimonio è trascendere a se stessi” secondo me la questione è tutta qui.
    Questo articolo è stupendo: ragionevole senza alcun moralismo, misericordioso e vero.

    1. ragionevole senza alcun moralismo, misericordioso e vero….
      questo è lo stile che, secondo me, dovremmo avere un po’ tutti…perchè a me me pare che da ieri se sgabina parecchio!!!
      Io parlerò di piccioni ma pure voi però….daje col lonfo!

  4. alvise

    Chi crede in qualcosa di trascendente sarà più felice di chi non crede in nulla di trascendente, dice Costanza, non solo nell’altra vita, se avrà rispettato certe regole, ma anche in questa, avendo la
    prospettiva di un futuro di beatitudine. Il matrimonio non è che, per così dire, un comma aggiuntivo di questo tipo di concezione (non disgiunta da una estrema semplificazione della psicologia umana).

  5. paulbratter

    Che ne pensate dell’europride?
    ieri ho trovato un vecchio articolo di Mario Palmaro ve ne riporto un passo:

    “Siamo di fronte a una classica operazione di ingegneria sociale che vorrebbe trasformare una normalità di tipo sociologico in una normalità di tipo antropologico morale: se gli omosessuali sono presenti in numero rilevante, e la gente li approva, allora significa che essere gay è un comportamento assolutamente innocente dal punto di vista etico. Ma se questa lobby gay si presenta all’opinione pubblica orgogliosa e compatta, ben diversa è la realtà esistenziale delle singole persone che vivono questa condizione: una vita segnata spesso dalla sofferenza e dall’inquietudine, aggravate dagli atteggiamenti urlati e provocatori del movimento d’opinione che cavalca la tigre della trasgressione sessuale. C’è un paradosso che molti ignorano: il primo passo per aiutare gli omosessuali è riconoscere serenamente che in quella condizione essi vivono male. Anche quando sia apparentemente accettata con serenità, l’omosessualità non sarà mai compatibile con i livelli più profondi della persona.”

    1. Pare che stiano pensando a tutt’altro, Paul: «Sono all’Europride come ho sempre fatto tutti gli anni nella convinzione che è una festa di libertà per tutti», dice l’assessore alle Politiche culturali della Provincia di Roma, Cecilia D’Elia . «La sua dimensione europea è un’occasione per mostrare il volto moderno del nostro Paese e il cuore aperto di Roma. La Provincia di Roma ha sostenuto l’EuroPride sin dall’inizio e in particolare ha contribuito alla realizzazione del Pride Park a piazza Vittorio – spiega D’Elia – La scelta di questo spazio simbolico e concreto di incontro tra le culture e i popoli ha significato rimarcare quanto il valore di tutte le differenze sia parte integrante del mondo inclusivo che vogliamo creare e di cui abbiamo tutti bisogno».
      Più di una persona omosessuale di mia conoscenza si è ritratta inorridita, all’argomento europride.

    2. Alessandro

      Voglio sperare che molte delle persone omosessuali non si riconoscano nella “cultura gay”, con le sue lobby e le sue manifestazioni di pessimo gusto (stile europride), finalizzate (le lobby e le manifestazioni) a esercitare pressione per ottenere leggi compiacenti con detta “cultura” (vedi legge sull’omofobia).

      Per quanto riguarda le persone omosessuali, ricordo (citando il Catechismo) come deve regolarsi un cattolico (eterosessuale od omosessuale): “2357 […] gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8]. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
      2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
      2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana”

  6. paulbratter

    sì infatti. chissà perchè un omosessuale che fa della propria sessualità un’identità personale è “orgoglioso”, mentre un eterosessuale è un maniaco….

  7. alvise

    DANICOR: non avevi detto che eri un’artista così brava, e che amavi Pessoa, anche!!!!
    Io ti sposerei!!!!

    1. Alessandro

      Alvi’, te sposeresti Dani Velenia Fefral Genoveffa e un’altra mezza dozzina di donne sposate, ma nun se pole! Te lo vuoi mettere in testa che nun se pole…

    2. giuliana z.

      hahahah! Alvì, qui si parla di sposare una sola persona, mica se parliamo di matrimonio ci sta bene pure la poligamia! 😉

  8. fefral

    Eppure io non me la sento di consigliare il matrimonio così alla leggera. In qualche caso ho addirittura detto a qualche amica “convivi ma non sposarti” e non sono certo d’accordo sulla convivenza. Tuttavia quando le persone interessante non hanno ben chiaro cosa significa sposarsi, convincerle a farlo può voler dire creare le condizioni per una vita d’inferno, o per una futura separazione. Prima di sponsorizzare il matrimonio penso che sia urgente educare la gente all’amore vero. Se si pensa che l’amore siano le farfalle di cui parlavamo qualche giorno fa nessun matrimonio avrà lunga vita.
    La convivenza non è una prova, non è un quasi matrimonio. E’ non voler prendersi un impegno definitivo, è un non vincolarsi per tutta la vita ad un’altra persona, è paura della fedeltà: chi non se la sente di impegnarsi a queste cose allora non si sposi.

  9. giuliana z.

    Torno brevemente all’argomento Europride. Hai ragione Paul, io conosco un trans e almeno 2 gay che sono contrari al Gay pride e a tutte queste manifestazioni e pretese di diritti del mondo gay. Vivono nel loro privato l’affettività, il più delle volte con vicende travagliate e dolorosamente in lite con la famiglia, ma non si sognerebbero mai di accampare diritti tipo matrimonio o adozioni. Insomma, per fortuna non sono tutti uguali. Ho la vaga impressione che ci sia una specie di “massoneria” che guida tutto sto baraccone arcobaleno e offensivo della decenza, una bandiera dietro cui si nascondono lobby importanti che sfruttano le sofferenze altrui per scopi ben più occulti. Mah….vedo troppi complotti, secondo voi?

  10. Nel libretto messa del nostro matrimonio, io e mio marito abbiamo voluto nell’ultima pagina questa meravigliosa frase di -Aristotele- L’amore è composto da un’unica anima che abita due corpi. Per noi due questo è il senso dello stare insieme..Un abbraccio cara.. Eleonora

  11. jasminalladin

    Forse perché sono cresciuta in un ambiente muticulturale, multirazziale e multireligioso non ho le vostre certezze. Ho solo capito che certe istanze sono universali, come il bisogno di amore, come certe infelicità quando non si riesce a sentirsi realizzati, come il bisogno di riconoscimento, e il bisogno dell’uomo a identificarsi a una data cultura (leggi anche religione) perché è rassicurante. Dare un accordo a una certa filosofia, o religione è un pò come delegare a quella religione o filosofia una certa responsabilità di essere un certo portavoce. La nostra unica responsabilità sarebbe di averla “scelta” e aver aderito alla sua filosofia. Uso di proposito il termine filosofia, perché il concetto di “sacramento” è unico per la religione cristiana, e non si ritrova in nessun altra religione. Il concetto di sacramento, presuppone che esista qualcosa di sacro e qualcosa di profano, (non sacro). Ma per la religione islamica ed ebraica, e a ben vedere anche quelle buddiste, Dio è in ogni cosa, pervade la vita, in ogni sua manifestazione (aria, acqua, altre persone, animali, pietre… e anche azioni). Chi vive nella spiritualità, avverte questa presenza sempre e comunque, e agisce sempre permeato da questa sensazione, utto è sacro! In altre religioni, il divorzio è sempre esistito. Si vive semplicemente con un altro concetto. Allora leggerti, cara Costanza fa capire come tutto dipenda dal nostro mentale e dai valori che NOI decidiamo di dare a ciò che viviamo. Tu hai un tuo chiaro e preciso concetto tra convivenza e matrimonio decisamente ecclesiastico, non so sia cristiano(nel senso che Gesù millenni fa la pensasse così? questo è il messaggio della CHIESA attuale, nemmeno quella dell’inquisizione o delle crocciate e nemmeno di quella che diceva che la donna non aveva anima). Ma ci sono persone che danno valori diversi a queste due situazioni, ed è ciò che TU ci metti che fa tutta la differenza. Qualcuno si sente molto più impegnato in una convivenza, in quanto ogni giorno ribadisce il suo amore e la sua volontà di esserci, visto che la porta di uscita è aperta. Mentre considera il matrimonio come basato su presupposti diversi, come una costrizione, come qualcosa di scontato, e per lui manca di impegno declamato. In altre religioni dove il divorzio esiste e quindi la porta di uscita c’è, il matrimonio è vissuto con una impostazione diversa, l’impegno serio resta comunque, con i compromessi, le rinunce, la sopportazione e il sacrificio la pazienza che comporta.
    Riguardo ai gay, è un capitolo a sè. Se una persona nasce con altre preferenze sessuali, non toglie che possa sognare una famiglia, come chiunque. Credo che i gay che aderiscono al Europride, vogliono solo sentirsi riconosciuti nella loro diversità e non derisi o trattati da malati, o inferiori, o peggio ancora.

  12. paulbratter

    Non sai quanto quello che dici mi illumina. Anche io sono convinto che lo spirito di quello che ALCUNI chiamano Dio ma che io sento come una energia vitale che è presente in ogni cosa, in ogni uomo, sia una energia che forma una catena con TUTTI gli uomini per questo penso che il male, la violenza, l’intolleranza, la discriminazione, il,pregiudizio sia una ferita a questo unico “corpo” di uomini e di spirito. E io credo che le religioni, soprattutto quella cattolica, sia come un enorme monolite posto tra gli uomini per dividere perchè l’armonia è già presente nel cuore di TUTTI gli uomini.
    Questa connessione spirituale io credo abbia la possibilità di sviluppare le potenzialità latenti dell’Ego, inteso come senso profondo dell’essere.
    Quando ci si mette in contatto con la spirito che ci unisce TUTTI, ci si sente sereni, lungimiranti, soddisfatti ed espansivi. Sembra che questa forza pervada l’individuo, infondendogli sicurezza, desiderio e capacità di contribuire a correggere le ferite CHE affliggono l’umanità assopita, trasformando TUTTO in espressione di forza e di bellezza.
    Poi naturalmente quando arrivano GLI gnomi gay tutti insieme con le fatine e i troll in fratellanza serenità ed armonia andiamo a mangiare UNA pizza.

    PS anch’io sono muticulturale, multirazziale e multireligioso ma ti dirò che tendo anche ad essere multimediale e multilacanale. pensa che una volta sono stato multilaterale ma credo che NON riuscirò MAI ad essere multiplo di otto!

    1. sorellastragenoveffa

      Stavo per cascarci e pensavo di avere le traveggole…
      unico (molto più di Robert Redford)
      Buongiorno!

  13. alvise

    A me mi sembra che il commento di JASMINALLADIN dica cose che possono andare bene per tutti….O no?

    1. No Alvise. Per me, almeno, no. Jasminalladin s’è espressa con toni pacati e chiari, quindi non può meritare un linciaggio o un attacco, ma non si può neanche accettare così quello che ha detto sul concetto di sacramento e sulla presunta religiosità olistica dell’islam e dell’ebraismo. Anzitutto, la distinzione fondamentale nella visione del mondo cristiana non è tra “sacro e profano”, ma tra “santo e mondano”, e non è una mera questione di parole: il mondano, a differenza del profano, pur non essendo Dio, non è neppure a Dio avverso o indifferente. Il mondano è ciò che Dio ha posto per sé come “altro-da-sé”: è da sempre “chiamato” a una relazione con Dio, per cui anche la non-scelta è di fatto una scelta. Gli effetti della predicazione cristiana sono stati, in questo senso, dirompenti: arrivando in nord Europa (verso il III-IV secolo) i missionari trovarono miriadi di credenze popolari su gnomi, folletti ed elfi… in quel contesto nacquero le “benedizioni”, precisamente al fine di scacciare dalla natura una dimensione spirituale oscura e di renderla a se stessa (che cattivi i missionari! irrispettosi delle credenze altrui!). Mondo.
      Ci sarebbe dell’altro da dire, ma passo un istante sull’altro argomento: che l’islam e l’ebraismo siano religioni del divino in tutto – mi spiace dirlo – non è vero. Quello che è vero è che, non essendoci in nessuna di queste due religioni un “potere centralizzato” paragonabile a quello che la chiesa romana costituisce per il cristianesimo (cattolico almeno), c’è ampia possibilità di “adattamento” dell’uno e dell’altro messaggio religioso. Il concetto di “santità”, però, è sia nell’ebraismo sia nell’islam analogo a quanto dicevo per quello cristiano. Anzi, basta sfogliare qualche sura del Corano per avere la precisa percezione di come l’islam accentui anche l’idea della trascendenza e dell’alterità di Dio rispetto al cristianesimo (complice pure, come nell’ebraismo, il persistente divieto assoluto di produrre immagini della divinità – vi pare niente?).
      Infine, il sacramento è un concetto proprio del pensiero cristiano, sì, ma affonda le sue radici antropologiche anche nei culti misterici (si pensi a Casel: un secolo fa queste notizie facevano un rumore insopportabile) e, molto più da vicino, nelle haggadòt ebraiche (in Italia Giraudo ha scritto in merito). “Sacramento” significa “intima unione di un elemento divino e di un elemento umano” (di santo e mondano, per intenderci): come si possono ritenere interscambiabili “filosofia” e “religione”, se “religione” implica tutto questo? Di più, tutto questo può implicarlo perché è imperniata sul confronto continuo con la presenza viva ed efficace di Gesù Cristo, Crocifisso-Risorto (sempre lui, lo so…). Questo significa che uno che crede nel sacramento non accetterà mai di credere che “è quello che lui ci mette che fa tutta la differenza”.
      Ho scritto tanto, lo so. Scusate. Jasminalladin deve probabilmente la sua posizione (in buona sostanza un sincretismo new age, e spero di non offenderla, non c’è alcun giudizio personale in questo) più all’ambiente “multiculturale, multirazziale e multireligioso” che ha rivendicato in apertura che a uno specifico contributo dell’islam.

    2. Alessandro

      Andrà bene per te. Per me ve bene manco per niente, manco un po’. Non può andare bene per un cattolico (almeno per i cattolici che professano il loro Catechismo), e penso che non possa andare bene nemmeno per un musulmano, né per un ebreo.

      Quanto al fatto che la Chiesa abbia detto in passato che “le donne non hanno anima”, è una panzana gigantesca. Per farla breve, copioincollo da “Pensare la storia” di Vittorio Messori:

      “A Mâcon, nella Francia centrale, si tenne nell’anno 585 non un “concilio” ma un secondo sinodo provinciale. Ne possediamo gli atti, ma invano vi cercheremmo discussioni sull’anima, tanto meno su quella femminile. Né vi è traccia di simili discussioni mai, nè prima nè dopo, in nessun documento della Chiesa ufficiale. Questo in realtà avvenne; a quel sinodo partecipò anche il vescovo dì Tours, il futuro san Gregorio, il quale, al libro ottavo della sua Historia Francorum, ci lasciò la descrizione dei lavori. In una pausa, come per distrarsi dalle ardue discussioni teologiche, un vescovo pose ai confratelli una sorta di quiz filologico: il termine latino homo, può essere usato nel senso allargato di “persona umana”, comprendente dunque entrambi i sessi, o è da intendersi nel senso ristretto di vir, di maschio? […]

      Ritornando al cronista Gregorio di Tours, questi ci narra che, per rispondere al quiz del confratello, gli altri vescovi lo rinviarono unanimi alla traduzione latina della Genesi, secondo cui Dio creò l’essere umano (homo) come maschio e femmina; e, inoltre, alla definizione di Gesù come “figlio dell’uomo” (filius hominis), benché egli fosse “figlio della Vergine”, dunque di una donna. Una curiosità linguistica, dunque, per un momento di relax tra quei vescovi, non certo una disputa teologica. Ché, se per caso tale fosse stata, allora sì sarebbe stata davvero “isolata e assurda”, cioè il contrario esatto di quanto scrive il professor Brezzi. Perché, come ricorda un suo collega medievista: “Per secoli, dunque, si sarebbero battezzati, confessati, ammessi all’eucaristia degli esseri sprovvisti d’anima? Ma allora, perché non fare altrettanto con gli animali? Strano che i primi martiri onorati come santi siano donne e non uomini: sant’Agnese, santa Cecilia, sant’Agata e tante altre. Triste davvero che santa Blandina e santa Genoveffa fossero prive di un’anima immortale!”.

      Si noti che buona parte delle moltissime martiri dei primi secoli, subito venerate dalla comunità cristiana come sante, appartengono alla categoria delle “vergini”: riesce dunque ancor più incomprensibile il commento del Brezzi, per il quale solo “la maternità (per la Chiesa) riscatta e nobilita la femmina e le ottiene un riconoscimento nell’ambito della società”. Nella cerchia degli enciclopedisti settecenteschì, qualcuno pensò di strumentalizzare in funzione anticristiana (“Schiacciate l’Infame!”) l’aneddoto di Gregorio di Tours, fidando sul fatto che ben pochi avrebbero mai letto i dieci libri della quasi introvabile Historia Francorum. Calcolo esatto perché, da allora sino ad oggi, la menzogna di un apposito concilio per stabilire se le donne avessero un’anima è passata da un autore all’altro, senza verifica né discussione; ed è stata poi rilanciata alla grande nei nostri anni dal pressappochismo pseudofemminista, spesso gestito da maschi”.

    3. Alessandro

      Sì, scusa Cyrano, ottimo il tuo intervento, anche più pacato del mio (ma sai che a me il sangue alla testa va in fretta, so che un giorno dovrò risponderne…), quando l’ho inviato non avevo ancora letto il tuo. Buona domenica a te e a tutti!

    4. Sottoscrivo ma non credo che sarà così..siamo in pieno sgabinamento, per come la vedo io : addirittura persone come noi (c’è poco da fà!) chiamata gnomi fatine e quantaltro…mah!
      🙁

  14. elisabetta

    no, scusate io mica l’ho capito il senso del commento di Paul…

    Non amo scrivere pubblicamente cose personali, ma se chi mi vuole bene mi avesse suggerito la convivenza, la mia vita sarebbe stata diversa e ritengo migliore. E guardate che il mio matrimonio era un vero matrimonio cristiano. Le cose non sono sempre (o forse mai) cosi’ semplici.

    1. Sì, capisco, e ho visto anche personalmente cose come quella che descrivi. Per questo mi trovo a condividere parola per parola l’ambigua (?) posizione di Fefral: non ammetto la convivenza, in linea di principio, ma talvolta sconsiglierei così vivamente il matrimonio che di fatto avrei per i miei amici meno biasimo se andassero a convivere (e non come “prova”, ma come sola modalità loro accessibile). Ora, spero che la vita non mi porti clamorose smentite personali (sono un po’ troppo giovane per insegnare “diritto e giustizia”), ma vorrei chiederti una cosa: se ancora oggi tu dici che il tuo matrimonio “era un vero matrimonio cristiano”, in che senso e perché – il come l’hai detto – le cose sarebbero potute andare diversamente? Chi avrebbe dovuto vedere, e come, il problema nascosto in una realtà che pareva solida? (Domanda sottintesa: c’era veramente già da allora, un “problema nascosto”, o “le cose non sono sempre (o forse mai) così semplici” perché anche ciò che nasce buono e promettente può deludere e disfarsi?).

  15. alvise

    Io credo che il senso condi visibile del commento di Jasminalladin stesse nel senso delle vita permeato dalla presenza di Dio che varie religioni o credenze religiose hanno in comune. Questo senso del divino può aiutare i fedeli dell’una o dell’altra nel cammin di loro vita infondendo loro speranza in un “dopo” che agisce anche nell’ “ora”. Questo detto in maniera grossolana, ma credo, non troppo imprecisa.
    Quindi ci sarà chi crederà in questo o in quell’altro e si sentirà fortificato e guidato dalla sua fede, e ci sarà chi non crederà (senza fargliene una colpa, per favore!) e dovrà arrangiarsi con le sue forze.
    Buona fortuna a tutti quanti!!!

    1. Per niente imprecisa, Alvise. Vedo che la Spe salvi t’è piaciuta! 😀
      Perché la fede non sia di tutti è uno degli interrogativi più oscuri della teologia, e su questa faccenda fu messo un veto pontificio durante una disputa teologica (!).

      Quello che vorrei che fosse chiaro, e parlo a cuore aperto, è che il nemico del credente non è il non credente… semmai l’idolatra.

  16. alvise

    giugno 12, 2011 un’unica notteBy lacorsianumerosei
    “Te misuratore del mare e della terra e delle immensurabili arene, coprono, o Archita, pochi pugni di polvere presso il lido Matino, né punto ti giova aver tentato con la mente le aeree dimore e aver percorso la volta celeste, se eri destinato a morire. Anche il genitore di Pelope, sebbene ammesso alle alle mense celesti, si spense, e Titone , che pur fu assunto nel cielo, e Minosse, che pur ebbe segreti colloqui con Giove; e il Tartaro tiene prigioniero il Pantoide calato per la seconda volta all’Orco, sebbene testimoniasse con lo scudo staccato dal tempio, di aver vissuto ai tempi di Troia, e nulla aver ceduto alla morte, se non le spoglie mortali; e tu ben sai qual profondo conoscitore egli fosse della natura e del vero. Ma tutti attende un’unica notte, e una volta soltanto si può calcare la via della morte”

    Horat. c. I 28

    1. «[…] Nessuno può riscattare se stesso,
      o dare a Dio il suo prezzo.

      Per quanto si paghi il riscatto di una vita,
      non potrà mai bastare
      per vivere senza fine, e non vedere la tomba.

      Vedrà morire i sapienti;
      lo stolto e l’insensato periranno insieme
      e lasceranno ad altri le loro ricchezze.

      Il sepolcro
      sarà loro casa per sempre,
      loro dimora per tutte le generazioni,
      eppure hanno dato il loro nome alla terra.

      Ma l’uomo nella prosperità non comprende,
      è come gli animali che periscono».

      (Sal. 48)

  17. alvise

    Cyrano: come anche te fai vedere, quanta comunanza di sentimenti nel sapere antico!!!
    Ma non buttiamo via neanche tutto il moderno (DEUS SIVE NATURA , p.es. -non male vero?)

    1. alvise

      A proposito della Spe salvi, mica nulla di sensazionale la dialettica reciproca idea-azione-idea.
      Cibernetica.

    2. Ma anche no! 😉 Non buttiamo via tutto il moderno, per carità, ma Spinoza lo lascerei decisamente a casa (sennò che ho detto prima, scusa?).

  18. Fefral

    Tutto è possibile, Alvise, certo. Ma quello che volevo dire io, e ci tengo a sottolinearlo perché non voglio correre il rischio di essere fraintesa, visto anche l’intervento di elisabetta, non è che in certi casi consiglio la convivenza, ma che non sempre consiglio il matrimonio. Ho visto tanti, troppi, matrimoni iniziati con tanto entusiasmo e finiti male. Matrimoni “cristiani” nel senso di celebrati in chiesa non per forma ma perché entrambi davvero credenti. Ma non basta. Non basta essere cattolici e ferventi e sposarsi in chiesa perché il matrimonio funzioni.
    Sposarsi è una scelta tosta. Per molti di noi è la scelta piu importante di tutta la vita. La piu difficile. Il matrimonio non è semplice, non sempre è bello. Si soffre molto nella vita di coppia. Ci si fa male. Ci si stanca, ci si stufa. Sposarsi senza aver presente tutto questo è pericoloso. Sposarsi perché innamorati con la convinzione che questo basti per affrontare tutte le difficoltà che arriveranno è imprudente, sciocco. E non basta neppure che entrambi siano credenti e vogliano vivere il proprio matrimonio davanti a Dio. Perché essere credenti non vuol dire essere santi. E nel matrimonio ci sono momenti in cui bisogna avere l’eroismo dei santi per andare avanti.
    Detto questo….sposarsi è una delle cose piu belle che si possa scegliere di fare nella vita. È un cammino di santità meraviglioso, appagante. È la prima vocazione dell’umanità: Dio ha donato l’uomo alla donna e la donna all’uomo perché fossero compagni e accogliessero la vita, contribuendo in un modo così speciale all’opera della creazione. E il destino dell’uomo e della donna è essere felici. Ma la felicita passa per la croce, e la croce c’é (e chi ci passa sa bene che c’é) anche nei matrimoni piu belli, piu indovinati, anche nei matrimoni cristiani. Ed è croce vera, non chiacchiere. Ma è così grande la gioia che si può provare amando così, e amando una perdona restandole fedele per tutta la vita e insieme a lei amare i propri figli e vederli conquistare la loro libertà, diventare persone, figli di Dio anche loro, che questa croce vale la pena. Per questo dico tante volte alle mie amiche “non sposarti”. E per questo tante altre volte dico loro “non aver paura, buttati, sposati e amalo per tutta la vita, sii disposta a morire a te stessa per lui perché sarai felice davvero”

    1. alvise

      Non che io non lo possa capire, credimi, che cosa possa voler dire e come anche si avveri realmente che uno “muoia a se stesso” per l’altro, o per gli altri.
      Ma può anche succedere poi piano piano diventi un habitus uno stato soporifero della propria volontà (e poi volonta di che, in fondo?)che alla fine uno non sente ormai più come un limitazione o un patimento:
      diventa che è così, se fosse in un altro modo diventerebbe in un altro modo, senza
      DIFFERENZA ALCUNA: le cose sono le cose che sono inclusi i pensieri connessi incluso se diventatno altre cose e via e via lungo il corso del tempo i figli crescono noi si invecchia o con uno vicino o senza o pregando o nemmeno….

    2. Alessandro

      Fefral: “quello che volevo dire io, e ci tengo a sottolinearlo perché non voglio correre il rischio di essere fraintesa, non è che in certi casi consiglio la convivenza, ma che non sempre consiglio il matrimonio. Ho visto tanti, troppi, matrimoni iniziati con tanto entusiasmo e finiti male”.
      Son d’accordo con te. Per quanto mi riguarda, non consiglio a nessuno di convivere, ma in certi casi a viste umane è fin troppo facilmente pronosticabile che il matrimonio tra quei due (ne ho in mente alcuni) è destinato a sfasciarsi.

  19. Fefral

    Ho letto gli ultimi interventi di Cyrano e di Elisabetta dopo aver inviato il mio.
    Ecco appunto…perché una vocina ti consigliava la convivenza? Perché il tuo cuore non ti faceva sentire pronta a un impegno definitivo?
    Nessuno di noi qua potrà dirti se il tuo, Elisabetta, era un vero matrimonio cristiano.

  20. Fefral

    Nessuno di noi potrà mai dirti neppure se non lo era. Ma perché smettere di credere?

  21. alvise

    Io credo che una risposta DEFINITIVA ai nostri” tormenti interiori” ce la potrà dare solo LUIGI…
    al suo ritorno dal mare!!!

  22. alvise

    CYRANO: la cibernetica, non che io ci abbia passione per queste cose, funziona che uno pone come riferimento una misura e questa misura agisce su di lui per guidarlo nell’azione successiva questa azione successiva misurata controreagisce eccetra, il porre un dopo come guida regolativa, ha un contraccolpo nell’essere ora, è un ragionamento elementare…. quanto a Spinoza: non va bene perché il panteismo si è detto prima.new age eccetra….?
    allora Cartesio, Galileo, Marx, Darwin, ecco, non è tutto da buttare….fanno parte della nostra cultura anche questi poveri diavoli, non c’è mica solo Cristo e Maometto….

    1. Ah, certo. In quel senso non è niente da buttare, e sarebbe pura ingenuità credersi indipendenti dal nostro portato culturale («Siamo figli di Pitagora e di Trinità»!). Il fatto è che noi gesuomani riteniamo che Cristo non faccia semplicemente parte “del nostro portato culturale” (anche se l’argomento più banale e più usato dai nostri apologisti è proprio questo; ma da noi funziona poco, in Turchia molto meno, e in Afghanistan per niente). Cristo fa parte delle nostre giornate. Vivo e vegeto, compresente a ogni nostro passo in quanto persona, non idea, concetto, ideale… Gli altri che hai citato, cristiani o no, sono da secoli un mucchietto di polvere. Questo fa la differenza, cavoli…

  23. lavinia

    @Elisabetta: sono d’accordo, posso anch’io dire che senza il vincolo del matrimonio avrei ragionato di più sull’amore. Leggendo questo blog mi rendo conto di essere capitata tra persone dalla fede e dalle certezze incrollabili. Che dire. Beati loro. Non ho da citare dei versetti. Non ho soluzioni a portata di mano. La famiglia è di sicuro una fonte di energia inesauribile. Senza i miei adorati figli non potrei vivere, mi viene così semplice da dire. Ma poi c’è l’io più intimo e privato che quando ti parla, non lo fa da buon cristiano, anzi è primitivo, zingaro e senza dio. E’ il tuo peggiore critico, il tuo giudice. Ti chiede tempi migliori, più amore e maggiore convinzione. Io mi chiedo sempre più spesso se il matrimonio ha senso. Costanza dice metti Dio al centro. No dico, metto l’io al centro e ci lavoro su… Se l’avessi capito prima di sposarmi. Magari amerei lo stesso uomo, ma vuoi mettere?????

  24. alvise

    Ora sto andando a mangiare a S. Andrea in Percussina, vicino a S. Casciano Vadipesa (tutti santi anche qui!) dove fu in esilio Machiavelli, e io ho alcuni amici brutali a par mio, e si mangerà pappardelle al cignale, rostinciana alla griglia con fagioli sgranati freschi, conditi con l’olio che solo da queste parti eccetra….si pole chiamare etc. etc. e poi (voglio avere i miei Dogmi anche io!) e poi, dicevo, si beverà un vino (rosso) che solo quello è vino vero di quello da andare sotto la tavola ( e restarci, poi ti chiamo Alessandro!!!) che solo qui da noi ci si ha un vino degno di questo nome non quel PISCIO che dalle parti di LUIGI, non gli date retta a LUIGI, in fatto di vino, loro, lassù o ci hanno quei vini bianchi tutti uguali, smorti, o frizzantini gassati, o rossi che non sono nemmeno degni del nome “vini rossi,” dei mescoloni imbevibili di merlot pinot cabernet roba grossa spessa oleosa pesante dura acida infida eccetra….datemi retta….

  25. fefral

    “le cose sono le cose che sono inclusi i pensieri connessi incluso se diventatno altre cose e via e via lungo il corso del tempo i figli crescono noi si invecchia o con uno vicino o senza o pregando o nemmeno….”
    sì, alvì, certo che può succedere, ci si lascia vivere e diventa un’abitudine tutto, anche stare insieme ad una persona ogni giorno tutti i giorni, e si invecchia e ci si ritrova morti e neppure sai come hai vissuto, e se hai creduto in chi o in Chi hai creduto, certo che può essere così, ma questo è vivere?

    1. fefral

      tirare avanti,sopravvivere, tirare a campare….
      che vita è se non c’è scelta da attualizzare ogni momento? A me m’annoia

  26. Mi dispiace, ma oggi non posso intervenire un granché,
    Volevo solo sottolineare la frase di Jasmin…

    “Riguardo ai gay, è un capitolo a sè. Se una persona nasce con altre preferenze sessuali, non toglie che possa sognare una famiglia, come chiunque. ”

    Perfavore, sfatiamo il mito che esista un base genetica, cerebrale, fisica scientificamente provate che porti a tali determinismi. Sono i comportamento e l’ambiente a indirizzare la persona in quel senso!!!

    http://www.obiettivo-chaire.it/contenuti-visualizza.asp?ID=14&Pag=0

  27. Luigi

    Ora di pennichella al mare! Stamattina ho vinto la medaglia d’oro dopo aver battuto in finale a beach tennis un ragazzotto tedesco Lucas di 15 anni. Non chiedetemi che sport sia perché era il mio esordio. Alvise, stavo pensando i giorni scorsi di inviarti 6 bottiglie di nettare di bacco ma ora te lo sei fottuto. Per quanto riguarda convivenza o matrimonio non ho molto da dire. Se una mi piace e lei ci sta io la sposo perché voglio sempre il massimo, la convivenza è incompiutezza. Grazie a Fefral e Paola Mio suocero mi sta uccidendo con gli aperitivi e mia suocera con i magnari. Pieno di belle mamme tedesche piene di biondi bambini che si arrangiano fin da piccoli. Mamme italiane stressate.

    1. Ciao Luigi : grazie che ci scrivi! Divertiti vacci piano con le bionde e con gli aperitivi : sul matrimonio devo dire che sono proprio d’accordo con te! Dopo tanti commenti aderisco idealmente a quanto tu dici
      Ciao di cuore 🙂

  28. alvise

    CYRANO: Bravo, hai detto bene, un gesuomane vive Cristo in un certo modo, un non gesuomane in un altro, anche riconoscendo la grande portata del cristianesimo.
    Ma, tornando a quello che ho sempre sostenuto in questo blog (senza pretendere che sia il verbo) non è detto che un gesuomane viva meglio di un non gesuomane (nonostante le encicliche) tutti e due dovranno vedersela (perlomeno) con gli alti e bassi di questa vita, e da ultimo non si sa cosa ci aspetta….
    Certo se uno è SICURO che lo aspetta la luce perpetua ben per lui e vivrà (supponiamo))anche più lieto, ma anche la notte perpetua, le tenebre eterne, mica male…..

  29. alvise

    FEFRAL: sei IMMENSA, no non peggio, uguale, nella media assoluta, grandi numeri…
    Il pranzo una sabba infernale, a capotavola il Toti, un ex fattorino, poi pellettiere, poi spedizioniere, poi
    spedizionere più grosso, ancora più grosso, rilevato un agrossa quota di una azienda di Milano, fattosi poi liquidare con una cifra a sette zeri, di euro, sposato quattro volte, le ultime due a Cuba, espulso da Cuba non si sa bene perché, ora convivente sempre con una cubana giovanissima “perché io – dice- ho bisogno di provare quelle emozioni che non sono capace di vivere senza queste emozioni che posso provare con queste donne giovani che mi fanno provare queste emozioni che solo io posso capire che emozioni si pole provare perché voi vu siete tutti delle mezze sefge che noin capite un vazzo che vu vivete una vita di omettini di merda…poi c’è Gigi,un ex tipografo, scapolo, grande bevitore di vini di grande pregio, Antonio, tenutario di un agriturismo dove il Toti pyuò portare queste donne che
    sa solo lui che donne sono che noi siamo teste di cazzo, poi c’e il Frassoni, Aroldo, il Palei, il Biagi, il
    Taddei, tassista, e via discorrendo…Siamo ancora a tavola stramortiti..

    1. alvise

      E il TOTI mi chiede: ma chi l’è questo Fefral, son sicuro che l’è una donna, te un tu me la racconti mica, e’ fa il bischero e poi gli scrive alle donne su’ i’ telefonino, oh Scopel ( lui mi chiama per cognome) oh Scopel un lo fare i’ furbo, te tu fa’ sempre i’ furbo….

    2. fefral

      immensa mo’…. ti ho già scritto quanto peso, sono 1,70…. nell’insieme non mi sento poi così grossa!
      ok, uguale, nel senso uguale probabilità di vivere meglio o peggio della media secondo una distribuzione più o meno normale (nel senso di gaussiana)
      eppure noi gesuomani ci ostiniamo a dire che troviamo la felicità solo nella fede, che fissati eh? Sai che c’è, che da quando ho fatto amicizia con Gesù quando ci sto lontana mi manca qualcosa, mi sento una nostalgia che non passa, tipo hai presente dopo una sbornia, quando la mattina ti svegli col mal di testa, poi ti passa il mal di testa e ti resta un vuoto proprio là alla bocca dello stomaco e una gran voglia di piangere? Ecco.
      Non volevo sapere con chi gozzovigliavi, ma se si è mangiato bene! Ma che ci fai sul blog se stai a tavola?

    3. fefral

      salutami il toti, e digli che so’ impegnata e poi neanche più così giovane quindi non faccio per lui

    4. Federica

      già che non siete SOTTO il tavolo è un passo avanti!
      Buona Domenica Alvi’!!! 😀

    5. Alessandro

      Alvi’, se mi dici ‘ndo state a magna’ te mando il mio esorcista di fiducia, ve lo fa vede’ lui il sabba…

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