52 pensieri su “Diretta da Ferrara!

  1. f@ben

    Complimenti anche per questa iniziativa.
    Ti sto seguendo in diretta, ma alcuni interventi di “terzi” sono un pò pesantucci…

  2. Alessandro

    Commento in diretta. Costanza parla di suor Elvira. Grande suor Elvira, che usa un linguaggio ruvido con gli adolescenti per esprimere l’amore, e non quel penoso linguaggio acquiescente e ovattato che gli adolescenti non vogliono (anche se loro non sanno di non volerlo) e che non serve a niente. Gli adolescenti vogliono esempi e ideali alti esigenti e coerenti, non adulti smidollati e lassisti che blandiscono i loro capricci e abdicano ai propri compiti educativi.

  3. f@ben

    Nella diretta parli della preghiera.
    Se non sono indiscreto, mi piacerebbe sapere quale ruolo ha la preghiera nella coppia o meglio, se sperimenti la gioia della preghiera con tuo marito nella quotidianità.
    Se sono stato indiscreto con questa domanda chiedo venia. 😀

  4. Sono d’accordo con quanto dice Alessandro sugli adolescenti…e sono d’accordo con l’altro interlocutore sulla pesantezza degli intervenuti alla tua presentazione, specialmente il frate. Comunque l’ho vista tutta e tu, Costy, sei sempre splendida!!!!!

    1. Alessandro

      Sì, bella serata, anche in streaming. Costanza è molto spontanea, genuina, non affettata. Non nasconde le proprie convinzioni, ma lo fa senza prosopopea, con schiettezza. Così mette in difficoltà anche i critici. Funziona. Una bella novità nel panorama cattolico.
      Buonanotte

  5. paulbratter

    Brava per quello che dici ma forse dovresti essere un po’ meno timorosa…

    1. Alessandro

      La trovi timorosa? A me sembra la garbata timidezza della persona sinceramente umile e ben educata, che alla fine riesce vincente. Almeno a me fa questo effetto

      1. paulbratter

        mi fa piacere che tu la veda così perchè io conosco Costanza da molto tempo e non riesco a dare un giudizio distaccato.
        Buonanotte.

  6. alvise

    6 maggio 2011 a 18:06 # Insomma, in conclusione, uno ve la deve venire a chiedere a voi l’autorizzazione a avere figlioli con queste nuove tecniche “infernali”,a voi, che, mi sembra,
    avete avuto, dite, la benedizione dei figlioli, ma quegl’altri cazzi loro, quegl’altri no, se Iddio non gli ha dato questa benedezione, che a voi sì, cazzi loro…

  7. Alessandro

    @Isabella: sì, anche a me sembrava tutta intera (mezzobusto, diciamo: deformazione professionale?), “non affettata”, appunto…

  8. alvise

    …è proprio un bel ragionare ragionare insieme con Voi! Il Papa, suor Elvira, don Giussani, Sant’Agostino, Socci, i Vescovi etc. Ma Voi, Voi-Voi, su argomenti concreti, su decisioni da prendere, non sul ménage (o surménage) familiare e basta,
    sulla domanda, p.e.che vi ho fatto io dei cazzi loro chi vuole figlili con strumenti cosiddetti “infernali”, che avete da dire?

    1. isabella

      Alvì, famo a capisse. Prendiamo (per non offendere nessuno) la religione X, la quale imponga ai suoi fedeli la regola Y. Nessuno ti obbliga a far parte della religione X, puoi benissimo uscirne quando ti pare, ma se fai parte della religione X, DEVI rispettare la regola Y. Ti sembra troppo pesante/sciocca/brutta/datata/antiquata/retrogada? Può darsi benissimo che lo sia, ma
      – o esci dalla religione X, ed allora te ne puoi infischiare della regola Y,
      – o se resti e finché resti nella religione X devi rispettare la regola Y.
      Sono stata spiegata?

      1. Alessandro

        Io ho capito: sono della religione cattolica e rispetto la regola cattolica che vieta di ricorrere a fecondazione artificiale.
        Sono cittadino italiano e allora devo pure rispettare la legge italiana (che vieta affitto di uteri, maternità surrogate e simili), questa qui:
        http://www.camera.it/parlam/leggi/04040L.htm

  9. Alvise, si, cavoli loro (e dico ‘cavoli’ non perché non dica parolacce, ma per rispetto al blog, comunque tu leggi pure in altro modo 🙂 ).
    Cavoli loro come cavoli loro a quei genitori che hanno figli ritardati, a quelli che fano un incidente e restano sulla sedia a rotelle, e a quelli che gli viene una malattia incurabile, o una malattia degenerativa, anche se sono giovani, o peggio, bambini.
    Cavoli loro.
    Che vuol dire?
    Che ognuno di noi ha una croce da portare, sia che la chiami croce o sciagura, la differenza è il come la porti.
    Se non riesci a fare un figlio (e ne parlo perché vivo da vicino la situazione con una persona a me vicinissima) o te ne fai una ragione, decidi di portare la tua croce, e fai diventare questa cosa il tuo modo per diventare santo, la tua via per realizzarti, non come madre/padre ma come qualcos’altro nonostante la sofferenza, oppure sei schiavo di essa, e quindi sei infelice, e cerchi di stravolgere la natura e il mondo per cambiare le cose, ma poi alla fine non sarai felice lo stesso.

    1. Antonio

      Trasformare un’apparente impotenza nella fonte più redditizia di crescita ed avvicinamento a quel ‘Qualcosa’ che qui, adesso, possiamo solo intuire.

      Sono macigni queste parole, dure anche per i meno impressionabili. E come sempre, il divario tra le parole e fatti è pressoché incolmabile. Solo la Luce può, in qualche misura e attraverso dinamiche pressoché sconosciute, accorciare questo tremendo gap.

      Ma tutto è vano senza la speranza, forza motrice di ogni cosa. Leggo che per Sant’Agostino (sì, un “altro”, ben distinto da me medesimo) tutto ha origine dal ‘desiderio’. Chi desidera prega, in buona sostanza. Scandalo per chi crede di saperla lunga!

      Ma senza speranza non vi è desiderio. Quest’ultimo, sotto qualunque forma si manifesti, necessita inequivocabilmente ed immancabilmente che chi lo pone nutra altrettanta speranza affinché si realizzi. La “prudenza” a cui si rifanno fittiziamente altri, in realtà è becero pessimismo, altra faccia dell’ottimismo. Il desiderio è vano perché “impossibile” a priori.

      La vita è dura, e ciò è di gran lunga più vero di quanto la maggior parte di noi possa sperimentare. Ma uno solo è l’atteggiamento attraverso cui se ne può uscire vincenti, nell’accezione più radicale del termine. Inutile ricordare ai più che tutto, per noi, ha avuto inizio da una “sconfitta”. Peccato per i “soliti noti” che da quella “sconfitta”, apparente e nulla più, emerse la più grande ed “impossibile” delle vittorie.

      Mi piace il tono e le parole che hai adoperato sorellastragenoveffa. Dirette, scandalose per gli ipocriti! Ma alla realtà va sempre contrapposta la speranza, che funge da catalizzatore per la Grazia. Per il resto, lo Spirito soffia sempre e comunque dove e quando vuole. Altro scandalo?

      1. Antonio, mi permetto di parlare con un certo tono solo perché direttamente colpita da una croce di pesantezza notevole, e solo perché la Grazia di Dio mi ha aiutato a farmene una ragione e a non farla diventare per me strumento di condanna. Grazia, che non è affatto una cosa astratta, ma una forza che si può respirare, quasi toccare con le mani, quelle volte che riesci ad abbandonartici, anche se è difficile, anche se non sempre ci riesci.
        In tutto questo il rosario aiuta.
        Voglio aggiungere che mi guardo intorno e sebbene farei volentieri a meno della croce che è stata scelta per me, certamente non farei a cambio con la croce di nessun altro.

  10. alvise

    …ma dove è il “male”? (a parte che è contro la legge) della procreazione artificiale (semplifichiamo così)se poi uno avrà un fglio e gli vorrà bene e se ne prenderà cura allo stesso modo che un figlio ottenuto in maniera “normale”?

    1. alvise

      In sintesi, sembra delinearsi un’ipotesi di incongruenza del mezzo rispetto al fine: se la
      ratio legis è quella ricordata, potrebbe risultare irragionevole che siano escluse dall’accesso
      alla procreazione medicalmente assistita le coppie la cui sterilità o infertilità può essere
      superata solo mediante il ricorso alla tecnica eterologa.
      La Corte costituzionale, peraltro, ha riconosciuto che l’art. 3 Cost. è violato anche
      quando al legislatore sia imputabile una scelta che si sostanzi nell’esclusione di soggetti la
      cui condizione risulta assimilabile, nelle finalità perseguite dalla legge, a quella di

    1. Antonio

      La Crocifissione di quel Nazareno.

      Agli occhi del mondo, ma non solo, quell’Uomo perse la sua battaglia. Voglio dire, tre e passa anni di predicazione per poi finire inchiodato su una croce come il peggiore dei criminali?!

      Anche qui, la si può prendere in due modi soli. O è morto dopo una lunga agonia e qualcuno ha avuto il cattivo gusto di sottrarne il corpo dalla tomba per fare di Lui un “eroe” (ma che dico un eroe… un Dio!), oppure, dopo due giorni, Costui ha pensato bene di lasciare con le proprie gambe, “come Padre l’ha fatto”, quel luogo di sepoltura. Tertium non datur!

      Anche in questo caso, però, solo una delle due ‘salva’. E no, non mi riferisco sbrigativamente all’aldilà. Chi vi si presta può riconoscere già adesso i frutti. E’ difficile? Dipende.

  11. alvise

    … restiamo coi piedi in terra, per quanto riguarda la procreazione eterologa,
    cosiddetta, (ma la procreazione non è sempre eterologa?)
    perché un male? capisco che la chiesa cattolica non l’ammetta, che la legge non l’ammetta, come altri paesi l’ammettono,e la legge è la legge, ma anche per l’aborto
    non riuscendo la mente dell’uomo a troavre “una” ragione sui cui tutti fossero d’accordo,si è andati al referendum, ubi ratio non potest ibi numerum, come si fa in democrazia, nucleare sì, o no, acqua sì o no, eccetra, in mancanza di argomenti si vota. Per la procreazione eterologa la gente non è andata al referendum, la legge rimane.
    Ma dove è il male? in Spagna c’è il male?

    1. isabella

      In molti Stati degli USA, come in Cina, c’è la pena di morte. Chiedi un po’ ad uno contrario alla pena di morte de in quegli Stati ci sia il male.

  12. alvise

    Il matrimonio, presente in tutti i tempi e in tutte le culture, «è stato sapientemente e provvidenzialmente istituito da Dio creatore per realizzare nell’umanità il suo disegno di amore. Per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, gli sposi tendono alla comunione delle loro persone, con la quale si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e all’educazione di nuove vite» [10]. Nella fecondità dell’amore coniugale l’uomo e la donna «rendono evidente che all’origine della loro vita sponsale vi è un “sì” genuino che viene pronunciato e realmente vissuto nella reciprocità, rimanendo sempre aperto alla vita… La legge naturale, che è alla base del riconoscimento della vera uguaglianza tra le persone e i popoli, merita di essere riconosciuta come la fonte a cui ispirare anche il rapporto tra gli sposi nella loro responsabilità nel generare nuovi figli. La trasmissione della vita è iscritta nella natura e le sue leggi permangono come norma non scritta a cui tutti devono richiamarsi» [11].

    E ‘ così?

    1. isabella

      Visto che chiedi un giudizio su un passo preciso, sarebbe anche il caso di indicare la fonte

    2. Alessandro

      Hai riportato testualmente dei paragrafi della “Dignitas Personae” della Congregazione per la dottrina delle fede, quindi un cattolico non può che risponderti “Sì, è così”.

      1. Alessandro

        La citazione è dal paragrafo 6 della “Istruzione Dignitas Personae su alcune questioni di bioetica” (2008), della Congregazione per la Dottrina della Fede

  13. alvise

    Isabella:paese che vai…
    Lasciamo stare la Cina, ma in America, che è una democrazia, alcuni stati hanno la pena di morte, altri no, è un male, non lo so se è un male, chi pensa sì chi no, chi decide, loro, qui per la fecondazione c’è una legge, per ora è così, non lo so se è bene o male, ci si riunisce e si decide, in mancanza di argomenti i parlamenti…

    1. isabella

      Oh, e lo stesso in Spagna: chiedi “in Spagna c’è il male?”, e ti rispondo con le tue stesse parole: ” chi pensa sì chi no”

      1. Sì, esatto, senza argomentazioni condivise da tutti, non c’è “una legge naturale”, c’è la legge,
        magari, in certi casi, sarebbe opportuno che uno potesse scegliere quello crede il meglio per sé,
        lasciando gli altri liberi, nel rispetto reciproco, ma…etc.etc.

  14. Alberto Conti

    @alvise
    Noi cattolici abbiamo la pretesa che il “manuale di istruzioni” sia il modo più ragionevole per un uomo per affrontare la vita indipendentemente dalla Grazia della Fede; può apparire assurdo ma non è un caso se molte persone non cattoliche sono arrivate, alle stesse conclusioni della Chiesa su moltissimi argomenti.

    Per l’aspetto relativo alla fecondazione assistita esistono delle motivazioni pratiche e delle motivazioni conformi al Cuore dell’uomo.
    Tra le prime sicuramente che nelle tecniche di fecondazione assistita è spesso necessaria la creazione di molti embrioni che poi devono essere eliminati e ritenendo l’embrione vita non è accettabile la sua eliminazione, inoltre i cicli di medicinali e la percentuae di aborti spontanei hanno notevoli ripercussioni sulla vita delle donne.
    Per quanto riguarda gli aspetti morali c’è il fatto che la vita è un dono, ce l’hanno donata papà e mamma, e il naturale Senso Religioso presente da sempre in qualunque Cuore umano (più o meno sopito) non può che riconoscere che questa vita ha un’origine Misteriosa, viene da un Altro.
    Le tecniche di fecondazione assistita si vogliono sostituire a questo dono; anche la mia e tua vita non è un diritto, è, ogni giorno, un dono e come tale cercherò di proteggerla in ogni modo (medicine e altro) ma non potrò snaturarla o usare un altro uomo (a qualunque momento della sua vita e sottolineo vita) al fine di renderla un diritto.

    PER TUTTI: mi permetto di consigliare la lettura degli esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione tenutisi a Rimini il we scorso
    http://www.clonline.org/articoli/ita/esercizi_cl2011.pdf

  15. Grazie Costanza! Quando vorrai tornare sarai sempre la benvenuta!
    Come dite a Roma: te vojjamo bbene!!!
    Giovanni timoniere

    1. Alessandro

      E’ vero. Ma bisogna leggerlo con attenzione:
      “2267 L’insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell’identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto la vita di esseri umani.

      Se invece i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall’aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l’autorità si limiterà a questi mezzi, poichè essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana.

      Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l’ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” [Evangelium vitae, n. 56]”.

      Quindi, ad esempio, se si applicasse il precetto del Catechismo quelli che sono detenuti nel “braccio della morte” (concesso pure che siano colpevoli del reato contestato loro) andrebbero tolti dal “braccio”, e si dovrebbe commutare la pena (in ergastolo o che altro), perché senza dubbio costoro sono stati “resi inoffensivi” dallo Stato: stanno in carcere, cioè si trovano in un contesto nel quale è possibile agevolmente prevenire che il reo attenti all’incolumità altrui, e prevenirlo senza sopprimere il reo medesimo (sicché nei confronti di questo reo la pena di morte non è “l’unica via praticabile per difendere efficacemente dall’aggressore ingiusto [nel nostro caso: dal reo] la vita di esseri umani”, e perciò – secondo i Catechismo – la pena di morte non va irrogata a questo reo). Questi detenuti perciò – stando al Catechismo – non andrebbero “giustiziati”, non andrebbe tolta loro “definitivamente la possibilità di redimersi”.

  16. alvise

    Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l’ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti” [Evangelium vitae, n. 56]“.

    Insomma. “NI”!

    1. Alessandro

      No, Alvise, è un NO. I casi “di assoluta necessità di soppressione del reo” sono ormai sono casi di scuola. Es.: Se Tizio è dotato di superpoteri che rendono impossibile evitare che ammazzi qualcuno se non sopprimendo lui, allora lo si deve sopprimere, si deve irrogare la pena di morte (in questo caso, la pena di morte sarebbe una doverosa declinazione del principio di legittima difesa). Ma ben capisci che nessun Tizio è dotato di superpoteri che rendono impossibile evitare che ammazzi qualcuno se non sopprimendo lui… sarebbe un superman cattivo. Tutti i condannati a morte in carcere non sono Tizi dotati di superpoteri. Quindi quello della Chiesa alla pena di morte è un no.

  17. alvise

    Odi malizia!!!
    (ad ogni modo non facevano prima a scrivere, no, al Chiesa è contaria alla pena di morte? Ma la casistica non muore mai…

    1. Alberto Conti

      – quinto: non uccidere
      – nessun tocchi Caino
      – Io vi dico: amate i vostri nemici
      Bisogno d’altro? potrei andare avanti una mezz’oretta e non ho sinceramente voglia di andare a cercare tutti i documenti della Chiesa contro la pena di morte …

    2. Alessandro

      @Isabella. Non è un no assoluto, certo. Ho messo l’accento sul No perché il “NI” suggerito da Alvise non mi pareva sintetizzare bene la posizione della Chiesa. Che non sia un no assoluto, e in che senso sia un no, lo spiega bene il n. 2267 del catechismo, che ho riportato. L’altro testo da citare (citato anche nel 2267) è della Evangelium vitae, n. 56: “la misura e la qualità della pena devono essere attentamente valutate e decise, e non devono giungere alla misura estrema della soppressione del reo se non in casi di assoluta necessità, quando cioè la difesa della società non fosse possibile altrimenti. Oggi, però, a seguito dell’organizzazione sempre più adeguata dell’istituzione penale, questi casi sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti”. I casi di assoluta necessità, cioè quelli nei quali è ammissibile la soppressione del reo, “sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti”. Francamente a me sembrano ormai solo casi di scuola, per così dire: come può un reo assicurato alla giustizia essere così pericoloso che non gli si può impedire di mettere a repentaglio la vita altrui se non sopprimendolo? La vedo così. Buona domenica a tutti.

  18. paulbratter

    Sono rimasto molto stupito nel leggere quello che è scritto sul catechismo sulla pena di morte, io mi sarei aspettato qualcosa di molto chiaro tipo:
    la pena di morte non è mai ammessa perchè la vita è sacra e appartiene a Dio.

    1. Alessandro

      Magari se ne riparlerà. Cmq ormai la pena di morte nella dottrina della Chiesa rientra soltanto nella legittima difesa. E, secondo la Chiesa, per legittima difesa si può anche togliere la vita (a certe condizioni): “2263 La legittima difesa delle persone e delle società non costituisce un’eccezione alla proibizione di uccidere l’innocente, uccisione in cui consiste l’omicidio volontario. « Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l’altro è l’uccisione dell’attentatore ». « Nulla impedisce che vi siano due effetti di uno stesso atto, dei quali uno sia intenzionale e l’altro preterintenzionale ».

      2264 L’amore verso se stessi resta un principio fondamentale della moralità. È quindi legittimo far rispettare il proprio diritto alla vita. Chi difende la propria vita non si rende colpevole di omicidio anche se è costretto a infliggere al suo aggressore un colpo mortale:

      « Se uno nel difendere la propria vita usa maggior violenza del necessario, il suo atto è illecito. Se invece reagisce con moderazione, allora la difesa è lecita […]. E non è necessario per la salvezza dell’anima che uno rinunzi alla legittima difesa per evitare l’uccisione di altri: poiché un uomo è tenuto di più a provvedere alla propria vita che alla vita altrui ».

      2265 La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere, per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l’ingiusto aggressore in stato di non nuocere. A questo titolo, i legittimi detentori dell’autorità hanno il diritto di usare anche le armi per respingere gli aggressori della comunità civile affidata alla loro responsabilità”.

      Buona domenica a tutti

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