“Ecco perché uomini omosessuali come me non dovrebbero essere sacerdoti”

Daniel C. Mattson, omosessuale, autore del libro “Ecco perché non mi definisco gay”, ci spiega che la Chiesa sarà piagata dagli abusi sessuali a sfondo omosessuale se continuerà a guardare da un’altra parte anziché guardare in faccia al problema, tenendo fede al suo insegnamento.

 Eccolo nella traduzione di  .

 

di Daniel Mattson

Io sono il tipo di uomo che la Chiesa cattolica dice che non dovrebbe essere un sacerdote. Sperimento quelle che il Vaticano chiama “tendenze omosessuali profondamente radicate”, che, secondo la Chiesa, mi rendono un candidato inadatto al sacerdozio. L’istruzione vaticana del 2005 sulla questione dell’omosessualità e del sacerdozio lo afferma chiaramente: “La Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammetterle al seminario o all’ordine sacro coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali radicate o sostengono la cosiddetta “cultura gay”.

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Perché non mi definisco gay. Intervento del Card. Müller alla presentazione del libro di Daniel C. Mattson

Perché non mi definisco gay. Come mi sono riappropriato della mia realtà sessuale e ho trovato la pace
di Gerhard Card. Müller
TRASCRIZIONE DELL’INTERVENTO NON RIVISTA DALL’AUTORE
Innanzitutto vorrei congratularmi con l’autore del libro «Why I don’t call myself gay» – disponibile adesso anche in traduzione italiana – per il suo coraggio davvero straordinario. Perché coraggio è proprio quel che ci vuole per contrapporre, all’«Internazionale pansessista», la dottrina cattolica sull’origine della differenza tra i sessi espressa nella volontà creatrice di Dio. E come vedremo, l’autore – non contento di contestare la radicale antropologia anticristiana che riduce l’uomo a puro desiderio sessuale – riesce anche ad avanzare dei validi argomenti per indicarne i punti deboli e le catastrofiche conseguenze.

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