
di Costanza Miriano
Ho ascoltato il consiglio dei difensori di Fiducia Supplicans e l’ho letta con attenzione, fino in fondo, con la leale intenzione di cogliervi il bene e di cambiare la mia iniziale idea negativa. Poi l’ho riletta e sottolineata, ci ho riflettuto. Ma niente. Non c’è proprio possibilità di salvarla. Mi dispiace. Una grande confusione la anima dall’inizio alla fine. Molte parole che girano e rigirano a vuoto. Soprattutto c’è un vuoto logico che non viene mai colmato, fino all’ultima riga. Un vuoto enorme come un baratro. Un salto che viene spiccato senza nessuna spiegazione.
Come si passa dal benedire le persone singole, a benedire un’azione che fa il loro male? Che bisogno c’è? Che valore ha l’atto di benedire non una persona – cosa sacrosanta – ma la sua decisione di male, cioè di radicarsi in una situazione oggettivamente disordinata? Perché non la benedizione della persona, invece che della azione che oggettivamente la tiene attaccata alla sua ferita? Perché benedire il tumore, e non il malato di tumore? Qual è il significato? Qual è il bene? Non basta a far sentire accolta una persona omosessuale il fatto di essere benedetta, assolta, perdonata, abbracciata, incoraggiata a proseguire il suo cammino alla ricerca di Dio?
Praticamente la Dichiarazione dice e ripete in tutti i modi che la Chiesa ama tutti gli uomini, li ama e li accoglie anche quando sono nel peccato (cioè sempre, cioè tutti). Ripete poi che il matrimonio è solo fra un uomo e una donna, e che solo lì dentro “i rapporti sessuali trovano il loro senso naturale, adeguato e pienamente umano”. Infine afferma – senza nessun passaggio che spieghi il senso – che le unioni omosessuali possono essere benedette, cioè si può dire che sono bene. Anche se poco prima si è detto che sono innaturali, inadeguate e non pienamente umane.
Mi sfugge il passaggio logico. Ho riletto alla ricerca delle parole che lo spiegassero, ma non c’è. Tante parole che coprono questo vuoto, e non rispondono all’unica domanda che suscita il documento. Perché non dovrebbe bastare che Gino e Pino vengano benedetti come persone? Perché si dovrebbe benedire il loro avere rapporti “innaturali, inadeguati e non umani”, come dice il documento stesso? Che poi io una benedizione così manco la vorrei: “tienitela pure”, direi al sacerdote che dovesse fare tutti questi distinguo. La verità è che più di così non si poteva dire, al momento, senza cambiare il Catechismo. È ovvio che tutte le persone possono e devono essere benedette, ma non tutte le loro azioni. Non l’azione dello stare insieme (trovo molto temerario e improprio anche il fatto di usare la parola coppia per due persone dello stesso sesso, dal punto di vista della Chiesa). Ma perché non si possono benedire le unioni?
Certo, io non sono teologa e sono solo andata al catechismo, ma una cosa mi è chiara. Il peccato offende Dio non perché Dio sia un legislatore sadico e dispettoso, che ha messo delle regole a suo piacimento. La legge di Dio è come funziona il cuore dell’uomo, andare contro la legge fa soffrire. Dio non benedirà mai ciò che ci fa male. Dio è il Padre più tenero e innamorato, e quello che ci dice di non fare è quello che fa male prima di tutto a noi, esattamente come un buon padre o una buona madre si farebbero ammazzare per i propri figli (e lui lo ha fatto), ma non potranno mai incoraggiarli quando vanno a farsi del male. La mamma benedice e accoglie il figlio drogato, ma non benedice il suo atto di drogarsi; il padre benedice il figlio ladro ma non benedirà l’atto di rubare. Sinceramente mi fa anche ridere scrivere simili banalità da quarta elementare e non mi spiego come si sia potuta creare questa confusione, davvero impresentabile a livello logico prima ancora che teologico. A meno che non ci sia un fine che io nella mia ingenuità non vedo.
Ne consegue che o si cambia il CCC sull’omosessualità, smettendo di dichiarare i rapporti sessuali con persone dello stesso sesso “intrinsecamente disordinati”, oppure si correggerà il tiro della presente dichiarazione, anche ascoltando – in nome della sinodalità – le voci di diverse conferenze episcopali nel mondo, come quella polacca, ungherese, kazaka, diverse africane e altre, più alcune voci di singoli pastori in Italia e in tutto il mondo, e anche l’affermazione della Chiesa ortodossa, che dichiara chiusa in seguito questa posizione della Cattolica ogni possibilità di ricongiunzione.
Ma io prima di tutto vorrei che venisse ascoltato il grido di dolore delle persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, e che finora hanno trovato nella Chiesa l’unica voce che indicasse loro la verità. Perché io non so dove vivano quelli che lavorano alla Congregazione per la Dottrina della fede, ma nel mondo, almeno in Europa, Usa, Canada, in tutto il mondo occidentale l’omosessualità è non solo non condannata né stigmatizzata, ma anzi incoraggiata. I colossi dell’entertainment pagano dazio alla lobby mettendo almeno una coppia dello stesso sesso in ogni serie o film, altrimenti neanche ottengono l’imprimatur. Le scuole promuovono le carriere alias anche contro la legge, attivisti del mondo lgbt vengono chiamati a pontificare per insegnare a tutti che quello è l’amore vero, perché bisogna essere inclusivi (che orrore leggere quella parola anche in Fiducia supplicans, ormai l’unica opera che non usi “inclusivo” nel suo vocabolario è il Vangelo, e io due domande me le farei). Quindi, se il motivo di questa dichiarazione fosse che la Chiesa si sente in dovere di non far sentire giudicate le persone che provano attrazione verso lo stesso sesso, io vorrei dire che la Chiesa non deve farsi mettere all’angolo dal mondo, magari per paura di dispiacere, ma deve essere umilmente fiera di Cristo che sa, solo Lui, cosa è nel cuore dell’uomo, solo Lui lo sa! A giudicare le persone omosessuali è solo il loro personale dolore, è la verità intima che li fa soffrire, non lo stigma sociale. Ma quello che si aspettano dalla Chiesa è la Verità, che ci fa liberi davvero, e un incoraggiamento a proseguire nella ricerca di Dio, perseguendo la castità, come molti omosessuali cattolici fanno. Sono loro le vere vittime di Fiducia supplicans.
Infine, a chi dice che si sta sempre con il Papa, rispondo che sono d’accordo. Sono pronta a morire per la Chiesa, davvero. Ma essere con il Papa significa anche esercitare la corresponsabilità dei fedeli laici e aiutare a far sì che intervenga presto una correzione del tiro che è richiesta da tante autorevoli voci di pastori nel mondo, e che non dubito avverrà presto, essendo questo un pronunciamento evidentemente provvisorio, dal momento che apre e lascia sospese troppe questioni di fondamentale importanza.
🙏🙏🙏 alla fine non ci rimane altro. Bossuet avvertiva che Dio, quando vuole dimostrarci che è Lui a governare la storia, prima riduce i buoni alla impotenza, poi interviene improvvisamente rovesciando la situazione e risolvendo il problema; la storia della Chiesa è piena di esempi che ce lo confermano.
Tanti sacerdoti si agitano dicendo di leggere bene, che i giornalisti dicono quello che vogliono, ecc. Anche io penso che la chiesa sarebbe meno ipocrita se cambiasse il catechismo. Hanno cambiato il Padre Nostro, cosa vuoi che sia cambiare il catechismo, finalmente sarebbero tutti più felici e contenti, non ci sarebbe più ambiguità. In questi giorni è stato scomunicato il sacerdote che ha definito il Papa un usurpatore, mentre tanta misericordia verso il sacerdote inclusivo del famoso presepio. Avrebbero dovuto usare la stessa misericordia, no? Chiamare il sacerdote, cercare il dialogo… Io sono sempre più tentata di diventare ortodossa perché nel cattolicesimo non mi riconosco più.
“Signore da chi andremo?” non dimentichiamo che la Chiesa Cattolica è di Cristo. Si resiste e si prega, si cerca di rimanere nel piccolo resto. Tutt’altro che facile
Cara Costanza
Al Papa si obbedisce perche’ e’ assistito dallo Spirito Santo e il Papa non puo’ sbagliare sempre per lo stesso motivo…. Non resterebbe che cambiare il CCC ma allora e’ la Verita’ che si contraddice (e l’errore, anche se negato, continuerebbe a procurare male all’uomo) e quindi?
Forse che chiamiamo Papa colui che Papa non e’?
ma dov’è scritto che “il Papa non può sbagliare” ? 😀
Il papa canonicamente eletto è agito dal munus petrino per il quale i suoi pronunciamenti e atti sono sicuramente secondo verità indipendentemente dalle sua qualità morali e personali.
Non puoi riconoscere il papa come vicario di Cristo e criticarne pervicacemente e profondamente i suoi atti magisteriali.
Grazie ma non avevo bisogno di un ripasso del CIC ma stavo rispondendo al “Al Papa si obbedisce perche’ e’ assistito dallo Spirito Santo e il Papa non puo’ sbagliare sempre per lo stesso motivo…”.
Perché sembra che questa “assistenza” sia divenuta in infallibilità tout court su qualsiasi argomento.
Riprendendo Pastor Aeternus, IV e “A PROPOSITO DI ALCUNI DUBBI
CIRCA IL CARATTERE DEFINITIVO
DELLA DOTTRINA DI ORDINATIO SACERDOTALIS”
” È importante ribadire che l’infallibilità non riguarda solo pronunciamenti solenni di un Concilio o del Sommo Pontefice quando parla ex cathedra, ma anche l’insegnamento ordinario ed universale dei vescovi sparsi per il mondo, quando propongono, in comunione tra loro e con il Papa, la dottrina cattolica da tenersi definitivamente”
Ora non mi sembra che vi sia un insegnamento ordinario ed universale.
Caro Michele, il problema è che non è il Papa eletto secondo la legge della Chiesa, quindi non è assistito dallo Spirito Santo. Segui l’indagine del giornalista Cionci e di don Alessandro Minutella
Appunto. Era dove volevo arrivare
Nel “dictus Papae” di papa Gregorio VII
Mi risulta che il primo Papa abbia rinnegato Gesù eppure si è pentito e si è santificato. Preghiamo per Bergoglio……. e per tutto il clero e la Chiesa.
Si ma durò solo fino al canto del gallo, la mattina dopo.
Qui son dieci anni..
domanda azzeccata! e risposta chiara: NON E’ IL PAPA. purtroppo anche la bravissima Costanza non ha il coraggio di affrontare di petto la magna questio, cosa che andrebbe fatta con tutto lo zelo di chi è innamorato e a cuore la santa Chiesa di Cristo.
Concordo.Si resta, sul Calvario insieme a Cristo. Che non vuol dire tacere sempre…
Sono d’accordo… stavo pensando la stessa cosa.
Luciano
Cara Simonetta, ricorda i grandi santi di Cristo nella Chiesa cattolica. Prega per la conversione di tutti quelli che hanno deviato e tieni salda la rotta tracciata dai campioni di Dio. Il resto passerà perchè è fumo. Serve il nostro esempio fino al martirio. Dio ti benedica.
Grazie, è dura. E purtroppo il mio dolore lo scrivo qui: non vi conosco, ma soffrite come me. Tanti cattolici che conosco fanno finta di niente, non sai come la pensano. Non mi sento più a mio agio né libera di esprimere il mio pensiero.
Si ti capisco profondamente ma ci sono tanti che stiamo ricercando.
Ma è così necessario seguire il papa? Io ho un anzianissimo sacerdote che celebra come prima dei cambiamenti “imposti”…. ha ripristinato anche ( nella Messa feriale) la preghiera a S. Michele Arcangelo, vado a Messa tutti i giorni e non mi serve altro….
Vero! Sembra un tema svolto a cui manca il finale. Una specie di coito interrotto (mi scuso per il termine ma non ne trovo altri)
spero proprio che dia voi…
Grande confusione. Non si può benedire il male. Se ho capito bene il documento è stato firmato.???
Concordo pienamente Costanza! Purtroppo viene il dubbio che lo scopo dell’ enciclica non sia quella di aiutare chi ha questa tendenza ma di creare ulteriori divisioni all’interno della Chiesa.
Si vuole creare modi sempre più estremi per evidenziare chi è “vecchio stile” (secondo loro) e rendergli la vita difficile…molto.
Grazie carissima Costanza per questo tuo articolo, condivisibile e molto chiaro, e che prima o poi mi aspettavo. L’unica cosa che mi dà dolore, sia per l’affermazione così netta sia per l’incertezza tremenda del non sapere bene come agire, è quanto dici “a chi mi dice che si sta sempre col papa, rispondo che sono d’accordo”. Mi risuonano sempre più nella mente le parole del capitolo 675 del Catechismo della Chiesa Cattolica, in cui si dice che negli ultimi tempi ci sarà una prova che scuotera’ la fede di molti credenti, per una impostura anticristica che propone soluzioni facili ai problemi, a costo dell’apostasia della Verità. E mi chiedo: ma non è proprio Fiducia Supplicans a formulare soluzioni facili e anche fuorvianti? E la grave prova cosa sarà? Forse uno scisma? Se malauguratamente venisse cambiato il Catechismo della Chiesa Cattolica, anche noi, per stare con il papa, approveremo ciò che Dio vede come abominio ed ha castigato così duramente? O non dobbiamo piuttosto stare si’ nella Chiesa, ma in quella di Cristo, seguendo quindi il Signore e non gli uomini? Il papa è un uomo, e può sbagliare. Dio no, la Sacra Scrittura è chiarissima circa la Sua Legge. Quindi in quel caso non avrei le tue certezze, carissima Costanza. Che Maria, la quale ci ha promesso il trionfo del suo Cuore Immacolato, ci illumini e ci faccia capire come agire in conformità alla Volontà del suo amatissimo Figlio, per seguire la Santa Chiesa Cattolica e Apostolica e per la salvezza delle nostre anime.
Anche i nostri amatissimi Apostoli che ci proteggano, dal Cielo.
Un carissimo abbraccio, e ancora grazie!
Lucia Frigerio
Restiamo in silenzio e preghiamo. Signore aiutaci. Aiutaci.
San Michele Arangelo sostienici.
Penso a quante persone sole, in piccoli centri,anche nelle campagne, persone anziane in condizioni di salute non perfette, con sacerdoti che fanno un passaggio veloce una volta la settimana e non hanno tempo perché devono correre alla successiva celebrazione, al successivo impegno..
Alcune di queste persone leggono, ci leggono; immagino il loro disorientamento le loro perplessità: Signore aiutaci.
ottimo commento GRAZIE!!!
Grazie Costanza. Che Dio ti benedica!
Costanza tutto perfetto sino all’ultimo paragrafo….essere con il Papa non vuol dire essere con Bergoglio e mi dispiace dover affermare questa banalità.
Grazie per questo splendido articolo, ti leggo con tanto interesse..
Sono nella Chiesa, adoro Papa Francesco, ma effettivamente questa pubblicazione ha portato tanta confusione… preghiamo uniti perché Dio non abbandonerà mai la Sua Chiesa!
“Adori” papa Francesco ?
Mio Dio, spero di no.
Non si adorano neanche i Santi.
E quell’uomo di certo non lo è, che Dio lo perdoni per tutto il male che ha fatto alla Chiesa.
Francesco ha fatto rimuovere tutti gli stemmi di Benedetto dalle sue tiare. Operazione costosissima, visto che sulle tiare di Paolo VI o S. Giovanni paolo II o gli altri pontefici precedenti gli stemmi li hanno lasciati, visto che appunto nessuno le usa. Facciamoci due domande.
E poi Costanza, lo sai benissimo anche tu che la “sinodalità” è una farsa, che serve a Francesco più per identificare i suoi “nemici” che altro.
Infatti è noto anche ai muri che la sua misericordia non viene dispensata se non a chi segue pedissequamente il suo pensiero. D’altronde è il Papa e il suo potere va ben oltre il Diritto Canonico.
Il fatto, palese ormai anche a te cara Costanza, è che questo pontificato vuole di fatto fare tabula rasa di tutto quello che è stato fatto in precedenza. E questo scuote non poco.
Si vuole legificare il peccato.Ma ,anche se si cambiasse il CCC , il peccato continuerà a fare male , a portare la morte . I primi a essere ingannati sono quelli che si vuole includere. Se il peccato non porta alla morte , per cosa e’ venuto Gesu’ Cristo.Ma glielo vuole annuciare Gesu’ Cristo ‘sta Chiesa a ‘sti qua ?
A me sembra che qualcuno voglia giustificarsi ….
Gentile Costanza, aspettavo da un bel po’ che prendessi posizione con un po’ di più coraggio rispetto a posizioni vaticane spesso inaccettabili. Non aver difeso i lavoratori a cui veniva sospeso lo stipendio a motivo del gren pass è stata una mancanza grave. Finalmente vedi chiaramente che qlc da tempo non va. Molti di noi attendono le scuse per i numerosi errori commessi che tante persone hanno danneggiato. Quanto sta accadendo è infilare una serie continuativa di brutti, gravi errori che non hanno giustificazioni. Siamo molto confusi e addolorati, convinti che il Signore saprà trarre il bene da questo male, ma il male resta tale e va riconosciuto, sempre. Un caro saluto.
Cara Costanza, immagino quanto ti sia costato dover scrivere questo articolo, non certo per paura ma per il fatto di essere ‘costretta’ dalla parresia che ti contraddistingue a ‘criticare’ una dichiarazione di Papa Francesco.
Come sempre GRAZIE❣️
Sei la mia guida spirituale preferita, un dono dello Spirito Santo. Ti ricordo sempre nella 🙏🏼
Tvb 💕
Laura – Livorno
Mi sembra molto appropriato anche questo:
https://berlicche.wordpress.com/2024/01/02/il-natale-di-berlicche/#like-21230
Non posso fare a meno di ripetere ciò che ho detto al mio confessore dopo lo choc dello scorso 18 dicembre: “Mi sento come una pecora senza pastore!”. Leggo il vangelo e continua a dirmi le stesse parole che ho sempre letto e non ci sono altri significati. Quando Gesù ha detto all’adultera: ” Và e non peccare più” non ha benedetto la sua attività. Non c’è un altro significato. Per me questo significa che chi è nel peccato è accolto nella Chiesa ma deve cambiare la sua vita. In fondo Gesù ha perdonato l’adultera, ma le ha fatto capire che ora stava a lei seguire la strada di Dio e ce n’è una sola! Perché la Chiesa si ostina a voler cambiare la parola di Dio o a spiegarla con voli pindarici? Gesù è lo stesso IERI, OGGI E SEMPRE. Il Santo Padre deve essere difensore della parola di Dio che è sempre la stessa.
Veramente…. dov’è il Pastore in terra? Dove è il pontefice? Colui che incarna il ponte tra cielo e terra?
Mt 16,18 ‘Tu sei Pietro e su questa pietra edifichero’ la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno su di essa.’ Premetto di essere abbastanza ignorante in materia di CCC e di non aver ancora letto il documento Fiducia Supplicans, ma se davvero crediamo che la chiesa istituita da Cristo sia quella cattolica romana, allora credo che dobbiamo pregare e avere fiducia in Colui che diciamo essere nostro Padre. In passato ci sono stati tanti Papi che non hanno agito sempre secondo quello che noi diciamo essere il pensiero di Dio e la Chiesa stessa si è evoluta e ne ha fatta di strada. Una volta la chiesa faceva bruciare alcune donne ritenute streghe…per dirne solo una tra le tante…quindi, fiducia nell’opera di Dio, rimanendo fedele alla chiesa.
Carissima Nadi, il pensiero di Dio non è quello che noi diciamo essere, è quello che si trova nella Sacra Scrittura, in quello che gli Apostoli ci hanno rivelato sotto l’azione dello Spirito Santo, nel Magistero perenne della Chiesa, nell’insegnamento dei nostri Padri e dei Santi . E Fiducia Supplicans purtroppo va in un’altra direzione.
Tutto ciò che non si conforma a questo purtroppo non viene da Dio.
Nella Bibbia, ed in essa, nel Vangelo abbiamo tutto ciò a cui possiamo attingere, abbiamo la mappa e l’istruzione per camminare sulla retta via, senza falsificazioni, mistificazioni, giri di parole, ed interpretazioni menzognere ed erronee che allontanano dalla Verità stessa, che, chiarissima, splende come Luce.
Forse c’era chi sperava che con Fiducia supplicans i focosi vescovi tedeschi sarebbero addivenuti a più miti consigli in vista del prossimo Sinodo quando volenti o nolenti i nodi verranno al pettine. Qualcuno in effetti ha brindato. Peccato però che sono molti di più, praticamente ovunque, quelli che invece hanno storto il naso. Il che dimostra tutta la miopia teologica, ecclesiologica e financo pastorale (a proposito: ha senso che per salvare una pecorella smarrita ne fai scappare cento, ammesso e non concesso che la pecorella si voglia salvare e che ci sia ancora qualcosa da cui salvarla?) di una simile operazione. La verità è che con questo pastrocchio si sono messi nell’angolo da soli. Delle due l’una: o vanno avanti cambiando anche il catechismo , e allora sarà scisma, o fanno marcia indietro, e allora sarà scisma lo stesso ma in altra direzione. Chapeau.
Cara Costanza condivido pienamente la tua riflessione su fiducia supplicans ma non nutro la tua speranza che questa venga corretta perchè non credo ci siano errori di intenzione. Questa è soltanto l’ennesima finestra di Overton. O se preferisci hanno alzato di un’altro po la fiamma della pentola nella quale sperano di bollire i cattolici scambiandoci per rane. Vorrei tanto sbagliarmi! In quanto alla provvisorietà concordo, ma non nel senso che scrivi tu. Temo che il prossimo affondo sarà più doloroso ancora. Dio ti bendica con la tua famiglia.
Concordo! Purtroppo sono “cose” che dovranno accadere!
Cara Costanza, concordo con le tue idee e la tua mentalità chiara e diretta, che esprimi intorno alla Dichiarazione del DDF, sì da sentirti molto vicina nella fede e nell’umanità.
Tuttavia, con rispetto fraterno, non approvo che i partecipanti al tuo blog, e a molti altri (Valli, Fede e Cultura, stranieri, ecc,) in qualche modo si piangano addosso, come per consolarsi tra di loro dei guai della Chiesa odierna.
Il 1° novembre u.s. ho scritto una mail al Prefetto del DDF (riscontrata dalla segreteria), dicendo che “va esclusa la benedizione delle coppie omosessuali in quanto gli atti fisici che esse compiono sono contrari alla funzione che Dio ha iscritto in certi organi del corpo umano, anche associata ad un piacere sensibile”.
Ho anche aggiunto che il sacerdote non può – a nome della Chiesa – lodare come opere di Dio tali atti fisici e tanto meno incoraggiare i soggetti a proseguire nella loro pratica (cfr. i due scopi della benedizione, in Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1678).
Dopo la pubblicazione di “Fiducia” ho replicato al Cardinale Fernandez che:
a) occorreva cambiare il nome e il ministro dell’atto de quo, da “benedizione” in “preghiera”, da farsi da parte della stessa coppia, magari in compagnia di altri fedeli, ma senza il sacerdote come amministratore del sacramentale, o della benedizione quale che sia;
b) occorre inserire in tale preghiera l’invocazione a Dio e la richiesta di aiuto ai fratelli nella fede per ottenere la grazia di allontanarsi definitivamente dagli atti fisici omosessuali, che sono ‘inumani’, come dice la stessa dichiarazione.
Perché ti racconto ciò che ho fatto io, Costanza? perché è urgente che centinaia di singoli fedeli esprimano il loro dissenso ai vertici della nostra Chiesa, e anche al Santo Padre, con garbo, senza veleno, e con competenza, cioè manifestando la propria umanità e testimoniando la propria fede e la vita che si conduce.
Sono contento che molti vescovi, anche non emeriti, e varie conferenze episcopali abbiano proibito nelle loro diocesi di amministrare la benedizione de qua, ma ora tocca ai laici, che non potranno essere ignorati, e faranno revocare questa benedizione, blasfema e disumana.
Cordialmente, Angelo Di Marzo, medico, Roma.
Un ottimo 2024 a Costanza e a tutti.
Noi stiamo con il Signore.
Si, fino alla fine. Ma Lui, dove sta?
Credo che tra i lettori che lei ha nominato, altri ce ne siano che agiscano. Anche io personalmente ho scritto alla Ddf, al mio Vescoco, al mio parroco.
Non ho comunque avuto nessuna risposta!
Sono d’accordo con lei che bisognerebbe agire compatti, uniti, in tanti.
Affidiamoci con tutto il cuore a Maria e a Cristo: a tempo debito(temo che il fondo non si sia ancora toccato), capiremo come agire. Credo che tutto sia permesso dalla Divina Provvidenza.
Non si riceve risposta. Ti ignorano. Hanno paura, tanta paura.
Credo proprio che siamo nel pieno della Buona Battaglia, come dice San Paolo, ed è condotta da forze superiori alle nostre stesse forze, sempre per citare il nostro amatissimo Apostolo delle Genti. Per questo mi sto convincendo sempre più, aiutata da sacerdoti santi e santificatori(esistono ancora, il Monastero Wifi ne è pieno e di questo ringrazierò a vita Costanza, ma altri ne conosco, bisogna chiederli a Dio Padre, che li mandi nella nostra vita e Lui ascolta sicuramente e risponde!) che sia più che necessario pregare molto(testimoniando dove si può, questo lo ritengo dovere nostro primario) ed unire la nostra sofferenza a quella della Passione di Cristo. Noi povere anime non credo purtroppo possiamo fare più di questo. Lo dico una(io!) che, pur nella dolcezza, sono stata sempre piuttosto “battagliera”. Ma penso che sia una prova, dolorosissima, per tutti, che il Cielo concede, per vagliare i cuori e restare fino alla fine fedeli a Cristo Gesù, morto in Croce per noi, per i nostri peccati, per la nostra salvezza. E Risorto, per farci farci vedere che esiste la Vita Eterna, più forte della morte.
Anche suore e monache sante e santificatrici, oltre a monaci e sacerdoti santi e santificatori
I farisei e il popolo di Israele nella maggior parte erano sinceramente convinti che fosse giusto eliminare Gesù..avevano uno sguardo che non andava “oltre” non vedevano la realtà ( se non credete in Me credete almeno alle mie opere)…solo un piccolo resto si mise alla sequela di Gesù…ora mi sembra di vivere nello stesso tempo… troppi di noi non vedono la realtà ..e non ascoltano e non vedono …e non trovano di meglio che piangersi addosso…quel logos che è Dio viene ignorato e respinto esattamente come i farisei di duemila anni fa.
Buongiorno Costanza, grazie per questo contributo che condivido, ma mi permetto di sollevare un punto. È vero che i cattolici devono stare sempre con il Papa, quello vero e legittimo però. La prova cui la Chiesa è sottoposta è tremenda ed è necessario analizzare bene i fatti e documentarsi con rigore scientifico per rendersi conto degli inganni, specialmente quelli più subdoli. Siamo così sicuri che Don Ramon sia in errore? Come dovremmo concepire il martirio nella società contemporanea?
Possibile che pochissimi si siano accorti che per 10 anni abbiamo avuto due papi? Possibile che quasi nessuno si sia mai domandato come fosse possibile dal punto di vista canonico, dottrinale?
Consiglio vivamente la lettura di #codiceratzinger, poi le sará più chiaro perché stia avvenendo tutto questo. Apriamo gli occhi, pillola rossa o pillola blu, la scelta è solo nostra!
Con grande cordialità, Paolo
Grazie Costqanza per l’articolo, anche io la penso come te. Invito tutti a pregare per il Papa e per la Chiesa, luogo Santo in cui tutti abbiamo potuto sentire la Sua carezza, certi che “Siamo nella squadra del Signore, quindi nella squadra vittoriosa”.
Grazie Costanza per l’aticolo e mi ritrovo nella tua posozione.
Ivito tutti a pregare per il Papa e per la Chiesa, luogo in cui tutti noi abbiamo percepito almeno una volta la Sua carezza e siamo certi che “Siamo nella squadra del Signore, quindi nella squadra vittoriosa”.
Finalmente vedo messo chiaro quello che appare sempre meno: le proibizioni e le punizioni nella Chiesa sono orientate a richiamare i peccatori dal pericolo che stanno correndo e non sono stigma sociali….
Estremamente chiaro e lucido, grazie!
Buon articolo.non credo vi sarà alcuna correzione.
D’altronde mi è bastato vedere e sentire su el caminante wanderer l’omelia di tucho nella chiesa del paese dove è nato. Non credo che il braccio armato di Bergoglio, già tanto pieno di sé, accetterà di fare una retromarcia.
Quanto a Bergoglio, oltre un certo livello di protesta, lo scaricherà. Da buon peronista.
…a me sembra invece che la spiegazione sia nel punto n. 28 : Ci sono diverse occasioni nelle quali le persone si avvicinano spontaneamente a chiedere una benedizione, sia nei pellegrinaggi, nei santuari, ed anche per strada quando incontrano un sacerdote. A titolo esemplificativo, possiamo rinviare al libro liturgico De Benedictionibus che prevede una serie di riti di benedizione per le persone: anziani, malati, partecipanti alla catechesi o a un incontro di preghiera, pellegrini, coloro che intraprendono un cammino, gruppi e associazioni di volontari, ecc. Tali benedizioni sono rivolte a tutti, nessuno ne può essere escluso.
“nessuno ne può essere escluso”.
Se non sbaglio ne “Il Gattopardo” anche le vecchie signorine Salina consideravano il Papa un “turco” perché aveva eliminato qualche festa di precetto…
Non facciamo lo stesso errore.
F.
Caro Francesco permettimi di risponderti. A nessun INDIVIDUO o gruppo con retta intenzione verrà negata la benedizione. Ne a persone malate nel corpo, nella mente o nello spirito. Anzi le persone più fragili sono quelle a cui il Buon Pastore si dedica di più per aiutarle. Ma come Costanza e molti lettori hanno precisato non si può benedire ciò che è male. Anzi, chi è soggetto a un disordine morale va incoraggiato a uscirne e non solecitato a perseverare nel errore con l’inganno.
Francesco, che commento tendenzioso e superficiale.
Stiamo soffrendo per deviazioni pesantissime dal contenuto della fede cattolica, portate avanti in modo graduale e dissimulato, e tu fai il sapientino spiritoso citando i grandi classici della letteratura italiana.
Leggiti Solovev, magari. Un romanzo che più si attaglia a questi orribili anni della Chiesa.
O voi che siete i più bravi, avete il perfetto curriculum cattolico (vergini fino al matrimonio, matrimonio in chiesa senza previa convivenza, un numero notevole di figli, confessione ogni mese, rosari, novene, adunate folle oceaniche per pregare, possibilmente avete un lavoro importante e una buona posizione borghese) lasciate che il Padre Eterno ogni tanto non abbia solo occhi per voi! Lasciate anche un po’ di attenzione del Padre Eterno verso chi non è moralmente performante come voi! Non siate invidiosi!
Di cosa stiamo parlando? Di quisquilie , di assaggi di sacramentali, di una benedizione non liturgica a una coppia (no ad un’unione, no a una singola persona, ma a una coppia, ovvero a due persone insieme).
Gli atti omosessuali restano peccato grave che grida al cielo (come non pagare il giusto la propria colf, ricordiamolo).
Siete ingenui fino alla tenerezza. Perché?
1) sarebbe bello che le conversioni e i cambi di vita avvenissero da un momento all’altro, come San Paolo caduto da cavallo, ma purtroppo l’esperienza ci dice che ordinariamente non funziona così. E forse il Papa con questo assaggio di benedizione vuole aprire un dialogo, un canale perché la Grazia operi e cominci magari un percorso di cambiamento?
2) disquisite di argomenti teologici, vi “permettete” di dire al Papa come deve fare il Papa, ma avete almeno una conoscenza teologica pari a quella del Papa? Avete almeno una visione generale dei bisogni della Chiesa pari a quella del Papa? Avete almeno un briciolo dello spirito di preghiera che ha questo Papa?
3) quand’anche avanzaste dubbi sull’opportunità e sulla prudenza di una tale dichiarazione (gli unici dubbi che ho avanzato anche io) per il cattivo esempio e per lo scandalo che potrebbe dare (che era il solo motivo per cui sinora una dichiarazione simile non è stata promulgata), sarebbe opportuno che apriste gli occhi e vedeste che ormai in questa società occidentale nessuno si scandalizza più di nulla, quindi evidentemente il Papa ha preferito dare priorità all’aprire un dialogo di Grazia con chi vive in queste situazioni piuttosto che preservare la comunità dallo scandalo.
4) non siate troppo granitici e giudicanti con l’omosessualità che è un fenomeno strano, ancora non spiegato, la cui origine è incerta, per cui non esiste un pacchetto di soluzioni tipo messa quotidiana+rosario=castità=santità.
Non foss’altro perché la vita spesso riserva sorprese che non ci aspettiamo e non sempre le cose vanno come vorremmo o come abbiamo lavorato, per noi e per i nostri cari. Perciò una piccola benedizione non si nega a nessuno.
Cosimo le tue parole sono carezzevoli e dolci, forse un pò troppo, sino a pizzicare la gola, di quel dolce che piace tanto ai luterani.
..sicuramente non sono parole cattoliche
Cosimo, se rileggi quello che hai scritto potresti comprendere che l’unico qui a dare un giudizio sei stato tu. Hai incasellato tutti quelli che non la pensano come Bergolio e te. Il male è male e resta male. Solo la Verità ci rende liberi. Liberi dal peccato che è la pratica del peccato. Non si incoraggia tale pratica in nessun modo. E si!…… si prega il Santo Rosario, si prega davanti a Gesù Eucaristico, lo si adora, si fanno le novene, si invocano i santi, ci si nutre dei Sacramenti e si usano i sacramentali e se occorre si ricorre anche agli esorcisti. Non ci atteggiamo a saperne più di un Papa, ma tu non dovresti atteggiarti a saperne più della Madonna che queste pratiche sante le incoraggia.
gli omoerotici sono liberi di fare ciò che più gli aggrada ma per entrare nella chiesa cattolica ci vuole la conversione non si può stare nella comunità cristiane e fare ciò che più ci piace. Sono diverso, ma voglio gli stessi diritti che avete voi. Questo non é possibile, vale per tutte le comunità siano laiche che religiose. Le chiese luterane e anglicane sono più tolleranti potete andare da loro ma nella chiesa cattolica non è possibile, perché celo dice Gesù Cristo e la tradizione apostolica tramandata da secoli
Ma Cosimuccio, non sprecare tempo a venire qui a farci la difesa d’ufficio di Chico e Tucho.
Noi viviamo nella Chiesa, e dalle loro opere li abbiamo conosciuti.
Tu valla pure a raccontare in giro la tua versione dei fatti, non avrai difficoltà a farla credere, al di fuori della Chiesa. Peccato solo che, al di fuori della povera Chiesa che ha costantemente motivo di temere la sue sempre maggiori follie, quello che dice Francesco non interessi proprio più a nessuno.
Condivido in pieno quello che sostieni nell’articolo. Quello che più mi colpisce, a differenza della chiarezza che si trova nel Vangelo, è che il documento sembra prediligere un linguaggio ambiguo, tipico comportamento dell’avversario. Sì a noi non resta che pregare e siamo certi che le porte degli inferi non prevarranno.
“ROMA PERDERA’ LA FEDE E DIVENTERA’ LA SEDE DELL’ANTICRISTO”
apparizione della Madonna il 19 settembre 1846 a la Salette
Costanza contatti padre Serafino Tognetti a proposito di la Salette, è molto importante!
È stato diffusa oggi una nota del Dicastero per la dottrina della fede che in parte chiarisce il contenuto della Dichiarazione, ma il fatto che pochi giorni dopo la pubblicazione di un documento ufficiale si sia sentito il bisogno di intervenire non è un buon segno.
“Infine afferma – senza nessun passaggio che spieghi il senso – che le unioni omosessuali possono essere benedette, cioè si può dire che sono bene. Anche se poco prima si è detto che sono innaturali, inadeguate e non pienamente umane.
Mi sfugge il passaggio logico.”
Non capisco la tua critica.
Forse sono io che non comprendo ma a me tutta la “dichiarazione” sembra offrire proprio una esplicazione di quel passaggio logico che tu ritieni carente.
Prima spiega il senso della benedizione che secondo me (ma posso sbagliare) non può essere confinato, come fai tu, nell’etimologia della parola (dire bene), perché la dichiarazione ne offre una spiegazione molto più complessa che attinge all’antico e al nuovo testamento.
Quindi spiega perché, in determinate condizioni, possano essere benedette coppie irregolari e dello stesso sesso senza che da questo possa trarsi una norma.
Il passaggio logico mi pare esplicitato nel punto 31 e i numeri successivi spiegano perché e in che senso queste benedizioni non possono assurgere a rito nè a norma ma siano espressione della Misericordia della chiesa di fronte ad una domanda che viene da chi individua nella Chiesa una casa di fiducia.
Vedo in questo un approccio pastorale che non contraddice quello dottrinale ma che coglie nella realtà vissuti che, pur di fronte ad un’oggettività che resta tale (la dimensione di peccato delle unioni irregolari ed omosessuali), riconosce atteggiamenti soggettivi che meritano ascolto e misericordia.
Credo sia l’esperienza che tutti noi ci troviamo a fare di fronte a sorelle e fratelli nella fede che ci raccontano le loro realtà affettive (siano esse unioni irregolari o omosessuali) in cui noi intravediamo una scintilla di bene di fronte alla quale possiamo rispondere non solo in chiare normativa ma anche in una dimensione di accoglienza.
Grazie e grazie al sig.Cosimo…mi conforta leggere che non sono sola ad aver inteso in un certo senso i pronunciamenti di tale Dichiarazione, anche in questo blog che pure leggo con stima…ma che a volte, soprattutto nei commenti alla dott.sa Miriano, semina dubbi e zizzania a piene mani…mi addolora, questo sì, leggere processi alle intenzioni addirittura del cuore, della mente, dello spirito e del magistero del Santo Padre…che si risolvono in un giudizio di condanna senza appello…ecco, questo “pensare di sapere” invocando la Verità un po’ mi spaventa, nel mio essere semplice fedele laica (sicuramente ignorante, nel senso etimologico del termine)..
Laura Nolli Casarotto
E se si presentano in tre? Benediciamo o tiramo a sorte, tu si, tu si, tu no?
Baartolo, tante parole per cantartela e sonartela da solo.
Dopo dieci anni la temperatura dell’acqua ha raggiunto un livello di calore tale che le rane cattoliche stanno saltando fuori dalla pentola a rotta di collo.
Per le rane che vogliono rimanere dentro la pentola: spiaze.
Tu divertiti pure a imparare a memoria i parti di Tucho.
Mi sono letto la risposta del tucho alle critiche.penso che l’apice del rid8colo sia quando si parla di benedizioni di pochi secondi senza rituali e benedizionali.
A me parmi semplicemente un arrampicarsi sugli specchi.meglio conosciuta come supercazzola.
La faccenda ed il personaggio non meritano un secondo di più del mio tempo.
Ed io son nulla.
Chi è che disse : – “Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno”? Le sacre scritture sono di una chiarezza cristallina, i contorcimenti da azzeccagarbugli servono solo per confondere, tirare il sasso per poi nascondere la mano. Condivido l’articolo di Costanza, ma penso che la provvisorietà di questo pronunciamento sia solo funzionale alla preparazione del passo successivo, nella direzione che è, purtroppo, fin troppo facile da immaginare. La tecnica è collaudata, quello della rana bollita, come già è stato scritto e sta solo a noi saltar fuori dalla pentola, proclamare che vogliamo la Verità cristallina e semplice del messaggio evangelico, non contorcimenti di comodo.
Credo che non si debba considerare FS semplicemente un documento papale del quale si possa discutere. In realtà credo che sia uno dei provvedimenti con i quali il governo attuale della Chiesa consegue l’obiettivo per il quale è stato insediato da chi voleva una primavera cattolica che, dopo la primavera araba, spazzasse via un’altra importante pietra di inciampo. A questo si doveva arrivare, per contratto quasi. Anzi, anche a questo, dopo la proibizione della Messa cattolica e l’insediamento della Pachamama a San Pietro. Non è un errore di comunicazione, nè un provvedimento imprudente. E’ il “Mission accomplished” col quale Bush dava a intendere di avere vinto la guerra in Iraq, mentre invece si accontentava di avere destabilizzato a tempo indeterminato il Medio Oriente.
Scusate ma che criterio è la velocità in teologia? Ma si può leggere in un comunicato della CDF:
“Si tratta di benedizioni di 10 o 15 secondi. Ha senso negare questo tipo di benedizioni a due persone che la implorano?”
Non ci volevo credere quando l’ho letto.
Che criterio è il tempo in teologia?
Il male si può dire bene se lo si fa velocemente? Ogni persona va benedetta, non ogni coppia, non è difficile e non c’entra niente il tempo. Si benedice ciò che fa bene a una persona, se si benedice ciò che gli fa male si sta facendo del male a quella persona. La spacciano per misericordia ma è cattiveria.
Non vorrei essere volgare ma una sveltina fuori dal matrimonio se è veloce va bene? Dio non fa in tempo a girarsi e vedere?
Un mio amico professore in una importante università pontificia sostiene che il testo sia talmente strampalato da essere una provocazione. Però CDF dovrebbe stare per Congregazione per la Dottrina della Fede, non della Farsa. E vorrei ricordare che la fede che professiamo l’abbiamo ricevuta da duemila anni di martiri, apostoli, dottori della Chiesa, non è solo nostra. Nessuno si può permettere di inventarla.
Quando andai negli Stati Uniti nel 2008 con mio marito, allora fidanzato, arrivammo all’aeroporto e ci mettemmo in fila per il controllo dei passaporti e la foto della retina. Arrivammo insieme e il poliziotto ci chiese se eravamo sposati. Al nostro no, siamo fidanzati, ci disse di venire uno alla volta. Cioè la democratica, LAICA e avanzata America, nei controlli faceva questa distinzione.
Grande Costanza! In questo testo c’è tutta la superbia e l’arroganza di chi si crede al di sopra di Dio…tanto da ribaltarne la Sua Legge. Di oggi, alle Lodi, il cantico 45 di Isaia. Dio risponde, sempre! E credo proprio che il professore tuo amico l’abbia vista giusta: è talmente stupida e ridicola la trovata dei 15 secondi, che non può che essere una provocazione. Ed un’offesa a quanti continuano, nonostante tutto, ad amare la Chiesa Cattolica, che, come dici tu, si fonda ed è governata da Cristo, nostro Re e Re della storia, tramandata con fedeltà e senza inganno da San Paolo, dai nostri amatissimi Apostoli(invochiamoli e ringraziamoli ogni giorno), testimoniata dai Padri della Chiesa e dai Santi, ed onorata da coraggiosissimi martiri, innamorato di Cristo e di ciò che Lui ci comanda, per il nostro Vero Bene.
Esattamente !
sono d’accordo al 100 %
Grazie per il commento
Suggerisco l’attenta lettura del lavoro di p. Cavalcoli, pubblicato sul suo blog.
https://padrecavalcoli.blogspot.com/p/normal-0-14-false-false-false-it-x-none_25.html?m=1
Se due omoerotici vogliono vivere insieme sono liberi di farlo, ma non possono essere cattolici, se non si convertono. Perché vivono una realtà umana contro natura usando parte dell’apparato digerente, più propriamente escretore per fare atti erotici e non sessuali perché gli atti sessuali li fanno gli uomini con le donne, al fine di procreare. Anche in fisica due vuoti non fanno un pieno e due pieni non fanno un vuoto. Siamo circondati dall’inganno satanico.
Grazie Costanza
A cattivo re, consiglier malvagio!
E con il prossimo papa, andrà peggio!
Auguri a chi avrà al fortuna di vederlo.
Cavillare sulla logica, disquisire sul senso delle parole, argomentare su quando il Santo Padre è infallibile e quando no, giudicare se un atto del Dicastero per la Dottrina della Fede firmato dal Santo Padre “secondo noi” è giusto o no, fare la conta dei Vescovi pro o contro la Fiducia Supplicans ricorda tristemente le profezie di tanti Santi e Beati su come la Chiesa sarà minacciata e attaccata pesantemente proprio dall’interno grazie all’azione di intelligente e meticolosa laboriosità del principe del mondo. Il Santo Padre è il successore di Pietro, il Vicario di Cristo, il Pastore della Chiesa, e insegnare al Papa a fare il Papa è un lavoro molto complesso. Con il suo Pontificato, Papa Francesco sta mostrando al mondo cosa significhi la Misericordia, normale che questa lingua sia avversata da chi traspone la fede nella vita tramite categorie morali, sillogismi, verifiche coerenza. Benedire un peccatore dà una possibilità di ingresso allo Spirito Santo, singolo o coppia, e identificare una coppia come “il peccato” presuppone un’analisi e un discernimento che potrebbe benissimo essere applicato a qualsiasi altra coppia e a qualsiasi altro fedele: quante coppie consacrate in matrimonio vivono nei peccati che attentano proprio al sacramento matrimoniale? E i sacerdoti che benedicevano i mafiosi, erano conniventi con loro benedicendo un peccato (le mani insanguinate non lo sono?) o cercavano di agevolare quell’azione discendente del Padre che la F.S. sottolinea? Fortunatamente ci salva proprio la Misericordia, quella stessa con cui Gesù Cristo scelse come suo successore colui che lo aveva rinnegato.
Mi ricorda tanto una cosa imparata a legge.
Parafrasandola.
La misericordia x gli amici si applica,per i nemici si interpreta.
A Buon intenditor…
Signor Giovanni, ma certo che “giudichiamo se un atto del Dicastero oer la Dottrina della Fede firmato dal Santo Padre secondo noi è giusto o no”:
se qualcuno ci predica un Vangelo diverso da quello che duemila anni di Chiesa ci hanno consegnato, per noi è anatema.
Non senza soffrire sanguinosamente nel dovere pensare al papa in questi termini.
Se ce lo avessero detto dieci anni fa, non avremmo mai pensato che fosse possibile. Soffriamo e temiamo il peggio. Anche dopo la fine di questo pontificato, pagheremo a lungo questa devastazione della Chiesa.
Gentilissima Valeria Maria Monica, credo che il dibattito sia impegnativo e non semplice, abbiamo tutti a cuore la Chiesa, nonostante alcuni toni che capita di leggere qui e in altri luoghi facciano più pensare a curve da stadio (simile al commento di un altro signore poco sotto al Suo). L’articolo pubblicato su Avvenire da Mons. Antonio Staglianò “A partire dalla misericordia, non a partire dal peccato”, credo definisca bene la posizione della Chiesa di oggi, così come gli interventi di Padre Livio su Radio Maria, posizioni in cui ritrovo grande coerenza con la predicazione della Misericordia che questo Papa ha posto a pilastro del proprio pontificato, fin dalla scelta del nome. Allo stesso modo, poco tempo fa lo stesso Papa Francesco ha chiesto ai Movimenti un nuovo sforzo nel farsi portatori di fede e di opere, senza arroccamenti e senza pregiudizi (mi perdoni la semplificazione, ma è un argomento molto lungo). La certezza nella Successione di Pietro è ciò su cui ogni domenica recito il Credo, un Credo che cerco di vivere nella carne, nella vita e nelle esperienze di quel mondo di cui la Chiesa vuole essere corpo di Cristo in terra, e non giudice su una torre d’avorio. In passato abbiamo già avuto molti fratelli cristiani che hanno giudicato errato l’operato della Chiesa, anche in tempi recenti dopo il CV Secondo, e ancora oggi si sento voci di cristiano che additano il Pontefice di inadeguatezza, o peggio ancora, di essere manovrato da poteri esterni atti a minare le fondamenta della chiesa; abbiamo anche chi lo giudica un impostore, chi ne contesta la successione, esattamente ciò che Santa Faustina e altri Santi raccontano a proposito delle vicende della Chiesa negli Ultimi Giorni. Io da pecorone peccatore ignorante e ubbidiente, preferisco seguire il Pastore e affidarmi al Vicario di Pietro, senza voler insegnare a Lui o a Chi lo guida quale sia il bene della Chiesa e dell’Uomo. Preferisco abbracciare l’insegnamento sulla Misericordia, perchè è stato sotto lo sguardo di Gesù che Pietro si è riconosciuto peccatore, si è sentito amato prima ancora giudicato da un Cristo che ha dato la sua vita quando ancora avevamo le mani insanguinate, quando ancora eravamo peccatori e vivevamo nel peccato. La ringrazio per aver letto la mia risposta e per aver condiviso il Suo punto di vista.
Signor Giovanni, mi perdoni ma faccio fatica a credere alla sua buona fede, visto che tutti quelli che oggi nella Chiesa insistono sull’argomento della fedeltà e obbedienza al papa per intimidire i piccoli, sono gli stessi che erano ben lontani dal praticare queste virtù quando il pastore si chiamava Benedetto, Giovanni Paolo o Paolo (VI: vedi alla voce Humanae Vitae).
Inoltre, da un punto di vista logic, il il suo argomento si brucia in un cortocircuito concettuale quando ci si trova in una situazione inaudita come la attuale, in cui un papa contraddice totalmente il Magistero di TUTTI i papi precedenti (arrivandoci in modo graduale, ma tant’è, con 180 deviazioni di un grado alla volta, si arriva alla inversione a U, come Overton e rane ci hanno insegnato): infatti, se affermiamo che il fedele deve obbedienza al papa di oggi, anche se muta il contenuto della fede da bianco a nero, ne consegue che il fedele dovrà la stessa obbedienza al papa di domani, qualunque cosa dirà, anche se a sua discrezione muterà il contenuto della fede da nero a rosso, o a verde lime o a buzz peach, a suo arbitrio.
Ne consegue che quella che chiedete ai fedeli non è la fedeltà eterna a Cristo che è lo stesso ieri oggi e sempre, nella comunione ininterrotta con duemila anni di Magistero, ma una umana, umanissima, mondana obbedienza al potente di turno, pronti a cantare a comando Faccetta nera o Bandiera rossa.
Non ci penso neanche a leggere l’articolo di Staglianò: non giudico i preti, per loro prendere le distanze dal “misericordioso” è pericolosissimo, noi laici siamo molto più liberi, ma mi creda, signor Giovanni, che abbiamo smesso da un pezzo di fidarci a scatola chiusa di uno sconosciuto solo perché ha un “don”, “monsignor” o “sua eminenza” davanti al nome.
E abbiamo smesso da un pezzo di leggere avvenire, in certi casi, glilo dico, dopo vent’anni di abbonamento.
il cortocircuito si crea anche ammettendo che si possa addirittura ‘correggere’ un papa canonicamente e legittimmente eletto, perchè ‘se è legittimamente eletto’ (ovvero a norma della ‘universi dominici gregis’, cfr. art. 77, non cè dubbio che essendo assistuto dallo spirito santo non può in alcun modo proninciare eresie pervicacemente e in misura crescente. ripeto: il problema è canonico
No signor Michele, la eresia è sempre esistita e il sensus fidei dei comuni fedeli, anche.
Non si azzardi a dire che per diritto canonico un fedele è tenuto a prestare obbedienza a un papa che contraddice il Vangelo e duemila anni di Magistero.
Se la sua coscienza glielo permette, lei lo segua pure, si accomodi.
Ripeto: se il papa è canonicamente eletto, va sempre obbedito. Se non è canonicamente eletto, è un usurpatore e come antipapa può sbagliare o dire eresie perché privo del munus petrino.
Mi sembra chiaro quello che dico…
Fossi in lei,mi rileggerei il 212 di cod.dir.canonico.
Caro Giovanni, la Misericordia non si può sganciare dalla Giustizia. Come non si può benedire ciò che Dio considera abominio. La Chiesa ha sempre usato Misericordia, con chi umilmente si riconosce peccatore e cerca di seguire il Maestro. Non certo solo ora, con papa Francesco, che sta anzi ed addirittura andando contro il Magistero di 2000 anni. “Convertitevi e credete al Vangelo”. Questo il programma di vita, non la ribellione alla Legge, di Amore, di Dio
Sì infatti i preti hanno sempre benedetto i mafiosi con tutta la banda mentre facevano le loro sporche cose.
Mi sono accorto che il mio commento potrebbe essere equivocato, era sarcastico:
intendevo dire che non sono stati certo mai benedetti i mafiosi con tutta la loro banda nell’atto di grassare, uccidere, minacciare le persone.
P.S.: il tizio mi ricorda una certa persona…
Il ” misericordioso” omette di dire che Dio è anche giusto, facendovi ( non a me) credere che potete peccare quanto volete che poi i peccato…..evaporano!
Grazie Costanza. Ogni tua analisi è ljmpida come acqua di fonte .
Grazie Costanza per essere meravigliosamente e davvero coraggiosamente SENTINELLA DEL MATTINO!
GRANDE COSTANZA !!
Temevo un tuo silenzio visto che non hai giustamente voluto rispondere subito ma hai preferito prendere il tuo tempo per poter approfondire.
Mi hai allargato il cuore, non smettere mai di combattere e di scrivere.
Ti ringrazio dal profndo del cuore.
L’unica cosa che noi fedeli possiamo fare — oltre, naturalmente, a pregare — è NEGARE l’8×100 alla Chiesa cattolica, devolvendolo ad altra istituzione per non farle avere i “resti” (che attualmente rappresentano circa due terzi dell’introito: cioè a fronte del 30% di adesioni, la Chiesa riceve il 70% dell’8×100, grazie alla ripartizione di chi non effettua alcuna scelta).
Finché questa Chiesa cattolica andrà nella direzione che ha preso dal vaticano II in poi, l’unico modo di protestare è questo.
E voi “influencer” dovretste farvi paladini di questa giusta battaglia, altrimenti è inutile lamentarsi che non uno dei vescovi italiani abbia osato protestare contro questo sconcio (e gli altri precedenti).
Cosa diamine c’entra il vaticanoII? Quello che succede oggi è in aperta contraddizione con le costituzioni conciliari.
Il problema di oggi è esclusivamente CANONICO!
Interessante l’ipotesi di gulisano su duc in altum ( aldomaria valli).
La fiducia fatta per preti e suore omosessuali.
Carissima Costanza,
sono un sacerdote!
Mi sono iscritto al tuo blog perché ammiro ciò che scrivi, il tuo stile, e in particolare il tuo saperti porre controcorrente!
Non riesco a capire, però, la tua interpretazione della Fiducia supplicans: dove vedi la confusione logica tra le persone e l’azione, tra le coppie e la loro situazione irregolare?
Tutto il documento mi pare attento a distinguere le persone dalla situazione che vivono, in coerenza con il dettato del n. 9: “Da un punto di vista strettamente liturgico, la benedizione richiede che quello (e qui è un’azione!) che si benedice sia conforme alla volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Chiesa”.
La Dichiarazione è molto attenta a non parlare di “unioni”, ma solo e sempre di “coppie”: e coppia dice “due”, non una situazione, così come posso dire “coppia di medici, coppia di insegnanti, coppia di preti”, e più genericamente “coppia di atomi, coppia di animali” …
Quando io sono passato a benedire coppie omosessuali nelle loro case, non ho mai inteso dare un avallo alla loro unione.
A questo proposito lancio un’ipotesi che mi pare credibile e fondata: non sarà che con la Dichiarazione Papa Francesco abbia voluto porre un argine alla deriva che ha preso piede in alcuni Paesi anglosassoni, dove si benedicono sì le “unioni”, parificandole, o quasi, alle unioni matrimoniali?
Una coppia omosessuale può pregare insieme? Certo! E perché questo non può farlo con la presenza di un ministro, tanto più se “attraverso una semplice benedizione del pastore, che in questo gesto non pretende di sancire né legittimare nulla, le persone possono sperimentare la vicinanza del Padre, oltre ogni desiderio e ogni merito” (n. 34). “E’ un seme dello Spirito Santo che va curato, non ostacolato” (n. 33).
Detto questo, mi trovi pienamente consenziente con l’articolo successivo “Una questione di fede”. Personalmente penso, come prete e come biologo, che la scelta omosessuale non è una situazione “realizzante” della persona umana, pur comprendendo che il clima sociale che stiamo respirando non favorisce certo una comprensione. Aggiungo a quello che tu scrivi che, in nome di una generica “libertà”, abbiamo perso il senso del “corpo” come la prima realtà che siamo chiamati a “leggere” (o meglio intus-legere) per scoprire il senso del nostro essere persone umane.
Don Tonino mi perdoni, lei non avrà voluto dare alcun avvallo, ma forse che un coppia di omosessuali conviventi, i loro eventuali vicini di casa e chi altro, forse che non potrà che leggere la cosa come un “avvallo”.
Come sacerdote in simili come altri caso lei non dovrebbe aver cura di quello che può costituire per altri un turbamento della propria fede e delle rette convinzioni?
Non è questione di pura apparenza o “di facciata”.
Magari lei si è “attardato” con queste coppie ad invitarle ad uscire da una situazione di oggettivo peccato laddove esistessero rapporti fisici (lei può non sapere se, ma può chiedere come ministro proprio in funzione del sacramentale che lei sta impartendo) e questo vale per qualsiasi altra situazione che oggettivamente pone l’uomo in grave situazione di lontananza da Dio, come quando visitando un malato ed essendo medico, non ci si può esimere dall’indicare un male e la sua possibile cura.
Vede lei non ha detto di aver benedetto “la casa”, che ci potrebbe anche stare, ma la coppia e qui per “coppia” non si fa questione numerica come si parlasse di un “paio” di qualsivoglia esseri o oggetti.
Gradirei se ha voglia e tempo una risposta al mio commento qui sotto, dove riporto alcuni passaggi che ritengo fondamentali del “benedizionale” che certo lei conosce.
Il Signore condanna il peccato, non il peccatore. Infatti, se avesse tollerato il peccato avrebbe detto: “Neppure io ti condanno, va’ vivi come vuoi… per quanto grandi siano i tuoi peccati, io ti libererò da ogni pena e da ogni sofferenza”. Ma non disse così.
Agostino d’Ippona
Applicato a quanto stiamo discutendo, dov’è il “peccato” e dov’è il “peccatore”?
il peccato è l‘adulterio o l’atto di fornicazione, il peccatore è chi compie questi atti, la misericordia di Dio è Gesù!!
E citando sempre Sant Agostino (da Disc. 19)
„Non presumiamo affatto di essere perfetti e che la nostra vita sia senza peccato. Sia data alla condotta quella lode che non dimentichi la necessità del perdono. „
Io sono un peccatore, bisognoso della misericordia di Dio. Confido nella sua benevolenza per me e per tutti.
E concordo con Papa Benedetto XVI. che disse: „ Nessuno può avere la verità. È la verità che ci possiede, è qualcosa di vivente! Noi non siamo suoi possessori… Solo se ci lasciamo guidare e muovere da lei, rimaniamo in lei, solo se siamo, con lei e in lei, pellegrini della verità, allora è in noi e per noi.“
Ho fatto appositamente la domanda, perché, se leggiamo attentamente la Fiducia supplicans, non è legittimato o scusato nessun “peccato”: la situazione della coppia che chiede la “benedizione” rimane una situazione “irregolare”: “attraverso una semplice benedizione del pastore, che in questo gesto non pretende di sancire né legittimare nulla, le persone possono sperimentare la vicinanza del Padre, oltre ogni desiderio e ogni merito” (n. 34). Possiamo non concordare sulla formulazione della cosa, ma a me sembra che non dobbiamo far dire alla Dichiarazione ciò che non dice!
Non è questione di far dire o non dire alla dichiarazione, ma è cosa dice ed esplicita l’atto che se ne produce e le sue conseguenze, che si vorrebbero giudicare buone in una “vicinanza del Padre” tutta da dimostrare teologicamente, spiritualmente, ontologicamente.
La “semplice” benedizione è benedizione e di per sé è un avvallo, avvallo e un bene-dire di ciò che Dio non può benedire.
Sembra persino ridicolo doverlo spiegare ad un sacerdote che come lei sembra giocare con le parole insultando non solo il sensus fidei ma anche l’intelligenza degli interlocutori, visto che stiamo parlando (tocca ribadirlo) di coppia di persone dello stesso sesso che hanno rapporti omoaffettivi omoerotici, quindi non si stanno benedicendo due persone fisiche, Tizio e Caio, ma il loro stato ed è peraltro ciò che essi chiedono esplicitamente.
La vicinanza del padre per il peccatore, per chi disgraziatamente vive in una strutturale situazione di peccato, può essere degnamente e costruttivamente sperimentata nel Sacramento della Riconciliazione (che e spinta alla conversione e conversione significa cambiamento di vita), che può essere preceduto dall’ascolto e l’accoglienza fraterne, non da benedizioni brevi semplici o come le si vogliano chiamare, che ingannano chi è nell’errore e, Dio non voglia, possono configurare un atto iniquo in chi improvvidamente le impartisce.
Senza contare, e ne abbiamo già discusso, sulle conseguenze, lo sconcerto e il turbamento che questo agire porta nel Popolo di Dio.
La inviterei a meditare meglio su questi aspetti.
Bariom, ammiro la profondità dei tuoi interventi e la pazienza con la quale hai dialogato con questo sacerdote.
In questi tempi drammatici abbiamo pastori confusi, ma per fortuna abbiamo anche laici come te, che vedono chiaro e hanno la sapienza di guidare gli altri.
E sappi Valeria che se qualcosa c’è di buono nei miei interventi tutto devo alla Grazia di Dio, considerando che ero un agnostico anticlericale, preda (schiavo sarebbe più giusto) dei propri gravi peccati.
Ma la Chiesa come madre (in tempi decisamente meno ondivaghi di questi), mi ha accolto, ma dicendomi la VERITÀ non “benedicendo” il mio peccato o “scusandolo”. Così che io prendessi coscienza della mia debolezza, che il peccato è il mio NEMICO assieme al Tentatore da sempre menzognero e omicida e che il peccato conduce alla MORTE (o vogliamo ribaltare anche San Paolo?).
La verità è una: che noi siamo deboli, creature dalla realtà ferita e decaduta è che solo Cristo SALVA!
Se c’è una cosa “buona” nel peccato, più precisamente nel riconoscersi peccatori, è che questo ti consente di fare esperienza della Misericordia di Dio in Cristo, della potenza dello Spirto Santo, che ti fortifica nel combattimento e VINCE, se tu non ti opponi esercitando malamente la tua libertà.
«O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.» Romani 6, 3-4
È il Sacramento della Riconciliazione, lavacro di purificazione, nuovo battesimo che ci rende nuovamente degni, che ricostruisce in noi l’immagine e il vivere di Cristo che il nostro peccato a distrutto e ci concede di accedere senza timore, ma con gratitudine alla Liturgia di Lode che è l’Eucaristia, nostro cibo, nostra salvezza, nostra intima partecipazione al Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.
Non permetta Dio ci si trovi a cibarci della nostra condanna (di nuovo San Paolo ai corinzi cap. 11) e a chi verrà chiesto conto se noi saremo tratti in inganno?
E se la nostra Fede non è più quella del lattante, non lasciamoci sviare da teorie diverse e peregrine.
Racconto un aneddoto che ci dice quanto le mentalità del mondo e del suo principe si sia insinuata nella mente dei semplici (cosa che pare preoccupare così poco alcuni nostri pastori).
Domenica scorsa una della mie figlie era alla Santa Messa accompagnando una amica carissima a lei coetanea, che ha da poco partorito e aveva con se il bimbo.
Mia figlia la aiutava con particolare cura e affetto dato il loro rapporto fraterno e una particolare attitudine che è educatrice di professione.
Bene, questo particolare afflato, viene notato da una coppia di anziani signori, frequentatori della funzione domenicale, che le avvicinano e dopo il “rituali” complimenti al bimbo e alla mamma, esordiscono con un: «Che bella coppia siete!».
Al che mi figlia un po’ imbarazzata, ma consapevole di possibili fraintendimenti del nostro tempo, risponde che si, ma che sono solo care amiche.
«Ah, scusate, credevamo che…»
Devo aggiungere altro?
Beninteso non intenderei dire che se “coppia” fossero state avrebbero dovuto essere “cacciate fuori del tempio”, ma questa è la cifra di una mentalità che si diffonde, che è veleno, è subdola, è malata, maligna e dal Maligno proviene, si espande, e mette radici, soffoca e come tumore uccide.
La parabola ci insegna che zizzania e buon grano crescono insieme e che ci sarà tempo per il vaglio, ma i servi della parabola ben vedono e distinguono subito il buon grano dalla zizzania. Oggi i servi (tanti non tutti) – che non sono solo i consacrati – mandati alla semina, alla cura, anche talvolta al “raccolto”, non sanno più distinguere un pianta buona da un’erbaccia, non sanno più distinguere, la verità dall’inganno, non hanno più DISCERNIMENTO
Perché? Perché si sono allontanati dalla Parola, si sono allontanati dalla meditazione, si sono allontanati dalla preghiera, hanno scambiato la Chiesa per una ONLUS, hanno perso il primo e fondamentale mandato di Cristo hai suoi: l’annuncio della Buona Novella, la potenza del KERIGMA, che annuncia la morte e resurrezione di Cristo!
Ma che senso ha un Kerigma che non parli della tua morte ontologica, che non instilli in te il desiderio di una vita uova, la chiarezza che mostra il tuo stare nelle tenebre? Che me ne faccio di un salvatore se mi salvo da me stesso??
Sono tempi travagliati di oscurità e forte penombra che pure Dio permette, forse perché prendiamo coscienza che tutti abbiamo una responsabilità, che tutti abbiamo un compito, che l’annuncio del Kerigma non appartiene solo ad una “casta” di cristiani, ma a tutti i battezzati.
“Charitas Christi urget nos” e «guai a me se non predicassi il Vangelo!» (sempre San Paolo).
Perdonate gli errori e la lunghezza… ho scritto di getto.
Bravo Bariom
condivido ciò che scrivi
e GRAZIE per i tuoi interventi
Ti ringrazio dei tuoi interventi, come fa Valeria Maria, che sono sempre un invito a rimeditare ciò che si crede di avere capito. Non rispondo in maniera dettagliata. Sottolineo solo la necessità, come ho fatto con Costanza, di non far dire alla Dichiarazione ciò che non dice. E’ vero che ha suscitato e continua a suscitare sconcerto, ma desidererei che almeno chi è più “addentro alle segrete cose”, cioè chi si sente parte di questa Chiesa, non contribuisca ad alimentare lo sconcerto. Siamo già tanto frazionati (e contrapposti), purtroppo! Poi, sui dettagli, possiamo risentirci!
Purtroppo caro Don Tonino, non può essere “tacere” il mezzo per “non contribuire ad alimentare lo sconcerto”.
Volesse Dio che i miei ragionamenti fossero smentiti, smontati, ribaltati, ma sinora, anche da lei (da te fratello mio) ho solo ricevuto mezze frasi, inviti come questo a cosa? A non far troppo rumore? A non chiedere a non dire.
A mettere da parte sacrosanti dubbi?
E come agire nel caso dovessi agire o mi si chiedesse conto, se il dubbio non viene sciolto? Io lavoro e scavo quando ho un dubbio, ma sinora la risposta ai miei dubbi è quella che ho sin qui sostenuta.
Come avrà spero capito, il mio dire non tentenna, ma al contempo si fa domanda, si fa richiesta, si fa grido se vogliamo, ma non vi è chi risponde.
Chi è che semina sconcerto e pare non preoccuparsene?
Come vede non lancio accuse “ad personam”, né ho mai lanciato invettive contro questo Papa, seppure nella parresia che è del cristiano, parlerei a lui come a lei, pur nella reverenza che si deve alla figura e al ruolo.
Quindi mi perdonerà se rilancio l’accusa del contribuire allo sconcerto a chi non fa (o non ha) chiarezza e che questa chiarezza venga non “da segrete cose”, ma dalla limpidezza del Vangelo, che mai si contraddice neppure nel confronto dell’Antico Testamento, perché Cristo non è “venuto ad abolire la Legge o i Profeti, ma per dare compimento.” Matteo 5, 17.
Poi accade che se mi appoggio alla Scrittura, mi si dà del telebano da chi della Scrittura dovrebbe saperne certo più di me.
Vogliamo chiamare dettagli, i sacramentali (e i sacramenti), la pedagogia della Salvezza, la Tradizione della Chiesa, la Patristica?
Vogliamo chiamare dettagli, la ricaduta del nostro agire sulla vita delle persone che il Padre ci da di incontrare lungo il cammino?
Concludo dicendo che una qual si voglia Dichiarazione della Chiesa, non dovrebbe MAI “suscitare sconcerto” – e anche lei lo riconosce. Può capitare perché la Chiesa è fatta di uomini fallibili, ma se capita di tutto dovrebbe essere fatto per portare chiarezza, anche riconoscendo l’errore.
Da un po’ di tempo a questa parte, come dicono dalle mie parti, la “pezza pare peggio del buco” e uso la metafora per non dilungarmi.
Personalmente non mi sento “contrapposto” ad alcuno, neppure a lei, il cui ragionare critico apertamente, perché la mia contrapposizione non va alla persona, ma eventualmente all’errore… e torniamo idealmente al punto di partenza.
Condivido in pieno . Ho avuto la stessa esperienza e sono grata alla Chiesa che, di fronte al mio peccato,mi ha detto la verità ( che il peccato fa male a me )e mi ha invitato alla castità . Questa è stata la mia salvezza.Con la confessione e la preghiera ho trovato la pace e il discernimento.
Caro Don Tonino Gandolfo,
grazie per la sua sincerità nel dire che ha fatto appositamente la domanda!
Io le voglio fare un regalo con un breve testo del Beato Giovanni Paolo I. – Albino Luciani.
“Il pastore che corre in cerca della pecora smarrita, e gode nel ritrovarla, e fa festa quando la riporta all’ovile, sei tu Gesù, Sei Tu quel padre buono, che, al ritorno del figlio prodigo, si getta al suo collo, abbracciandolo a lungo. Scena di ogni pagina nel Vangelo: Tu infatti avvicini peccatori e peccatrici, mangi alla loro tavola, ti inviti Tu stesso, se essi non osano invitarti. Hai tutta l’aria, questa è impressione mia, di preoccuparti di più delle sofferenze che il peccato produce ai peccatori, che non dell’offesa che reca a Dio. Infondendo la speranza del perdono, sembra che Tu dica: non immaginate neppure il piacere che mi procurate con la conversione!”
Dove e quando risulta che Gesu’ abbia condannato gay che non siano scaduti in comportamenti lascivi e caratterizzati da mera genitalita’?
Gentile don Tonino,
La teoria della comunicazione ci insegna che il vero significato di un testo non risiede nel testo stesso ma in ciò che produce nel destinatario. Se il senso comune (anche se poco illuminato e privo di competenza specifica) porta a considerare il
documento come la benedizione da parte della chiesa della pratica omosessuale e un drastico cambio di rotta, vuol dire che ciò è il reale significato e l’effetto che si voleva produrre
Carissima Costanza,
sono un prete!
Mi sono iscritto al tuo blog, perché ammiro ciò che scrivi, il tuo stile, e in particolare il tuo saperti porre controcorrente.
Appunto per questo, non riesco a capire la tua interpretazione della Fiducia supplicans: dove vedi la confusione logica tra le persone e l’azione, tra le coppie e la situazione che vivono?
Tutto il documento è coerente con quanto affermato nel n. 9: “Da un punto di vista strettamente liturgico, la benedizione richiede che quello (è questa è l’azione!) che si benedice sia conforme alla volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Chiesa”.
La Dichiarazione è molto attenta a non parlare mai di “unioni”, ma di “coppie” che si trovano in “situazioni irregolari”: e già questa dicitura mi pare sottolineare la distinzione tra persone e situazioni.
D’altronde, quando dico “coppia” dico “due”, così come posso dire “coppia di medici, coppia di insegnanti, coppia di preti …” o, più genericamente “coppia di atomi, coppia di animali …”.
Qui propongo una mia opinione, che mi pare credibile e fondata: non sarà che Papa Francesco abbia proposto la Dichiarazione proprio per porre un argine alla deriva presente in certi Paesi anglosassoni, dove si benedicono sì le “unioni omosessuali” al pari, o quasi, delle unioni matrimoniali?
Quando io sono passato a benedire delle coppie omosessuali nelle loro case, non ho mai inteso dare un avallo alla loro scelta né è stato interpretato in questa linea.
Una coppia omosessuale può pregare insieme? Certo! E perché non può farlo con la presenza di un prete, tanto più se “attraverso una semplice benedizione del pastore, che in questo gesto non pretende di sancire né di legittimare nulla, le persone possono sperimentare la vicinanza del Padre, oltre ogni desiderio e ogni merito” (n. 34), o se “la richiesta di una benedizione esprime ed alimenta l’apertura alla trascendenza, la pietà, la vicinanza a Dio in mille circostanze concrete della vita, cosa che non è da poco nel mondo in cui viviamo” (n. 33)?
Possiamo concordare o meno sull’opportunità della Dichiarazione, ma credo che non bisogna farle dire quello che non dice.
Detto questo, mi trovi pienamente consenziente sul post successivo “Una questione di fede”. Abbiamo relegato il Vangelo ad un “discorso” da sentire in Chiesa (se ci andiamo!) senza interferenze con la vita, che, come sentiamo in questi giorni, sono “luce” per il senso del nostro esistere. Un esistere concreto, che ha come parte integrante il nostro “corpo”. Come prete e come biologo, aggiungerei a quello che scrivi che stiamo smarrendo il nostro significato “corporeo” in nome di una mal gestita libertà, perché è a partire dal nostro essere “corpo”, dal senso che hanno tutte le nostre strutture anatomiche e fisiologiche, che possiamo scoprirci persone umane. La prima “intelligenza” (intus-legere) di noi stessi ce la dà la lettura del nostro corpo. In questa luce non ho timore ad affermare, proprio per l’amore che ho alla persona, che la scelta omosessuale non è una via di “realizzazione” umana! In questo mi conforta, se si può dire così, la sofferenza interiore che, per esperienza, vedo presente in tante persone omosessuali, e non perché si sentono “discriminate”!
Scusami se l’ho fatta lunga, e ancora auguri per continuare quella che ritengo anche una tua “missione”!
Scusate se ho inviato due volte. Credevo che la risposta apparisse subito. In ogni caso nella seconda c’è qualche precisazione in più!
Esiste un documento chiamato “Benedizionale”, che indica e norma tutta una lunga serie di benedizioni possibili in un rito sacramentale, suggerendo precise formule e elencando precise circostanze a evitare “invenzioni estemporanee”, ma in un certo qual modo, anche garantire l’efficacia della benedizione impartita, giacché il ministro è solo un tramite della benedizione di Dio sugli uomini.
A oggi, tra le casistiche non compare quella data a coppie “irregolari”, ma non è tanto questa la questione (se si va di questo passo il “benedizionale” potrebbe venir “aggiornato”), i passaggi più interessanti sono quelli che vanno al cuore del senso ultimo delle benedizioni, alla loro sorgente, alle condizioni perché siano efficaci (perché grazie a Dio, Egli non vincola il suo agire all’agire dell’uomo, anche quando questi fosse un suo ministro).
Questi passaggi o almeno quelli che ho trovato fondamentali, propongo alla vostra (paziente) lettura. Penso che ognuno con retta intenzione, ne potrà trarre le debite conclusioni.
Benedizionale:
«Ogni parte del “Benedizionale” si articola in un movimento ascendente e
discendente, come nella tradizione dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Dio è il benedetto e il benedicente …»
«Sullo sfondo è il “santo scambio” dell’Eucaristia, dove i doni della creazione, il pane e il vino, sono trasformati per opera dello Spirito Santo nel corpo e sangue di Cristo, e offerti al Padre diventano per noi fonte di grazia e pegno di benedizione per tutto il creato …»
«La Chiesa, partecipe del «calice di benedizione» (l Cor 10,16), per la potenza dello
Spirito si fa intermediaria di questo flusso di grazia, che scaturisce dalla divina sorgente (cfr Ef 1, 2-14). A conferire autenticità ed efficacia ai molteplici riti di benedizione, annoverati fra i “sacramentali”…»
«Il “Benedizionale” offre un forte richiamo alla fede rivelata, che illumina e redime la tragica situazione di un mondo sottomesso alla caducità a causa del peccato (cfr Rm 8, 20).»
«Le celebrazioni delle benedizioni occupano un posto particolare fra i sacramentali che la Chiesa ha istituito per il bene pastorale del popolo di Dio. Come azioni liturgiche, queste celebrazioni portano i fedeli a lodare Dio e li dispongono a conseguire l’effetto precipuo dei Sacramenti e a santificare le varie circostanze della vita.»
Criteri pastorali
13. I fedeli, guidati dalla fede, rinvigoriti dalla speranza, spinti dalla carità, non solo sono in grado di scorgere saggiamente in tutte le cose create l’impronta della bontà di Dio, ma anche nelle opere dell’attività umana cercano implicitamente il Regno di Cristo e inoltre considerano tutti gli eventi del mondo come segno di quella paterna provvidenza con la quale Dio regge e sostiene tutte le cose. Sempre quindi e dappertutto si offre l’occasione di lodare, invocare e ringraziare Dio per mezzo di Cristo. nello Spirito Santo, purché si tratti di cose, luoghi o contingenze che non siano in contrasto con la legge o lo spirito del Vangelo.
Pertanto ogni celebrazione di benedizione dev’essere sempre vagliata in base a
criteri pastorali, specialmente se ci fosse motivo di prevedere un eventuale pericolo di sconcerto da parte dei fedeli e degli altri presenti.*
*(nota: questo perché in altra parte del documenti si indica come sia sempre bene che una benedizione sacramentale, abbia sempre un aspetto comunitario che vede la presenza e partecipazione di altri fedeli)
Il Concilio Vaticano II
14. L’impostazione pastorale di queste benedizioni concorda con le parole del Concilio Ecumenico Vaticano II: «La liturgia dei Sacramenti e dei Sacramentali offre ai fedeli ben disposti la possibilità di santificare quasi tutti gli avvenimenti della vita per mezzo della grazia divina che fluisce dal mistero pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo; mistero dal quale derivano la loro efficacia tutti i Sacramenti e Sacramentali. E così quasi ogni retto uso delle cose materiali può essere indirizzato alla santificazione dell’uomo e alla lode di Dio». In tal modo, per mezzo dei riti delle benedizioni, gli uomini si dispongono a ricevere l’effetto principale proprio dei Sacramenti, e vengono santificate le varie circostanze della loro vita.
Le disposizioni spirituali necessarie
15. «Al fine di ottenere però questa piena efficacia, è necessario che i fedeli si accostino alla sacra Liturgia con retta disposizione di animo».
Pertanto coloro che chiedono la benedizione di Dio per mezzo della Chiesa, intensifichino le loro disposizioni, lasciandosi guidare da quella fede alla quale tutto è possibile, facciano leva sulla speranza che non delude, siano animati soprattutto da quell’amore che spinge a osservare i comandamenti di Dio. In tal modo gli uomini, intenti alla ricerca della volontà di Dio, comprenderanno in pieno e otterranno davvero la benedizione del Signore.
Penso che tante sarebbero le considerazioni possibili, a partire dalla stretta connessione tra le benedizioni e la sorgente che è il Sacrificio di Cristo e la realtà della Eucaristia, che non può coesistere con situazioni di grave peccato (e per essere chiari tutti i peccati “mortali” ci impediscono la Comunione).
Ma anche la ricchezza di possibilità e di “azioni di grazia” (vedi le benedizioni) che sono però sempre propedeutiche e di più: azioni efficaci per la nostra conversione (non credo sia necessario tornare sul significato di “conversione”).
A minare il tutto, l’ondivago, incerto, offuscato senso e oggetto del termine peccato, non perché solo di questo si deve parlare, ma perché senza il riconoscimento del nostro essere peccatori e che il peccato rende schiavi, ci distrugge gli uni gli altri rendendoci profondamente infelici, come potremo desiderare da Dio la salvezza?
Come potremo sperimentare la Sua infinita Misericordia manifestata in Cristo Gesù?
ottimo commento, si anch’io sono d’accordo, che è una benedizione di Dio riconoscersi peccatori e nel bisogno di essere salvati dalla misericordia di Dio manifestataci in Gesù Cristo morto e risorto
Carissimo Bariom,
la risposta a ciò che richiedi è superata dal senso stesso della Dichiarazione Fiducia supplicans che pone le cosiddette “benedizioni” alle coppie non regolari al di fuori del contesto delle “benedizioni rituali” e quindi del Benedizionale: “Per questa ragione non si deve né promuovere né prevedere un rituale per le benedizioni di coppie in una situazione irregolare …” (n. 38) proprio per non creare confusione, soprattutto con le benedizioni sacramentali (quali il rito nuziale …). Forse sarebbe meglio non definirle “benedizioni”? parlare di semplici preghiere fatte insieme? Può darsi di sì! Ma è in gioco, come ho scritto sopra, arginare la deriva delle benedizioni di tipo rituale, o quasi, ormai in auge in alcuni Paesi anglosassoni. Il senso delle benedizioni proposte dalla Dichiarazione è un altro: “non si deve neppure impedire o proibire la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio attraverso una semplice benedizione” (n. 38).
Grazie Don tonino per la risposta.
Sono abbastanza impegnato nella pastorale per gli adulti e ho visto abbastanza “miracoli” per non concordare sul fatto che “non si deve impedire o proibire la vicinanza della Chiesa ad ogni situazione in cui si chieda l’aiuto di Dio…”, ma qui mi fermo perché nonostante la sua precisazione corretta “in punta di diritto” sul far rimanere queste “benedizioni” fuori da quelle “rituali”, lei conviene in certo qual modo, che era forse meglio indicarle in modo diverso (e che fossero cosa diversa).
Questo non averlo fatto crea tanta, tantissima confusione e anche forti preoccupazioni a tanti fedeli che peraltro non si sottraggono alla buona battaglia, perché è inutile nasconderci una deriva che da un principio di “vicinanza al mondo” (nel senso spirituale e che la Chiesa ha sempre avuto) propone una “apertura al mondo” e alla sua mentalità.
E abbiamo appena avuto un Sinodo tedesco a dimostrarlo (peraltro le due cose, Sinodo e ciò di cui parliamo ora, non sono affatto slegate).
Poi possiamo disquisire sul tipo di benedizione, ma io so una cosa, come padre ho sempre dato ogni sera la benedizione ai miei figli, così come prima di un momento per loro impegnativo o prima di un viaggio.
Non l’ho mai concessa, quando le loro scelte li allontanavano da ciò che hanno ricevuto e dalla Volontà di Dio (esempio convivenza, tanto per non girarci intorno).
Questo è costato fatica e anche dolore, ma era un scelta dettata da profondo amore a loro e alla Verità. Un segno di contraddizione rispetto la mentalità del mondo, che li ingannava verso scelte diverse
Una posizione (e l’intervento dello Spirito) che ha portato frutto grazie a Dio, ma in ogni caso le cose non sarebbero cambiate per me.
Non voglio certo insegnare a lei o alla Chiesa come impartire benedizioni, ma se benedizioni le chiamo e tali le considero nella sostanza, tali rimangono e sono un avvallo di situazioni – perché di questo parliamo e parlo.
Si può disquisire in punta di diritto e fare evoluzioni teologiche, ma per il “piccoli” del Vangelo rimane un grave sconcerto, se non talvolta uno scandalo.
Oggi la preoccupazione maggiore sembra essere invece quella di non “scandalizzare” coloro che invocano non conversione, ma “diritti”, uguaglianza e “inclusione”, senza passare dal conformarsi a Cristo.
Un chiarimento a evitare fraintendimenti: il “conformarsi a Cristo” è cammino di tutta una vita, non condizione prima per essere e vivere nella Chiesa, ma il cammino verso la santità a cui tutti siamo chiamati, presuppone anche segni, scelte, atteggiamenti concreti che si traducono anche in un “cambiamento di vita”, ancor più visibile quando si viene da situazioni di seria sofferenza spirituale.
Grazie, Bariom, dell’attenzione che dimostri verso le persone e verso la situazione attuale della Chiesa. Solo due postille:
– dovremmo fare attenzione a non fare di papa Francesco il “capro espiatorio” di tutta la crisi che c’è oggi nella Chiesa, e che è un riflesso della crisi che stiamo vivendo a livello planetario. Per questo, se non vogliamo che i “piccoli” si scandalizzino, occorre che chi è più dentro le vicende della Chiesa non cominci a scandalizzarsi lui, interpretando le cose (in questo caso i documenti pontifici) nel senso peggiorativo, ma cercando di coglierne il senso profondo che hanno (naturalmente non mi riferisco direttamente a te, ma a ciò che vedo emergere nel seno della Chiesa);
– in riferimento al Sinodo tedesco, le due cose sono legate certo, ma direi in senso inverso di quello che si vuole far credere: la presa di posizione del Papa non mi sembra un riflesso di quanto là è avvenuto o sta avvenendo, ma esattamente all’opposto, per mettere un argine alla deriva.
Forse dovremmo ricordarci di più di quello che è il “manifesto” di questo Papato: l’Evangelii gaudium, la “gioia” del Vangelo accolto ed annunciato.
Caro Don Tonino, vero che qui si analizzava un documento papale, ma non mi sono mai sognato di fare di Papa Francesco il “capro espiatorio” di tanti e odierni mali o “storture” della nostra Chiesa.
Purtroppo ci sono responsabilità condivise.
In molti casi poi questi “malesseri” derivano anche dal nostro singolo peccato, dalla nostra tiepidezza, della nostra poca fede (e se non è bello che usi un plurale maiestatis, lo consideri detto in prima persona) giacché siamo un corpo solo.
Detto questo si dovrebbe aprire un capitolo sul Sinodo tedesco e i suoi risultati e dire che Papa Francesco, forse voleva “arginare”, dopo aver lui (o chi per lui, ma non può non esserne coinvolto) aperto ad una sinodalità a mio modesto parere molto molto discutibile e appunto soggetta alle spinte del mondo (a partire da quella di molti gruppi o singoli partecipanti) è un po’ come correre dietro ai buoi dopo aver messo mano all’apertura della stalla (dovremmo più evangelicamente parlare di ovile e lupi?).
Mi fermo qui, ringraziandola per lo scambio, preghi per la mia conversione, io pregherò per lei.
Carissimo Bariom,
rispondo qui perché non ritrovo più il tuo ultimo intervento di questa mattina. Non voglio difendere l’indifendibile! Certamente sono convinto che non è il “tacere” che può contribuire a smorzare o togliere lo “sconcerto”. Ciò che ho scritto va nella direzione di aiutarci a “leggere” le Dichiarazioni della Chiesa, e in particolare quest’ultima Dichiarazione, per quello che dicono. Quando ho letto questo post di Costanza, di cui ammiro la coerenza controcorrente, ho pensato di essermi sbagliato nella mia lettura interpretativa della Fiducia supplicans e sono andato a rileggermela con attenzione. E mi sono convinto che non sia corretto quanto lei afferma sulla “confusione” della Dichiarazione. A scanso di equivoci, affermo che, non solo come prete, ma anche come biologo, sono convinto che la scelta omosessuale non sia una via di “realizzazione” umana, ma contraddice la persona stessa. Detto questo, mi pare che la Fiducia supplicans sia lineare nella sua proposta, coerentemente con quanto affermato nell’art. 9: “Da un punto di vista strettamente liturgico, la benedizione richiede che quello che si benedice sia conforme alla volontà di Dio espressa negli insegnamenti della Chiesa”. Per questo in tutto il suo contenuto la Dichiarazione non si sbilancia mai sulle “unioni” irregolari, ma insiste sempre e solo sulle “coppie” in quanto entità formate da due “persone”. Si potrebbe semplificare dicendo che si benedice (e in senso non “rituale”) la coppia nella situazione che sta vivendo, la coppia e non la situazione stessa. E tutto il documento va nella linea di scongiurare l’abbinamento equivoco delle cose. Per cui ciò che tu scrivi è tutto vero, ma mi sembra per lo meno parallelo al senso della Dichiarazione. Il mio invito è – lo ripeto – di aiutarci reciprocamente a interpretare in profondità ciò che viene proposto dalla Chiesa, anche quando immediatamente sembra non corrispondere a determinate attese. Poi, può darsi che proprio la mia lettura non vada nella linea di questa “profondità”: al di là di tutto, ciò che desidero vivamente è contribuire a togliere ogni pretesto alle “contrapposizioni” (e qui non mi riferisco certamente a te) oggi emergenti nella Chiesa, comprese magari alcune letture non adeguate dei documenti della Chiesa.
Ma Don Tonino Gandolfo, con tutto il rispetto, la sua posizione l’ha espressa, non è che se risponde 57 volte a Bariom insistendo a ribadire sempre lo stesso concetto cambia qualcosa. Se ne faccia una ragione: i fedeli sono scioccati, fiducia supplicans è un punto di non ritorno. Non pretendiamo che voi preti siate degli eroi, ma almeno siate un po’ cauti a fare vostre queste derive.
Se fai attenzione, la mia risposta era sul “tacere” a cui accennava Bariom, e ho cercato di non ripetere semplicemente cose già dette. A volte, sui social, non basta un solo post per capirsi! Forse, in piccolo, il tuo post è un esempio di quelle “contrapposizioni” a cui mi riferivo: perché mettere subito l’altro sul banco dei fautori di “derive”, quando cerca di capire ciò che la Chiesa propone?
Don Tonino Gandolfo, per quel che mi riguarda,viva le contrapposizioni: ogni ragionamento logico si fonda sul confrontare due concetti per comprenderne la identità o le differenze.
E a volte sono necessarie anche anche le contrapposizioni tra le persone, perché se nell’ovile entra un branco di lupi, io, come pecora, mi auguro vivamente che i pastori si contrappongano ai lupi, e non che per evitare di contrariare i lupi lascino che le pecore vengano mangiate.
E trovo veramente intimidatorio che in una discussione aperta si accusi l’interlocutore di “contrapposizione” se si ostina a rimanere della sua idea e a non lasciarsi convincere.
Lei non ha gradito essere da me considerato un ecclesiastico che fa proprie le posizioni di papa Francesco e Tucho Fernandez, che io ho chiamato “derive”, ma dal momento che sta dedicando molto tempo a sostenere su questo blog che tutti noi che crtichiamo FS non la abbiamo compresa, ho dato per scontato che ne avesse una opinione positiva: se non è così, se anche lei la trova un documento vergognoso per la Chiesa cattolica, le porgo le mie scuse.
Se invece lei la trova un documento illuminante e ispirato, che NON conterrebbe un passo significativo verso lo stravolgimento dell’insegnamento della Chiesa (come imvece è) , mi spieghi per cortesia perché è stata recepita da TUTTI in questo modo: sia da chi ne è orripilato, dalle Conferenze episcopali africane ai lettori di questo blog, sia d chi ne è deliziato, come padre James Martin s.j. o , a quanto pare, mons Gambetti che si stanno preparando a benedire coppie gay , magari in 15 secondi, ma su instagram o in San Pietro.
Grazie Costanza, sottoscrivo lettera per lettera, e includo anche gli spazi. Così sono inclusiva anch’io
Dato il numero sempre crescente di vescovi e di conferenze episcopali fuori dall’Italia che stanno rispondendo “NO” alla dichiarazione delle CDF, mi domando la ragione del silenzio assordante dei vescovi italiani. Forse attendono di vedere “come tira l’aria” per poi adeguarsi alla maggioranza ? Mah …
Mi sono permesso di scrivere una email al card Zuppi, presidente della CEI, qualche giorno fa e mi ha risposto gentilmente dicendo che avevano pensato ad una dichiarazione su come accogliere la Fiducia supplicans, ma alla luce del secondo documento della CDF hanno deciso di non intervenire.
E Zuppi ti ha chiarito per quali ragioni hanno deciso di non intervenire? Perché ritenevano che la chiarificazione di Tucho fosse esaustiva, o perché nel frattempo era uscito lo scoop sul libretto passionale e preferivano non aprir bocca finché non si vedeva come si mettevano lo cose per lo sbaciucchiatore ?
Hanno considerato esaustiva la “chiarificazione” della CDF… Che in realtà ha peggiorato la cose
Perfetta e lucida considerazione , vera fino in fondo pur essendo assolutamente rispettosa e degna di essere presa in considerazione. Condivido personalmente dalla prima parola all’ultima.
Ben vengano queste “perle” papali!!!!
Così come “vaccinarsi è un gesto d’amore”, così come non inginocchiarsi la notte del venerdì Santo del 2020, così come il gesto di fastidio espresso alla fedele in piazza a San Pietro , così come i silenzi eloquenti su presepi indecenti e Cucù vari. Ben vengano tutte queste dichiarazioni di appartenenza , non a Cristo , bensì al mondo. Mi sono sforzata per mesi di trovare una giustificazione, una spiegazione che potessero aiutarmi a non formulare un mio giudizio in merito , poiché non voglio cadere nel peccato di apostasia. Mi piace essere ubbidiente, ci trovo un senso, riconoscendo alla Chiesa il ruolo di guida e al Papa la funzione suprema petrina. Ma nei Vangeli , nell’antico testamento e nella preghiera del Santo Rosario trovo sia l’una che l’altra incompatibili con la verità di Cristo. Perciò ringrazio di queste prese di posizione, rendono meno doloroso il distacco e più tenero l’abbandono totale alla volontà di Dio Padre.
Sempre uniti nella preghiera e che Dio ci benedica🙌🏻
Apprendo con dolore da un articolo di oggi sul sito di Sabino Paciolla, che il cardinal Mauro Gambetti ha dichiarato che le benedizioni a coppie irregolari e a coppie dello stesso sesso potrebbero essere impartite anche in San Pietro. Logica conseguenza di Fiducia Supplicans, approvata dal papa. Mi chiedo: il cardinal Gambetti ha presieduto la Santa Messa dello scorso capitolo del Monastero wifi. Fino a che punto si dovrà accettare il compromesso, dato che con questo atto si rema contro Cristo e la Dottrina, che affermiamo di seguire, anche tramite l’opera meravigliosa del Monastero Wifi?
Propongo a tutti, anche ai sacerdoti che nel blog hanno scritto, stralci dell’omelia del 6 gennaio 2024 tenuta dal Cardinal Sarah. L’ho letta qualche giorno fa sul sito di Sabino Paciolla e, non essendo molto tecnologica, non sono in grado di replicarla in questo blog, ma credo sia facilmente recuperabile e sicuramente illuminante: al di là di tutte le giustificazioni e contrapposizioni che si possono dare e creare, ho trovato in essa tutte le risposte, senza giri di parole. Il vostro parlare sia si’ si’, no no. Questo è quello che ha fatto questo cardinale in questa omelia. A chi vorrà cercarla, buona lettura.
Si può leggere qui:
https://www.diakonos.be/fiducia-supplicans-il-cardinale-sarah-ci-opponiamo-a-uneresia-che-mina-gravemente-la-chiesa/
Grazie infinite!
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https://www.ilgiornale.it/news/vaticano/bestiario-benedicigno-2266757.html