Famiglie sfinite

Udienza generale di Papa Francesco

di Costanza Miriano

Ieri le parole del Papa mi hanno commossa. Quando ha chiesto di pregare per le famiglie sfinite e stanche mi è sembrato di capire il senso della sua sollecitudine, il senso del Sinodo, forse, anche.

Il Papa sa bene quanto è dura la realtà qui fuori. Il matrimonio, la fedeltà a una sola persona, a una sola vita, a una sola scelta, per sempre, per tutta la vita non è naturale, e infatti i discepoli quando Gesù gliene parla dicono “non conviene sposarsi”. È vero, la stabilità è necessaria ai figli, e infatti nei secoli si è cercato di organizzare la famiglia stabilmente, in modo che potesse durare. L’idea dell’amore romantico, e poi della morale borghese che si è sovrapposta a quella cristiana, hanno introdotto nella cultura l’idea che il matrimonio fosse naturale, ma oggi non possiamo più dire questo.

Oggi viviamo immersi in un’altra idea di natura, per cui sembra non solo legittimo ma quasi doveroso seguire i propri impulsi, desideri, istinti. E così dire “per sempre” sembra impossibile ai nostri cuori a volte feriti dalla stanchezza, dalle delusione, dal nostro piccolo bagaglio di dolore, dal nostro inconscio così poco educato a essere dominato e contenuto, così alieno all’idea di ascesi e di lavoro su di sé. Gesù sa cos’è nel cuore dell’uomo, ogni sorta di schifezza, non è proprio il termine che usa il Vangelo ma il senso è quello. Eppure ha il coraggio di proporre all’uomo qualcosa di grandissimo. Un amore che sia per sempre. Il passaggio a un livello più alto di amore, che non sia più solo umano, simbiotico, istintivo, facile e gratuito, un amore altro, che diventa un mistero grande. Per questo passaggio c’è bisogno di una decisione totale, di un lavoro, e non tutti ce la fanno.

“La Chiesa come madre, non abbandona mai la famiglia, anche quando essa è avvilita, ferita e in tanti modi mortificata. Vi chiedo di pregare per le famiglie sfinite e stanche”. Questo Papa mi piace sempre di più. Non credo certo che sia perché lui cambi in qualche modo atteggiamento, ma perché io imparo piano piano a capirne meglio il linguaggio, a esserne figlia più pienamente. Passate le preoccupazioni dettate peraltro quasi solo dalla lettura dei giornali capisco che il Papa con il Sinodo si pone davvero solo il problema di non lasciare indietro nessuno. Il matrimonio è sacro, inviolabile, ha ribadito ancora ieri, e la famiglia è sotto attacco, soprattutto a causa dell’ideologia gender (lo ha ridetto anche a Napoli), ma come possiamo renderci vicini a chi si è perso? A chi a un certo punto della sua vita si accorge che ha peccato, cioè che ha sbagliato mira?

Sono certa che il Papa non intenda certo fare sconti sulla dottrina, né sulla necessità di confessare i propri peccati facendo il proposito di non ripeterli, prima di fare la comunione. Vuole solo soccorrere chi non ce la fa, chi non ce l’ha fatta. Farsi vicino anche ai peccatori, perché noi sappiamo che peccare è mancare il bersaglio, e quindi soffrire, fallire, non realizzare compiutamente la propria umanità, e quando siamo peccatori non abbiamo bisogno, in questa vita, di altra condanna oltre al nostro fallimento.

Credo che il Papa sia tormentato da questa domanda: come farci vicini a tutti, anche a chi sembra perso, anche a chi ha scoperto tardi il volto di quello che ci ama di un amore perfetto, e che può ricolmare tutte le attese, anche quelle degli sposi stanchi e feriti. Come non escluderli, senza per questo smettere di essere profetici, smettere di annunciare una bellezza più grande, smettere di custodire la casa alla quale poi tutti, tutti quelli che cercano Dio sinceramente, possano tornare?

23 pensieri su “Famiglie sfinite

  1. Serena

    Mio marito ed io eravamo lì, partiti da Milano, sotto una pioggia battente per dire il nostro si’ alla vita, alla famiglia ed è stato meraviglioso! Grazie dott.ssa Miriano, con le sue parole è riuscita a dar voce al mio pensiero.

  2. “Il matrimonio, la fedeltà a una sola persona, a una sola vita, a una sola scelta, per sempre, per tutta la vita non è naturale”

    Certo, è vero, ciò non toglie che alcuni scelgano di voler essere innaturali tutta la vita, e che anche (alcuni) vogliano che anche gli altri lo siano (per il bene di tutti, ovviamente).

  3. “Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi». Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così.”

    Qui sembrerebbe che, invece, “per natura” non fosse così…

    1. giovanni

      C’è quel “da principio” che è fondamentale per smontare l’apparente contraddizione.
      Cosa è accaduto dopo quel “principio”? Cosa è successo ai cuori degli uomini?
      Cosa ne è stato di quella natura originaria che oggi sembra non appartenerci più?

      Chi ci ha restituito la vera immagine dell’uomo eliminando tutte le incrostazioni che la sfiguravano per via di quella natura violentata (“avete inteso che fu detto… ma io vi dico…”)?

  4. alessandro

    Ciao Costanza gran bel articolo grazie mille. volevo chiederti da ingenuo che sono una coppia sposata, morosata, fidanzata, su che cosa deve lavorare? Tu parli spesso di lavoro su di se. Potresti spiegarmi un po meglio? Grazie mille Alessandro.

  5. com’e’ realistico osservare “L’idea dell’amore romantico, e poi della morale borghese che si è sovrapposta a quella cristiana…”: ecco perche’ in fondo ispira tristezza partecipare a tante cerimonie in cui si celebra un matrimonio “anche” in Chiesa… Ma per fortuna il Signore supera tutti in misericordia con i Suoi Doni…

  6. Cattivo, senza cuore ,egoista, ateo, rivoluzionario, mafioso: quello che abbiamo seminato ora lo raccogliamo, vada anche questo insieme sociale per quanto vediamo nella famiglie. Cambiamo moralita’, etica comportiamoci costantemente con ideali nobili ed onesta’ e la societa’ cambiera’ da malata di cancro terminale a una societa’ sana dove tutto puo’ fiorire nel migliore dei modi. Cordiali saluti e santa Pasqua di Redenzione, Paul

  7. Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
    .

    …e poi vi sono i non eunuchi sposati e non sposati. Chi può capire

    1. @Alvise:

      È bello vedere come cerchi di capire.
      Ma non dimenticare che non è solo uno sforzo intellettivo quello che ti si richiede per accettare i tuoi limiti e farne un dono.

  8. Giancarlo

    Se uno è divorziato e risposato, o comunque vive in una unione irregolare, oppure vive una “relazione” omosessuale, si trova, oggettivamente, in una situazione di grave peccato. L’unico modo per rientrare in piena comunione con la chiesa è quello di abbandonare la condotta peccaminosa. Tuttavia vi sono molte persone che non riescono a mutare vita, ad abbandonare il peccato. C’è speranza di salvezza per loro? Certo. Però occorre credere nella capacità che ha Dio di convertire il nostro cuore, affidare allo Spirito Santo la nostra speranza ed il nostro desiderio di essere santi, non chiedere a Dio di concederci di vivere nel peccato.

    In un’intervista concessa da papa Francesco alla giornalista Valentina Alazraki, dell’emittente messicana Televisa, parlando proprio delle situazioni difficili in cui, tante volte, vanno a cacciarsi le persone, il santo padre ha detto: “C’è bisogno di integrare. Se credono, anche se vivono in una situazione definita irregolare e la riconoscono e l’accettano e sanno quello che la Chiesa pensa di questa condizione, non è un impedimento. Quando parliamo di integrare intendiamo tutto questo. E dopo di accompagnare i processi interiori.”. Quindi, secondo le parole del papa, le situazioni irregolari non sono un ostacolo a vivere “integrati nella chiesa”. Si può vivere in una situazione di grave peccato e, nello stesso tempo, continuare ad avere fede, a credere in ciò che insegna la chiesa, a vivere nella speranza della conversione del cuore e del ritorno alla piena comunione con Cristo e con la chiesa.

  9. Amedeo

    L’uomo e’ stato creato “coppia”: “maschio e femmina li creò”.
    Questo e’ il progetto originario di Dio: creare la coppia perche’ questa fosse presenza viva e tangibile dell’Amore trinitario.
    E quindi questa e’ la missione di tutti gli sposi in Cristo, essere sacramento vivente della Santissima Trinità.

    Se non ci ricordiamo di questo non capiremo mai la differenza tra persone sposate in chiesa, non in chiesa, non sposate e quant’altro.

    La crisi del matrimonio e’, a mio avviso, dovuta al fatto che davanti agli sposi e, ancora prima, ai promessi sposi, non si ha il coraggio di annunciare questa verita’, questo “mistero grande”.

    1. …c’è chi vive il matrimonio come vivere un sacramento e chi lo vive (altrettanto bene, o male) con estrema naturalezza, senza la presenza del sacro, ma quella solo dell’amore reciproco. Anche questo è un grande mistero. Poi c’è anche la solitudine, senza bisogno di essere né eunuchi (cosiddetti) né preti. La solitudine sola.

      1. c’è chi vive il matrimonio come vivere un sacramento e chi lo vive (altrettanto bene, o male) con estrema naturalezza, senza la presenza del sacro, ma quella solo dell’amore reciproco. Anche questo è un grande mistero.

        Non fosse un grande mistero anch’esso la Chiesa non lo approverebbe senz’altro.

        Catechismo della Chiesa cattolica, punto 1637

        “Nei matrimoni con disparità di culto lo sposo cattolico ha un compito particolare: « Infatti il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente » (1 Cor 7,14). È una grande gioia per il coniuge cristiano e per la Chiesa se questa « santificazione » conduce alla libera conversione dell’altro coniuge alla fede cristiana. L’amore coniugale sincero, la pratica umile e paziente delle virtù familiari e la preghiera perseverante possono preparare il coniuge non credente ad accogliere la grazia della conversione.”

        1. « Infatti il marito non credente viene reso santo dalla moglie credente e la moglie non credente viene resa santa dal marito credente » (1 Cor 7,14). “…altrimenti i vostri figli sarebbero immondi” (sic!!!)

          1. @Alvise:

            “…altrimenti i vostri figli sarebbero immondi” (sic!!!)

            Anche Alvise ha scoperto che i Protestanti traducono davvero male.

            Benvenuto Alvise! 😉

            Ah nelle tre Bibbie CEI per l’uso liturgico cattolico troverai: «altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, ora invece sono santi»

            P.S.: Un Consiglio per il futuro. Usa http://www.bibbiaedu.it che è meglio (cit. puffo Quattrocchi)!

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  11. “… la fedeltà a una sola persona, a una sola vita, a una sola scelta, per sempre, per tutta la vita non è naturale…”

    Non so se considerare queste cose “naturali” o meno… certo non vengono “naturali” o semplici alla natura dell’Uomo decaduto, dell’Uomo incapace di dominare i propri istinti (e qui principalmente l’uomo-maschio), ma certo un naturale anelito che chiama al soprannaturale e al “per sempre” ci deve essere e va al di là di una visione dottrinale… Altrimenti come si spiegano le migliaia, di racconti, romanzi, sonetti, i milioni di poesie, le centinaia di migliaia di film, di canzoni o di opere che cantano, anelano, aspirano e ispirano l’amore “eterno”, unico e fedele?
    (che in fondo ogni cuore di uomo o di donna desidera per sé si dalla giovinezza…)

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