“le nostre liturgie non dicono più niente a nessuno se non ai bambini…” la prendo come un provocazione o comunque sempre nell’ottica della visione: Cristo-Fede-zuccherinochescaldailcuoricino 😉
Di fatto la Fede ci invita a prendere seriamente e concretamente in mano la nostra vita – sia spirituale che materiale – a non “lasciarsi vivere”, né stare a guardare il cielo, né a vivere ripiegati su se stessi “poverino me mi tocca sopportare (come a fatto Gesù)” 😐
Caricamento...
Ottimo articolo!
Il Vangelo è davvero “roba da uomini veri” ed è lì che vediamo il vero Gesù, l’uomo vero, l’uomo per eccellenza! E, purtroppo, è vero che “abbiamo permesso che la fede scivolasse dall’area della volontà a quella del sentimento e da questa a quella della pura emozione”. Ma Gesù vuole da noi un’adesione consapevole e ragionata: richiama continuamente a questo: “Ma voi chi dite che io sia”; oppure ” […] ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”: cioè: “sei consapevole di cosa esiga la sequela?” “Ti assumi la responsabilità di esporti personalmente?” Egli vuole la nostra volontà, non dei tiepidi burattini! Che bella questa cosa: il Dio che ci ha creati liberi e ci vuole liberi, vuole che liberamente e consciamente scegliamo di essere suoi!
Invece, a proposito di “le nostre liturgie non dicono più niente a nessuno se non ai bambini”, anche se credo di aver compreso ciò che Don Fabio voleva intendere, compresa la volontà di non aprire la questione, non posso fare a meno di osservare come invece è anche e proprio ai bambini che le nostre liturgie non dicono più niente. Sono catechista da 13 anni e ogni anno devo tristemente constatare come i bambini, durante la Messa, siano sempre più distratti e meno coinvolti e mostrino sempre meno rispetto e sempre meno senso del numinoso. Credo senz’altro che ciò dipenda dal sentimentalismo diffuso di cui parla Don Fabio, anche perché faccio continua esperienza del fatto che, più si mostra loro la grandezza e la terribile serietà del cammino verso Gesù, più i bambini rispondono con entusiasmo, convinzione e, talvolta, anche spirito di abnegazione e sacrificio (per esempio, proprio nella partecipazione a momenti anche lunghi di preghiera comunitaria). Ma credo che dipenda anche dalle cosiddette Messe dei fanciulli (che spesso ho visto celebrate da sacerdoti che si rivolgevano ai bambini come a dei piccoli per i quali appariva necessario banalizzare il Vangelo del giorno o animare in maniera infantile alcuni momenti rituali): sono convinta che anche la Messa dei fanciulli sia più efficace se celebrata in modo tale da soddisfare pienamente ache gli adulti presenti (i quali invece altrimenti non vivono un momento sacro, ma un’oretta di continui sorrisetti suscitati dalle affermazioni scherzose o bonarie del sacerdote che dialoga coi fanciulli) e se, dunque, i bambini riescono a farvi esperienza di qualcosa di grande e misterioso. Certamente, possono non capire tutto (forse un termine, un’espressione, una gestualità particolare…), ma, se hanno vissuto qualcosa di grande, sicuramente chiederanno, desidereranno capire e rivivere. Cosa che, adesso, per molti di loro, non avviene.
Caricamento...
I commenti sono chiusi.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
Ottima riflessione…
“le nostre liturgie non dicono più niente a nessuno se non ai bambini…” la prendo come un provocazione o comunque sempre nell’ottica della visione: Cristo-Fede-zuccherinochescaldailcuoricino 😉
Di fatto la Fede ci invita a prendere seriamente e concretamente in mano la nostra vita – sia spirituale che materiale – a non “lasciarsi vivere”, né stare a guardare il cielo, né a vivere ripiegati su se stessi “poverino me mi tocca sopportare (come a fatto Gesù)” 😐
Ottimo articolo!
Il Vangelo è davvero “roba da uomini veri” ed è lì che vediamo il vero Gesù, l’uomo vero, l’uomo per eccellenza! E, purtroppo, è vero che “abbiamo permesso che la fede scivolasse dall’area della volontà a quella del sentimento e da questa a quella della pura emozione”. Ma Gesù vuole da noi un’adesione consapevole e ragionata: richiama continuamente a questo: “Ma voi chi dite che io sia”; oppure ” […] ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”: cioè: “sei consapevole di cosa esiga la sequela?” “Ti assumi la responsabilità di esporti personalmente?” Egli vuole la nostra volontà, non dei tiepidi burattini! Che bella questa cosa: il Dio che ci ha creati liberi e ci vuole liberi, vuole che liberamente e consciamente scegliamo di essere suoi!
Invece, a proposito di “le nostre liturgie non dicono più niente a nessuno se non ai bambini”, anche se credo di aver compreso ciò che Don Fabio voleva intendere, compresa la volontà di non aprire la questione, non posso fare a meno di osservare come invece è anche e proprio ai bambini che le nostre liturgie non dicono più niente. Sono catechista da 13 anni e ogni anno devo tristemente constatare come i bambini, durante la Messa, siano sempre più distratti e meno coinvolti e mostrino sempre meno rispetto e sempre meno senso del numinoso. Credo senz’altro che ciò dipenda dal sentimentalismo diffuso di cui parla Don Fabio, anche perché faccio continua esperienza del fatto che, più si mostra loro la grandezza e la terribile serietà del cammino verso Gesù, più i bambini rispondono con entusiasmo, convinzione e, talvolta, anche spirito di abnegazione e sacrificio (per esempio, proprio nella partecipazione a momenti anche lunghi di preghiera comunitaria). Ma credo che dipenda anche dalle cosiddette Messe dei fanciulli (che spesso ho visto celebrate da sacerdoti che si rivolgevano ai bambini come a dei piccoli per i quali appariva necessario banalizzare il Vangelo del giorno o animare in maniera infantile alcuni momenti rituali): sono convinta che anche la Messa dei fanciulli sia più efficace se celebrata in modo tale da soddisfare pienamente ache gli adulti presenti (i quali invece altrimenti non vivono un momento sacro, ma un’oretta di continui sorrisetti suscitati dalle affermazioni scherzose o bonarie del sacerdote che dialoga coi fanciulli) e se, dunque, i bambini riescono a farvi esperienza di qualcosa di grande e misterioso. Certamente, possono non capire tutto (forse un termine, un’espressione, una gestualità particolare…), ma, se hanno vissuto qualcosa di grande, sicuramente chiederanno, desidereranno capire e rivivere. Cosa che, adesso, per molti di loro, non avviene.