Oggi, 18 maggio 2013, la legge denominata «Mariage pour tous» (Matrimonio per tutti) è stata promulgata dal presidente della Repubblica.
Questa legge consacra l’abolizione del principio fondamentale del matrimonio uomo-donna; e implica, per l’adozione per tutti, che un bambino possa essere presunto nato da due uomini o da due donne; consacra la legge del genere a scapito del carattere universale delle identità sessuali femminile e maschile. Si tratta di uno stravolgimento della civiltà!
Non abbiamo mai smesso, lungo questi mesi, di avvertire il signor Hollande su queste sfide.
Siamo rimasti fortemente colpiti dall’arroganza e dal disprezzo manifestati in questi mesi dal Presidente della Repubblica, dal Governo e dai Parlamentari.
Dopo essere stati eletti da noi, cittadini francesi, coloro che dovrebbero essere nostri rappresentanti hanno totalmente ignorato l’opposizione della maggioranza dei Francesi a questa legge ingiusta.
Nella loro superbia, essi hanno anche ignorato i numerosi corpi intermedi che hanno espresso la loro opposizione, tra i quali l’Union Nationale des Associations Familiales, l’Académie de médecine e l’Académie des Sciences morales et politiques.
Questo abuso di potere da parte di un esecutivo nelle mani di una lobby ultraminoritaria indebolisce le istituzioni della Quinta Repubblica.
Questa legge, presentata come un progresso per gli omosessuali, produrrà invece omofobia perché li fa passare come responsabili del «diritto al figlio» che implica «l’adozione per tutti».
Oggi la legge viene promulgata: è detta così l’ultima parola? Dovrà la speranza disperare? La sconfitta è definitiva? No!
Il nostro movimento di opposizione, come una immensa onda, non si fermerà, perché esso è nato dal rifiuto innato, profondo, di una legge fondata sulla menzogna che consiste nel far credere che un bambino possa avere come genitori due uomini o due donne.
Contrariamente a quanto è stato detto – menzogna tra le altre –, questa legge riguarda tutti i Francesi perché qualunque essere umano, domani, potrà essere privato di un padre o di una madre.
Il nostro movimento è l’espressione profonda di quanto un numero enorme di francesi sanno: la successione delle generazioni, l’avvenire dell’umanità non possono che fondarsi sul riconoscimento della realtà dell’uomo.
Per questo, noi, Francesi, non accetteremo mai una legge che pretenda che si possa avere delle generazioni spontanee!
Non accetteremo mai una legge che crea degli orfani o di padre o di madre.
Non accetteremo mai che il signor Hollande utilizzi le istituzioni francesi a servizio dell’ideologia del genere, fondamento della legge sul “matrimonio per tutti”.
Rifiutiamo che la politica francese sia dettata da una lobby che non rappresenta l’insieme delle persone omosessuali ed ancora meno l’insieme del popolo francese.
Rifiutiamo che la politica francese si distolga dall’essenziale: le preoccupazioni urgenti dei cittadini che, oggi, affrontano una situazione economica e sociale drammatica.
Noi difendiamo il rispetto per la vera democrazia: un simile sconvolgimento di civiltà ha potuto essere fatto rifiutando il dibattito con l’insieme del popolo francese. Perché è chiaro che il solo confronto tra i parlamentari e dentro circoli ristretti non è sufficiente per temi di questo genere.
Nella storia recente, leggi votate e promulgate sono state poi ritirate oppure non sono mai state applicate.
Invitiamo tutti i cittadini francesi a mobilitarsi più che mai affinché questa legge venga ritirata: domenica 26 maggio è assolutamente necessaria la presenza di tutti. Nessun Francese cosciente dello scandalo di questa legge può mancare all’appello!
Noi continueremo senza sosta a difendere il matrimonio uomo-donna, la filiazione padre-madre-bambino, e le famiglie, cellule fondamentali di tutta la società, luoghi di solidarietà per eccellenza, fonti di tutte le ricchezze umane ed economiche della società.
La battaglia perduta oggi non sarà che una tappa verso la vittoria!
Le future generazioni contano su di noi.
Viva la Francia!
La Manif Pour Tous
fonte: Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân sulla dottrina sociale della Chiesa
***
Mi piace molto; spero che i nostri amici Francesi riescano a fermare questa follia “interessata”.
Domani dalle 16 alle 17 saremo a Piazza Farnese a manifestare, forse per l’ultima volta, contro l’approvazione della legge sulle cosiddette nozze omosessuali, perché i bambini hanno diritto a un padre e una madre. Spade verranno sguainate per dimostrare che l’erba è verde (era così che diceva Chesterton?). Io parlerò qualche minuto dal palco. Quando verrà approvata la legge anti omofobia, nel caso fosse retroattiva, venite a portarmi la Coca light in carcere.
Piuttosto di portarti una Coca light in carcere, io e mio marito veniamo a tenerti compagnia. La paura lo lasciamo al diavolo e il coraggio lo prendiamo da Gesù attraverso lo spirito santo.
Ti abbraccio con amore
Certo che ci vuole parecchio coraggio a andare in Piazza Farnese (sperando che non piova)!
…non nominate il nome di Dio invano!
Ci troveremo in carcere tutti insieme!
perché costanza, sei omofoba? Non credo. Spero di no.
Cara Margaret, non essere così superficiale…
Potrebbe essere in carcere (come tantissimi) solo per non essere “pro” o per essersi dichiarata “contro” ciò che verrà decretato come “legge dello stato” (alla faccia della libertà di pensiero e di opinione) e, se vogliamo parlare di “omofobia”, ciò che “altri” dichiareranno essere omofobia.
Cmq aspettiamo se e quando sarà, per parlare della realtà delle cose.
Con la definizione che viene comunemente usata per “omofobia” (cioè essere contrari alle istanze dei movimenti LGTB), non solo il Catechismo della Chiesa Cattolica ma anche la Bibbia può essere considerata “omofoba”.
Ottima osservazione 😉
…o in manicomio!
Manco male visto che oggi ricordiamo Santa MARIA MADDALENA DE’ PAZZI 😉
(La Santa mi perdonerà visto che “gioco” sul suo nome…)
E saremo in parecchi…
E’ devastante pensare che siamo tornati al punto di temere, seppur apparentemente scherzando, delle ritorsioni che seguiranno le nostre opinioni.
E’ devastante e triste.
L’altra cosa impressionante è come siamo tutti manovrati: noi agiamo politicamente per tutelare i bambini (da danni psicologici dimostrati) ed il nostro impegno viene interpretato come un odio verso gli omosessuali.
Guido
…diciamo, allora, semplicemente, che siamo tutti manovrati, e basta.
Alvise, “e basta” lo dici tu se a te va bene così…. 🙁
In carcere? Ma c’è posto per tutti? Mhà forse sarà la volta buona che ne costruiscano di nuovi e risolvano l’annoso problema del sovraffollamento 🙂
Da noi invece il presidente della Camera Boldrini ha detto, in occasione della nona giornata internazionale contro l’omofobia [?], la transfobia [?] e la bifobia [?]:
“penso che le persone omosessuali devono veder riconosciute giuridicamente le loro unioni anche in Italia, come avviene già in diciotto – e, a breve, in diciannove – Paesi dell’Unione europea. L’Europa ce lo chiede. L’Europa non ci chiede solo il pareggio di bilancio, ci chiede anche di riconoscere diritti.
Non è più possibile che, com’è accaduto ad alcuni miei amici, due persone dello stesso sesso che desiderano passare il resto della loro vita assieme non possano avere un riconoscimento della loro unione, da parte dello Stato italiano, e debbano cercarlo e trovarlo all’estero. Non è più possibile che, se uno dei due partner di una coppia omosessuale è gravemente malato o viene a mancare, l’altro non abbia il diritto di stargli accanto in ospedale o di ereditare i suoi beni, così come avviene per chi è sposato.
In altri paesi – ed in altri tempi in Italia – erano i leader politici a portare avanti le battaglie per l’avanzamento dei diritti, spesso con grande coraggio ed in anticipo sui tempi. Adesso in Italia sembra accadere il contrario. Mentre la diversità di orientamento sessuale è ormai – nonostante gli intollerabili episodi di discriminazione – largamente accettata, il mondo politico è rimasto indietro. Sarebbe utile mettersi al passo per colmare questa distanza.
Nella scorsa legislatura, sono state presentate diverse proposte di legge per introdurre l’aggravante di omofobia nel codice penale e per inserire l’omofobia tra le tipologie di discriminazione sanzionate dalla legge Mancino. Auspico che il Parlamento attuale riprenda questo lavoro e lo porti finalmente a compimento. Mi adopererò, nell’ambito dei miei poteri, perché questo accada.”
Il Boldrini-pensiero è semplice, perfino banale, tanto banale da essere aberrante:
1) “Riconoscere diritti a chi non ne ha non significa toglierli ad altri, a chi già li possiede. Significa svolgere un’azione culturale dentro la società e tra le persone: dobbiamo o no essere uguali? Questo dice la Costituzione.”
http://presidente.camera.it/5?evento=92
2) “In effetti sono convinta che l’omofobia prosperi anche perché le persone omosessuali continuano ad essere tenute in una condizione di inferiorità giuridica: se non vengono affermati in modo chiaro i loro diritti, le violenze e le discriminazioni avranno sempre qualche forma di incivile «giustificazione».”
http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/e-ora-di-diritti-non-egoistici-boldrini.aspx
Banale di sicuro, ma perché ab-errante? Perché non è come il vs.pensiero?
(ma solo il vs. pensiero è quello giusto e gli altri ab-errazioni sataniche di gente cattiva di suo o incattivita dal demonio?)
Lo trovi banale anche tu? Bene, per me è già un buon inizio.
però non hai spiegato per quale motivo le parole espresse dalla Boldrini ti sembrano “aberranti”! Ha semplicemente ricollegato la valutazione in merito alla situazione degli omosessuali in Italia ( valutazione su cui tu puoi dissentire e che invece mi trova molto più che concorde ) ai principi costituzionali. Che prevedono innanzitutto la “pari dignità sociale” di tutti gli individui a prescindere da ogni “condizione personale e sociale”. Buona Giornata
Dici che “i principi costituzionali prevedono innanzitutto la “pari dignità sociale” di tutti gli individui a prescindere da ogni “condizione personale e sociale”.
1) Mi domando: la legge italiana nega di fatto la “pari dignità” della persona omosessuale rispetto all’eterosessuale?
“I giuristi sanno bene che praticamente tutti quei diritti generalmente invocati dai partner di una unione di fatto possono essere attivati tramite il diritto volontario e senza alcuna necessità di introdurre per via legislativa nuovi istituti.
E’ un falso problema, ad esempio, la questione successoria, in quanto attraverso il testamento è possibile trasmettere il proprio patrimonio a chi non avendo vincoli legali e/o familiari col testatore sarebbe escluso dalla successione legittima. Oggi nulla vieta, peraltro, al convivente omosessuale di ricorrere agli strumenti del diritto volontario stipulando una polizza assicurativa o una pensione integrativa a beneficio del partner, o stipulando un contratto di comodato d’uso vita natural durante, ovvero costituendo un usufrutto d’immobile.
E’ un falso problema il subentro nel contratto di locazione della casa di comune residenza, in quanto tale contratto può ben essere stipulato congiuntamente dai due partner, e in ogni caso già la giurisprudenza costituzionale è intervenuta riconoscendo il diritto di successione nel contratto di locazione a seguito della morte del titolare a favore del convivente (Corte Costituzionale sent. n. 404/1988). Così come è un falso problema la possibilità di visita in carcere del partner, oggi concessa anche ai conviventi grazie ad espresse disposizioni dell’ordinamento penitenziario (art. 18 della legge 26 luglio 1975, n.354, e art. 37 del regolamento di esecuzione D.P.R 30 giugno 2000, n. 230).
Per quanto riguarda le visite in ospedale oggi già quasi tutti i regolamenti interni dei nosocomi contemplano la possibilità di accesso ai conviventi. E’ un falso problema, inoltre, la risarcibilità del convivente omosessuale per fatto illecito del terzo (ad esempio in un incidente stradale), poiché la giurisprudenza ha ormai pacificamente riconosciuto tale diritto (Tribunale di Milano 12 settembre 2011, n. 9965), secondo il consolidato orientamento della Suprema Corte di Cassazione (Cass., sez. unite Civ., sentenza 26972/08, Cass. III sez. pen. n. 23725/08).
Numerose sono, del resto, le disposizioni normative che attribuiscono diritti specifici alle «persone stabilmente conviventi».
Basti citare, ad esempio, la possibilità di richiedere la nomina di un amministratore di sostegno (art. 408 e 417 c.c.), la facoltà di astensione dalla testimonianza in sede penale (art. 199, terzo comma, c.p.p.), la possibilità di proporre domanda di grazia (art. 680 c.p.), e così proseguendo.
La giurisprudenza riconosce, infine, la possibilità a conviventi omosessuali di stipulare, nell’ambito dell’autonomia negoziale disponibile, accordi o contratti di convivenza, purché siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico (art. 1322 del Codice civile) e non contrastino con norme pubbliche, l’ordine pubblico o con il buon costume. Si tratta in genere di accordi di natura patrimoniale che rientrano nella disponibilità delle parti (ad esempio la scelta e le spese per l’abitazione comune; la disciplina dei doni e delle altre liberalità; l’inventario, il godimento, la disponibilità e l’amministrazione dei beni comuni; i diritti acquistati in regime di convivenza, ecc.).”
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-unioni-gay-hanno-gi-tutti-i-diritti-6370.htm
2) I principi costituzionali che sanciscono la pari dignità della persona omosessuale rispetto all’eterosessuale non sono in contrasto con l’art. 29 della Costituzione: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Rispetto al quale articolo va detto subito che il costituente, quando scrive “matrimonio”, intende esclusivamente quello tra un maschio e una femmina. Come i costituzionalisti sanno perfettamente, per il costituente il matrimonio è in quanto tale tra un maschio e una femmina. Quindi chi volesse introdurre in Italia il “matrimonio gay” dovrebbe modificare l’art. 29 della Costituzione, il quale, così come giace e così come è stato concepito dal costituente, pone un ostacolo insormontabile all’introduzione del “matrimonio gay”.
3) Rimane l’altra questione sollevata la Boldrini: l’introduzione dell’aggravante di omofobia nel codice penale.
Ebbene: la persona omosessuale è già tutelata dal nostro codice penale contro l’ingiuria (art. 594), la diffamazione (art 595), la diffamazione per mezzo stampa (art. 596 bis). Inoltre è già prevista l’aggravante comune per aver agito per motivi abietti o futili (art. 61).
Perché mai dunque introdurre l’aggravante specifica per l’ “omofobia”? Si vogliono tutelare soggetti particolarmente deboli ed esposti a violenza? Ammesso che gli omosessuali lo siano, coerentemente sarebbe necessario allora introdurre un’aggravante specifica (o un vero e proprio reato) a tutela di tutti gli altri soggetti deboli, cioè un’aggravante specifica (o un vero e proprio reato) di disabile-fobia, anziano-fobia, migrante-fobia e via dicendo, in una insensata proliferazione di reati o di aggravanti specifiche.
Ma che vanno cercando questi omosessuali!?!?
Non confondiamo le rivendicazioni degli attivisti gay con le opinioni degli omosessuali.
Non facciamo di ogni erba un fascio. Esistono persone omosessuali che dissentono dalla legge francese «Mariage pour tous», alcuni dei quali, come è noto ai lettori di questo blog, sono presenti sul sito:
http://www.homovox.com/
sul punto 1; è vero, il legislatore in molti casi è intervenuto su singoli aspetti al fine di garantire il medesimo trattamento normalmente spettante al coniuge anche al convivente. Ma rimane pur sempre il risultato di una serie di interventi parziali che, a mio avviso, non risolvono la questione ( più etica che giuridica ) della non piena equiparazione tra coppie omosessuali e coppie etero. Sugli interventi della giurisprudenza, trovo molto significativo che debbano essere i giudici ad adeguare l’ordinamento ai cambiamenti sociali e non sia invece il legislatore a farlo. Peraltro il discorso sulla discriminazione era in particolar modo legato ad una percezione sociale dell’omosessualità ( che di certo non è favorita dall’inerzia del legislatore in merito ); mi spiego: ancora oggi si può dare del “frocio” a qualcuno senza che questo susciti una reazione di sdegno unanimemente riconosciuta. E non mi si può dire che non è così. Basta andare in un qualsiasi posto frequentato da ragazzi i quali utilizzano questo epiteto molto più spesso rispetto ad altri. E anche a livello di media la situazione non è che sia così diversa ( penso solo a quel dibattito durante il quale l’On. Mussolini affermò: “meglio fascista che frocio”…prova a pensare che cosa sarebbe accaduto se avesse detto “meglio fascista che ebrea”). Poi certo la situazione delle discriminazioni in questo paese non riguarda solo gli omosessuali: colpisce però che coloro i quali tendono ad avere un atteggiamento più aggressivo verso gli omosessuali tendono ad avere lo stesso tipo di comportamento ad esempio verso le persone di colore: penso a vari esponenti della Lega Nord… il sindaco di Treviso che ha auspicato “pulizia etnica contro i culattoni” ma è solo un esempio. E ti ripeto, se avesse detto “pulizia etnica contro gli ebrei”!?! beh vabbè non vado oltre. Il problema è percepire la gravità delle discriminazioni contro qualsiasi gruppo umano. E ho allargato un po’ il discorso.
sul punto 2; no, non è vero che per riconoscere il matrimonio omosessuale si dovrebbe modificare l’art. 29. O comunque c’è in dottrina un ampio dibattito in merito. E’ vero, la sent. 138/2010 della Corte Costituzionale afferma espressamente che quando i costituenti hanno redatto quella disposizione pensavano esclusivamente al matrimonio tra coniugi di sesso diverso, ma da questo come si fa a dedurre che si volessero escludere le coppie omosessuali? Peraltro dai lavori preparatori emerge che quell’articolo è nato da una duplice esigenza in parte ravvisabile nelle aberrazioni ( queste sì! ) del regime fascista: affermare cioè che la famiglia gode di una serie di diritti che preesistono e, difatti, il legislatore li riconosce e al tempo stesso preservarla da indebite intromissioni, quali ad esempio quella di vietare i matrimoni tra ebrei e non ebrei. Prevedere il matrimonio tra persone dello stesso sesso non implica il mancato rispetto della “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” ( è quello che dice la Boldrini, e ti ripeto, per quanto uno possa discuterlo, trovarlo aberrante mi sembra davvero eccessivo ). A maggior ragione se si interpreta l’art. 29 in coerenza con gli altri principi costituzionali ( e ritorna, almeno a mio avviso, l’art. 3). Sul punto 3, sono particolarmente d’accordo con te sul presupposto di fondo ( ma, temo, solo su quello ). E cioè anche io trovo inutile la proliferazione di reati, laddove spesso la creazione di una fattispecie incriminatrice risponde al mero intento di far vedere che si sta facendo qualcosa per. Ma, in questo caso, è altrettanto ( se non più ) ideologica l’opposizione ad una proposta simile che sicuramente non si fonda su un discorso di natura tecnica o di politica del diritto. Peraltro la migrante-fobia in realtà esiste e si chiama xenofobia; a voler essere precisi non è la stessa cosa: nel primo caso immagino tu ti riferisca ai atteggiamenti discriminatori nei confronti dei migranti mentre nel secondo caso si parla di stranieri ma, sostanzialmente il fenomeno cui ci si riferisce è il medesimo. Peraltro ( ma non ne sono sicuro ) credo che in questi casi si applichi la legge Mancino, il cui art.1 è così rubricato:”Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
1) “Ma rimane pur sempre il risultato di una serie di interventi parziali che, a mio avviso, non risolvono la questione ( più etica che giuridica ) della non piena equiparazione tra coppie omosessuali e coppie etero.”
La domanda è: perché mai si dovrebbe giungere a una piena equiparazione tra coppie omosessuali e coppie etero? E’ questione “etica” (ancor prima che giuridica), dici tu. Ossia: è bene che questa equiparazione ci sia. Ma ciò va dimostrato, non basta asserirlo. Va dimostrato in sede di disamina sull’etica, appunto; cioè: in sede di antropologia filosofica e filosofia morale. Se vuoi scendere su questo terreno, ti seguo. Ma il discorso porterebbe lontano…
2) “quando i costituenti hanno redatto quella disposizione pensavano esclusivamente al matrimonio tra coniugi di sesso diverso, ma da questo come si fa a dedurre che si volessero escludere le coppie omosessuali?”
Si deduce dal fatto che il costituente definisca la famiglia “società naturale”. E’ impossibile che il costituente degli anni ’40 pensasse all’unione tra omosessuali come “società naturale”.
“Prevedere il matrimonio tra persone dello stesso sesso non implica il mancato rispetto della “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” ”
Non posso essere d’accordo, perché
A) rispettare la famiglia “società naturale fondata sul matrimonio” significa irrinunciabilmente non equiparare, non fare uguale ad essa (cioè: non trattare – anche giuridicamente – come essa) ciò che uguale ad essa non è
B) l’unione tra omosessuali non è uguale alla famiglia “società naturale fondata sul matrimonio”, poiché (almeno) l’unione tra omosessuali non è “società naturale” (vedi 2)
C) stanti A e B, equiparare l’unione tra omosessuali alla famiglia “società naturale fondata sul matrimonio” (cioè, “prevedere il matrimonio tra persone dello stesso sesso”) equivarrebbe a non rispettare la famiglia “società naturale fondata sul matrimonio”.
Ecco perché prevedere il matrimonio tra persone delle stesso sesso sarebbe un vero e proprio vulnus costituzionale: perché il costituente, vergando l’art. 29, riconosce alla famiglia uno status imparagonabile a quello di altre società, cioè sancisce un “favor familiae”, che logicamente è inconciliabile con il riconoscimento di uguale “favor” ad altra società (qualora ogni società godesse di un “favor” come quello riconosciuto alla famiglia, la famiglia cesserebbe di godere di favor, giacché logicamente il “favor” può sussistere per una società solo se non esiste per un’altra).
Ed ecco perché, ripeto, il “matrimonio gay” non può trovare spazio vigente la Costituzione così com’è.
3) siamo d’accordo sulla “inutile la proliferazione di reati”. Disapprovo coloro che si opponessero all’introduzione del reato di omofobia (o di aggravante specifica) temendo che questa novità ostacolerebbe il loro odio nei confronti degli omosessuali. Sinceramente non conosco cattolici che si oppongono a detta novità per queste ragioni (cioè, in definitiva, cattolici che odiano le persone omosessuali).
“la successione delle generazioni, l’avvenire dell’umanità non possono che fondarsi sul riconoscimento della realtà dell’uomo.” (tutto è realtà)
@ Bariom, per fortuna ci sei tu ad esser profondo, nevvero? Ma il mio non era un attacco. Era un invito a spiegar meglio, per non esser fraintesi. tutto qui. Penso che tutti gli esseri umani, in quanto tali meritino rispetto e comprensione e abbiano dei diritti. Non ho verità da condividere, ma ho una Verità da perseguire…
@Margaret, non so se sono particolarmente profondo, so che capita anche a me di essere superficiale o di dire sciocchezze, come capita a tutti, nevvero?
Il tuo non mi sembrava un invito a spiegarsi meglio ma, appunto un commento “buttato lì”, quindi superficiale.
Detto questo, certo che il rispetto e financo l’amore per le persone, tutte le persone, non va mai dimenticato. Ti sembra qui si dimentichi?
A me proprio non pare… e quando non è ribadito è perché è il punto di partenza di qualunque considerazione fatta in un ambito che vuol dirsi cristiano, anche se resta “sullo sfondo” o apparentemente taciuto.
ah e comunque l’omofobia non si esplica poi contro istanze. Dietro le istanze ci sono le persone. E il rispetto e l’amore verso le persone NON vanno mai dimenticati. Vi prego, non facciamolo.
E intanto per la maggior parte dei lettori di Famiglia Cristiana (online), i matrimoni gay sarebbero “un segno di civiltà”!
http://www.famigliacristiana.it/sondaggi/sondaggio/e-voi-cosa-ne-pensate-dei-matrimoni-gay.aspx?show=stats Confesso che sono rimasta basita quando ho visto questo sondaggio… Ma sono dei cattolici che votano così? Speriamo di no…
Mah… bisognerebbe capire chi sono in realtà i frequentatori di Famiglia Cristiana “online” (e più in particolare i partecipanti ala sondaggio)
Intanto sappiamo chi sono quelli di Famiglia Cristiana……
Ah, quelli… 😉
Chi sono? Ditemelo anche a me!
No a te no… 😉
Alvise, smettila di votare su Famiglia cristiana, stai falsando i risultati! 😉
Macché cattolici Aleph, sui blog cattolici c’è un’invasione di troll delle associazioni gay. E’ una battaglia sul web. Con questo comunque non intendo difendere la politica anticlericale e anticattolica portata avanti da don Sciortino su Famiglia Cristiana
Non so chi risponda a famiglia cristiana ma sulla Stampa scrive di certo un imbecille
http://www.lastampa.it/2013/05/25/esteri/parigi-contro-i-matrimoni-gay-la-destra-tenta-lultimo-assalto-NMXXEODJWnRQ2yxUCgCGzI/pagina.html
Allessandro: sei un mito! Smack! 😀
Alvise: non comment… sotto questo comment, please! 😉
“Cari figli, anche oggi in modo particolare vi invito, in questo tempo di grazia: apritevi allo Spirito Santo. Cari figli, non permettete che il mondo vi guidi. Perciò che lo Spirito Santo vi guidi! Pregate, perseverate nella preghiera. Che lo Spirito Santo scenda sulle vostre famiglie che sono nel buio. La Madre prega insieme con voi e intercede presso suo Figlio. Grazie, cari figli, perché anche oggi avete risposto alla mia chiamata”. (Medjugorje, Messaggio dato il 20 maggio 2013 al veggente Ivan)
“Cari figli! Oggi vi invito ad essere forti e decisi nella fede e nella preghiera affinché le vostre preghiere siano tanto forti da aprire il cuore del mio amato Figlio Gesù. Pregate figlioli, senza sosta affinché il vostro cuore si apra all’amore di Dio. Io sono con voi, intercedo per tutti voi e prego per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. (Medjugorje, Messaggio dato il 25 maggio 2013 alla veggente Marija)
Tra le argomentazioni di chi è contrario a una legge contro l’omofobia c’è quella secondo cui questo reato sarebbe già contrastato da diversi articoli e che un “privilegio” verso questo crimine sarebbe ingiusto e porterebbe a un pullulare di richieste di aggravanti per questo o quell’atto o incitazione fobica.
A leggere la Legge Mancino (citata dal commentatore Daniele) si deduce che questa cosa sia già avvenuta. Infatti questa legge prevede un’aggravante per “Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” e solo per questi reati.
Se veramente “tutti i reati di odio verso una categoria, omofobia compresa, devono essere uguali”, allora su quali basi si fonda lo status “privilegiato” di (per esempio) xenofobia e cattofobia? Per coerenza, penso proprio che chi sostiene la prima tesi dovrebbe battersi per abrogare questa legge…
Oppure si potrebbe aggiungere i crimini per motivi di orientamento sessuale in questa stessa legge, seguendo così anche l’insegnamento della Chiesa che, citando a memoria una dichiarazione firmata dal Card. Ratzinger, condanna chiaramente ogni marchio di ingiusta discriminazione e parla di rispetto degli omosessuali.
Penso che, definendo in questi termini il reato di omofobia, si eviterebbe anche il timore di molti cattolici di essere condannati per le opinioni che hanno sull’omosessualità (sempre che, alle stesse, non si associno odio o violenza; ma questo andrebbe contro gli insegnamenti della Chiesa).
Cosa ne pensate?
@Anonimo, rispondo a te ma per porre (da ignorante – anche sa la legge non ammette ignoranza…) a mia volta una domanda…
Vi sono tutta una serie di reati contro la persona – qualunque persona – che possono vedere (se non sbaglio) una serie di aggravanti, quella di essere stati perpetrati o commessi con motivazioni di discriminazione religiosa, politica, razziale, sessuale (?) o orientamento sessuale (?). Domanda esiste questa particolare aggravante (sessuale / orientamento sessuale)? Come peraltro esiste anche quella dei “futili motivi”.
Se esiste, questa già comprenderebbe anche, la così definita, omofobia.
Se non esiste, mi pare giusto possa essere introdotta – ma come discriminazione sull’orientamento sessuale e per un crimine – preciso crimine – rivolto alla persona.
In cosa si connoterebbe invece il “crimine” di omofobia in sé? E allora perché non il crimine di “religiofobia” (che ce n’è tanta per ogni tipo di confessione)?
@Bariom
Facciamo un esempio concreto.
Nel luglio 2009, mi sembra, alla Camera fu sollevata pregiudiziale di incostituzionalità rispetto a questo testo:
“All’articolo 61, comma 1, del codice penale, dopo il numero 11-ter), è aggiunto il seguente: “11-quater) l’avere, nei delitti non colposi contro la vita e l’incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per finalità inerenti all’orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato”.
La pregiudiziale di incostituzionalità fu accolta, e il testo respinto.
Non entro nel merito dei profili di incostituzionalità che l’assemblea credette di ravvisare.
Mi interessa segnalare che se quel testo fosse stato approvato avrebbe reso circostanza aggravante l’aver commesso un reato per finalità “inerenti all’orientamento sessuale della persona offesa dal reato”.
Ma che significa “orientamento sessuale”? Per intenderci: la pederastia non configura forse un orientamento sessuale?
Ecco: se quel testo fosse passato, si sarebbe introdotta un’aggravante per un reato la cui vittima venisse offesa per finalità inerenti all’odio nei confronti del suo orientamento sessuale pederastico. E perciò si sarebbe sancito che chi presenta un orientamento pederastico è meritevole di particolare tutela (tale da giustificare l’introduzione dell’aggravante) proprio in forza di tale orientamento. Ma se chi presenta un orientamento pederastico è meritevole di particolare tutela proprio in quanto tale, come si potrebbe coerentemente seguitare a deprecare moralmente e a punire penalmente la pederastia?
Insomma, quel testo avrebbe introdotto un’aggravante per chi aggredisse un omosessuale in odio alla sua omosessualità, un eterosessuale in odio alla sua eterosessualità, ma anche un pederasta in odio al suo “orientamento sessuale” pederastico.
Morale:
1) come dicevo, l’ordinamento italiano tutela le persone omosessuali senza bisogno di introdurre reati ad hoc e aggravanti specifiche
2) quando si vuole tutelare l’orientamento sessuale delle persone, occorre prestare attenzione, perché è facile incorrere involontariamente nella implicita apologia di comportamenti turpi. “Orientamento sessuale” è locuzione tanto polisensa da diventare difficilmente gestibile in sede di legiferazione.
“la nostra Costituzione mai prevede l’espressione “orientamento sessuale”, ma stabilisce che tutti i cittadini sono eguali “senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3, comma 1).
Dunque cosa significa inasprire la sanzione di un reato ove questo venga commesso “per finalità inerenti all’orientamento sessuale” della vittima? Significa che dinnanzi ai ripetuti e scellerati atti di intolleranza verso gli omosessuali lo Stato reagisce e detta una norma che aggrava la posizione di chi delinque in quella direzione. Almeno questo secondo la vulgata mediatica di queste ore. Ma allora, se così fosse, perché non è stato scritto nella norma che l’aggravante scatta quando il reato sia commesso “per finalità inerenti alla condizione omosessuale” della vittima, rispettando il dettato costituzionale che parla di eguaglianza nelle “condizioni”, e non negli “orientamenti”?
Del resto quali sarebbero poi gli orientamenti sessuali “politicamente corretti”, o meglio legittimi, che giustificano una norma di maggior rigore verso gli aggressori? L’omosessualità pare di sì. E l’orientamento pederastico (cioè verso giovani e adolescenti)?
Attenzione: la norma parla di “orientamenti”, non di “pratica”, né di “manifestazioni”, dunque sino a prova contraria anche l’orientamento personale favorevole alla pederastia sarebbe legittimo, ascrivibile nell’alveo della libera manifestazione di pensiero (nonché in secoli di letteratura saffica). E perché tale genere di “orientamento sessuale” meriterebbe una tutela pari a quella degli omosessuali discriminati? Questa è la grande ipocrisia di una norma che vuol far intendere “omofobia”, ma poi scrive “orientamento sessuale”, estendendo la fattispecie a situazioni diverse, che andrebbero dunque trattate in modo diverso…
Una volta usciti dal dettato costituzionale, che parla come detto di “condizioni” sessuali e non di “orientamenti” sessuali, il dado è tratto: ogni orientamento e, dunque, ogni comportamento sessuale ha pari dignità, anche il più turpe. Ma questo – siamo sicuri – non era nelle intenzioni di chi ha scritto la norma. E allora l’unica strada percorribile era quella di correggerla così da evitare interpretazioni tanto possibili, quanto aberranti”.
http://www.benecomune.net/news.interna.php?notizia=916
L’autore di questo intervento, Alberto Gambino, è contrario all’introduzione del reato di omofobia:
http://www.mpv.org/mpv/allegati/11669/11091421fac.pdf
@Alessandro ottimo chiarimento ti ringrazio…
(in effetti ci si poteva arrivare, ma oggi sono andato… a scocco ;-))
Grazie a te 😉
…come anche il diritto della famiglia lo si vede applicato senza altra specificazione o aggiunta o precisazione o interpretazione o particolarità o privilegio di qualcedune famiglie nei confronti di altre cosiccome una volta famiglie erano intesi solo uomini e donne sposati e poi anche solo conviventi senza perdessino la qualifica di famiglia così ora e dopo (forse)saranno famiglie anche di soli uomini o donne sposati o meno. Dalla quale si vede che la storia nel suo corso incessante e mutevole addiviene a formare anche nuovi o rinnovati istituti giuridici a seconda che occorrano.
Il problema sulla punizione dell’omofobia sta in un fatto elementare (cui si riferisce anche un’annotazione di Admin). “Omofobo” è un neologismo di incerto significato, che gli attivisti LGBT si sono confezionati ed accaparrati annettendogli i significati che ritengono più utili per le loro rivendicazioni.
Per omofobia si intende solo il disprezzo, l’odio (estrinsecantesi in aggressione fisiche e/o verbali) nei confronti delle persone omosessuali?
No. Omofobo è detto pure chi non vuole riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali. E chi si oppone al “matrimonio gay”. E omofobo è pure chi non odia e non disprezza la persona omosessuale, ma la pensa come il Catechismo della Chiesa Cattolica:
“gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.
Le persone omosessuali sono chiamate alla castità”
Ebbene, se pensarla come il Catechismo della Chiesa Cattolica e dichiararlo pubblicamente è incorrere in “omofobia”,
allora punire penalmente l’omofobia significa punire penalmente il cattolico per il fatto di non rinnegare il proprio essere cattolico (cioè: non rinnegare una parte del Catechismo della Chiesa Cattolica).
Il problema del reato di omofobia (o della relativa aggravante) è sostanzialmente, radicalmente tutto qui. Se “omofobia” significa ciò che gli attivisti LGBT ritengono debba significare, e se il reato di omofobia (o la relativa aggravante) fosse modellato sul significato del vocabolo (e come potrebbe essere diversamente?), allora il cattolico sarebbe ipso facto un fuorilegge, un delinquente.
Così è. Senza tanti giri di parola.
Si, così è senza tanti giri di parole… e così si andrebbe ipso fatto contro la libertà di manifestazione del pensiero, che ad esempio la Treccani così indica:
“La libertà di manifestazione del pensiero è stata definita dalla giurisprudenza costituzionale come la «pietra angolare dell’ordine democratico», in quanto «condizione del modo di essere e dello sviluppo della vita del Paese in ogni suo aspetto culturale, politico, sociale»: secondo la stessa Corte costituzionale, essa consisterebbe nella libertà di dare e divulgare notizie, opinioni e commenti.”
Già. Prepariamoci al martirio.
Alessandro,
Credo che, per escludere la pederastia sarebbe bastato scrivere in un’eventuale legge le parole “orientamento sessuale non illegale”. In ogni caso la carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (che, da quello che so, è vincolante per l’Italia e nella scala dei diritti è superiore alle leggi ordinarie) già prevede il divieto di discriminazione in base all’orientamento sessuale (art. 21).
Quanto a una definizione di omofobia che include anche l’essere contrari al matrimonio omosessuale, da una breve ricerca non trovo riscontro ufficiale:
“omofobìa s. f. [comp. di omo(sessuale) e -fobia]. – Avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità. ”
Dizionario Treccani
“omofobia [o-mo-fo-bì-a]
s.f.Avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità”
Dizionario Hoepli
“omofobia
n.f. [pl. -e] paura eccessiva dell’omosessualità
Comp. di omo- e -fobia. ”
Dizionario italiano di Sapere.it
“considerando che l’omofobia può essere definita come una paura e un’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (GLBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo,”
Risoluzione del Parlamento Europeo sull’Omofobia.
Certo, c’è poi qualcuno usi questo termine con un significato diverso, includendo anche l’opposizione al matrimonio gay ecc.; considerare questa però come l’unica fonte ufficiale del significato di un termine della lingua italiana mi sembra decisamente non corretto.
Tornando al discorso iniziale, visto che ci sono già discriminazioni, dimostrazioni d’odio e atti violenti considerati più gravi di altri (quelli contenuti nella Legge Mancino), non avrebbe senso includere anche atti e violenze motivati da omofobia, considerato che anche la religione cattolica è contraria a questi?
Visto che citi la “Risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012 sulla lotta all’omofobia in Europa”, vediamo in quella risoluzione che significa omofobia, chi viene considerato omofobo.
– Un sindaco vieta che nella sua città si faccia il Gay Pride? E’ omofobo
“K … negli Stati membri e nei paesi terzi continuano a verificarsi casi di omofobia, che si manifesta sotto forma di interdizione delle marce per l’orgoglio omosessuale (gay pride)”
– Il Parlamento europeo per constratare l’omofobia:
” invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che la direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione sia attuata senza discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e a proporre misure per riconoscere reciprocamente gli effetti dei documenti di stato civile in base al principio del riconoscimento reciproco” (n. 4)
Quindi: se non riconosci nel tuo Stato il “matrimonio gay” contratto in altro Stato, sei omofobo.
– Il Parlamento europeo per contrastare l’omofobia:
“sottolinea inoltre che l’istruzione è fondamentale ed esprime quindi la necessità di un’educazione sessuale appropriata, accessibile e rispettosa; esorta gli Stati membri e la Commissione a intensificare la lotta all’omofobia attraverso l’istruzione, nonché adottando misure amministrative, giuridiche e legislative” (n.13)
Qual è questa “educazione sessuale rispettosa”? Non quella in cui si dice all’educando che le inclinazioni omosessuali sono intrinsecamente disordinate e che l’atto omosessuale è peccaminoso, perché è di tutta evidenza che una simile educazione sarebbe considerata dall’estensore del documento educazione omofobica, apologia dell’omofobia. Quindi se un genitore insegna ai suoi figli ciò, è omofobo. Poiché ciò è notoriamente quanto i genitori cattolici sono tenuti a insegnare ai figli nel loro compito di trasmissione della fede cattolica, è evidente che il genitore cattolico che non rinunci a essere tale incorre in omofobia, secondo l’accezione di “omofobia” usata nel documento in oggetto.
Quindi il cattolico che sull’omosessualità è d’accordo col Catechsimo è omofobo. Buono a sapersi. L’ineffabile documento (al n. 13) esprime “costernazione” perché “i cittadini sono intimiditi e temono di esprimere le proprie opinioni” favorevoli all’omosessualità. Personalmente esprimo costernazione perché il cattolico, letta la Risoluzone, risulterà “intimidito e può temere di esprimere le proprie opinioni” a riguardo dell’omosessualità. Come minimo si busca dell’omofobo. Le sanzioni seguiranno (“Il Parlamento europeo esorta gli Stati membri e la Commissione a intensificare la lotta all’omofobia attraverso l’istruzione, nonché adottando misure amministrative, giuridiche e legislative”).
Come meravigliarsi, con queste premesse, se il documento “ritiene che i diritti fondamentali delle persone LGBT sarebbero maggiormente tutelati se esse avessero accesso a istituti giuridici quali coabitazione, unione registrata o matrimonio e plaude al fatto che sedici Stati membri offrono attualmente queste opportunità e invita gli altri Stati membri a prendere in considerazione tali istituti”?
Sulle piacevolezze contenute nel documento ci si potrebbe dilungare (sarebbe ad esempio interessante considerare dove porti la tutela dell’ “orientamento sessuale” così come configurato nel documento stesso).
Ma tanto basti, per capire che significa omofobia e chi è omofobo secondo questa Risoluzione del Parlamento europeo (cioè, secondo un documento piuttosto… ufficiale, mi pare).
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P7-TA-2012-0222&language=IT
A parte la orrendezza di tante espressioni e/o vocaboli dell’italiano parlato e/o scritto di oggi, sì, nell’accezione dell’orrendezza del vocabolo d’ oggi, i cattolici come voi, insieme a qualche altro milione, anche non cattolici, di persone in l’Europa, sono OMOFOBI. Non si spiegherebbe altrimenti l’impulso irrefrenabile e (sacrosanto?)a manifestare contro i matrimoni omosessuali e non invece contro l’aborto, che essendo da tanti considerato omicidio, sembrerebbe meritasse ben più manifestazioni perpetue contararie.
Che i cattolici non manifestino contro l’aborto è tua opinione non suffragata dai fatti.
Cattolici omofobi? Che fare? Adesso che l’hai scoperto, puoi denunciarli…
Piena libertà di essere omofobi (cosiddetti, da chi è ignorante): l’importante è che siano liberi anche gli omosessuali (anche di sposarsi, se lo vogliono, per quanto grottesco e “fuori luogo” e inopportuno e insensato possa apparire). Così come uno è libero di essere xenofobo, ma non di bastonare gli immigrati. Come uno può essere vegetariano, ma non rompere le palle a chi mangia la ciccia. Come uno può negare l’effetto serra, ma non impestare l’aria. Eccetra eccetra eccetra.
Non è così semplice. Se passa la storia del reato di omofobia il fatto stesso di essere cattolici diventa reato. Rifiutarsi di celebrare un matrimonio gay diventa reato. Manifestare contro le adozioni ai gay diventa reato. Manifestare contro i matrimoni gay diventa reato. Qualcuno si sognerà di vietare le Sacre scritture perchè omofobe. Magari di chiudere le chiese dove si compiono atti di omofobia. Già la Bonino, ministro degli esteri, ha detto che l’obiezione di coscienza relativa all’aborto impedisce alle donne di abortire e andrebbe abolita. Cioè se un medico è cattolico deve ammazzare per forza. Ma non ti rendi conto che viviamo in un mondo alla rovescia? E che gli effetti nefasti di tutto questo si riverseranno su tutti come un’ immensa colata di liquami?
Bisogna che vi abituiate essere martirizzati (lo siete, del resto, da sempre)!
Tanti nemici tanto onore! Ad maiorem Dei gloriam! Etc.
p.s. mondo alla rovescia di quale?
L’affermazione di Alvise, seppure nasce con non si sa bene quale spirito, non è lontana dalla verità.
Non mi riferisco ovviamente al “mondo alla rovescia”
Alvise qua stiamo. Che lo Spirito Santo ci dia la forza.
Massimo Intriovigne: “Abbiamo contato in Europa 41 leggi suscettibili di influire negativamente sulla libertà religiosa dei cristiani in 15 Paesi, tra cui non c’è fortunatamente l’Italia”. Per ora.
http://www.tempi.it/cristiani-prima-di-dire-che-non-sono-discriminati-in-europa-leggete-qui#.UaOH0EBQbu0
Come Volevasi Dimostrare…
p.s.”Per questo, noi, Francesi, (Italiani)non accetteremo mai una legge che pretenda che si possa avere delle generazioni spontanee!
“Se passa la storia del reato di omofobia il fatto stesso di essere cattolici diventa reato.”
Ma non mi dire!!!
Invece te lo dico e la cosa dovrebbe preoccupare anche te!
…ma abbi pazienza!!!
Ci rimpiangerai.
Ma no… ci scriverà in carcere. Chi ci libererà!?
Da Alvise intendo 😉
ma che è, filologia e/o etimologia un tanto al chilo?
grazie a senwbms e bariom per le risposte successive.
Intanto godiamoci questo nuovo spot del Parmigiano Reggiano:
http://youtu.be/l39H42-heBA
Esiste anche la versione al femminile. Innocuo si potrebbe dire, ma come qualcuno disse: “pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” 😉
Quello che fa “sorridere”, è la spiegazione dello spot:
“Protagonisti dello spot sono due coppie di gemelli con diverse personalità: mentre uno è ben informato sulle modalità di degustazione del prodotto, l’altro non conosce ancora gli aspetti distintivi che rendono unico il Parmigiano Reggiano. Attraverso un simpatico equivoco, lo spot educa il consumatore al corretto consumo del prodotto mantenendo un tono ironico e divertente.”
Ma dico, con tutto lo studio che viene fatto sui “target” dei possibili consumatori che possono e devono immedesimarsi nel prodotto, hanno scelto un bel mercato di nicchia. quello dei …gemelli (sig!)
Frase conclusiva dello spot: “Sono le differenze, a renderlo unico” ;-)… non c’è dubbio.
Perche’ censurate post che non sono volgari ne’ offensivi?
??? post o spot?
La censura dei post spetta a admin 🙂
Marco i tuoi commenti erano solo in attesa di approvazione, c’era anche scritto, ed è così perché sei un nuovo commentatore, non gridiamo subito alla censura per favore; a volte (specie la domenica) può passare anche molto tempo prima che possa controllare il blog e quindi approvare i commenti
Costanza Miriano sei eroica. Considerando dove lavori e il clima che le forze del male stanno creando tu ti stai distinguendo come una vera e propria eroina del nostro tempo. E’ proprio vero che la Verità non tace mai. Continua così, un abbraccio da tutta la mia famiglia.
L’importante è che in queste manifestazioni non ci sia violenza. Purtroppo è successo che alcuni gruppuscoli di estrema destra abbiano infiltrato le manifestazioni pacifiche con atti ripugnanti e sconsiderati, immondi e criminali. Dopo è chiaro che c’è il rischio di repressioni durissime (in Francia non è come in Italia: lì la legge si rispetta, piaccia o meno) e, cosa peggiore, il rischio che l’opinione pubblica prenda le distanze dai manifestanti, non distinguendo più tra i moltissimi pacifici e i pochissimi violenti. Anche la leader della Manif pour tous è stata minacciata dai neofascisti.
Dunque speriamo che tutto vada per il meglio. Speriamo che il corteo dei violenti sia controllato in maniera ferrea, senza alcuna pietà dalla polizia e che i tre cortei festosi e pacifici della Manif possano svolgersi senza nessun criminale infiltrato.
“La realtà è che quando un clericale usa la parola libertà intende la libertà dei soli clericali (chiamata libertà della Chiesa) e non le libertà di tutti. Domandano le loro libertà a noi laicisti in nome dei principi nostri, e negano le libertà altrui in nome dei principi loro!”
[Gaetano Salvemini]
OGGI 26 MAGGIO A PARIGI
i soliti 4 gatti

Personalmente se mi mettessero dentro come “omofoba”, la cosa più seccante sarebbe il dovermi arrovellare sullo scatafascio della lingua italiana, ben rispecchiato dall’acquiescenza con cui un po’ tutti usano a vanvera questo terrificante neologismo, il cui significato di per sé (se la nostra lingua non fosse, appunto, ormai ridotta a poco più che un’opinione) altro non potrebbe essere se non “paura dell’uguale”.
Vedesi “omologa” 😉
“omofobìa s. f. [comp. di omo(sessuale) e -fobia]. – Fonte: Dizionario Treccani.
@Anonimo, il dizionario Treccani, darà probabilmente la spiegazione di una parola entrata nel cosiddetto “uso comune”, un neologismo dal dubbio se non si palese errato senso etimologico.
Non c’è dubbio infatti che etimologicamente parlando, come ben faceva osservare senm, “omo” deriva dal greco e significa “uguale” “simile” (da cui omologare – rendere uniforme; omocromia – colori simili / mimetismo; omofòno – stesso suono; e lo stesso termine omosessuale…).
Anche volessimo dare a “omo” il significato di òm-o (homo – uomo), vedi ometto, ominide, ecc., omo-fobìa, sarebbe la paura generica e generalizzata verso l’essere uomo di genere maschile.
Ma anche questo fa parte delle spinte della moderna intellighenzia, che stravolge persino il significato della parole per piegarle ad un pensiero omologante.
Scusate se mi sono permesso di addentrarmi in una materia che non mi compete, sperando di aver colto nel segno 😉
Ah, direi che valga anche per tutti gli altri blasonati dizionari che hai citato sopra… 😉
Caro Anonimo, grazie di aver dato una dimostrazione pratica di quanto da me deplorato: l’esistenza dell’italiano parlato “a orecchio” ignorandone il funzionamento e il significato delle parole.
Proprio così. “Omofobo” è neologismo coniato giustapponendo con goffaggine dilettantesca e velleitaria due parole greche orecchiate, ignorando l’esito involontariamente comico dell’operazione: scrivere “paura dell’uguale” per intendere “avversione nei confronti dell’omosessuale”. Insomma: scrivere roma per intendere toma.
Non meno comico è il neologismo “bifobia”, che suona evidentemente come diffidenza nei confronti del numero due ma che nelle intenzioni del volonteroso coniatore mira a significare “avversione per la persona di orientamento bisessuale”.
Oh…. bifobia mi mancava… si resta sempre indietro 😉
Ci accuseranno di parlare con lingua “bifobiuta”? 😉