Chi ha paura di Chiara?

chiara

di Costanza Miriano

Ieri davanti alla scuola pubblica dei miei quattro figli, nel quartiere san Giovanni di Roma, c’era un banchetto per raccogliere firme contro la proposta  di intitolare l’istituto a Chiara Corbella Petrillo, giovane mamma morta nel giugno scorso. La cosa per me ha dell’incredibile, e vorrei provare a capirci qualcosa, ragionando a voce alta.

Dunque, la scuola fino all’anno scorso si chiamava Manzoni. Adesso, dopo essersi unificata con una vicina media, è alla ricerca di una nuova denominazione. Saputo questo, l’assessore alla famiglia e all’educazione del Comune di Roma, Gianluigi De Palo, ha proposto, e sottolineo proposto, il nome di Chiara, che era del quartiere dove sorge la scuola, e che di certo è stata, per dire poco, una persona che ha saputo rispettare i bambini. La preside ha raccolto la proposta, l’ha girata a noi genitori, e i rappresentanti ci hanno chiesto di esprimerci sulle due opzioni: riprendere Manzoni o cambiare in Corbella.

Qualcuno ha detto sì (chi come me considera Chiara una sorella maggiore da imitare, chi non condivide ma apprezza il coraggio), qualcuno ha detto no per motivi estranei alla questione aborto (meglio figure significative nella storia della cultura), altri, infine, hanno detto no perché ideologicamente contrari. E fin qui, tutto normale.

Poi è arrivata una mail allarmata: si sta violando la procedura! Si attenta alla democrazia!! L’assessore ha annunciato la cosa come già fatta senza consultarci!!

Poiché conosco Gianluigi De Palo mi sembrava strano. È una persona con cui si può, forse, magari, anche non essere d’accordo, ma della cui correttezza e buona fede non si può dubitare. Così  mi sono permessa di chiamarlo, e l’ho sentito davvero sinceramente rattristato dalla vicenda: non solo non aveva annunciato niente, ma d’accordo con Enrico, il marito di Chiara, e altre persone che le hanno voluto bene ha deciso di ritirare la proposta, perché Chiara, dice, non avrebbe mai voluto essere una bandiera contro qualcuno, né tanto meno dividere, o essere utilizzata per battaglie di principio che offendano qualcuno. Non amerebbe essere dipinta come un’eroina, una martire, una pasionaria delle battaglie antiabortiste. Chiara è stata una mamma che ha messo la vita dei suoi bambini prima della sua. Semplicemente. Grandemente. Non è morta per, non si è immolata. Ha “solo” detto, con il marito: i nostri bambini non si toccano, non faremo niente che li possa danneggiare o mettere in pericolo. Quello che è successo dopo – la malattia che l’ha portata alla morte – non lo ha certo cercato, anzi lo ha combattuto fino alla fine. Il fatto è che chi ha mosso queste infondate obiezioni procedurali era contrario nel merito.

A questo punto due parole per chi non lo sapesse: Enrico e Chiara hanno avuto due bambini malformati e morti a poche ore dalla nascita, e un terzo sano. Durante la terza gravidanza, però, alla mamma hanno diagnosticato un tumore, e lei ha portato avanti il bambino per il tempo necessario a farlo nascere senza danni, poi ha cominciato a curarsi, e lo ha fatto con grinta e impegno e speranza di guarire. Nessuno può sapere se le cure avrebbero funzionato se avesse abortito. Semplicemente lei non si è sentita di fare del male al suo bambino.

Ecco, io non capisco come questa cosa possa offendere qualcuno.

Votare è giustissimo, ma perché una raccolta di firme contro una proposta. Non si può neanche proporre? La petizione contro è, quella sì, una mancanza di democrazia, ma tanto si sa che i più intolleranti e dogmatici sono quelli che pensano che l’uomo sia al centro del cosmo, e che niente e nessuno debba attentare alla sua libertà. Libertà di uccidere, dunque, ma non di dire che non si fa, che l’aborto non è liberarsi di un grumo di cellule ma uccidere un figlio. Libertà di uccidere i bambini, ma non di turbarli con l’immagine dell’egoismo degli adulti.

Si vota (oggi), e si vedrà la maggioranza. Ma i genitori che raccoglievano le firme hanno detto nell’ordine, che bisogna scegliere figure importanti per la cultura. Io però il massone Mazzini, tanto per dirne uno, non lo riconosco come un mio faro, eppure ogni città gli ha dedicato almeno almeno una piazza, e sempre al centro, rigorosamente. Poi che una storia così può disturbare le donne che dovessero avere, magari con dolore, magari con superficialità, abortito. Ma io credo che se soffrono è perché sanno che hanno fatto una cosa sbagliata, e l’unica guarigione possibile per loro è riconoscerlo, e affidarsi, se credono, alla misericordia di Dio. Infine la perla:  “come lo spiegheresti a tuo figlio il perché di questo nome?” “A parte che i miei figli sono stati al funerale e sanno tutto, comunque direi che questa ragazza non ha voluto a nessun costo uccidere il suo bambino, quindi è stata una brava mamma.” “Ecco, vedi che mi dai ragione? Non puoi dire a un bambino che una mamma uccide il figlio in grembo”.

Certo, “non si può dire”…  Anche a me si spezza il cuore quando capita che mi chiedano cos’è l’aborto. Una mamma così non si può pensare. Dico che una mamma può sentirsi così sola, spaventata, condizionata da persone che non capiscono molto, che può arrivare persino a fare una cosa così terribile, ma che noi non dobbiamo giudicarla, perché già le basterà tutta la tristezza che dovrà provare.

Per Chiara, che adesso si occupa in cielo dei suoi due bambini, questa storia sarà sicuramente una bazzecola. Ma per noi che siamo ancora qui dare il suo nome alla scuola alla quale affidiamo ogni giorno la parte più importante del nostro cuore, i figli, è un piccolo segno importante.

180 pensieri su “Chi ha paura di Chiara?

  1. Velenia

    mala tempora currunt,ma dove sono le paladine dell’autodeterminazione,volendo usare una logica autenticamente laica Chiara si è autodeterminata,ha liberamente scelto di rischiare(e poi dare) la vita per suo figlio forse che l’autoderminazione funziona solo in un senso,perchè la sua scelta dovrebbe dividere?Non è un dogma relativista che tutte le scelte sono buone purchè libere,ma forse anche questo funziona solo in un senso? Qualcuno avrebbe da dire qualcosa se fosse morta salvando suo figlio da una casa in fiamme?
    Ho la sensazione che si stia perdendo il corretto uso della ragione.
    P.S.Mi raccomando non votare neanche per Garibaldi che quanto a massoneria non aveva nulla da invidiare a Mazzin.i

  2. Ieri quando ho letto questa cosa su Facebook ho trattenuto a stento una reazione scomposta, vendicativa, offensiva contro questa iniziativa delle firme ma poi, riflettendo, ho pensato che far capire a queste mamme quanto sono “fuori strada”(in realtà questa definizione è quella risultante dopo diecimila lavaggi in lavatrice) non avrebbe giovato a Chiara e alla sua famiglia. Ho pensato a Gesù che non ha trovato posto per nascere in un albergo ed è nato in una grotta quindi Chiara può fare a meno dell’intitolazione dell’istituto e magari avrà il suo nome in una sala riunioni di un oratorio. Forse i tempi della luce non sono ancora giunti. Resta il fatto che queste mamme si sono bevute il cervello e questa raccolta di firme è l’unica cosa che dovrebbe far turbare i ragazzi. Intitolare a Chiara un istituto dove il laicismo didattico prevale diventerebbe uno schiaffo alla sua memoria, magari fra qualche anno con i nuovi governi che sembrano profilarsi ci metteranno anche un distributore di preservativi. Mah.

  3. rosy pecoraro

    Ho conosciuto Chiara per la sua storia,la ammiro e la amo come una persona a me cara.Ha fatto una scelta d’amore da vera mamma e vera cristiana,lei è e sarà sempre un richiamo per la coscienza di tanti e proprio per questo molti la vivranno come scomoda.Il suo esempio e il suo amore per la vita saranno sempre presenti nella memoria e nei cuori di chi ha conosciuto lei e la sua storia anche senza una scuola a lei dedicata.

  4. Vedo una cosa buona in tutto questo. Queste mamme dovranno comunque, in qualche modo, spiegare ai propri figli chi era Chiara…

  5. Credo che in questa vicenda si siano saldati due momenti: il primo è quello ideologico (aborto come norma di civiltà) e quello della pedagogia della “sterilizzazione esistenziale” dell’infanzia (la mamma che ritiene suo dovere nascondere ai figli l’esistenza stessa delle pratiche abortive). Sull’aborto-ideologia c’è poco da aggiungere: la solita ben nota “intolleranza in nome della tolleranza”, la liberté ou la mort!, ci lasciano liberi di pensarla come loro, che magnanimità… Quanto al secondo momento, c’è molta meno ideologia consapevole e più mentalità irriflessa, è ormai diventato parte del costume, temo. Imperativo categorico della pedagogia della sterilizzazione esistenziale dell’infanzia è: evitare al bambino ogni rischio, ogni dolore, ogni sofferenza, ogni sforzo, così come qualsiasi accenno al lato tragico e oscuro della vita. Si pensa che così crescano meglio, più sani. In realtà li si priva di una componente essenziale della loro umanità, facendoli crescere in un ambiente che sa più di ospedale che di scuola li si fa solo avvizzire precocemente.

    1. Questo è il punto: la mentalità irriflessa. O più banalmente la tendenza a rovesciare le frittate. Alla fine la cattiva della storia è Chiara Corbella che ha fatto qualcosa che non si può raccontare ai bambini…

  6. Luigi Fedrighelli

    Mi pare che torniamo a giocare come gli indiani circondati dall’esercito dell’Unione. La sindrome di accerchiamento per cui noi poverini cattolici siamo vittime dei cattivi laicisti. Ma un po’ di mea culpa, mai vero? Chiara è stata una testimone luminosissima. Quanti di noi possono dire altrettanto? I discorsi che leggo in giro hanno come esito solo quello di farci diventare una piccola tribù. Ricordiamoci sempre che nostro compito è essere sale del mondo! E non stare, come accade troppo spesso, tutti vicini vicini per consolarci a vicenda.

  7. Antonello

    GRAZIE!…alla prox! ciao,…e GRAZIE davvero!
    é difficile TROVARE il MODO (veramente GIUSTO) per comunicare…
    aprire il cuore, forse, e far uscire con sincerità le parole,…FORSE!
    Intanto GRAZIE…TORNERO’ a leggerti.
    ..e viva la STORIA,…quella PICCOLA … che parla di VITA. ciao

  8. La cosa che più mi fa ridere (amaramente) è che per sostenere una tesi legittima e sacrosanta il post cada nella solita tentazione, quella del tifo da stadio e guarda caso ci finisca di mezzo una figura fondamentale della nostra nazione (se ne potevano citare tante altre).

    1. Luigi Fedrighelli

      Approvo in toto. Troppa supponenza rischia di nuocere due volte. A noi stessi e alla testimonianza che diamo nel mondo.

      1. È noto che per alcuni la colpa dei cattolici è quella di non essere invisibili, esistenze non angelicate sono “supponenti”, il cattolico per il fatto stesso di esistere deve recitare un perpetuo mea culpa. Il cattolico, in società, faccia un favore: taccia, non turbi le coscienze con la sua presenza indiscreta…

        1. Lucia

          E allora il Cattolicesimo che cos’é?? Una roba da tenere chiusa nelle chiese? A me una cosa cosí non interessa… Una cosa che invece ha da dire su tutti gli aspetti della vita mi sembra molto piú interessante!

          1. Appunto: semplicemente non è cattolicesimo ma una sorta di buonismo melenso e sdolcinato, un sentimento privato da confinare nelle sacrestie: il sogno di tutti i laicisti.

    2. JoeTurner

      tieniti pure stretto l’illuminato Mazzini non organizzerò raccolte di firme contro di lui.

  9. Cristina D.

    Beh, mi pare che la dolce Chiara, di questi tempi sia in buona compagnia.
    La “compagnia” a cui adesso appartiene insieme ai suoi due bimbi in Cielo.

    Io mi chiedo spesso “chi ha paura di Gesù Bambino?” visti gli attacchi al presepe nelle scuole, o “chi ha paura del crocifisso” che si è tentato addirittura di estromettere giuridicamente dalle aule scolastiche (ma i Pilato non muoiono mai?).

    Ma si sa… le battaglie si combattono solo a favore di cose veramente importanti, nessuno si sognerebbe di battagliare per una banalità.

    Questa è quasi una prova della grandezza, del presepe di Gesù Bambino (ovvio!!!), del Crocifisso (ovvio!!!), ma anche della nostra Chiara, che anche io sento come sorella.

    Del resto, si sa “i demoni lo credono e tremano” (Gc 2,19)

  10. pasquale

    La storia di Chiara Corbella è esemplare e rappresenta la straordinaria determinazione di una donna che ha sacrificato la propria giovane esistenza per la valorizzazione e la conservazione della vita, nella sua più alta accezione. C’è chi ha detto che la storia di Chiara ricalca quella di Santa Gianna Berretta Molla e forse è proprio così. Due donne coraggiosissime da prendere ad esempio e da ricordare ogni volta che si attenta alla vita con l’aborto. Portate avanti la vostra battaglia per dare il nome di Chiara alla scuola con orgoglio e dignità e con lo spirito di superare i conflitti che a volte si frappongono agli slanci del cuore! Auguri. Chiara Corbella santa subito!

  11. Tutta questa storia, con buona pace dei detrattori del tifo da stadio, mi fa pensare a quello che disse un Tale riguardo a certe perle e certi porci… a proposito, fra poco quel Tale farà il compleanno, e considerando che è da Lui che si cominciano a contare gli anni della storia, perché non intitolargli la famigerata scuola? Mi pare una figura abbastanza importante, no?

  12. Pingback: Chi ha paura di Chiara? | Chiara Corbella

  13. Alberto Conti

    Considerando l’attuale situazione della scuola italiana e della poca considerazione in cui vengono tenuti gli alunni, dedicare una scuola a una persona che ha amato più un bambino della propria vita è anacronistico. 😉

    Andreas hai centrato in pieno la questione, basta vedere gli insulti indirizzati al Papa per aver detto che le unioni omosessuali non sono equiparabili ai matrimoni; se opinioni ben più “estremiste” contro le coppie omosessuali sono espresse dal Dalai Lama nessuno ha niente da ridire, forse perchè il Cristianesimo è più incidente sulla vita?

  14. Emma C.

    Io direi che siamo in balia della confusione collettiva più totale. Purtroppo la foresta che cresce fa meno notizia dell’albero che cade. Per fortuna però, nonostante tutte le avversità, la foresta continua a crescere ed a rinforzarsi!
    Coraggio.

  15. …come se invece, dall’altra parte, si volesse intitolare una scuola a Eluana Anglaro (per esempio)
    Avrebbe sesno questa proposta, e a voi andrebbe bene?

    1. Fulvio

      Certo, finalmente un commento come si deve! Sarei fiero di mandare i miei figli in una scuola intitolata ad una martire innocente dell’aatule cultura della morte! Ottima proposta!!!

  16. Beh, spero che, come Gianluigi ha dichiarato in Campidoglio, si dedichi a Chiara almeno il nome di una strada. Non perché’ ne abbia bisogno lei o la sua famiglia. Noi tutti ne abbiamo bisogno.

  17. Antonio

    “Non puoi dire a un bambino che una mamma uccide il figlio in grembo” ma per la nostra brava societa’… lo puo’ fare, basta che lo faccia in silenzio, nel nascondimento !
    Opera tipica del demonio: restare nelle tenebre,ma.. “Non c`è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all`orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti”

    Quindi d’accordissimo con Cristina D. la Verita’ con la V maiuscola fa paura e noi che abbiamo avuto la grazia di incontrarLa annunciamola in ogni occasione, affinchè chi non ha conosciuto l’Amore di Dio lo possa incontrare e assaggiare il cielo che Chiara sta già vivendo in pienezza, già da ora!

    Buon Natale

  18. matteo donadoni

    Sono maestri di disinformazione e noi sembriamo sempre spiazzati, scandalizzati da tanta assurdità da restarne bloccati.
    Non saprei come reagire. Costanza è sempre equilibrata e dolce nelle reazioni. Brava.
    Preghiamo, altro non so.

  19. Mynameisrik

    C’è chi chiede la libera scelta in tema di IVG, ma resta scandalizzato quando viene ammirata una donna che per libera scelta è andata incontro al pericolo di perdere la vita nel far nascere un figlio.
    Avviene forse perché il fatto che ambo le scelte siano possibili non è sufficiente a mettere a tacere l’urlo assordante di chi non è nato?

  20. Il punto non è se Mazzini è buono o cattivo, il punto è avere la forza di sostenere le proprie idee senza evocare nemici (almeno quando non c’entrano un bel nulla con le questioni esposte). Pena la credibilità. Ma è per animi forti e solidi, e sono pochi

    1. Un altro “dogma” del catto-buonismo è l’estensione indebita del precetto evangelico di amare i nemici. Amare il nemico presuppone che un nemico esista, ma il catto-buonista non si accontenta di questo: occorre andare oltre la “lettera”, dunque è necessario negare l’esistenza stessa del nemico. Che si tratti di un tic ideologico è palese. Notare infatti che non c’è una riga del post di Costanza in cui si parli di “nemico”, Costanza registra un semplice dato di fatto: si è scontrata con un’opposizione, ma già parlare di questo significa essere “supponenti” (e qui si vede chi sia ad evocare realmente spettri inesistenti, tipico dell’ideologia è negare il fatto in nome dell’ideale). Si noterà anche che il catto-buonismo è moralismo allo stato puro. Moralistico, e dunque anti-evangelico, è istillare falsi sensi di colpa, vedere colpe morali là dove non ce ne sono (come chi terrorizza i bambini quando lasciano nel piatto la minestra caricando su di loro le colpe della fame nel mondo: “pensa ai bambini che muoiono di fame”…).

              1. 61Angeloextralarge

                Andreas: mi sa che oltre la thibonite, la chestertonite, la garigoulagrangite… mi è venuta anche l’andreastite. 😉
                Mai pubblicato nulla tu? 😀

                Tutto questo senza togliere nulla ad altri commentatori di questo blog, infatti, chi più chi meno, mi avete attaccato nuove malattie… che so… la danicorite, la glulyte, l’alessandrite, la barionite, la vivianite, la karinite, etc. 😉

      1. 28ottobre

        Figure, citandone una fra tante, come quella di Madre Teresa riescono a mettere d’accordo un po’ tutti. La Carità, l’amore per il prossimo, l’adoperarsi per la pace sono tutte azioni che offrono aspetti socialmente condivisibili dalla stragrande maggioranza delle persone anche militanti su fronti opposti. L’esempio di Chiara, per quanto ci si sforzi, non sembra invece in grado d’essere apprezzato (o almeno compreso) fuori da determinati ambienti che addirittura finiscono per leggerlo in modo del tutto diverso, quasi si trattasse dell’ennesimo, stravagante monaco bonzo che si dà inutilmente fuoco per un vago ideale di indipendenza. Un esempio dunque difficile da comprendere soprattutto in un mondo in cui spesso gli eroi sono confusi con i folli.
        Chiara ha fatto una cosa in grado di spaventare e di smuovere paure profonde ed a questo si può sostanzialmente reagire in due modi: riconoscendo l’eroicità del gesto oppure sminuendola fino a farla sembrare l’azione di una persona non troppo presente a se stessa. Ed è, suppongo, questo che hanno fatto le mamme sedute dietro il banco della raccolta firme: hanno esorcizzato una paura.
        Non c’è nulla di male nel pensare: “Beh… al posto di Chiara, io, quel coraggio, non l’avrei avuto.”
        Perfino la Chiesa non lo pretende ed avrebbe giustificato il ricorso ad eventuali cure il cui effetto collaterale ed indiretto sarebbe stato l’aborto.
        Ma, nonostante ciò, la storia di Chiara può mettere a disagio molte coscienze, non solo cattoliche.
        Ed allora c’è il tentativo di farla passare per la vicenda di una invasata catto-talebana disposta a morire pur di soddisfare il desiderio egoistico di mettere al mondo un bimbo quasi già orfano. Una mamma “normale” e “responsabile” dopo due gravidanze di quel tipo non andate a buon fine, avrebbe pensato che non sarebbe stato opportuno insistere. Avrebbe “ragionevolmente” rinunciato a mettere al mondo bimbi che, nella migliore delle ipotesi, sarebbero sopravvissuti con gravi handicap. Questo tipo di ragionamento è tranquillizzante e ci si può aggiungere il sicuro trauma psicologico che il bimbo nato inaspettatamente sano ha avuto o avrà in futuro a causa della scelta scellerata di farlo nascere colpevole della morte della propria madre.
        Problema archiviato.
        Le mamme dietro al banchetto delle firme non si sento più obbligate, neppure come ipotesi lontanissima, ad un eventuale sacrifico.
        Gli scrupoli che ribollivano nel fondo della coscienza sono stati soffocati.

    2. concordo, Chiara e Mazzini hanno avuto, nella volontà di Dio, due ruoli diversi. Che senso ha sminuire l’uno o l’altro? Sappiamo come cristiani che chi costruisce in Dio costruisce sulla roccia. Chiara ha costruito in Dio. Ed il segno più evidente di questa vita è proprio il suo smuovere le coscienze. Guai se non succedesse, se non ci fossero questi sussulti. Se la gente non rimanesse turbata e sconvolta dal suo gesto, cercando addirittura di impedire ad una scuola di portare il suo nome. Un comitato. Che portata ha avuto quel gesto d’amore! Ha gettato luce sui veri valori svelando la mistificazione dell’aborto. La verità nessuno la può nascondere alla luce di Dio.

  21. giuly

    Già vedo tra una ventina di anni i licei intitolati a Marco Pannella, eroe del libero pensiero e della democrazia, che quasi certamente morirà nel caldo del suo letto. Eh certo…..poraccio….ha sofferto pene indicibili, lottato contro la fame e la sete, ma non del tutto stremato da quelle perchè i medici gli hanno attaccato una flebo contro la disidratazione. Ma le sue idee non passeranno! le conquiste saranno per noi inestimabile tesoro da custodire come pietre miliari nel luminoso sentiero del progresso…..
    La povera Eluana invece l’hanno lasciata crepare di fame e di sete, è morta e sepolta e con lei la più assurda idea di tenere in vita le persone in stato vegetativo, in pratica dei pesi per la società. Pensa se qualcuno volesse dedicarle una scuola…. apriti cielo! L’accanimento terapeutico è selettivo, non lo sapevate? non è uguale per tutti, a chi sì e a chi no.
    Le scuole si dedicano solo a chi ce l’ha fatta, a chi è riuscito a imporsi come leader del pensiero dominante.

    1. Hai ragione, giuly! Se non lo è già, lo nomineranno ambasciatore Unicef – lui o la Bonino – e sarà accreditato come “amico dell’infanzia”. Poi gli dedicheranno una bella targa al civico 194, et voilà! Già mi vedo in edicolare la serie di cd con la raccolta dei suoi interventi a Radio Radicale. Una cosa da nulla, essendo notoriamente uomo di poche parole credo che con poche migliaia di uscite dovremmo cavarcela…

      1. 61Angeloextralarge

        La mia cattiveria quotidiana: mi è capitato di vedere in qualche tg i servizi sullo scipero della fame di Marco Pannella. era un bel po’ di tempo che non lo vedevo” e ci sono rimasta male. Non parlo dell’aspetto fisico, ma mi è sembrata una bruttissima persona, una maschera di uomo. Non so se mi sono spiegata.

          1. 61Angeloextralarge

            Alvise Maria: scusa ma il libro l’ho letto più o meno 30 anni fa e non me ne ricordo una parola.

    2. “La povera Eluana invece l’hanno lasciata crepare di fame e di sete, è morta e sepolta e con lei la più assurda idea di tenere in vita le persone in stato vegetativo,”
      …proprio così!

  22. sullasoglia

    Buongiorno signora Costanza, risalgo al suo post tramite il blog dedicato a Chiara Corbello Petrillo. Trovo quello che lei scrive molto accurato e preciso nonché pieno di rispetto e di amore nei confronti di chi non accoglie la persona di Chiara e le sue scelte, per tutti i motivi che lei ha immaginato e illustrato. Condivido sia la sua analisi, sia il suo «sdegno» misurato, composto e temperato dalla carità, sia l’amaro che rimane in bocca quando ci si sente colpevolizzati, ingiustamente e contro ogni evidenza razionale, proprio da chi, molto spesso, pratica senza porsi alcuna domanda, le cose di cui con fare sdegnato (in realtà con «odio violento») ci accusa senza pietà.
    Tuttavia, dato per assodato quello che lei scrive, sposto giusto un po’ la riflessione sull’aspetto che a mio vedere è più radicale: la questione del seguire (o non seguire Cristo). E allora, in quanto cristiani, dobbiamo avere la «sapienza», quella che viene solo dal Vangelo, di non meravigliarci. Non è cinismo quello che esprimo. In tutta la vicenda Chiara è Cristo (il cristiano è alter Christus), ne vive concretamente e con una «chiarezza» disarmante un aspetto molto concreto e devastante nei confronti della cultura della morte che ci circonda. Le persone che si stanno comportando così male vogliono colpire non voi, la scuola, i processi democratici, il rispetto umano, la razionalità, ma si vogliono togliere dal cuore quello che per loro è il «tarlo» Chiara Corbello Petrillo e così colpiscono, anche e di riflesso, tutte le altre realtà che ci fanno indignare e che non c’entrano direttamente con la fede (scuola, processi democratici, rispetto umano, tolleranza, razionalità, ecc…). Esattamente così è successo a Gesù crocifisso. Per noi che Cristo lo seguiamo (cerchiamo di farlo con tutto l’amore) la consapevolezza è questa: il «tarlo» Chiara Corbello Petrillo con tutto ciò che rappresenta per le persone che ne hanno «timore» è la salvezza. Proprio quell’odio che sentono verso di lei e le sue scelte che non capiscono e che bestemmiano, è la porta che apre a loro la salvezza. Essi sono «sulla soglia» e devono decidere se varcarla o no. Grazie del suo post. Buon Natale del Salvatore, Cristo nostro Signore.
    don Andrea Piccolo
    Ps.: Il commento che sottopongo è rivolto al suo post originale, non tiene conto dei commenti (il tempo per leggerli non c’è!): veda lei, pertanto, se pubblicarlo o meno.

  23. ele 86

    Brava costanza.grazie.forza e coraggio, avanti. Non so come finirà ma sono certa che fai bene a combattere e a divulgare certe cose. Chiara tu, chi ha il coraggio di non tacere certe idee sceme, chi davvero sceglie il bene, chi lo fa con fede, fede vera, chi davvero accoglie gesù e non si preoccupa del politicamente corretto, questi portano il sale nel mondo. Dici bene nel titolo chiara chi fa paura? La paura del bene, siamo arrivati a questo. Il bene totale gratuito ci fa paura e dobbiamo nasconderlo. Bisogna combattere! Combattere perche le coscienze non dimentichino questo bene gratuito. Difendi conserva e prega!!!

  24. Ciò che sempre in questi casi mi dà da pensare e questa impulsiva avversione che creano scelte che riportano al nostro Cristianesimo, a chi cristiano non è. Reazioni tanto impulsive a volte da sfiorare l’assoluta mancanza di intelligenza (intesa come capacità di sviluppare un pensiero razionale…).

    Questo si sta verificando in questo caso, perché ditemi cosa ci sia di scandaloso nella scelta di una madre di non assumere cure che avrebbero potuto gravemente nuocere (o anche uccidere) il figlio in grembo – ritengo così andrebbe posta la questione anche volendola spiegare a dei fanciulli. Un esempio di amore di madre, che al di là del fondamento cristiano che ha mosso questa particolare madre (Chiara), penso sia comprensibile, condivisibile e anche ammirabile da qualunque mamma. Senza voler assolutamente ridurre la portata e le implicazioni di questa scelta, questa vicenda di per sè ha i connotati di quelle fiabe o racconti che da sempre hanno commosso i cuori di grandi e piccini… (spero abbiate compreso la razio di questo paragone – chiaro che qui non parliamo di una favola…).

    Quindi perchè tanto malanimo? Tanta “movimentazione” da organizzare addirittura una raccolta di firme?

    Che dire allora, delle frasi offensive apparse sui muri della città di quella famiglia cattolica che ha 10/11 figli (non ricordo esattamente…)?
    Che dire dell’ostracismo al presepe o al Crocefisso nelle scuole (qui sappiamo che c’è anche ben altro in gioco) o dell’episodio di alcuni anni scorsi in cui presso un ateneo (Bologna?) a dei giovani di CL è stato negato l’uso di un’aula per ritrovarsi a dir Lodi (in orario pre-lezioni ovviamente)?

    Al di là dei motivi spesso ideologici, politici e quant’altro, nel singolo uomo (o donna) – perché qualcuno l’avrà pur avuta l’idea di questa raccolta firme – scatta un’ancestrale, spirituale e direi luciferina avversione, verso ciò che riporta a Dio… come dire: “o Lo ami, o Lo odi”.
    L’ubris dell’Uomo difronte all’Uomo credente, si ribella.. ma è un fatto quasi viscerale, che non sempre trova logica, per cui appresso, per dare una logica alle proprie azioni repulsive, ci si arrampica su qualunque cosa, rischiando a volta persino il ridicolo o l’eclissi della ragione stessa.

    E’ come quando da ragazzo, prima della mia conversione, al rientro di mia sorella minore da catechismo, correvo (ahimè) a cercare le coroncine del Rosario che riportava a casa, per poi nascondergliele.. Motivo? Mah!

    Concludo con un altro episodio personale, dallo spessore assolutamente relativo rispetto ciò di cui qui si parla, ma credo in linea.
    Inizio mese di Maggio passato, ho l’ispirazione di mettermi a recitare il Santo Rosario con mia moglie, nel giardino condominiale del palazzo in cui viviamo. Non per fare sfoggio di alcunché e per essere un segno contro, ma pensando con nostalgia ai tempi andati (da me non conosciuti) in cui era prassi le famiglie si riunissero nelle aie contadine o alla edicole ai crocicchi delle strade, per questa Pia Tradizione e sapendo che nel nostro palazzo vi sono altre famiglie credenti che forse avrebbero gradito e partecipato.

    Così metto un avviso, semplice e il più innocuo possibile nei toni, nella nostra bacheca. Un invito aperto a tutti.
    Nella mi scala, l’avviso rimane esposto sino a che io stesso lo rimuovo, nella scala adiacente, dopo poche ore, già viene strappato via e il giorno prima dell’inizio del mese di Maggio, ricevo un mail dall’Amministratore, che mi invita a non utilizzare lo spazio comune per “attività inerenti alla Sagra Parrocchiale” (SIC la sagra era in ottobre…!).

    Non siamo forse ai limiti del ridicolo (se di queste cose sempre si potesse solo sorridere)?

    C’è uno “zelo” uguale e contrario al nostro (mi permetto di dire nostro) che avvampa nei cuori di alcuni.
    Avvampa, contrario certo, uguale solo nel suo avvampare. E’ qualcosa che credo non cambierà sino alla fine dei tempi se stiamo all’Apocalisse. Speriamo che in molti prima di quei giorni (gli ultimi) varchino “la soglia”, come bene a scritto sopra Don Andrea.

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  26. Se l’aggettivo catto-buonista era per me… si sbaglia di grosso signor Andrea. Basterebbe conoscermi o chiedere a qualcuno che mi conosce per sapere che sono l’esatto opposto, e ferocemente. Ma fa nulla.

    1. Mi fa piacere, ma come tutti, in internet, giudico ciò che viene scritto e su quello faccio le mie valutazioni. A meno che non si stia parlando di due scritti diversi, di certo nel post di Costanza non si “evoca” alcun “nemico immaginario”.

  27. Guarda, sino alla prima parte del discorso ero anche d’accordo…assessore propone e poi votazione sceglie, dovrebbe funzionare così. Però la tirata anti abortista no collegata a questo discorso no. Che motivazione davano quelli del banchetto? Ideologica? Culturale?. In ogni caso, questioni religiose a parte, son dell’idea che le scuole vadano dedicate ad esponenti della cultura (studiosi, letterati, insegnanti come la montessori), ma visto che questa ragazza era così amata perchè non intitolarle una via o piazza del quartiere? Lo troverei più sensato, passatemi il termine.

    1. @ Però il concetto di “cultura” come qualcosa che è fatta da “studiosi, letterati e insegnanti” è un po’ restrittivo. E in ogni caso il punto non sembra essere se quella ragazza era tanto amata da dedicarle una scuola, ma piuttosto se il suo nome e la sua storia possono essere significativi in un contesto scolastico. Era una mamma che ha amato tanto i suoi bambini da dare la vita per uno di loro.
      Per fare un esempio analogo,in Italia ci sono diverse scuole intitolate a Iqbal Masih (http://it.wikipedia.org/wiki/Iqbal_Masih), anche lui con una storia di amore e sacrificio e nessuno pare essersene mai turbato. Nel caso che stiamo commentando, invece qualcuno si è eccezionalmente turbato. Come mai?

  28. 61Angeloextralarge

    Raccolta di firme che a me fa inc… Grrrr! Siamo messi proprio male.
    Il post mi colpisce particolarmente per il ridimensionamento che Enrico da a tutta questa storia. Chiara va rispettata per quello che era, anzi che è, quindi apprezzo molto quello che Enrico sta facendo, nell’umiltà, nella piccolezza. Una figura di donna e mamma come Chiara non ha bisogno di essere travisata.
    Per quel che riguarda il parlare ai bambini su cos’è l’aborto, mi torna in mente il volto di una donna che ha abortito, quando il figlio più piccolo le ha detto: “Mamma, sai che la madre di A… è andata ad abortire? Deve essere una mamma orrenda se fa questo! Per fortuna no ha abortito anche A… !”. Il volto era indescrivibile, ma pieno di sofferenza.

    1. franz

      Ma niente, scusa, era una boutade scioccherella: agno(stico)-cattivista sul calco di catto-buonista.

  29. Il politically correct è una merdosa convenzione ideologica. Le maestre che non fanno la recita di Natale per non offendere, ma chi viene offeso? Se uno non crede se ne sta buono tranquillo e apprezzerà la rappresentazione come si può rappresentare Biancaneve e i sette nani. Poi decidono preventivamente che qualcuno debba offendersi quando nessuno ha mai protestato. Cinquant’anni fa quando non c’erano queste seghe mentali (e non c’ero neanch’io per la verità) si faceva tutto spontaneamente, come da tradizione e tutto era semplice e bello. Gli auguri di Natale che si inviano le ditte, quasi mai riprendono le immagini della Natività e raramente riportano la scritta Buon Natale, ora si inviano dei freddissimi caratteri grafici magari in rosso con scritto Buone Feste. Ma ci stiamo anestetizzando? Inviamo presepi, natività, Angeli, Madonne con bambino, ecc. E’ un messaggio di gioia, di vita per tutti. E fa parte della nostra cultura. Poi come dei cammelli visitano i musei italiani soffermandosi sotto i quadri di Michelangelo, di Giotto, del Tiziano,ecc. esibendo il loro stupore “Ohhhhhhh” e poi inviano invece di un bel dipinto con la Natività un tappo zuccherato con scritto tanti auguri. Pirloni.

  30. “Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti”.

  31. Beh exileye gente che protesta per una recità di natale ce n’è te l’ho assicuro e a volte si evita proprio per evitare tensioni del tipo:io mi offendo e il bambino non ce lo mando (e il bambino si sente escluso). La società non è quella di 50 anni fa grazie, o per colpa son punti di vista, di nuove mescolanze culturali. Sugli auguri però permettimi di farti un’appunto: tu da credente apprezzi un bel biglietto con la natività, io da non credente resto indifferente perchè sono auguri per qualcosa che non festeggio nè sento (starei volentieri a lavoro) ma forse, nn lo so eh, a qualcuno da fastidio (e no, il fastidio non se lo tiene perchè devi rispettare il tuo prossimo se lui rispetta te). Ah, poi io son quella che fece gli auguri di natale ad un amico ebreo…che mi fece gentilmente notare come lui non festeggiasse. In ogni caso…sarà anche una sporca convenzione ideologica ma un po’ di mitezza nei giudizi sarebbe auspicabile non trovi?

    1. Insomma bisognerebbe astenersi dall’augurare del bene (“buon Natale” è un’ellissi per “passa bene questa giornata che nel calendario italiano attuale è intitolata etc.”) perché la persona cui lo auguri potrebbe non seguire quella ripartizione calendariale. Che soffoco, però 🙂
      Ho un collega israeliano (ebreo) che mi manda tutti gli anni gli auguri di Natale; ma è un vecchio signore e probabilmente non si è adeguato al galateo dei tempi moderni.

    2. Io non vivo sottoterra e sopra di essa esprimo il mio essere, se qualcuno si offende per questo sono cavoli suoi. Puoi compatirmi se vuoi ma non obbligarmi a tacere. Tu puoi esprimere liberamente il tuo nulla.

    3. L’augurio di per sé dovrebbe essere sempre comunque gradito. Se un ebreo, un buddista, ma anche fuori dalle religioni, un cinese secondo il suo calendario o un indigeno (inteso come originario di un determinato luogo), mi fa un augurio, significa che auspica per me un bene o il meglio secondo la sua Cultura (nel senso più alto e più ampio), quindi se io non sono disposto ad accettarlo o l’augurio (nei termini di cui sopra) urta la mia suscettibilità… beh il problema della mia grettezza e pochezza mentale è tutto mio. Non di chi l’augurio mi ha fatto.

  32. perfectioconversationis

    Temo che la petizione non sia un fatto isolato, ma il frutto di un modo di pensare dilagante, ha ragione Andreas. Faccio un esempio molto più piccolo, ma che va nella stessa direzione: nella quinta elementare frequentata da mio figlio alcuni bambini vedono regolarmente film dell’orrore (Shining, Profondo Rosso, La casa…) e li raccontano ai compagni più sensibili impressionandoli. E’ stato chiesto alla maestra che spieghi loro che ciò che possono vedere dipende giustamente dai loro genitori, ma che dovrebbero stare attenti a chi ha una sensibilità diversa, che a volte viene profondamente turbato. La maestra si è detta perfettamente d’accordo e poi, rivolgendosi a me, ha aggiunto: “Anche Giorgio, però, fa discorsi impressionanti: qualche giorno fa ha parlato di aborto”. Io ho trovato assolutamente inappropriato l’accostamento tra una realtà dolorosa e una fantasia morbosa. Sono assolutamente d’accordo che i bambini fino a una certa età debbano essere messi al riparo dalla seconda, mai dalla prima. Si tratta semmai di adeguare le parole agli interlocutori.

  33. Mah, io tutt’oggi mi scordo spesso a chi non farli ma metto in conto che se accidentalmente li faccio ad un integralista (sia religioso che non) rischio reazioni meno simpatiche, tutto qui. Però in un contesto scolastico credo la situazione sia più delicata: vuoi mettere il genitore che arriva infuriato perchè hai raccontato di Gesù, bue e asinello? (arrivano imbestialiti per una nota giusta figurarsi per ste cose).
    Ah, per inciso, da non credente non farei storie e ad eventuali domande risponderei che è una storia legata ad una tradizione non seguita da me, di certo non mi metto a far lagne o meno.

    1. @ alexiel80, a proposito di “tradizione non seguita da me”, un aneddoto su cui riflettere perché la posta in gioco è più ampia delle sue o mie convinzioni e consuetudini.

      Franco Fortini, critico letterario e poeta di estrema sinistra fu il mio professore (più amato) all’università [chi parla è un giornalista e scrittore italiano contemporaneo e l’Università era quella di Siena, ndc].
      Un giorno di febbraio [primi anni Ottanta del Novecento, ndc] arriva in aula e comincia a leggere ad alta voce un magnifico poema. Alla fine chiese se qualcuno sapeva cosa aveva letto. Era il “Mercoledì delle Ceneri” di T.S.Eliot. In effetti quel giorno si celebrava tale ricorrenza liturgica. Fortini ne chiese il significato. La gran parte non lo sapeva. Lui cominciò una filippica. In sintesi disse: “voi siete in una facoltà di lettere a studiare l’arte, la letteratura, la filosofia, la storia e domani probabilmente andrete nelle scuole a insegnare. Ebbene, non potrete capire mai niente di tutto questo e neanche del paese dove vivete e di questa città (Siena), senza conoscere perfettamente il contenuto della fede cattolica e quello che ha significato”.
      Parola di un grande professore ebreo e marxista. Più o meno le stesse cose mi “gridò”, qualche anno dopo, in una intervista per “Il Sabato”, Massimo Cacciari, indignato dalla crassa ignoranza del cattolicesimo che aveva riscontrato, anche lui, nei suoi studenti.

      1. ” … senza conoscere perfettamente il contenuto della fede cattolica e quello che ha significato”.

        Sante parole, ma ci vuole oggi come oggi una onestà intellettuale assolutamente fuori dalla norma (vedi le “dimenticate” radici Cristiane dell’orfana-europa), come molto ci sarebbe da dire sull’ignoranza intra-cattolica che fa ficcare la testa sotto la sabbia a molti (cattolici) al primo stormir di fronde avverso che agita i soliti luoghi comini falso-storici.

    2. 28ottobre

      alexiel80, lei stessa afferma, in sostanza, che i genitori tendono ad irritarsi per qualsiasi cosa, giusta o sbagliata che sia.
      Quindi, mi pare di capire che queste reazioni non abbiano molto valore e che non dovrebbero influenzare le scelte da effettuarsi in ambito scolastico. Inoltre le faccio notare che la stessa irritazione potrebbe essere provocata, oltre che dalla presenza, anche dall’assenza della stessa cosa come del resto, sempre seguendo i suoi fantasiosi esempi, potrebbe essere offensivo (anche se ne dubito) fare gli auguri come il non farli. Dunque i parametri dovrebbero essere altri nel decidere se fare o non fare una cosa e comunque non dovrebbero dipendere dalla pancia o dalla contrarietà (sempre presente) di una parte delle persone, non crede?

  34. Costanza Miriano

    questa sera sfiderò il traffico romano alla ricerca della parrocchia Santa Maria Madre della Provvidenza Via di Donna Olimpia 35 a Roma, sprovvista di navigatore ma fornita di rosario, per presentare il mio libro alle 20,30. Ho appena promesso a mia figlia che la metterò a letto io, quindi mi impegno: sarò breve (domani c’è ancora scuola).

  35. Sul conoscere le tradizioni son pienamente d’accordo ma le spiegherei senza crederci (a differenza di mia madre ad esempio che è credente e quindi mi raccontava il tutto con accenti diversi).

      1. 28ottobre

        Ovviamente tutti i professori cattolici andrebbero espulsi da tutte le scuole di ogni ordine e grado.
        Infatti vi sono alunni che si offendono moltissimo sapendo che il professore frequenta chiesa e parrocchia….

          1. vale

            eh,dalle parti di Verona.
            San Zeno dovrebbe scendere a far visita a quel “vescovo”e dirgli due paroline…..

  36. Paolo da Genova

    Mi piacerebbe poi sapere il risultato della votazione, anche se non capisco che senso abbia, ora che l’assessore ha ritirato la proposta. L’assessore, ritirando la proposta, si è dato la zappa sui piedi, facendo pensare di avere la coda di paglia, perché di fronte a una calunnia, o non si risponde, o si smentisce, ma non si cambia idea, perché così si asseconda la calunnia. E poi l’assessore deve essere politicamente nato ieri, per non prevedere reazioni ideologiche alla sua proposta.

  37. @28ottobre ho amiche insegnanti che si trovano a camminare sul filo per non offendere genitori molto poco tolleranti. Verissimo quanto detto e cioè che magari anche una mancata recita natalizia potrebbe generare malumore nei genitori credenti. Insomma, come si fa si fa qualcuno verrà scontentato. La soluzione migliore potrebbe forse essere dichiarare in anticipo quelle che sono le linee guida della scuola così che i genitori possano decidere in anticipo se iscrivere i figli o meno. Quanto al fare o meno gli auguri…scusi ma se le dico che ad esempio sono ebrea (o induista o che altro) lei gli auguri me li fa lo stesso? No perchè tra i fantasiosi esempi che lei mi attribuisce quello dell’amico ebreo che mi fa notare che a lui non devo farli è una scena realmente accaduta. Spesso, non sempre, gli auguri vengono detti come convenzione sociale e ovviamente si sa ben poco della persona cui li si rivolge ma se si sa che quella persona non festeggia (per sue ragioni) trovo la cosa irrispettosa. Una curiosità, proprio nel contesto degli auguri mi può fare un esempio (sicuramente meno fantasioso dei miei) dei parametri che applicherebbe? Grazie.

    1. 28ottobre

      In tutta sincerità mi pare che il problema non sia affatto di chi fa gli auguri ma di chi, ricevendoli, si offende per qualche oscuro motivo che rasenta la patologia.

      1. Paolo da Genova

        Offendersi perché si ricevono auguri è davvero un caso psichiatrico, salvo che si consideri proprio cattiva la cosa che si festeggia. Sul lavoro ci sono parecchi operai musulmani. Un mese fa hanno festeggiato il sacrificio di Abramo e Isacco. Mi avessero detto “auguri”, avrei sorriso e avrei detto “grazie, ma è una festa vostra, non nostra”, mica mi sarei offeso. Stamane, mancando poco al Natale, in officina si è affettato un bel salame. I musulmani non ne hanno mangiato, per loro è vietato, ma mica si sono offesi. E quando, sempre sotto Natale, in officina i fornitori portano la porchetta, i musulmani mica si offendono. Ognuno ha le sue feste e nessuno si offende per quelle degli altri. Sono gli atei a offendersi per le feste religiose altrui, perché quel tipo di feste loro non possono averle. E un po’ capisco la loro invidia, perché volete mettere quanto è sentito il Natale e quanto sono sentite 25 Aprile, 1° Maggio, 2 Giugno? Siamo onesti…

    2. E’ vero anche l’episodio che citavo io più sopra, del collega ebreo israeliano che mi manda gli auguri di Natale: si chiama cortesia, politesse, politeness, Höflichkeit (traduttore simultaneo, non so se è corretto ma mi capirete…). E anche buon senso e discernimento, quello che serve per capire se una cosa è detta sul serio o per dispetto. Se è detta sul serio o anche per semplice cortesia perché mi dovrei offendere?

  38. MauriZio

    no comment! non c’e’ nulla da commentare e bene fa Costanza che descrive (e testimonia) sempre col sorriso (magari amarognolo) le cose come stanno. Quelli che si oppongono alle cose sensate, (come intitolazione di una scuola a Chiara Corbella) e magari per tanti di noi anche buone e giuste, dimostra (mostra) quella che a Roma si chiama “coda de paja”. Basta cosi’, ho detto “no comment”… pero’ aggiungo una cosa che c’entra piuttosto indirettamente ma fa pensare, almeno chi “laicamente” vuole usare la ragione : http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-vero-spread-demografico-5440.htm

  39. @Bariom, non ho mai detto niente di simile. Vediamo di non travisare. Anzi trovo che una tradizione religiosa esposta da chi crede sia molto più completa del mero racconto che ne può fare un altro.
    @28 ottobre fossero i professori cattolici il vero problema della scuola italiana sarebbe ben piccola cosa, purtroppo non è così.

    1. 28ottobre

      Seriamente, se potenzialmente si ritiene offensiva una recita di Natale e quindi la si vieta, non potrebbe accadere altrettanto riguardo, per es., ad un professore di filosofia cattolico praticante?
      Qualcuno potrebbe ritenere che le sue idee tolgano la dovuta imparzialità nel tenere lezione su questo o quel filosofo.

      1. “Buon Samhain”
        “Buon che?” [Probabile risposta di un abitante medio di Fara Filiorum Petri (CH) o Monte Vidon Combatte (FM) o Castiglioncello del Trinoro (GR) o Grandola e Uniti (CO) o San Pietro Vernotico (BR) o …..

        Scusate se ho ceduto alla tentazione. E’ una battuta scema, lo so, è una battuta scema 😀

        1. Mo’ te le becchi tu le proteste di tutti gli abitanti “medi” delle localitá citate che conoscono la divinità (o festività..) in oggetto… 🙂

          1. Urca, hai ragione. Potenza di “feisbuc” (o feisbuck ?)
            A pensarci, avrei usato solo nomi di insediamenti abbandonati post terremoto o eruzione (Malpasso, Fenicia Moncada, Occhiolà, Noto antica, Frattura, Faraone Vecchio, Pompeiae, e via dicendo… 😉

    1. L’augurio di per sé dovrebbe essere sempre comunque gradito. Se un ebreo, un buddista, ma anche fuori dalle religioni, un cinese secondo il suo calendario o un indigeno (inteso come originario di un determinato luogo), mi fa un augurio, significa che auspica per me un bene o il meglio secondo la sua Cultura (nel senso più alto e più ampio), quindi se io non sono disposto ad accettarlo o l’augurio (nei termini di cui sopra) urta la mia suscettibilità… beh il problema della mia grettezza e pochezza mentale è tutto mio. Non di chi l’augurio mi ha fatto.

  40. …Intendevo dire che ognuno pretende di avere i suoi simboli e nessuno riconosce quelli degli altri (Andreas Hofer permettendo,!)(al quale devo ancora una spiegazione per la dogmatizzazione tardiva della Assunzione della beata Vergine e, anzi, mi permetto di chiedere: ma il cristianesimo sarebbe mancante di qualcosa essenziale senza che Maria fosse stata assunta nell’alto dei cieli?)

    1. Giusi

      Vabbè, mo te lo spiego. Esiste una medaglia per la più alta percentuale di fiato sprecato (in senso figurato, forse dovrei dire meglio di polpastrelli inutilmente consunti) della storia? I dogmi si fondano sempre sulla Sacra Scrittura. Maria è la Madre di Dio. Poteva mai Dio permettere la corruzione di quel corpo santissimo e immacolato che fu l’arca vivente di Gesù? Nella Genesi Dio dice a Satana: “Porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe”. Dio annuncia che questa donna sarà strettamente unita alla sua discendenza (Cristo) nella lotta vittoriosa contro il demonio e quindi come la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e segno finale di questa vittoria, anche per Maria la lotta che ha in comune con suo Figlio doveva concludersi con la glorificazione del suo corpo verginale. Il Quarto Comandamento dice: “Onora il Padre e la Madre”. Gesù è l’osservante perfettissimo della divina legge e quindi potendo dare alla madre tanto onore da preservarla immune dalla corruzione del sepolcro si deve credere che lo abbia realmente fatto. Isaia nella Volgata (i versetti te li risparmio tanto non li vai a cercare) dice: “Glorificherò il luogo ove poggiarono i miei piedi”. Il corpo della Vergine è il sacrario dove il Signore pose il piede. Salmo 45 (per i versetti vedi sopra): “Alla tua destra la regina in ori di Ofir…… la figlia del re è tutta splendore…….. è presentata al re in preziosi ricami……. entrano insieme nel palazzo del re”. Questo testo è applicato a Maria Regina, che entra trionfalmente nella reggia celeste e si asside alla destra del divino Redentore, re immortale nei secoli. Salmo 132: “Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo tu e l’arca della tua santificazione”. Padri, teologi e oratori sacri vedono nell’arca dell’alleanza, fatta di legno incorruttibile e posta nel tempio del Signore un’immagine del corpo purissimo di Maria Vergine, preservato da ogni corruzione del sepolcro ed elevato a tanta gloria nel cielo. Nel Cantico dei Cantici la sposa “che sale dal deserto, come una colonna di fumo dagli aromi di mirra e di incenso per essere incoronata” è figura di quella Sposa celeste che insieme col divino Sposo è innalzata alla reggia dei cieli. Inoltre i dottori scolastici considerano con particolare interesse le parole dell’Arcangelo Gabriele, inviato da Dio: ” Ave, o piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne”, poichè vedono nel mistero dell’assunzione un complemento della pienezza di grazia elargita alla beatissima Vergine, ed una benedizione singolare in oppposizione alla maledizione di Eva. I dottori scolastici videro adombrata l’assunzione anche in quella donna vestita di sole di cui parla l’apostolo Giovanni nell’Apocalisse. Insomma con la proclamazione del dogma la Chiesa ha determinato ciò che appartiene al sentire di sempre. Anche gli apocrifi attestano che il corpo di Maria non si è corrotto ma è stato assunto in cielo. Inoltre la Chiesa non ha mai tributato culto ad ossa o ad altre parti del corpo di Maria come invece è attestato per tanti santi e martiri cristiani fin dai primi tempi. Questa assenza di reliquie attesta il convincimento che il cadavere di Maria non è rimasto di qua, ma è stato reso partecipe della risurrezione e ascensione di Cristo al cielo. D’altro canto non è forse Maria Corredentrice? (“Anche a te una spada trafiggerà l’anima”). E come il Redentore è risorta!

  41. Meglio l’opposizione, chiara e netta, che l’indifferenza. E’ quello il vero rischio, secondo me, assieme alla paura di affrontare i contrasti.
    Cari saluti e auguri di Santo Natale.

  42. Angelo Francesco

    L’ordinaria santità, quella vissuta quotidianamente da una madre di famiglia, che sà di avere nel suo ventre -primo, naturale ed emblematico luogo della solidarietà umana – un figlio di cui Lei sola e nessun altro può prendersi cura e concedergli di poter continuare a vivere, disarma e spaventa a morte chi predicando la libertà (di uccidere, di fare quello che gli passa per la mente!) di fatto vuole far tacere a tutti i costi chi con la sua vita testimonia che é più opportuno e fonte di gioia dare la vita perché un altro – il proprio figlio – viva. E’ un incoraggiamento per tutti titolare una scuola a Chiara ed a Chi come Lei testimonia che amare significa volere il bene dell’altro.

  43. fred

    io sono di milano, ma fossi in voi, mi incatenerei alla scuola per farla intitolare a quella santa. basta morbidezza cattolica. E’ una santa, ha fatto tre figli senza guardare (cosa portava in grembo), è morta per il terzo. E’ una santa. Lei è stata capace di questo, voi dovreste essere capaci di farle intitolare la scuola dove andranno i bimbi della sua zona.
    Basta essere morbidi. Raccogliete le firme, fate pesare i vostri numeri. chi ca..o era mazzini?? chissà quanta gente è morta per le parole di mazzini.. e non viceversa. Mazzini è campato 73 anni in un’epoca in cui l’aspettativa di vita media dei maschi era 57 anni.. Chiara???? Chiedete aiuto anche a lei dal Cielo e la scuola sarà in suo nome, come merita. Allora si la scuola pubblica inizierebbe a stupirmi e piacermi. La verità è che la scuola pubblica è anti-cristiana, altro che pubblica. DEDICATE LA SCUOLA A CHIARA, e poi anche la sala dell’oratorio.

  44. @Paolo da Genova… e chi le dice che gli atei siano solo quelli che “celebrano” 25 Aprile, 1° Maggio, 2 Giugno? E perchè quelli che credono nei valori civili (anche in quelli civili e/o solo in quelli civili) debba provare invidia?
    allora lo vedete che il nemico (con un filo rosso da Mazzini al 2 giugno) c’è e non è quello giusto?

    1. Paolo da Genova

      Non so se ho capito la sua replica, ma volevo solo dire che un ateo, non potendo festeggiare il Natale, deve attaccarsi al 25 Aprile, 1° Maggio, 2 Giugno, feste che in sé non hanno nulla di male, anzi, ma sono oggettivamente più “insipide”, almeno per chi usi festeggiare il Natale. Un esempio di questo è anche la moda moderna di intitolare una giornata a tutto: alla malattia A, alla malattia B, alla sicurezza stradale, al diritto all’istruzione, alla lotta alla mafia, ai diritti delle donne, ecc. Non si ricordano più i santi del calendario, ma non è che non si ricordi nulla, anzi, si ricorda di tutto. E’ un fatto che l’uomo non sa stare senza dare significato ai giorni dell’anno. Mazzini mica è mio nemico, siamo anzi concittadini, ma mi fa un po’ ridere come eroe se penso ai suoi metodi. Le Brigate Rosse si proclamavano eredi di Mazzini e su questo punto non avevano torto.

  45. Francesca

    “L’aborto trasmette in casa un virus: a livello inconscio, rende praticabile l’uccisione anche in un ambito intimo e domestico come la famiglia, luogo una volta considerato sacro e intoccabile.[…] C’è spazio per l’opzione della violenza. Ciò che una volta era intoccabile, adesso è toccabilissimo.”
    Così interveniva esattamente 5 anni fa su Il Giornale lo scrittore giornalistapsicoterapeuta Claudio Risé, intervistato a proposito dell’aborto. Riflettevo su questo accostamento aborto-virus, politicamente scorrettissimo, che va dritto alla sostanza. Le polemiche sollevate per il cambio nome della scuola sembrano infatti una risposta complicata, elaborata, doverosamente ragionata di fronte alla semplicità lampante di una “diagnosi”: qualcuno ha dato la vita, ed è più bello che se non lo avesse fatto.
    E’ più bello.
    Perchè agitarsi tanto di fronte alla semplice bellezza di un gesto? Credo succeda questo in quanto la bellezza ci chiede di distinguerla dal suo contrario, ci chiede onestà… e noi a volte siamo troppo deboli per essere onesti.

  46. Dino

    Le vie del Signore sono infinite anche se la segnaletica lascia a desiderare… prima o poi arriveranno alla consapevolezza anche se partono da un livello piuttosto basso di sensibilità, carità e attenzione ai veri valori della vita

  47. Victoria Soto, una giovane insegnante americana nasconde gli alunni nell’armadio salvando loro la vita durante la strage di un giovane killer, lei non viene risparmiata. Eroina. Bel sorriso, giovane. Il minimo che si possa fare è intitolarle una scuola, magari anche cento. Ma cosa succede? Un drappello di mamme si unisce per raccogliere le firme contro l’intitolazione dell’istituto. Il suo nome è legato ad una tragedia che potrebbe turbare gli alunni. Alcuni altri genitori insistono, perché le scuole vanno intitolate a simboli della cultura americana, Mark Twain, per esempio. Interviene Barack Obama che con il suo sorriso sicuro e fiero sa di non poter sbagliare questa volta. “Victoria Soto rappresenta il simbolo dell’eroismo per la difesa della vita dei bambini, ha sacrificato la sua vita per essi, è stata lucida sino all’ultimo, ha amato fino all’ultimo, in cuor suo sperava di vivere, poteva scappare ma prima della sua vita ha scelto quella dei bambini.”
    Care mamme romane, la vicenda di Chiara Corbella, in cosa differisce?

  48. Pingback: Chi ha paura di Chiara? « Una casa sulla roccia

  49. Giancarlo Bissolotti

    Sono buon amico di Pierluigi Molla, figlio di Santa Gianna Beretta Molla e questa storia mi ricorda molto quella della sua mamma. Non so se Chiara sarà mai santa ma credo che non ce ne sarà bisogno. Così come non c’è bisogno di intitolarle una scuola ma di perpetuare invece il suo ricordo aiutando, magari attraverso un Centro di aiuto alla Vita, una ragazza o donna che sono sono combattute intimamente a portare avanti la Vita e a non cedere alla morte: E poi a voi tutti faccio una domanda: avete mai conosciuto una donna che ha abortito? L’avete mai vista quando è sola e fuori dalla finestra si sentono le voci allegri di bambini? Queste donne favorevolmente abortiste “fuori” in realtà sono devastate “dentro”!!

  50. Giusi

    Mi viene in mente, per analogia, un articolo che lessi non mi ricordo dove (è passato troppo tempo) quando il nostro “amato” Presidente della Repubblica iniziò il suo mandato. Non lessi successive smentite. Pare che sua moglie, la signora Clio, quando i loro figli frequentavano le elementari, si recò dalla maestra a pregarla di non parlare più dell’Angelo Custode (allora si poteva!) perchè i poveri bambini si spaventavano e non riuscivano più a dormire la notte! Si vede che li faceva addormentare parlandogli di Stalin!

    1. JoeTurner

      …o parlandorgli di Mussolini visto che “l’amato” presidente ha fatto parte del GUF, il gruppo universitario fascista fino al 1944 per poi passare istantaneamente al partito Comunista (1945). Oppure magari invece che di angeli custodi poteva parlare di quegli ungheresi “teppisti” e “spregevoli provocatori” (così li aveva definiti su l’Unità) che avevano osato morire infilandosi sotto i cingoli dei carri armati sovietici a Budapest nel 1956

  51. Carla

    Io intitolerei una stella col nome di Chiara, perché il pensiero di lei mi illumina il cuore proprio come quando in una notte d’estate alzo gli occhi al cielo.
    Non dovrebbero sollevarsi polemiche davanti a chi ha avuto un amore grande come quello di cui parla Gesù… La vita di Chiara è un inno alla Vita! è difficile per qualcuno ricordare chi ama la vita, chi ama il prossimo più di se stessa, fino al punto di donare la vita per un altra persona, perché sorge spontaneo chiedersi:”io l’avermi fatto?”.
    Rimanga in Cielo il nome di Chiara, accanto a Dio, e rimanga nei cuori delle persone…
    Ciao

  52. mi fa un certo effetto leggere questo… io sono cresciuta a san giovanni e ho fatto le scuole elementari alla manzoni. considero un bel segno intitolarla a chiara, per l’affetto, la stima e il rispetto che provo per lei pur non conoscendola. mi dispiace di quello che sta succedendo però immagino che in tempi come questi rientri pienamente nel clichè del pensiero comune (almeno nell’ambiente che frequento io) e desti molto scalpore e fastidio proprio perchè la sua vita, da come tutti ce ne parlano, è stata piena di scelte convinte e forti. al di la della sua semplicità e ordinarietà, qui si richiamano temi molto discussi e ‘fastidiosi’. a volte i paladini della libertà diventano persecutori di chi davvero liberamente vive la sua vita. questa vicenda secondo me non è però del tutto negativa perchè fa prendere coscienza sia a una parte che all’altra che c’è divisione ancor prima di comunicare, di conoscere, si sostengono idee solo per partito preso e che tutti dovremmo crescere nel rispetto della diversità, che è l’unica cosa che apre veramente al dialogo. non saremo mai tutti d’accordo e neanche deve essere così… questi episodi magari serviranno a far ragionare chi vuole uscire dagli schemi e comprendere un po’ di più cosa conta nella vita…

  53. Luciana

    Io sono andata a quel banchetto ad esprimere il mio no, ma non per motivazioni pro abortiste e contro il sentimento religioso. Questi sono argomenti così intimi e personali che non è giusto farne una battaglia a favore o contro. Sono madre e sicuramente la storia di Chiara mi ha molto colpita, per la sua forza e per la forza delle sue scelte. Il problema qui è di modo e di forma, la dirigenza ha “forzato” una scelta, che poteva e doveva essere una proposta condivisa e ragionata, in modo poco chiaro (pubblicando prima un documento, per poi eliminarlo dal sito e sostituendolo con un altro con uguale protocollo) e molto frettolosa, facendo pensare a molti di noi genitori che questa fosse piuttosto un’imposizione. Questo modo di agire non è accettabile da una Istituzione pubblica, ma soprattutto educativa e sono fermamente convinta che non gioverebbe alla memoria di Chiara. Non so come sia finita la votazione in Consiglio d’Istituto, ma apprezzo molto la posizione della famiglia che, evidentemente, ha ritenuto giusto far ritirare la proposta, forse proprio facendo considerazioni simili alle mie.
    Vi auguro un sereno Natale
    Luciana

    1. JoeTurner

      già bisognava fare almeno le primarie è più cool, il voto favorevole o contrario non basta (anzi il voto è controindicato, democraticamente parlando è ovvio!)

      1. JoeTurner

        PS anche Gesù è stato sottoposto a un democraticissimo ballottaggio: infatti ha vinto Barabba.

      2. Luciana

        Semplicemente si doveva conoscere e condividere e non cambiare le carte in tavola come è molto cool in questo momento

    2. admin

      @Luciana, la votazione non c’è stata è stata ritirata la proposta, hanno vinto i banchetti. Tutto qua.

      1. Luciana

        Non hanno vinto i banchetti, ha vinto la dignità della famiglia, che ha dimostrato a tanti che (come giustamente doveva essere) il nome di Chiara Corbella non doveva essere messo come simbolo di una battaglia pro o contro la vita.
        E sono tanto più convinta delle mie parole dal fatto che la famiglia abbia eliminato il link a questo post dal sito legato a Chiara

        1. Che ipocrisia. La famiglia aveva forse conferito qualche mandato agli organizzatori dei banchetti? Se non è così, allora attribuirsi da sé la qualifica di “rappresentanti della dignità” della famiglia di Chiara è, questa sì, una forzatura inammissibile. La realtà è che per certa cultura “laica, democratica e antifascista” la solo proposta di mettere ai voti ciò che non è gradito è contrario alla “volontà generale”, di cui si sente portatrice, vale a dire che non ha nemmeno diritto di cittadinanza. Ergo nemmeno è degna di essere messa ai voti. Tutto qui.

        2. admin

          questo vuol dire che fino ieri la famiglia gradiva che la scuola portasse il nome di Chiara, oggi non più.

  54. Leggo: “[…] Chiara, dice, non avrebbe mai voluto essere una bandiera contro qualcuno, né tanto meno dividere, o essere utilizzata per battaglie di principio che offendano qualcuno. Non amerebbe essere dipinta come un’eroina, una martire, una pasionaria delle battaglie antiabortiste. Chiara è stata una mamma che ha messo la vita dei suoi bambini prima della sua. Semplicemente. Grandemente. Non è morta per, non si è immolata.”

    Quindi, chiara si e’ comportata come una persona comune avrebbe fatto, prendendo le proprie responsabili decisioni nella cornice che autodeterminazione, cultura, medicina, leggi, le consentivano.

    Quante mamme, padri, giovani, vecchi, ogni giorno fanno scelte e prendono decisioni, nell’incertezza, che possono essere ultimative rispetto al futuro?
    Sarebbe questo un buon motivo per intestare una scuola ad ognuno di loro? Dubito fortemente.

    E’ quindi del tutto evidente lo sfondo ideologico (lecito, ma opinabile), in cui matura una tale (democratica) proposta, che quindi ottiene analoga (democratica, perche’ per le petizioni, cari tutti, si chiede una libera adesione ed una firma a maggiorenni e vaccinati) opposizione, fosse pure ideologicamente opinabile.
    E testimone della impostazione ideologica e’ tutto il resto dell’articolo sotto al passaggio che cito, come la sterminata serie di commenti.
    E questo e’ usare strumentalmente l’immagine di una persona, le sue (e della sua famiglia) pene, le sue scelte, i tragici dilemmi, con le tragiche ricadute, per randellare contro chi presuntamente pretenderebbe “libertà di uccidere,[…] un figlio”

    Se c’era un buon motivo per NON intitolare quella scuola a Chiara, l’avete perfettamente mostrato in questo articolo e commenti a seguire.

    Saluti

    1. Insomma, Chiara Corbella ha fatto una cosa che chiunque avrebbe potuto fare, quindi non ha diritto ad alcun particolare riconoscimento. Usa obbedir tacendo e tacendo morir, come l’Arma dei Carabinieri.

      Tanto per curiosità, seguendo questo principio a chi si potrebbe intitolare questa benedetta scuola? Direi a nessuno, perché Manzoni, Mazzini, Pascoli, la Montessori, Iqbal Masih, Francesca Morvillo Falcone sono tutte persone che hanno fatto qualcosa che chiunque nelle loro condizioni avrebbe potuto fare (ovviamente “nella cornice che autodeterminazione, cultura, medicina, leggi, consentivano”).
      Quindi scuola “A”, “B” “C”?
      Scuola “Aereoplano”? (fa qualcosa che noi non avremmo potuto fare: vola)

      E dei monumenti che ingombrano il centro delle nostre piazze ostacolando il diritto costituzionale al parcheggio che ne facciamo? In fondo anche Mazzini, Garibaldi, i Fratelli Bandiera e Cairoli, Alessandro Volta, Bruno Buozzi e compagnia di giro sono tutte persone che hanno fatto cose che chiunque altro avrebbe potuto fare. O no?

      E con le varie vie intitolate a questo e a quello? Dante Alighieri offende i mussulmani, Giulio Cesare offende Galli e Britanni, i Martiri delle foibe offendono la Croazia, Togliatti offende me, non è meglio azzerare tutto e usare anche qui lettere e numeri?

      1. No, Chiara Corbella ha fatto la SUA (e della sua famiglia) scelta, come molte altre donne ed uomini fanno, ogni giorno, su tematiche di confine fra la vita e la morte. E sono tutte *personali*, *lecite* (se formalmente lecite, ovviamente), *libere*, con il proprio carico di dolori, angosce, incertezze.
        Tutti questi meritano qualche forma di riconoscimento pubblico? Per aver fatto scelte personali e dolorose cui siamo chiamati costantemente noi tutti? Continuo a dubitare.
        E, no, Chiara Corbella NON ha obbedito a nessuno, se non alla propria coscienza, mentre mi pare di capire che obbedienza, o tacita accettazione, qui sia richiesta a chi si sia (legittimamente) opposto ad una tale intitolazione.
        Il che rappresenterebbe la totale inversione dell’ordine razionale degli eventi.

        A chi intitolare quella scuola? Mancano i personaggi storici in Italia? A guardare al toponomastica (curioso, poco sopra qualcuno contestata l’intitolazione di qualche piazza a Mazzini – ed i milioni di strade, piazze e viali, oltre a borghi e paeselli vari, intestati, che so, a papi, cardinali e santi vari? Se si approcciasse alla cosa con speculare atteggiamento, dovrebbero sollervarsi contestazioni costanti, e sonore, anche a questo, cosa che non accade, giusto?), parrebbe di no, e questo per via delle molteplici vicissitudiini storiche che questo paese ha vissuto.

        In tutta franchezza, non credo che buttarla in vacca a colpi di assurdi renda un buon servizio al tenore della discussione.

  55. Mariasole

    Quindi è lecito uccidere un figlio, basta non farlo sapere a quelli sopravvissuti???

    «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che purificate l’esterno del bicchiere e del piatto, mentre l’interno è pieno di rapina e d’intemperanza. Fariseo cieco, purifica prima l’interno del bicchiere, affinché anche l’esterno diventi puro.

    «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, i quali dall’esterno appaiono belli, ma dentro son pieni di ossa di morti e di ogni immondezza. Allo stesso modo anche voi all’esterno sembrate giusti agli uomini, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.

    «Serpenti, razza di vipere, come potete sfuggire alla condanna della geenna? Per questo, ecco, io vi mando i Profeti e voi ne ucciderete e crocifiggerete alcuni, ne flagellerete altri nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città. Sicché ricadrà su di voi tutto il sangue innocente versato sulla terra, a cominciare dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, che voi uccideste tra il santuario e l’altare. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i Profeti e lapidi coloro che ti sono stati inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figlioli, allo stesso modo con cui una gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ai, ma voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi sarà lasciata deserta. Vi dico, infatti, che non mi vedrete più finché non direte: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”» .

    1. A monte di tutto, immagino sarebbe da condividere il concetto di “uccidere un figlio”. La qual cosa non e’ per niente pacifica, mi pare evidente.
      Se poi anche si condividesse questo concetto, andrebbe valutata la decisione / azione in stato di pericolo di vita (fattispecie che anche la legge prende in considerazione – esulando dalla legge 194, peraltro). A fronte della quale (il caso di Chiara fa al caso nostro) chi si sentirebbe di dire parole definitive sulla scelta presa da quella donna, in qualsiasi direzione si fosse manifestata?
      Trovo agghiacciante l’incapacita’ anche solo di contemplare la possibilta’ che “l’altro” possa essere portatore di valori, idee, concetti, ideologie, diverse dalla propria.
      Agghiacciante perche’ del tutto controintuitivo: e’ il mondo che ci racconta di una variabilita’ pressoche’ infinita, nei valori adottati dalle (singole) persone.

      1. JoeTurner

        vede signor Casagli ci è stato detto che siamo nel mondo ma non siamo del mondo, “Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo;
        poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia”

        1. Ecco, VI e’ stato detto. Ma NON CI e’ stato detto. E, dopo che ce l’avessero detto, avremmo anche dovuto crederci, o, meglio ancora, concordare, giusto? Ecco, il problema e’ tutto qui, ossia l’imporre la *propria* visione del mondo come se fosse propria anche di tutti gli altri. Cosa che in tutta evidenza NON e’.
          Il che, ed anticipo anche una successiva risposta che devo, NON significa ritenere indistingubili tutte le visioni del mondo, o ritenerle incomparabili, o ritenerle, ancora, “tutte uguali”, o magari “tutte ugualmente giuste”.
          Stante che ci e’ concesso esprimere le proprie valutazioni sulle visioni del mondo altrui (e, del resto, non e’ per il fatto stesso che si abbracci una visione del mondo che, automaticamente, se ne scartano, ritenendole meno consone, svariate altre di cui si sia a conoscenza?), *prima di tutto* e’ fondamentale *prendere atto* che esistono queste visioni del mondo diverse. E confrontarsi con argomentazioni razionali, e non a colpi di citazioni bibliche. Se se ne e’ capaci.

            1. In base al *proprio* armamentario culturale, filosofico, storico, ambientale, valoriale, mi pare evidente. In un mix, che, mi pare parimenti evidente, NON e’ riducibile ad *una unica entita’ per tutti applicabile*.

              1. Come volevasi dimostrare: il soggettivismo è quanto di più scontato possa esistere. Inutile ribadire che qui si confonde il livello descrittivo e quello prescrittivo. Torno a chiedere: perché, un terrorista o una SS non hanno un proprio “armamentario culturale, filosofico, storico, ambientale, valoriale”?

                1. No, caro, qui la confusione la introduci, scientemente, tu, con una patente mutatio controversiae. Perche’ adesso dovro’ chiederti di citarmi di preciso dove io abbia affermato la *equipollenza*, o la *indistinguibilita’* fra set di valori diversi. Ho invece affermato l’esatto contrario, al punto che mi hai posto una domanda in tal senso.
                  Questo apparentemente e’ quanto ti crea sconcerto, ossia l’esistenza di una *pluralita’* dei set di valori *adottabili* ed anzi *de facto adottati*.
                  La soggettivita’ NON e’ soltanto valoriale, e’ *fattualmente in azione*, quando si parla di valori. Cercare di forzare la *propria* visione del mondo anche sugli altri, in modo tale da poterli ritenere *non ortodossi* nel caso adottino valutazioni e comportamenti difformi dai propri, questo si e’ davvero poco democratico. E storicamente alla base di ogni integralismo e totalitarismo.

                  1. Senti, “caro”, che disputare coi sofisti sia perdita di tempo è noto fin dai tempi di Socrate, dunque non lo perderò in dispute nominalistiche con un sofista in sedicesimo. Ti ho solo chiesto in base a quale criterio distingere una madre che dona la propria vita per permettere ai figli di vivere e una SS o un terrorista (in fondo anche loro non danno la propria vita per imporre il proprio “armamentario culturale, filosofico, storico, ambientale, valoriale”?).
                    Veramente alla base della violenza e dell’autoritarismo ideologici c’è il relativismo. Proprio perché non esiste alcuna natura umana immodificabile che le ideologie totalitarie si sono sentite autorizzate a volerla plasmare con ogni mezzo. Se hai letto Talmon sai bene che “democrazia” e “totalitarismo” possono benissimo acocmpagnarsi.

                2. Certo. Solo che il loro set di valori, quando praticato, *conculca* la sola possibilita’ altrui di sostenere, ed anche praticare, i propri set di valori, arrivando fino alla eliminazione fisica. E quindi *e’ male*, non e’ un buon set di valori, perche’ persegue al contempo la sofferenza fisica e morale degli individui circostanti e la soppressione di ogni difformita’ fisica e di pensiero.
                  Del resto, la questione e’ ribaltabile: se si adotta UN set di valori, PERCHE’ quello dovrebbe essere l’unico valido, oltre alla autoaffermazione della propria validita’? Ci sara’ qualche elemento che consenta di dire che qualsiasi comportamento e’ concordemente ritenibile come *male*?

      2. Rossano, quindi lei si opporrebbe anche all’intitolazione di una scuola americana a Victoria Sato, ci vedrebbe dell’ideologia anchelì? (Veda il mio commento poco sopra)

      3. Ecco un buon esempio di “superstizione del soggettivismo”, qui è davvero la ragione umana a essersi inabissata. Inutile dire che la “variabilità di valori” è un concetto assai vago e puramente descrittivo (evidentemente non si può confondere banalmente il valore col fatto, il fatto che tanti rubino non rende il furto un valore da perseguire). Non sono forse portatori di “valori” anche i terroristi disposti a uccidere migliaia di persone per assicurare il trionfo della loro causa? Secondo il soggettivista non abbiamo modo di operare alcuna distinzione tra chi prende con la violenza la vita altrui e tra chi dona la propria vita per darla ad altri.

          1. «[…] in occasione di una disputa tra colleghi, a proposito del potere di giustificazione della coscienza erronea. Qualcuno obiettò a questa tesi che, se ciò dovesse avere un valore universale, allora persino i membri delle SS naziste sarebbero giustificati e dovremmo cercarli in paradiso. Essi infatti portarono a compimento le loro atrocità con fanatica convinzione ed anche con un’assoluta certezza di coscienza. Al che un altro rispose con la massima naturalezza che le cose stavano proprio così: non c’è proprio nessun dubbio che Hitler ed i suoi complici, che erano profondamente convinti della loro causa, non avrebbero potuto agire diversamente e che quindi, per quanto siano state oggettivamente spaventose le loro azioni, essi, a livello soggettivo, si comportarono moralmente bene. Dal momento che essi seguirono la loro coscienza — per quanto deformata —, si dovrebbe riconoscere che il loro comportamento era per loro morale e non si potrebbe pertanto mettere in dubbio la loro salvezza eterna. Dopo una tale conversazione fui assolutamente sicuro che c’era qualcosa che non quadrava in questa teoria sul potere giustificativo della coscienza soggettiva, in altre parole: fui sicuro che doveva esser falsa una concezione di coscienza, che portava a simili conclusioni. Una ferma convinzione soggettiva e la conseguente mancanza di dubbi e scrupoli non giustificano affatto l’uomo.»
            http://www.ratzinger.us/modules.php?name=News&file=article&sid=16

        1. Carissimo, visto che ritengo l’italiano una lingua non ancora morta, mi trovo costretto a citarmi:
          “Trovo agghiacciante l’incapacita’ anche solo di contemplare la possibilta’ che “l’altro” possa essere portatore di valori, idee, concetti, ideologie, diverse dalla propria.”
          Il senso e’ chiarissimo: e’ necessario *prima di tutto* prendere atto delle diversita’ di opinione, ideologiche, valoriali, e *solo dopo* sara’ possibile discuterne negli unici termini che rendono la discussione (che abbia finalita’ di comprensione – non necessariamente condivisione – reciproca) possibile: i termini dell’argomentazione razionale.
          Che in questo thread, fra citazioni bibliche a nastro, mutatio controversiae ed ad hominem, per ora ho visto fortemente latitare. Ma anche questa e’ una mia personale, fallibile, valutazione.

          1. Ho capito benissimo, è a te che sfugge qualcosa, e non so perché ma credo continuerà a sfuggirti. Si ècapito benissimo: appartiene a una stirpe eticamente superiore, alla razza eletta dalla Volntà generale. Puoi fare a meno di ribadirlo nuovamente, il concetto di mi è chiaro da tempo.

            1. Toh, curioso, era parso invece a me che tu appartenessi ad una stirpe di eletti portatori del Verbo e del Vero e quindi di principi non negoziabili ed anzi da imporre a tutti. Ma pensa…
              Antichissimo anche lo schema retorico: prima randelli, poi appena trovi banale contrasto, scatta il lamento contro il birbaccione di turno che osa non darti ragione.
              Questo fino alla quinta elementare, poi dovrebbe passare, giusto?

  56. Pingback: La scuola laida « il sub (senza muta né uniforme)

  57. Paola Santucci

    Occorre dare le notizie in forma completa:
    sul Blog di De Palo http://www.gigidepalo.it/2012/12/10/chiara-corbella-una-santita-a-misura-di-famiglia/ si legge:
    “Per questo con il sindaco Alemanno abbiamo deciso di intitolare una scuola alla memoria di Chiara, perché sin da piccoli si può imparare a scegliere tra bene e male, tra ciò che è giusto o sbagliato.”
    Quindi la decisione di intitolare una scuola a Chiara Corbelli c’era. E non era una proposta ma una DECISIONE. Era invece una proposta che la destinataria di quella decisione fosse proprio la nostra scuola Manzoni. Sul sito della scuola inoltre fino a poco fa compariva una comunicazione, ora ritirata, che diceva che il direttore generale dell’USR Novelli, su iniziativa di De Palo, aveva proposto di intitolare il nuovo istituto comprensivo di Via Lusitania a Chiara Corbelli. Per questo motivo il dirigente scolastico ha chiesto al presidente del Consiglio di Circolo Coltellacci di indire un Consiglio di Circolo nel giro di pochi giorni per il giorno 20 dicembre. Per questo molti genitori della scuola Manzoni si sono preoccupati di subire una decisione che cala dall’alto: il nome della scuola è una parte importante della sua identità, pensa a te, Costanza, se da domani ti chiamassimo Fiorella! La raccolta di firme è un modo democratico per comunicare cosa i genitori vogliono di un bene che non è di nessuno in particolare ma che è di tutti, come la nostra scuola. Siamo una comunità che vive, lavora e va a scuola da anni. Mia nonna ad esempio, insegnava alla scuola Manzoni e tutti i miei zii hanno frequentato quella scuola. Nel quartiere quella scuola è storia. Chiara Corbelli non ha bisogno del nome della nostra scuola. Mi fanno paura le decisioni prese da pochi, e coloro che nel nome di scelte o valori che sono personali calpestano o sviliscono o deridono iniziative democratiche. Apprezzo profondamente la scelta di De Palo di ritirare la proposta. Chissà se Chiara Corbelli, che senza dubbio prega per noi in paradiso, riuscirà con le sue preghiere presso Dio, a convincere chi di dovere che questo tipo di scelte devono essere democratiche e non prese da pochi. Buon Natale a tutti!
    Paola

    1. Game, set, match. Giusto per inquadrare la questione nei corretti termini dello svolgimento degli eventi, che in questo thread e’ stata stravolta ed anzi invertita.

    2. admin

      io sarei stato favorevole a dare la possibilità alle persone di votare e pronunciarsi circa l’opportunità di intitolare la scuola a Chiara Corbella.
      Sulla possibilità di intitolarla a Chiara Corbelli invece non mi sarei espresso perché non so chi sia.

      1. Paola Santucci

        Chiedo scusa, sul sito della scuola http://www.a-manzoni.it/index.php?option=com_content&view=article&id=66:intitolazione-della-scuola-a-chiara-corbello&catid=7:comunicazioni&Itemid=14 si legge prima Chiaro Corbello, poi Chiara Corbella e ieri a scuola la chiamavano Corbelli. Non avendo avuto la fortuna di conoscerla personalmente ho sbagliato il suo nome. Ma non immaginavo che, visto il post, qualcuno potesse non capire…. mi spiace! Adesso credo che non ci siano più equivoci, per nessuno! Grazie!

        1. Risposta esemplare.
          Di fronte ad una spocchiosa trollata che permette di verificare quanto le stesse istituzioni abbiano fatto della questione unicamente una faccenda di bandierina da piantare, e non di ragionata, condivisa, decisione.

      1. Puo’ darsi di no, ma cosa ci sarebbe di strano se, a fronte di una decisione imposta e non condivisa, persone adulte e consapevoli avessero deciso di fare legittimamente e democraticamente opposizione? Del resto, basta girare la domanda: questo blog, ed i partecipanti a questo scambio, si sarebbero tanto interessati alla cosa, se il nome fosse stato un altro? La risposta mi pare evidente. e pone su un piano di parità questa discussione e l’opposizione tramite petizione, il tutto a fronte di una imposizione dall’alto decisa dal comune e poi gestita come si e’ potuto leggere a colpi di documenti pubblicati, ritirati e ripubblicati con modifiche (una manfrina francamente sconfortante, in qualsiasi modo la si pensi sulla opportunità della intitolazione)

        1. Allora, se il problema era l’imposizione dall’alto e non il nome della persona in sé, perché Costanza ieri si è sentita rispondere dai genitori al banchetto che il nome di Chiara “potrebbe turbare i bambini”?

        2. admin

          le persone adulte e consapevoli avrebbero potuto fare legittimamente e democraticamente opposizione votando contro la proposta come previsto, invece non si è voluto neanche correre il rischio di trovarsi in minoranza.
          Ora è veramente arrivato il momento di chiudere i commenti su questo post.

  58. vale

    uhmmm, l’utilizzo di valoriale,thread,asterischi sparsi,mutatio controversiae con un bellissimo-per l’italiano morente,s’intende- ed ad…mi sta facendo pensar male.finisce che ci prendo?razionalmente parlando. è ovvio.
    sull’altrettanto possibilità di opinioni tante quante sono le teste,non ci piove.
    l’avevamo chiamato : ognunismo….

    1. Ah, non saprei se ci prendi.
      Lo chiamo thread perche’ e’ un tread.
      Uso gli *astreischi* perche’ sono il metodo universalmente adottato dagli antichi internauti di almeno cinque lustri per *grassetttare* un testo.
      Uso la corretta denominazione delle figure retoriche e delle fallacie logiche perche’ prima di me lo hanno fatto tanti altri cultori di logica e filosofia e per non stare quindi a risostanziare ogni volta il significato, limitandomi a portare il significante.
      Sull’ognunimo? E quindi? Non essendo negabile, in base a cosa e’ contestabile, se non in base al ragionamento? La nuce della questione su questioni etiche (va bene etiche?) e’ tutta qui, del resto.

      1. vale

        e quindi nulla.non discuto affatto la possibilità di opinioni diverse.
        mi limito a considerare che l’utilizzo sistematico di parole straniere o di difficile interpretazione per qualcuno,il rimarcare l’antico internauta come una medaglia al valore e’l puntiglio sull’uso delle figure retoriche e persino la ricercatezza linguistica della d eufonica davanti a vocale diversa mi fa propendere verso il prenderci(anche se si commette peccato).
        il problema è che la Fede-per chi crede, e non stiamo parlando dello scintoismo – che si presume sia sostanza di cose sperate e argomento delle non parventi,è anche metro di valutazione del mondo.
        c’è la ratio.ma non senza la fides.
        per cui la “nuce” non è tutta lì.

        1. Ho rimarcato l’antico internauta non come medaglia, ma per giustificare un comportamento grafico che evidentemente non e’ cosi’ frequente, almeno fra i frequentatori di questo blog. Non e’ in sostanza un mio vezzo, ma una convenzione comunemente nota ed accettata.
          Per l’uso di parole straniere e/o latinorum e/o termini difficili, quando si parla di etica (anche ma non necessariamente con ispirazione religiosa) e quindi di filosofia, e’ quasi inevitabile farne uso, almeno quanto per un medico usare la propria terminologia fatta di -osi ed -iti ed -ia per sostanziare velocemente concetti ritenuti correnti e comuni con i propri interlocutori.
          Per le figure retoriche, avrei fatto volentieri a meno di citarle, avrebbe significato non averle viste in azione nello scambio (scambio va bene, giusto?), mentre la “d” eufonica la uso da sempre in ogni mio scritto, pubblico e privato, da illo tempore (ops, m’e’ scappato, giuro 🙂 )
          Sulla presenza o meno della fede, eh, beh, apri un universo, che immagino non sia il caso di visitare. C’e’ chi ragiona con fides et ratio, e chi solo con ratio. Lasciamo stare il mio pensiero riguardo alla proficuita’ di un tale connubio, e stiamo invece al tema del confronto fra diversi “sentire e fare”: cosa c’e’ in comune? La ratio. E quindi da li si deve partire, se si spera almeno di comprendersi. il che rimanda all’antico motto “etsi Deus non daretur”, come ben esemplificato da Enzo Bianchi ormai dieci anni e piu’ fa: http://www.notabene-online.it/opinioni-e-contributi/bianchi-cristiani-siate-cittadini-senza-vangelo/

          Un saluto.

          1. La spocchia degli autodidatti. C’è un detto poetico, dalle mie parti, che recita: “Quand che la mèrda la monta ‘n scàgn, o la spoessa o la fà dagn”. Mi scuso per la “oe” anziché la o con dieresi, che non so come reperire.

  59. vale

    no guarda.proprio non ci siamo.se quel che adduci come esemplificazione è il sedicente priore di Bose,temo non abbiamo te ed io,nulla da ragionare assieme.
    quel che penso del tipo in questione che porti ad esempio lo trovi su:
    http://www.bosecuriose.it/

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