L’ideologia gender non esiste, ma accidenti a me che ho messo la tutina rosa alla mia bambina

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da TEMPI.it

Fabio Sabatini, economista e blogger di MicroMega e del Fatto quotidiano, è un uomo assolutamente impegnato per la causa cosiddetta progressista. Ha fatto sue molte delle attuali battaglie per i “nuovi diritti”, «matrimonio gay e omogenitorialità anzitutto», scrive. A maggior ragione, perciò, l’allucinante vicenda in cui si è ritrovato personalmente coinvolto, raccontata in un lunghissimo post da lui firmato perMicromega che vale la pena di leggere, è emblematica dell’estremismo raggiunto da un certo mondo militante. Sabatini stesso ci tiene a precisare che in questa storia «si parla di gender, ma se ne parla solo incidentalmente». I lettori non devono «trarre lezioni generali» dal suo caso, ammonisce. «Tutti noi che abbiamo a cuore l’uguaglianza dei diritti civili ci sgoliamo dalla mattina alla sera per spiegare che la “teoria (o ideologia) del gender” non esiste», e secondo Sabatini occorre continuare a farlo. Tuttavia è difficile che la sua vicenda, «una delle più grottesche cui ho assistito negli ultimi tempi», «così caricaturale che sembra confezionata dalla propaganda contro l’eguaglianza dei diritti civili», non costringa a riflettere un po’ più a fondo sul senso di tante campagne arcobaleno. Veniamo ai fatti. Succede che Sabatini, oltre che ricercatore universitario, è anche amante della fotografia e dei social network, e un bel giorno pubblica su Facebook una foto di sua figlia, tre mesi, che indossa una tutina rosa. Completamente rosa. Non l’avesse mai fatto. «Il misfatto – racconta – non è passato inosservato, e una rappresentante della famosa categoria “esperti di Facebook” mi ha chiesto conto della scelta del colore». Il bello è che «l’esperta in questione», è una specie di “collega” di Sabatini. Lui non la nomina mai nel suo post, ma dalle informazioni riportate è facile riconoscere Barbara Befani, che, ironia della sorte, «tra le altre cose, scrive su MicroMega un blog su questioni di genere». Ebbene, «fin dalla prima battuta», continua Sabatini, era chiaro che la Befani «avesse già in mente la sua risposta. Questo padre è maschilista e sessista, perciò veste la figlia di rosa». Quando si finisce le mirino dell’esperto di genere, osserva il malcapitato blogger progressista, è inutile stare a spiegare che non avete scelto quella tutina per sessismo, che «il rosa vi piace» e che però «vi piacciono anche altri colori», che «il guardaroba di vostra figlia è vario» e contiene anche abitini azzurri. Inutile perché, qualunque essa sia, «la risposta non va bene». L’esperto ha già capito tutto, «si pianta in salotto e ci sottopone una raffica di osservazioni e di domande». Il punto, intuisce sconsolato Sabatini, «è che dobbiamo dimostrare di non essere sessisti: avreste vestito vostro figlio di rosa anche se fosse stato un maschio? Siamo increduli e infastiditi. Dobbiamo davvero dimostrare alla prima persona che passa di non essere qualcosa?». Ammirevolmente, comunque, Sabatini inghiotte lo sfogo che gli monta dentro e prova a rispondere nuovamente. «Rifiuto però di dire tutte ma proprio tutte le cose che avrei voluto. Perché sono ovvie. Perché la blogger le sa già, dato che mi segue da tempo. Perché non sono tenuto a spiegare alla prima persona che mi piomba in casa affermando che sono qualcosa che invece no, non sono quel qualcosa». Purtroppo però non basta ancora, «l’ospite non è contento, la nostra gender neutrality non è dimostrata, se ne deduce che mia moglie e io non siamo capaci di farci le domande giuste». «È finita? No. Qualche giorno dopo – continua Sabatini – compare sull’home page di MicroMega un pezzo in cui si parla proprio di quel genitore sessista che fa indossare alla figlia anche delle tutine rosa». È firmato dalla “collega” Befani e presenta la piccola disputa «in modo diverso dalla realtà dei fatti». L’articolo secondo Sabatini contiene «un giudizio. Dopo aver osservato una foto di nostra figlia e studiato le nostre reazioni, la blogger ha stabilito che mia moglie e io siamo maschilisti. Che le sue domande intelligenti non ce le eravamo poste mai, e che la sua irruzione in salotto ci ha disorientati a tal punto da lasciarci senza parole (che per certi versi è vero)». L’uomo non può credere ai suoi occhi, e lo spaesamento ben presto «lascia spazio all’arrabbiatura, una gran brutta arrabbiatura», perché «sulla home page di una testata del gruppo l’Espresso-La Repubblica si parla della tutina rosa di mia figlia di tre mesi e del nostro essere genitori, con delle basi semplicemente ridicole». Sabatini e sua moglie si sentono «invasi». «Qualcuno è piombato a casa mia a dirmi: dimostrami che non sei quello che ho estemporaneamente teorizzato che tu sia». Una sensazione opprimente amplificata dai commenti dei lettori all’articolo della Befani. Scrive Sabatini: «Non riesco a credere che degli estranei stiano pontificando sul sito di una testata nazionale del presente e futuro della bambina che, proprio mentre sto leggendo, mi dorme in braccio. Dei maltrattamenti e delle frustrazioni che subirà. Del fatto che io le metterò le mani addosso. Sono davvero sconvolto. Come è potuto accadere tutto questo? La tutina rosa, già». Ormai «la tutina rosa – conclude ironicamente lo sventurato padre – non è la tutina rosa. È un problema sistemico». Non se ne esce. «La verità è costruita ormai, e con essa il nemico, la realtà non conta più un fico secco». Sabatini di certo non si ricrederà sulle campagne “di genere”, ma una cosa l’ha capita: il suo «non è un caso particolare», l’ostinata ramanzina di cui è stato fatto oggetto è un piccolo ma perfetto emblema dell’«integralismo, la sensazione di avere in tasca le verità del mondo. Una roba che succede a tutti i fanatici, sempre uguale. Sarebbe soltanto noioso, se non riguardasse la tutina di mia figlia».

92 pensieri su “L’ideologia gender non esiste, ma accidenti a me che ho messo la tutina rosa alla mia bambina

  1. Mi sento come in quel momento, in Indipendence Day, quando si scopre il punto debole del nemico. Una volta caduto il velo che li rendeva invisibili, una volta tolto lo scudo protettivo, abbiamo trovato il punto debole.
    Il punto debole sono loro stessi, sono le loro stesse teorie. “Verità” dice lui, menzogne, dico io, costruite ed ideologiche. Immutabili e indimostrabili.
    Questo è il modo che abbiamo per distruggerli, metterli di fronte alle loro menzogne, l’uno contro l’altro, e finiranno per scannarsi da soli.

  2. Qualcuno mi spiega in 5 frasi cosa vuol vendere questo Signore e che rilevanza ha nel contesto globale. O solo ama scrivere perche’ scrivere diverte e si passa il tempo.Paul

  3. salvatore scargiali

    Non capisco perché fare una guerra e prendersela tanto se un chiunque dà del sessista ad un padre che veste di rosa la figlia. E’ un’opinione di un chiunque. Lasciate libere le persone di esprimere il loro pensiero e vestitevi come volete.

  4. Giancarlo

    Caro Sabatini, c’è sempre qualcuno più puro… che ti epura. E’ una storia vecchia.

  5. L’ha ribloggato su lavitasempreintornoe ha commentato:
    Amo la pantera rosa (che è rosa)
    Amo lupo Alberto (che è blu)
    Non amo i puffi (che sono blu)
    Amo i Barbapapà (che sono di tutti i colori: toh guarda, la mamma nera, il babbo rosa)
    Amo Mafalda e Charlie Brown (che sono rosa carne, un po’ diafani. Si dice così?)

    A questo punto, dopo tutti questi amori / non-amori, non so più cosa sono! Sessista? Maschilista? Femminista? Qualche befana me lo spieghi per favore…

  6. Giancarlo

    Se mi piace distinguere i miei figli tra maschi e femmine, allora sono sessista? Se dedico alle mie figlie coccole ed effusioni, mentre a mio figlio chiedo soltanto com’è andata a scuola, allora sono sessista? Se credo che i maschi siano profondamente diversi dalle femmine, abbiano un ruolo e compiti diversi e che tutte queste differenze, oltre ad essere profondamente radicate in ciascuno di noi, debbano anche essere sottolineate e messe in rilievo in ambito educativo (vedi famiglia e scuola), allora sono sessista?

    Non mi piace il termine sessista, come se il sesso fosse l’unica caratteristica in grado di individuare e qualificare un essere umano. Però è assolutamente certo che il sesso entra nella nostra carne, nella nostra anima, nella nostra identità, e pone una differenza ineludibile tra esseri umani, un discrimine, un criterio che è costitutivo del genere umano. O si è maschi da una parte e femmine dall’altra, oppure non si è.

    Se una persona è omosessuale o, meglio, preferisce comportamenti omosessuali, secondo me ha un problema (anche molto grave), ma sono fatti suoi. La cosa non mi disturba. Se però pretende di qualificare questo suo comportamento come normale ed equivalente al comportamento eterosessuale e, per dimostrarlo, nega che essere maschi o femmine abbia un significato, ecco allora che la cosa mi disturba eccome. Si, perché ciascuno di noi può fare le proprie scelte (morali) in totale libertà ed autonomia. A nessuno, però, può essere consentito di mettere in discussione la Realtà per far posto all’ideologia, per poter dire che “omosessuale è bello ed equivalente ad eterosessuale”. Ecco spiegato il motivo per cui Sabatini e compagnucci vari si piccano a voler negare le differenze tra maschi e femmine. Perché se non c’è differenza tra maschi e femmine, allora ognuno può liberamente scegliere il ruolo ed il comportamento che preferisce senza doversi chiedere se le sue scelte sono giuste.

    La Realtà però, caro Sabatini, è più splendente del sole. Basta una tutina rosa a rimettere a posto le cose.

    1. DreamBook

      Sarei stata molto più esplicita e diretta di così, del tipo “ma una bella scodella di ca…voli tuoi la mattina?”, ma probabilmente la risposta di Giancarlo è più corretta 🙂

    2. Anonimo69

      Limitando il discorso agli omosessuali (le questioni del transessualismo e dell’ermafroditismo sarebbero molto più complesse ed implicherebbero la riflessione su molti altri elementi) c’è da dire che l’omosessuale si sente di regola maschio o femmina, in conformità con la sua conformazione anatomica. Semplicemente è attratto dal suo stesso sesso.
      Che il suo comportamento sia normale non lo dice soltanto il gay, ma anche la scienza (dato che è solo una esigua minoranza di scienziati ad affermare la natura patologica, o comunque anomala, dell’omosessualità).
      Per la scienza l’omosessualità è una variante naturale (dato che esiste abbondantemente in natura) del comportamento sessuale. Chi ci dice che non abbia una funzione specifica nell’ambito dell’ecosistema? Ad es. disperdere energia sessuale che altrimenti sarebbe tutta convogliata verso la procreazione: un mezzo predisposto dalla natura stessa per evitare la sovrappopolazione in rapporto alle risorse esistenti. E’ un ‘ipotesi.
      Che forse i predatori non sono utili, proprio per evitare sovrappopolazioni di animali erbivori, che potrebbero danneggiare oltremisura l’agricoltura e la vegetazione in generale?!
      Naturalmente la questione è DIVERSA sotto l’aspetto religioso. A69

      1. Anonimo69

        Specificando meglio: la “normalità” è un “genus” che potrebbe contenere diverse “species” al suo interno. A69

      2. Giancarlo

        Il transessualismo, o disforia di genere, è una gravissima malattia psichiatrica, andrebbe curata sul piano psichiatrico. Non mi pare che ci sia molto da aggiungere. Stesso discorso per l’ermafroditismo: si tratta di malformazioni di origini genetiche o endocrine. Comunque si tratta di patologia, non di normalità. Sono cose che vanno curate, quando possibile.

        L’omosessuale, invece, non ha nessuna malformazione, questo è certo. E non ha neanche una malattia psichiatrica se si sta a quello che dice l’OMS dell’omosessualità: una variante naturale del comportamento umano. Del resto, a me non interessa affatto affermare che l’omosessualità sia una malattia, anche se rilevo che fino al 1973 l’omosessualità era considerata malattia psichiatrica e che fu solo grazie ad una decisione presa sulla base di una votazione, e non sulla base di nuove scoperte scientifiche, che l’omosessualità fu, da quel momento, considerata “una variante naturale del comportamento umano”. Sul fatto poi che si tratti di una variante “naturale” del comportamento umano, io ho un’altra opinione ma, in fondo, si tratta solo di intenderci sul significato del termine naturale. Certo che se col termine “naturale” si intende tutto quello che esiste in natura, allora anche un cancro allo stomaco è naturale, anche una patologia, anche una malformazione (anche l’ermafroditismo o la disforia di genere, di cui sopra, sono naturali). Anche l’uccisione dei propri figli o del proprio partner, per restare nell’ambito del comportamento (umano ed animale), è un comportamento naturale, “dato che esiste abbondantemente in natura”. Ma allora il termine “naturale” vuol dire semplicemente “ciò che esiste” e la natura non ci aiuta a distinguere “quello che è” da “quello che dovrebbe essere”. Insomma, se tutto quello che esiste (e non solo quello che ha senso) “è naturale”, allora non è possibile trovare il senso delle cose e la realtà è semplicemente un ammasso di materia che ognuno può liberamente interpretare. Ma infatti è proprio grazie a questo modo di intendere la “natura” (è naturale ciò che esiste, non ciò che ha senso) che il comportamento omosessuale è naturale: perché si nega che la sessualità umana (come qualunque altra cosa) abbia un senso, un significato, un fine. Esiste, e questo basta per dire che è naturale. Quindi uno può viverla come meglio crede, non esiste un modo corretto o giusto di viverla. Ecco perché, allora, si vuole negare le differenze che esistono tra maschi e femmine: perché altrimenti diventa evidente che queste differenze sono finalizzate a realizzare la procreazione e dunque la sessualità ha un significato, un fine. E l’omosessualità è tragicamente estranea a questo fine.

        1. …anche la religione, secondo alcuni, anderebbe classificata fra i disturbi psichiatrici!

          p.s. se l’omosessualità è estranea alla procreazione, non vi si oppone.

        2. Roberto

          Anche gli anoressici sono presenti in “natura”, per esempio, più o meno abbondantemente non ha importanza per costruire un parallelo, ma nessuno si sognerebbe di sostenere che non mangiare sia una variante naturale del comportamento alimentare umano.
          Mi piacerebbe poi tanto vedere certi soggetti ai tempi del nazionalsocialismo affermare che certi esseri umani sono un po’ meno umani di altri in base a ciò che dice la “scienza” assurta a idolo davanti al quale prostrarsi muti.
          D’altronde, la fine di tutti i relativisti e giacobini, infine, è trovare qualcuno più relativista e giacobino di loro che li conci per le feste.

          1. salvatore scargiali

            Gli anoressici fanno male a se stessi e, seguendo un’etica che rispetti la vita in quanto tale, sono da curare. Gli omosessuali non minano la loro vita, possono campare anche 100 anni e se si comportano bene con gli altri come tutti dovremmo fare sono come tutti.

      3. Alessandro

        Anonimo69

        “Per la scienza l’omosessualità è una variante naturale (dato che esiste abbondantemente in natura) del comportamento sessuale.”

        Evitiamo affermazione infondatamente pompose: la Scienza dice che, quindi è Verità che…

        Accade soltanto che alcuni psicologi la pensino così e che poi altri psicologi si adeguino acriticamente, essendosi formati e laureati e specializzati sui testi di quelli che la pensano così, essendo molto sensibili alle sirene del “politicamente corretto” (che non ha nulla di “scientifico” e se ne frega della fatica di accertare come stanno veramente le cose) e – last but not least – non avendo nessuna intenzione di sfidare i castighi che l’Ordine commina a chi osa pensare che la felicità di chi presenta tendenze omosessuali s’allontanerà nella misura in cui costoro accondiscenderanno ad assecondarle “senza tabù”, a conciliarsi con esse contrastando le resistenze “omofobe” interiorizzate.

        “andrebbe ricordato che, quando nell’ormai lontanissimo 1973 l’American Psychiatric Association ha cancellato l’omosessualità dal novero delle psicopatologie, la questione è stata semplicemente rimossa, non risolta, tanto più che questa cancellazione non avvenne a seguito di un adeguato dibattito scientifico, ma solo esortando – in modo epistemologicamente discutibile – gli iscritti all’Associazione a esprimersi, attraverso un voto, sull’opportunità di continuare a considerare l’omosessualità alla stregua di una malattia di rilevanza psichiatrica.

        Su di una piattaforma di diecimila votanti (che ovviamente inglobava gli iscritti all’Associazione che non vollero partecipare al voto) si riscontrò una maggioranza non entusiasmante del 58% a favore della cancellazione dell’omosessualità dal celebre e contestato DSM, cioè dal manuale ufficiale di diagnostica dell’Associazione. Il rilievo mediatico della votazione ha indubbiamente messo in ombra la questione della sua consistenza scientifica.”

        http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/omofobia-la-lotta-alle-discriminazioni-non-si-fa-con-intimidazioni.aspx

        1. Anonimo69

          Prima di tutto vorrei rispondere

          @ Theloniuos
          c’entra, c’entra con l’articolo, perchè l’omosessualità è l’argomento “a monte” delle problematiche sottese all’articolo medesimo, come ha ben capito Giancarlo che ha introdotto tale argomento;

          poi

          @ Giancarlo

          parlare di “naturalità” è giustamente fuorviante (però in questo equivoco ci sono incorsi PER PRIMI coloro che hanno sempre definito “contronatura” l’omosessualità). E’ meglio dunque parlare di “fisiologico” e “patologico” (ed intendere “normale” come sinonimo di “fisiologico).
          Il transessualismo e l’ermafroditismo sono fenomeni che devono ancora essere compresi e studiati appieno e certamente la soluzione non credo proprio possa essere quella di forzare un individuo verso un’identità sessuale che non sente “sua”. Ma, ripeto, la riflessione e la soluzione di questi problemi è ancora “in itinere” (e pure parecchio!).
          Che la sessualità sia finalizzata alla procreazione è cosa che non si può certo negare, ma si può invece mettere in dubbio che la sessualità sia ESCLUSIVAMENTE E NECESSARIAMENTE finalizzata alla procreazione.
          Perchè se così fosse, l’uomo avrebbe il c.d. “estro” (come certi animali) ossia farebbe sesso solo nei momenti di fertilità. Ma ciò non avviene.
          Quindi, ciò vuol dire che la sessualità ha ANCHE altri scopi oltre alla procreazione, scopi che possono benissimo essere ALTERNATIVI ad essa.
          Questi scopi potrebbero benissimo essere il benessere psicofisico fine a se stesso, l’eliminazione di sostanze in eccesso ed altri da individuare. E, questo avvalora, a mio avviso, la tesi dell’omosessualità come dispersione di energia sessuale a fini non procreativi, onde evitare la sovrappopolazione (dispersione fisiologicamente predisposta dalla natura stessa).

          poi

          @ Alessandro (ed anche un po’ @ Giancarlo)

          per aversi “patologia” è necessario che un fenomeno a carico di un organismo vivente, provochi un danno permanente o temporaneo ad un senso o un organo o un arto. E questo non è rilevabile,nell’omosessuale (quanto meno nell’omosessuale egosintonico, per quello egodistonico il discorso sarebbe lungo).
          La decisione dell’APA del 1973 non arrivò come un fulmine a ciel sereno, ma arrivò dopo una lunga discussione cominciata fin dal 1887 con il famoso “Psycopathia sexalis” dello psichiatra e neurologo R. Von Krafft-Ebing.Alla votazione dell’APA, da voi tanto contestata, non si arrivò senza un lungo dibattito scientifico, che invece ci fu e durò per anni (famosi studiosi come E. Hooker eJ. Marmor da una parte e C. Socarides, dall’altra, insieme a molti seguaci dell’una e dell’altra parte, era dagli anni ’50 che si battevano a suon di pubblicazione e dibattiti).
          La votazione la vollero proprio i sostenitori dell’omosessualità come patologia da curare (Socarides in particolare), perchè non accettarono l’estrapolazione decretata dagli organi direttivi dell’APA di detta patologia.
          Nè può dirsi che il dibattito non sia continuato nel corso degli anni, ma il risultato è che il numero dei sostenitori dell’omosessulità-malattia sono diminuiti ed anche l’OMS si è accodata nel 1991 alla decisione dell’APA.
          Buffo che chi vuole un referndum poi non ne accetti i risultati.
          Se si fosse trattato solo di un risultato di misura, non sorretto da adeguate dimostrazioni, negli anni 70 e 80 ce ne sarebbero stati di mezzi e modi per ribaltare la decisione. Non mancavano le pubblicazioni in senso contrario, affinchè uno psichiatra o uno psicologo potesse formarsi un’opinione diversa da quella (di poco) dominante.
          Nè mancava un’informazione in larga parte omofoba.
          Spero di aver risposto a tutti. A69

          1. Bri

            Ti chiedo, se a supporto, della tua ipotesi, hai una risposta al perchè la natura per disperdere l’energia sessuale di molti paesi poveri si avvalga delle campagne OMS et similia a favore dell’uso dei preservativi invece che favorire un aumento dell’omosessualità in loco

            1. Anonimo69

              @ Bri

              perchè ci sarebbero in loco molte opposizioni di carattere religioso. L’islam e diffuso in molti paesi poveri. A69

              1. Bri

                @A69
                Non son sicuro d’aver capito.
                Se è la natura che disperde energia per ovviare a problemi come il sovrappopolamento e/o immagino la povertà malnutrita, quale delle due situazioni sotto pensi si verifichi?
                A) gli omosessuali sono molto diffusi ma hanno paura di rivelarsi per questioni di intolleranza religiosa
                B) la forza della natura è condizionata/subalterna/mediata dalla forza della cultura dei popoli e quindi gli omosessuali delle regioni più povere son comunque pochi

                In caso la risposta sia A, pongo subito un’altra domanda: se gli omosessuali son, per scelta della natura, molto diffusi perchè comunque il sovrappopolamento non trova un confine? Perchè vanno contro la loro natura e … si riproducono? Perchè la natura non “ne produce” (di omosessuali) abbastanza ?

                [spoiler]
                La risposta B in realtà tenderebbe ad evidenziare la capacità della “cultura” di piegare quel che la natura pensa e quindi, a mio parere, fornisce supporto alla affermazioni di chi indica come possibilmente “contro natura” i comportamenti omosessuali

                1. Anonimo69

                  @ Bri

                  Risposta A

                  La paura può molto nei fatti umani per questo si riproducono. Certamente poi le abitudini,le tradizioni e LA PAURA, possono modificare il comportamento umano, ma naturalmente questa modifica forzata comporta l’insorgere di quelle che sono SICURAMENTE patologie psichiche ed anche fisiche. A69

          2. Alessandro

            Anonimo69

            “Se si fosse trattato solo di un risultato di misura, non sorretto da adeguate dimostrazioni, negli anni 70 e 80 ce ne sarebbero stati di mezzi e modi per ribaltare la decisione. Non mancavano le pubblicazioni in senso contrario, affinchè uno psichiatra o uno psicologo potesse formarsi un’opinione diversa da quella (di poco) dominante.”

            Forse non sei pratico di come funzionano le cose nel mondo.
            Mediamente gli psichiatri e gli psicologi, come ho già scritto, si adeguano acriticamente al filone dominante, 1) essendosi formati e laureati e specializzati sui testi di aderenti al filone dominante (e oltretutto sapendo che per far carriera è consigliabile non contraddire i baroni), 2) essendo molto sensibili alle sirene del “politicamente corretto” (che non ha nulla di “scientifico” e se ne frega della fatica di accertare come stanno veramente le cose) e – last but not least – 3) non avendo nessuna intenzione di sfidare i castighi che l’Ordine commina a chi osa pensare che la felicità di chi presenta tendenze omosessuali s’allontanerà nella misura in cui costoro accondiscenderanno ad assecondarle “senza tabù”, a conciliarsi con esse contrastando le resistenze “omofobe” interiorizzate.

            Che negli anni 70 e 80 l’informazione fosse “in larga parte omofoba” la prendo come una battuta malriuscita.

            Comunque, per farsi un’idea un po’ più plausibile di come si arrivò al “depennamento” del 1973, non conviene informarsi su wikipedia (che, sull’omosessualità e non solo, è allineata al più acritico “politicamente corretto”), ma è meglio sentire qualcuno che lavorava nell’APA (e può anche spiegare quanto fosse “omofoba” negli anni 70 e 80 l’atmosfera che si respirava nell’APA):

            “Due ex presidenti dell’APA, ovvero Rogers H. Wright e Nicholas A. Cummings, nel loro libro “Destructive Trends in Mental Health: The Well Intentioned Path to Harm” (Routledge 2005), scrivono da testimoni oculari dei fatti:

            «Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders della American Psychiatric Association ha ceduto improvvisamente e completamente a politiche di pressione quando nel 1973 ha rimosso l’omosessualità dalle condizioni di curabilità. Una tempesta politica era stata creata dagli attivisti gay all’interno dell’associazione e gli psichiatri fortemente contrari alla normalizzazione dell’omosessualità sono stati demonizzati e persino minacciati di morte, piuttosto che scientificamente confutati» (pag. 9). All’interno del volume si parla frequentemente dei «gruppi gay all’interno dell’APA» che ne condizionano l’attività ed i pronunciamenti pubblici. Le accuse contro l’APA di inattendibilità scientifica sulla tematica dell’omosessualità sono arrivate anche numerosi altri ex presidenti e responsabili dell’associazione, come Jack G. Wiggins, Robyn Dawes, David Stein e Robert Perloff, che hanno supportato pubblicamente le affermazioni del libro.

            Nel 2008 sempre Nicholas A. Cummings, uno degli ex presidenti dell’APA (nel 1979), ha raddoppiato la dose: “L’APA ha permesso alla “political correctness” di trionfare sulla scienza, sulla conoscenza clinica e sull’integrità professionale. Il pubblico non può più fare affidamento sulla psicologia organizzata visto che i suoi pronunciamenti non si basano più sull’evidenza ma piuttosto su ciò che essa considera essere politicamente corretto. Attualmente la direzione dell’APA è stata assegnata ad un gruppo elitista di 200 psicologi, che si alternano a rotazione in una sorta di ” gioco delle sedie”, in tutti i differenti uffici, consigli, comitati e Consiglio dei Rappresentanti. La vasta maggioranza dei 100.000 membri è fondamentalmente priva di diritti. Nella Convenzione APA del 2006, tenutasi a New Orleans, ho tenuto un discorso dal titolo “Psicologia e necessità di una riforma dell’APA”, che è stato fatto ampiamente circolare, ma che è stato totalmente ignorato dalla leadership dell’APA. E’ improbabile che decida di attuare delle riforme che comportino la perdita del posto!”

            Come può dunque essere presa sul serio un’associazione scientifica che si lascia condizionare da forme di lobbysmo, priva di democrazia interna e che ha come nemici così tanti suoi ex presidenti? Come può essere attendibile su questa specifica tematica se la sua principale ricercatrice è Charlotte Patterson, lesbica, convivente e attivista LGBT?”

            http://www.uccronline.it/2013/05/03/nozze-gay-lapa-senza-credibilita-smentita-dagli-studi/

            http://omosessualitaeidentita.blogspot.it/2007/09/lex-presidente-dellapa-dr-nicholas.html

            1. Anonimo69

              @ Alessandro

              forse non sarò pratico di come funzionano le cose nel mondo (però mi sembrava di sì, considerato che faccio un lavoro che consiste sostanzialmente nel ricevere gente con problemi concreti e aiutarla a risolverli), ma certo credo sia più attendibile Wikipedia di UCCRonline.

              Che negli anni 70 e 80 l’informazione fosse in larga parte ancora omofoba, non è una battuta mal riuscita, ma una realtà. Del resto l’informazione di destra o quella c.d. “cattolicista”, lo è ancora.

              E’ presumibile invece che nel 1973 i “baroni” fossero schierati con la psicologia tradizionale che credeva nell’omosessualità-patologia.

              Non hai potuto negare che il dibattito (feroce e durato decenni ci fu, eccome!). Le lobby della destra americana sarebbero state ben in grado di fronteggiare e controbilanciare qualsiasi presunta lobby gay.

              Quando c’è una battaglia io guardo le forze in campo dei 2 eserciti contrapposti, non solo quelle di uno dei 2 eserciti, (magari per poter dire, in caso di sconfita: “il nemico era troppo forte”). Perchè, caro amico se anche il primo esercito era forte, e se ha perso, vuol dire che NON ha perso perchè vi era disparità di armi e truppe, ma per altre ragioni. E, nel caso di una battaglia ideologica, la vittoria in un dibattito fra forze equivalenti, è data dalla fondatezza delle argomentazioni.

              In quanto alle testimonianze che hai citato sono tutte (a titolo di esempio riporto qui sotto 2 link riguardanti Cummings e Perloff) , rigorosamente DI PARTE.

              E’ ovvio che la parte che fu sconfitta (e che oggi aderisce al NARTH) gridi allo scandalo e antidemocraticità delle deliberazioni scaturite . Basti pensare che,ancora oggi, ci sono dei monarchici i quali ritengono che i risultati del referendum monarchi-repubblica del ’46 furono falsati………

              http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://ex-gaytruth.com/homosexuality-causation/dr-nicholas-cummings-defends-sexual-reorientation-therapy-under-%25E2%2580%259Cpatient-choice%25E2%2580%259D/&prev=search

              http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://en.wikipedia.org/wiki/Robert_Perloff&prev=search

              A69

              1. Alessandro

                @Anonimo69

                “credo sia più attendibile Wikipedia di UCCRonline”: tipica opinione FAZIOSA, propria di un fazioso.

                E potrei finirla qui. Perché perdere tempo a parlare con i faziosi?

                Quanto al resto delle tue elucubrazioni (come quella: quando ci sono le battaglie guardo i 2 eserciti e se le forze sono pari, allora…), mi confermano nella già espressa convinzione che, anziché azzardare similitudini e almanaccare invano, dovresti guardare come è fatta la realtà e come funziona il mondo.

                Perché nel 73 l’American Psychiatric Association ha cancellato l’omosessualità dal novero delle psicopatologie e perché negli anni successivi l’APA sia diventata sempre più indistinguibile da un’accolita di attivisti LGBT te l’ha spiegato Cummings, che è un testimone diretto (non ha bisogno di elucubrare sugli eserciti per sapere come andarono le cose) e sull’argomento ne sa sconfinatamente più di te, è sconfinatamente più autorevole di te, ma che tu, da fazioso quale sei, accusi di essere di parte e quindi menzognero o perlomeno inattendibile.

                Peggio per te: la tua faziosità ti impedisce di capire come sono andate e come vanno le cose tra gli psicologi quanto a omosessualità e psicopatologia.
                In un estremo tentativo di richiamarti alla realtà, ti ricordo per la terza volta perché la maggior parte di psichiatri e psicologi aderiscono al verbo dell’APA.

                Nel mondo reale (poni: nell’Italia degli anni 2000), accade che le nuove leve delle psichiatria e psicologia si addestrino e si laureino e si specializzino studiando con maestri che aderiscono al mainstream (quello dell’APA): come meravigliarsi se la maggior parte dei nuovi virgulti si piega al mainstream?
                Tanto più che (forse lo immagini), per “fare la professione”, fare carriera e quindi sbarcare il lunario (la pagnotta è un formidabile movente delle azioni) i neopsichiatri e neopsicologi devono tenersi buoni gli “anziani”, imbevuti di mainstream (non si fa carriera sfidando il pensiero largamente dominante…); inoltre, per sbarcare il lunario è molto meglio non incorrere nei rigori dell’Ordine (allineato al mainstream), e l’unico modo per non incorrervi è non mettere in discussione il mainstream.
                Quanto sia “antipatico” incorrere nei rigori lo testimoniano in tanti (che tu considererai di parte e quindi squalificherai, ma questi sono problemi tuoi), si veda ad esempio qui:

                http://www.lanuovabq.it/it/articoli-omofobia-psicologi-costretti-al-silenzio-7155.htm

                Si aggiunga che il politicamente corretto pro-LGBT è così largamente dominante oggidì che pure le nuove leve della psichiatria ne sono influenzate, come tutti.

                Pensare che in questo clima possa svilupparsi un serio e sereno dibattito tra psicologi sulle tendenze omosessuali è pura fantascienza. E’ essere fuori dalla realtà, appunto.

                1. Signori/e, piu’ e piu’ pensiamo di andare avanti con certe scienze provenienti da certi razionalismi umani e’ piu’ ci si trova a vedere e constatare quanto da millenni ci e’ stato esposto, anche in diverse versioni, il pretendere di sapere il mistero dell’uomo/donna al di la’ della morale ed etica, oggi mostra, sempre piu’, che queste regole sono violate riducendoci ad avere: ciechi che guidano altri ciechi. I risultati: una spirale di degenerazione continua di usi e costumi dei popoli: comunqe nulla di nuovo. La storia secolare dell’umanita’ e’ ricca di istrioni, falsi profeti, fattucchieri/e. In altre parole: rimaniamo nella Verita’ rivelata invece di inventare l’ignoranze e falsi. Nel crescente disordine mentale e sociale e nella confusione di non sapre comprenderci e vivere pensando di essere intelligente eliminare le norme che debbono governare i nostri esseri per vivere nella dignita’ umana stabilita dalla supremazia assoluta dell’ Ente Primario, porgo a voi tutti cordiali saluti, Paul

                2. Anonimo69

                  @ Alessandro

                  Wikipedia non è effettivamente sempre attendibile (a volte piglia qualche cantonata) ma certamente lo è di più di UCCRonline, che in quanto a faziosità non è secondo a nessuno. Tutti gli articoli di carattere storico che ho visionato erano ripresi dai lavori dei sedicenti storici più discutibili e di parte (R. Cammilleri, J. Dumont R. Stark) e, tutte le volte, mi è bastato fare una ricerca stroica SERIA e COMPARATA per rilevarne l’invalidità.

                  SE si leggono le pagine di quel sito la chiesa cattolica ha SEMPRE avuto ragione in qualunque evento storico, sia stata coinvolta. Il modo in cui quel sito evidenzia le notizie favorevoli alla parte cattolica e tace o riduce quelle contrarie è semplicemente proverbiale! Non parliamo poi di come tratteggia i personaggi storici.

                  Similmente si comporta per gli argomenti scientifici: anche lì basta scorrere il blog e andarsi a documentare per scoprire che quello è dato per certo, sia quanto meno controverso.

                  E io per non essere fazioso dovrei ritenere valide le notizie provenienti da chi ho comprovato essere INATTENDIBILE?

                  Le mie elucubrazioni servivano per dimostrare che la presunta lobby gay non aveva di fronte degli avversari che se ne stavano lì buoni buoni, ma una destra in grado di agire a tutti i livelli della vita pubblica americana, di bloccare leggi sgradite, di proclamare su tutti i media che l’AIDS era una punizione di Dio ecc.

                  E quella gente lì non avrebbe mai potuto lasciar fare una “banda di sodomiti”, ma si sarebbe mossa con la forza del numero dei suoi aderenti, delle sue fonti economiche (elegge presidenti, governatori, senatori ecc.), dei pubblicisti che non le mancavano e degli psicologi che erano su posizioni conservatrici!.

                  C’erano eccome negli anni ’70 e 80 le forze in grado di opporsi ad una decisione, assunta di misura, dall’APA, ma siccome lo scontro fra i sostenitori delle 2 diverse concezioni dell’omosessualità è avvenuto fra fazioni egualmente agguerrite, è ragionevole ritenere che chi ha vinto possa aver vinto NEL MERITO, tanto più che il dibattito, lungo e aspro, c’era effettivamente stato.

                  Ora certamente la situazione si è consolidata e sarebbe più difficile ritornare sulle deliberazioni dell’APA e dell’OMS, ma il tempo ed il modo ci sono stati per far “brillare la luce della verità”.

                  Le testimonianze, caro amico, non fanno “piena prova” ma sono prove subordinate alla libera valutazione del giudice. Quindi il giudizio su di esse è eminentemente soggettivo, per loro stessa natura.

                  Inoltre a me risulta che ci siano psicologi che sono tranquillamente iscritti al realtivo albo e portano avanti le teorie riparative del Nicolosi e ci scrivono libri sopra. Basta scrivere al Narth e chiedergli di indicarti uno psicologo di loro fiducia e te lo indicano.

                  Càmpano e lavorano gli psicoterapeuti seguaci del Nicolosi, non ti preoccupare! A69

                  1. Alessandro

                    “E io per non essere fazioso dovrei ritenere valide le notizie provenienti da chi ho comprovato essere INATTENDIBILE?”

                    Non hai “comprovato” un bel niente. Uccr ha semplicemente ripreso un libro e un’intervista di Cummings. Non è l’Uccr che devi confutare, ma Cummings e quanti sono d’accordo con lui. Dovresti dimostrare che libro e intervista riportino opinioni e testimonianze inattendibili. Ma questo non sei in alcun modo in grado di farlo.

                    “Le testimonianze, caro amico, non fanno “piena prova” ma sono prove subordinate alla libera valutazione del giudice”

                    E il giudice saresti tu. Purtroppo, nel tuo caso, la tua libera valutazione di giudice è viziata dal pregiudizio che l’APA abbia ragione e Cummings abbia solo il dente avvelenato. Pregiudizio di cui non sai mostrare la fondatezza.

                    Quanto al clima di intimidazione nei confronti di psicologi che sostengono le “terapie riparative” (locuzione da chiarire), si può leggere qui, a titolo esemplificativo:

                    http://www.lanuovabq.it/it/articoli-quel-clima-di-terrore-nellordine-degli-psicologi-11558.htm

                    1. Anonimo69

                      @ Alessandro

                      l’inattendibilità dell’UCCR, ho avuto modo di comprovarla, leggendo e studiando quel blog (l’ho praticamente “radiografato”, pur senza parteciparvi, per ovvie ragioni) nei periodi in cui esso è attivo, quando cioè non si prende un cospicuo periodo di ferie. Ho sempre comparato le fonti citate con altre, ed il risultato non è mai stato lusinghiero per l’UCCR.

                      Il fatto che il libro di Cummings sia stato usato come prova, per le proprie tesi, dall’UCCR è, per me, un indizio negativo (NON UNA PROVA, intendiamoci! solo un indizio).

                      Qualsiasi autore risponde come tale al pubblico dei suoi lettori, che sono quindi, i suoi giudici.

                      La tua libera valutazione è viziata dal pregiudizio che l’APA abbia torto.

                      Non credi che esistano pubblicazioni di studiosi, avversi a Cummings e sostenitori della teoria che ha vinto (omosessualtà fisiologica), le quali affermino che ce ne volle per battere le manovre della lobby conservatrice e poter dimostrare che, asserire l’omosessualità essere una patologia, non aveva alcuna base scientifica ed era solo il portato della tradizione? Non credi che anche loro potrebbero parlare di intimazioni subite dalla predetta lobby conservatrice?

                      Non credi che coloro che combatterono la battaglia per la fisiologicità dell’omosessualità, avranno dato una versione opposta a quella di Cummings, dello svolgimento dei fatti?

                      Le intimidazioni contro i sostenitori delle “terapie riparative” (terapie alle quali non credo, perchè, per esperienza personale, alle terapie dove, a quel che mi risulta, non ci sono farmaci ma SOLO approcci dialogici, non c’è da prestar fede) devono essere di ben poco momento, se il NARTH si permette di indicare gli psicologi di sua fiducia a chi gliene faccia richiesta (un mio conoscente c’ha provato ed ha avuto: nominativo, indirizzo, n. tel, e-mail. dello psicologo “nicolosiano”, regolarmente iscritto all’albo degli psicoterapeuti) e se alcuni di essi si permettono di scrivere libri a sostegno delle terapie summenzionate, rimanendo iscritti all’albo in parola.

                      A69

                    2. Alessandro

                      “Non credi che esistano pubblicazioni di studiosi, avversi a Cummings e sostenitori della teoria che ha vinto (omosessualtà fisiologica), le quali affermino che ce ne volle per battere le manovre della lobby conservatrice e poter dimostrare che, asserire l’omosessualità essere una patologia, non aveva alcuna base scientifica ed era solo il portato della tradizione?”

                      Quali sono queste pubblicazioni?

                      “Non credi che coloro che combatterono la battaglia per la fisiologicità dell’omosessualità, avranno dato una versione opposta a quella di Cummings, dello svolgimento dei fatti?”

                      Chi e dove?

                    3. Giusi

                      Non c’è alcun fondamento scientifico per asserire che l’omosessualità non è una patologia e nemmeno che lo è. Trattasi di teorie influenzate dall’esterno. Invece potrebbe essere oltremodo interessante ascoltare chi è uscito dall’omosessualità per capire da cosa deriva ma non è politicamente corretto e quindi non viene fatto.

                    4. Giusi

                      Alvise essenzialmente per esterno intendevo i condizionamenti culturali ove per cultura non intendo qualcosa di aulico ma il pensiero dominante.

          3. Giancarlo

            @A69

            Parlare di naturalità non è affatto fuorviante, anzi il termine natura, se correttamente usato, è esattamente quello che ci aiuta a capire se l’omosessualità è un comportamento corretto o meno. I termini fuorvianti sono, invece, quelli che proponi tu; fisiologico è fuorviante perchè fa riferimento alle funzioni organiche, quindi del corpo: ma qui stiamo parlando di omosessualità, quindi di comportamento, non di corpo; patologico poi è di ambito strettamente medico ed io , insieme con te, non credo che l’omosessualità abbia a che fare con una malattia. Con la parola “natura”, invece, io mi riferisco al fine per cui una certa cosa esiste. Se si (ri)conosce il fine per cui esiste la sessualità, allora diventa facile capire quando la sessualità viene agita in modo corretto oppure sbagliato. Certo, se si nega che le cose abbiano un fine (finalismo), allora tutto diventa possibile ed io posso anche decidere di avere rapporti sessuali con il mio cane.

            Siamo perfettamente d’accordo, invece, sul fatto che la sessualità possa avere, come in effetti ha, diversi fini; due, per l’esattezza; è lo stesso CCC che, a proposito della sessualità, parla di fine procreativo e di fine unitivo. Mi sembra, invece, completamente gratuita l’affermazione che fai subito dopo quando dici che questi fini potrebbero essere alternativi al fine procreativo. Se ti riferisci alla sessualità come funzione del corpo, allora penso che una funzione del corpo possa anche perseguire fini diversi, ma complementari. Ad esempio, la deglutizione serve sia a mangiare che a bere, fini differenti ma complementari. In nessun modo però la deglutizione può servire a defecare ed urinare. Se invece ti riferisci alla sessualità come comportamento umano, ebbene, allora uno stesso comportamento umano non può contemporaneamente perseguire fini che sono non solo alternativi ma, addirittura, antitetici. Non si può usare la sessualità per fare una famiglia e dare futuro all’umanità e, nello stesso tempo, usare la sessualità per avere una relazione (omosessuale) che nega il futuro all’umanità… ed alla fine sostenere che tutti e due i comportamenti, pur perseguendo fini antitetici, sono corretti. Delle due l’una: o è corretto solo uno dei due comportamenti e l’altro è sbagliato, oppure tutti e due i comportamenti sono corretti perchè complementari, analoghi, equivalenti… e questo è palesemente falso.

            1. Anonimo69

              @ Giancarlo

              bene, rilevo che siamo d’accordo sulla natura non patologica dell’omosessualità (almeno di quella egosintonica). Cero sulle questioni terminologiche si potrebbe discutere all’infinito: chi può dire quando un termine generico come “natura” sia correttamente usato? Specialmente se il significato attribuito ad esso, sia variabile come una fisarmonica. Ma non discutiamo più di questo: almeno questo problema è superato.

              Poi, dici ad un certo punto: “uno stesso comportamento umano non può contemporaneamente perseguire fini che sono non solo alternativi ma, addirittura, antitetici”. Il punto debole del tuo ragionamento è nel “contemporaneamente”, perchè se si usa la sessualità in senso omosessuale, lo si fa per fini “alternativi” a quelli della procreazione. E talvolta ciò può avvenire nel sesso eterosessuale (pensiamo alla contraccezione e alla sterilizzazione). In momenti diversi lo stesso comportamento può servire a fini antitetici.

              Infine per tutto quello che ho argomentato nei post precedenti non sono affatto sicuro che avere un rapporto NON procreativo, sia negare il futuro dell’umanità, perchè impedire la sovrappopolazione in rapporto alle risorse effettivamente (non ipoteticamente) disponibili, non è negare il futuro dell’umanità, anzi il contrario, e quindi può essere che “tutti e due i comportamenti sono corretti perchè complementari, analoghi, equivalenti”.

              Così come (tanto per usare una delle similitudini che mi sono care) il dispositivo per raffreddare un motore, è utile per la funzionalità dell’intera macchina.A69

              1. Anonimo69

                @ Alessandro e @ Giancarlo

                vorrei dire una parola di pace ad entrambi. Tutti noi non abbiamo risposto a Paul Candiago, trovando un po’ risibile il suo post. Tuttavia egli pone una questione interessante che potrebbe permetterci di superare le nostre diatribe: se ritenete che l’omosessualità non sia un comportamento apprezzabile, perchè vi rivolgete alla scienza? Considerato che la questione è parecchio controversa? Non conviene invece far riferimento alla scrittura e al catechismo?
                Da un punto di vista biblico (sia dell’AT che del NT) la condanna dell’omosessualità è cosa certa. Perchè avventurarsi in campi minati e scivolosi? A69

                1. Luigi

                  È quello che, molto pacatamente, avevo pensato di osservare anch’io.
                  In altre parole: non risulta mutato uno iota della plurimillenaria condanna del “peccato impuro contro natura” (che è, per quanto ne so, concetto un poco più esteso del mero omosessualismo).

                  Lo stesso impiego dei termini “omosessualità” e “omofobia” significa concedere, inconsapevolmente, mezza vittoria all’avversario; perchè vuol dire accettare implicitamente, col primo lemma, che possa esistere una sessualità non declinata secondo la procreazione e, col secondo termine, che si faccia strame del siginificato etimologico della parola (“omofobia” non è infatti la paura nutrita verso gli omosessualisti, ma verso ciò che è identico a sè; e – se è per quello – nemmeno risulta essere una fobia. È, insomma, pura neolingua orwelliana).

                  Accettare di combattere sul terreno scelto dall’avversario, e soltanto in risposta alle sue iniziative, significa avergli già concesso mezza vittoria.
                  D’altro canto, da quanto scritto da Alessandro e Giancarlo, si ricava la conferma che molti scienziati non sono tali, ma meri scientisti; propagandisti anticattolici, detto semplicemente. In fondo aveva ragione Guareschi quando affermava che, nel mondo, solo due sono le idee in lotta: quella cristiana e quella anticristiana.
                  Tertium non datur.

                  Io penso (parola grossa, ne convengo) che lo schwerpunkt sia comunque intuibile dagli interventi di Anonimo69.

                  Lo si trova in quel suo accennare ripetutamente al “valore” della sterilità intrinseca all’agire omosessualista/genderista (sto sintetizzando, ma il concetto è quello); “valore” che permette di inquadrare tale aspetto nel più generale quadro a suo tempo individuato dall’allora Prefetto Joseph cardinale Ratzinger, nella forse troppo dimenticata prefazione a un testo del professor Michel Schooyans (testo che non a a caso recitava, nel sottotitolo, “La grande trappola per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità”)

                  Ovviamente non è mia pretesa quella di insegnare ai gatti ad arrampicare :-), per cui segnalo come la prefazione venne a suo tempo citata su questo straordinario blog:
                  http://costanzamiriano.com/2013/02/18/nuovo-disordine-mondiale

                  Penso vada riletta e meditata, non fosse altro che già nel 1997 (!) metteva in guardia contro il pericolo della teoria del gender, quando ancora moltissimi ne ignoravano perfino l’esistenza.

                  Volendo riassumere il mio indegno sproloquio: da una parte abbiamo una visione del mondo che luciferinamente odia la vita e l’amore, che vuole ridurre l’umanità ad un’allucinazione satanica di cui abbiamo visto le anticipazioni nei lager e nei gulag.
                  Una forza i cui osceni strumenti sono divorzio, aborto, eutanasia, perversione dell’infanzia, eugenetica, omosessualismo; un’entità che fa dell’usura, della micragnosa esaltazione della sterilità – nel suo senso più ampio – il suo cavallo di battaglia.

                  Dall’altro lato abbiamo invece la religione del “ama il prossimo tuo come te stesso”, che “dà semplicemente all’esistenza terrena la sua responsabilità, la sua grandezza e la sua dignità” nella prospettiva della vita eterna.

                  Non c’è partita, oserei dire.

                  Buona domenica, a tutti.
                  Luigi

                  1. Anonimo69

                    @ Luigi

                    mi rallegro con lei per aver capito che la questione della qualificazione in termine negativi dell’omosessualità, deve essere affrontata sul piano religioso e scritturale, NON su quello scientifico.

                    Perchè sul piano suddetto (a parte certa esegesi valdese, che mi sembra un po’ forzata) negare che l’omosessualità sia un male, la vedo un’impresa assai ardua.

                    Così il discorso sulla sterilità e dell’odio della vita e dell’amore è valido sul piano di cui sopra. Su altri piani è molto dubbio, e come affermazione in sè.

                    La ringrazio di avermi dato una notizia che ignoravo: io non ho mai pensato, e non penso, che uno scienziato cattolico non possa essere un vero scienziato, ma non sapevo che gli studiosi anticattolici, non sono veramente scienziati ma meri scientisti e propagandisti.

                    Grazie dell’informazione e buona domenica anche a lei. A69

                2. Giusi

                  L’omosessualità

                  Secondo la legge naturale e quella soprannaturale i fini della sessualità umana sono due: procreativo e unitivo. Va da sé che il fine procreativo nell’ambito dell’omosessualità non può essere raggiunto. Già questo ci fa capire quanto la pratica omosessuale si collochi fuori dell’ordine naturale.
                  Il corpo è parte integrante della persona umana
                  Ma c’è anche un altro punto da tenere in considerazione. Mi riferisco al fatto che l’uomo non è solo il suo spirito (cioè la sua anima) ma anche il suo corpo. Il corpo non è qualcosa di aggiuntivo, per cui se c’è o non c’è va ugualmente bene; è parte integrante della persona umana. Se l’anima è “forma organica” del corpo, vuol dire che questo (il corpo) è costitutivo della persona umana. L’anima sta al corpo come la forma sta alla materia.
                  Ora – nessuno lo può negare – il corpo è sessuato. Il corpo è maschile e femminile; ed è maschile e femminile per dato di natura, non per scelta. Se è vero che la psiche influenza il corpo e pur vero il contrario, cioè che il corpo influenza la psiche. Infatti, la differenza tra uomo e donna non è solo corporea, ma prima di tutto psicologica. L’uomo è uomo in tutto se stesso. La donna è donna in tutta se stessa.
                  Questa premessa è importante per capire quanto la sessualità umana non sia riducibile a una “scelta”, bensì è un’espressione di elementi che la precedono e che si offrono come dati di fatto che l’uomo naturalmente deve riconoscere e di cui non può disporre secondo una sua capricciosa volontà.
                  L’omosessualità è contro l’ordine naturale
                  Il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 2357 dice: «Basandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati. Sono infatti contrari alla legge naturale, precludono all’atto sessuale il dono della vita, e non sono frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. Non possono essere approvati in nessun caso».
                  Qui dobbiamo rifarci ad Aristotele. Il termine “natura” non indica (come spesso si pensa) ciò che fanno gli animali o ciò che avviene nella natura. La natura è il principio, presente in ogni cosa (quindi anche nella persona umana) che guida la crescita e lo sviluppo della realtà in cui è presente mirando a raggiungere il fine che è proprio di quella determinata realtà. Nel caso della persona umana, essendo essa non solo corpo ma anche spirito (e quindi ragione), agire secondo la propria natura significa raggiungere il fine che è conforme alla propria natura razionale. Altro discorso vale per le bestie.
                  Ovviamente la morale cattolica opera una distinzione tra orientamento omosessuale e pratica omosessuale. La prima non è suscettibile di un giudizio morale, qualora non sia tollerata e assecondata; la seconda invece è sempre da condannare.
                  Si definisce “omosessualità” un’attrazione sessuale stabile e prevalente verso le persone dello stesso sesso. Tenendo presente ciò che abbiamo finora detto, poiché l’omosessualità è una preferenza sessuale, come ogni tipo di preferenza non costituisce l’identità della persona. Tornando ad Aristotele, possiamo dire che essa è un accidente, cioè non costituisce l’essenza della persona.
                  Da qui si può concludere che non esistono omosessuali ma persone con inclinazioni omosessuali. Anzi, si può dire che le persone omosessuali sono in realtà eterosessuali, che, per qualche motivo, non hanno potuto sviluppare appieno la loro eterosessualità.
                  Giustamente il Magistero della Chiesa Cattolica invita ad evitare l’espressione “omosessuale” e a sostituirla con “persona con tendenza omosessuale”.
                  Due tesi per legittimare l’omosessualità: quella “genetica” e l’“ideologia di genere”
                  Ci sono due tesi che mirano alla legittimazione dell’omosessualità. La prima la possiamo definire “genetica”, la seconda “culturale”.
                  La prima afferma che nell’omosessualità ci sarebbero fattori genetici. Ma è una tesi facilmente confutabile. Infatti, diversi studi scientifici escludono la possibilità di una causa biologica dell’omosessualità. Non esiste un “gene gay”, un “cervello gay” o un “ormone gay”. A poter causare l’insorgere di un orientamento omosessuale sono influssi ambientali: famiglia, società, varie esperienze di vita, ecc …
                  La seconda tesi è quella espressa dalla cosiddetta ideologia di genere. Si tratta di una teoria che afferma che il genere non sarebbe né naturale né legato all’identità sessuale. La società imporrebbe agli uomini di comportarsi in un determinato modo e avere determinati gusti; e alle donne di comportarsi in maniera differente e avere altri gusti. Insomma, questi gusti e comportamenti non avrebbero nulla di radicato nell’identità sessuale delle persone.
                  Secondo i sostenitori di questa ideologia, i generi sarebbero cinque: maschile, femminile, omosessuale, bisessuale, trasgender e l’uomo sarebbe moralmente autorizzato a scegliere e a cambiare il proprio genere.
                  Sono molti gli autori che legano la nascita dell’ideologia di genere al femminismo radicale degli anni ’70. La caratteristica di questo filone rivoluzionario fu di applicare la dialettica marxista della lotta di classe ai due sessi. Come l’obiettivo del comunismo era una società senza classi, il fine dell’ideologia di genere è una società senza differenze tra uomini e donne. In questo senso trovano una giustificazione le istanze per le “pari opportunità”, le “quote rosa” e soprattutto le campagne contro la gravidanza, che resta un’insuperabile differenza tra uomini e donne.
                  Un grosso contributo all’ideologia di genere è giunto da un’opera del celebre medico Alfred Charles Kinsey (1894-1956), Il comportamento sessuale dell’uomo. In essa, Kinsey teorizza l’orientamento sessuale come un continuum del quale l’eterosessualità e l’omosessualità non sarebbero che i due estremi, mentre la bisessualità sarebbe la norma. Infatti, la conseguenza più immediata dell’ideologia di genere è la teorizzazione del transgenderismo, che è un movimento politico e culturale che propone una visione fluida dei sessi e dei generi, e rivendica il diritto di ogni persona di scegliere liberamente il proprio orientamento sessuale, la propria identità sessuale, le proprie abitudini e stili di vita. Insomma, niente è dato, niente è definito, tutto sarebbe sottoposto all’arbitrio dell’uomo.
                  Basterebbe raccontare un fatto che smentisce completamente questo assunto. Un fatto che capitò proprio a John William Money (1921-2006), il medico che coniò la definizione “identità di genere”, ipotizzando che questa potesse essere diversa dall’identità sessuale. Raccontiamolo.
                  Nel 1967 due gemelli monozigoti canadesi Brian e Bruce Reimer vennero sottoposti ad un rituale intervento di circoncisione, ma, per un incidente, il pene di Bruce fu bruciato durante l’operazione. I genitori, non sapendo cosa fare, si rivolsero a Money, medico famoso per le operazioni su bambini ermafroditi, il quale li convinse che sarebbe bastato semplicemente crescere Bruce come una bambina – in attesa dei trattamenti ormonali e della plastica ai genitali – per risolvere il problema. Per Money si trattava dell’esperimento perfetto, che avrebbe potuto dimostrare ciò di cui era personalmente convinto, ovvero che l’identità di genere non sarebbe in alcun modo legata alla natura biologica e, essendo il prodotto dell’influenza ambientale, potrebbe essere modificata. Aveva, infatti, a disposizione due bambini con l’identico patrimonio genetico e la possibilità di crescere uno dei due come una bambina.
                  Ma le cose andarono diversamente. Dall’incontro con il dottor Money la vita di Brenda (il nuovo nome di Bruce) e della sua famiglia fu un tragico susseguirsi di depressione, alcolismo, tentativi di suicidio. Brenda (che nulla sapeva dell’incidente) non voleva assolutamente decidersi a comportarsi come una bambina, con enorme sconforto dei genitori. A 14 anni Brenda decise di non tornare dal dottor Money per la solita visita annuale e di non sottoporsi all’operazione per assumere in modo definitivo le caratteristiche sessuali femminili. Va detto che durante le visite periodiche il dottor Money arrivava a mostrare a Brenda materiale pornografico per insegnarle i comportamenti di genere. A questo punto i genitori le raccontarono la sua storia. Il commento di Brenda fu:“Per la prima volta ogni cosa ebbe un senso, ed io compresi chi e cosa ero”. David (il nuovo nome che Brenda si scelse) subì due operazioni di ricostruzione del pene, sposò una donna che aveva tre figli, ma si suicidò nel 2004.
                  L’esperimento che – secondo il dottor Money – avrebbe dovuto dimostrare il non legame tra identità di genere e identità sessuale fallì tragicamente.
                  La condanna da parte della Bibbia
                  Eventualmente qualcuno obiettasse: Non è che la proibizione dell’omosessualità da parte della morale cattolica sia un’invenzione della Chiesa? D’altronde dove se ne parla nelle Scrittura? Pper rispondere basterebbe ricordare qualche citazione biblica. Eccole:
                  • «Non accoppiarti con un maschio come si fa con una donna: è cosa abominevole. (…) Tutti quelli che commetteranno tali azioni abominevoli, verranno sterminati di mezzo al popolo» (Levitico 18, 22 e 29)
                  • «Se un maschio giace con un altro maschio come si fa con una donna, entrambi hanno commesso un abominio: vengano messi a morte, e il loro sangue ricada su di loro» (Levitico 20,13)
                  • «Il loro aspetto testimonia contro di loro: essi manifestano i loro peccati, come fece Sodoma, anziché nasconderli. Guai a loro! Essi si preparano la loro rovina!» (Isaia 3, 9)
                  • «Disse dunque il Signore (ad Abramo): “Il clamore delle colpe che mi giunge da Sodoma e da Gomorra è grande, e molto grave è il loro peccato”. (…). Poi quei due (angeli) dissero a Loth: (…) “Fa uscire da questo luogo generi, figli e figlie e tutti i tuoi parenti che si trovano in questa città, perché noi siamo giunti per distruggerla: grande è infatti il clamore dei peccati che da essa si è innalzato verso il Signore, e il Signore ci ha inviati per distruggerla”. (…). Allora il Signore fece piovere dal cielo zolfo e fuoco su Sodoma e Gomorra, e distrusse quelle città e tutta la pianura e tutti gli abitanti della città e ogni sorta di piante. (…) Abramo intanto si era alzato di buon mattino per andare sul luogo dove prima si era fermato davanti al Signore, e, volgendo lo sguardo verso Sodoma e Gomorra e su tutta la regione di quella pianura, vide che dalla terra si alzava un fuoco simile al fumo di una fornace» (Genesi 18, 20; 19, 12-13; 19, 24-28)
                  • «Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, fino al punto di disonorarsi a vicenda i corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato la creatura al posto del creatore benedetto nei secoli. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: le loro donne hanno mutato le unioni secondo natura quelle contro natura; allo stesso modo gli uomini, lasciando l’unione naturale con le donne, si sono accesi di passione fra maschi, ricevendo così in loro stessi la punizione che si addice al loro traviamento. (…). E pur conoscendo il giudizio di Dio, che condanna a morte chi commette tali azioni, essi non solo le commettono, ma persino approvano chi le compie» (Romani 1, 24-32)
                  • «Non illudetevi! Né fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti (…) erediteranno il Regno di Dio!» (1 Corinzi 6, 9-10).
                  • «Se Dio condannò alla distruzione e ridusse in cenere le città di Sodoma e di Gomorra, lo fece perché ciò fosse di ammonizione per tutti i perversi in avvenire; e se libero Lot, che era rattristato per la condotta di quegli uomini sfrenatamente dissoluti, (…) il Signore lo fece perché sa liberare dalla prova gli uomini pii e sa riservare gli empi alla punizione nel giorno del giudizio» (2 Pietro 2, 6-9)
                  • «Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si erano abbandonate alla lussuria ed ai vizi contro natura, vengono portate come esempio per aver subito la pena del fuoco eterno» (Giuda 7).
                  Corrado Gnerre (da Newsletter CCC n. 1)

                  1. Anonimo69

                    @ Giusi

                    sulla questione dei fini alternativi esclusivi ecc. della sessualità ho già risposto nel mio post delle 23,56 di ieri. A quello rimando.

                    Io non mi rifaccio ad Aristotile perchè, a mio modesto avviso, dopo Hume e Kant è superato. Rimane un grande della storia della filosofia, ma il suo pensiero non è più attuale.

                    Mi compiaccio del tuo lungo discorso sull’eziologia dell’omosessualità (ma avevo già visto un video dello Gnerre, in cui questo signore illustrava la tesi da te esposta).

                    In breve si può dire che l’eziologia, la genesi, la scaturigine dell’omosessualità, deve ancora essere scoperta ed è ancora oggetto di studi e di dibattito, per cui non credo che una chiaccherata su un blog o un articolo dello Gnerre,
                    possano risolvere un problema di quella portata e di quella vastità. Hai voglia di dubbi e obiezioni sull’argomento!

                    Quello che sappiamo, sulla base degli effetti e dello svolgimento dellìomosessualità, è che la maggioranza degli scienziati (psicologi, psichiatri, sessuologi) e, quindi, la scienza ufficiale, NON la considera una patologia. “Questo”, è il dato acquisito.

                    Riguardo al tuo discorso biblico-religioso, ti rimando alla prima parte dell mio post delle 13,54 a Luigi. A69

                    1. Filosofiazzero, e bravo, tu si che mi sembri Mose’ che scende dal monte con le tavole della legge. Congratulazioni per il tuo sapere umano e la tua capacita’ razionale al processo congnitivo verso i tuoi simili. Continua cosi’ e sei davvero sulla strada sbagliata, ma non fa nessuna differnza al giorno d’oggi che strada pigli la confusione e’ cosi’ globale che puoi dire quello che vuoi e nessuno ti contesta se inventi, e sei bravo, ho hai fondamento nella Verita’. E’ possibile che lei abbia la Scienza infusa: speriamo. Cordiali Saluti Paul

              2. Giancarlo

                @A69

                Intendiamoci bene. E’ vero che io ho detto che l’omosessualità non è patologica, ma l’ho detto semplicemente perché non mi interessa questo aspetto. Credo che l’omosessualità sia un comportamento non sano, non normale, comunque fonte di enormi sofferenze. Se poi sia o meno una parafilia o altro, questo non lo so e non mi interessa. Mi interessa invece affermare che l’omosessualità è un vizio, cioè un’abitudine a fare il male, che può essere acquisito a qualunque età (molto spesso nell’adolescenza), come pure può essere abbandonato. Il fatto che sia un vizio discende proprio dalla natura dell’uomo che, al contrario di quello che tu sembri sostenere, gioca un ruolo fondamentale nella valutazione del comportamento omosessuale. Infatti l’omosessualità è un vizio proprio perché contraddice la natura maschio/femmina dell’essere umano.

                Quando ho detto: “uno stesso comportamento umano non può contemporaneamente perseguire fini che sono non solo alternativi ma, addirittura, antitetici.”, mi rendo conto di non essere stato molto chiaro. Quello che intendevo dire è che la sessualità, come qualunque altro comportamento umano, può essere vissuta in modo corretto o sbagliato. L’omosessualità contraddice tutti e due i fini della sessualità (fine procreativo e fine unitivo), quindi è un comportamento scorretto (un vizio) che fa male sia alle persone omosessuali che all’intera società.

                Vorrei anche rispondere al discorso dei “rapporti non procreativi”. Naturalmente un rapporto sessuale può essere procreativo o meno, a seconda delle condizioni in cui avviene (età, salute, ciclo mestruale). Tutto questo è (ancora una volta!) perfettamente naturale, cioè secondo natura. Quindi è buono, è un bene che non sempre i rapporti sessuali siano procreativi, perché questo è secondo le regole della natura. Completamente diverso, invece, è il discorso, quando la non procreatività viene determinata non dalla natura ma dalla manomissione (contro natura) della funzione sessuale da parte dell’uomo. Questo equivale a mettere le mani là dove non si devono mettere, là dove la natura sa come regolarsi (ai fini della continuazione della specie e della felicità delle persone). La sessualità ha come esito (per l’ennesima volta!) naturale la nascita di un bambino. Impedire questo significa mettersi al posto della natura (e di Dio) con conseguenze disastrose sia sulle singole persone (esseri umani abortiti, donne distrutte, uomini irresponsabili), sia su tutta l’umanità, privata di miliardi di esseri umani da interventi contro natura (aborti).

                Infine, non capisco l’accenno a Paul Candiago. Ovviamente penso ogni male possibile dell’omosessualità, ma i motivi che mi spingono a questo non sono solo di ordine morale. L’omosessualità ha conseguenze disastrose anche sul piano materiale. Non vorrei che la parola di pace che rivolgi a me e ad Alessandro, fosse, in realtà, un cortese invito a tornare in sacrestia e restarci.

                  1. Signor Anonimo, mi spiace che non visse ai tempi di Sodoma e Gomorra per consultarsi piu’ che ampiamente con professionisti ed esperti in materia di libidine sessuale intrinsica nel nostro essere maschi/ femmine. Sono certo che la potevano aiutare in questo campo e darle tutte le risposte adeguate di come sia possibile degnerarsi al massimo e godere la carne spermendo il limone fino all’ultima goccia di piacere. Poi non so come fu e le loro interpretazioni/pratiche non piaquero a Qualcuno che le vide contro natura e decise di eliminare questi presunti sapienti del comportamento sessuale umano differnte da quello secondo ordini naturali: avra’ avuto le sue ragioni ….. Cordiali saluti Paul

                  2. Anonimo69

                    @ Giancarlo e Alessandro

                    mi dispiace non poter rispondere ma ieri ero impegnato fino a tardi e stamattina sono nei problemi con l’ufficio (c’ho un cliente che mi fa diventar matto!).
                    Vedrò di farcela in oggi. A69

                    1. Alessandro

                      @ Anonimo69

                      per quanto mi riguarda non devi darti pena a rispondere. Rispondi se vuoi, liberissimi di farlo (ci mancherebbe), ma comunque mi pare che le rispettive posizioni siano chiaramente delineate, e non sarà un intervento in più o in meno a cambiare la sostanza (tanto più che quando gli scambi durano troppo a lungo diventano – giustamente – insopportabili per chi si avventuri a seguirli): chi ci ha letto fin qua ha già – mi pare – la possibilità di farsi un’opinione chiara, di essere d’accordo con te o col sottoscritto o magari con nessuno dei due…

                    2. Anonimo69

                      @ Alessandro

                      no, sei un interlocutore tutto sommato corretto ed educato, perciò è giusto che ti risponda. Ti dirò che nonostante abbia cercato per un po’ non ho trovato la replica di uno pischiatra o psicologo autorevole che smentisca. Cummings sulla questione specifica delle indebite pressioni politiche sull’APA.

                      Ho provveduto ad inviare 2 mail, una all’Arcigay, l’altra al celebre psichiatra V. Lingiardi, in cui ho riportato i passi del libro di Cummings, a sua volta riportati dall’UCCR, ed ho chiesto loro se, in effetti, ci sono state autorevoli smentite sulla questione di cui sopra (all’arcigay, in particolare, ho detto che non devono linkarmi “loro” pubblicazioni, MA scritti di “personaggi autorevoli”).

                      Comunque da parte mia, io continuo a DUBITARE (NON a negare) delle dichiarazioni di Cummings, e ciò per una serie di indizi:

                      1) Cummings era presidente dell’American PSYCOLOGICAL Association, mentre il depennamento tanto contestato lo fece l’American PSYCHIATRIC Association (ambedue hanno l’acronimo APA), e, per averne conosciuti diversi, so che gli psicologi e gli psichiatri sono gelosi dei loro “interna corrporis” e spesso in competizione fra loro;

                      2) Cummings scrisse il suo libro ad oltre 30 anni di distanza dai fatti, quando già aderiva al Narth e praticava le c.d. “terapie riparative”.

                      Sono solo indizi, NON prove,.

                      Comunque se avrò delle risposte e se ti interesserà conoscerle, te le girerò. Comunque, in ogni caso, per quel che mi riguarda: amici come prima! A69

                    3. Anonimo69

                      Se poi diffidi di coloro cui ho indirizzato la richiesta di informativa (cosa molto probabile) puoi chiedere ad altri: io ascolto tutti.

                      Ma forse, hai ragione te: è meglio chiuderla perchè abbiamo (soprattutto io) parlato troppo…….A69

                    4. Signor Anonimo, grazie per essere arrivato a guista conclusione. Si e’ reso conto anche lei di come: giornali, radio, TV, social media, libri, educazione, siano capaci di generare, per le loro imprese e nei sistemi educativi, miliardi di euro/dollari stampando e trasmettendo e formando menti a base di chiacchiere. ( Permetta: sulla stessa scia ed esempio il governo/i non e’/sono da meno.) Quanto a Verita’, religione/i, fatti , prove, filosofia, morale, etica….beh!… altro discorso che non interessa la maggioranza di gente assetata’ e interessata alle follie mentali per riempire, in qualche modo, i vuoti in cui si trovano ad ogni “pie sospinto” della vita. Cordiali saluti, Paul

                    5. Alessandro

                      @ Anonimo 69

                      grazie per la patente di “interlocutore tutto sommato corretto ed educato” 😉 🙂

                      Vedremo se i destinatari delle tue richieste potranno portare qualche contributo interessante e utile.

                      “Amici come prima”: certo, da parte mia critico le idee, anche vigorosamente, ma non lo faccio per squalificare chi le difende, per negarne la dignità. Sarei davvero poco cristiano se, pensando che qualcuno sbagli, ne traessi argomento per mettere in dubbio l’inestimabile valore che ogni singola persona è (per un cristiano ogni persona è creata e amata da Dio, dunque, anche se ritenessi qualcuno in errore, come potrei io odiarlo, se non contravvenendo nientemeno che alla volontà di Dio?)

            2. Giusi:

              …allora, in pratica, esistono i condizionamenti culturali, il pensiero dominante e la Verità!(che è quella riportata da Alessandro) (oltre che dalla Bibbia)!

                1. Giusi

                  Poi ci sono i condizionamenti ambientali e se gli psicologi potessero parlare liberamente lo direbbero che per uno sviluppo armonico dell’identità e della sessualità occorre la presenza di una figura maschile e di una femminile ma poichè dire le cose ovvie adesso si chiama omofobia tanti stanno zitti o si adeguano al pensiero dominante pena l’ostracismo. Ripeto: se in televisione lasciassero parlare le tante persone che sono uscite dall’omosessualità e non solo Luxuria e Scalfarotto ci potrebbe essere un’approccio serio e reale con il problema ma non è consentito (alla faccia della libertà!) e quindi passa solo il pensiero dominante. .

                    1. Gentile Signora, mi creda signora siamo qui per comunicare, scambiare idee e pensieri e non per mostrare capacita’ linguistiche e sintassi grammaticali. Non e’ il posto ne lo scopo e chi lo fa notare perde tempo non essendo qui un’ aula di educazione scolastica. Cordiali saluti, Paul

        2. Alessandro:

          …sì, vero, hai ragione, l’omosessualità non esiste , esiste solo il FATTO che esistono genti che si sentono omosessuali eccetra…

          Come, d’altra parte, esistono genti che succede si sentono di poter trasformare il pane e il vino in carne e sangue di Cristo eccetra…

          1. Thelonious

            @filosofiazzero: “transustanziare”, please, e non “trasformare”. Se vuoi prendere per i fondelli, fallo almeno con la terminologia giusta

    3. Bri

      ‘Ciò che non è naturale si impone solo con la forza.’ scrive oggi Berlicche.
      Lo trovo giusto complemento al tuo ragionamento

  7. Angelo

    devo costatare che l’errore più grande non l’hanno fatto i genitori vestendo la propria “figlia” con una tutina rosa.
    bensì la signora Befani nell’indicare FIGLIA (cioè femmina)appunto la figlia di Sabatini.
    ci vuole coraggio per guardare in faccia alla realtà!

  8. io

    quello che fa montare la mia – di arrabbiatura – non è tanto la difesa ideologica di alcune posizioni, ma che qualcuno si permetta di stabilire chi sono io, cosa penso, si permetta di incasellarmi in una determinata categoria, …solo sulla base del colore di una tutina da neonato; che qualcuno non perda tempo a parlare, discutere, argomentare, ma si permetta apoditticamente di trarre conclusioni su un’altra persona sulla base di un solo ed unico elemento, peraltro banale e non determinante

  9. Aleph

    Mah, che si azzuffino tra di loro, questi promotori del neototalitarismo della neutralità di genere. Io penso che Sabatini in fondo se la sia cercata. Avete letto tutto il suo post, inclusa la riga dove dice che chi regalerà a sua figlia un forno (giocattolo) dovrà vedersela con lui??? E che ci sarà di male nel regalare un forno? Come se avesse detto “chi le darà una sberla dovrà vedersela con me.” Sono sconcertata. I miei figli – sia la femmina sia il maschio – adorano far finta di cucinare e mi rubano persino le pentole vere per i loro giochi. Forse, per essere politicamente corretta, dovrei permetterlo solo a mio figlio e costringere mia figlia a giocare esclusivamente con missili e macchinine??? Assurdo. Il rosa a me piace, a mia figlia ancora di più. A mio figlio, quand’era piccolo, non l’avrei mai fatto indossare, perché è un colore associato alle bambine e lui è un bambino. Così come non gli avrei messo un vestitino a fiori. Così come a mia figlia non avrei messo il cravattino e gilè che ha indossato mio figlio. Così come io non vado a lavoro in giacca, cravatta e scarpacce da uomo – come mio marito – ma con i miei abiti femminili, le camicette (cucite in un certo modo per lasciar spazio al fatto che le donne, tra l’altro, abbiano il seno) e le scarpe col tacco, ecc… E allora? Purtroppo la Befani ha colto il segno con Sabatini. L’ha colto nella sua contraddizione di “progressista” che però non ha – ancora – accettato di negare completamente il dato naturale. Veramente se avesse un bambino gli metterebbe quelle tutine rosa? Ne dubito fortemente, e lui lo sa e la Befani pure. E infierisce. E Sabatini non può rispondere in maniera onesta, perché la sua posizione non lo è. Altrimenti non direbbe sciocchezze come quella del forno.

    1. “Purtroppo la Befani ha colto il segno con Sabatini. L’ha colto nella sua contraddizione di “progressista” che però non ha – ancora – accettato di negare completamente il dato naturale. Veramente se avesse un bambino gli metterebbe quelle tutine rosa? Ne dubito fortemente, e lui lo sa e la Befani pure. E infierisce. E Sabatini non può rispondere in maniera onesta, perché la sua posizione non lo è. Altrimenti non direbbe sciocchezze come quella del forno.”

      Assolutamente d’accordo, avevo avuto esattamente la stessa impressione, ma non avrei saputo esprimerla a parole così bene. La polemica della Befani, umanamente inopportuna, è logicamente ineccepibile. L’inquisitrice dice “rassicurami sulla tua ortodossia politically correct scrivendo pubblicamente sotto la foto di tua figlia che vestiresti anche tuo figlio allo stesso modo”. Ora, Sabatini poteva non rispondere nulla perché giustamente offeso da questa intrusione dell’ideologia nel suo privato. Però invece ha scelto di rispondere con delle rassicurazioni secondarie (“io vesto di rosa” ecc.) e l’inquisitrice si è gettata sul punto debole: quindi c’è in fondo qualcosa che non faresti in nome della nostra religione!
      Certo che Sabatini uomo adulto può essersi vestito di rosa in diversi periodi ed occasioni della sua vita, una volta sviluppata la sua identità personale. Ma ha giustamente un certo istinto protettivo verso l’identità vera di suo figlio, a cui certo vuole molto bene, come verso qualcosa di naturale ma che ha bisogno di essere confermato e protetto, e che gli dice che qualcosa stonerebbe nel vestirlo di rosa, per quanto l’associazione del colore al femminile venga solo dalla cultura. Ammettere che vestirebbe il suo bimbo di rosa lo farebbe probabilmente sentire un invasore di qualcosa che lui è chiamato a proteggere. Insomma è apprezzabile questa resistenza, ma hai ragione, lo mette in una posizione non onesta. Dal punto di vista dell’onestà intellettuale la Befani è nella posizione di bastonarlo (forse lei non ha figli – anzi lo spero), perché se stai facendo una battaglia contro una tradizione malvagia allora devi distruggerla anche in tuo figlio, soprattuto in lui. Però in Sabatini è ammirevole il fatto che non abbia dato la risposta voluta e poi fatto di testa sua. Meno ammirevole, come giustamente hai fatto notare, è dare in sacrificio alla Befani l’ipotetico forno della figlia per tentare di riguadagnarsi l’immagine di onestà intellettuale incrinata.

  10. francesca

    Chi di spada ferisce, di spada perisce…
    O meglio, come si dice al mio paese: non sputare in cielo, che in faccia ti torna…

  11. …ogni-uno conosce di se stesso il bisogno (dicono a S. Donato in Poggio) dove ancora si venera un osso di S.Donato!
    Il quale bisogno, se non fosse delittuoso, per il codice penale, in che maniera potrebbe essere censurabile?

    1. Il Blog: di tutto lo scibile unano che abbiamo a disposizione diamo i Blogs alle masse sesso e lussuria giorno e’ notte, ma impastimo il mangime per i porci con petali di rosa per renderlo piu’ appetibile e dargli la parvenza di contenere intelligenza che li diverta a leggere e stimoli la libidine verso cio che gia tutti sanno. Paul

    1. Prenda pure per i fondelli, è da lei. Io – se riuscissi a far sì che qualcuno applicasse quella regoletta che le ricordavo, e il fatto che “c’ho” non si legge come crede il 98% degli scriventi in cui mi imbatto – mi terrei contenta.

      1. Anonimo69

        @ senm_webmrs

        ha ragione, sarebbe meglio scrivere “ci ho” o semplicemente “ho”, invece di “c’ho”. Ma quasi sempre si scrive frettolosamente e non si riesce a dar luogo ad una prosa sorvegliata e purgata.
        A69

        1. Niente purghe e sorveglianze,basterebbe copiare G.G. Belli o, più modestamente, Luigi Magni. Ma non importa, la mia è una battaglia di retroguardia ma che vuole? Le cause perse sono sempre più belle 🙂

          1. Luigi

            “Combattere per le cause perdute, militare dalla parte dei vinti, solidarizzare con gli sconfitti o dare la propria vita in battaglie disperate contro il vento della storia e gli imperativi della potenza è segno di nobiltà e di grande carattere”

            Citato Veneziani, andrà però anche detto che la “battaglia” sulla precisione della lingua non è inutile pignoleria o soddisfazione da precisini.
            Perchè la corruzione morale – ovvero dei mores, dei costumi – è sempre prima di tutto corruzione della parola.

            Si incomincia a chiamare “grumo di cellule” quello che è un essere umano, e si arriva al genocidio della 194/78.

            Tutto ciò per dire che la precisazione, piccata il giusto, su san Donato che non è San Donato me la sono proprio centellinata 🙂

            Ciao.
            Luigi

  12. Signori, ma quanto scrivete: speriamo aiuti ad arrivare al di la’ di pula al vento perche’ fino ad ora non ho letto nulla che non sia gia stato divulgato a parole o non sia anche in libri secolari. Continuate pure, ma non perdete tempo a riscoprire la ruota.Se posso aggiungere cercate di trovare, se potete, aggiungete sale e pepe cosi’ salando la carne vi aiutera’ a capire che abbiamo uno spirito che reclama i sui diritti e non so se vi siete dimenticati di lui. Cordiali saluti, Paul

  13. A proposito dell’inesistente ideologia del genere (mi so’ stufata dell’inglese) è da meditare quanto detto, giorni fa a Bologna, da Francesca Pardi della casa editrice Lo Stampatello (*):

    «Oggi la censura non è più delle istituzioni, ma arriva sempre più spesso dai genitori, che PRETENDONO DI SOVRAPPORSI a PROFESSIONISTI (**), insegnanti o bibliotecari, imponendo una censura selvaggia.»

    (*) Casa editrice nata «per colmare un vuoto nell’editoria infantile, quello rappresentato dalle famiglie in cui i genitori sono due donne o due uomini che si amano» http://www.lostampatello.com/chi.html.
    (**) maiuscolo mio.

  14. vale

    giusto contrappasso per chi frequenta sia per lavoro che per lettura, micromega ed i varii pezzi di carta del gruppo repubblica -espresso.

    @ alessandro
    guarda che la faccenda con quel tipo è cosa vecchia.lascia perdere. uno che invece di contestare nel merito contesta la fonte donde hai tratto la citazione,come già detto, non merita replica.
    ( come se ,invece, l’avessi tratta da repubblica, la stessa citazione-dei due ex presidenti apa- allora sarebbe stata attendibile. figurati. hanno taroccato persino l’intervista al Papa…)

    1. Anonimo69

      @ Vale

      quello che dici sul mio conto non corrisponde a verità..

      Primo, perchè, io DOPO aver criticato le fonti della tue citazioni, ti ho risposto anche nel merito.;

      secondo perchè io ti ho detto chiaramente (in un post del topic “La persecuzione dei cristiani e l’emergenza dei rifugiati”) che bisogna DIFFIDARE di QUALUNQUE fonte di PARTE (repubblica ed espresso compresi); diffidare NON nel senso di NEGARE la citazione ma di ACCERTARSENE, tenendo conto di altre fonti, della logica degli avvenimenti e delle circostanze contestuali!

      DIFFIDARE E SOSPETTARE NON SIGNIFICA RESPINGERE, MA VERIFICARE E CONTROLLARE!

      Ma è meglio troncarla qui, perchè io e te non siamo fatti per discutere serenamente. E mi dispiace per il blog.

      A69

  15. …e quindi, se ho inteso bene, bisognerà che il consorzio delle persone, prima di prendere qualsiasi decisione relativa
    a leggi o altre iniziative ove compaia la parola “omosessualità” o argomenti consimili, prenda visione del risultato delle ricerche scientifiche, cosiccome da Alessandro reseci note, sui temi specifici.
    O il consorzio, cosiddetto, delle persone se ne guarderà bene dal prendere atto di tali ricerche (ovviamente)?

  16. Alessandro

    Papa Francesco all’Udienza generale di oggi (15 aprile):

    “La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza [uomo-donna].
    Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta TEORIA DEL GENDER non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, lo è per tutti, non solo per i credenti. Vorrei esortare gli intellettuali a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta.

    Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo e della donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza.”

    http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2015/documents/papa-francesco_20150415_udienza-generale.html

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